Categoria: Storie

Prima stagista e poi social media manager: per Chiara il lavoro arriva dopo il tirocinio in Commissione Ue

C'è ancora pochissimo tempo, fino al 3 febbraio a mezzogiorno, per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione Europea per la sessione autunnale del progetto. Il compenso è di più di mille euro al mese, e l'esperienza - come racconta alla Repubblica degli Stagisti Chiara Scilhanick, ex stagista all'ente di governo Ue e oggi social media manager per il Parlamento europeo - di quelle che non si dimenticano.    Dopo il liceo scientifico, nel 2005, ho lasciato Mantova per seguire il sogno della carriera diplomatica a Roma. Una scelta che ho fatto in totale indipendenza dalla mia famiglia, che mi ha però sostenuto in questa decisione. Avevo diciannove anni; mi sono iscritta a Scienze Politiche all’università Luiss e ho poi proseguito gli studi in Relazioni Internazionali presso lo stesso ateneo. All’inizio del secondo anno di triennale ho saputo che un gruppo di ragazzi dell’università stava dando vita a un progetto di radio studentesca, che ho subito abbracciato con entusiasmo: la collaborazione con RadioLuiss mi ha accompagnata fino alla fine della specialistica. Da speaker e coautrice di un programma di intrattenimento, sono passata alle Relazioni esterne, settore che poi ho guidato per circa un anno. Ho imparato molto da quell’esperienza. Pur essendo tutti ragazzi lavoravamo come dei 'grandi': le riunioni settimanali, i direttivi, i rapporti con gli uffici dell’università, con gli uffici stampa, con gli ospiti e con i fornitori esterni.Durante la specialistica ho vinto due borse di studio di tre mesi, per un valore complessivo di circa 1400 euro, entrambe finalizzate alla stesura della tesi all’estero: dopo l’Erasmus a Sciences Po a Parigi ho seguito il mio relatore a Bruxelles, dove ho svolto ricerche in Commissione europea e interviste a funzionari, corrispondenti e giornalisti. Poco prima di rientrare in Italia ho scoperto di essere stata selezionata per il tirocinio Mae Crui in Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea e ho quindi prolungato il mio soggiorno brussellese di qualche mese, fino a fine maggio 2010. Ho lavorato per cinque mesi nell’ufficio per le relazioni con il Parlamento europeo, una funzione un po’ differente rispetto a quelle degli altri circa venti tirocinanti selezionati insieme a me, dislocati principalmente tra le diverse aree legate alle politiche seguite dal Consiglio dell’Ue. Considero l’esperienza presso la Rappresentanza Permanente la più formativa che abbia svolto sino ad ora: non ancora laureata (ho discusso la tesi, ottenendo la lode e la dignità di pubblicazione, ad aprile 2010) e alla prima vera esperienza di stage, mi trovavo a seguire le discussioni delle diverse commissioni parlamentari, a redigere report e resoconti che venivano inviati, anche con la mia firma, al ministero degli Esteri, ad assistere alle sessioni plenarie di Strasburgo, a incontrare parlamentari europei italiani e non e a partecipare a incontri esterni, ad esempio presso la rappresentanza di Confindustria.Dal punto di vista finanziario, la situazione non era delle migliori: il tirocinio Mae Crui non prevedeva alcuna retribuzione e a Bruxelles spendevo circa 500 euro per l’affitto. Tuttavia la ritengo comunque una fase del mio percorso professionale valida e altamente formativa, specialmente perché vissuto prima della laurea.  Al rientro in Italia, dopo essermi messa alla prova con il concorso diplomatico, ho svolto un nuovo tirocinio nella stessa università in cui avevo studiato, nel settore Sviluppo internazionale e accordi: sei mesi per poco meno di 600 euro al mese. Nel frattempo mi ero candidata per lo stage in Commissione europea e a dicembre ho scoperto di essere stata preselezionata e inserita nel Blue Book. Poco prima avevo fatto un colloquio per uno stage 'atipico', quindi senza indennità, nella Rappresentanza della Commissione europea a Roma e avevo rinunciato proprio per non perdere l’opportunità dello stage che prevedeva compenso (non è possibile svolgere lo stage classico in Commissione europea se si è già svolta un’esperienza di più di sei settimane in una qualsiasi istituzione Ue). Ho quindi pensato di ricontattarli: nella scelta della direzione generale avevo infatti indicato come prima preferenza la sezione Comunicazione, nella quale rientrano anche le Rappresentanze, e la mia tesi di laurea specialistica aveva come titolo «La percezione dell’Unione europea nei mass media e nell’opinione pubblica»: la Rappresentanza mi calzava quindi a pennello! A gennaio ho avuto la conferma di essere stata selezionata e il primo marzo 2012 ho iniziato il mio stage nel settore stampa, per 1070 euro al mese più il rimborso del viaggio da e per Roma (da Mantova, luogo di residenza) e una missione spesata di tre giorni a Bruxelles per incontrare gli altri 600 tirocinanti.Le Rappresentanze negli Stati membri vengono scarsamente prese in considerazione quando si fa domanda per lo stage in Commissione europea, invece in alcuni casi possono rappresentare la scelta ottimale. Certo, l’ambiente di Bruxelles è diverso, ad ogni ciclo ci sono centinaia di ragazzi da tutta Europa che si incontrano e vivono una sorta di Erasmus, un’esperienza divertente e stimolante allo stesso tempo, che io avevo in qualche modo provato l’anno precedente. L’ambiente più ristretto della Rappresentanza offre però delle opportunità che difficilmente si hanno a Bruxelles: la possibilità di occuparsi di mille mansioni diverse ad esempio, oppure di incontrare personalmente commissari e direttori generali. Pur essendo formalmente inserita nel settore stampa ho svolto tantissime attività diverse: dal monitoraggio dei media, all’organizzazione di eventi e incontri ristretti e di alto livello, alla partecipazione a fiere e manifestazioni, alla gestione degli account social media. Così come era stato con il tirocinio in Rappresentanza Permanente a Bruxelles, l’aspetto migliore dello stage in Commissione è il fatto di essere considerati a tutti gli effetti parte dello staff: il tirocinante è coinvolto in tutte le attività dell’ufficio e i compiti affidati sono quasi sempre di responsabilità. Durante lo stage ho avuto modo di seguire la fase preliminare di un progetto pilota sui social media che avrebbe coinvolto la Rappresentanza nei mesi successivi: mi sono candidata per parteciparvi e, dopo il colloquio a Bruxelles con la società esterna vincitrice dell’appalto, ora sono social media community manager per la Rappresentanza della Commissione e l’ufficio d’Informazione del Parlamento europeo, che si trova nello stesso edificio a Roma. Faccio parte di un team europeo (siamo 28 ragazzi, uno per Stato membro) con un coordinatore centrale a Bruxelles, e mi occupo di sostenere e affiancare gli uffici nella gestione dei propri account social media. Tre giorni a settimana da dividere tra Commissione e Parlamento per 250 euro lordi al giorno: circa 1700 euro netti al mese. Lavoro come consulente freelance, sulla base di buoni d’ordine mensili, e il progetto dovrebbe terminare alla fine del 2014.Al sogno della carriera diplomatica si è insomma negli anni sostituita l'ambizione di continuare a lavorare per le istituzioni europee ed è su questo che mi sto impegnando attualmente. Sono soddisfatta del lavoro che svolgo, che trovo estremamente stimolante e perfettamente in linea sia con il mio percorso di studi che con le mie inclinazioni e mi ritengo decisamente fortunata rispetto a molti miei coetanei, ancora a caccia di stage mal retribuiti e poco entusiasmanti.Credo che il tirocinio in Commissione europea sia stato determinante per la funzione che svolgo ora: è chiaro e risaputo che gli stage in Commissione hanno una durata fissa e le assunzioni nelle istituzioni europee avvengono quasi esclusivamente tramite concorso, tuttavia il suo peso sul curriculum è sicuramente importante e averlo svolto può costituire una condizione preferenziale nella ricerca di un lavoro a Bruxelles o comunque in ambito europeo.Concludo con un plauso al lavoro svolto dalla Repubblica degli Stagisti. Trovo in particolare utilissima l’idea del Bollino OK stage per reperire le informazioni utili prima di candidarsi e individuare i percorsi che val la pena seguire e quelli che, invece, andrebbero evitati.Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Mille euro al mese per 700 stagisti: al via le nuove selezioni alla Commissione Ue- Decine di stage nelle agenzie "minori" della Ue: compensi da più di mille euro all'Era, Efsa ed Ecdc- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»- Mirko Armiento, ex stagista alla Commissione europea: «A Bruxelles i cinque mesi più intensi e belli della mia vita»- Dalla metafisica al trattato di Lisbona: la storia di Mauro Pedruzzi, filosofo stagista alla Commissione europea

Bocconiano ed ex stagista alla World Bank: «Spero in un lavoro di stampo internazionale»

Saranno aperte fino al 31 gennaio 2014 le candidature per la tornata estiva dei tirocini alla World Bank, l'istituzione mondiale dedita alla cooperazione internazionale. Giovanni Di Gaetano, ventitreenne romano, ha concluso lo stage a settembre. E adesso che è tornato studente di Economia alla Bocconi, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza di tirocinante internazionale e cosa si aspetta per il futuro.      Sono nato a Roma ventitré anni fa e vivo a Milano ormai da cinque. Mi sono diplomato al liceo scientifico Cavour di Roma, alla sezione inglese e francese. Sono da sempre attratto dalle esperienze all'estero e dalla dimensione interdisciplinare degli studi, così come dalle lingue, per me un importante veicolo di crescita. E infatti a diciassette anni ho trascorso tre mesi nell’Oxfordshire come volontario presso lo Youlbury Scout Activity Centre, mentre l’estate successiva ho frequentato un corso avanzato di inglese a Boston. Nel frattempo sono stato impegnato - tramite gli scout di Roma - in attività di volontariato e di servizio sociale per oltre dieci anni. La scelta del corso di laurea è stata complessa ma allo stesso tempo meditata e ben ponderata. Mi sono confrontato in modo costruttivo con i miei genitori e grazie anche ai consigli di mio padre, ex bocconiano, ho deciso di intraprendere il corso di Economia e scienze sociali in Bocconi. Superato il Talent Scout Program dell'ateneo, mi sono iscritto alla triennale nel 2008, completata dopo un periodo intenso e impegnativo a settembre 2012. Nel corso di questi tre anni ho vissuto due esperienze internazionali altamente formative su input delle opportunità di scambio offerte dall'università, e anche determinate dalla mia convinzione sull’importanza di accumulare esperienze nel mondo del lavoro. Nell’estate 2011 ho svolto a Londra uno stage presso Banca Intesa San Paolo, con un rimborso di circa 500 euro mensili, mentre a partire da dicembre dello stesso anno fino ad aprile 2012 sono stato in 'exchange' presso la University of California-Davis. Lo stage presso la banca mi aperto le porte sull’international corporate finance e  mi ha fatto capire da dentro le dinamiche di un gruppo di lavoro. Ma lo scambio negli Stati Uniti è stato un momento unico e indimenticabile. All'università della California ho frequentato quattro corsi all’interno del dipartimento di Economia e partecipato a numerosi seminari. Negli States il metodo di insegnamento è profondamente diverso dal nostro: è volto ad accrescere le competenze individuali e anche molto attento a stabilire connessioni forti tra il mondo universitario e quello del lavoro. Ed è stato proprio in California che sono entrato in contatto più da vicino con la realtà della World Bank, innanzi tutto visitando l'ufficio del direttore italiano presso questa istituzione. Un passaggio che mi ha aperto una finestra sul mondo della cooperazione internazionale e che mi permesso di raccogliere indicazioni preziose circa il mio percorso di studi e le opportunità di stage all'interno della WB.  A settembre 2012 ho quindi iniziato la specialistica in inglese in Economics and social sciences in Bocconi. E a inizio dicembre ho presentato la candidatura per il programma estivo di internship della World Bank, a cui ho preso parte - a Washington - dalla fine di giugno fino alla metà di settembre, prestando servizio presso il Development Research Group, in particolar modo all’interno del Living Standards Measurement Study team. Si tratta di un gruppo di lavoro che si occupa di migliorare la qualità dei dati microeconomici elaborati con la collaborazione degli uffici nazionali di statistica dei paesi in via di sviluppo. Questi dati consentono alla banca di adottare decisioni su basi conoscitive più solide. Il lavoro con l'équipe è stato molto formativo e, ispirandomi ai consigli del mio tutor, ho anche trovato spunto per la mia tesi di specialistica. Un ambiente stimolante come quello della WB non può che arricchire sul piano delle conoscenze. Inoltre con il rimborso spese ho coperto quasi tutti i costi sostenuti, piuttosto alti: la mia borsa era di 8mila dollari complessivi spalmati su dieci settimane, quindi circa 3.200 dollari al mese [più o meno 2.300 euro]. Completato lo stage sono rimasto in contatto con il team con cui ho lavorato, tanto che alla fine di settembre ho partecipato a Roma alla conferenza 'Gender and Agricultural Productivity in Sub-Saharan Africa” organizzata dalla World Bank e dall’Ifad (International Fund Agricolture Development). Attualmente sto frequentando l’ultimo anno accademico e in questo periodo sto seguendo i corsi di specialistica. A febbraio 2014 partirò per l’exchange program, destinazione il dipartimento di Economia dell’università di Mannheim in Germania, dove resterò fino a giugno. Spero che sarà l'occasione per rafforzare ulteriormente le mie basi professionali e avvicinarmi a un paese cruciale nel panorama europeo. Mi auguro che la molteplicità delle esperienze fatte in questi anni mi aiuti a delineare il mio percorso futuro, che immagino improntato sempre all'internazionalità. La maggioranza dei miei amici dopo il diploma hanno deciso di iscriversi all’università. Alcuni dopo pochi mesi hanno deciso di cambiare, altri invece hanno proseguito il piano di studi in modo lineare mentre altri ancora sono in ritardo con gli esami. Nella maggioranza dei casi il legame con il mondo del lavoro è minimo e a questo proposito sono convinto che sia necessario ridisegnare il concetto di stage. È evidente l’inadeguatezza della formula del tirocinio così come concepita dal contesto italiano. Il sistema universitario deve essere a più stretto contatto con il mondo del lavoro e lo stage non deve essere semplicemente un’anticamera d’attesa al di fuori di un programma vero di formazione e di inserimento di giovani laureati, nell'ambito di obiettivi aziendali di sviluppo delle risorse umane. Per esempio condivido fortemente gli obiettivi della Carta dei diritti dello stagista promossa dalla Repubblica degli Stagisti. Se questa riuscirà ad accrescere la sensibilità culturale di tutti gli attori coinvolti avrà contribuito in modo significativo alla modernizzazione del nostro paese.Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:  - Borsa Schuman, poi Parigi e di nuovo Bruxelles: «Ma non sempre l'estero è meglio dell'Italia» - In Italia? Difficile aver voglia di tornarci, dopo aver lavorato all'estero - Stage in commissione Ue, poi la virata verso il commercio equo e solidale - Farsi le ossa nella cooperazione internazionale, la World Bank apre le porte a 200 stagisti

«Mi sento una privilegiata grazie al mio apprendistato in ALD»

La Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità, e la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito. Di seguito quella di Silvia Cambiotti, 29 anni, assunta nel reparto di analisi della contabilità gestionale di ALD Automotive, a Roma. NB: al momento della pubblicazione di questo articolo ALD Automotive faceva parte dell'RdS network; dall'aprile del 2014 non ne fa più parte.Vengo dalla provincia di Perugia; nel 2003 mi sono diplomata sia al liceo scientifico e contemporaneamente anche al Conservatorio, dove avevo studiato pianoforte. Per l'università poi ho scelto Economia nella mia città, conseguendo la triennale nel 2008 e la specialistica in Finanza a maggio del 2011 con una tesi dal titolo "I credit default swap e la valutazione del rischio paese" - tema allora e tutt'oggi di grande attualità. Anche durante gli anni universitari ho coltivato varie passioni, e in particolare quella per lo scoutismo, diventando anche educatrice scout. Naturalmente ci sono stati anche gli stage. Il primo, curriculare, è durato tre mesi e ha rappresentato il mio primo vero contatto con il mondo del lavoro. L'ho svolto nel corso del 2007 presso Unicredit Processes & Administration, occupandomi di attività di back office nel settore creditizio, e in particolare di istruttoria accollo mutui, con un rimborso mensile di 600 euro. Oltre alla classica formazione "on the job" erano inizialmente previste anche alcune ore di formazione teorica,  che mi sarebbero poi servite a redigere la tesi triennale - incentrata sui mutui subprime - ma che poi non sono state svolte per mancanza di tempo. Peccato, un po' di nozioni più specifiche sui subprime, carpite sul campo e non riprese dai testi universitari, sarebbero state preziose per arricchire il lavoro di tesi!Il secondo stage poi, nonostante fosse anch'esso obbligatorio nel piano di studi biennale, è stato difficilissimo da trovare; un po' per il periodo di crisi, un po' per la scarsa organizzazione e disponibilità dell'ateneo. Ottenere una convenzione mi è sembrata una grande conquista! Ecco, se potessi aggiungere qualcosa alla Carta dei diritti dello stagista promossa dalla Repubblica degli Stagisti, dedicherei un'attenzione specifica proprio agli stage curriculari, affinché gli atenei supportino maggiormente i propri studenti nella ricerca di esperienze significative e conciliabili con le attività universitarie. Alla fine, rispondendo autonomamente a qualche annuncio, sono approdata all'agenzia pubblicitaria Mediadivision, per la quale per tre mesi mi sono occupata di analisi  e sviluppo del marketing delle aziende clienti, ricevendo 300 euro mensili. In realtà volevo fare esperienza in ambito di rischio di credito sui paesi sovrani, tema della mia tesi specialistica come dicevo, ma sono rimasta comunque soddisfatta dell'ambiente e del lavoro.La settimana successiva alla laurea, a ottenuta a maggio 2011, ho iniziato subito un corso privato di inglese business, a Perugia: due mesi di lezioni individuali, più esame finale, per un costo di circa 500 euro; e nel frattempo inviavo quanti più curriculum possibile, sostenendo anche qualche colloquio. Tra questi c'è stato quello in ALD Automotive, a Roma. Avevo risposto ad un annuncio di stage semestrale per il reparto invoicing - che svolge operazioni di fatturazione e reportistica - con un rimborso mensile di 600 euro. La selezione è stata trasparente e chiara sin dall'inizio: tra la mia candidatura, ad inizio estate, e il primo colloquio sono passati una trentina di giorni e più o meno altrettanti per il sì finale, arrivato a settembre. Quei sei mesi in ALD sono stati preziosi per adattarmi alla realtà aziendale e alla nuova città; oltre che ad imparare i rudimenti del mestiere, visto che poi, finito lo stage... sono rimasta! È subentrato subito un contratto di apprendistato biennale, però con una nuova mansione, management accounting analyst, e uno stipendio di circa 1600 euro lordi al mese. In sostanza mi occupo di analizzare gli scostamenti relativi alla manutenzione delle vetture in flotta e contribuisco a redigere il bilancio gestionale, da inviare mensilmente alla casa madre; inoltre riconosco le provvigioni ai vari broker e partner che collaborano con la società. È un lavoro sicuramente più interessante e coerente con i mie studi e le ore di formazione previste dall'apprendistato, oltre ad essere utilissime nell'immediato, mi forniscono conoscenze altamente spendibili. Nonostante qualche difficoltà dovuta dal trasferimento e ai molteplici cambiamenti, mi ritengo una privilegiata, visti anche la prolungata crisi e la forte disoccupazione giovanile. Sul posto di lavoro non è stato per nulla difficile ambientarmi e tessere relazioni, e ho imparato presto a destreggiarmi a Roma. Ho trovato la mia prima camera con relativa semplicità, a 15 minuti di mezzi dal posto di lavoro; poi mi sono trasferita in un appartamento più nuovo e comodo. I costi degli affitti romani rimangono molto alti - per una singola bisogna mettere in conto circa 500 euro mensili, mentre a Perugia ne pagavo la metà - e difatti durante lo stage mi aiutavano ancora i miei. Ora invece riesco a mantenermi da sola, malgrado riesca a mettere da parte poco. Considero questo apprendistato come un investimento per il futuro, oltre che un'occasione di formazione e crescita personale, nella speranza di ricevere un contratto a tempo indeterminato e magari, dopo qualche anno, di riuscire a tornare nella mia città e riavvicinarmi alla mia famiglia. Ah, e c'è anche un altro sogno: un'esperienza di lavoro all'estero, magari in campo assicurativo o finanziario, per apprendere fluentemente una seconda lingua e mettermi alla prova professionalmente. Per ora però la priorità è saper svolgere bene il mio mestiere.  Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista! 

Voglia di diventare grande: e Marco lascia l'università per uno stage col Bollino

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Marco Ciacchini, 27 anni, assunto a tempo inderminato in Everis a Milano         Vengo da Fornacette, una frazione di un comune pisano; una volta diplomato a pieni voti all'istituto tecnico, nel 2005 mi sono iscritto ad Ingegneria delle telecomunicazioni all'università di Pisa e, influenzato da una miriade di interessi - innanzitutto la passione per auto e moto d'epoca, ereditata da mio padre, e poi quella per i viaggi - sono andato un po' a rilento: ho terminato la triennale nel 2010, proseguendo poi con la magistrale. Anni corredati peraltro anche da vari lavoretti per tirare su un gruzzoletto a fine mese, dalle ripetizioni alla compravendita di pezzi di auto e moto d'epoca. Seguiti tutti i corsi della magistrale e dopo aver sostenuto la metà degli esami necessari a ottenere la laurea, un colpo di testa mi ha fatto iniziare a mandare curricula qua e là, ma sempre in Toscana, per sondare le possibilità lavorative nella mia regione. A 25 anni, trovare lavoro e acquisire dipendenza era diventato un pallino e il completamento del corso di laurea è passato in secondo piano, rimanendoci. Dopo alcuni colloqui andati a vuoto, ho iniziato a ricevere chiamate con prefisso 02: il mio curriculum, caricato su un sito specializzato in job search, iniziava a essere visionato da alcune società di consulenza milanesi. E il telefono squillava. Pur non volendo spostarmi dalla Toscana, alla fine l'idea del trasferimento nella capitale del lavoro ha acquisito forma, e anche un nome: Everis, una società giovane e vivace che mi ha fatto sentire a casa fin dal primo giorno delle selezioni. Ci sono state diverse tappe: una prova di gruppo - un caso aziendale da discutere - una prova di inglese e colloquio individuale; poi altri colloqui individuali e tecnici, fino alla scelta finale, che è ricaduta su di me e su un altra ragazza, a partire da una decina di candidati. Dal primo contatto all'inserimento in team sono passati circa venti giorni. Mi sono trasferito a Milano - ricordo la data esatta - il 17 marzo dell'anno scorso e dopo due giorni ho iniziato la mia avventura in Everis: uno stage di sei mesi rimborsato 730 euro netti e venti buoni pasto da a 5,30 al mese. Con i tempi che correvano e corrono tutt'ora, un'opportunità da non lasciarsi sfuggire. Certo, non essendo di Milano buona parte del rimborso andava via in affitto - bisogna mettere in conto almeno 400 euro al mese - nonché in viaggi Intercity da e per la Toscana. Dal primo giorno di stage ho collaborato ad un progetto di consulenza IT per la gestione della parte CRM e di una porzione infrastrutturale di una piattaforma televisiva, acquisendo giorno dopo giorno maggiori conoscenze e competenze: una scuola pratica per entrare a pieno nel giro, senza che per questo mi fossero affidati compiti irrilevanti solo perché ero stagista. Alla fine dello stage mi è stato proposto subito un tempo indeterminato del terzo livello del ccn del commercio, retribuito con circa 1600euro lordi mensili e buoni pasto da 8.50 euro e sempre all'interno del settore IT. Proposta accettata con gioia naturalmente. La qualità del lavoro e della vita aziendale, anche facendo paragoni con amici che hanno occupazioni uguali o simili, è molto alta: si sta bene, non ci sono rigidi formalismi, l’atmosfera è quasi sempre piacevole e rilassata. E con i tanti progetti avviati dall'azienda, si ha modo di vagliare alternative eterogenee, e di capire quale settore può piacere e quale no. Al momento sinceramente non so se questa è la carriera giusta per me: ci sono sono così tante sfaccettature e stimoli che mi circondano che il dubbio bussa sempre alla porta, ma mi sento molto fortunato ad avere un lavoro come questo. Per il momento non mi pento di non aver terminato la specialistica: sono ariuscito ad arrivare dove sono già con una buona triennale e l'elasticità mentale che l'università non ti può insegnare. Il settore e il progetto nel quale sono inserito sono di per sè attraenti e il rapporto con i colleghi è ottimo, quindi per il momento direi che va più che bene così. Con uno stipendio pieno riesco a mantenermi autonomamente e vivo in affitto con un mio amico, delle mie parti, trasferitosi anche lui per lavoro. Dire che sono soddisfatto del mio tenore di vita forse è eccessivo, ma sono ciò che più mi gratifica è riuscire a fare tutto con le mie forze, senza chiedere supporto alla mia famiglia. A seconda dei mesi, riesco anche a mettere qualcosa da parte.  Insomma, a 26 anni mi sento grande. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Triplo fischio e vittoria: un eclettico ingegnere dallo stage al contratto in ALD Automotive

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Pasquale Castaldo, assunto con contratto di apprendistato nel Re-marketing di ALD Automotive, a Roma.       NB: al momento della pubblicazione di questo articolo ALD Automotive faceva parte dell'RdS network; dall'aprile del 2014 non ne fa più parte.Vengo da Afragola, in provincia di Napoli, e ho 29 anni. Ho ottenuto il diploma scientifico nella mia città, scegliendo poi la Federico II sia per il corso di laurea triennale che quello specialistico, quest'ultimo concluso a fine 2009. Come ho scelto il mio corso? Davvero comico: ero già orientato verso Ingegneria ma seguendo le presentazioni dei vari corsi ho incontrato dei vecchi amici, e quasi vicini di casa, che mi hanno detto: «dai vieni a Ingegneria gestionale dei progetti e delle infrastrutture, così veniamo in università tutti insieme in auto». Ed ecco fatta la scelta! Gli studi comunque mi sono piaciuti molto, non solo per le materie, ma anche perché mi hanno fornito la maturità e la forma mentis necessarie ad affrontare l'ambito lavorativo.Un'altra esperienza che mi ha fatto maturare molto è quella sportiva: ho fatto l'arbitro di calcio dall'età di 15 anni e la responsabilità legata al ruolo arbitrale non è da poco. La passione per l'arbitraggio è durata nove anni, fino a che i ritmi universitari hanno preso il sopravvento ed il tempo per allenarmi si è ridotto. Per di più, salendo di categoria l'antagonismo si fa duro e si perde un po' quello spirito giocoso che mi aveva fatto innamorare del calcio. Comunque con questo "hobby" mi sono divertito molto e mi sono anche pagato diverse vacanze estive. Tornando all'università: per redigere la tesi della specialistica - sul trasporto merci nel Mediterraneo - ho frequentato gli uffici di Logica, una società di analisi del trasporto merci in Campania, che collaborava con la mia facoltà, rimanendo poi anche dopo la discussione tema tesi per uno stage semestrale, che ho finito ad aprile 2010, dopo qualche mese dalla laurea. La sede lavorativa era un edificio storico al centro di Napoli, quindi ottima location, ma le attività non si sono rivelate interessanti come immaginavo; le competenze acquisibili erano poche, il rimborso praticamente assente - solo buoni pasto - e zero prospettive di assunzioni. Intanto continuavo ad inviare curriculum. Finché sul finire dello stage sono stato contattato da Accenture Technology Solutions per frequentare un corso gratuito di programmazione informatica, presso il Centro direzionale di Napoli, seguito da selezioni e possibilità di stage. Non avevo mai studiato informatica, né tantomeno programmato, quindi ho pensato all'offerta come ad una bella sfida. Ho fatto il corso e il colloquio, e poi a maggio ho iniziato uno stage semestrale nell'area programmazione, con rimborso mensile di 300 euro e buoni pasto. Le prospettive future di assunzione erano molto alte ma con una paga, anche da dipendente, non adeguata ai ritmi di lavoro. E poi mi ero reso conto che la programmazione non faceva per me: lavoro troppo meccanico e ripetitivo. Così ho lasciato dopo tre mesi, accettando la richiesta di un ingegnere, trovata in internet, che cercava una collaborazione per lo svolgimento di consulenze tecniche. La libera professione è un campo interessante e formativo, per quanto difficile, nel mio caso la paga era praticamente assente, visto che fatturavo un importo uguale alle tasse che pagavo, per altro lunghi periodi di credito. Nello stesso periodo comunque collaboravo anche con l'università, sempre al Centro dir+ezionale, come tutor, seguendo i ragazzi  del biennio di Ingegneria. È stato bello vedere negli occhi degli studenti la gioia di aver capito concetti studiati e ristudiati, ma mai compresi fino in fondo! Qui inoltre la retribuzione era piuttosto buona: 450 euro per esame superato - o ripreparato una sola volta.Le mie collaborazioni sono durate fino a luglio 2011, ma nel frattempo avevo iniziato un master in Automobile promosso da Fleet&Mobility, il cui costo - 8mila euro - è stato coperto interamente dalla borsa di studio messa a disposizione dagli organizzatori. Anche qui, alla fine era previsto uno stage semestrale in una delle aziende partner, tra cui anche ALD Automotive, a cui avevo già mandato il mio cv ma senza ricevere risposta. Quindi mi sono quindi trasferito a Roma, sede del master, svolgendo le ultime docenze e consulenze ingegneristiche nel fine settimana e infine, dopo aver superato un colloquio di gruppo e uno individuale, a luglio ho iniziato lo stage nel reparto di rivendita dell'usato aziendale, con rimborso mensile di 700 euro più buoni pasto. Si trattava essenzialmente di gestire le procedure e i controlli interni al reparto, l'analisi delle vendite e l'organizzazione dei trasferimenti dei veicoli. Non solo il percorso è stato davvero formativo, e il rapporto con tutor colleghi ottimo, ma a fine stage mi è stato proposto un contratto interinale, con uno stipendio di 1500 euro lordi mensili più buoni pasto, che si è interrotto dopo due mesi, a marzo 2012, a favore di un contratto di apprendistato biennale da 1600 euro lordi più buoni pasto, nello stesso reparto ma con maggiori responsabilità. Insomma, uno stage con un futuro, quest'ultimo in ALD. Adesso a Roma ho una stanza in affitto in un appartamento di due singole, situazione molto migliore di quando ero in una doppia, sei in casa, e per la maggior parte studenti...E all'orizzonte vedo buone prospettive professionali: credo di poter ancora dare e ricevere tanto qui. Il lavoro che svolgo mi piace molto, perché è stimolante e pieno di responsabilità e per il momento, a differenza di molti miei amici e colleghi - espatriati chi a Dubai, chi a Londra - all'estero non ci penso proprio: non sono interessato ad andare via dal mio Paese, né tantomeno mi sento costretto.Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Irene, in cerca di lavoro con un tirocinio Schuman (e tanti altri) nel curriculum

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1200 euro mensili di rimborso. Irene Brosch, trentenne di Milano, ha ottenuto una borsa Schuman nel 2008; qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è andata.    Sono nata a Milano nel 1983. Dopo il liceo scientifico mi sono iscritta alla Statale di Milano alla facoltà di Scienze politiche, scelta perché – dopo una gita alle superiori a visitare Strasburgo e il Parlamento europeo - ho pensato che fosse un compito lodevole ed estremamente difficile quello di portare avanti l'integrazione europea. Volevo fare parte di questo sforzo collettivo. Mentre ero ancora alla triennale, nel 2005, ho visitato l'ufficio milanese del Parlamento europeo presso il palazzo delle Stelline. Qui mi hanno spiegato come presentare la candidatura per uno stage non retribuito di quattro mesi, che ho iniziato a settembre 2006 e al termine del quale sono tornata a studiare a tempo pieno. La figura di tutor in questo caso non è prevista, sono i membri fissi dell'ufficio a spiegare cosa fare. Io mi sono occupata dell'organizzazione della trasmissione televisiva 'Vado bene per l'Europa?', un quiz in cui due squadre di studenti si scontrano su domande  relative all'Europa e i vincitori si aggiudicano un viaggio al Parlamento europeo a Strasburgo. Poi facevo anche accoglienza, rispondevo alle domande via mail e organizzavo missioni a Strasburgo. Conclusa la triennale nel 2006, mi sono iscritta alla specialistica in Comunicazione politica e sociale e a marzo 2008 ho iniziato uno stage presso l'Istituto di Studi Politici Internazionali a Milano. Qui mi è stato affidato il progetto 'l'Europa va a Scuola 2008', un concorso tra istituti di scuola superiore su tematiche europee: ero l'addetta all'invio del materiale, al controllo degli accessi ai quiz online, all'organizzazione del gioco e così via. Il rimborso spese era di 300 euro senza mensa. Finita l'esperienza, la solita pacca sulla spalla. Da ottobre 2008 a febbraio 2009 finalmente la borsa Schuman, opzione generale, di nuovo alla sede del Parlamento europeo di Milano, e un rimborso di circa 1300 euro mensili. Essendo già esperta, ho fatto io da tutor ad altri ragazzi al loro primo stage. Oltre alle mansioni della prima volta, sono stata anche Strasburgo tre volte in qualità di capo accompagnatore di gruppi di scuole o giornalisti, in occasione delle sedute plenarie. Allo scadere del contratto come nell'occasione precedente ho ricevuto una lettera di raccomandazione ma nessun posto di lavoro ovviamente: tutte le istituzioni comunitarie reclutano forza lavoro tramite l'Epso, agenzia che si occupa solo di trovare personale per gli enti Ue attraverso concorsi. Ho quindi ripreso a studiare, laureandomi a marzo 2009. Su suggerimento di una mia ex collega al Parlamento europeo ho presentato la candidatura per un tirocinio presso la sezione commerciale del Consolato americano a Milano. Ci ho lavorato da giugno a luglio 2009, con rimborso di 300 euro mensili. Dovevo raccogliere informazioni sul settore IT italiano per redigere elenchi di potenziali aziende interessate a partnership commerciali con aziende  americane dello stesso comparto. Anche qui però stessa conclusione dei rapporti precedenti: scaduto il contratto 'arrivederci e grazie'. Subito dopo sono stata presa come segretaria all'ufficio marketing del quotidiano Il Giorno, impiego per cui avevo trovato un annuncio sul giornale. Facevo analisi e reportistica delle strategie di marketing, assistenza della responsabile dell'ufficio, rassegna stampa, lavoro di redazione e quant'altro. Il contratto era tramite l'ufficio Cosp dell'università statale di Milano e la retribuzione di 600 euro al mese. Poi mi sono rivolta alle agenzie interinali. L'Adecco mi ha proposto un contratto di somministrazione, ovviamente a a tempo determinato, presso la Saipem-Eni, a San Donato, dove dal 2011 al 2013 ho svolto il ruolo di assistente dell'engineering and construction licensing department manager e della sua unità, occupandomi di organizzazione trasferte, agenda e appuntamenti del manager, organizzazione viaggi. Retribuzione secondo il contratto del commercio di circa 1300 euro mensili. Adesso sono di nuovo alla ricerca di un'occupazione. Finora ho fatto di tutto: sono passata dagli organismi internazionali all'editoria e al commercio estero per arrivare ai prodotti chimici e petroliferi. Spero che questa capacità di adattarmi a differenti contesti giochi a mio favore nella ricerca di un nuovo impiego. Nel corso degli anni ho affinato  capacità organizzative e di gestione dello stress e adesso credo di potermi definire una manager assistant di livello medio-alto. Se dicessi che fare la segretaria di direzione era il sogno della mia vita mentirei, ma mi piace e mi dà soddisfazioni sia a livello umano che professionale. Prospettive? Spero di trovare un nuovo lavoro. I miei amici sono generalmente messi come me tra contratti a tempo e ridimensionamento delle aspettative sia di vita che di lavoro. Il sistema dello stage è solo utile per far conoscere ai ragazzi il mondo del lavoro. A 30 anni i contratti di sei mesi in sei mesi tolgono il fiato. La Carta dei diritti dello stagista è un'ottima iniziativa e spero che molte aziende continuino ad aderire, ma mi permetto di dire che in Italia oggi il problema riguarda non solo chi si inserisce nel mondo del lavoro ma chi  lavora ormai da anni, saltando da un contratto all'altro, e che vede il governo presentare iniziative di rilancio dell'occupazione giovanile con sgravi fiscali rivolti a imprese rivche assumono under 30. Ci si sente un po' presi in giro, poiché l'emergenza non è solo dei più giovani ma anche degli adulti, dai 30 anni in su, che si ritrovano senza speranza di migliorare la propria condizione lavorativa.   Testo raccolto da Ilaria Mariotti  - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»- Non sempre si inizia col lavoro dei sogni: ma poi tutto può cambiare- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»

Borsa Schuman, poi Parigi e di nuovo Bruxelles: «Ma non sempre l'estero è meglio dell'Italia»

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1.200 euro mensili di rimborso. Cosimo Scarcia, trentaduenne di Taranto, ha ottenuto una borsa Schuman, opzione generale, nel 2009. Qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è stata la sua esperienza. Sono pugliese, nato a Taranto nel 1981. Dopo la maturità linguistica, nel 2000 mi sono trasferito a Perugia per studiare Scienze della comunicazione. All'epoca in cui mi sono iscritto - sono un po’ "datato" - c’era ancora il vecchio ordinamento, che prevedeva un percorso di studi di cinque anni. All’epoca scrivere era la mia passione e volevo, come tanti, diventare giornalista. I miei genitori mi hanno incoraggiato ma nella vita fanno tutt’altro e purtroppo non hanno avuto come me la possibilità di continuare a studiare. Ma mi hanno sempre sostenuto e sono stati al mio fianco per tutta la durata dell'università.Dopo la laurea, a giugno 2006, sono tornato per un breve periodo di tempo in Puglia. All’epoca lavoravo in un call center, prendendo 600 euro al mese per un impegno di 25 ore settimanali, e la sera davo una mano nel ristorante dei miei genitori. A gennaio ho iniziato un master allo Iulm di Milano in Comunicazione per le Relazioni internazionali. Grazie a questo titolo sono riuscito a capire davvero come funziona il mondo del lavoro visto che avevamo non solo docenti professori universitari ma anche professionisti del settore. Prima dell'esperienza al Parlamento europeo avevo fatto un primo tirocinio presso l’Istituto italiano di Cultura ad Algeri, organizzato attraverso il master e che sono riuscito a ottenere grazie ai contatti filtrati dallo Iulm. Una fase della mia vita molto interessante, da un punto di vista sia umano che professionale. La durata è stata di tre mesi, da settembre a dicembre 2007. Collaboravo alla gestione dell'Istituto nell'organizzazione di eventi, nell'aiuto in biblioteca e nel supporto ai corsi di italiano come docente di conversazione. Purtroppo però nessun rimborso spese, e solo la possibilità di alloggiare nei locali messi a disposizione dall’ambasciata. Come spesso accade, lo stage si è concluso con una stretta di mano e un arrivederci.  Dopo il master, tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009, sono riuscito a trovare un altro stage di sei mesi in una multinazionale a Milano (la Alstom Power), con un rimborso spese di circa 650 euro mensili oltre ai ticket restaurant. Mi occupavo di comunicazione interna ed è lì che ho iniziato a lavorare in ambito Risorse umane e a conoscere la materia, fattori che poi mi sono risultati molto utili nel proseguo della mia carriera. È stata un'ottima esperienza in cui ho imparato tantissimo e ho toccato con mano una realtà aziendale complessa. Subito dopo, il colpo di fortuna. Sapevo dell’esistenza delle borse Schuman e ho compilato la domanda online per l'opzione generale. A dicembre del 2008 ho ricevuto una mail mi informava che la mia domanda era stata accolta e ho quindi spedito tutti i documenti necessari. La durata è stata di cinque mesi, da marzo a luglio 2009, con un rimborso spese di circa 1200 euro mensili. Con il tutor il rapporto era ottimo così come con  tutto il resto del team che era, ovviamente, multietnico e multiculturale. Ho lavorato all’interno del progetto per il centro visitatori del Parlamento, che all’epoca non esisteva ancora mentre adesso è una realtà. Mi occupavo della stesura di contenuti, facevo ricerche storeografiche, di immagini sul web e di altro materiale. In più partecipavo a riunioni con i fornitori esterni. Sono anche stato invitato all’inaugurazione del centro, che si è tenuta nel 2011, e devo ammettere che il progetto è davvero ben riuscito! Purtroppo, finito lo stage le possibilità di continuare erano nulle, per cui non c'è stato nessun seguito. Il periodo successivo l'ho trascorso da disoccupato: sono stato circa nove mesi senza lavoro. Finalmente a maggio 2010 le cose sono cambiate, e ho iniziato a lavorare come researcher in una piccola società di headhunting a Parigi, la Fsc. Contratto a tempo indeterminato, 1.500 euro al mese: sono rimasto per circa due anni. Il mio compito era trovare profili adatti a quelli cercati dai clienti. Poi il ritorno a Bruxelles. Rispondendo agli annunci, ho trovato un impiego in una società che si occupa della costruzione di treni e aerei, la Bombardier, nel servizio recruitment. Sono stato loro dipendente per due anni, da novembre 2011 ad agosto 2013; guadagnavo più o meno 2mila euro al mese. Da un paio di mesi sono invece alla Ucb, sempre nello stesso settore: lo stipendio è lo stesso, e va detto che, seppure sostanzioso, è da tarare sul costo della vita belga - più alto rispetto a quello italiano. È un aspetto su cui si riflette sempre troppo poco quando si guarda ai salari d'Oltralpe. In definitiva sono soddisfatto del mio percorso: ho svolto sempre mansioni abbastanza attinenti con il mio background. Le mie aspirazioni sono di continuare nell'ambito in cui lavoro al momento, e capire fin dove posso arrivare. Vedremo: non sono una persona troppo ambiziosa, per cui non mi fisso degli obiettivi per adesso. Fortunatamente i miei amici lavorano tutti o quasi, chi con qualche difficoltà e in maniera più precaria e chi in maniera più stabile. Dipende dagli ambiti. Il sistema degli stage in Italia è problematico sotto tanti punti di vista, ma non bisogna credere che altrove sia molto meglio. Qui in Belgio esiste un analogo meccanismo di sfruttamento. Ad esempio non c’è un vero e proprio limite di anzianità per diventare stagista e si abusa di persone anche adulte con stage sottopagati o assolutamente gratuiti, soprattutto in tutto ciò che gira intorno alle lobby europee. Noi italiani abbiamo un po’ la tendenza a pensare che fuori dal nostro Paese la situazione sia sempre rosea mentre a volte è vero il contrario. L'unica cosa che mi sento di consigliare a chi sta ancora studiando è di non aspettare la laurea per sperimentare il mercato del lavoro, ma di tentare con qualche stage prima di concludere la carriera accademica. Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»- 25 anni di Erasmus: una scelta vincente, anche per l'occupabilità- Laureati in fuga: i giovani italiani vogliono partire. Però sognando di riuscire a tornare

Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»

Il Parlamento europeo apre le porte agli stagisti di tutta Europa. La nuova tornata di selezioni per i tirocini Schuman è aperta fino al 15 ottobre: 200 posti a disposizione e 1200 euro mensili di rimborso. Viola Nicodano, milanese di 29 anni, ha ottenuto una borsa Schuman nel 2010; qui racconta alla Repubblica degli Stagisti com'è andata. Sono nata a Milano 29 anni fa e ho una laurea in legge. Dopo il liceo scientifico, con sperimentazione della doppia lingua (inglese e francese), mi sono accorta che avevo una maggiore propensione per le materie umanistiche e dunque mi sono iscritta a Giurisprudenza a Milano, seguendo le orme paterne. Poco dopo ho scoperto l’esistenza di un corso di doppia laurea in Giurisprudenza italo-francese, promosso dall’università di Firenze: un percorso di eccellenza, a numero chiuso, che mi sembrava una buona strada per diversificarmi un domani nel mondo del lavoro. Per prepararmi all'ammissione, che prevedeva un esame in lingua, sono stata un mese d'estate a Parigi, lavorando come commessa. Terminato il biennio a Firenze, nel 2003, mi sono trasferita per cinque anni nella Ville Lumière, studiando alla Sorbona, dove mi sono laureata nel 2009, completando poi il percorso con un master e uno stage di sei mesi, tramite l'università, presso uno studio legale francese, a circa 400 euro mensili che lì è il rimborso spese minimo garantito agli stagisti. In Francia le proposte di lavoro per i neolaureati sono decisamente più valide che in Italia, e inoltre la pratica forense deve essere svolta dopo aver superato l’esame di Stato anziché prima: non esiste una situazione di limbo come nel nostro Paese. Concluso lo stage, è stato spontaneo pensare a un’esperienza nell'Unione europea, nonostante lo studio presso cui lavoravo fosse disposto a offrirmi una posizione stabile. Avevo nostalgia di casa e l’occasione di candidarmi per l’ufficio del Parlamento europeo a Milano mi è sembrata ottima. Sono stata presa per tre mesi, senza percepire alcun compenso; successivamente, su invito della direttrice, ho rinnovato la candidatura per una borsa Schuman di cinque mesi, da marzo a luglio 2010, opzione generale, e sono passata. L’esperienza si discostava dalla mia formazione: l’ufficio di Milano è principalmente dedito alla comunicazione tra l’istituzione europea e i cittadini, per cui ho acquisito dimestichezza soprattutto nel settore ufficio stampa. Allo stesso tempo ho imparato a conoscere i portali telematici delle istituzioni europee, risorsa formidabile sotto svariati profili, tra cui il giuridico: qui è possibile reperire qualunque testo giuridico (direttive, regolamenti, sentenze), ma anche conoscere bandi europei, finanziamenti, diritti dei cittadini comunitari. Ho così acquisito abilità ancora piuttosto rare tra gli studenti e giovani lavoratori italiani, che mi hanno garantito un vantaggio curriculare. Grazie alla formazione giuridica ho anche tenuto lezioni sulla struttura delle istituzioni europee, molto utili per migliorare la capacità di parlare in pubblico.Terminato lo stage, avrei potuto tentare un concorso Epso per funzionari europei (godendo di un reddito migliore perché tarato sulla tassazione di Bruxelles),ma ho scelto di proseguire la carriera forense. Tramite il portale di Expo, la società di gestione dell’esposizione universale del 2015, all’epoca appena costituita, ho ottenuto un contratto di tirocinio con l’ufficio legale della società. L’esperienza è durata poco, da gennaio a marzo 2010, ma il compenso era buono - un po' più di 800 euro mensili - ed è lì che ho completato la mia pratica forense. Attualmente sono in attesa della prossima sessione di esami scritti per l’abilitazione all’esame da avvocato. Sto lavorando come libera professionista, in maniera autonoma, tramite un portale di avvocati europei. Finalmente posso dire che la formazione giuridica comincia a dare i primi frutti. Nel frattempo sogno un lavoro nelle istituzioni, alle quali sento di potermi candidare, avendo potenziato le mie competenze di diritto pubblico. Ammetto di essere molto contenta di aver studiato più di una lingua, perché questo ha reso più appetibile la mia figura professionale. Specie in Italia, dove sono ancora pochi i professionisti poliglotti adeguatamente preparati sul diritto europeo. Se guardo alla situazione di amici avvocati, riscontro che il loro lavoro non è adeguatamente retribuito: percepiscono mediamente tra 300 e 600 euro durante il praticantato, senza poi vedere migliorata la situazione una volta ottenuto il titolo di avvocato. Soltanto i grandi studi internazionali garantiscono uno stipendio equo per le necessità di un giovane avvocato, anche se si paga lo scotto di lavorare senza orari, dimenticandosi dei weekend, privandosi di una vita sociale. Ma la retribuzione rende indipendenti, e con la crescita professionale si può arrivare a gestire al meglio il proprio tempo. L’esistenza dell’Ordine degli avvocati e delle regole gerontocratiche che lo governano non sono poi di grande aiuto. Conosco la Carta dei Diritti degli Stagisti e credo sia molto utile impegnarsi in una battaglia per la giusta retribuzione del lavoro giovanile. Il lavoro è lavoro, e come tale va pagato. Può esistere una  iniziale formazione che giustifichi una retribuzione minima, ma bisogna permettere alle persone di assolvere ai propri impegni senza aumentare le proprie spese. Si rischia di perdere la motivazione, oppure di rinunciare a fare ciò che si ama per mansioni meglio retribuite. In questo senso avrei delle idee da proporre: mi piacerebbe che l’esperienza lavorativa cominciasse già durante gli anni universitari, di modo da presentarsi sul mercato del lavoro con un bagaglio di conoscenze; e inoltre ritengo giusta una riduzione del peso fiscale sul lavoratore dipendente, in un’ottica realmente progressiva della tassazione in base a fasce di reddito.Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Tirocini Schuman, un giurista precario tra Napoli e resto del mondo: la storia di Giuliano- Il sogno di un lavoro nella comunicazione: una ex stagista Schuman a caccia della buona occasione- Parlamento europeo, risoluzione contro i tirocini gratis e le aziende che sfruttano gli stagisti

Quando i conti tornano: dal tirocinio universitario al tempo indeterminato in Leroy Merlin

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Massimiliano Meuli, 29 anni, assunto a tempo indeterminato nel controllo gestione di Leroy Merlin a San Giovanni Lupatoto, vicino Verona.    Sono nato nel 1984 a Taranto, dove mi sono diplomato ragioniere programmatore. Dopo le superiori poi, a settembre 2003, mi sono iscritto ad Economia a Lecce, scegliendo l'indirizzo Management aziendale; corso che ho terminato a marzo 2007. Volevo continuare con la specialistica, ma l'università del Salento non mi convinceva più, le materie non mi piacevano, e avendo un fratello che all'epoca già lavorava a Milano - nessuno dei due ha ricalcato le orme famigliari: mio padre ha due negozi di calzature a Taranto - ho optato per la facoltà di Economia della Cattolica, che aveva corsi molto più interessanti per me. E con il senno di poi penso di aver fatto la scelta giusta. L'autunno successivo alla laurea triennale ho quindi iniziato a frequentare i corsi del curriculum Management per l'impresa, conseguendo poi la laurea biennale a dicembre 2009. Ho optato per una tesi sperimentale - che per altro dà diritto a qualche punto in più: io alla fine mi sono laureato con 98/110 - adempiendo nel frattempo all'obbligo, previsto dal piano di studi della specialistica, di svolgere un tirocinio, che era comunque un'esperienza che mi premeva fare per affacciarmi al mondo del lavoro e avere finalmente un riscontro pratico di quanto studiato in cinque anni. Sondando la disponibilità di varie aziende, mi sono imbattuto in un annuncio Leroy Merlin per uno stage di sei mesi, pagato, nel controllo di gestione; e ho inviato il mio curriculum per mail. Dopo non molto sono stato contattato telefonicamente e sono stato invitato al primo colloquio di selezione, a cui è seguito un secondo, entrambi superati.  Le condizioni dello stage, soprattutto in merito a rimborso e possibilità di assunzione, sono state chiare fin da subito: come stagista avevo  diritto a 500 euro netti mensili più ticket pranzo, e i sei mesi di formazione non erano strettamente finalizzati all'assunzione. Ho iniziato a luglio 2009, quando mancava qualche mese alla laurea specialistica, e mi sono occupato principalmente di reportistica e dell'aggiornamento di tutti i file usati dai negozi Leroy Merlin per analizzare l'andamento commerciale dei vari reparti. Verso l'ultimo mese di stage, proprio a ridosso della discussione della tesi, con mia grande gioia si è iniziato a parlare di una possibile assunzione e poi... il possibile è diventato reale: il gennaio successivo, concluso il progetto formativo, mi è stato proposto di rimanere in azienda come allievo capo settore Commercio, con un contratto a tempo determinato di 18 mesi e uno stipendio di circa 1600 euro lordi. Ho quindi iniziato a "farmi le ossa", stavolta da dipendente, nei negozi di Pantigliate, Assago e Rozzano, tutti nella periferia milanese, e ad agosto del 2010 sono stato trasferito nel negozio di Verona con nomina di Controllo di gestione negozio e un contratto a tempo indeterminato che prevede uno stipendio lordo annuale di 33.600 euro. Una cifra che mi permette di vivere solo e in maniera del tutto indipendente. Fortunatamente Verona è anche una città meno cara e più vivibile di Milano, dove tutto è più a portata di mano - ma della Milano da studente universitario ho comunque bellissimi ricordi. Ora quindi sono responsabile della gestione amministrativa e fiscale del negozio e gestisco il suo conto economico nelle varie fasce temporali di interesse: scenari di actual, forecast e piano a 3 e 5 anni. Non c'è che dire: in Leroy Merlin ho trovato una realtà diversa da quella a cui hanno abituato noi giovani e mi sento molto fortunato; la maggior parte degli stage servono solo alle aziende per spendere meno in costo del lavoro. Il mio invece è stato una porta di ingresso in una realtà in cui non solo mi trovo bene, ma dove sono sicuro di poter soddisfare le mie aspirazioni professionali. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!  

Stage in commissione Ue, poi la virata verso il commercio equo e solidale

Scade il 30 agosto il termine per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione Europea. Restano quindi due giorni utili per fare domanda. Il rimborso è di più di mille euro al mese e la durata cinque mesi, a partire da marzo 2014. Maria Livia Brauzzi, stagista a Bruxelles nel 2009, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza, poi sfociata nella cooperazione sociale.Ho trent'anni; la mia famiglia è di Roma ma abbiamo vissuto per molti anni all’estero - dalla Nigeria al Belgio, dal Kenya agli Stati Uniti - per via del lavoro di mio padre. In tutti questi posti ho sempre frequentato le scuole francesi, che mi hanno permesso di avere un’ottima formazione e di essere bilingue – oltre ad aver imparato molto bene l’inglese e discretamente lo spagnolo.
 Dopo la maturità sono tornata in Italia e ho studiato Filosofia a Roma Tre, prendendo nel luglio del 2007 la laurea magistrale: ero affascinata dalla materia e sopratutto da come essa veniva insegnata nel sistema scolastico francese, molto stimolante. L’università italiana mi ha fornito un approccio più "storico" rispetto a quello tematico che conoscevo bene. Avevo scelto Roma Tre rispetto alle altre due università romane perché più raccolta e aperta agli scambi accademici. Al terzo anno della triennale sono andata infatti a fare l’Erasmus in Francia, a Grenoble, perché volevo ritrovare l’approccio francese alla filosofia e alla storia. La mia tesi della triennale era su un filosofo francese, e anche quella della specialistica era su una tematica riguardante la Francia! Durante il liceo e nei primi anni di università ho sempre fatto la baby-sitter e occasionalmente ho dato ripetizioni. Subito dopo la laurea ho fatto uno stage di tre mesi in una casa editrice specializzata in fotografia e agenzia di comunicazione, la Peliti Associati: lì mi davano un rimborso spese di 300 euro al mese e io svolgevo mansioni di segreteria, correzione di bozze, redazione di testi, ufficio stampa. Avevo un ottimo rapporto con i colleghi grafici, da cui ho imparato molte cose che mi sono state utili più in là: ma non c’erano grandi prospettive se non rimanere a fare la segretaria. In seguito, a fine 2008, ho partecipato al programma di tirocini Mae-Crui, presso il Ministero degli Esteri - purtroppo non pagato - perché mi interessava il settore della cooperazione internazionale, soprattutto con i paesi africani. Sapevo anche della possibilità di svolgere un tirocinio presso la Commissione Ue quindi appena possibile ho riempito tutti i formulari per l’iscrizione al Bluebook. La durata dello stage è stata di cinque mesi (marzo-luglio 2009). Sono stata presa alla Direzione generale dello Sviluppo e dei rapporti con i paesi Acp (Africa, Caraibi, Pacifico): avevo come tutor sia il direttore generale, per il quale ho redatto un progetto di ricerca sulle politiche di sviluppo dell’Ue, sia una avvocatessa della Commissione che seguiva i negoziati per la revisione dell’Accordo di Cotonou. Il direttore generale lo vedevo poco, l'avvocatessa invece mi ha sempre portato con sé alle riunioni, mi ha fatto scrivere i report e mi ha spiegato esattamente le dinamiche, gli obiettivi e l’importanza di questo accordo. Dopo lo stage non mi è stato proposto nessun contratto perché era chiaro fin dall’inizio che non avevo intenzione di proseguire, il lavoro era troppo politico e in un ambito troppo specifico - quello legale - per me. Altri stagisti che miravano a rimanere hanno avuto la possibilità di farlo, perché hanno lavorato per questo obiettivo nei sei mesi di stage: sgomitando, facendo network. Ma non era quella la mia strada. Ho sempre svolto volontariato di vario tipo, così mi sono iscritta, sempre nel 2009, al master Asvi in Management delle organizzazioni no profit, che ho concluso nel 2010. Attualmente lavoro per una cooperativa sociale con un contratto a progetto part time, e uno stipendio di 800 euro al mese netti. Oltre a una serie di strutture d’accoglienza per bambini soli, disabili e donne in difficoltà, la struttura gestisce anche un progetto di economia solidale di sartoria e artigianato: il laboratorio solidale “Da tutti i Paesi”, dove le donne immigrate ex ospiti di una delle case-famiglia (Casa Betania) hanno la possibilità di fare un lavoro creativo. Mi occupo di far conoscere questa realtà e di creare contatti, espandere la rete commerciale attraverso diverse iniziative. Fin da quando frequentavo l’università ero volontaria in una bottega di commercio equo e solidale, e lo sono tuttora: ho capito che era l’ambito che più mi interessava e dove volevo crescere e formarmi, per questo il mio lavoro attuale mi piace molto e pur essendo un progetto piccolo sono contenta di occuparmi del sociale e di vedere i frutti del mio lavoro quotidiano. Ho sicuramente fatto tesoro di tutte le esperienze fatte all’estero e in altri ambiti lavorativi, anche se non tratto - quantomeno non direttamente - questioni internazionali. Per quanto riguarda i miei amici, dei miei coetanei qualcuno è realizzato e qualcuno arranca a trovare lavoro… Rispetto al sistema dello stage, penso che dovremmo imparare dai francesi a svolgerli durante il periodo universitario e non dopo: in Francia è addirittura vietato fare stage dopo aver finito gli studi. Sicuramente non è giusto che esistano stage senza compenso, per cui sarei per dare un rimborso spese anche minimo a chi va a lavorare per un periodo limitato in un’azienda. Però è anche importante non aspettare troppo per fare esperienze lavorative, quindi gli stessi stage gratuiti non andrebbero mai scartati, soprattutto se svolti nel settore che interessa. È bene non aspettare di trovare l’offerta perfetta su Internet: ho visto più di una volta persone prese per un tirocinio perché avevano mandato una lettera di autocandidatura, o avevano cominciato facendo volontariato presso un ente.   Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stage in Commissione europea: dall'ex Virginia Palmieri ecco una dritta per i candidati che supereranno la prima selezione- Laura Serrao: «Quanta fatica per riuscire a fare lo stage alla Commissione europea! Ma ne è valsa la pena: a distanza di due anni sono ancora qui. Assunta»- Carlotta Pigella, Torino-Bruxelles andata e ritorno: «Il mio stage alla Direzione generale Affari Marittimi della Commissione UE? Internazionale e professionalizzante»- Mae-Crui, la vergogna degli stage gratuiti presso il ministero degli Esteri: ministro Frattini, davvero non riesce a trovare 3 milioni e mezzo di euro per i rimborsi spese?