Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Gianluca Rossini, ora sistemista junior per il gruppo Reti a Busto Arsizio, in provincia di Varese.
Ho 25 anni e abito ad Olgiate Olona, un piccolo paese della provincia di Varese. Nel 2005, dopo il liceo scientifico, mi sono subito iscritto ad Informatica alla Statale di Milano. Fin da piccolo le nuove tecnologie mi avevano sempre affascinato, quindi la scelta di questa facoltà è stata un naturale proseguimento del mio cammino scolastico.
Verso la fine della triennale- mi sono laureato a giugno 2010 - stanco di assimilare solo regole e nozioni, ho pensato di cercare uno stage che mi permettesse di mettere in pratica la teoria. E ad inizio 2010 ne ho trovato uno semestrale in una piccola azienda locale specializzata in servizi informatici alla pubblica amministrazione, con cui la mia università aveva una convenzione aperta. Finalmente i miei primi passi nel mondo IT! Tutti i concetti studiati all'università affioravano e si incastravano perfettamente con l'esperienza di ogni giorno in ufficio. L'azienda non offriva rimborso spese, né buoni pasto, ma la voglia di imparare e mettermi in gioco per la prima volta era troppa, tanto da far passare in secondo piano questa mancanza. Quei sei mesi sono passati molto in fretta. Alla fine l'azienda voleva concludere il progetto su cui io avevo lavorato, così mi è stato offerto un contratto di collaborazione a progetto di altri sei mesi, con uno stipendio di 700 euro lordi. A fine 2010 però, a causa della grave crisi economica, il contratto non mi è stato rinnovato. Peccato.
Non mi sono fatto scoraggiare, ho aggiornato il mio curriculum e mi sono rimboccato le maniche: anno nuovo, nuovo posto di lavoro! Il portale della mia facoltà pubblica spesso buone offerte di stage, ed è lì che ne ho trovata una molto interessante, del Gruppo Reti, a Busto Arsizio: sei mesi come sistemista junior con un rimborso di 500 euro mensili. Molto buono per me. Purtroppo non tutte le aziende che propongono stage con rimborso, e in quel caso per lo meno bisogna puntare ad apprendere un bagaglio di conoscenze da sfruttare nel futuro. È bastata una mail con cv allegato e dopo una settimana sono stato contattato, prima per un colloquio telefonico e poi per uno in azienda. Tempo dieci giorni ed è arrivata la risposta finale, positiva: marzo 2011, si parte con lo stage!
Dopo un primo periodo di formazione su diversi sistemi di collaborazione in linea, ho affiancato un sistemista senior per un lavoro in una grossa multinazionale di Milano - e in questo frangente il rimborso spese è risultato molto utile a coprire i costi della trasferta giornaliera. Quell'esperienza, sotto l'occhio vigile del mio superiore, è stata fondamentale e mi ha permesso di prendere confidenza con le applicazioni Enterprise. A settembre 2011, con lo stage ormai in dirittura d'arrivo, è arrivata la proposta di rimanere: il buon lavoro svolto nei mesi precedenti mi è valso l'ingresso in azienda. Sono stato assunto come sistemista junior con un contratto da 1500 euro lordi al mese. Sono molto contento, sia dello stipendio che del rapporto con i colleghi, sempre disponibili ad aiutarmi. Per il momento il mio Paese mi ha permesso di lavorare in modo più o meno continuativo, per cui non ho mai pensato seriamente di lasciarlo, anche se ho ammiro molto il coraggio delle persone che emigrano all'estero per lavoro.
Testo raccolto da Annalisa Di Palo
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