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Neet, in Bosch un progetto sperimentale per portarli nel mondo del lavoro: 6 mesi di stage a 1.000 euro

L'Italia è maglia nera in Europa per numero di giovani che non studiano e non lavorano. Secondo gli ultimissimi dati statistici diffusi dall'Eurostat il nostro è il Paese europeo con più Neet (Not engaged in education, employment or training): nel 2017 un giovane italiano su quattro (25,7%) di età compresa tra i 18 ei 24 anni non era né occupato né impegnato in un percorso di istruzione o formazione. Nonostante il lieve miglioramento rispetto al 2016 (26%), restiamo fanalino di coda nell'Ue, dove la media è del 14,3%.  Proprio per contribuire a ridurre la quota di Neet nasce la nuova iniziativa di Bosch, azienda che fa parte dell'RdS network ed è da sempre molto attiva nei percorsi di orientamento e formazione. Qualche giorno fa, presso l’Auditorium Bosch Milano, si è tenuto il kick off del nuovo progetto NEETandiamoavincere contro la disoccupazione giovanile. L’obiettivo è quello di aiutare i Neet a inserirsi nel mondo del lavoro, attraverso una serie di attività mirate a orientarli verso il loro futuro professionale.Per la prima edizione del progetto, ancora sperimentale, sono stati selezionati otto ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni, disoccupati da almeno dodici mesi e residenti in Italia. «Tre ragazzi si sono candidati tramite la piattaforma JustKnock, inviando un proprio progetto, e due di loro sono stati scelti. Per i restanti sei, il recruiting è avvenuto attraverso la banca dati del nostro partner Randstad», spiega alla Repubblica degli Stagisti Francesca Bosco, HR Employer Branding per Bosch Italia e già Project Manager del progetto Allenarsi per il futuro. I giovani selezionati hanno subito iniziato il loro percorso di formazione e lavoro presso Bosch e altre aziende partner dell’iniziativa, tra le quali Randstad; la start up teramana Aperegina; Carter&Benson, agenzia di consulenza manageriale; ed Oerlikon, società metallurgica svizzera. «Il progetto è ovviamente inclusivo», precisa Bosco «e resta aperto a tutti gli attori del mondo del lavoro che hanno competenze, voglia e coraggio nel dare un contributo in favore della lotta alla disoccupazione giovanile, vera piaga sociale della nostra Italia».Il percorso durerà sei mesi, durante i quali i ragazzi percepiranno un rimborso spese mensile di 1.000 euro netti, molto più di quello “consueto”, il che è sicuramente un segnale significativo. Tante e diverse le loro storie. Come quella di Antonio, barese, diplomato geometra, e già iscritto a Garanzia Giovani, senza però aver ottenuto un tirocinio. A convincere i selezionatori è stato il suo progetto di un metodo di selezione alternativo al colloquio conoscitivo. O quella di Marilena, nata in una piccola realtà abruzzese, e sfiduciata dalla mancanza di opportunità del suo territorio di origine. Le attività ruoteranno intorno a dodici transversal life skills: pensiero critico, intelligenza emotiva, spirito d’iniziativa, comunicazione attiva, problem solving, creatività, diversità, autocoscienza, decision making, flessibilità/trasversalità, visione di insieme, e gestione del tempo, dello stress e del proprio lavoro. I giovani NEET saranno accompagnati  dai “campioni di vita”, sulla scia dell'altra fortunata iniziativa di Bosch, Allenarsi per il futuro. Hanno partecipato al kick off del progetto i runner Ivana De Martino e Alberto Cova, la ginnasta Daniela Massironi, il calciatore Moreno Torricelli, il cestista Marco Mordente, la pallavolista Rachele Sangiuliano, il serial driver Gian Maria Gabbiani e il campione di apnea Mike Maric. Gli sportivi resteranno in costante contatto con i giovani NEET - attraverso call, messaggi e periodici incontri - per motivarli e aiutarli a mettere a frutto le loro passioni e i loro obiettivi. Inoltre i ragazzi saranno seguiti da un mentor aziendale, che coordinerà il progetto e permetterà di sviluppare una formazione efficace. E ancora, mensilmente incontreranno degli esperti di benessere, che li indirizzeranno verso stili di vita corretti ed equilibrati; e una psicologa, recruiter e coach, che li aiuterà a curare il loro personal branding e i loro profili social.Perché si parla di creare futuri “imprenditori di se stessi”? «L’hashtag del progetto è #conoscitestesso» spiega Francesca Bosco «perché partiamo dal presupposto che se questi ragazzi sono arrivati a non avere un’occupazione per almeno un anno è probabilmente anche per mancata conoscenza della propria personalità. Per questo vorremmo rinfrescare i loro talenti e seguirli, partendo dalla persona per arrivare all’insegnamento di un mestiere. E magari non tutti, ma almeno uno di loro potrebbe arrivare ad aprire una start up». Se il lancio del progetto darà i risultati attesi, si ripartirà ufficialmente a gennaio, quando la selezione dovrebbe essere allargata a venti ragazzi, al fine di offrire sempre più possibilità a quei giovani “invisibili” della società che non svolgono né attività formativa né lavorativa.Rossella Nocca

Pochi giorni ancora per candidarsi al NeaPolis innovation Campus, opportunità per i giovani campani appassionati di elettronica

«Al giorno d’oggi bisogna saper fare non solo sapere»: questo è il NeaPolis innovation Summer Campus nella sintesi di uno dei giovani che vi hanno partecipato. Il programma è un'opportunità destinata ai giovani campani dalla STMicroelectronics insieme a cinque università: la Parthenope e la Federico II di Napoli, l’università di Salerno, gli atenei della Campania e del Sannio.Il Summer Campus è un evento, giunto alla sua quinta edizione, che si svolge con cadenza annuale nella sede dell’azienda ad Arzano, Napoli. Un campus che, questa volta per 11 giorni, ospita dalle 9 del mattino alle 6 del pomeriggio laureati o laureandi in ambito tecnico scientifico provenienti dagli atenei campani. Quest’anno i posti a disposizione sono per cento partecipanti che gratuitamente – quindi senza pagare alcun costo di iscrizione – seguono seminari intensivi sui microcontrollori a 32 bit e sui sistemi operativi real time. Poi, dopo una prima fase di lavoro individuale, vengono raggruppati in team per ideare e sviluppare un progetto, avvalendosi anche della scheda di sviluppo che gli viene fornita gratuitamente a inizio campus, che viene presentato l’ultimo giorno ad un pubblico selezionato.Nelle prime quattro edizioni il Summer Campus ha visto partecipare 250 studenti, quasi tutti entusiasti dell'esperienza. Come Rocco Marco Guglielmi, 31 anni, laureato presso l’università di Salerno e affezionato frequentatore del Summer Campus fin dal 2014, prima come student tutor e dal 2017 come tutor. «All’evento partecipano due figure: i tutor aziendali, professionisti che lavorano su determinate tematiche, e gli student tutor, studenti che danno un contributo attivo avendo partecipato a precedenti edizioni» spiega: «Io feci uno stage in ST per la laurea triennale e il mio tutor dell’epoca e organizzatore dell’evento mi chiese una mano per preparare le lezioni della prima edizione, con il ruolo di tutor studente volontario». Quell’anno su circa 40 partecipanti la stragrande maggioranza era della Federico II di Napoli, mentre dall’università di Salerno oltre a Guglielmi c’erano altre sei-sette persone. Da allora è tornato ogni anno come student tutor all’evento fino al 2017 quando è stato assunto in ST ed è diventato tutor.I tutor sono, quindi, professionisti assunti in ST che lavorano regolarmente con i microcontrollori e a cui viene affidato il compito di organizzare il corso, indicare il percorso didattico, dare una mano agli studenti. «I tutor aziendali sono però al massimo due – tre persone, troppo poche per gestire tutti i partecipanti», spiega Guglielmi. «Ecco perché sono affiancati da studenti, che chiamiamo tutor studenti volontari, figure esterne ad ST che hanno partecipato a precedenti edizioni del Campus e che vengono solo per gli undici giorni del programma, dando supporto al tutor nel fare lezione. E talvolta fanno anche lezioni di una mezz’ora, anche per farli esercitare a parlare in pubblico. Come se fossero degli assistenti dei tutor». L’azienda STMicroelectronics si è insediata a Napoli nel 2001 e si è subito scontrata con la difficoltà di entrare in sintonia con i tanti atenei che in regione offrono corsi di laurea in ingegneria elettronica. Da qui l'idea di avviare NeaPolis Innovation, «un programma per alleggerire i problemi burocratici e di regolamentazione degli stage tra un’azienda non napoletana con le università del territorio» spiega alla Repubblica degli stagisti Laura Sipala, dell’ufficio stampa e relazioni pubbliche di ST.Il NeaPolis Innovation diventa un accordo di collaborazione stabile con le università campane nel campo della ricerca e della formazione tecnico scientifica, con eventi e seminari aperti a studenti e piccole e medie imprese del territorio, a cui aderiscono anche, Micron, Confindustria Campania, Cnr, Enea. Cuore del programma, il Summer Campus: «Con l’obiettivo di dare agli studenti un’idea del lavoro in azienda. La nostra è un’operazione culturale: ha l’obiettivo di far conoscere il mondo dell’elettronica e microelettronica e far crescere nei partecipanti la conoscenza di quello che possono fare», spiega Sipala.Così è stato anche per Guglielmi che dice: «Di solito il dieci per cento degli studenti torna come student tutor l’anno seguente, rispondendo a una chiamata sui social media durante il mese di aprile. Anche quest’anno c’è stata una forte risposta, con dieci volontari». Per prendere parte al campus ci sono, logicamente, delle competenze richieste: avere un profilo quanto più tecnico possibile e saper programmare quantomeno in C. L’aggiunta di competenze di base di elettrotecnica ed elettronica è un aiuto in più. «Di solito gli studenti arrivano da ingegneria informatica, elettronica e delle telecomunicazioni, a volte anche qualche matematico e chimico».Per partecipare al Summer Campus la regola base è non avere alcuna esperienza di sistemi embedded, di microcontrollori, che è poi l’argomento di cui si parla nel corso degli undici giorni. «La vera selezione la fanno i docenti universitari che raccolgono le partecipazioni degli studenti selezionando chi ha un profilo abbastanza formato per apprendere i progetti di cui si parlerà», spiega Guglielmi. «Di solito studenti al terzo anno della laurea di primo livello, ma anche ragazzi all’inizio della magistrale. Se poi qualcuno scopre del campus attraverso i social media e vuole iscriversi, chiediamo un parere al docente di riferimento e accettiamo tutti». Iscrizioni che al momento sono in corso e vanno effettuate entro il 30 giugno. Poi il campus si svolge a inizio settembre, - quest’anno per la precisione da giovedì 30 agosto a domenica 9 settembre.Lo stretto rapporto tra le università e il Campus lo dimostra anche la testimonianza di Matteo Caiazzo, 22 anni, neolaureato dell’università Parthenope, che ha partecipato al programma nel 2017. «Il mio professore di architettura di sistemi a micro processione, Luigi Cozzolino, aveva organizzato una giornata all’università con il direttore della STMicroelectronics, Alan Smith, per introdurci l’argomento. Mi aveva proposto di partecipare ma ero solo un laureando e pensavo di non essere all’altezza, ci ho messo un po’ prima di dire sì. I posti sono limitati per ateneo e alla Parthenope eravamo in pochi, quindi non avevamo difficoltà a rientrare nel numero». Oggi è convinto che il Summer Campus gli abbia dato degli sbocchi lavorativi in più: «Presa la triennale sono stato contattato da parecchie aziende che hanno visto il mio curriculum su Almalaurea e apprezzato questa esperienza. Ho ricevuto varie proposte di stage ma per ora aspetto, perché ho intenzione di prendere la laurea magistrale che comincerò a settembre». L’esperienza non si è conclusa qui, perché quest’anno farà lo student tutor, rientrando quindi nel gruppo di studenti delle edizioni precedenti che aiutano i tutor nello svolgimento delle lezioni. «Il Campus fa un po’ da tramite tra l’università e il mondo del lavoro: si inizia a capire com’è una vita in azienda, anche negli orari. Ed è una voce importante in curriculum che non bisogna lasciarsi scappare». Nel 2017, quando ha partecipato, c’erano una cinquantina di persone ma la percentuale di donne era soltanto del venti per cento. Un dato più alto della media di donne partecipanti, che in quattro edizioni si attesta intorno al dieci per cento.Qualche ragazza comunque per fortuna c'è. «È un dato che rispecchia la situazione attuale universitaria» si rammarica Maria Elena Gragnaniello, che ha partecipato l’anno scorso a 25 anni appena laureata in ingegneria biomedica, informatica e delle telecomunicazioni alla Parthenope. Oggi è iscritta al corso magistrale di ingegneria delle telecomunicazioni alla Federico II e, dice, «anche qui, in media seguo corsi dove su quaranta partecipanti siamo solo sette donne». Consiglia il Summer Campus perché permette di ampliare «la conoscenza pratica che all’università manca, per un deficit di organizzazione di laboratori e corsi pratici. Per me è stata un’ottima esperienza, invito tutte le donne a partecipare, perché è importante dal punto di vista tecnico, personale e professionale».Uno degli aspetti del Summer Campus che piace molto è la possibilità di costruire un progetto e presentarlo in fase finale a un pubblico, di solito costituito da un assessore regionale – negli ultimi anni quello all’internazionalizzazione e start up della regione Campania, Valeria Fascione - dal direttore di ST e da altri docenti universitari. «Sono stata la portavoce del mio gruppo» racconta la giovane ingegnera. «Così ho scoperto una certa dedizione agli aspetti di marketing del prodotto, che ora cerco di approfondire». Oggi oltre a studiare ha fondato una start up, Carpitech, inserita nell’incubatore Campania New Steel, che ha sede a Città della Scienza. Proprio il posto in cui aveva trovato l’annuncio del NeaPolis innovation Summer Campus con l’elenco dei professori a cui chiedere informazioni.Ma è il confronto con il pubblico che ascolta la presentazione dei progetti finali il punto forte secondo i tre ex partecipanti del Summer Campus: «Per me» aggiunge Guglielmi, «è stato fondamentale, dandomi la possibilità di imparare a parlare in pubblico, prima non ero per niente un gran chiacchierone». Agli interessati al programma non resta che affrettarsi, contattare i docenti di riferimento delle cinque università campane indicati nel bando o, nel caso si provenga da università fuori regione, direttamente l’organizzazione del NeaPolis innovation.Marianna Lepore

Scuola di Politiche 2019, candidature fino al 29 giugno

Fino alla mezzanotte del prossimo venerdì 29 giugno i ragazzi nati tra il 1° gennaio 1992 e il 31 dicembre 1999 potranno partecipare al bando per la Scuola di Politiche 2019. Nata nel 2015 per iniziativa del politico sardo Marco Meloni e di un Enrico Letta desideroso di dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni dopo le dimissioni da presidente del consiglio e da parlamentare, la Scuola di Politiche (per semplicità, SdP) arriva quest’anno alla sua quinta edizione. Si tratta di un corso annuale che va da settembre a maggio e le cui lezioni si svolgono un venerdì al mese, dalle 10 alle 18, a Roma presso la sede dell’Arel – il centro di ricerca fondato da Nino Andreatta, economista democristiano più volte ministro tra gli anni Ottanta e Novanta, alla cui memoria la scuola è dedicata. L’intento del corso è quello di veicolare «contenuti che danno un senso effettivo alla politica, intesa come passione per il bene comune, tensione etica, sistema di valori che sta alla base dell’impegno pubblico», come si legge sulla home del sito. L’offerta didattica della scuola si articola in lezioni frontali su temi generali come Europa, economia internazionale ed organizzazione dello Stato. Il corso è arricchito da seminari, conferenze, simulazioni d’aula e workshop monografici su grandi temi di attualità come la robotica, le politiche pubbliche in materia di sanità o il rapporto tra Stato e mercato –  non a caso, gli argomenti su cui si sono focalizzati i corsi specialistici del 2017-18. I ragazzi che partecipano alla Scuola di Politiche hanno inoltre l’opportunità di visitare le istituzioni europee con una due giorni di full immersion a Bruxelles, che si chiude con la simulazione dei lavori di una commissione parlamentare, con gli studenti che per un giorno prendono posto sugli scranni degli eurodeputati. Perché «la politica, e ancor più le “politiche”, non si possono studiare in modo manualistico, ed è necessario dare una vera idea di come si svolge l’attività politica».La SdP può contare su più di settanta tra docenti qualificati e speaker, oltre che su ospiti autorevoli che, nel corso degli anni, hanno contribuito alle attività del corso. Tra le figure che hanno tenuto conferenze o lezioni straordinarie vi sono Emma Bonino, Romano Prodi, Giorgio Napolitano, Marc Lazar, Herman Van Rompuy e Carlo Cottarelli, e tanti altri. Fondamentale è il ruolo del board esecutivo, formato dal direttore Marco Meloni e da Grazia Iadarola, Elisabetta Calise, Alessandro Aresu, Marco Bani, Andrea Garnero, Marco Laudonio e Valerio Bordonaro. Figure giovani e già affermate nel mondo delle relazioni internazionali e delle scienze politiche, spesso già in posizioni di prestigio in enti pubblici nazionali o organismi internazionali: alcuni rappresentano veri e propri punti di riferimento per i ragazzi che partecipano alla Scuola.L’ingresso alla SdP è riservato a cento ragazzi tra i diciannove e i ventisei anni, maturandi inclusi. Partecipare al bando di ammissione è semplice: basta andare sul sito, cliccare sul link in homepage e, seguendo i passaggi, inserire le informazioni richieste. (Qui i “quattro motivi per candidarsi” formulati nel 2016 dalla fondatrice della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina – validi ancor oggi!)Oltre alle informazioni personali, alla carriera scolastica, universitaria e lavorativa, e al curriculum, ogni candidato deve anche descrivere in mille battute quali sono a suo parere le priorità politiche per l’Italia del futuro. Va allegato anche un video di autopresentazione di un minuto, da caricare su YouTube o su Vimeo. Le candidature saranno valutate da un Comitato guidato da Emma Bonino, storica leader radicale e già commissaria europea e ministra, e dall'ex direttore dell’OMC Pascal Lamy; le selezioni saranno fatte «sulla base di criteri di diversità e inclusione (di genere, territoriale, cultura politica), di performance negli studi, di passione per la cosa pubblica». In media ogni anno arrivano oltre 600 richieste di ammissione alla scuola, da tutta Italia e specialmente dal Lazio – anche perché le lezioni si svolgono a Roma. Ma dalla Scuola fanno sapere che, tra i criteri di selezione utilizzati, vi è quello di far sì che gli studenti della SdP provengano da tutte le zone del Paese. Nelle quattro precedenti edizioni la Scuola ha accolto complessivamente 400 studenti provenienti da percorsi di formazione molto diversi tra loro. Studenti o laureati in medicina, ingegneria, fisica, scienze politiche, economia, giurisprudenza, relazioni internazionali, scienze della comunicazione, cooperazione e sviluppo e non solo: la differenza di background è una caratteristica su cui alla SdP puntano molto. Tutti i partecipanti sono uniti dal filo rosso della passione per l’impegno politico e dalla curiosità per l’apprendimento, in un’ottica molto internazionale. Per chi desidera mettere a frutto la propria passione per la cosa pubblica, a prescindere da quello che è il proprio background, anche quest’anno la Scuola di Politiche potrebbe essere il posto giusto. Ulteriore incentivo il fatto che la SdP sia completamente gratuita – i costi sono, infatti, tutti a carico dell’Arel – e che per gli studenti che vivono fuori Roma sia possibile richiedere un sostegno economico per le spese di viaggio. E per chi ha già compiuto ventisei anni? È possibile iscriversi alla community «Amici della Scuola» o chiedere di partecipare alla Summer School organizzata dalla Scuola di Politiche ed aperta anche a non studenti sino ai trent'anni. L'edizione 2018 della Summer School, come gli scorsi anni, si terrà a settembre a Cesenatico.Giulio Monga

Tutto quello che c'è da sapere sullo stage, iscrizioni aperte per il workshop gratuito di Eleonora Voltolina alla Job Fair della Statale

Quali sono i diritti e doveri degli stagisti? Come si riconosce una buona opportunità di tirocinio da una fregatura, quali sono i fattori da tenere in considerazione nel momento in cui si valuta una proposta di stage? Il web è stracolmo di annunci che propongono tirocini di tutti tipi: sembra proprio che questa modalità sia ormai la principale per permettere di fare i primi passi nel mondo del lavoro. Ma scegliere bene è molto importante, per evitare di perdere tempo, incappare in delusioni e frustrazioni, fare in modo che l’esperienza di stage sia effettivamente formativa e arricchisca il curriculum. La Repubblica degli stagisti in questo panorama è da quasi un decennio a fianco dei giovani, e ha sviluppato negli anni un enorme know-how su questo tema. Proprio per questo la sua fondatrice, la giornalista Eleonora Voltolina [qui a fianco, un fotogramma del mini-video di lancio con i suoi tre consigli agli aspiranti stagisti], di recente ha messo a punto un workshop formativo per guidare i giovani nell'intricato mondo dello stage e aiutarli a orientarsi.Già realizzato con grande successo in alcuni nell’ambito di alcuni master, il workshop “Tutto quello che c'è da sapere per scegliere uno stage di qualità” approda ora alla Job Fair dell’università Statale di Milano. L’appuntamento è per la mattina di mercoledì 20 giugno: gli stand saranno allestita nei bellissimi cortili e corridoi della sede centrale della Statale, in via Festa del Perdono 7. Il workshop, a ingresso gratuito, comincerà alle 10:30 nella Sala di rappresentanza; avrà una durata di due ore e un ampio spazio nella parte finale sarà dedicato a rispondere alle domande specifiche dei partecipanti. L’iscrizione al workshop è aperta tutti: non solo quindi studenti e neolaureati della Statale, ma anche di altri atenei, e più in generale a tutti coloro che sono interessati a saperne di più su questo tema. Per iscriversi basta compilare il form a questo link: l'iscrizione sarà possibile fino a esaurimento posti. Per tutta la durata della giornata, inoltre, saranno a disposizione anche gli stand di oltre 100 aziende selezionate dal Cosp della Statale tra quelle che offrono effettivamente opportunità di stage e lavoro, soprattutto per i profili professionali correlati alle facoltà esistenti in ateneo. In particolare saranno presenti con il loro stand anche ben sei aziende che fanno parte dell’RdS network, il circuito di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, che si sono impegnate a garantire ottime condizioni di stage e trasparenza in merito alle proprie policy di recruiting e assunzione: si tratta di Everis, EY, Flixbus, Mars, Mercer, Sdg Group. Se siete interessati a partecipare al workshop non vi resta che cliccare sul format inviare la vostra prenotazione. Ci vediamo mercoledì 20!

Opportunità di stage a 800 euro al mese all'Italian Trade Agency: il bando Ice scade il 22 giugno

C’è tempo fino a venerdì 22 giugno per candidarsi al nuovo bando dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l'Ice, che mette a disposizione tirocini curriculari ed extra-curricolari da svolgere presso i suoi uffici di Roma e Milano.L’Ice – da qualche anno ribattezzata Italian Trade Agency – è l’agenzia governativa che si occupa di sviluppare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l’estero e opera al fine di sviluppare l’internazionalizzazione delle imprese italiane nonché la commercializzazione dei beni e servizi italiani nei mercati internazionali. Una vera e propria agenzia che agisce per affermare le eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo, e che apre ogni anno le porte delle proprie sedi a studenti, laureati o inoccupati con la volontà di vivere un’esperienza stimolante e professionalizzante.I tirocini messi a bando sono infatti di due tipi: 16 tirocini extra-curricolari, rivolti a candidati in stato di inoccupazione/disoccupazione iscritti al centro per l’impiego; e un numero non predefinito di tirocini curricolari, per studenti iscritti a percorsi di formazione universitari italiani (ossia corsi di laurea, master o dottorato di ricerca) che richiedono il rilascio di crediti formativi (cfu). Da notare un aspetto curioso: vengono inspiegabilmente considerati curricolari anche i tirocini svolti entro 12 mesi dal completamento del percorso formativo, sebbene «ciò non impedisca che gli stessi soggetti possano candidarsi anche per un tirocinio extra-curricolare», spiegano dall'ufficio stampa Ice. Attenzione però: l'indennità mensile è un diritto per i tirocinanti extracurricolari, mentre è facoltativa  per quelli curricolari. E infatti purtroppo l'Ice paga i suoi stagisti extracurriculari, mentre non paga quelli curricolari.Niente indennità nemmeno per i tirocini all'estero: l'Ice consente infatti ai ragazzi interessati di svolgere tirocini curricolari anche presso le sue sedi estere, posti che non rientrano nel presente bando ma a cui l'aspirante stagista dovrà candidarsi autonomamente contattando di persona la sede prescelta. Il problema è che anche per questi tirocini non è prevista un'indennità, costringendo così gli studenti a sborsare soldi di tasca propria per trasporti, vitto e alloggio. Ma in quanti potranno permetterselo? Tornando al bando, e sopratutto alle 16 opportunità che prevedono un rimborso di 800 euro al mese: per quanto riguarda i requisiti di accesso, per entrambe le tipologie di tirocinio (extracurricolari e non), non sono previsti limiti di età. Competenze minime per la presentazione della candidatura sono un’ottima conoscenza dell’inglese e del pacchetto Office, oltre ad alcune competenze aggiuntive specifiche (v. sotto).Le candidature pervenute in occasione del precedente bando, che era stato pubblicato nel luglio del 2017, erano state circa 400; quelle al momento pervenute per questo bando, dice l'Ice alla Repubblica degli Stagisti, sono già circa 200. Numeri decisamente alti se si pensa che i tirocini extra-curricolari messi a disposizione sono solamente 16; qualche speranza in più può essere invece nutrita dai candidati curricolari, il cui numero di chances resta però ignoto.I tirocini hanno una durata massima di sei mesi e si svolgeranno nel periodo che va dall’autunno 2018 alla primavera 2019. A beneficiare di un’indennità finanziaria saranno però, come detto, solo i beneficiari dei tirocini extra-curricolari, che prevedono un’indennità lorda di 800 euro mensili, in linea con la nuova legge regionale del Lazio, dove l'Ice ha la sua sede legale; mentre per i tirocini curricolari è previsto solamente il rilascio di crediti formativi.Andando a vedere nello specifico le attività proposte, si può fare subito una distinzione tra quelle per lo svolgimento delle quali è sufficiente avere un titolo di laurea triennale e quelle per cui è invece richiesta la laurea magistrale. Basta una laurea triennale per le posizioni di stage presso gli uffici di sei delle strutture dell'Agenzia: Comunicazione e relazioni esterne, per candidarsi al quale è richiesta, come competenza specifica aggiuntiva, la conoscenza degli applicativi di illustrazione grafica; Pianificazione strategica e controllo di gestione; Coordinamento attrazione investimenti e Promozione e investimenti (si tratta apparentemente di due uffici distinti), per cui serve una qualche esperienza o studi in campo internazionale; Servizi formativi; e l’agenzia Ice-sede di Milano, per cui è richiesta una laurea in materie giuridico-economiche più conoscenza di Google app (drive, sites), MailChimp o Eloqua. Bisogna invece avere una laurea magistrale se ci si vuole candidare alle posizioni nelle restanti strutture Ice. In particolare, per il settore Coordinamento marketing sono richieste competenze nel campo del marketing e della gestione del cliente, nonché degli applicativi cms siti web; per il Supporto affari giuridico-legali e assistenza organi istituzionali, una formazione giuridica e l’aver svolto preferibilmente la pratica forense; per il Coordinamento, amministrazione e organizzazione risorse umane una laurea in economia; per la Gestione giuridica e sviluppo risorse umane è preferibile una laurea in giurisprudenza. Ci sono poi la Presidenza, dove è richiesta una specifica capacità di analisi statistica;  il Coordinamento promozione del made in Italy, per il quale è indispensabile una base di conoscenze contabili; l'fficio Tecnologia industriale, energia e ambiente, che richiede ai candidati conoscenze informatiche avanzate; e infine l'ufficio Agroalimentari e vino, per il quale non sono richieste competenze specifiche. Sono disponibili sul bando informazioni più dettagliate sulle attività che i tirocinanti svolgeranno presso ciascuno degli uffici.Come candidarsi? Una volta scelta l’area di interesse, basta accedere al form online e inserire dati anagrafici, tipologia di stage per cui ci si vuole proporre, titolo di studi, ente di formazione – per i tirocini curricolari – ed eventuale iscrizione al centro per l’impiego per quelli extracurricolari. Dopodiché non resta che aspettare e sperare: sul bando è precisato infatti che «solamente i candidati ritenuti maggiormente idonei alle attività da svolgere saranno contattati dall’Agenzia per svolgere un colloquio conoscitivo presso la sede di Roma o di Milano». Per i non selezionati resta invece la possibilità di presentare nuovamente la propria candidatura al prossimo bando, la cui uscita è prevista a novembre di questo anno per tirocini da svolgere a partire dalla primavera 2019.Giada Scotto

Regione Lombardia, dal 9 giugno in vigore la normativa sugli stage extracurriculari

Finalmente la Lombardia ha pubblicato i decreti dirigenziali che definiscono i suoi standard di convenzione e di progetto formativo per gli stage extracurriculari, e da sabato 9 giugno entra in vigore la nuova normativa. Era questo, infatti, l’ultimo scoglio da superare per vedere le nuove misure diventare ufficialmente operative. La Repubblica degli Stagisti ha seguito fin da dicembre l’iter legislativo, pubblicando in anteprima i contenuti della bozza del provvedimento e intervistando un sindacalista della Cisl per fare il punto sulla novità dell’utilizzo del Quadro regionale degli standard professionali.I contenuti di base della normativa sono quelli che erano già stati resi noti con la bozza: in particolare, aumento a 500 euro al mese di rimborso spese (100 in più di quanto era indicato nella normativa precedente) e 300 euro nel caso di stage all’interno della pubblica amministrazione. La durata massima, invece, è stata collegata al Quadro regionale delle competenze e al livello delle competenze EQF (European Qualifications Framework) del tirocinio. In sostanza, mentre per le mansioni con competenze referenziate con EQF di livello 1 (per esempio, manovale) non sarà più attivabile lo stage, per i tirocini che richiedono competenze referenziate con EQF di livello 2 e 3 (gelatiere, cassiere...) la durata massima sarà di sei mesi, prorogabili fino a dodici nel caso sia prevista l’acquisizione di competenze EQF almeno di livello 4 – la scala arriva fino al livello 8. Di conseguenza, i tirocini con EQF pari o inferiore a 3 dureranno al massimo 6 mesi. Vengono inoltre confermati tutti gli altri aspetti contenuti nella bozza, in particolare le deroghe numeriche in base alla percentuale di assunzione post stage. In una recente riunione di approfondimento promossa dallo Ial Cisl Lombardia due tecnici della Regione, Alessandro Corno e Agostino Gagliardi, hanno fatto il punto su alcune delle prime FAQ che sono state condivise sul sito di Regione Lombardia – aggiornate al 1° giugno 2018 e disponibili a questo link. In particolare gli esperti hanno spiegato come la convenzione di tirocinio sia rimasta di fatto uguale a quella della normativa precedente, soltanto un po’ snellita: si ricorda, a questo proposito, che ciascuno stage richiede una convenzione diversa a seconda che si tratti di tirocini curriculari o extracurriculari, individuali o collettivi e così via. Il tirocinante firma il progetto formativo e prende visione della convezione tra le due parti, soggetto promotore e soggetto ospitante. Questi documenti non devono più essere inviati alla Regione - una scelta comprensibile, dato che con 75mila tirocini attivati soltanto l’anno scorso, la Lombardia rischiava di vedersi di nuovo sommersa da tonnellate di carta. L’indicazione però è che, in caso di ispezione, entrambi questi documenti debbano trovarsi a portata di mano da parte del soggetto ospitante. Fanno eccezione i tirocini extracurriculari per cittadini comunitari residenti all’estero, per i quali Regione Lombardia invierà la documentazione al consolato competente. E per quanto riguarda potenziali punti critici? Sui freelance la Regione chiarisce come per questi lavoratori il tirocinio possa essere attivato a patto che la Partita Iva non abbia avuto “movimentazione” negli ultimi dodici mesi. Ma molte Partite Iva sono giovani che, vivendo di lavori occasionali, di fatto così vengono esclusi dalla possibilità di intraprendere uno stage per fare fronte a una situazione di instabilità lavorativa. Secondo Corno e Gagliardi questo non è stato un punto oggetto di discussione in sottocommissione: il problema, in sostanza, rimane. Altro caso emblematico è quello dei parrucchieri e degli estetisti, per i quali – malgrado le proteste di alcuni... – non potranno essere attivati stage: avendo seguito una formazione specifica, svolto 400 ore di tirocinio curriculare e fatto un esame abilitante, si tratta di figure che vanno inserite necessariamente con un contratto di apprendistato piuttosto che con un tirocinio. Un ulteriore chiarimento arriva poi sul tema dell’indennità mensile: se in Lombardia, nel caso di un tirocinio part-time non superiore a 4 ore giornaliere, il rimborso spese minimo è 300 euro mensili, viene specificato come, nel caso in cui un tirocinante rimanga per un periodo inferiore (ad esempio una settimana) il rimborso spese è comunque da considerarsi forfettario, e quindi non ricalcolabile a mo’ di “paga oraria”, proprio perché, vale la pena di ribadirlo ancora, il tirocinio non è lavoro.Per tutelare la qualità e migliorare il rapporto tra tirocinante e tutor, poi, nella nuova normativa è stato ridotto il numero di tirocinanti per ciascun tutor del soggetto promotore (quindici invece dei venti indicati nelle linee guida): i tutor dovranno organizzare incontri abituali con i propri tirocinanti, da segnare nel registro dei tirocinanti, e seguirne l’andamento. La Regione offre anche una risposta su come distinguere tra tirocinio estivo e tirocinio stagionale: in particolare, il tirocinio estivo si caratterizza come tale in quanto diretto a studenti durante il periodo di chiusura delle scuole. Questo poi vale tra il secondo e il terzo anno delle scuole superiori, quando anche durante l’estate si è considerati studenti; tra il terzo e il quarto anno, invece, dato che si è assolto l’obbligo scolastico, non si è più annoverati tra gli alunni. Inoltre, nel nuovo testo della legge lombarda decade l’obbligo da parte delle università di attivare i tirocini per i propri studenti fino a 12 mesi dopo il conseguimento del titolo: se questo ha preoccupato le università, nel timore che i laureati potessero presentarsi e bussare alle porte degli uffici di placement anche a distanza di anni per vedersi attivare un tirocinio, gli esperti hanno chiarito che a ciascuna università basterà stilare dei regolamenti interni, in modo da porre i propri limiti.La circolare dell’Ispettorato del lavoro ha anche imposto alla Regione di farsi carico del monitoraggio dei tirocini e dei relativi provvedimenti in caso di violazioni (sanabili e non): entro 30 giorni dall’avvio del tirocinio, quindi, i soggetti promotori dovranno inserire i dati del tirocinante, oltre ad una serie di altre informazioni normalmente non contenute nella convenzione di tirocinio, sul portale Gefo – sulla base di questi saranno analizzate eventuali criticità e quindi fatti dei controlli a campione.Mediamente negli ultimi anni in Lombardia sono stati attivati circa 65mila tirocini all'anno, circa un sesto di tutti gli stage a livello nazionale, il che la colloca tra le Regioni più importanti in questo campo – visto anche il suo peso nell’ultima conferenza Stato-Regioni di maggio 2017, quando sono state elaborate le nuove linee guida per i tirocini extracurriculari. Il testo della nuova legge ha sì introdotto dei miglioramenti delle condizioni degli stagisti (un maggiore rimborso spese mensile, l’utilizzo del Quadro degli standard professionali), ma d’altra parte rimangono ancora degli aspetti poco soddisfacenti: l’allungamento della durata a 12 mesi e il rimborso spese a 300 euro per i tirocinanti della pubblica amministrazione, solo per citarne due. Dal 9 giugno inizia dunque un nuovo capitolo tra le vicende degli stagisti lombardi: si spera che, con l’ausilio dell’Ispettorato del lavoro nel controllo a tappeto degli stage, le novità normative contribuiscano a creare un ambiente trasparente – un esempio per il resto del Paese.Irene Dominioni

La Regione Sicilia recluta stagisti da 16 a 66 (!) anni

Trenta milioni di euro di fondi europei destinati a tirocini extracurriculari per giovani, adulti e disabili disoccupati: è quanto la regione Sicilia ha messo in campo con un bando che prende il via tra una settimana – per la precisione lunedì 11 giugno – e prevede la realizzazione di stage di sei mesi, con un rimborso spese pari a 500 euro mensili. La decisione di prevedere un nuovo piano di tirocini nel testo del decreto del dirigente generale n. 7311 sembra giustificata in quanto prosieguo della «positiva esperienza dei tirocini extracurriculari realizzati sul territorio regionale a valere sul Programma nazionale Garanzia giovani, che ha consentito ai giovani Neet coinvolti di conoscere in modo concreto la realtà lavorativa».  Sul fatto che sia stata una “positiva esperienza” però non tutti sono d'accordo. «Il dato, fermo al 2016, è di 44mila giovani siciliani che hanno attivato un tirocinio tramite Garanzia Giovani: poco meno del 10% è stato poi convertito in un rapporto di lavoro» dice per esempio alla Repubblica degli Stagisti Andrea Gattuso, segretario generale del Nidil Palermo, già responsabile del dipartimento politiche del lavoro Cgil Sicilia. E giù l'elenco delle note dolenti: «Il ritardo nei pagamenti, a volte avvenuti con oltre sei mesi di ritardo, la qualità dei tirocini, spesso dei rapporti di lavoro subordinati mascherati da stage, e la mancanza di scelta, tanto che spesso erano i ragazzi a cercarsi le aziende a cui chiedere di attivare il tirocinio».Eppure la Regione considera Garanzia Giovani un successo e suddivide i 30 nuovi milioni di euro a disposizione destinandoli a quattro misure diverse: 10 milioni per i giovani disoccupati, inattivi e in cerca di prima occupazione, 10 milioni per gli adulti inoccupati o disoccupati, 5 milioni per giovani e adulti disoccupati e inoccupati con disabilità, per cui in questo caso sono previsti dodici mesi di tirocinio, e 5 milioni per un bonus occupazionale diretto alle aziende.Per la platea di destinatari, di età compresa tra i 16 e i 66 anni, la soluzione proposta dalla Regione è una: il tirocinio. Accorpando nella stessa macrocategoria i 35enni con gli ultra 60enni. La Repubblica degli stagisti ha cercato di contattare l'assessore regionale al lavoro, Maria Ippolito, ma i ripetuti tentativi telefonici sono andati a vuoto, così come sono rimaste senza risposta le domande, inoltrate via email, sulla ratio di costruzione di questo nuovo bando. La scelta di coinvolgere gli ultra 50enni è decisamente sbagliata secondo Gattuso, che in particolare critica l’assunto di fondo adottato dalla Regione: «Invece di pensare a offrire esperienze formative per accedere al mondo del lavoro, si preferisce dare una sorta di sussidio. Gli over 35 non hanno bisogno di fare un tirocinio, bensì di fare un’esperienza di lavoro vera e soprattutto continuativa perché hanno esigenze familiari diverse dai giovani. Non ha molto senso fare una uguale misura di tirocinio per persone più che adulte, oltre i 35 anni. Servirebbe ben altro».Qui il riferimento è a un sistema di servizi per l’impiego che funzioni veramente cosa che, invece, in Sicilia non accade. Basti pensare alla sola Palermo, capoluogo regionale con oltre 700 mila abitanti e un tasso di disoccupazione nel 2018 pari al 22%, che ha un solo centro per l’impiego. E dove poiché non è ancora possibile fare alcune procedure online, «bisogna recarsi alle 2 di notte al collocamento, prendere il turno per riuscire a entrare prima dell’orario di chiusura», spiega il segretario Nidil Palermo: «Se già arrivi alle 10 del mattino non riesci a entrare. Se questi, quindi, sono i servizi per l’impiego della regione Sicilia, puoi fare tutti i tirocini che vuoi, ma non potranno mai funzionare le politiche attive».Critico sulla struttura del bando anche Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, che più che sull'età degli stagisti preferisce concentrare l'attenzione su un'altra scelta di fondo: «Quella di stanziare 30 milioni di euro per realizzare, come indicato dall'assessorato, circa 625 contratti stabili. Facendo due conti, significa che ogni contratto ci costerebbe 48mila euro. La sproporzione tra risorse spese e risultato atteso è particolarmente evidente», spiega alla Repubblica degli Stagisti. Il numero 625 è il risultato del rapporto tra il bonus previsto per la trasformazione del tirocinio in contratto di lavoro – 5 milioni – e l'incentivo medio stimato che è pari a 8mila euro. Il tutto, sottolinea Albanese, «in una regione dove, nonostante il tasso di disoccupazione si aggiri intorno al 22 per cento con punte del 50 tra i giovani, si assiste al paradosso di imprese che non riescono a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno, come periti meccanici, tecnici del legno, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri». Questo sesto bando del pacchetto lavoro non è, però, l’unico provvedimento pensato dalla Regione per cercare di risolvere i molti problemi di disoccupazione dell’isola. Il governo regionale sta applicando tutta una serie di misure in questo campo, come «i tirocini per i percorsi di praticantato, l’avviso per i disoccupati di lunga durata, i cantieri di lavoro e i cantieri di servizio» dice Gattuso: «Ma sono misure più che altro assistenziali, tanto che per parteciparvi fa fede anche la questione del reddito e poi non c’è un vero e proprio matching in base all’analisi dei fabbisogni delle aziende. Sono sostanzialmente degli aiuti a pioggia per favorire l’inserimento e dare piccole risposte ai disoccupati siciliani, né più né meno». Un discorso che vale tanto per i giovani tra i 16 e i 35 anni, tanto per la platea che va dai 35 ai 66. Anzi in questo caso il segratario Nidil Palermo dice «non è assolutamente la misura adatta per gli over 55. È un contentino. Il tirocinio è una misura di politica attiva per imparare a stare all’interno di un’azienda e imparare un mestiere. Ma i bandi che ha fatto la regione Sicilia non vanno in questa direzione. Certo, rispetto ai precedenti qualcosa di positivo è stato fatto: sono stati diminuiti i limiti numerici dei tirocinanti e se prima in un’azienda con zero dipendenti ci potevano essere due stagisti adesso sono stati dimezzati, o è stata introdotta la possibilità di assentarsi per malattia o infortunio. Ma da un punto di vista di analisi del lavoro la considerazione è sempre quella: il tirocinio non è la misura che può dare risposte reali alla fascia di lavoratori più matura».Dello stesso avviso Albanese, che osserva: «La vera sfida sarebbe creare una sinergia formativa diretta dando alle aziende la possibilità di formare e riqualificare i propri dipendenti direttamente all'interno delle imprese. L'internet of things, la robotica, i droni, la manifattura additiva sono solo alcune delle tecnologie che stanno cambiando sia i beni che vengono prodotti sia il modo in cui si producono. Un cambiamento radicale che presuppone una ridefinizione del modello di business dell'azienda, dei ruoli aziendali, inclusa la creazione di nuove figure professionali prima inesistenti. Il tutto con un forte impatto sul mercato del lavoro e sulle competenze che i lavoratori devono avere». Nel caso specifico, secondo il vertice di Sicindustria, per una platea di disoccupati ultra 50enni, sarebbero stati auspicabili altri interventi: «Destinare maggiori risorse verso strumenti alternativi, quali quelli individuati dallo stesso assessorato con l'avviso 21/2018, volti alla diretta riduzione del costo del lavoro su veri contratti. I posti di lavoro si creano rilasciando le autorizzazioni in tempi certi e favorendo i processi di investimento delle imprese, le uniche in grado di generare benessere collettivo».Insomma la misura della Regione Siciliana scontenta sia di qua sia di là. Fortunatamente ci sono anche aspetti positivi. Uno, secondo Gattuso, è aver inserito nella stesura di questo bando un limite reddituale per i partecipanti abbastanza alto, pari a 30mila euro, «un parametro utile per selezionare chi ha più bisogno di fare questo tipo di esperienza». E poi c’è la destinazione di un quinto delle risorse totali, pari a 5 milioni di euro, per un bonus occupazionale per le aziende che decidono di assumere i tirocinanti alla fine dello stage. Ma, obietta il segretario Nidil, «politiche di questo tipo funzionano nel breve periodo e non danno luogo a occupazione stabile».Per capire se il bando avrà successo bisognerà aspettare qualche mese. Nel frattempo il Nidil Cgil sta facendo un’azione di orientamento per chi, giovani o adulti, va negli uffici a chiedere informazioni. «Spiegheremo ai destinatari il funzionamento del bando e cercheremo di dare il massimo delle informazioni. E poi vigileremo sull’andamento di questi percorsi che sono stati adottati dalla Regione autonomamente senza sentire le parti sociali. Soprattutto chiederemo un maggiore controllo e monitoraggio da parte degli ispettori del lavoro per verificare che questi tirocini non nascondano un lavoro subordinato».Per verificare che i 6.600 stage pianificati si trasformino in vera assunzione tutto dipenderà, però, «dall’azione che faranno i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro, quindi i soggetti promotori. Se ci sarà una vera selezione rispetto ai fabbisogni delle aziende e i profili dei candidati allora c’è la possibilità che questi tirocini si possano trasformare in rapporti di lavoro. Ma per come è organizzato il sistema di politica attiva del lavoro siciliano c’è un forte rischio che ciò non succederà e che le percentuali di assunzione saranno simili ai bandi precedenti, quindi intorno al 10%».Marianna Lepore

Far felici i propri dipendenti (e stagisti) conviene: quattro aziende del network RdS nella classifica Best Workplaces 2018

È da 17 anni che Great Place to Work, istituto nato negli Stati Uniti con lo scopo di studiare le caratteristiche che più contraddistinguono i migliori ambienti aziendali - oggi presente in 57 Paesi, tra cui l'Italia - stila la classifica delle organizzazioni dove si lavora meglio. Nella classifica chiamata Best Workplaces Italia 2018 sono state premiate cinquanta aziende, sul totale delle 127 organizzazioni che hanno preso parte all’indagine di quest’anno. Tra queste ce ne sono anche quattro del network virtuoso della Repubblica degli Stagisti: Mars Italia, Medtronic Italia, Mellin e Nutricia (queste ultime due parte di Danone Company), suddivise in liste separate a seconda delle dimensioni dell’azienda: Large Companies per le aziende con oltre 500 collaboratori, Medium Companies per le aziende con un organico compreso tra 50 e 500, e Small Companies per quelle che contano da 20 a 49 collaboratori.Cos'è che contraddistingue queste aziende e che le ha portate ad ottenere il riconoscimento di Great Place to Work? Diverse sono le politiche adottate dalle imprese, e spesso il successo è dato da una combinazione di prassi e strategie che impattano positivamente sull'attività e il senso di appartenenza dei dipendenti verso il proprio ambiente di lavoro. A Mars, per esempio, ci si può portare il cane in ufficio (l'iniziativa prende il nome di “Pet Friendly Office”) e fare volontariato con il Mars Volunteer Program, mentre Medtronic ha ad esempio attivato un programma interaziendale chiamato Minerva Project, per la sponsorizzazione di iniziative al femminile. In Nutricia, poi, l'orgoglio per la mission della propria azienda e le buone relazioni tra colleghi giocano un ruolo chiave per il successo del team, mentre a Mellin si punta soprattutto sulla capacità dei dipendenti di esprimere se stessi e il proprio potenziale. Tra le aziende vincitrici, in particolare, Mars Italia si è classificata al 3° posto su 29 aziende totali, guadagnando due posizioni rispetto all’anno scorso. Mars partecipa alla survey di Great Place To Work dal2008, e dal 2013 si è classificata sempre tra i primi posti. In più, l’azienda è al 4° posto su venti organizzazioni nella graduatoria (appena pubblicata) Best Workplaces for Women 2018, che individua le migliori aziende dove lavorare dal punto di vista femminile (e inoltre nel 2017 ha ottenuto il 7° posto nella classifica Best Workplaces for Millennials). «Siamo in classifica per il decimo anno consecutivo e in più, quest’anno l’azienda ha anche ricevuto il “Premio Sviluppo”, uno speciale award sulla crescita professionale» dice alla Repubblica degli Stagisti Erika Lucchini, specialista HR di Mars Italia. «Questi riconoscimenti dimostrano il successo di politiche che mettono al centro il benessere delle persone per farne il volano della crescita aziendale. Da sempre l’azienda si impegna a creare un ambiente dove le persone possano gestire autonomamente il proprio lavoro, con orari e modalità flessibili e adatti alle proprie esigenze, accompagnando l’alto grado di indipendenza e responsabilità con politiche di sostegno al talento, come programmi di formazione e percorsi di crescita all’estero: questa è la strategia che ha guidato il trend di crescita consecutiva degli ultimi quattro anni, dimostrando la sua reale efficacia».Medtronic, invece, si è classificata al 10° posto tra le 14 Large Companies della graduatoria. L’azienda partecipa all’indagine di Great Place to Work dal 2006 (l’unica edizione a cui è mancata è quella del 2017), e ogni anno ha migliorato il proprio punteggio. In più la recente acquisizione di un'altra azienda, Covidien, le ha consentito quest’anno di posizionarsi per la prima volta tra le aziende di grandi dimensioni. Nelle parole di Paola De Iaco, Talent Acquisition Partner & HR Advisor Functions, ciò che più di tutto caratterizza l'azienda è la grande dedizione dei suoi dipendenti: «La differenza e il valore che contraddistingue Medtronic sono proprio le persone che ne fanno parte» racconta alla Repubblica degli Stagisti. «Quest’inverno abbiamo avuto una breve interruzione del sistema automatico che gestisce gli ordini e quindi il ricevimento dei nostri apparecchi agli ospedali. I nostri colleghi del customer service e delle spedizioni hanno lavorato sabato e domenica e la sera fino a tardi per inserire manualmente gli ordini e far sì che i prodotti partissero in tempo per raggiungere chi aspettava un nostro apparecchio salvavita, o perché sapevano che il nostro utente finale era un bambino. Ho assistito con ammirazione ed orgoglio al lavoro di questi colleghi che si sono attivati immediatamente e dedicati così intensamente e spontaneamente, sacrificando anche il loro tempo personale. Questo è un esempio delle persone che fanno la differenza e che contribuiscono a costituire in Medtronic una comunità di valore di cui ci si sente orgogliosi di far parte».Nella classifica Best Workplaces, infatti, un elemento preponderante nell’individuazione delle aziende migliori è l’orgoglio dei dipendenti verso il proprio lavoro e verso l’organizzazione, combinato con la relazione di fiducia per il management aziendale e la qualità dei rapporti con i colleghi. Sono questi gli elementi fondamentali del Trust Index, il questionario di analisi di clima aziendale e colonna portante dell’indagine, che indaga direttamente tra i dipendenti il loro livello di soddisfazione rispetto al proprio luogo di lavoro. Il Trust Index pesa per due terzi sul punteggio finale della classifica, mentre l’altro criterio alla base della graduatoria è costituito dalle politiche delle risorse umane, descritte dalle aziende nel questionario Culture Audit, che misura il gap tra l’impatto che i programmi aziendali aspirano ad avere e l’effetto reale che sortiscono. Ma in che termini fa la differenza avere dei dipendenti soddisfatti e orgogliosi del proprio ambiente di lavoro? Sembrerà scontato, ma avere dei collaboratori felici migliora le performance aziendali, e il fatto di essere inseriti in questa classifica può anche rappresentare un elemento distintivo agli occhi di potenziali candidati. In particolare, riporta il sito di Great Place to Work, i dipendenti dei migliori ambienti di lavoro mostrano una capacità di ripresa più rapida nei momenti di difficoltà, con il risultato che «si realizzano prestazioni almeno tre volte superiori alla media». In più, le aziende Best Workplaces quotate in borsa mostrano prestazioni due volte superiori ai principali indici di borsa e hanno un tasso di turnover volontario dimezzato rispetto alle altre, il che «si riflette in un minor costo di assunzione e formazione del personale». Essere un Best Workplace, quindi, costituisce per l’azienda un risultato positivo non solo sulla carta. Anche in Nutricia, che ha conquistato il nono posto tra le Medium Companies, infatti, si dichiarano molto soddisfatti: «Questo risultato riflette l’incredibile dedizione e orgoglio di tutte le persone di Nutricia, che danno quotidianamente vita alla nostra mission: Ogni giorno insieme ai medici siamo accanto ai pazienti per migliorare la loro salute e la qualità di vita attraverso la nutrizione medica e il Best Care» dice Elena Falconi, HR director di Nutricia Italia; «Un successo che riconosce quello che nella nostra azienda viene vissuto ogni giorno: fiducia reciproca, l’orgoglio per il nostro lavoro e per l’azienda di cui facciamo parte e la qualità dei rapporti con i nostri colleghi. Siamo fieri del risultato raggiunto e fiduciosi di continuare con la stessa cura e passione per il nostro lavoro e le nostre persone!».Per Sonia Malaspina, HR director di Danone Company Italy & Greece e HR Director ELN South East Europe, infine, è soprattutto il forte grado di autonomia e libertà ciò che caratterizza Danone e in particolare Mellin, che si è piazzata sia nella classifica Best Workplaces e sia in quella in Best Workplaces for Women 2018: «Questo importante riconoscimento per il sesto anno consecutivo dimostra non solo l’energia che da sempre contraddistingue le nostre persone, ma anche il fatto che ognuno in azienda si sente libero di esprimere se stesso e il proprio talento per performare al meglio. Siamo molti orgogliosi di questo bellissimo risultato e carichi per affrontare le sfide del futuro!».Insomma, tra le imprese che più si distinguono come valide nella classifica Best Workplaces, è motivo di orgoglio trovarne più d’una affiliata alla Repubblica degli Stagisti. Questo perché le aziende migliori, solitamente, si confermano come tali sotto più punti di vista, compresa la trasparenza e l’impegno verso i giovani: per questo, anche attraverso l’esempio di realtà come Medtronic, Mars, Nutricia e Mellin, la Repubblica degli Stagisti continua a nutrire la sua rete, riconoscendone e mettendone in luce il merito, per stimolare la diffusione di buone pratiche e lavorando perché possano diventare sempre migliori.Irene Dominioni

349 tirocini in ambasciate, consolati e istituti di cultura, il nuovo bando Maeci-Crui è aperto

Tornano i tirocini in ambasciate, consolati e istituti di cultura italiani. Il nuovo bando Maeci-Crui, aperto fino alle 17 di lunedì 4 giugno, mette infatti in palio per 349 studenti la possibilità di vivere un’esperienza internazionalizzante in giro per il mondo.Il bando precedente, uscito a gennaio 2018 con un numero praticamente identico di opportunità, aveva raccolto 1.450 candidature. Dei 353 tirocini a bando (che sono tutti iniziati da poco e si concluderanno ad agosto), ne sono però poi stati attivati solo 269: più spesso di quanto si potrebbe immaginare, infatti, non si riesce a realizzare il matching giusto, e così alcuni posti restano "scoperti".I tirocini relativi a questo bando si svolgeranno nel periodo compreso tra il 10 settembre e il 7 dicembre 2018. Essendo curricolari, si rivolgono esclusivamente agli studenti universitari iscritti ad uno dei 48 atenei che hanno aderito all’iniziativa (l’elenco si trova in fondo alla pagina) e che frequentano uno tra questi corsi di laurea magistrale o a ciclo unico: Giurisprudenza, Finanza, Relazioni internazionali, Scienze dell’economia, Scienze della politica, Scienze delle pubbliche amministrazioni, Scienze economiche per l’ambiente e la cultura, Scienze economico-aziendali, Scienze per la cooperazione allo sviluppo, Servizio sociale e politiche sociali, Sociologia e ricerca sociale, Studi europei. Più larghe le maglie invece per chi volesse svolgere il tirocinio presso gli istituti italiani di cultura, aperti a una rosa più ampia di facoltà – tra cui anche Lingue, non considerata valida invece ai fini dei tirocini in ambasciata secondo la ratio che questo tipo di laurea non è valido ai fini dell’accesso al concorso per diplomatici. Gli ulteriori requisiti necessari alla candidatura sono: avere la cittadinanza italiana; non essere stati condannati o imputati in procedimenti penali; non essere destinatari di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza o di prevenzione; avere acquisito almeno 60 crediti formativi universitari (cfu) nel caso di lauree specialistiche o magistrali e almeno 230 cfu nel caso di lauree magistrali a ciclo unico; avere una conoscenza certificata dell’inglese di livello B2 e, a titolo preferenziale, della eventuale seconda lingua straniera richiesta dalla sede di destinazione prescelta; avere riportato una media delle votazioni degli esami di almeno 27/30 e non avere un’età superiore ai 28 anni. Non possono invece candidarsi coloro che abbiano già svolto un tirocinio Maeci-Crui o che abbiano rinunciato in passato al posto offerto, mentre potranno ritentare i candidati selezionati per un subentro che avessero rinunciato al posto offerto. Ai giovani selezionati spetta un rimborso spese, corrisposto dall’ateneo di appartenenza, «nella misura minima di 300 euro mensili», si legge sul bando. A questo si aggiunge, in alcuni casi, un alloggio gratuito messo a disposizione dalla sede ospitante, le cui «spese ordinarie d’uso per il periodo di utilizzo sono a carico dello studente». Ad offrire tale alloggio per questa tornata di tirocini sono però solo 15 delle 187 sedi estere: l’ambasciata italiana a Copenaghen, a Madrid, ad Algeri, ad Addis Abeba in Etiopia, a Doha in Qatar, al Cairo, a Jerevan in Armenia, a Khartoum in Sudan, a Luanda in Angola, a Lusaka in Zambia, a Riad in Arabia Saudita, a Tbilisi in Georgia, il consolato generale a Marsiglia e gli istituti italiani di cultura di Addis Abeba e di Algeri. Come presumibile, i ragazzi potranno avvalersi quindi dell’alloggio in paesi in cui, per la maggior parte, il costo della vita è già molto basso, mentre dovranno cavarsela coi propri soldi in mete molto più dispendiose, come Stati Uniti o Svizzera. Per aiutare gli studenti nella scelta, indicando le mete che offrono maggiori chances di essere selezionati, Repubblica degli Stagisti ha dato un'occhiata alle candidature pervenute per la tornata di gennaio: tra le mete più gettonate spiccano al primo posto gli Stati Uniti con ben 134 candidature, seguiti da Belgio (83), Canada (72) e Francia (72), dove la concorrenza è dunque spietata. Più possibilità, se non addirittura certezza, di essere selezionati ci sono invece per chi sceglie paesi come Indonesia, Arabia Saudita, India e Camerun, che hanno ricevuto nessuna o una candidatura, o Turchia, Ecuador, Panama, che hanno fatto registrare 2-3 candidature.Ma cosa faranno i tirocinanti in ambasciata? «Saranno impegnati nella realizzazione di ricerche, studi, analisi ed elaborazione di dati utili all’approfondimento dei dossier trattati da ciascuna sede, ma potranno essere anche coinvolti nell’organizzazione di eventi e assistere il personale del Maeci nelle attività di proiezione esterna», informano dal bando. Il tirocinio avrà come detto la durata di tre mesi, prorogabile di un ulteriore mese in accordo con sede ospitante, tirocinante e università di provenienza, e per ciascun mese di attività sarà riconosciuto almeno 1 cfu.Per coloro che fossero interessati a candidarsi, basta collegarsi all’applicativo online e inserire dati anagrafici, curriculum vitae e curriculum universitario, e la candidatura vera e propria composta dall’autocertificazione della veridicità delle informazioni fornite, da una lettera motivazionale di una lunghezza massima di 3mila caratteri e dall’indicazione obbligatoria di due sedi, di cui una a scelta tra Ue, Norvegia, Principato di Monaco, Santa Sede, Svizzera e Usa ed una al di fuori di queste. È inoltre consigliato, prima di scegliere le sedi di destinazione, consultare il sito viaggiare sicuri del Maeci, così da «avere consapevolezza del contesto territoriale di riferimento, di eventuali problematiche relative alla sicurezza o alle condizioni sanitarie, della documentazione necessaria e delle procedure di ingresso», scrivono sul bando.Tutte le candidature così inviate saranno preselezionate dalle università di appartenenza, che verificheranno la presenza dei requisiti presenti nel bando dopodiché invieranno quelle ritenute idonee alla commissione Maeci-Miur-Fondazione Crui, che effettuerà la selezione vera e propria. A questo punto, gli atenei informeranno i vincitori del bando, i quali dovranno accettare o rifiutare l’offerta entro tre giorni lavorativi.Giada Scotto Università aderenti - Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" - Politecnico di Bari - Università degli Studi di Bergamo - Alma Mater Studiorum Università di Bologna - Università degli Studi di Brescia - Università degli Studi di Cagliari - Università degli studi di Camerino - Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" - Università degli Studi di Catania - Università degli Studi "G. D'Annunzio" Chieti Pescara - Università degli Studi di Firenze - Università degli Studi di Genova - Università dell'Insubria - Università degli Studi di Macerata - Università degli Studi di Messina - Università degli Studi di Milano - Università degli Studi di Milano-Bicocca - Università Commerciale "Luigi Bocconi" - Università Cattolica del Sacro Cuore - Libera Università di Lingue e Comunicazione - IULM - Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" - Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - Università degli Studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa" - Università degli Studi di Padova - Università degli Studi di Parma - Università degli Studi di Pavia - Università degli Studi di Perugia - Università per Stranieri di Perugia - Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" - Università di Pisa - Scuola Normale Superiore di Pisa - Scuola Superiore "S.Anna" di Studi Universitari e di Perfezionamento - Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Link Campus University - Libera Università Internazionale degli Studi Sociali "Guido Carli" - LUISS - Libera Università "Maria SS. Assunta" - LUMSA - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" - Università degli Studi di Salerno - Università degli Studi di Sassari - Università degli Studi di Siena - Università per Stranieri di Siena - Università degli Studi di Teramo - Università degli Studi di Trento - Università degli Studi di Trieste - Università degli Studi di Udine - Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" - Università Ca' Foscari di Venezia - Università degli Studi di Verona  Elenco classi di laurea ammesse per candidature presso istituti italiani di cultura: - LMG/01- Giurisprudenza - LM-01 Antropologia culturale ed Etnologia - LM-02 Archeologia - LM-05 Archivistica e Biblioteconomia - LM-10 Conservazione dei beni architettonici e ambientali - LM-11 Conservazione e Restauro dei beni culturali - LM-14 Filologia moderna - LM-15 Filologia, Letterature e Storia dell’antichità - LM-16 Finanza - LM-19 Informazione e Sistemi editoriali - LM-36 Lingue e letterature dell’Asia e dell’Africa - LM-37 Lingue e letterature moderne europee e americane - LM-38 Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale - LM-39 Linguistica - LM-43 Metodologie informatiche per le discipline umanistiche - LM-45 Musicologia e beni culturali - LM-49 Progettazione e gestione dei sistemi turistici - LM-52 Relazioni internazionali - LM-56 Scienze dell’economia - LM-59 Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità - LM-62 Scineza della politica - LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni - LM-64 Scienze delle religioni - LM-65 Scienze dello spettacolo e produzione multimediale - LM-76 Scienze economiche per l’ambiente e la cultura - LM-77 Scienze economico-aziendali - LM-78 Scienze filosofiche - LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo - LM-84 Scienze storiche - LM-87 Servizio sociale e politiche sociali - LM-88 Sociologia e ricerca sociale - LM-89 Storia dell’arte - LM-90 Studi europei - LM-91 Tecniche e metodi per la società dell’informazione - LM-92 Teorie della comunicazione - LM-94 Traduzione specialistica e interpretariato - LMR/02 Conservazione e restauro dei beni culturali 

Acquisire competenze digitali è essenziale: l'UE investe 10 milioni di euro per 6mila tirocini all'estero

Il 37% della forza lavoro europea, dagli agricoltori agli impiegati di banca fino agli operai di fabbrica, non ha abbastanza competenze digitali per il mondo del lavoro attuale. Non solo: quattro imprese su dieci, specie piccole e medie, hanno difficoltà a reclutare esperti nel settore ICT. Come si traduce questo in numeri? In circa 350mila posti vacanti a causa del cosìdetto mismatch tra le competenze dei candidati e quelle richieste dai datori di lavoro.Trovare i candidati adatti che posseggano le competenze digitali necessarie per le imprese è proprio l’obiettivo dell’iniziativa Digital Opportunity Traineeships, appena lanciata dall’Unione europea. Il progetto è finanziato con un budget di 10 milioni di euro dal programma Horizon 2020 – il più grande programma di ricerca e innovazione dell’Unione europea, 80 miliardi di euro di finanziamenti in sette anni, dal 2014 al 2020 – e viene attuato attraverso il programma Erasmus+, offrendo per il biennio 2018-2020 un’esperienza lavorativa in ambito digitale presso imprese all’estero a 6mila studenti universitari e neolaureati.L’Unione Europea decide, quindi, di puntare sulle competenze digitali perché queste migliorano le opportunità di vita dei cittadini. E sopratutto perché, oltre ad essere sempre più richieste in tantissimi campi, sono fondamentali per mantenere la competitività globale dell’Europa in un mondo in continua trasformazione.Il progetto coinvolge università, studenti, neolaureati e imprese disposte a offrire tirocini digitali. Gli studenti possono presentare domanda di stage nelle università di appartenenza, secondo le procedure e le scadenze stabilite per i tirocini Erasmus. Le aziende, invece, possono pubblicare le loro offerte di tirocinio su due piattaforme: Drop’pin@EURES ed ErasmusIntern, o anche diffonderle direttamente con gli uffici di orientamento al lavoro delle università. Saranno poi queste ultime a selezionare una rosa di candidati in base a criteri specifici, da cui le aziende sceglieranno gli stagisti. I primi tirocini partiranno a giugno di quest’anno  e il programma andrà avanti fino alla fine del 2020. In questo lasso di tempo si potranno svolgere stage di durata tra i due e i dodici mesi, per i quali i tirocinanti riceveranno un’indennità mensile media di 500 euro, il cui importo esatto dipenderà dal paese di accoglienza e da quello di provenienza. Cifra che le aziende possono aumentare, integrando di tasca propria una somma aggiuntiva.Perché le aziende dovrebbero essere interessate a un progetto di questo tipo? Perché i tirocini sono considerati tra i sistemi più efficaci per attirare nuovi talenti e perché, per quelle imprese che ospitano già i tirocinanti nell’ambito di Erasmus+, l’iniziativa non comporta ulteriori oneri; inoltre non ci sono procedure aggiuntive, per esempio non è necessario sottoscrivere accordi specifici con le università. Basta andare sui siti Drop’pin@EURES o ErasmusIntern e pubblicare le proprie offerte scegliendo la categoria “Digital opportunity”, registrandosi come datori di lavoro su entrambe le piattaforme. Non ci sono, quindi, requisiti particolari se non quello di offrire una formazione sul lavoro finalizzata all’acquisizione di competenze digitali specifiche, né obblighi di assunzione al termine del tirocinio. E perché dovrebbe un giovane italiano partecipare? Perché un’esperienza all’estero fa sempre la differenza in curriculum, perché specializzarsi in campi digitali oggi è fondamentale, e perché come ha ricordato anche Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’economica e la società digitale, «la digitalizzazione sta trasformando il modo in cui lavoriamo e viviamo, richiedendo nuove competenze digitali. Spesso rendendo più digitali i lavori tradizionali, richiedendo quindi a tutti i lavoratori di sviluppare e migliorare le proprie competenze digitali». Per questo motivo bisogna «essere attivi e prepararsi per le esigenze del lavoro del futuro».I giovani che parteciperanno potranno migliorare le proprie competenze in settori come la sicurezza informatica, i big data, la tecnologia quantistica, l’apprendimento automatico, il marketing digitale e lo sviluppo di software. Chi fosse interessato al programma – l'Unione europea incoraggia a partecipare in modo particolare le donne, sottorappresentate in tutte le carriere STEM – può consultare qui la lista degli atenei aderenti all'iniziativa, e prendere le informazioni necessarie presso gli uffici Erasmus all'interno dei propri atenei. Alcuni portali, come ad esempio quello della Sapienza di Roma o quello dell'università di Messina, hanno già una pagina dedicata al programma: gli studenti/neolaureati devono presentare domanda di stage ciascuno nella propria università, e lì saranno selezionati. Al momento le università partecipanti sono oltre 5mila, come attesta l’elenco in continuo aggiornamento. Di queste, sono 102 quelle in Italia tra atenei, conservatori, istituti tecnici superiori e accademie. Mentre per quanto riguarda le offerte delle aziende, ad oggi si trovano 180 offerte di stage che rientrano nella Digital opportunities, di cui la stragrande maggioranza per tirocini tra i tre e i sei mesi, e 11 offerte arrivano da aziende italiane.Insomma, l’Europa ci riprova. Questi tirocini in ambiti digitali che mirano ad aumentare la competitività europea e, nel caso particolare, italiana sono al fischio di inizio: il tempo per fare i primi bilanci arriverà alla fine dell’anno. Marianna Lepore