Chiudono il prossimo 15 maggio le selezioni per gli stage Schuman al parlamento europeo. Milleduecento euro il rimborso spese in palio e due le opzioni disponibili: generale o giornalismo. Quest'ultima è stata la scelta di Rossana Paolillo, giornalista 33enne che alla Repubblica degli Stagisti ha raccontato la sua esperienza di eurostagista nel 2005.
Di mestiere faccio la giornalista, con un occhio sempre attento all'Europa. Se mi chiedono di me, è così che mi descrivo. Ho 33 anni e vivo e lavoro nel barese, dove sono nata. Mi reputo molto fortunata perché a differenza di tanti coetanei non ho avuto bisogno di lasciare la mia terra per cercare il mio posto nel mondo del lavoro. Nonostante ciò negli anni ho colto diverse occasioni per guardarmi intorno e scoprire l'Europa, e non parlo solo di quella geografica.
Dopo gli studi superiori, presso un istituto tecnico commerciale in provincia di Bari, mi iscrivo alla facoltà di Scienze politiche all'università di Bari. E comincio la mia strada lavorativa senza nessuna influenza da parte dei miei genitori nelle mie scelte: entrambi hanno infatti tutt'altro impiego. Una tappa fondamentale nel mio percorso di avvicinamento alle istituzioni europee è stata la partecipazione a un corso sul diritto comunitario organizzato dal Centro culturale europeo di Bari in collaborazione con l’associazione Vittorio Bachelet di Putignano. Corso che si conclude nel 2002 con un viaggio a Strasburgo per partecipare alla Giornata Euroscola: studenti di tutte gli stati membri dell'Ue si ritrovano nell'emiciclo del Parlamento europeo e simulano i lavori parlamentari, dal dibattito in commissioni tematiche alla presentazione e approvazione in seduta plenaria. È una grande emozione, per la prima volta mi sento cittadina europea. In occasione del viaggio a Strasburgo sento parlare di tirocini nelle istituzioni e inizio a informarmi consultando il sito del Parlamento europeo. Il mio obiettivo è tornare presto a vivere le istituzioni europee.
Gli anni dell'università proseguono parallelamente a collaborazioni giornalistiche esterne con testate locali. Tra queste alcuni settimanali come Il Cosso o Il Faro new age, tutte pagate con compensi piuttosto contenuti, sui 15 euro ad articolo. Poi arriva la laurea in Scienze politiche, indirizzo politico-internazionale, con una tesi che mette a confronto la legislazione nazionale e i limiti posti dall'Europa sulle forme di democrazia diretta, nel febbraio del 2005. Successivamente parto per alcuni mesi in Inghilterra per perfezionare l'inglese e intanto continuo a cercare occasioni di stage nelle istituzioni europee. Così scopro che sono in tempo per candidarmi al tirocinio Robert Schuman: le domande vanno presentate entro maggio mentre l'esperienza formativa e professionale si svolgerà dall'ottobre 2005 al febbraio successivo. Posso scegliere di propormi per l'opzione generale o per quella giornalismo e ovviamente scelgo la seconda (avendo peraltro i requisiti: grazie alle collaborazioni maturate mi ero potuta iscrivere all'albo dei giornalisti pubblicisti della Puglia nel 2004). Mi sembra subito l'esperienza perfetta per le mie caratteristiche potendo unire agli studi sul diritto internazionale la passione giornalistica. Inoltre, a differenza di altri stage offerti dall'Ue, ha una durata di ben cinque mesi e - cosa non da poco - prevede una indennità (1200 euro al mese). Invio tutta la documentazione, inserendo come sede preferenziale quella di Strasburgo, e a luglio arriva la risposta: sono stata accettata, a settembre si parte. Sono destinata all'Ufficio dell'informazione del Parlamento Europeo di Strasburgo e nei mesi di tirocinio mi viene assegnato dal mio responsabile di stage l'incarico di redazione di una brochure informativa che servirà a pubblicizzare Euroscola, lo stesso progetto a cui io stessa avevo partecipato con grande entusiasmo anni prima; inoltre mi occupo di assistere i funzionari europei nell'organizzazione pratica della giornata di accoglienza agli studenti europei coinvolti nel progetto e di tenere visite guidate ai gruppi ospiti all'interno del palazzo di Strasburgo; durante le sedute plenarie seguo le conferenze stampa e le discussioni nell'emiciclo. Nel tirocinio è prevista anche l'occasione di una missione in altre sedi dell'istituzioni e scelgo di recarmi a Bruxelles.
Essendo un'esperienza formativa a termine non c'è possibilità di prolungarla né di convertirla in altre formule di collaborazione professionale ma colgo l'occasione per candidarmi a un bando per agenti temporanei, sperando di poter presto tornare nell'Europa delle istituzioni. In realtà ciò non avverrà mai perché tornata in Italia inizio a lavorare in modo stabile nella redazione di un giornale locale, Il Fax, per cui avevo iniziato a scrivere - come collaboratrice esterna - prima della partenza per l'Europa. La mia strada professionale diventa quella del giornalismo, con un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio poco superiore ai mille euro. Resto però con un occhio sempre attento all'Ue e occasionalmente collaboro con portali di informazione che si occupano di Europa.
Per quanto mi riguarda il tirocinio al Parlamento europeo è stato un'ottima opportunità per vivere da protagonista le istituzioni europee, per conoscere dall'interno l'organizzazione, e soprattutto per sentire davvero quel vero spirito europeista purtroppo ancora poco presente nelle periferie d'Europa. Per me le vere occasioni lavorative sono arrivate da altre strade ma è un'esperienza che comunque consiglierei, tenendo ben presente però che dopo lo stage le occasioni per rimanere nelle istituzioni europee vanno cercate attraverso altri canali.
Testo raccolto da Ilaria Mariotti
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Tirocini all'Europarlamento con 1200 euro di rimborso, aperte le candidature per 200 posti
- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»
- Il sogno di un lavoro nella comunicazione: una ex stagista Schuman a caccia della buona occasione
E anche:
- Giornalisti a tutti i costi, il business dei mille corsi
Community