Il mestiere della consulenza
Consulenza, un settore professionale molto interessante per i giovani
Lavorare nella consulenza, ci avete mai pensato? Si tratta di un comparto che offre notevoli opportunità occupazionali, come dimostra anche la partnership che la Repubblica degli Stagisti ha stipulato con Assoconsult*, l’associazione che rappresenta alcun delle imprese di consulenza più significative del settore.
Sono all’incirca 19mila le imprese che in Italia si occupano di “Management Consulting”; tutte insieme sviluppano un fatturato pari a poco più di 3,3 miliardi di euro (lo 0,2% del PIL italiano) e impiegano circa 35.500 addetti (lo 0,16% dell’occupazione italiana).
Il settore è composto per una parte da una miriade di microimprese e per un’altra parte da poche grandissime imprese di consulenza. In particolare esistono 35 imprese con oltre 50 dipendenti che realizzano quasi la metà del fatturato del settore e occupano il 27% degli addetti.
All’altra estremità vi sono più o meno 16mila (l’85% del totale) micro imprese con meno di 3 addetti. Nel loro complesso queste imprese realizzano circa il 22% del fatturato complessivo del settore.
Perché così tante microimprese di consulenza? Innanzitutto perché l’Italia è un paese fortemente caratterizzato da imprese di piccole dimensioni: non a caso si dice che le PMI, le piccole e medie imprese, sono la spina dorsale dell’economia italiana. Inoltre ogni persona con un’esperienza manageriale è potenzialmente in grado di aprire una sua impresa di consulenza con un investimento complessivo molto limitato. Molti sono dunque i consulenti
che, all’inizio o più spesso durante il loro percorso professionale, optano per una soluzione di auto-occupazione.
Le “magnifiche 35”
Per quanto riguarda il ristretto e ambìto gruppo delle 35 più grandi società di consulenza, esse si possono differenziare tra loro innanzitutto in base alla grandezza: vi è un sottoinsieme di “grandissime” con oltre 150 addetti a cui si contrappone il sottoinsieme delle “medio-grandi” con un numero di addetti compreso tra 50 e 150.
Un’altra differenziazione dipende dalla “nazionalità”: una società di consulenza può essere di matrice straniera, cioè essere la consociata italiana di un grande gruppo multinazionale; oppure di matrice italiana. Le “straniere” (per la quasi totalità americane) hanno il vantaggio di poter utilizzare know-how e practice condivise sul mercato globale; ma tendono a concentrarsi sui grandi clienti, trascurando talvolta i clienti di medio-piccole dimensioni.
Le prospettive occupazionali
Il Management Consulting è un comparto molto vitale dal punto di vista della redditività e dei posti di lavoro. Nel 2014 il fatturato complessivo è stato di circa 3,3 miliardi di euro, +5,7% rispetto all’anno precedente. Non è rimasto ovviamente immune dalla crisi, ma ha saputo superarla più in fretta e meglio di molti altri settori.
I 35.500 addetti di questo settore sono nell’84% dei casi figure “professional”, che sviluppano attività di analisi delle problematiche e di proposta di soluzioni in risposta alle necessità dei clienti. Il restante 16% è costituito da personale di supporto, non direttamente impiegato nelle attività progettuali (staff, marketing, risorse umane...).
Il trend di occupazione è in crescita sopratutto nelle grandi imprese, che tra il 2013 e il 2014 per esempio hanno registrato un incremento del +6,9%: molti giovani sono stati inseriti.
Un aspetto da non sottovalutare è che la RAL (retribuzione annua lorda) media di inizio percorso in questo settore professionale, con o senza un percorso preventivo di stage, è pari a 25-27mila euro - una cifra sensibilmente più alta della media retributiva dei profili junior in Italia. Inoltre gli incrementi retributivi possono essere molto accelerati.
Le tipologie di consulenza
Per scoprire il mondo della consulenza ci sono un discreto numero di libri interessanti; certamente di valore è «Grazie... Le faremo sapere», sottotitolo: «Come affrontare i colloqui di selezione nelle società di consulenza», scritto da Andrea Iovene - ex dipendente di una società di consulenza finanziaria e oggi responsabile dell’ufficio job placement dell’Ipe (Istituto per ricerche ed attività educative) - e pubblicato di recente dalla casa editrice FrancoAngeli.
In linea generale si possono individuare quattro tipologie di consulenza: la consulenza strategica, quella operativa, quella IT - InformationTechnology,e infine la consulenza finanziaria.Qui di seguito una descrizione delle differenti azioni e finalità di ciascuna, sulla base delle informazioni riportate proprio nel libro di Iovene.
Consulenza strategica
Si tratta di società di consulenza a cui le aziende sottopongono richieste di supporto di “pura strategia”, per elaborare piani a medio-lungo termine: «Assistere il top management e aiutarlo a comprendere quali sono gli ostacoli maggiori nella gestione delle attività e dell’organizzazione e dunque, elaborare con loro piani a lungo termine e strategie che migliorino la competitività dell’azienda» come «ridefinire alcune strategie di fondo, migliorare l’efficienza del business, ottimizzare le risorse, ecc». Come esempi, il libro di Iovene riporta la fusione tra due gruppi bancari, l’analisi del business model di un player delle telecomunicazioni, l’evoluzione verso la digital insurance di un’azienda del settore Assicurazioni.
Consulenza operativa
Questa tipologia di società di consulenza hanno come primo focus la verifica che gli obiettivi aziendali vengano raggiunti: esaminano quindi le attività più frequenti di un’azienda, come per esempio i processi di produzione e di distribuzione, l’allocazione delle risorse, la velocità di un processo, l’assistenza ai clienti, il CRM; ed implementano strategie per migliorarne l’efficienza. Questo tipo di consulenza può riguardare per esempio il lancio di un marketplace per un cliente del settore Retail, o la revisione dei processi front-to-end di una banca. «Dato lo stretto collegamento tra consulenza strategica e operativa molte società di consulenza offrono entrambi i servizi».
Consulenza IT - Information Technology
In questa tipologia di consulenza, si assiste l’azienda cliente nella valutazione profonda delle strategie IT (globali o in una parte di azienda) con l’obiettivo di allineare la tecnologia al processo aziendale. Esistono inoltre consulenti IT operativi che eseguono materialmente le attività stabilite anche attraverso la realizzazione di software o applicativi personalizzati. «I progetti di consulenza IT hanno spesso lunga durata, anche più dei progetti di consulenza operativa, arrivando anche a 18 o 24 mesi». Chi lavora in questo tipo di società di consulenza può essere chiamato a svolgere una analisi funzionale per lo sviluppo di un software per il suo cliente, per esempio; oppure un lavoro di risk mapping.
Consulenza finanziaria
Questo segmento si è molto sviluppato negli ultimi anni sia a causa delle conseguenze della crisi finanziaria sia per le continue nuove normative (soprattutto in ambito Risk), le quali richiedono continui adeguamenti che costringono soprattutto le banche a chiedere aiuto alle società di consulenza per affrontare le nuove situazioni. Esistono principalmente tre tipi di consulenza finanziaria:
- Risk management (soprattutto Banking), dove si aiuta il cliente a fronteggiare situazioni di rischio: credito, mercato, operativo, liquidità, tasso, controparte, ecc.
- Finanza d’impresa (Corporate finance), nella quale si assiste il cliente nella corretta gestione del capitale, nella valutazione di progetti di investimento, nel controllo di gestione.
- Ristrutturazione aziendale o “turnaround” (Corporate restructuring), che prevede la ristrutturazione delle strategie e delle attività di un’azienda.In questa fase,spesso il consulente entra temporaneamente nel management aziendale per fronteggiare operazioni straordinarie.
I clienti delle società di consulenza
Dal Rapporto 2014/2015 dell’Osservatorio “Management consulting in Italia” emerge che l’attività di consulenza nel settore terziario rappresenta il 53% del mercato, concentrata in prevalenza su “Banche e Assicurazioni”, “Telecomunicazioni e Media”, “Energia e Utilities”. Le società di consulenza di minori dimensioni concentrano la loro attività in prevalenza negli altri servizi. Un altro settore strategico per le società di consulenza è quello manifatturiero.
Al contrario, il fatturato relativo al settore pubblico continua a scendere: dal 2010 ad oggi il settore pubblico, specialmente per effetto delle spending review, ha ridotto la spesa in consulenza di quasi il 27%. Di fatto, dunque, i consulenti lavorano molto più per clienti privati che per enti pubblici.
Il ruolo di Assoconsult
Assoconsult è l’associazione che rappresenta le imprese di consulenza più significative del settore.Aderisce a Confindustria e alla Federazione Europea delle Associazioni di Management Consulting.
Ad Assoconsult sono associate circa 150 imprese di consulenza. Insieme partecipano allo sviluppo di iniziative, riunioni tematiche, incontri, scambi di esperienze, gruppi di lavoro, ricerche, network ed eventi per il proprio settore di specializzazione.
Ogni annoAssoconsult in collaborazione con l’università di RomaTorVergata rende noti i risultati dell’Osservatorio sul mercato della consulenza. Fornisce dati sull’andamento del settore e sulle singole practices della consulenza per sviluppare analisi competitive e misurare il valore creato dalle aziende in termini di fatturato, di impiego di risorse intellettuali, di impatto sull’economia e sulla modernizzazione del Paese.
*La partnership tra Assoconsult e la Repubblica degli Stagisti
Sono molte le società di consulenza che negli anni hanno scelto di aderire al network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, l’ “RdS network”, che federa le aziende che si riconoscono nei valori promossi dalla RdS: il rispetto per i giovani, l’investimento in risorse umane, la responsabilità (anche sociale!) di offrire buone condizioni di stage e di lavoro. L’adesione al network permette di raggiungere i lettori della Repubblica degli Stagisti, molti dei quali potenzialmente interessati a una carriera nell’ambito della consulenza, attraverso una visibilità non “autoreferenziale”, ma veicolata attraverso uno strumento che si fa “garante” della qualità delle condizioni di stage e di lavoro offerte.
Alla fine del 2015 Assoconsult e la Repubblica degli Stagisti hanno scelto di stipulare una partnership. Le società di consulenza aderenti ad Assoconsult possono dunque entrare a far parte dell’RdS network con una quota di adesione ribassata e dare visibilità anche attraverso la Repubblica degli Stagisti alle opportunità di stage e di lavoro che si aprono nelle loro sedi: inoltre possono far conoscere le proprie procedure di colloquio e selezione, la presenza a career day o eventi speciali dedicati al recruiting, e in generale tutte le iniziative (business game, progetti, concorsi...) che dedicano ai giovani.
Per la Repubblica degli Stagisti questa è la prima partnership con una realtà affiliata a Confindustria; il fattore estremamente positivo è quello di portare sul sito le opportunità di stage e di lavoro di aziende che operano in un comparto vivace, in espansione, e continuamente alla ricerca di nuovi talenti anche per lo spiccato turn- over (maggiore rispetto ad altri comparti occupazionali) che permette l’apertura pressoché continua di nuove posizioni. Senza dimenticare che le condizioni anche economiche offerte dalle società di consulenza sono molto interessanti.
Ad oggi le società di consulenza aderenti al network di aziende della Repubblica degli Stagisti sono una decina, la metà iscritte ad Assoconsult. Non a caso, spesso sono state proprio le aziende di questo settore ad aggiudicarsi uno o più AwaRDS, i premi che ogni anno – dal 2014 – la Repubblica degli Stagisti conferisce ad aziende che si siano particolarmente distinte nella policy sugli stage e nell’assunzione di giovani.