Laurea in psicologia, ma con qualcosa in più: il cinese. La storia di Alessandro, «cool hunter» tra Pechino e Shangai
La passione per il «cool hunting» è nata nel 1996, ancora prima del diploma. Il termine inglese significa «cacciatore di tendenze» ed è un vero e proprio lavoro: il lavoro perfetto per chi è curioso e ama rincorrere – anzi, precorrere – le novità e i cambiamenti culturali. Proprio per questo Alessandro De Toni [nella foto, insieme a un gruppo di bambini cinesi] a diciott'anni ha deciso di iscriversi a Psicologia all'università Cattolica di Milano. Una facoltà che, secondo le statistiche, non offre molte opportunità di lavoro – a meno che non te lo inventi usando le tue passioni e le esperienze che sei riuscito a mettere insieme durante gli anni universitari. Come ha fatto lui, che oggi a 31 anni ha una carriera di cool hunter ben avviata. «Lo studio e l'analisi delle tendenze di consumo mi hanno sempre incuriosito moltissimo» racconta alla Repubblica degli Stagisti «un interesse cresciuto all'università durante i corsi di psicologia sociale». Accanto alle materie previste dal piano di studi, Alessandro frequenta anche lezioni di mandarino: e proprio parlare il cinese si rivelerà l'arma vincente per supportare una laurea che, forse, da sola non sarebbe bastata per fargli trovare subito un lavoro, diventare un cacciatore di tendenze e per schiudergli le porte del Far East. Oggi gira il mondo per lavoro, fiutando ciò che sarà di moda tra qualche anno. Ha vissuto a Pechino come borsista dell'Hsk, Chinese Profiency Test, per migliorare la lingua e la conoscenza del Paese. «Moda, design e food sono le mie passioni e così ho cominciato a fare questo mestiere: conoscere il cinese è stato il mio vantaggio competitivo per entrare nel settore». Un lavoro nato per gioco che si è trasformato in un'occupazione a tempo pieno: «Viaggio tra Pechino, Shangai e Milano analizzando le nuove tendenze. Ma non basta saper intuire cosa accade, fotografare e scegliere» aggiunge «è fondamentale saper costruire un report che si basi sulla sistematizzazione dei dati raccolti, la suddivisione in categorie e tag delle immagini raccolte, l'analisi dei temi correnti, le specificità locali e influenze internazionali». Un metodo scientifico, insomma, per il quale sono fondamentali le basi di psicologia sociale studiate all'università. Mentre la conoscenza della cultura cinese è stata importante per lavorare e integrarsi: «Si devono capire i punti di riferimento di questa società per poterla analizzare da un punto di vista antropologico e di mercato» conclude Alessandro «La differenza con la cultura occidentale è forte ed anche i modelli di riferimento sono diversi: va vissuta da dentro per riuscire a capirla». Eleonora Della RattaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Ingegneria ma non solo: quali sono le lauree più utili per trovare lavoro?