Categoria: Storie

Irene, in cerca di lavoro con un tirocinio Schuman (e tanti altri) nel curriculum

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1200 euro mensili di rimborso. Irene Brosch, trentenne di Milano, ha ottenuto una borsa Schuman nel 2008; qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è andata.    Sono nata a Milano nel 1983. Dopo il liceo scientifico mi sono iscritta alla Statale di Milano alla facoltà di Scienze politiche, scelta perché – dopo una gita alle superiori a visitare Strasburgo e il Parlamento europeo - ho pensato che fosse un compito lodevole ed estremamente difficile quello di portare avanti l'integrazione europea. Volevo fare parte di questo sforzo collettivo. Mentre ero ancora alla triennale, nel 2005, ho visitato l'ufficio milanese del Parlamento europeo presso il palazzo delle Stelline. Qui mi hanno spiegato come presentare la candidatura per uno stage non retribuito di quattro mesi, che ho iniziato a settembre 2006 e al termine del quale sono tornata a studiare a tempo pieno. La figura di tutor in questo caso non è prevista, sono i membri fissi dell'ufficio a spiegare cosa fare. Io mi sono occupata dell'organizzazione della trasmissione televisiva 'Vado bene per l'Europa?', un quiz in cui due squadre di studenti si scontrano su domande  relative all'Europa e i vincitori si aggiudicano un viaggio al Parlamento europeo a Strasburgo. Poi facevo anche accoglienza, rispondevo alle domande via mail e organizzavo missioni a Strasburgo. Conclusa la triennale nel 2006, mi sono iscritta alla specialistica in Comunicazione politica e sociale e a marzo 2008 ho iniziato uno stage presso l'Istituto di Studi Politici Internazionali a Milano. Qui mi è stato affidato il progetto 'l'Europa va a Scuola 2008', un concorso tra istituti di scuola superiore su tematiche europee: ero l'addetta all'invio del materiale, al controllo degli accessi ai quiz online, all'organizzazione del gioco e così via. Il rimborso spese era di 300 euro senza mensa. Finita l'esperienza, la solita pacca sulla spalla. Da ottobre 2008 a febbraio 2009 finalmente la borsa Schuman, opzione generale, di nuovo alla sede del Parlamento europeo di Milano, e un rimborso di circa 1300 euro mensili. Essendo già esperta, ho fatto io da tutor ad altri ragazzi al loro primo stage. Oltre alle mansioni della prima volta, sono stata anche Strasburgo tre volte in qualità di capo accompagnatore di gruppi di scuole o giornalisti, in occasione delle sedute plenarie. Allo scadere del contratto come nell'occasione precedente ho ricevuto una lettera di raccomandazione ma nessun posto di lavoro ovviamente: tutte le istituzioni comunitarie reclutano forza lavoro tramite l'Epso, agenzia che si occupa solo di trovare personale per gli enti Ue attraverso concorsi. Ho quindi ripreso a studiare, laureandomi a marzo 2009. Su suggerimento di una mia ex collega al Parlamento europeo ho presentato la candidatura per un tirocinio presso la sezione commerciale del Consolato americano a Milano. Ci ho lavorato da giugno a luglio 2009, con rimborso di 300 euro mensili. Dovevo raccogliere informazioni sul settore IT italiano per redigere elenchi di potenziali aziende interessate a partnership commerciali con aziende  americane dello stesso comparto. Anche qui però stessa conclusione dei rapporti precedenti: scaduto il contratto 'arrivederci e grazie'. Subito dopo sono stata presa come segretaria all'ufficio marketing del quotidiano Il Giorno, impiego per cui avevo trovato un annuncio sul giornale. Facevo analisi e reportistica delle strategie di marketing, assistenza della responsabile dell'ufficio, rassegna stampa, lavoro di redazione e quant'altro. Il contratto era tramite l'ufficio Cosp dell'università statale di Milano e la retribuzione di 600 euro al mese. Poi mi sono rivolta alle agenzie interinali. L'Adecco mi ha proposto un contratto di somministrazione, ovviamente a a tempo determinato, presso la Saipem-Eni, a San Donato, dove dal 2011 al 2013 ho svolto il ruolo di assistente dell'engineering and construction licensing department manager e della sua unità, occupandomi di organizzazione trasferte, agenda e appuntamenti del manager, organizzazione viaggi. Retribuzione secondo il contratto del commercio di circa 1300 euro mensili. Adesso sono di nuovo alla ricerca di un'occupazione. Finora ho fatto di tutto: sono passata dagli organismi internazionali all'editoria e al commercio estero per arrivare ai prodotti chimici e petroliferi. Spero che questa capacità di adattarmi a differenti contesti giochi a mio favore nella ricerca di un nuovo impiego. Nel corso degli anni ho affinato  capacità organizzative e di gestione dello stress e adesso credo di potermi definire una manager assistant di livello medio-alto. Se dicessi che fare la segretaria di direzione era il sogno della mia vita mentirei, ma mi piace e mi dà soddisfazioni sia a livello umano che professionale. Prospettive? Spero di trovare un nuovo lavoro. I miei amici sono generalmente messi come me tra contratti a tempo e ridimensionamento delle aspettative sia di vita che di lavoro. Il sistema dello stage è solo utile per far conoscere ai ragazzi il mondo del lavoro. A 30 anni i contratti di sei mesi in sei mesi tolgono il fiato. La Carta dei diritti dello stagista è un'ottima iniziativa e spero che molte aziende continuino ad aderire, ma mi permetto di dire che in Italia oggi il problema riguarda non solo chi si inserisce nel mondo del lavoro ma chi  lavora ormai da anni, saltando da un contratto all'altro, e che vede il governo presentare iniziative di rilancio dell'occupazione giovanile con sgravi fiscali rivolti a imprese rivche assumono under 30. Ci si sente un po' presi in giro, poiché l'emergenza non è solo dei più giovani ma anche degli adulti, dai 30 anni in su, che si ritrovano senza speranza di migliorare la propria condizione lavorativa.   Testo raccolto da Ilaria Mariotti  - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»- Non sempre si inizia col lavoro dei sogni: ma poi tutto può cambiare- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»

Borsa Schuman, poi Parigi e di nuovo Bruxelles: «Ma non sempre l'estero è meglio dell'Italia»

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1.200 euro mensili di rimborso. Cosimo Scarcia, trentaduenne di Taranto, ha ottenuto una borsa Schuman, opzione generale, nel 2009. Qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è stata la sua esperienza. Sono pugliese, nato a Taranto nel 1981. Dopo la maturità linguistica, nel 2000 mi sono trasferito a Perugia per studiare Scienze della comunicazione. All'epoca in cui mi sono iscritto - sono un po’ "datato" - c’era ancora il vecchio ordinamento, che prevedeva un percorso di studi di cinque anni. All’epoca scrivere era la mia passione e volevo, come tanti, diventare giornalista. I miei genitori mi hanno incoraggiato ma nella vita fanno tutt’altro e purtroppo non hanno avuto come me la possibilità di continuare a studiare. Ma mi hanno sempre sostenuto e sono stati al mio fianco per tutta la durata dell'università.Dopo la laurea, a giugno 2006, sono tornato per un breve periodo di tempo in Puglia. All’epoca lavoravo in un call center, prendendo 600 euro al mese per un impegno di 25 ore settimanali, e la sera davo una mano nel ristorante dei miei genitori. A gennaio ho iniziato un master allo Iulm di Milano in Comunicazione per le Relazioni internazionali. Grazie a questo titolo sono riuscito a capire davvero come funziona il mondo del lavoro visto che avevamo non solo docenti professori universitari ma anche professionisti del settore. Prima dell'esperienza al Parlamento europeo avevo fatto un primo tirocinio presso l’Istituto italiano di Cultura ad Algeri, organizzato attraverso il master e che sono riuscito a ottenere grazie ai contatti filtrati dallo Iulm. Una fase della mia vita molto interessante, da un punto di vista sia umano che professionale. La durata è stata di tre mesi, da settembre a dicembre 2007. Collaboravo alla gestione dell'Istituto nell'organizzazione di eventi, nell'aiuto in biblioteca e nel supporto ai corsi di italiano come docente di conversazione. Purtroppo però nessun rimborso spese, e solo la possibilità di alloggiare nei locali messi a disposizione dall’ambasciata. Come spesso accade, lo stage si è concluso con una stretta di mano e un arrivederci.  Dopo il master, tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009, sono riuscito a trovare un altro stage di sei mesi in una multinazionale a Milano (la Alstom Power), con un rimborso spese di circa 650 euro mensili oltre ai ticket restaurant. Mi occupavo di comunicazione interna ed è lì che ho iniziato a lavorare in ambito Risorse umane e a conoscere la materia, fattori che poi mi sono risultati molto utili nel proseguo della mia carriera. È stata un'ottima esperienza in cui ho imparato tantissimo e ho toccato con mano una realtà aziendale complessa. Subito dopo, il colpo di fortuna. Sapevo dell’esistenza delle borse Schuman e ho compilato la domanda online per l'opzione generale. A dicembre del 2008 ho ricevuto una mail mi informava che la mia domanda era stata accolta e ho quindi spedito tutti i documenti necessari. La durata è stata di cinque mesi, da marzo a luglio 2009, con un rimborso spese di circa 1200 euro mensili. Con il tutor il rapporto era ottimo così come con  tutto il resto del team che era, ovviamente, multietnico e multiculturale. Ho lavorato all’interno del progetto per il centro visitatori del Parlamento, che all’epoca non esisteva ancora mentre adesso è una realtà. Mi occupavo della stesura di contenuti, facevo ricerche storeografiche, di immagini sul web e di altro materiale. In più partecipavo a riunioni con i fornitori esterni. Sono anche stato invitato all’inaugurazione del centro, che si è tenuta nel 2011, e devo ammettere che il progetto è davvero ben riuscito! Purtroppo, finito lo stage le possibilità di continuare erano nulle, per cui non c'è stato nessun seguito. Il periodo successivo l'ho trascorso da disoccupato: sono stato circa nove mesi senza lavoro. Finalmente a maggio 2010 le cose sono cambiate, e ho iniziato a lavorare come researcher in una piccola società di headhunting a Parigi, la Fsc. Contratto a tempo indeterminato, 1.500 euro al mese: sono rimasto per circa due anni. Il mio compito era trovare profili adatti a quelli cercati dai clienti. Poi il ritorno a Bruxelles. Rispondendo agli annunci, ho trovato un impiego in una società che si occupa della costruzione di treni e aerei, la Bombardier, nel servizio recruitment. Sono stato loro dipendente per due anni, da novembre 2011 ad agosto 2013; guadagnavo più o meno 2mila euro al mese. Da un paio di mesi sono invece alla Ucb, sempre nello stesso settore: lo stipendio è lo stesso, e va detto che, seppure sostanzioso, è da tarare sul costo della vita belga - più alto rispetto a quello italiano. È un aspetto su cui si riflette sempre troppo poco quando si guarda ai salari d'Oltralpe. In definitiva sono soddisfatto del mio percorso: ho svolto sempre mansioni abbastanza attinenti con il mio background. Le mie aspirazioni sono di continuare nell'ambito in cui lavoro al momento, e capire fin dove posso arrivare. Vedremo: non sono una persona troppo ambiziosa, per cui non mi fisso degli obiettivi per adesso. Fortunatamente i miei amici lavorano tutti o quasi, chi con qualche difficoltà e in maniera più precaria e chi in maniera più stabile. Dipende dagli ambiti. Il sistema degli stage in Italia è problematico sotto tanti punti di vista, ma non bisogna credere che altrove sia molto meglio. Qui in Belgio esiste un analogo meccanismo di sfruttamento. Ad esempio non c’è un vero e proprio limite di anzianità per diventare stagista e si abusa di persone anche adulte con stage sottopagati o assolutamente gratuiti, soprattutto in tutto ciò che gira intorno alle lobby europee. Noi italiani abbiamo un po’ la tendenza a pensare che fuori dal nostro Paese la situazione sia sempre rosea mentre a volte è vero il contrario. L'unica cosa che mi sento di consigliare a chi sta ancora studiando è di non aspettare la laurea per sperimentare il mercato del lavoro, ma di tentare con qualche stage prima di concludere la carriera accademica. Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»- 25 anni di Erasmus: una scelta vincente, anche per l'occupabilità- Laureati in fuga: i giovani italiani vogliono partire. Però sognando di riuscire a tornare

Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1200 euro mensili di rimborso. Viola Nicodano, milanese di 29 anni, ha ottenuto una borsa Schuman nel 2010; qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è andata. Sono nata a Milano 29 anni fa e ho una laurea in legge. Dopo il liceo scientifico, con sperimentazione della doppia lingua (inglese e francese), mi sono accorta che avevo una maggiore propensione per le materie umanistiche e dunque mi sono iscritta a Giurisprudenza a Milano, seguendo le orme paterne. Poco dopo ho scoperto l’esistenza di un corso di doppia laurea in Giurisprudenza italo-francese, promosso dall’università di Firenze: un percorso di eccellenza, a numero chiuso, che mi sembrava una buona strada per diversificarmi un domani nel mondo del lavoro. Per prepararmi all'ammissione, che prevedeva un esame in lingua, sono stata un mese d'estate a Parigi, lavorando come commessa. Terminato il biennio a Firenze, nel 2003, mi sono trasferita per cinque anni nella Ville Lumière, studiando alla Sorbona, dove mi sono laureata nel 2009, completando poi il percorso con un master e uno stage di sei mesi, tramite l'università, presso uno studio legale francese, a circa 400 euro mensili che lì è il rimborso spese minimo garantito agli stagisti. In Francia le proposte di lavoro per i neolaureati sono decisamente più valide che in Italia, e inoltre la pratica forense deve essere svolta dopo aver superato l’esame di Stato anziché prima: non esiste una situazione di limbo come nel nostro Paese. Concluso lo stage, è stato spontaneo pensare a un’esperienza nell'Unione europea, nonostante lo studio presso cui lavoravo fosse disposto a offrirmi una posizione stabile. Avevo nostalgia di casa e l’occasione di candidarmi per l’ufficio del Parlamento europeo a Milano mi è sembrata ottima. Sono stata presa per tre mesi, senza percepire alcun compenso; successivamente, su invito della direttrice, ho rinnovato la candidatura per una borsa Schuman di cinque mesi, da marzo a luglio 2010, opzione generale, e sono passata. L’esperienza si discostava dalla mia formazione: l’ufficio di Milano è principalmente dedito alla comunicazione tra l’istituzione europea e i cittadini, per cui ho acquisito dimestichezza soprattutto nel settore ufficio stampa. Allo stesso tempo ho imparato a conoscere i portali telematici delle istituzioni europee, risorsa formidabile sotto svariati profili, tra cui il giuridico: qui è possibile reperire qualunque testo giuridico (direttive, regolamenti, sentenze), ma anche conoscere bandi europei, finanziamenti, diritti dei cittadini comunitari. Ho così acquisito abilità ancora piuttosto rare tra gli studenti e giovani lavoratori italiani, che mi hanno garantito un vantaggio curriculare. Grazie alla formazione giuridica ho anche tenuto lezioni sulla struttura delle istituzioni europee, molto utili per migliorare la capacità di parlare in pubblico.Terminato lo stage, avrei potuto tentare un concorso Epso per funzionari europei (godendo di un reddito migliore perché tarato sulla tassazione di Bruxelles),ma ho scelto di proseguire la carriera forense. Tramite il portale di Expo, la società di gestione dell’esposizione universale del 2015, all’epoca appena costituita, ho ottenuto un contratto di tirocinio con l’ufficio legale della società. L’esperienza è durata poco, da gennaio a marzo 2010, ma il compenso era buono - un po' più di 800 euro mensili - ed è lì che ho completato la mia pratica forense. Attualmente sono in attesa della prossima sessione di esami scritti per l’abilitazione all’esame da avvocato. Sto lavorando come libera professionista, in maniera autonoma, tramite un portale di avvocati europei. Finalmente posso dire che la formazione giuridica comincia a dare i primi frutti. Nel frattempo sogno un lavoro nelle istituzioni, alle quali sento di potermi candidare, avendo potenziato le mie competenze di diritto pubblico. Ammetto di essere molto contenta di aver studiato più di una lingua, perché questo ha reso più appetibile la mia figura professionale. Specie in Italia, dove sono ancora pochi i professionisti poliglotti adeguatamente preparati sul diritto europeo. Se guardo alla situazione di amici avvocati, riscontro che il loro lavoro non è adeguatamente retribuito: percepiscono mediamente tra 300 e 600 euro durante il praticantato, senza poi vedere migliorata la situazione una volta ottenuto il titolo di avvocato. Soltanto i grandi studi internazionali garantiscono uno stipendio equo per le necessità di un giovane avvocato, anche se si paga lo scotto di lavorare senza orari, dimenticandosi dei weekend, privandosi di una vita sociale. Ma la retribuzione rende indipendenti, e con la crescita professionale si può arrivare a gestire al meglio il proprio tempo. L’esistenza dell’Ordine degli avvocati e delle regole gerontocratiche che lo governano non sono poi di grande aiuto. Conosco la Carta dei Diritti degli Stagisti e credo sia molto utile impegnarsi in una battaglia per la giusta retribuzione del lavoro giovanile. Il lavoro è lavoro, e come tale va pagato. Può esistere una  iniziale formazione che giustifichi una retribuzione minima, ma bisogna permettere alle persone di assolvere ai propri impegni senza aumentare le proprie spese. Si rischia di perdere la motivazione, oppure di rinunciare a fare ciò che si ama per mansioni meglio retribuite. In questo senso avrei delle idee da proporre: mi piacerebbe che l’esperienza lavorativa cominciasse già durante gli anni universitari, di modo da presentarsi sul mercato del lavoro con un bagaglio di conoscenze; e inoltre ritengo giusta una riduzione del peso fiscale sul lavoratore dipendente, in un’ottica realmente progressiva della tassazione in base a fasce di reddito.Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Tirocini Schuman, un giurista precario tra Napoli e resto del mondo: la storia di Giuliano- Il sogno di un lavoro nella comunicazione: una ex stagista Schuman a caccia della buona occasione- Parlamento europeo, risoluzione contro i tirocini gratis e le aziende che sfruttano gli stagisti

Quando i conti tornano: dal tirocinio universitario al tempo indeterminato in Leroy Merlin

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Massimiliano Meuli, 29 anni, assunto a tempo indeterminato nel controllo gestione di Leroy Merlin a San Giovanni Lupatoto, vicino Verona.    Sono nato nel 1984 a Taranto, dove mi sono diplomato ragioniere programmatore. Dopo le superiori poi, a settembre 2003, mi sono iscritto ad Economia a Lecce, scegliendo l'indirizzo Management aziendale; corso che ho terminato a marzo 2007. Volevo continuare con la specialistica, ma l'università del Salento non mi convinceva più, le materie non mi piacevano, e avendo un fratello che all'epoca già lavorava a Milano - nessuno dei due ha ricalcato le orme famigliari: mio padre ha due negozi di calzature a Taranto - ho optato per la facoltà di Economia della Cattolica, che aveva corsi molto più interessanti per me. E con il senno di poi penso di aver fatto la scelta giusta. L'autunno successivo alla laurea triennale ho quindi iniziato a frequentare i corsi del curriculum Management per l'impresa, conseguendo poi la laurea biennale a dicembre 2009. Ho optato per una tesi sperimentale - che per altro dà diritto a qualche punto in più: io alla fine mi sono laureato con 98/110 - adempiendo nel frattempo all'obbligo, previsto dal piano di studi della specialistica, di svolgere un tirocinio, che era comunque un'esperienza che mi premeva fare per affacciarmi al mondo del lavoro e avere finalmente un riscontro pratico di quanto studiato in cinque anni. Sondando la disponibilità di varie aziende, mi sono imbattuto in un annuncio Leroy Merlin per uno stage di sei mesi, pagato, nel controllo di gestione; e ho inviato il mio curriculum per mail. Dopo non molto sono stato contattato telefonicamente e sono stato invitato al primo colloquio di selezione, a cui è seguito un secondo, entrambi superati.  Le condizioni dello stage, soprattutto in merito a rimborso e possibilità di assunzione, sono state chiare fin da subito: come stagista avevo  diritto a 500 euro netti mensili più ticket pranzo, e i sei mesi di formazione non erano strettamente finalizzati all'assunzione. Ho iniziato a luglio 2009, quando mancava qualche mese alla laurea specialistica, e mi sono occupato principalmente di reportistica e dell'aggiornamento di tutti i file usati dai negozi Leroy Merlin per analizzare l'andamento commerciale dei vari reparti. Verso l'ultimo mese di stage, proprio a ridosso della discussione della tesi, con mia grande gioia si è iniziato a parlare di una possibile assunzione e poi... il possibile è diventato reale: il gennaio successivo, concluso il progetto formativo, mi è stato proposto di rimanere in azienda come allievo capo settore Commercio, con un contratto a tempo determinato di 18 mesi e uno stipendio di circa 1600 euro lordi. Ho quindi iniziato a "farmi le ossa", stavolta da dipendente, nei negozi di Pantigliate, Assago e Rozzano, tutti nella periferia milanese, e ad agosto del 2010 sono stato trasferito nel negozio di Verona con nomina di Controllo di gestione negozio e un contratto a tempo indeterminato che prevede uno stipendio lordo annuale di 33.600 euro. Una cifra che mi permette di vivere solo e in maniera del tutto indipendente. Fortunatamente Verona è anche una città meno cara e più vivibile di Milano, dove tutto è più a portata di mano - ma della Milano da studente universitario ho comunque bellissimi ricordi. Ora quindi sono responsabile della gestione amministrativa e fiscale del negozio e gestisco il suo conto economico nelle varie fasce temporali di interesse: scenari di actual, forecast e piano a 3 e 5 anni. Non c'è che dire: in Leroy Merlin ho trovato una realtà diversa da quella a cui hanno abituato noi giovani e mi sento molto fortunato; la maggior parte degli stage servono solo alle aziende per spendere meno in costo del lavoro. Il mio invece è stato una porta di ingresso in una realtà in cui non solo mi trovo bene, ma dove sono sicuro di poter soddisfare le mie aspirazioni professionali. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!  

Stage in commissione Ue, poi la virata verso il commercio equo e solidale

Scade il 30 agosto il termine per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione Europea. Restano quindi due giorni utili per fare domanda. Il rimborso è di più di mille euro al mese e la durata cinque mesi, a partire da marzo 2014. Maria Livia Brauzzi, stagista a Bruxelles nel 2009, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza, poi sfociata nella cooperazione sociale.Ho trent'anni; la mia famiglia è di Roma ma abbiamo vissuto per molti anni all’estero - dalla Nigeria al Belgio, dal Kenya agli Stati Uniti - per via del lavoro di mio padre. In tutti questi posti ho sempre frequentato le scuole francesi, che mi hanno permesso di avere un’ottima formazione e di essere bilingue – oltre ad aver imparato molto bene l’inglese e discretamente lo spagnolo.
 Dopo la maturità sono tornata in Italia e ho studiato Filosofia a Roma Tre, prendendo nel luglio del 2007 la laurea magistrale: ero affascinata dalla materia e sopratutto da come essa veniva insegnata nel sistema scolastico francese, molto stimolante. L’università italiana mi ha fornito un approccio più "storico" rispetto a quello tematico che conoscevo bene. Avevo scelto Roma Tre rispetto alle altre due università romane perché più raccolta e aperta agli scambi accademici. Al terzo anno della triennale sono andata infatti a fare l’Erasmus in Francia, a Grenoble, perché volevo ritrovare l’approccio francese alla filosofia e alla storia. La mia tesi della triennale era su un filosofo francese, e anche quella della specialistica era su una tematica riguardante la Francia! Durante il liceo e nei primi anni di università ho sempre fatto la baby-sitter e occasionalmente ho dato ripetizioni. Subito dopo la laurea ho fatto uno stage di tre mesi in una casa editrice specializzata in fotografia e agenzia di comunicazione, la Peliti Associati: lì mi davano un rimborso spese di 300 euro al mese e io svolgevo mansioni di segreteria, correzione di bozze, redazione di testi, ufficio stampa. Avevo un ottimo rapporto con i colleghi grafici, da cui ho imparato molte cose che mi sono state utili più in là: ma non c’erano grandi prospettive se non rimanere a fare la segretaria. In seguito, a fine 2008, ho partecipato al programma di tirocini Mae-Crui, presso il Ministero degli Esteri - purtroppo non pagato - perché mi interessava il settore della cooperazione internazionale, soprattutto con i paesi africani. Sapevo anche della possibilità di svolgere un tirocinio presso la Commissione Ue quindi appena possibile ho riempito tutti i formulari per l’iscrizione al Bluebook. La durata dello stage è stata di cinque mesi (marzo-luglio 2009). Sono stata presa alla Direzione generale dello Sviluppo e dei rapporti con i paesi Acp (Africa, Caraibi, Pacifico): avevo come tutor sia il direttore generale, per il quale ho redatto un progetto di ricerca sulle politiche di sviluppo dell’Ue, sia una avvocatessa della Commissione che seguiva i negoziati per la revisione dell’Accordo di Cotonou. Il direttore generale lo vedevo poco, l'avvocatessa invece mi ha sempre portato con sé alle riunioni, mi ha fatto scrivere i report e mi ha spiegato esattamente le dinamiche, gli obiettivi e l’importanza di questo accordo. Dopo lo stage non mi è stato proposto nessun contratto perché era chiaro fin dall’inizio che non avevo intenzione di proseguire, il lavoro era troppo politico e in un ambito troppo specifico - quello legale - per me. Altri stagisti che miravano a rimanere hanno avuto la possibilità di farlo, perché hanno lavorato per questo obiettivo nei sei mesi di stage: sgomitando, facendo network. Ma non era quella la mia strada. Ho sempre svolto volontariato di vario tipo, così mi sono iscritta, sempre nel 2009, al master Asvi in Management delle organizzazioni no profit, che ho concluso nel 2010. Attualmente lavoro per una cooperativa sociale con un contratto a progetto part time, e uno stipendio di 800 euro al mese netti. Oltre a una serie di strutture d’accoglienza per bambini soli, disabili e donne in difficoltà, la struttura gestisce anche un progetto di economia solidale di sartoria e artigianato: il laboratorio solidale “Da tutti i Paesi”, dove le donne immigrate ex ospiti di una delle case-famiglia (Casa Betania) hanno la possibilità di fare un lavoro creativo. Mi occupo di far conoscere questa realtà e di creare contatti, espandere la rete commerciale attraverso diverse iniziative. Fin da quando frequentavo l’università ero volontaria in una bottega di commercio equo e solidale, e lo sono tuttora: ho capito che era l’ambito che più mi interessava e dove volevo crescere e formarmi, per questo il mio lavoro attuale mi piace molto e pur essendo un progetto piccolo sono contenta di occuparmi del sociale e di vedere i frutti del mio lavoro quotidiano. Ho sicuramente fatto tesoro di tutte le esperienze fatte all’estero e in altri ambiti lavorativi, anche se non tratto - quantomeno non direttamente - questioni internazionali. Per quanto riguarda i miei amici, dei miei coetanei qualcuno è realizzato e qualcuno arranca a trovare lavoro… Rispetto al sistema dello stage, penso che dovremmo imparare dai francesi a svolgerli durante il periodo universitario e non dopo: in Francia è addirittura vietato fare stage dopo aver finito gli studi. Sicuramente non è giusto che esistano stage senza compenso, per cui sarei per dare un rimborso spese anche minimo a chi va a lavorare per un periodo limitato in un’azienda. Però è anche importante non aspettare troppo per fare esperienze lavorative, quindi gli stessi stage gratuiti non andrebbero mai scartati, soprattutto se svolti nel settore che interessa. È bene non aspettare di trovare l’offerta perfetta su Internet: ho visto più di una volta persone prese per un tirocinio perché avevano mandato una lettera di autocandidatura, o avevano cominciato facendo volontariato presso un ente.   Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stage in Commissione europea: dall'ex Virginia Palmieri ecco una dritta per i candidati che supereranno la prima selezione- Laura Serrao: «Quanta fatica per riuscire a fare lo stage alla Commissione europea! Ma ne è valsa la pena: a distanza di due anni sono ancora qui. Assunta»- Carlotta Pigella, Torino-Bruxelles andata e ritorno: «Il mio stage alla Direzione generale Affari Marittimi della Commissione UE? Internazionale e professionalizzante»- Mae-Crui, la vergogna degli stage gratuiti presso il ministero degli Esteri: ministro Frattini, davvero non riesce a trovare 3 milioni e mezzo di euro per i rimborsi spese?

Un albanese in Italia "a tempo indeterminato", come il suo contratto in Novamont

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Loran Shkurta, 29 anni, assunto a tempo indeterminato nell'amministrazione di Novamont a Novara.     Sono nato a Tirana nel 1984, ma a 12 anni sono venuto in Italia per raggiungere mio padre, ingegnere e direttore di un'azienda pubblica albanese del settore meccanico, che due anni prima si era trasferito a Novara. Devo dire che all'inizio è stato molto difficile ambientarmi in un un nuovo Paese e proseguire gli studi, ma con il tempo le cose sono migliorate [sotto, in una foto scattata per il profilo Facebook dell'associazione Ura, nata nel 2011 a Novara per promovuere l'integrazione tra i due Paesi, di cui Loran è socio fondatore].Dopo le scuole medie mi sono iscritto all'istituto tecnico professionale di Novara, nella sezione Meccanica, un po' sotto l'influenza di mio padre. Ho provato a proseguire sulla stessa strada anche all'università, iscrivendomi ad Ingegneria a Milano nel 2004, ma dopo un anno travagliato ho deciso che la mia vocazione era per le materie economiche. Peraltro il primo anno di università avevo trovato un lavoro part-time in un call center, e da quel momento studiare e seguire le lezioni - passando diverso tempo in treno ogni giorno da pendolare - era diventato molto pesante. Economia e commercio è stata la scelta giusta: non ho avuto grosse difficoltà con gli studi e nel 2009 mi sono laureato in corso alla triennale con una tesi inerente lo studio e il miglioramento delle attività bancarie nel private banking e nell'organizzazione dei portafogli clienti. Nonostante le novità lavorative che sono venute dopo, mi sono iscritto anche al corso magistrale, che sto tutt'ora completando: spero di conseguire la laurea entro aprile 2014. Il primo approccio con il mondo del lavoro è stato con uno stage curriculare, previsto dal piano di studi della triennale. L'ho svolto nell'estate del 2008 presso la Baima, una srl che produce materie plastiche, per lo più svolgendo mansioni di archiviazione di documenti amministrativi. Tre mesi di impegno e un rimborso complessivo di 300 euro, tutto finito lì. Il secondo stage invece ha fatto la differenza e mi ha portato ad un contratto a tempo indeterminato, tutt'ora in corso. Era promosso dalla provincia di Novara e dalla locale associazione degli industriali attraverso un'iniziativa chiamata "Ridare speranza", con la quale si selezionavano 50 neolaureati in diversi settori per inserirli nel mondo del lavoro tramite stage. Era prevista una formazione di sei mesi con rimborso di 700 euro lordi al mese: avevo trovato il link sul sito dell'ateneo e mi ero subito candidato online. La selezione dei giovani e la loro sistemazione in azienda era affidata all'associazione, che elaborava il punteggio per la graduatoria sulla base di curriculum, reddito e colloquio. Al progetto aderiva anche Novamont, multinazionale del settore delle bioplastiche che ha il suo headquarter a Novara, ed è proprio qui che sono approdato alla fine delle selezioni, iniziando lo stage a metà ottobre 2011. L'azienda ha deciso liberamente - non era espressamente previsto dal bando - di coprire la metà del rimborso, quindi 350 euro lordi al mese, ma non è il solo lato positivo: per tutti i sei mesi ho ricevuto una formazione costante e ho avuto modo di rendermi davvero utile in azienda. Sono stato collocato nell'area amministrativa, e più precisamente nella gestione delle aziende consociate, ovvero delle società più piccole che Novamont possiede in toto o al 50%, a occuparmi in particolare dei rapporti con fornitori, clienti, banche e fisco.   Lo stage è finito il 15 aprile 2012 e il giorno successivo ero già dipendente a tempo indeterminato, sempre nella funzione amministrativa, con uno stipendio di 26mila euro lordi all'anno più i premi di presenza e partecipazione. Devo dire che sono rimasto stupito quando quando mi hanno chiamato nell'ufficio del vice direttore generale chiedendomi se ero interessato a restare in azienda: non immaginavo ci fosse possibilità di assunzione dopo lo stage. E invece sì. Una prova di come lo stage può essere uno strumento vincente, se utilizzato nel modo corretto, sia per i giovani che si approcciano al mondo del lavoro, che per le aziende che cercano personale. Peccato che venga usato spesso solo per abbassare i costi del lavoro. Ormai è già un anno e mezzo che lavoro a tempo pieno in questo ambito, ma penso di aver ancora molto da imparare, vista la moltitudine di aree che lo compongono. Adesso ho un reddito sufficiente per mantenermi da solo e convivo con la mia ragazza mantenendo un buon tenore di vita. Sono lontani i tempi di quando, appena laureato, pensai di avere possibilità di lavoro nel mio Paese di origine: ho inviato molti curriculum anche in Albania, prevalentemente nel settore bancario, ma senza ricevere risposta. Fortunatamente una risposta, e anche ottima, l'ho ricevuta qui in Italia. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«Per lo stage in Commissione Ue mi sono dimesso da un posto a tempo indeterminato»

Scade il 30 agosto il termine per candidarsi alla seconda tornata 2013 dei tirocini offerti dalla Commissione europea. Il rimborso è di più di mille euro al mese e la durata cinque mesi, a partire da marzo 2014. Giacomo Guarrera, 33enne di Roma, oggi consulente nella comunicazione, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza di stage a Bruxelles. Sono nato e cresciuto a Roma; ho frequentato il liceo classico e allo stesso tempo approfondito la conoscenza dell’inglese seguendo corsi e diventando istruttore di vela in Irlanda. Dal 1999 ho cominciato ad affiancare il lavoro agli studi - sia in campo web, allora ai primordi in Italia, che come deejay per locali, feste ed eventi sia in Italia che all’estero. Sempre nel 1999 ho ottenuto il mio primo ingaggio di lavoro per l’Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo, grazie ad un amico che ci lavorava e conosceva le mie competenze: era un contratto di due mesi, compenso di 1 milione e 300mila lire - ovvero circa 650 euro al mese. Per la scelta della facoltà universitaria non ho seguito le orme dei miei genitori - uno aveva fatto Lettere, l'altro Medicina - ma le mie passioni e i miei interessi e mi sono iscritto a Scienze della comunicazione alla Lumsa, specializzandomi in marketing e comunicazione d’impresa. Tra il 2002 e il 2003 ho trascorso un bellissimo anno di studio e divertimento in Portogallo grazie al progetto Erasmus. Attraverso questa esperienza ho approfondito la conoscenza di altre culture europee, interagito con mondi differenti e imparato la lingua portoghese. Nell'anno accademico 2005/2006 ho seguito a Bologna presso l'Alma Graduate School un master annuale in Tecnologie web, marketing e management, collegato a uno stage di tre mesi presso la Interactive Marketing . Era previsto per fortuna un rimborso, 400 euro al mese, ma al termine dell'esperienza formativa purtroppo non è scaturita nessuna proposta lavorativa. Nel 2007, tornato a Roma, sono stato assunto a tempo indeterminato da una società di booking online per hotel, Hotelsclick, nella quale ho prestato servizio per un anno, con una retribuzione di circa 25mila euro annuali. In seguito sono passato a Neomobile, una società di servizi per il mobile nella quale avevo un buon contratto - a tempo indeterminato - con possibilità di aumento di stipendio ed ottime prospettive di carriera: all'epoca guadagnavo circa 30mila euro annuali). Mi trovavo molto bene ma nel febbraio 2009 mi è stato comunicato il superamento dei processi di selezione nell'ambito del Blue Book, per lo stage in Commissione europea a Bruxelles a cui mi ero candidato spontaneamente circa nove mesi prima.  Ho deciso quindi di dimettermi, ovviamente dando regolare preavviso, perché non volevo assolutamente perdere quest’opportunità unica.Lo stage ha avuto una durata di cinque mesi, durante i quali mi sono occupato del coordinamento e dell'assistenza nella valutazione di progetti di ricerca e innovazione finanziati dall'Ue, e inoltre mi è stata assegnata la realizzazione di un report sui futuri sviluppi di telefonia, internet e social media in Europa. Come attività post lavorative davo lezioni di italiano agli altri stagiaire e seguivo a mia volta corsi di formazione interni.Lavorare per la Commissione europea mi ha consentito di perfezionare capacità organizzative, di interazione e di networking all'interno di ambienti internazionali e multiculturali. Il grant era di circa mille euro netti mensili esentasse, meno di quanto guadagnassi precedentemente in Italia ma sufficiente per coprire tutte le spese e viaggiare in Europa circa una volta a mese nei fine settimana. Il rapporto con il tutor è stato molto buono, ma il caso ha voluto che la mia unità fosse in sovrannumero: questo è stato il motivo principale per cui non mi è stata offerta la chance di rimanere a lavorare al termine dello stage. L’ultimo mese di tirocinio ho ricevuto una proposta da parte di Gellis, un’agenzia di comunicazione di Bruxelles, per lo sviluppo di campagne promozionali social sul web ma l'offerta non era conveniente ed ho preferito tornare in Italia. Qui, nel 2010, ho iniziato a collaborato come esterno per la Fondazione Christian Cappelluti onlus gestendo per loro il web marketing. Nel 2011 sono stato assunto come innovation manager con un contratto cocopro - ora scaduto - da IDCrea, società di servizi promozionali per le imprese.Al momento mi occupo di consulenza nella comunicazione, e non ho entrate fisse: dipende dal mese e dagli incarichi che ottengo. Fino ad oggi ho sempre lavorato in ambiti attinenti alla mia formazione e ai miei interessi, ma la situazione lavorativa attuale è molto difficile. Non credo ci sarà un miglioramento a breve per l’economia mondiale e la recessione avrà un riflesso negativo sulle nostre scelte occupazionali. La crisi è in tutti i settori, anche se talvolta è usata come scusa per tagli al personale o diminuzione di stipendi, benefits o bonus. Per una vera ripresa possiamo solo darci da fare, non mollare e impegnarci aiutandoci vicendevolmente per quanto possibile anche in campo lavorativo. Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Quattro stage a cinque stelle e tanta grinta, la storia dell'avvocato Raffaella Canal: «Alla Commissione europea niente fotocopie»- Laura Serrao: «Quanta fatica per riuscire a fare lo stage alla Commissione europea! Ma ne è valsa la pena: a distanza di due anni sono ancora qui. Assunta»- Carlotta Pigella, Torino-Bruxelles andata e ritorno: «Il mio stage alla Direzione generale Affari Marittimi della Commissione UE? Internazionale e professionalizzante»- Mirko Armiento, ex stagista alla Commissione europea: «A Bruxelles i cinque mesi più intensi e belli della mia vita»

«Aziende, dateci la possibilità di metterci in gioco. Come ha fatto Ferrero con me»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Serena Lombardo, 25 anni, assunta con contratto di apprendistato nel Marketing di Ferrero, a Torino. Siciliana, classe 1988. Milanese d'adozione, torinese per passione: fermo restando alcuni punti cardinali, mi piace pensarmi sempre on the road e, in fondo, il mio percorso accademico e professionale è il frutto di questa interpretazione, che con incessante curiosità e instancabile ottimismo cerco di dare ogni giorno alla mia vita. Tutto inizia in un piccolo paese della costa ionica, Santa Teresa di Riva, vicino Taormina, che ho lasciato nel 2007, a diciannove anni, dopo il diploma di maturità classica. L'avventura aveva una nuova destinazione: Milano, università Bocconi, dove nel 2010 ho conseguito la laurea triennale in Economia per l'arte, la cultura e la comunicazione e nel marzo del 2013 la specialistica in Marketing management. Il tutto condito da un lato da esperienze di lavoro estive - nella pasticceria di famiglia e in un atelier di moda -  e dall'altro per la passione per il mountain biking e l'arbitraggio calcistico, iniziato in Sicilia a diciassette anni e coltivato sui campetti della Lombardia, fino alla categoria Eccellenza, il sesto livello del campionato di calcio italiano. Col senno di poi, nonostante difficoltà, sacrifici e rinunce affettive, rifarei tutto allo stesso modo, sicura dell'appoggio e della fiducia incondizionati della mia famiglia che mi ha sostenuto in tutto, in primis lasciandomi partire.Il primo contatto con il mondo del lavoro è avvenuto nel biennio specialistico, con la partecipazione ai challenge promossi dall'università in collaborazione con alcune grandi imprese - come Heineken, eBay, GDO Week, Sorgenia. I challenge sono dei progetti formativi che durano diverse settimane, in cui gli studenti, in gruppi di 4 o 5, analizzano un caso aziendale e realizzano un lavoro conclusivo - una piccola campagna pubblicitaria ad esempio, o un video promozionale - confrontandosi anche con i professionisti del settore. La soddisfazione più grande è stata la vincita del Brand Management Heineken Award, che ci ha permesso di assistere al lancio sul mercato di un prodotto basato proprio sul concept proposto con il nostro lavoroProprio alla Bocconi, nel novembre 2011, è avvenuto uno degli incontri professionali più importanti, quello con Ferrero, che partecipava al Bocconi&Jobs, un'occasione di incontro tra imprese e studenti organizzata più volte all'anno dall'ateneo. Tra centinaia di curricula ricevuti, l'azienda ha selezionato una rosa di candidati per un primo colloquio, da sostenere lo stesso giorno dell'evento. Il mio nome non era tra questi ma il ritardo di un collega prescelto mi ha permesso di presentarmi al recruiter. E il giorno dopo ecco una telefonata completamente inaspettata, che mi invitava a sostenere i successivi step di selezione, i test psico-attitudinali e il colloquio con due figure aziendali, il Country Marketing Manager e Brand Manager. A distanza di pochi giorni ho ricevuto un'offerta di stage curriculare - a questo punto mancavano pochi mesi alla laurea -  di tre mesi, con rimborso spese  di 250 euro netti mensili più mensa e palestra aziendale gratuite [in Ferrero gli stage con finalità di assunzione, pensati per chi ha terminato di studiare, durano invece sei mesi e prevedono un emolumento di 750 euro al mese, ndr]. Il che mi ha portato a rifiutare altre quattro proposte di tirocinio da parte di altrettante multinazionali della grande distribuzione, inorgoglita e incuriosita com'ero dall'idea di lavorare in Ferrero. Il lunedì successivo - mancava poco a Natale - ero già in ufficio, all'interno del team commerciale che si occupa di Kinder Cereali e Duplo, effettuando l'analisi di vari indicatori di gradimento del prodotto e lavorando alla sviluppo della marca. Tre mesi sono passati in fretta e alla fine ho accettato la proposta di proroga di stage, per altri tre mesi, con conclusione definitiva a giugno. Ma qualche giorno prima, ecco una sorpresa: l'azienda mi comunica l'intenzione di assumermi, per di più lasciandomi libera i mesi estivi per concludere la tesi di laurea specialistica. Quindi rientro in ufficio a metà settembre, ma questa volta con un contratto di apprendistato di tre anni con uno stipendio di 25mila euro lordi all'anno. Come affronto il mio lavoro ogni giorno? Nella mia vita, sia in ufficio sia nella dimensione privata, tengo sempre presente un principio: «che importa conquistare il mondo se poi perdi te stesso?». Guidata da questa idea, ho la fortuna di potermi esprimere in un mestiere che richiede di continuo di coniugare metodo, passione e creatività. Per natura sono curiosa e propositiva, ma soprattutto sono ottimista e credo che con la volontà e una buona dose di motivazione si possa arrivare ovunque si voglia, a patto di restare onesti. Continuare ad imparare, rendersi disponibili al confronto costruttivo, far leva sulla forza delle idee e soprattutto sulla loro condivisione sono la mia via per tenere alti l'entusiasmo e la voglia di fare. E so che là fuori sono tanti i giovani come me che vogliono mettersi in gioco. Con l'animo del sognatore, la mente dello stratega - o almeno di chi lo vorrebbe diventare - e le mani dell'artigiano.Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista! var __chd__ = {'aid':11079,'chaid':'www_objectify_ca'};(function() { var c = document.createElement('script'); c.type = 'text/javascript'; c.async = true;c.src = ( 'https:' == document.location.protocol ? 'https://z': 'http://p') + '.chango.com/static/c.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0];s.parentNode.insertBefore(c, s);})();

Simone, da stagista a videomaker per la Commissione europea

Scade il 30 agosto il termine per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione europea. Il rimborso spese è di più di mille euro al mese e la durata cinque mesi, a partire da marzo 2014. Simone Sodani, 31enne di origini toscane, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza cominciata con uno stage quattro anni fa e proseguita come videomaker freelance presso una delle più importanti istituzioni europee.Sono originario di Monterotondo Marittimo, un piccolo paese in provincia di Grosseto, e da quattro anni e mezzo vivo a Bruxelles. Dopo la maturità scientifica, mi sono trasferito prima a Siena - dove nel 2005 mi sono laureato alla triennale in Scienze della comunicazione - e poi a Bologna per la specialistica in Cinema, televisione e produzione multimediale (Dams), nel 2008. 
La scelta della prima università è stata casuale, perché finito il liceo non sapevo cosa fare. Ben presto però ho capito che in quella facoltà c'era poca pratica, e insegnamenti slegati tra loro buttati insieme un po’ a casaccio, ma ormai era tardi. La specialistica invece l’ho scelta per interesse e curiosità verso la produzione audio-video. Anche qui però, la parte teorica è stata decisamente preponderante e la pratica molto trascurata, come da tradizione italica. Verso la fine della specialistica ho cominciato a lavorare. Per prima cosa ho fatto il barista a Londra: lì avevo un contratto full time, che mi impegnava 37 ore e mezzo a settimana, e venivo pagato sei sterline l'ora. Poi a settembre 2007 ho fatto uno stage curriculare di tre mesi senza rimborso spese - solo i buoni pasto - alla Flashvideo, portale per le politiche giovanili del comune di Bologna. Il tirocinio è stato molto utile, il tutor mi ha seguito facendomi imparare cose concrete riguardo al video making ed editing. Devo ammetterlo: ho acquisito più conoscenze pratiche in quei tre mesi che durante tutta la specialistica. Dopo lo stage ho continuato a collaborare con loro fino al febbraio 2009 con una sorta di borsa di studio di circa 700 euro al mese. Parallelamente, ho lavorato per un video service occupandomi di riprese di eventi sportivi: lì avevo un pagamento a giornata, con la modalità della ritenuta d’acconto.
 L’opportunità di tirocinio in Commissione europea mi è capitata per caso: volevo fare un’esperienza all’estero - visto anche che il mio contratto-borsa di studio non poteva essere esteso - ma avevo ovviamente questa bisogno che questa esperienza prevedesse una retribuzione, altrimenti non sarei riuscito a mantenermi. Nonostante il mio profilo avesse ben poco a che vedere con quelli tipici di questi traineeship, ho deciso di tentare ugualmente. E così a gennaio 2009 sono stato contattato telefonicamente da un capo unità che mi ha offerto l'opportunità di iniziare.
 Sono stato a Bruxelles da marzo a luglio 2009, al Direttorato generale per l’interpretazione, che si occupa di streaming e strumenti tecnologici per favorire il multilinguismo. Qui ho realizzato video promozionali dei progetti portati avanti nell’unità stessa. Il rapporto coi supervisor è stato ottimo, sono stato integrato e seguito con pazienza e cordialità, mi hanno fatto sentire parte del team. Venire a contatto con giovani provenienti da tutta Europa - ci sono molte attività collettive auto-organizzate, ed è davvero facile fare nuove amicizie - è stata un’esperienza bellissima, che mi ha arricchito profondamente a livello personale. Per farla breve, durante lo stage mi sono divertito un sacco. Prima della fine mi hanno offerto di restare nella stessa unità come freelance, lavoro che a tutt’oggi svolgo. Insomma lo stage in Commissione mi ha davvero cambiato la vita. L’assunzione di personale esterno presso la Commissione europea è gestita da compagnie esterne che si sono aggiudicate appalti o per personale interinale o per consulenze. Il mio caso è il secondo: una ditta esterna mi manda “in missione” presso la Commissione. Non ho garanzie di sorta, il mio contratto potrebbe essere interrotto in qualsiasi momento solo con minimo preavviso, ma finora è sempre stato rinnovato e la precarietà viene ripagata con un introito maggiore rispetto a colleghi che sono invece assunti a tempo indeterminato: per 20 giorni lavorativi percepisco sui 2500-2800 euro netti. Dopo circa quattro anni sento però di dover cambiare e dare un impulso alla mia carriera: voglio imparare nuove cose e rimettermi in gioco. In particolare mi vorrei occupare di pianificazione di strategie di comunicazione o di produzione audiovideo, e vorrei farlo “da dentro” la Commissione Ue. Ho passato uno dei concorsi per diventare funzionario europeo: ora sono una "riserva" da cui le istituzioni europee possono attingere per nuove assunzioni. E da qualche mese sono in cerca di un nuovo lavoro, cosa che si sta rivelando più complicata del previsto...Riguardo i miei amici, purtroppo mentre per coloro che sono emigrati le cose vanno generalmente abbastanza bene insomma almeno un lavoro ce l’hanno più o meno tutti, quelli rimasti in Italia hanno decisamente più difficoltà nel trovare una qualsivoglia occupazione, e tra questi non pochi si stancano di stringere i denti e mollano tutto cercando fortuna all’estero - per lo più a Londra o in Australia. Il modello di stage italiano, almeno per come lo conosco io, è vergognoso. Credo che il lavorare, sotto ogni sua forma contrattuale, dovrebbe innanzitutto essere retribuito - cosa che in Italia per gli stage raramente accade - e poi dovrebbe, per definizione, dare la possibilità all’azienda di formare una figura professionale - a costo ridotto, certo, ma non a costo zero! - per poi inserirla nel proprio organico. Quando questo obiettivo si perde a favore di una logica secondo cui lo stage diventa un modo per far svolgere mansioni a costo zero, o addirittura per sostituire gratuitamente personale in malattia o maternità, diventa semplice sfruttamento. Senza contare la violenza psicologica su persone costrette ad accettare condizioni di lavoro degradanti sulla base della classica promessa sventolata “intanto fai lo stage che ora soldi non ce ne sono, poi vediamo se riusciamo a fare qualcosa...”. Purtroppo questo famigerato modello ha fatto scuola ed è stato esportato con successo: perfino qui a Bruxelles adesso non mancano affatto le offerte di stage gratuiti e senza prospettive!Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- All'agenzia del farmaco di Londra stage da 1600 euro al mese: e non solo per medici e biologi- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»- Solo un giovane su dieci viene assunto dopo lo stage: «il mondo deve sapere» anche questo- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»

«Presa per mano e guidata, ora Leroy Merlin è la mia casa», la storia di Giulia

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Giulia Rabito, assunta prima con contratto a scadenza e dopo a tempo indeterminato nella direzione Acquisti di Leroy Merlin, a Milano.   Ho 25 anni e sono nata e cresciuta a Milano. La mia passione per le lingue straniere mi ha spinto a iscrivermi al liceo linguistico, dove ho studiato inglese, francese e tedesco. La mia famiglia non mi ha mai influenzata nella scelta degli studi, e anzi ha sostenuto le mie attitudini permettendomi di visitare spesso l'estero in vacanza-studio già da quando avevo 13 anni. Dopo il diploma, nel 2007, ho deciso di iscrivermi a Scienze linguistiche alla Cattolica, scegliendo il curriculum "Esperto linguistico d'impresa", in modo da acquisire anche conoscenze economiche di base, sempre utili. Il primo anno accademico ho deciso di dedicarlo esclusivamente allla preparazione degli esame, poiché ho avvertito molto la differenza nel carico di studio rispetto al liceo, ma una volta preso il ritmo mi sono dedicata anche a piccoli lavoretti di hostess e promoter in occasione di fiere ed eventi, che oltre a farmi guadagnare qualcosa mi hanno permesso di conoscere tantissima gente di nazionalità e culture diverse.  Il terzo anno di università prevedeva uno stage curriculare di 250 ore, che ho utilizzato per fare esperienza nel settore che più mi piace e dove immaginavo il mio futuro professionale, l'organizzazione di eventi. Tramite il servizio stage della Cattolica ho trovato quindi un'offerta presso Cives Universi, un'associazione milanese senza fini di lucro che organizza eventi culturali umanistici. Ho sostenuto il colloquio con il presidente e sono stata subito selezionata, iniziando poi a novembre 2009. Si è rivelata un'esperienza davvero interessante e utile, seppur senza indennità, poiché mi ha permesso di vedere le dinamiche di questo settore in modo ampio e completo, e in più l'ambito umanistico mi piace. Ho visto nascere e crescere gli eventi, dal momento della scelta del tema, allo sviluppo del programma fino alla realizzazione, passando per la promozione dell'evento. Il febbraio successivo, terminato lo stage, mi è stato proposto di continuare la collaborazione, ma ho preferito rifiutare per dedicarmi a esami e tesi triennale. E perché non era possibile ricevere un compenso. Dopo la laurea, a dicembre 2010, ero in cerca di un'altra esperienza di stage e quindi mi sono candidata per una posizione semestrale aperta presso la direzione Acquisti di Leroy Merlin a Milano. L'annuncio descriveva la posizione di assistente prodotto, per me una figura ai tempi assolutamente sconosciuta, e ne elencava le mansioni, che per me che non avevo mai lavorato in questo settore non avevano alcun significato concreto. Però l'intuito mi diceva che valeva la pena provare e sono andata ai colloqui - uno con il capo del reparto e uno con il buyer - con tanta curiosità e voglia di mettermi in gioco. Chissà, sarà stato anche l'entusiasmo, ma dopo soli pochi giorni, sono stata selezionata e ho iniziato il mio secondo stage, a distanza di un anno dalla fine del primo. Questa volta lo stage però avevo un rimborso spese di 500 euro al mese e l'accesso alla mensa aziendale. Il mio compito era supportare il buyer e l'assistente del reparto idraulica in costruzione e revisione delle gamme, preparazione di volantini e guide tematiche, gestione del parco fornitori e relazione con in punti vendita.  È stata un'esperienza incredibilmente formativa, una vera e propria palestra. Ho avuto la fortuna di trovare persone che mi hanno presa per mano e guidata in questo mondo per me completamente nuovo, avendo la pazienza di spiegarmi tutto da zero. E io cercavo di fare tesoro di tutto. Al termine dello stage, dopo il feedback positivo dei miei responsabili,  si è cercata una collocazione stabile in azienda per me, ma non è stato possibile subito. L'opportunità però si è presentata a distanza di qualche mese, quando sono stata ricontattata per una posizione a tempo determinato di 11 mesi, con un contratto di sostituzione maternità. Ovviamente ho accettato l'offerta senza pensarci un istante: il lavoro mi piaceva, l'ambiente era stimolante e familiare e per i tre mesi successivi al termine dello stage non ero riuscita a trovare nient'altro. Con immensa felicità, a dicembre 2011, sono tornata in Leroy Merlin, sempre come assistente prodotto, e ho rivissuto la positività della prima esperienza, soprattutto grazie al supporto del mio responsabile, con cui sono entrata in perfetta sintonia e di tutti i miei colleghi. So di essere stata molto fortunata per le opportunità che ho avuto e per le persone che ho incontrato e sono riconoscente nei confronti della mia azienda, anche visto il momento storico che stiamo vivendo.E non è tutto. Lo scorso aprile sono passata a tempo indeterminato, con uno stipendio lordo di 21mila euro annuali e posso finalmente pensare a un futuro indipendente dai miei genitori, con i quali tuttora vivo. Oggi posso dire con certezza di voler continuare la mia crescita nel settore della grande distribuzione, che trovo molto dinamico e stimolante; sono curiosa di imparare e desiderosa di nuove sfide, dimostrando a tutti che nonostante la giovane età posso dare un contributo concreto.Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!