Categoria: Storie

Stage con rimborso top e poi un contratto: in Ferrero col vento in poppa

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Varvaro, assunto con contratto di apprendistato in Ferrero, a Torino. A diciotto anni non si è pronti a fare delle scelte di vita. Io ho seguito il mio istinto, guidato dalla mie passioni, e per ora non ho alcun rimpianto. Mi chiamo Francesco, 26 anni a settembre, e sono nato e cresciuto a Palermo. Sono il maggiore di quattro fratelli - nella foto a fianco sono con mia sorella - e pur amando in modo smisurato la mia terra, pur avendo la possibilità di lavorare nell'azienda di famiglia, ho preferito costruirmi un mio percorso indipendente. Che è iniziato a 18 anni alla Bocconi di Milano, dove mi sono trasferito per studiare  Economia dei mercati finanziari, una delle mie passioni appunto, sin da piccolo. Poi mi sono specializzato in General management, preferendo questo percorso a Finanza - naturale prosecuzione della triennale - perché più completo, con maggiori sbocchi lavorativi e meno concentrato sul concetto di denaro. I miei mi hanno appoggiato, coprendo tutte le spese. Nei cinque anni di università non c'è stato niente di più formativo, stimolante e divertente delle due esperienze di studio all'estero che ho fortemente voluto. Viaggiare  è un'altra delle mie passioni, forse perché da quando avevo otto anni ho avuto la fortuna di girare il mondo grazie allo sport, la vela. Ho fatto parte della nazionale italiana e gareggiato nel campionato sudamericano, in Argentina; europeo, in Grecia; e poi Croazia, Inghilterra, Isola di Madeira. Però con il trasferimento a Milano ho dovuto abbandonare, e ora mi devo accontentare di qualche regata d'altura durante l'estate.Durante il triennio quindi, da settembre a dicembre 2008, ho studiato all'università di Maastricht, mentre altri quattro mesi della specialistica li ho passati li ho passati all'Itesm di Monterrey, in Messico, a partire dal gennaio del 2010. Nel primo caso ci ho messo molto di mio: volevo assolutamente partire, ma non sono rientrato in nessuno dei programmi di scambio promossi dalla Bocconi; quindi ho contattato autonomamente l'ateneo olandese. È stato tutto abbastanza complicato: burocrazia infinita, difficoltà nel trovare l'alloggio, nessun supporto economico - o di altro tipo - dalla Bocconi. Ma alla fine ce l'ho fatta, e sono partito come "free mover". In quattro mesi ho sostenuto tre esami.  Per il Messico invece sono rientrato in un exchange program e ho ricevuto un contributo dal mio ateneo, che si è anche occupato dell'iter burocratico. La partenza per l'America l'altro è avvenuta proprio a ridosso dello stage curriculare previsto nel biennio, che ho svolto da ottobre a dicembre 2009 in Ferrero. Sono entrato nel team marketing di Kinder Bueno, per cui mi sono occupato soprattutto di reportistica - sell-in, sell-out, ricerche consumer - sviluppo della marca, con un rimborso di 250 euro mensili. L'esperienza è stata sorprendentemente positiva: ho lavorato con passione, curiosità e grande soddisfazione, mia e dei miei superiori. Questi tre mesi per me sono stati la chiave di ingresso nel mondo del lavoro: il giorno dopo la mia laurea, ad aprile 2011, ho scritto un sms ad uno dei capi, esprimendo il mio desiderio di tornare in Ferrero. Dopo qualche giorno mi ha chiamato: c'era una posizione nel marketing per il quale mi offrivano di nuovo uno stage - di sei mesi, a Torino - che però stavolta con tutta probabilità si sarebbe trasformato in un contratto. Dopo 15 giorni e un colloquio con le risorse umane, ero stagista Ferrero per la seconda volta, sempre su Kinder Bueno, ma con mansioni e responsabilità molto più grandi, e con un rimborso quadruplo: mille euro netti al mese. E a novembre, finito lo stage, il contratto è arrivato: un apprendistato di quattro anni, con uno stipendio da 1400 euro mensili e molti servizi aggiuntivi: palestra gratuita, varie convenzioni, possibilità di usufruire di navette e lavanderia... L'appartamento in cui vivo da solo a Torino mi porta via metà stipendio ma sono indipendente dai miei e non mi manca nulla, tranne forse un po' più di tempo per la mia vita privata. Però alla fine va bene così: adesso quello che conta di più è investire su me stesso, imparare: cerco di essere una spugna, prendendo il meglio da tutto e da tutti. Con ambizione, ma senza fretta. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Esperienza e determinazione: così Valentina è arrivata all'inserimento

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Valentina Carmignano, con un contratto di inserimento in Ceva Logistics.  Dopo il diploma scientifico tecnologico conseguito nel 2005 nella mia Tortona, una piccola città in provincia di Alessandria, è iniziata l’avventura di studentessa universitaria pendolare a Pavia, dove ho intrapreso il corso di laurea in Comunicazione interculturale e multimediale. In questi anni ho inoltre iniziato a lavorare nei weekend in una pizzeria della mia città, per poter essere un po’ più indipendente a livello economico. In pizzeria lavoravo il sabato e la domenica sera e venivo pagata all'inizio 5 euro all'ora, poi 6 euro e infine 7 euro all'ora.In questo periodo, l’esperienza più significativa è stato l’Erasmus in Inghilterra grazie al quale ho potuto studiare cinque mesi a Leicester, presso la facoltà di Mass communications: una grandiosa opportunità di crescita non solo a livello formativo - per la possibilità di confrontarsi con un diverso sistema educativo e metodi di studio nuovi e migliorare la competenza linguistica - ma anche e soprattutto a livello personale. Il contatto con culture differenti, le amicizie, i viaggi,  il clima stimolante ed effervescente che si respira non possono che arricchire e influenzare la propria visione del mondo in modo permanente. Durante l'Erasmus non ho lavorato, mi mantenevo grazie al rimborso previsto dal programma di circa 300 euro al mese e al supporto dei miei genitori. Tornata in Italia mi sono data da fare per completare gli esami e scrivere la mia tesi sull’etnomarketing, grazie alla quale otto mesi dopo  mi sono laureata con 110 e lode. Nel frattempo avevo deciso di abbandonare la tranquilla Pavia per seguire il corso di laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d’impresa nella frenetica Milano, presso l’università Statale. Nonostante ciò volesse dire fare più ore di viaggio in treno e lasciare una facoltà che mi rimarrà sempre nel cuore per l’atmosfera famigliare che si respirava, sono stata contenta di questa scelta. Infatti, mentre dopo la triennale ancora non avevo le idee chiare su cosa avrei voluto fare dopo gli studi, seguendo i corsi della specialistica ho cominciato davvero a capire quale figura professionale potesse formarsi da un percorso di laurea in comunicazione. Dando tutti gli esami in tempo, a dicembre 2010 ho finalmente conseguito il traguardo finale con un 110 e lode e una tesi sul diversity management.Durante il secondo anno di specialistica ho svolto uno stage di tre mesi presso un piccolo ufficio stampa di Milano, trovato perché conoscevo direttamente la titolare. La supportavo nelle mansioni più basilari, come l’attività di mailing, la stesura di comunicati stampa, i “recall” ai giornalisti, le traduzioni. Seguivo un orario part-time, e in cambio percepivo un rimborso spese mensile pari al valore dell’abbonamento del treno. Nonostante questa esperienza non sia stata granché formativa, essa mi ha finalmente permesso di capire quali fossero le attività principali che una persona impiegata in uno studio di media relation deve svolgere. Alla fine dello stage mi era stata prospettata la possibilità di continuare la collaborazione, ma ho preferito dedicarmi appieno allo studio in modo da concludere l’università in tempo.Nello stesso anno ho collaborato occasionalmente con la Weber Shandwick, per la quale una settimana al mese svolgevo attività di monitoraggio online e recall ai giornalisti, sempre a Milano. È stato un mio compagno di università che, lavorando occasionalmente in questa agenzia, mi aveva proposto la collaborazione, in cui venivo pagata a ore. Questa esperienza mi ha permesso di avere un’idea di cosa significasse lavorare in un’agenzia di comunicazione multinazionale, passando dal contesto «intimo» e flessibile del piccolo studio a un clima molto più competitivo. Anche in questo caso, ho interrotto la collaborazione (che peraltro non dava prospettive di crescita professionale o possibilità di formazione) per dedicarmi interamente alla tesi. Ritengo comunque che, soprattutto durante il percorso di studio, sia fondamentale fare esperienza lavorativa anche se non corrisponde esattamente alle nostre aspettative: tutto è utile per aiutarci a capire cosa ci piace o non ci piace fare, in cosa siamo più o meno portati, quali siano le nostre qualità e in cosa dobbiamo migliorare.Dopo la laurea ho cominciato a mandare curricula online e partecipando a career days. Ho svolto alcuni colloqui per stage presso grandi imprese e agenzie di comunicazione. Da queste ultime sono rimasta colpita in negativo: stage di otto ore al giorno rimborsati al massimo 300 euro al mese o addirittura senza rimborso. Una, la MyPR, offriva 300 euro al mese e richiedeva orari dalle 8,30 del mattino alle 19,30; le altre, soprattutto quelle che non offrivano alcun rimborso, erano uffici stampa o agenzie di relazioni pubbliche più piccoli.Quando ho letto la job description sulla posizione offerta da Ceva Logistics sulla bacheca dell’università di Pavia non mi sembrava vero: uno stage in ufficio marketing&communications a 600 euro  al mese più buoni pasto. Non ho esitato a mandare il curriculum e sono stata chiamata per il colloquio nella sede centrale di Assago. Già da questo primo incontro ho percepito la serietà dell’azienda, che mi ha dato l’idea di voler davvero utilizzare lo stage come un mezzo per formare una nuova risorsa e investire su di essa. Il colloquio ha avuto esito positivo e, il 1 febbraio 2011, ho iniziato il mio stage in Ceva. Il rapporto con la mia tutor è stato molto positivo fin da subito: si è sempre dimostrata disponibile nei miei confronti, cercando di chiarire al meglio i miei dubbi e supportandomi nei momenti di difficoltà. Essere proiettati dal mondo «ovattato» dell’università a quello del lavoro reale, infatti, non è semplice, soprattutto se ci si trova immersi in una realtà, quella della logistica a livello globale, che fino a poco prima era sconosciuta.Alla fine dei sei mesi, il mio contratto di stage è stato prolungato fino a fine dicembre 2011, alle stesse condizioni e il 1 gennaio 2012 si è trasformato in un contratto di inserimento di un anno con retribuzione lorda annua di 22 mila euro. Il risultato ottenuto è per me significativo, visto il contesto lavorativo attuale di assoluta incertezza ed è anche un traguardo positivo perchè significa che, oltre a rispondere alle mie aspettative, le attività svolte hanno anche soddisfatto quelle dei miei superiori.Ora il contratto a tempo indeterminato è il mio prossimo obiettivo. Mi piacerebbe continuare a lavorare in ufficio marketing e comunicazione, accrescendo le mie competenze, acquisendo più autonomia e responsabilità.Da quando sono tornata dall’Erasmus, lavorare all’estero è sempre stata una delle mie più grandi ambizioni e molte volte ho mandato cv in Spagna, Australia o Inghilterra. In Italia la situazione per i neolaureati è critica e spesso spostarsi all’estero sembra essere l’unica soluzione per trovare un impiego in cui si è davvero riconosciuti per il proprio valore. Purtroppo però non è così semplice, soprattutto per quanto riguarda il settore della comunicazione: anche oltreconfine, infatti, le offerte di lavoro in questo ambito consistono soprattutto internship che prevedono un rimborso spese bassissimo. Sono comunque contenta di aver trovato una buona occupazione in Italia: è segno che qualcuno ancora crede in noi giovani ed è pronto ad investire in questo Paese, che senza queste preziose risorse non potrà mai fare passi avanti! Inoltre ho avuto la fortuna di trovare impiego in un’azienda multinazionale dunque chissà, magari in futuro mi offrirà l’opportunità di fare un’esperienza all’estero.Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Dal sogno della diplomazia alla realtà HR di Neomobile: grazie a «OK Stage»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Giulia Partenope, assunta a tempo indeterminato nel team HR di Neomobile, a Roma. Diritti umani, economia, giurisprudenza: sono queste le discipline che mi hanno sempre attratto. Ma quale laurea - mi sono chiesta dopo il liceo - poteva racchiuderle tutte e tre, con un occhio di riguardo per l'attualità? È con questa domanda che sono arrivata al corso di Relazioni internazionali di Roma Tre, facoltà di Scienze politiche, ma allora non avrei mai immaginato che la mia strada sarebbe diventata un'altra. Anche grazie alla Repubblica degli Stagisti.Sono Giulia, 29 anni, romana. Ho finito la specialistica a pieni voti nel novembre 2010, ma il mondo della carriera diplomatica non mi ha esattamente spalancato le porte.  Dopo molte riflessioni, ho deciso quindi di ampliare il mio background di studi e mi sono iscritta ad un master in Risorse umane organizzato dall'agenzia di formazione professionale HR Value; la quota di iscrizione si aggirava sui 600 euro, ma sono riuscita a vincere una borsa di studio. È cominciato così un percorso per me nuovo e molto affascinante, che ha determinato il corso della mia carriera. Dopo dieci settimane, finito il master, ho iniziato a cercare uno stage che mi consentisse di mettere in pratica la teoria: un'impresa! Inutile dire quanto sia complicato trovare un'azienda pronta a investire in risorse nuove. Lo scontro con il mondo del lavoro è stato duro, ho dovuto dire no a molte richieste per lavori sottopagati e senza alcuna prospettiva. Caratterialmente sono una persona molto indipendente e durante gli studi ho comunque svolto sempre dei lavori part time che mi consentissero di mettere da parte un po' di soldi: guida museale a Palazzo Chigi, animazione per bambini... Ma trovare un lavoro e una carriera è un'altra cosa. È qui che mi è venuta in aiuto la Repubblica degli Stagisti e sono felice di testimoniare che quelle aderenti al «Bollino OK Stage» sono effettivamente delle aziende virtuose. I principi della Carta dei diritti dello stagista, che in quel periodo di ricerca ho letto più volte e che condivido appieno, non rimangono solo parole. Sul sito RdS sono entrata in contatto con Neomobile: nella speranza che realmente l'azienda investisse sulle figure junior come la mia, ho inviato un'autocandidatura e... sono stata scelta! Dopo due colloqui, ad aprile 2011 ho iniziato i miei sei mesi nel team HR, unica stagista dell'ufficio, con mansioni di supporto ai processi di selezione, amministrazione e formazione. Ho notato subito una realtà giovane e multiculturale, un grande spirito di innovazione: insomma, mi sono trovata subito bene. Percepivo 600 euro al mese, più ticket restaurant, pc e telefono aziendale. Cosa più importante, però, era la possibilità di essere assunta in un'azienda innovativa e profondamente multinazionale: Neomobile ha sempre usato lo stage come potenziale via di ingresso in azienda. Al quarto mese di stage ho ricevuto il mio primo feedback formale dalla mia responsabile e con grande soddisfazione ho finito il semestre sapendo che per me ci sarebbe stato anche un dopo. A fine stage infatti sono stata assunta con un contratto di inserimento di nove mesi - terzo livello base del Ccnl Commercio - con uno stipendio lordo di circa 23mila euro annui. E poi? Poi sono rimasta ancora in Neomobile, continuando a percepire più o meno la stessa cifra, però questa volta con un contratto a tempo indeterminato! Adesso lavoro ancora con la mia responsabile - la Europe manager - supportando tutti i processi HR - selezione nella Europe region, training formativo, comunicazione, sviluppo, employer branding - e da inizio anno mi sono stati affidati anche dei progetti speciali, come la sicurezza in azienda, il progetto Social Media - con la creazione e gestione di un profilo Twitter - ed infine il progetto Tutor con cui assegniamo ad ogni nuovo assunto una guida interna, con il compito di supportare l'integrazione sociale e professionale del nuovo arrivato. Sono felice e soddisfatta del mio lavoro. La scelta di Neomobile si è rivelata vincente, non soltanto in termini professionali, ma anche culturali e relazionali. Ogni sera torno a casa soddisfatta e consapevole di stare crescendo. E sogno un giorno, chissà, di dirigere un mio team.Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Dal master di Tor Vergata a un contratto a progetto in Novamont

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Maria Teresa Riolo, con un contratto a progetto in Novamont. Sono nata 28 anni fa a Herford in Germania, e lì ho trascorso parte della mia infanzia. Non saprò mai se per il mio futuro sarebbe stato meglio rimanere in Renania, perché all’età di soli nove anni mi sono trasferita con i miei genitori e mia sorella a Crotone, in Calabria. Nel 2003, dopo il diploma all’istituto professionale Sandro Pertini per i servizi commerciali e turistici di Crotone, mi sono iscritta alla facoltà di economia dell’università di Tor Vergata di Roma. Avevo sempre pensato che fosse una delle migliori d’Italia e non mi sbagliavo: il corso di studi mi ha pienamente soddisfatta, nell’aprile del 2006 ho conseguito la laurea triennale in economia e management e nel luglio del 2009 quella specialistica in economia, metodi quantitativi e management con 110 e lode. Durante tutti i cinque anni ho ottenuto la borsa di studio Adisu che mi ha consentito di pagare l’affitto di casa senza dover lavorare. Abitavo in una casa in zona Tor Vergata con altre tre ragazze e il mio posto letto in camera doppia costava 230 euro al mese e ogni due mesi pagavo circa 35 euro di spese condominiali.Dopo l’università volevo completare il mio percorso di studi con un master o un corso di specializzazione, cosi ho deciso di partecipare alla selezione per una borsa di studio messa in palio da dieci imprese per il master in Procurement management di Tor Vergata. Sono arrivata all’ultima fase della selezione che prevedeva il colloquio con le dieci aziende che avevano messo in palio la borsa di studio, insieme ad altri venti partecipanti. Io ho vinto la borsa di studio con Novamont: una vera soddisfazione! Il master sarebbe durato un anno, con borsa di studio a copertura totale del valore di 6mila euro. Siccome mi sarei dovuta trasferire a Novara, il mio stage è iniziato alla fine del master, nel gennaio del 2011 per una durata di tre mesi. All’inizio passare da Roma a Novara non è stato per niente un bell’impatto. Ma poi con il tempo mi sono resa conto dei vantaggi che una città a grandezza d’uomo come Novara può offrire rispetto a una grande metropoli. Un esempio? Non trascorrere parte della tua giornata (e della tua vita) bloccata nel traffico. Durante lo stage ho lavorato sia per la funzione acquisti, collaborando sulla gestione del ciclo passivo degli acquisti, sia per il marketing sul green public procurement. Percepivo un rimborso spese di 500 euro con l’uso gratuito della mensa: vivevo a Novara con altre tre ragazze, spendendo 220 euro d’affitto più 75 euro di spese condominiali al mese, e grazie a borsa di studio e rimborso spese non avevo difficoltà a mantenermi. Alla fine dello stage mi è stato offerto un contratto a progetto nel marketing strategico e finalmente  percepisco uno stipendio di 1200 euro lordi. Ho deciso però di continuare a condividere la casa con le altre ragazze perché sarebbe difficile pagare un affitto più le spese, che a Novara sono molto alte, autonomamente.Il mio attuale lavoro in Novamont prevede principalmente lo sviluppo del green public procurement con le pubbliche amministrazioni italiane. Con questa dicitura apparentemente ostica si intende il processo in base al quale le amministrazioni pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto. Quindi nel caso di Novamont significa per esempio incentivare la pubblica amministrazione ad utilizzare per le sagre o fiere di un dato comune piatti e posate compostabili o riutilizzali in quanto rispetto ai piatti e bicchieri in plastica garantiscono una drastica riduzione dei rifiuti indifferenziati. Una delle caratteristiche che preferisco di questa azienda è che mi permette spesso di sfruttare le conoscenze acquisite durante l’università e  il master.  Mi piacerebbe continuare a lavorare nel settore delle bioplastiche, perché è in forte fermento attualmente e con un alto potenziale di crescita. Dallo stage è passato più di un anno e in questo periodo ho potuto capire quali sono i miei punti deboli da migliorare ma soprattutto ho scoperto quali sono le mie potenzialità. A livello personale certo mi manca un po’ Crotone, che considero il mio paese d’origine, ma non credo ci tornerò mai più a vivere perché purtroppo la zona non offre opportunità professionali. A Roma non tornerei perché ho imparato ad amare i vantaggi delle piccole realtà. E poi sono un po’ stanca di spostarmi. Non mi pento delle scelte e del percorso che ho fatto ma ora mi piacerebbe avere un po’ di stabilità, perché no, anche a Novara.Testo raccolto da Giulia CimpanelliLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

A 26 anni il lusso di scegliere tra due offerte di contratto a tempo indeterminato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Massimiliano Vigoni, assunta con contratto a tempo indeterminato in Bip.   Ho conosciuto Bip durante un Career Day al Sole 24 ore nel maggio 2011 e subito è scattato dentro di me il desiderio di far parte della loro grande famiglia. Il motivo è semplice: sono una realtà italiana, di grandi dimensioni e soprattutto aspirazioni, proprio come me. Quel giorno, nonostante ci fossero molte aziende a cui lasciare il curriculum, io lo lasciai solo a Bip. Fa parte del mio carattere: non ho mai voluto sparare nel mucchio e cercare qualcuno che mi assumesse, ho sempre voluto essere io a scegliere mettendocela tutta a raggiungere il mio obiettivo.Ma partiamo dal principio. Ho 27 anni e sono nato e cresciuto a Domodossola. Dopo aver frequentato il liceo scientifico ho deciso di iscrivermi a economia alla  Cattolica di Milano andando ad abitare in affitto per tutto il mio percorso universitario. Pagavo 350 euro per una stanza doppia in centro a Milano: durante gli studi ho svolto lavori saltuari come il cameriere (guadagnavo 7 euro all’ora) per potermi mantenere e togliermi qualche sfizio, ma anche per imparare a gestire le relazioni interpersonali. Fino a qualche anno fa ritornavo al mio paese il fine settimana perché giocavo in una squadra di pallavolo di serie D. Ora non torno spesso visto che il posto di lavoro «fisso» mi ha dato la possibilità di andare a vivere con la mia ragazza in zona Rogoredo: abbiamo affittato un appartamento, che ci costa 700 euro al mese. Durante l‘università non ho fatto esperienze di studio all’estero; però tutte le estati durante le superiori soggiornavo per due mesi in una famiglia in Galles insieme a ragazzi di diverse nazionalità. Quest’esperienza mi ha permesso di imparare una lingua divertendomi. La scelta di studiare Economia dei mercati e strategie internazionali era stata dettata da un profondo interesse per il mondo della managerialità e della consulenza in generale. Per un certo periodo ho anche collaborato con il mio professore di tesi e la sua piccola società di consulenza nello spin-off di una funzione della sua società afferente al campo delle energie rinnovabili. La mia tesi sperimentale sulle energie alternative con applicazione pratica su una grossa azienda siderurgica delle mie parti, la Duferdofin, mi ha permesso di laurerarmi con 108/110.L’anno precedente con un progetto chiamato «The university best practice designed challenge ll» condotto dall‘università Cattolica con la collaborazione di Accenture, Ubi Banca e Tns, io e il mio team di tre persone avevamo sviluppato un modello di analisi per il supporto delle piccole e medie imprese nell'identificazione delle conseguenze sociali delle attività aziendali sulla competitività delle imprese, con il focus sul tema energetico vincendo il primo premio. Il primo posto nel concorso, oltre ad una vincita di 2500 euro complessive, ci ha permesso di veder pubblicato il nostro articolo su numerose riviste tra cui Il Sole 24 Ore, Finanza e Mercati e Bloomberg. Questo progetto mi ha permesso di acquisire molte nozioni nel campo dell’energia rinnovabile e, una volta laureato, ho deciso di collaborare con il mio professore per continuare su questa strada. Il mio compito era sia di tipologia commerciale che tecnico. Non avevo un contratto e non ero retribuito. Il nostro accordo era che dopo un periodo di mia formazione personale avrei potuto proseguire per la mia strada oppure entrare nella sua società.Nel giugno 2011, interessato a un’esperienza in una realtà più grande, ho però deciso di cercare una via alternativa. Ed è a questo punto che mi sono candidato in Bip. Qualche giorno dopo l’incontro al career day mi hanno chiamato per il colloquio di gruppo e successivamente per quello individuale. Lo stesso giorno sono stato contattato da un’azienda farmaceutica che aveva reperito il mio cv sul sito dell’università per un colloquio e per curiosità ci sono andato e mi hanno subito preso. Non ho nemmeno chiesto a che condizioni: la mia volontà era di entrare in Bip!Ho subito telefonato in azienda chiedendo se era possibile anticipare il colloquio finale con il manager alla giornata stessa, perché la società farmaceutica premeva per una risposta in giornata.Hanno accettato, il colloquio è stato fantastico, addirittura divertente, con mille ragionamenti logici e simulazioni di business plan.Una volta uscito dalla sede in piazza San Babila ho fatto in tempo a fare cento metri a piedi e mi è arrivata la telefonata che attendevo (anche se non così presto): ero stato scelto! La cosa divertente è stata il mio Sì repentino alla segretaria che mi diceva di prendermi fino al giorno dopo per riflettere. Non mi interessava il pagamento iniziale, io avevo raggiunto il mio obiettivo.Il mio rimborso spese era di 700 euro. Dico era perché dal novembre 2011, dopo soli cinque mesi di stage, sono passato al contratto a tempo indeterminato. A fine ottobre sono stato avvicinato da una società di consulenza finanziaria e per non chiudere la porta alle cieca ho deciso di presentarmi al colloquio, dato che era in orario serale. Dopo un paio di incontri, nonostante cercassero una persona senior, mi hanno presentato un’offerta difficile da rifiutare, sia in termini economici (un mio ufficio, un cellulare aziendale e 28mila euro lordi l'anno) che di contratto (a tempo indeterminato).Ammetto di essere stato un po’ confuso quella sera ma sempre forte delle mie convinzioni di voler continuare il mio percorso in Bip. Il giorno dopo dunque ho chiamato il senior manager, spiegando la mia situazione e sottolineando il mio desiderio di rimanere comunque lì.Detto, fatto: hanno subito dimostrato stima nei miei confronti e in neanche una settimana il mio contratto di stagista è diventato a tempo indeterminato, con retribuzione di 25mila euro lordi all’anno.Mi capita spesso di raccontare la mia storia alle persone che conosco che stanno per portare a termine il mio stesso percorso universitario e rimangono incredule soprattutto quando dico che mi hanno dato l’indeterminato senza il periodo di prova. Non ritengono possibile che esistano società che al giorno d’oggi investano ancora tanto sulle persone senza sfruttarle.Il mio sogno è vivere alla giornata e continuare a raggiungere i miei obiettivi che oggi sono allineati con quelli di Bip e visto la filosofia comune penso proprio che i nostri destini seguano la stessa strada. Voglio crescere con loro professionalmente. Ok, la crisi c’è, ma se si hanno una buona preparazione e una volontà ferrea il lavoro si trova. Bip è un esempio in questo. Sa fare delle persone il suo tesoro, perché è consapevole che sono le persone a dare valore alla società!Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Una giurista nell'ufficio risorse umane: il percorso di Mariangela in Parmalat

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Mariangela Leone, assunta a tempo determinato nell'amministrazione del personale di Parmalat, a Collecchio.Mi chiamo Mariangela e ho 26 anni. Sono originaria di un paesino della Basilicata, nell'Irpinia, ma vivo in Emilia dal 2004 quando, dopo il diploma in ragioneria, mi sono iscritta a Scienze giuridiche a Parma. Il mio è stato un percorso di studi piuttosto lineare, almeno fino all'ultimo anno della triennale. A settembre 2007 infatti ho iniziato a lavorare in un ufficio di marketing in outsourcing - un impiego a cui sono arrivata tramite un semplice annuncio online e due colloqui - dove mi occupavo di individuare un target di aziende, contattarle e porre domande sull'andamento dell'attività, per poi redigere una relazione finale. Per un impegno part time percepivo 550 euro mensili, con un contratto a progetto. Dopo cinque mesi però ho lasciato, più che altro perché volevo concludere la triennale rispettando i requisiti dell'azienda per il diritto il studio per continuare a beneficiare della borsa di studio, 5mila euro netti, che insieme all'esonero della tasse mi facevano comodo.Dopo la laurea triennale, conseguita a inizio 2008, mi sono subito iscritta alla specialistica in Giurisprudenza, sempre a Parma. Ero ormai una laureanda quando, a marzo 2011, ho ricevuto una chiamata importante, da Parmalat, che mi invitava a fare un colloquio conoscitivo con possibilità di iniziare uno stage trimestrale nell'amministrazione del personale. Un'opportunità nata grazie ad un annuncio dell'ufficio tirocini dell'ateneo, a cui mi ero candidata qualche tempo prima. E l'opportunità è diventata subito concreta: dopo due colloqui e poche settimane dalla candidatura sono entrata in ufficio, con un rimborso di  700 euro mensili più mensa aziendale. Ero molto contenta: la passione per il mondo delle risorse umane c'è sempre stata, rafforzandosi con lo studio di alcuni esami come Diritto del Lavoro; ho anche frequentato dei corsi sui contratti ex lege e diversi seminari organizzati dall'Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Parma.Dopo i primi tre mesi di stage, ci siamo accordati per una proroga di altri sei mesi, che ho concluso giusto a ridosso della mia laurea specialistica, nel luglio 2011. Per la mia tesi ho scelto un tema a me vicino: il ruolo della Protezione civile durante il terremoto che colpì l'Irpinia nel 1980. È stata un po' la prosecuzione dell'elaborato di primo livello, per il quale ho svolto una dettagliata disamina dei cosiddetti «provvedimenti contingibili ed urgenti» presi all'epoca dagli enti locali. L'obiettivo in sostanza è stato quello di rendere un po' più chiare tematiche che di chiaro, purtroppo, legislativamente hanno ben poco, in quanto lasciano ampi poteri discrezionali a soggetti coinvolti. Chi l'avrebbe mai detto che il terremoto mi avrebbe seguita anche in Emilia! Qui le scosse del maggio scorso per fortuna si sono fatte sentire in maniera decisa solo un paio di volte e, a parte la paura, che non va ancora via, non si percepisce troppo allarmismo. La sede Parmalat di Collecchio per altro non ha subito alcun danno; solo in due circostanze abbiamo evacuato gli uffici per precauzione.Nel frattempo infatti gli uffici di Collecchio sono diventati il mio luogo di lavoro. Al rientro dai giorni di permesso per la laurea sono stata convocata per un colloquio con il responsabile della gestione del personale, che mi annunciava la volontà di assumermi a supporto dell'HR manager e del responsabile delle Relazioni sindacali e contenzioso.  Avrei svolto compiti di redazione e mantenimento di report per valutazioni e decisioni strategiche nella gestione delle risorse umane. Ed eccomi assunta a tempo determinato, fino a fine luglio, presso una delle aziende che ha fatto la storia italiana e che, oltre ad essersi risollevata da una grave condizione finanziaria, oggi assicura anche ai giovani, come la sottoscritta, la possibilità di iniziare a lavorare e crescere professionalmente. La mia Ral ammonta - come da contratto nazionale alimentaristi - a poco più di 23mila euro all'anno. È un impiego a tempo - è anzi in scadenza - e questo non mi permette di fare progetti a lungo termine, ma per il momento sono soddisfatta di quello che ho imparato e in generale della mia vita. In Basilicata i miei amici, come tutti, per lo più sono alla ricerca di un lavoro che dia le sicurezze sperate, ma è molto difficile. Io mi sono trasferita a Parma e alla fine sono rimasta qui. Mi ritengo fortunata ad aver fatto esperienza in Parmalat. Del resto è in Italia che mi piacerebbe acquisire le giuste competenze, motivo per cui non ho mai pensato di mandare il mio curriculum all'estero. Ci vado solo in vacanza!Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«In Nestlé il dovere è piacere», anche perchè ben contrattualizzato e ben pagato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Maria Chiara Poggio, assunta con contratto di apprendistato in Nestlè.     Ho venticinque anni e sono felice. Perché fino ad oggi la vita mi ha regalato tantissime esperienze positive. La prima? Certamente trascorrere il periodo universitario come studentessa fuorisede a Pavia, alla facoltà di economia. La scelta della città è stata guidata dai miei genitori e da mio fratello che ha quattro anni più di me e studiava lì: mi hanno convinta con i loro racconti di «città-universitaria-a-misura-di-studente» e così ad inizio ottobre del 2005 è cominciata la mia avventura. Durante l’università non ho lavorato, i miei mi mantenevano e vivevo in un appartamento con mio fratello. Ma dall’estate della maturità in poi l’obiettivo era lo stesso: finire gli esami al meglio a giugno per poter partire tre mesi d’estate a lavorare come animatrice nei villaggi turistici Club Med. Si sa, la paga non è alta in quel settore, ma mi ha permesso di potermi togliere qualche sfizio: era un contratto di tre mesi cocopro con una retribuzione netta di 800 euro più vitto e alloggio. L'esperienza in villaggio è stata per me una palestra: ho imparato il significato delle gerarchie e di ritmo di lavoro intensi. I villaggi Club Med, così come altri, sono molto ben strutturati. Non esistono tempi morti, ci si sente parte di un team che, anziché creare un prodotto, spingerne le rotazioni o cercare di far crescere la market share, deve far divertire i clienti trasformando la loro vacanza in un sogno. Certo i ritmi sono abbastanza serrati perché tutto deve funzionare alla perfezione... non importa a che ora si concluderà la preparazione dello spettacolo della sera successiva o altro, tutto deve essere perfetto! È stata un’esperienza che mi ha aiutata a maturare, che mi ha fatto crescere, mi ha fatto conoscere un ambiente internazionale e che mi è piaciuta così tanto da ripeterla per tre estati.La seconda grande fortuna è che attualmente, a soli 25 anni, lavoro in Nestlé come assistant project manager Baci Perugina. Prima di ricoprire questa posizione ho fatto uno stage sempre in Nestlé nella come assistant market research per il marchio Buitoni, con un rimborso spese di 700 euro al mese più palestra e ristorante aziendale completamente gratuiti. Quindi durante l’università non ho fatto stage: ho utilizzato il lavoro estivo come “palestra pratica” e gli altri nove mesi tutti per lo studio: così sono riuscita a finire presto la specialistica, nel luglio 2010. Avevo 23 anni. A quel punto ho cominciato a mandare il mio cv a banche, aziende e società di consulenza. Non conoscendo il mondo del lavoro non volevo essere io a pormi dei limiti nella scelta; ho preferito che fossero i vari step dei colloqui fatti a definire quale potesse essere il mio primo stage. Avevo inviato il cv a Nestlè dopo aver trovato sul sito un elenco di posizioni aperte. Dopo pochi giorni sono stata contattata per il primo colloquio di gruppo cui è seguito il colloquio con la persona della società interinale con cui collabora l'azienda. A questo primo step è seguito il colloquio con quella che sarebbe poi diventata la mia responsabile ed ancora il colloquio con l'HR di riferimento di divisione. Il meccanismo che deve essere seguito prima di potere iniziare uno stage in Nestlé è sicuramente indice della serietà dell'azienda stessa. Sono stata fortunata: lo stage è stata un'esperienza unica dal punto di vista formativo, lavorativo ed umano. La mia tutor è stata per me un vero esempio; il team delle persone con cui lavoravo in poche settimane è diventato un gruppo di lavoro in cui mi sentivo perfettamente integrata. Ho avuto la possibilità di conoscere l'azienda, di cominciare a comprenderne il funzionamento, e a sviluppare competenze a 360 gradi. Il rimborso spese percepito durante i sei mesi di stage è sicuramente stato un riconoscimento importante, un vanto, vista la condizione economica attuale.Alla fine dello stage, dopo un mese, ho iniziato un nuovo iter di selezione, e due mesi dal termine del tirocinio ho avuto la fortuna di poter firmare un contratto di apprendistato della durata di due anni. Attualmente lavoro nel marketing della divisione dolciaria dell’azienda. Sono responsabile digital di Baci Perugina e del canale Bar e tabacchi e percepisco 24mila lordi per 14 mensilità.Da ormai un anno ricopro questa posizione, in un team affiatato in cui la collaborazione è la base del rapporto lavorativo. Spero di potere, anche in futuro, continuare a vivere esperienze come quelle attuali che mi diano soddisfazioni continue e che mi facciano sentire entusiasta di quello che faccio, di quello che è il mio dovere, un dovere che si presenta, ogni giorno, come un piacere.Ora il mio obiettivo primario è quello di terminare il contratto di apprendistato nella speranza di un passaggio al’indeterminato; rimanere in Nestlé fino a quando l’azienda mi permetterà di crescere a livello di competenze professionali. Lavorare in una multinazionale è sicuramente una fortuna dal punto di vista dell’apprendimento.Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

A 26 anni manager di un team di otto persone: in Procter&Gamble

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Lorenzo Bologna, assunta a tempo indeterminato in Procter&Gamble.Ad un passo dal compimento del mio 26esimo anno posso guardarmi alle spalle e ritenermi felice e soddisfatto dei risultati raggiunti: nonostante la mia giovane età sono manager di primo livello in Procter&Gamble e dirigo un team di otto persone. Mi sembra di aver vissuto questi 12 mesi tanto intensamente da essere maturato il doppio: come sono arrivato fino qui? La strada percorsa è stata breve ma impegnativa e ci è voluta una buona dose di determinazione, ma anche un pizzico di fortuna!Mi chiamo Lorenzo Bologna, sono nato a L’Aquila ma all’età di 19 anni mi sono trasferito a Milano per frequentare l’università, ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Ho scelto il corso di laurea in virtù del mio intuito tecnico-matematico e l’interesse per le dinamiche economiche che ben si sposavano con la preparazione sinergica tecnico-economica offerta dal Politecnico.Cinque anni sono passati in fretta, scanditi dalla laurea triennale: per questo motivo ho deciso di passare un semestre in Erasmus in Spagna, a Bilbao, per imparare lo spagnolo e svolgere una parte della mia tesi della specialistica. Durante l’università ho deciso di concentrarmi sugli studi e sull’ampliamento del mio curriculum grazie al sostegno economico dei miei genitori che ha fatto sì che non fosse necessario svolgere lavoretti serali. Il mio primo stage, trovato grazie ad una candidatura spontanea all’azienda, l’ho fatto a 21 anni, nel 2007, presso la società “Smc Italia” a Milano, rappresentante italiana della giapponese Smc Corporation, produttrice leader di cilindri e componentistica per la pneumatica. Si è trattato di uno stage estivo, della durata di due mesi. Sono stato affiancato agli ingegneri che si occupavano della gestione della produzione e dell’assemblaggio dei componenti. Il rapporto con i tutor è stato eccellente, era la mia prima esperienza lavorativa vera, in un ambiente profondamente internazionale. Percepivo un rimborso spese di oltre 600 euro lordi.L’estate successiva sono stato ricontattato dalla stessa azienda per prendere parte ad una task force che avesse l’obiettivo di ristrutturare alcune aree del magazzino; tuttavia ho dovuto rifiutare perché era in arrivo la tesi triennale che non mi avrebbe lasciato spazio per dedicarmi ad altro. Il mio percorso di studi specialistico si è concluso nel dicembre 2010: il giorno successivo alla mia laurea avevo in tasca già tre offerte di stage ed il cellulare squillava spesso per richieste di colloqui da parte delle aziende che ottenevano il mio cv tramite l’ufficio placement del Politecnico.L’impegno profuso dal Politecnico nell’integrare le aziende col mondo accademico si è rivelato decisivo per la mia crescita professionale: durante un evento organizzato dal Career Service ho assistito ad una presentazione della P&G ed in quella sede ho deciso di presentare la mia candidatura. Da subito ho avuto la percezione di un’azienda positiva, con persone molto diverse, attente al merito, attente a valorizzare i propri dipendenti e a prendersene cura, circondate da un ambiente stimolante, innovativo, molto aperto ai giovani talenti. Nel contempo il telefono squillava ed una Banca di affari mi aveva proposto un’offerta di stage in un ambito di lavoro inerente ai miei interessi ed alla mia tesi, che ho accettato.Dopo due settimane, ho ricevuto l’offerta di stage da P&G. Dopo una serie di tormentate riflessioni anche sulle possibili prospettive future, ho rifiutato la banca ed ho scelto Procter&Gamble. Presso l’ufficio centrale di Roma ho fatto sei mesi di stage; ero nel reparto Market Planning, deputato alla previsione della domanda dei prodotti e quindi alla pianificazione delle produzioni degli stessi. Ho avuto un rapporto con i miei tutor straordinario, sono stato seguito e spronato al tempo stesso. Il secondo giorno di stage ero già in conference call con i colleghi europei che ricoprivano il mio stesso ruolo nelle altre nazioni  operativo al 100% con una responsabilità ampia ed atipica per uno stagista. Il compenso era di 775 euro lordi al mese più alloggio ed utilizzo gratuito della mensa.Al termine dello stage ho ricevuto un’offerta di assunzione da P&G ed un’ulteriore proposta da Banca Intesa: senza nemmeno chiedere alla Banca il trattamento contrattuale ed economico  per la seconda volta ho scelto P&G.Ho avuto un contratto a tempo indeterminato nel ruolo di Customer operations leader nella divisione Salon Professional, a Castiglione delle Stiviere (in provincia di Mantova); mi sono trasferito a Desenzano del Garda dove vivo da solo e sto benissimo. Lavorativamente, poi, sono davvero soddisfatto: oltre a un guadagno lordo di 31mila euro all’anno, sono junior manager e gestisco un team di otto fantastiche persone, tutte più grandi di me ma con cui ho creato un rapporto collaborativo al massimo. Una sfida vera: per me perché avere un ruolo delicato con persone che ti riportano fin dal primo incarico non è un gioco da ragazzi; per l’azienda che ha deciso di investire sul mio talento nonostante fossi un ‘esordiente’. Il mio obiettivo futuro è certamente quello di proseguire la carriera da manager e mi piacerebbe molto intraprendere un’esperienza all’estero, magari in Gran Bretagna per il prossimo incarico. P&G, infatti, utilizza il concetto della job rotation nella gestione delle risorse ed ogni due o tre anni è normale cambiare incarico. Un’altra prospettiva potrebbe essere nel campo delle energie rinnovabili: l'azienda ha intrapreso azioni in questo senso a livello globale, sarebbe bellissimo contribuire a rendere sempre più green una delle multinazionali più grandi al mondo. Sono perfettamente consapevole della difficoltà che spesso molti miei coetanei incontrano a trovare un lavoro soddisfacente, tuttavia mi sento di consigliare a tutti di non darsi mai per vinti e cercare di investire le proprie energie nel fare cose che sposino le abilità e le conoscenze con le proprie passioni. La passione è una carta vincente e motivante, rende le cose piacevoli e toglie il 50% della fatica. Memento audere semper!Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Borse di studio per giovani di valore: in Africa con il premio Lorenzin per un'agricoltura sostenibile

È necessario investire sulla meritocrazia, a partire dal (sempre più lungo) periodo della formazione. La Repubblica degli Stagisti ne è convinta e periodicamente raccoglie tutti i più interessanti bandi per borse di studio e  premi di laurea che riconoscono l'eccellenza sui banchi universitari - e non solo. Di seguito la testimonianza di Carlo Tacconelli, oggi 27 anni, vincitore del premio "Giovanni Lorenzin", promosso dall'omonima associazione in provincia di Venezia - che oggi chiude il bando per il 2012. Sono nato nel 1985 e ho vissuto a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, fino a diciotto anni; poi nel 2004, dopo la maturità scientifica, mi sono trasferito a Roma per studiare Ingegneria per l'ambiente e il territorio alla Sapienza. In quegli anni, tramite il Cirps - Centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile d'ateneo, ho partecipato a due missioni volontarie di ricerca e cooperazione internazionale: per la tesi triennale nel 2007 sono stato un mese nel deserto del Sahara, tra Algeria e Mauritania, per un progetto di irrigazione solare. Per la tesi specialistica invece ho partecipato ad una iniziativa di autocostruzione di pannelli solari termici in Venezuela, nel dicembre del 2008. E con la Protezione civile sono partito per le missioni di emergenza post terremoto all'Aquila e ad Haiti - questa volta con rimborso spese. In particolare, nel 2007 mi ero occupato della gestione di orti solari familiari irrigati goccia a goccia da pompa fotovoltaica nel campo rifugiati Saharawi di Dakhla, in Algeria. I campi esistono da più di trent'anni e dal punto di vista alimentare la popolazione è fortemente dipendente dagli aiuti umanitari.  La distribuzione dei generi però incontra non pochi problemi, legati soprattutto alle condizioni climatiche e al trasporto, poiché i campi sono nel cuore del deserto. Da qui è nata l'idea di rendere possibili piccole coltivazioni locali che possano sopperire ai bisogni alimentari con prodotti freschi. Lo scopo del progetto era quindi quello di favorire un'agricoltura sostenibile basata sullo sfruttamento dell'energia solare, prevedendo sia la costruzione degli orti sia la diffusione delle competenze per poterli gestire da personale locale. Pensando che fosse importante dare visibilità e seguito al progetto, ho partecipato al premio "Giovanni Lorenzin" [che ogni anno premia tre giovani esperti in gestione delle risorse idriche con una somma di 2mila euro ciascuno, come contributo spese alla partecipazione di un progetto in un Paese dell'Africa, ndr] con la mia tesi triennale. Avevo trovato casualmente il bando in rete, googlando le parole «cooperazione internazionale» se non ricordo male... E ho vinto! Ho ritirato il premio il 20 novembre 2010... Anche grazie al premio Lorenzin oggi nel campo di Dakhla sono stati installati diversi orti comunitari in tutto il villaggio. La somma mi ha rimborsato retroattivamente della missione nei Saharawi, ma ha anche contribuito a diffondere la stessa tecnologia in Venezuela: sono infatti riuscito a pagarmi parte delle spese della mia seconda missione universitaria con il Cirps, nelle Ande venezuelane. Ho finito gli studi della specialistica nel gennaio 2010, ma a quel punto lavoravo già da diverso tempo in uno studio di Roma del settore energie rinnovabili. I primi sei mesi avevo un part-time da 500 euro al mese; dal 2009 un contratto di apprendistato a circa 800 euro; e infine dal 2010 ho lavorato con il solito escamotage di "libero professionista consulente" a partita iva, con un netto di circa mille euro al mese. Le prospettive in azienda non erano molto allettanti, i soci si stavano avviando verso l'età pensionabile, non c'era molto spirito di iniziativa né tanto meno possibilità per me di crescere all'interno dell'azienda: dopo qualche mese dalla laurea ho iniziato a guardarmi intorno. Con i soliti motori di ricerca online sono riuscito a guadagnare un colloquio con una multinazionale spagnola del settore fotovoltaico, con base a Roma. Superata la selezione, ad ottobre sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato e uno stipendio lordo annuo di 26mila euro, ma dopo 8-9 mesi sentivo che le cose per la società non andavano bene, il mercato si stava sgonfiando e iniziavano i primi licenziamenti. Mi sono messo nuovamente alla ricerca e ho trovato un altro impiego, questa volta in Sorgenia Solar, con contratto di somministrazione di un anno come project manager nella costruzione di impianti fotovoltaici su tutto il territorio italiano e uno stipendio lordo annuale di 32mila euro.Ma evidentemente il destino aveva altri piani per me. Sì, perché nell'ottobre 2011, mentre ero in Sorgenia da appena un mese, è arrivata una prestigiosa chiamata dall'Onu: ero stato selezionato per un programma di volontariato internazionale di un anno, in Honduras, su temi di conservazione ambientale, strategie di adattamento al cambio climatico ed energie rinnovabili. Tra l'altro non era il mio primo contatto con le Nazioni Unite: da agosto a novembre 2009 avevo già svolto uno stage nell'ufficio Protezione ambientale di Nairobi, in Kenya, a mie spese. L'UNV - United Nation Volunteers, è invece spesato dal governo. Non mi sono lasciato sfuggire l'occasione ed è così che dallo scorso febbraio mi ritrovo felicemente in Centro America con l'opportunità di mettere le mie conoscenze a disposizione di questo Paese in via di sviluppo. Ricevo un rimborso mensile di 1500 dollari e l'ufficio locale dell'Honduras mi copre gran parte delle spese locali - notevolmente inferiori rispetto ai 500 euro di affitto che pagavo a Roma.Durante gli svariati colloqui lavorativi sostenuti in Italia non ho percepito molto interesse per il mio curriculum: non è assolutamente facile fare breccia presso i direttori delle risorse umane. Molti dei miei ex colleghi di facoltà pur di entrare nel mondo del lavoro si trovano costretti ad accettare stage gratuiti, contratti a progetto senza sicurezze, collaborazioni da "liberi professionisti" a partita Iva, part-time con apprendistato, ecc... Laddove il mercato richiede contraddittoriamente figure di neolaureati a pieni voti, che siano giovani ma con esperienza, non ho visto il minimo interesse da parte delle imprese nello sviluppare e accrescere il potenziale degli ottimi laureati che escono dalle università, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei. Ed è cosi che il termine risorse umane si svuota del suo significato. Io personalmente sono a favore della flessibilità lavorativa attraverso contratti a tempo, purché ci sia mobilità nel mondo del lavoro e crescita professionale. Ma oggi piú che mai le prospettive lavorative nel Bel Paese mi sembrano proprio buie. Testimonianza raccolta da Annalisa Di PaloPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Legalità, cooperazione, pari opportunità: 50mila euro per le migliori tesi di laurea- Tirocini UNV e programma Fellowship, due opportunità formative ben pagate nel mondo della cooperazione internazionale- La lista dei tirchi: la "black list" degli organismi internazionali che non pagano gli stagistiE anche: - False partite Iva, con la riforma 350mila sono a rischio assunzione... o estinzione- Se potessi avere mille euro al mese, il libro che racconta l'Italia sottopagata

«La mia crescita professionale in Philips, cominciata con uno stage»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Federica Pistochini, assunta con contratto di inserimento in Philips. Philips mi ha “svezzata” e cresciuta in ambito professionale, e di questo mi ritengo fortunata. Il mio percorso in questa azienda è iniziata con uno stage subito dopo la laurea specialistica: la mia prima vera esperienza nel mondo del lavoro. Durante gli studi avevo avuto qualche esperienza ma si trattava di lavoretti indipendenti dalla facoltà che frequentavo e dalle mie aspirazioni personali: per anni ho fatto la cameriera in un ristorante e la hostess nelle fiere, così riuscivo a racimolare qualche soldo per pagarmi le uscite e gli sfizi. Altre spese non ne avevo, visto che ancora abitavo a Milano a casa dei miei genitori.Ho 28 anni e nel 2009 mi sono laureata in scienze dell’economia, marketing e analisi di mercato alla Bicocca di Milano. Subito mi sono candidata per alcune posizioni di stage reperite sul portale d’ateneo e mi hanno chiamata per un colloquio in Philips. Il mio tirocinio nell’area vendite è iniziato subito dopo, lo stage prevedeva un rimborso di 700 euro e l’uso gratuito della mensa.Dopo un anno l’azienda mi ha assunta per sei mesi con contratto a progetto e il mio compenso mensile è passato a 1.100 euro netti. Una fantastica opportunità visto che dalle vendite sono passata al marketing, avendo quindi la possibilità di imparare un nuovo lavoro e vivere una nuova realtà.Dopo sei mesi Philips mi ha proposto un contratto di inserimento di un anno e mezzo che ho accettato con grande entusiasmo. Il mio stipendio è salito a 1.600 euro e, considerando che divido le spese dell’alloggio milanese con un’altra persona, non ho alcun problema a mantenermi.Ora sono product manager per prodotti dell’area cucina e mi occupo di tutto quel che gira intorno ad essi, dal lancio alle analisi di mercato. Il mio contratto scadrà a dicembre e spero tanto che mi riconfermino: Philips è un’azienda che permette di crescere e imparare molto e offre grandi opportunità ai giovani.Durante il periodo accademico ero stata alcuni mesi a Granada con il progetto Erasmus: mi è piaciuto così tanto vivere all’estero che spero di poter ripetere l’esperienza al più presto. Ho già fatto richiesta in Philips ma al giorno d’oggi non è facile essere mandato in trasferta da un’azienda. Non voglio comunque abbandonare l’idea di un’esperienza di lavoro oltreconfine: la conoscenza delle lingue straniere è fondamentale e gli altri Paesi offrono ai giovani più possibilità rispetto all’Italia.Per queste ragioni consiglierei a tutti in neolaureati in cerca di occupazione di cercare lavoro all’estero: l’Italia è statica e andare lontano da casa, oltre a formare professionalmente, aiuta a crescere e a diventare persone migliori!Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!