Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Varvaro, assunto con contratto di apprendistato in Ferrero, a Torino.
A diciotto anni non si è pronti a fare delle scelte di vita. Io ho seguito il mio istinto, guidato dalla mie passioni, e per ora non ho alcun rimpianto. Mi chiamo Francesco, 26 anni a settembre, e sono nato e cresciuto a Palermo. Sono il maggiore di quattro fratelli - nella foto a fianco sono con mia sorella - e pur amando in modo smisurato la mia terra, pur avendo la possibilità di lavorare nell'azienda di famiglia, ho preferito costruirmi un mio percorso indipendente. Che è iniziato a 18 anni alla Bocconi di Milano, dove mi sono trasferito per studiare Economia dei mercati finanziari, una delle mie passioni appunto, sin da piccolo. Poi mi sono specializzato in General management, preferendo questo percorso a Finanza - naturale prosecuzione della triennale - perché più completo, con maggiori sbocchi lavorativi e meno concentrato sul concetto di denaro. I miei mi hanno appoggiato, coprendo tutte le spese.
Nei cinque anni di università non c'è stato niente di più formativo, stimolante e divertente delle due esperienze di studio all'estero che ho fortemente voluto. Viaggiare è un'altra delle mie passioni, forse perché da quando avevo otto anni ho avuto la fortuna di girare il mondo grazie allo sport, la vela. Ho fatto parte della nazionale italiana e gareggiato nel campionato sudamericano, in Argentina; europeo, in Grecia; e poi Croazia, Inghilterra, Isola di Madeira. Però con il trasferimento a Milano ho dovuto abbandonare, e ora mi devo accontentare di qualche regata d'altura durante l'estate.
Durante il triennio quindi, da settembre a dicembre 2008, ho studiato all'università di Maastricht, mentre altri quattro mesi della specialistica li ho passati li ho passati all'Itesm di Monterrey, in Messico, a partire dal gennaio del 2010. Nel primo caso ci ho messo molto di mio: volevo assolutamente partire, ma non sono rientrato in nessuno dei programmi di scambio promossi dalla Bocconi; quindi ho contattato autonomamente l'ateneo olandese. È stato tutto abbastanza complicato: burocrazia infinita, difficoltà nel trovare l'alloggio, nessun supporto economico - o di altro tipo - dalla Bocconi. Ma alla fine ce l'ho fatta, e sono partito come "free mover". In quattro mesi ho sostenuto tre esami.
Per il Messico invece sono rientrato in un exchange program e ho ricevuto un contributo dal mio ateneo, che si è anche occupato dell'iter burocratico. La partenza per l'America l'altro è avvenuta proprio a ridosso dello stage curriculare previsto nel biennio, che ho svolto da ottobre a dicembre 2009 in Ferrero. Sono entrato nel team marketing di Kinder Bueno, per cui mi sono occupato soprattutto di reportistica - sell-in, sell-out, ricerche consumer - sviluppo della marca, con un rimborso di 250 euro mensili. L'esperienza è stata sorprendentemente positiva: ho lavorato con passione, curiosità e grande soddisfazione, mia e dei miei superiori.
Questi tre mesi per me sono stati la chiave di ingresso nel mondo del lavoro: il giorno dopo la mia laurea, ad aprile 2011, ho scritto un sms ad uno dei capi, esprimendo il mio desiderio di tornare in Ferrero. Dopo qualche giorno mi ha chiamato: c'era una posizione nel marketing per il quale mi offrivano di nuovo uno stage - di sei mesi, a Torino - che però stavolta con tutta probabilità si sarebbe trasformato in un contratto. Dopo 15 giorni e un colloquio con le risorse umane, ero stagista Ferrero per la seconda volta, sempre su Kinder Bueno, ma con mansioni e responsabilità molto più grandi, e con un rimborso quadruplo: mille euro netti al mese.
E a novembre, finito lo stage, il contratto è arrivato: un apprendistato di quattro anni, con uno stipendio da 1400 euro mensili e molti servizi aggiuntivi: palestra gratuita, varie convenzioni, possibilità di usufruire di navette e lavanderia... L'appartamento in cui vivo da solo a Torino mi porta via metà stipendio ma sono indipendente dai miei e non mi manca nulla, tranne forse un po' più di tempo per la mia vita privata. Però alla fine va bene così: adesso quello che conta di più è investire su me stesso, imparare: cerco di essere una spugna, prendendo il meglio da tutto e da tutti. Con ambizione, ma senza fretta.
Testo raccolto da Annalisa Di Palo
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