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Sempre più stagisti in Italia, e sempre più vecchi: sono raddoppiati negli ultimi sei anni

Il numero degli stagisti continua a crescere. In Italia nel 2017 sono stati attivati quasi 368mila stage extracurriculari – cioè a favore di persone non impegnate in un percorso di formazione formalmente riconosciuto, dunque esclusi tutti gli stage fatti da studenti. Tra il 2012 e il 2017 il numero di questo tipo di tirocini è esploso. Nel 2012 ne erano stati attivati 185mila: in sei anni sono letteralmente raddoppiati.I dati del 2017 sono contenuti nell’ultimo Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, pubblicato proprio ieri. Nel dettaglio, l’anno scorso hanno avuto luogo oltre 49mila tirocini in più in confronto al 2016. L’aumento è significativo rispetto all’anno precedente, +15,4%, ed è abbastanza uniformemente distribuito tra Regioni del Nord, del Centro e del Mezzogiorno: i picchi si registrano in Basilicata (+73%), Sardegna (+60%), Marche (+50%) e Sicilia (+45%).Come ormai noto, la Regione che ospita più tirocinanti in valori assoluti è la Lombardia: qui sono stati attivati nel 2017 quasi 77mila tirocini, oltre 10mila in più dell’anno precedente (l’aumento dunque qui è +16,5%). La Lombardia si conferma così il territorio con la maggior quantità di stagisti di tutta Italia: un tirocinante extracurricolare su cinque (per la precisione il 20,8%) fa il suo stage in questa Regione.Al secondo posto il Veneto con 45mila tirocini attivati – 7mila in più del 2016 – e al terzo posto, quasi ex-aequo, il Lazio (poco meno di 38mila, con una lieve riduzione di circa 2mila tirocini rispetto all’anno prima) e il Piemonte (quasi 37mila, dunque più o meno 7mila in più). Queste quattro Regioni messe insieme raccolgono e ospitano quasi 200mila stagisti: oltre la metà del totale di tutta Italia!Come accennato, delle quattro Regioni a più alto tasso di stagisti ve ne sono tre che, in linea con il trend generale, hanno visto un incremento del numero di stage attivati nel corso del 2017; e poi c’è il Lazio, in cui si è registrato un piccolo decremento (-4,5%). Tale diminuzione potrebbe essere legata al fatto che il Lazio con la giunta Zingaretti ha introdotto, a partire da agosto e con effettiva entrata in vigore dal 1° ottobre 2017, una nuova normativa sugli stage extracurriculari, alzando in maniera molto significativa (da 500 a 800 euro al mese) l’indennità mensile minima obbligatoria a favore degli stagisti? Il Rapporto del ministero del Lavoro non consente di verificare questo aspetto, perché riporta i dati trimestrali delle attivazioni solo a livello aggregato e non Regione per Regione. Se l’ipotesi fosse vera, nel quarto trimestre 2017 dovrebbe risultare un crollo – o quantomeno un decremento molto significativo – nelle attivazioni di tirocini in Lazio: ma si potrà saperlo con certezza solo se il ministero fornirà questi dati.(Una postilla: la diminuzione numerica degli stage non ha affatto un valore negativo a priori. Anzi, la Repubblica degli Stagisti ha sempre sottolineato quanto la qualità degli stage sia più importante della quantità. Dunque in linea generale meglio qualche stage in meno, ma con più garanzie e tutele per gli stagisti).Oltre al boom numerico generale, un altro dato che balza all’occhio scorrendo il capitoletto del Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie intitolato “Le esperienze di lavoro: i tirocini extracurriculari” è quello relativo all’aumento degli stagisti “anzianotti”. Sì, il numero degli stagisti over 35 purtroppo è in aumento. Il Rapporto fornisce i numeri delle attivazioni di stage suddivisi per classi di età, e si scopre che sui 363.435 stagisti del 2017 (il numero di stagisti è sempre un po’ inferiore al numero di stage attivati, perché alcune persone – in particolare, poco meno di 4.300 nel 2017 – nello stesso anno si ritrovano a svolgere più di uno stage), ben 45mila avevano tra i 35 e i 54 anni. Un numero davvero alto, quasi 14mila in più rispetto al 2016: in percentuale vuol dire che l’utilizzo dello stage su persone adulte, tra i 35 e i 54 anni, è aumentato nell’ultimo anno del 44%.Ancora peggio per gli stagisti over 55. In numeri assoluti si parla di poche migliaia di persone, per la precisione poco meno di 8mila nel 2017: ma l’aumento in percentuale è pari a 66% in più, facendo un confronto con l’anno precedente.Non sono dati confortanti, perché dimostrano come lo stage stia sempre più prendendo piede come misura di politica attiva non più riservata ai giovani, ma allargata anche agli adulti e perfino agli anziani - con effetti potenzialmente deleteri sull’autopercezione di sé, e della propria dignità, da parte di persone che hanno alle spalle decenni di lavoro, ed evidenti svantaggi dal punto di vista della prospettiva della pensione, dato che gli stage non prevedono una copertura previdenziale e non generano contributi.Altro dato non particolarmente positivo, ricominciano a crescere gli stage nella pubblica amministrazione: nel 2017 ne risultano avviati 46mila, tornando al livello del 2015, dopo un anno di calma – nel 2016 gli stage negli uffici pubblici erano stati meno di 35mila. Dunque il -33% che si era registrato tra 2015 e 2016 viene completamente annullato dal +33% che emerge dal confronto dei dati tra 2016 e 2017. Non che ci sia niente di male a fare tirocini nella pubblica amministrazione: resta però il fatto che sono esperienze che hanno una percentuale di assunzione post stage pari allo zero – perché ovviamente negli enti pubblici si viene assunti tramite concorso, e non perché uno stage ha dato esito positivo. E qui veniamo al grande assente del Rapporto. Il grande buco nero: i dati sulla percentuale media di assunzione post stage. Il Rapporto dedica esattamente tre righe e mezzo a questo tema, che è invece tra i più importanti - se non proprio il più importante - quando si parla di tirocini. «I dati confermano la tendenza già osservata lo scorso anno in merito al fatto che il tirocinio è sempre più utilizzato come strumento di selezione da parte dei datori di lavoro. Infatti, nel 2017 il numero dei rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio è stato superiore a 116 mila (1,1% del totale dei rapporti attivati, in linea con quanto osservato nel 2016)». Ecco qui. Finito. Tutto quello che il Rapporto dice sulla propensione all’assunzione degli stagisti è qui. Non mette nemmeno la percentuale!Quella la calcoliamo noi per voi: è pari a 31,5%.Incredibile che in un capitolo di otto pagine si dedichino approfondimenti e grafici a dettagli sulla durata media dei tirocini, le classi anagrafiche, i settori di attività economica dove i tirocini vengono utilizzati di meno e di più… E contro ogni logica non si approfondisca invece un tema fondamentale per la valutazione della utilità dello strumento dello stage, e cioè i dati che rispondano alla domanda: quanto serve uno stage per trovare lavoro?

Mobility Hackathon: Bosch in cerca di 50 talenti per progettare la mobilità del futuro

Una gara tra giovani talenti e insieme un cantiere di idee per raccogliere le sfide della mobilità del futuro. È il Bosch Mobility Hackathon, progetto della multinazionale tedesca che, dopo Londra e Chicago, approda in Italia. La terza edizione si terrà infatti a Milano, presso la Fabbrica del Vapore, il 15 e il 16 settembre 2018.«Il progetto nasce per sviluppare soluzioni e app innovative e per individuare profili potenzialmente interessanti», spiega Filippo Maria Vairo, Membro dell’Agile Team Innovation Mobility Services e leader del progetto, «e dare loro visibilità nel contesto Bosch, dove in futuro potrebbero essere segnalati per opportunità lavorative».Bosch, azienda che da anni fa parte dell’Rds Network e che non è nuova a iniziative che coinvolgono giovani talenti, selezionerà cinquanta studenti universitari di alto profilo provenienti da tutta Italia per comporre dieci squadre multidisciplinari.I team, coadiuvati da esperti provenienti dal mondo Bosch - dal supporto IT al team marketing - saranno impegnati per 24 ore no stop nell’individuare soluzioni di mobilità per il contesto milanese ma non solo. Quattro i temi con cui si misureranno: gestione e ricerca del parcheggio in area urbana, gestione del traffico, trasporto multimodale, accesso ai trasporti per persone a mobilità ridotta e zone sotto-servite. Sfide fondamentali per il futuro della mobilità dei grandi conglomerati urbani e sulle quali impatta la qualità della vita delle persone.Gli autori dei tre progetti migliori, al termine dell’evento, riceveranno tre premi monetari. Il primo, Best Overall, ammonta a 2.500 euro per l'intero team (massimo 500 euro per singolo partecipante) più un follow up support da parte di Bosch, con possibilità di assunzione per i talenti migliori. Mentre il secondo, Best Pitch per la migliore presentazione, e il terzo, Best Technical Execution per la migliore esecuzione tecnica, prevedono un premio di 1.250 euro per team (massimo 250 euro a testa).Ci si può candidare fino alla fine di luglio attraverso l’apposito form sul sito ufficiale, singolarmente o in team da tre a cinque persone. I candidati devono indicare l’università italiana di appartenenza e i due argomenti favoriti tra Parking, Traffic Flow, Multi-Modal ed Access.Tra i campi facoltativi, si possono inserire i profili LinkedIn e GitHub ed una descrizione delle proprie esperienze di lavoro di squadra. Il candidato, a scelta, potrà inoltre proporsi per una specifica tipologia di “hacker”, come ad esempio Backend/Frontend Developer, Ux Designer, Business, Data Scientist, Marketing, Psycologist/Sociologist, Industrial and Information Engineering.Ma come avverrà la selezione? «Faremo uno screening delle candidature con l’aiuto del dipartimento HR di Bosch», illustra Vairo, «che verificherà l’autenticità dei dati e recluterà le persone con le più adeguate competenze. Sebbene non si tratti di una selezione a finalità dirette di inserimento, sarà posta particolare attenzione alla valutazione qualitativa dei profili, in vista di future opportunità lavorative».In continuità con Allenarsi per il futuro, Women@Bosch e #NEETandiamoavincere, prosegue la caccia di Bosch ai giovani talenti più promettenti, per favorire l’occupazione e allo stesso tempo portare valore aggiunto all’azienda.Rossella Nocca

Stage negli uffici degli eurodeputati, un passo in avanti contro la gratuità: «Il Parlamento Ue sia un esempio»

Per i tanti stagisti che ogni anno affollano le stanze del Parlamento europeo c'è una buona notizia. Il 3 luglio, infatti, l’ufficio di Presidenza dell’Europarlamento ha adottato le linee guida che modificheranno le regole sugli stage negli uffici degli eurodeputati. Introducendo un rimborso spese obbligatorio a favore degli stagisti. Una notizia accolta con «orgoglio e felicità» da Brando Benifei, eurodeputato Pd e copresidente dell’Intergruppo Giovani.«L’adozione delle linee guida è il frutto del lungo e capillare lavoro fatto assieme all’Integruppo, che presiedo, per convincere il presidente Tajani a non rimandare ulteriormente la discussione ai massimi vertici del Parlamento», spiega l’eurodeputato alla Repubblica degli Stagisti. Un risultato ottenuto dopo mesi di incontri e trattative: «Abbiamo lavorato con i vicepresidenti e i questori, incontrandoli uno a uno, per far capire loro che non si poteva più rimandare una riforma delle regole e che come deputati dovevamo dare finalmente l’esempio, autoimponendoci una disciplina che garantisse appieno i diritti degli stagisti a cui offriamo un tirocinio presso i nostri uffici nella sede di Bruxelles. E abbiamo fatto sponda con i membri dell’ufficio di Presidenza più sensibili alle nostre istanze e lavorato con pazienza per convincere anche i più refrattari a chiedere la redazione di queste linee guida e poi la loro adozione, avvenuta a larga maggioranza. La campagna per i tirocini di qualità, però, non è finita e insisteremo per una rapida entrata in vigore della nuova normativa. Ma il passo avanti fatto lunedì scorso è davvero grande».La notizia è stata commentata positivamente anche da Sylvie-Guillaume, vice presidente del Parlamento europeo del gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici. «I nuovi principi mettono fine ai tirocini senza compenso al Parlamento europeo. Al momento i parlamentari non sono obbligati a garantire un minimo rimborso spese per gli stagisti e la questione del pagamento è lasciata alla discrezionalità dei parlamentari. La riforma adottata, invece, fissa i principi chiave per assicurare agli stagisti di ricevere un rimborso spese decente e di avere un’assicurazione contro la malattia e gli incidenti sul lavoro». Guillaume ricorda che il suo gruppo parlamentare a lungo ha combattuto per ottenere questo risultato, mandando anche nel marzo di quest’anno una lettera al presidente Antonio Tajani chiedendogli di portare in presidenza la questione: «Siamo felici del risultato perché la questione riguarda migliaia di giovani che aspirano a lavorare per l’Unione Europea e il Parlamento deve essere da esempio anche in questo campo. Tutti i tirocini devono essere remunerati». Le linee guida approvate prevedono, comunque, la possibilità della gratuità ancora per una categoria: quella dei visiting students, che per un massimo di otto settimane svolgeranno questi tirocini perché nel proprio corso di studi è prevista l'obbligatorietà di farli. La notizia dell’adozione delle nuove linee guida è stata ben accolta anche dallo European Youth Forum che da anni si batte per i diritti dei giovani. «È un’importante vittoria oltre che un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda la lotta contro gli stage non pagati nelle istituzioni europee. E segue la decisione dell’anno scorso dello European External Action Service di pagare tutti gli stagisti nelle proprie delegazioni», spiega alla Repubblica degli Stagisti Flavia Colonnese, Policy Officer, social and economic inclusion dello EYF. «In entrambi i casi si tratta di risultati positivi e speriamo che queste linee guida vengano presto tradotte in regole vincolanti e che tutte le altre istituzioni a livello sia europeo che internazionale seguano presto l’esempio. È fondamentale che le istituzioni siano le prime ad assicurare che i giovani non vengano sfruttati come manodopera a basso costo o, peggio, gratis». Anche perché, ricorda Colonnese, al momento in Europa i giovani sono il gruppo anagrafico maggiormente a rischio povertà ed esclusione sociale e «gli stage non pagati non fanno altro che perpetuare e peggiorare il problema, perciò vanno eliminati».La situazione non cambierà, però, dall’oggi al domani. «L’amministrazione dovrà sottoporre all’ufficio di Presidenza del Parlamento una proposta di nuovo articolato regolamentare sulla normativa relativa ai tirocinanti dei deputati e questo, auspicabilmente, avverrà subito dopo la pausa estiva», spiega Brando Benifei. «Poi il Bureau dovrà discutere gli articoli, con facoltà di proporre emendamenti, e poi votare la proposta che a quel punto diventerà efficace. Noi con l’Intergruppo seguiremo da vicino tutte le fasi del processo, per assicurare che i principi espressi nelle linee guida siano interamente salvaguardati e si evitino ritardi strumentali».E una volta diventate efficaci, le nuove regole saranno valide solo sui contratti di tirocinio stipulati dopo l’approvazione della proposta. «Il nostro obiettivo è che la nuova disciplina sia effettiva ed efficace a partire dall’inizio della prossima legislatura, ovvero nel giugno 2019. Sarebbe un’eredità meravigliosa da lasciare al prossimo Parlamento», osserva l’europarlamentare Pd.Con le nuove linee guida si prevede di ridisegnare la contrattualizzazione dei tirocinanti (che oggi sono, e continuerebbero a essere, scelti autonomamente dai deputati), affidandola all’amministrazione del Parlamento, come oggi già avviene per gli assistenti accreditati. «Con le nuove regole la protezione sociale e le condizioni di assunzione dei tirocini saranno coperte dal regime del Parlamento, garantendo tutele più trasparenti, ampie ed eque evitando disparità tra stagiaire», spiega Benifei che proprio riguardo alle novità contenute nelle linee guida aggiunge: «Si propone, poi, di introdurre tre categorie di tirocinanti: neolaureati, per periodi standard di sei mesi, giovani senza titolo di studio universitario, per periodi da uno a cinque mesi, e per entrambe queste categorie prevedere un rimborso spese pari a quello percepito dagli stagisti istituzionali del Parlamento, le cosìdette borse Schuman, quindi circa 1.300 euro al mese. E poi come ultima categoria i visiting students, per un massimo di otto settimane, per quanti abbiano nel proprio curriculum di studi l’obbligatorietà di effettuare un tirocinio».Secondo le linee guida tutti gli stage presso europarlamentari dovranno conformarsi agli standard qualitativi dei tirocini offerti nell’ambito del programma Robert Schumann, ma per conoscere la cifra precisa che verrà garantita agli stagisti bisognerà aspettare. «Secondo la European Quality Charter on Internships and Apprenticeships», alla cui stesura anche la Repubblica degli Stagisti aveva collaborato attivamente a cavallo tra il 2010 e il 2011, «la remunerazione degli stage post laurea non dovrebbe essere inferiore al 60% del reddito medio a livello nazionale, o del reddito minimo nazionale» ricorda Colonnese. Se questa sarà la cifra confermata allora sarà di gran lunga superiore a quanto molti tirocinanti presso il Parlamento europeo o presso i gruppi parlamentari ricevono ora, stando ai dati di un sondaggio fatto nel 2017 dall’Integruppo Giovani. L’anno scorso, infatti, una ricerca aveva evidenziato come almeno un quarto degli stagisti ricevano meno di 600 euro al mese, e l’otto per cento del totale addirittura proprio nessun compenso.Le nuove linee guida, quindi, rappresentano «un buon inizio, ma ricordiamo che l’aspetto remunerativo, anche se fondamentale, non è di per se sufficiente per garantire esperienze di qualità. È necessario che gli stage siano vere e proprie esperienze formative, con una forte dimensione educativa e che gli stagisti siano seguiti e supportati nel loro percorso», aggiunge la rappresentante dello European Youth Forum: «Se l’obiettivo è assicurare che tutti gli stagisti abbiano accesso alle stesse condizioni offerte per gli stage del programma Robert Schuman, allora gli stagisti dovrebbero avere diritto a ferie, assicurazione contro i rischi di malattia e infortunio e congedi di maternità».Il cammino è ancora lungo. Ma la battaglia per portare equità tra gli stagisti all’interno del Parlamento europeo, al momento, sembra aver portato a casa un gran risultato. Frutto della determinazione di chi in questi anni non ha mai abbandonato il tema.  Marianna Lepore

Premi di laurea 2018, 70mila euro da assegnare a neolaureati da qui a settembre

Con l’arrivo dell’estate tornano anche i premi laurea. Atenei universitari, enti pubblici ed associazioni mettono in palio premi in denaro o altre gratificazioni per premiare la qualità e il percorso di studio dei migliori studenti italiani. Oltre ai bandi che le università rivolgono esclusivamente ai propri studenti, ne esistono anche molti cui possono partecipare i laureati senza distinzione di ateneo di provenienza. Proponiamo una breve rassegna dei principali premi messi in palio questa estate a livello nazionale, per un valore otale di quasi 70mila euro!La scadenza più vicina è giovedì 5 luglio, per presentare la propria candidatura per il premio di Laurea Fei (Federazione Erboristi Italiana). Il concorso, giunto alla sua settima edizione, mette in palio due premi da 1.500 euro, rivolti a laureati di facoltà come Scienze e tecniche Erboristiche, Scienze e tecnologie Farmaceutiche e Scienze farmaceutiche applicate che abbiano discusso la propria tesi tra il 1° luglio 2016 e il 30 giugno 2018. Per partecipare è necessario inviare a mezzo posta all’indirizzo “Federazione Erboristi Italiani – F.E.I. – Confcommercio Ufficio di Presidenza P.zza G.G. Belli, 200153 Roma” la documentazione descritta nel bando. Nello specifico occorre inviare la domanda di partecipazione, allegata al bando e scaricabile dal sito ufficiale della Fei una copia della tesi in Pdf, assieme ad sintesi in word di massimo dieci pagine (con grafici e tabelle), il modulo di iscrizione alla Fei nel settore laureati in Tecniche erboristiche, la domanda di partecipazione, la certificazione di laurea con voto, certificato di nascita e autorizzazione per la privacy. Attenzione però, perché candidarsi a questo premio non è gratuito: costa 70 euro, da pagare tramite bonifico. alla Federazione Erboristi Italiani.Il 5 luglio è anche l’ultimo giorno per poter partecipare al bando per l’assegnazione del premio di laurea messo in palio dall’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti). L’associazione offre tre premi da mille euro, destinati rispettivamente a laureati in discipline giuridiche, umanistiche e sociali (es. filosofia o psicologia) e uno per le altre discipline, che abbiano discusso una tesi giudicata in linea con lo statuto e le posizioni dell’associazione sui principali temi etici. La tesi dovrà essere inviata via e-mail, assieme ad abstract, currriculum, domanda di partecipazione e documento d’identità, all’indirizzo info [chiocciola] uaar.it.Lunedì 9 luglio è, invece, la data da segnare sul calendario per i laureati magistrali (con 110 e lode) in economia che volessero partecipare al bando per il premio Manlio Resta, promosso dall’omonima associazione dedicata alla memoria dell’economista. In realtà, il termine di scadenza del bando è il 27 luglio, ma per poter presentare la propria candidatura è necessario inviare, entro appunto il 9 luglio, la richiesta di attivazione di una propria cartella personale all’indirizzo e-mail premio.laurea [chiocciola] fondazioneresta.it. Nella cartella in questione dovranno quindi essere caricati: scansione del modulo di domanda partecipazione sottoscritto e firmato, tesi di laurea originale e scansione della lettera di presentazione del relatore con firma autografa, più tutta la documentazione indicata nel modulo di domanda di partecipazione. Dato che il bando si rivolge a coloro che si laureano entro il 29 luglio, chi non disponesse di un certificato di laurea il 9 lo potrà inviare via e-mail in un momento successivo. Il premio, una somma in denaro di 3.300 euro, sarà assegnato entro il 31 dicembre.Per gli ingegneri, ma anche per laureati e studenti di altri indirizzi tecnico-scientifici, un’occasione interessante può essere il premio messo in palio da Vdi Italia (sezione italiana del «Verein Deutscher Ingenieure» - Associazione Tedesca degli Ingegneri). L’associazione, infatti, ha stanziato mille euro da assegnare a studenti e laureati che abbiano svolto lavori – tesi ma anche ricerche individuali o approfondimenti – in collaborazione con istituzioni tedesche, come università, istituti professionali, società o associazioni, o che abbiano comunque un nesso con la Germania. I lavori, che possono essere segnalati anche dai professori oltre che dagli studenti e dai laureati, devono essere particolarmente rilevanti dal punto di vista delle innovazioni tecnologiche e delle soluzioni ingegneristiche. La presentazione va presentata al segretario Vdi Italia entro il 15 luglio con una semplice richiesta, corredata con una breve motivazione, un riassunto e una copia del lavoro, da inviare via e-mail all’indirizzo italy [chiocciola] vdi.de. Si accettano lavori in italiano, tedesco e inglese.Una data ricca di scadenze è martedì 31 luglio. Innanzitutto, entro quella data il Forum della Meritocrazia e Allianz Worldwide Partners chiudono le candidature per il «Premio Valeria Solesin», quest’anno alla seconda edizione, dedicato alla memoria della studentessa veneziana rimasta uccisa il 13 novembre 2015 durante l’attentato del Bataclan. Il bando offre premi per un valore complessivo di 42.620 euro, di cui dieci riconoscimenti in denaro e quattro opportunità di stage. Gli stage, in particolare, si terranno presso Bosch (con ricompensa totale di 4.620 euro), TRT Trasporti e Territorio (2.400 euro), Zurich (2.400 euro) e Lablaw (1.200 euro) e saranno organizzati – per quanto riguarda durata e progetti formativi – in base agli specifici profili dei vincitori. Il bando è rivolto a laureati magistrali in economia, sociologia, giurisprudenza, scienze politiche, demografia e statistica. Ispirato all’attività di ricerca di Solesin, il concorso si rivolge ai laureati che abbiano affrontato il tema della donna del mercato del lavoro, «mettendo in luce sia i fattori che ostacolano la maggiore presenza femminile nel mercato del lavoro in Italia, sia le buone pratiche di conciliazione introdotte dalle aziende e dalle istituzioni». Per partecipare è necessario inviare all’indirizzo e-mail premiovaleriasolesin [chiocciola] gmail.com la seguente documentazione: dati anagrafici, liberatoria alla consultazione pubblica della tesi, consenso al trattamento dei dati personali, copia digitale della tesi, curriculum vitae et studiorum, abstract di massimo 2.500 battute, una breve motivazione sulla rilevanza della tesi per lo studio dell’impatto socioeconomico della presenza e dei talenti femminili nel mondo del lavoro.Sempre il 31 luglio scade il termine del bando del premio di laurea Icd (Italian Cruise Day). Si tratta di una somma di mille euro stanziata dal centro di ricerca «Risposte Turismo» e che sarà assegnata a un laureato in qualsiasi disciplina che abbia realizzato una tesi – triennale, magistrale, master – in cui sia stato approfondito il tema dell’industria delle crociere. Il premio sarà assegnato in una cerimonia pubblica che si terrà il 19 ottobre a Trieste, proprio in occasione dell’Italian Cruise Day 2018. Per partecipare è necessario compilare il relativo form online inserendo tutta la documentazione richiesta.Sempre a proposito di turismo, il 31 luglio è anche l’ultimo giorno utile per poter partecipare al bando per il premio di laurea messo in palio da Risposte Turismo in occasione della seconda versione dell’evento «Shopping Tourism – il forum italiano». Si tratta di una cifra di mille euro che sarà assegnata a un laureato di qualsiasi disciplina che abbia discusso una tesi (anche di master) relativa allo shopping-tourism o che, comunque, abbia approfondito il tema nel contesto di un lavoro più ampio dedicato ad un altro argomento. In questo caso candidarsi è molto semplice, in quanto sarà sufficiente compilare il form dedicato sul sito ufficiale dell’evento.E ancora il 31 luglio scadono i termini per la partecipazione al bando per la 16esima edizione del premio giuridico «Nicola e Leonardo Coviello». Un premio del valore di mille euro elargito dalla Pro Loco di Avigliano per valorizzare i laureati in giurisprudenza più meritevoli del territorio della Basilicata (sia nati lì che residenti da almeno tre anni). La tesi di laurea, assieme ad i certificati di nascita e di residenza dovranno essere inviati a mezzo posta «Pro Loco Avigliano – Corso Gianturco 42, 85021, Avigliano (Pz)». 31 luglio è una data da annotare anche per gli ingegneri appassionati di energie rinnovabili o di sostenibilità industriale e ambientale: il dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università di Padova mette in palio due premi dal valore di 2.197 euro ciascuno dedicati alla memoria di Federico Amato e fortemente voluti dalla sua famiglia. Possono partecipare al bando i laureati di tutta Italia. Per farlo è necessario inviare la domanda di via pec all’indirizzo dipartimento.dii [chiocciola] pec.unipd.it, consegnarla a mano presso il dipartimento stesso o inviarla per posta al «Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università degli Studi di Padova, via Gradenigo, 6/a – 35131 Padova». La domanda dovrà essere corredata di copia della tesi, riassunto di massimo dieci pagine, indicazione del tema scelto tra i due oggetto del concorso e copia di un documento d’identità.Per gli appassionati di alpinismo, invece, venerdì 31 agosto, è la deadline per partecipare al bando per il Premio «Fabio Favaretto». Si tratta di un concorso organizzato dal Cai (Club alpino italiano) e in cui si possono vincere due borse di studio da mille euro ciascuna rivolte a laureati magistrali, ricercatori e dottorandi che abbiano realizzato una tesi sulla gestione e la preservazione del territorio montano, alpino ed appenninico, tra il 1° gennaio 2017 e il 31 agosto 2018. Il concorso è diviso in due categorie: «L’uomo e la montagna» e «Nuove proposte». Per partecipare occorre inviare una domanda di partecipazione con la documentazione necessaria a «Segreteria “Premio Fabio Favaretto” – c/o Andrea Grigolo – via Tevere 56 - 30173 Mestre-Venezia».Il 31 agosto è una data da segnare sul calendario anche per gli appassionati di francobolli. Il Cifo (associazione dei Collezionisti Italiani di Francobolli Ordinari) assegna, infatti, un premio dal valore di 3mila euro dedicato alla memoria di Giovanni Riggi di Numana. Il premio si rivolge ai laureati in discipline storiche o economiche che, tra il 2015-16 e il 2017-18, abbiano discusso una tesi su tematiche come la storia della scrittura, la comunicazione epistolare, la storia della posta e dei suoi servizi, l’evoluzione dei sistemi di trasporto della corrispondenza. Nell’attesa della pubblicazione del bando, per informazioni dettagliate è possibile mandare una e-mail a segreteria [chiocciola] cifo.eu o contattare il Cifo per posta all’indirizzo «Claudio Ernesto Manzati, Via Cesare Pascarella, 5 – 20157 Milano» o al numero di cellulare indicato sull’annuncio.Entro sabato 1° settembre, invece, devono arrivare le candidature per partecipare al bando per la quarta edizione del premio per le migliori tesi di laurea o di specializzazione sulla «Sindrome di Pitt-Hopkins», messo in palio dall’omonima associazione. Il bando si rivolge a laureati in medicina, biologia, psicologia, fisitioreapia ed altri laureati o specialisti in discipline sanitarie correlate. I premi, sei in tutto, consistono in una somma di 500 euro ciascuno. Per partecipare occorre inviare certificato di laurea con voto e copia elettronica della tesi alla coordinatrice del comitato scientifico, Marcella Zollino, al recapito «Prof.ssa Marcella Zollino – Istituto di Genetica Medica, Università Cattolica Sacro Cuore, Policlinico A. Gemelli – Largo F. Vito 1, 00168 Roma».Giulio Monga

Indennità di stage da mille euro al mese, percentuale di assunzione al 90%: la Repubblica degli Stagisti premia le aziende "top" per i giovani

Anche quest’anno in occasione di “Best Stage”, l’evento della Repubblica degli Stagisti dedicato all’occupazione giovanile, sono state premiate le aziende che hanno realizzato le migliori “performance” per giovani. Oggi a Milano, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, la direttrice Eleonora Voltolina ha consegnato gli AwaRdS, i premi alle aziende che si sono particolarmente distinte per alcuni aspetti della loro policy verso i giovani. I nomi dei vari AwaRdS sono ormai conosciuti da tempo a tutti i lettori della testata, ma a questi si aggiunge dal 2018 un nuovo premio: il label “Future@Work” per riconoscere le aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro.Ma chi sono le aziende vincitrici del 2018?Il primo dei premi attribuiti è l’AwaRdS per il “miglior rimborso spese”, consegnato quest’anno ex aequo a due aziende, Everis e Nike Group. La prima è una multinazionale che si occupa di consulenza e system integration e outsourcing in vari settori tra cui quelli assicurativo, bancario e delle telecomunicazioni. Oggi conta più di 19mila professionisti nel mondo – circa 700 in Italia – e questo riconoscimento è una conferma, visto che lo ha già ricevuto negli ultimi tre anni. La seconda è, invece, una pmi – occupa una settantina tra dipendenti e collaboratori – “RegTech”, specializzata nella trasformazione dei sistemi di internal governance, che da vent'anni opera per clienti del settore finanziario, assicurativo e bancario. Entrambe offrono ai loro stagisti un rimborso spese mensile di ben mille euro, a cui Everis aggiunge i buoni pasto e il notebook aziendale.Il secondo AwaRdS assegnato è dedicato a un tema molto caro alla Repubblica degli Stagisti: il “miglior tasso di assunzione post stage”, cioè la propensione ad assumere i tirocinanti al termine del percorso formativo. Si aggiudicano quest’anno questo premio ben otto aziende dell’RdS network: Bip, Cefriel, Everis, EY, Medtronic, Mercer, Prometeia e Tetra Pak. Tutte, infatti, hanno assunto oltre il 90% degli stagisti ospitati nel corso del 2017, con un contratto di almeno dodici mesi. Questi i numeri in particolare: Bip, tra le principali società di consulenza in Europa, ha attivato 130 stage di cui 27 curriculari; Cefriel, società partecipata dal Politecnico di Milano specializzata in progetti di innovazione digitale, nove stage di cui sette curriculari; Everis ha attivato 84 stage, quasi tutti extracurriculari; EY [nella foto, Eleonora Voltolina con Giulia Martini, recruiting manager di EY], società di consulenza in ambito fiscale, contabile e direzionale, 560 stage di cui 130 curriculari; Medtronic, tra le più grandi aziende nel settore delle tecnologie mediche, dei servizi e soluzioni, 29 stage; Mercer, che si occupa di consulenza per lo sviluppo e l’organizzazione del capitale umano, 8 stage di cui quattro curriculari; Nike Group,  azienda Regtech, 10 stage di cui uno curriculare; Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica, 77 stage di cui 22 curriculari; e infine Tetra Pak, tra i principali fornitori al mondo di sistemi integrati per il trattamento e confezionamento degli alimenti, 37 stage di cui 10 curriculari. Una buona pratica, quella delle assunzioni post stage, che per alcune di queste aziende è una conferma degli anni passati. È il caso di Bip, che aveva già ricevuto il premio nel 2017 e nel 2015, di Everis, che lo ha ritirato ininterrottamente dal 2014, e di EY che lo ha ricevuto l’anno scorso.Non solo però premi legati agli stage. Nel corso dell’evento, infatti, è stato consegnato anche l’AwaRdS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” e in questo caso i vincitori ex-aequo sono stati EY e Flixbus. La prima perché nel 2017 ha assunto senza passare attraverso lo stage ben 628 giovani, di cui 351 con contratto di apprendistato e 170 a tempo indeterminato, su un organico di quasi 3.900 dipendenti. Mentre Flixbus ha assunto nel corso del 2017 undici giovani senza passare attraverso il tirocinio su un totale di 56 dipendenti. Certo i numeri sono molto differenti, ma quel che conta è la proporzione, visto che in entrambi i casi un sesto dei giovani lavoratori è entrato in azienda senza fare prima qualche mese di stage.Dopo i premi “classici” è stato il momento dei titoli speciali. Il primo è stato consegnato a Nestlé, azienda vincitrice dell’AwaRdS Speciale Candidati RdS. Un riconoscimento che viene attribuito alle aziende che ricevono il voto più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti, che possono dare un giudizio sulle aziende presso cui hanno fatto un colloquio di lavoro, proprio come se fosse una sorta di “tripadvisor”.Il secondo premio speciale è, invece, l’AwaRdS Speciale Lavoro Agile, assegnato a Danone Company, Flixbus e il gruppo Nestlé, azienda che ha ricevuto lo stesso riconoscimento ininterrottamente dal 2015 [nella foto di gruppo, da sinistra a destra: Chiara Imbrogiano e Maria Luisa Funaro di Flixbus,  Veronica De Sanctis e Martina Boriani per Danone, Laura Ciccarelli e Moreno Iachini per Nestlé]. Un riconoscimento ideato grazie alla collaborazione tra la Repubblica degli Stagisti e il Comune di Milano e consegnato alle aziende dell’RdS network che lo scorso maggio hanno aderito alla Settimana del lavoro agile, indetta dal Comune di Milano, dimostrando un’attenzione concreta al tema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, ad esempio attraverso politiche di flessibilità oraria.Ai classici riconoscimenti quest’anno si è aggiunto anche il nuovo label “Future@Work” nato dalla sinergia tra la Repubblica degli Stagisti e Life Based Value, la startup innovativa proprietaria del Master MAAM. Il titolo è stato attribuito a Danone Company, Bip e Ferrero, tre aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro. Attraverso questo label, infatti, si vogliono premiare, ma soprattutto rendere visibili quelle aziende che investono nel futuro, che può essere ben rappresentato proprio dalle donne e dai giovani, i due soggetti più penalizzati sul mercato del lavoro. Con l’auspicio che sempre più aziende seguano lo stesso esempio e aderiscano all’RdS Network e a MAAM, per essere più attenti ai dipendenti, più forti sul mercato, più produttive e innovative.Marianna Lepore

Best Stage 2018, tutte le anticipazioni sull'evento dell'anno della Repubblica degli Stagisti

Se la mission della Repubblica degli Stagisti è quella di fungere da bussola per i giovani italiani, aiutandoli a orientarsi nel momento di passaggio dalla formazione al lavoro, l’evento annuale Best Stage è il momento in cui si fa il punto della situazione: una sorta di “stati generali dell'occupazione giovanile in Italia”, e in particolare dell'attività di questa testata giornalistica che è anche un laboratorio di proposta politica, ma anche un network che federa aziende virtuose, ma anche uno spazio di informazione e di sfogo aperto ai giovani attraverso lo strumento del Forum, ma anche... tanto altro.Best Stage serve a fare bilancio dei 12 mesi appena passati, con tutte le novità normative, i risultati ottenuti, i riconoscimenti e le sfide e le battaglie portate avanti. E poi a dare uno sguardo sul futuro, su quel che c’è ancora da fare, sulle nuove priorità, sui progetti speciali. Infine ogni anno c'è anche un focus, un argomento specifico al quale dedicare un surplus di riflessione: dopo aver parlato negli anni scorsi di Jobs act, di alternanza scuola lavoro, di occupazione femminile, quest’anno il focus di Best Stage 2018 è il momento di raccordo tra l’università e il lavoro.A Best Stage partecipano ogni anno persone autorevoli e capaci, ciascuno per le proprie competenze, di dare un contributo alla discussione. Quest’anno Best Stage 2018 avrà luogo a Milano, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, venerdì 29 giugno a partire dalle 10: faremo un approfondimento specifico sul quadro normativo, con due politici appena eletti che in campagna elettorale avevano abbracciato le stanze della Repubblica degli Stagisti sottoscrivendo il Patto per lo stage 2018: si tratta di Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Partito Democratico eletto al Consiglio regionale della Lombardia, e Massimo Ungaro, segretario del circolo PD Londra-UK eletto alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Estero. Alle loro considerazioni su cosa si possa fare per migliorare nei prossimi mesi anni, a livello normativo, il settore degli stage proprio anche sulla spinta delle proposte della Repubblica degli Stagisti si aggiungerà la testimonianza di Marta Pepe, una sindacalista della Cisl che ha seguito da vicino la genesi della nuova normativa lombarda sugli stage, entrate in vigore definitivamente lo scorso 9 giugno. Marta Pepe è l’ideatrice di una delle proposte accolte dalla Regione, e cioè quella di definire la durata massima degli stage in base alla complessità delle competenze da acquisire, facendo riferimento al quadro regionale degli standard professionali. A questa immersione nelle negli aspetti normativi del tema stage farà da contraltare la tavola rotonda dedicata al passaggio dell’università al lavoro. Qui si concentreranno gli interventi di Barbara Rosina, che da direttrice del Cosp (il centro per l’orientamento allo studio e alle professioni) della Statale ogni anno entra in contatto con migliaia di aziende del territorio lombardo e attiva un numero ancor più alto di stage; Marina Timoteo, docente di Diritto privato comparato all’università di Bologna e direttrice del consorzio Almalaurea che svolge la doppia funzione di raccogliere e pubblicare dati annuali sugli studenti universitari e sulla condizione occupazionale dei laureati e poi di favorire il matching tra domanda e offerta di lavoro attraverso il database di curriculum di laureati che Almalaurea costudisce. La voce delle aziende sarà rappresentata da Paolo Costa, che è co-founder e direttore marketing e comunicazione di una società di consulenza che fa parte dell’RdS network da molti anni, Spindox. Costa racconterà non solo le collaborazioni che la sua azienda costruito in questi ultimi anni con alcuni atenei italiani, ma presenterà anche in anteprima i risultati di una ricerca che Spindox ha condotto indagando i programmi delle facoltà di Informatica delle università italiane, scoprendo che alcuni linguaggi informatici molto richiesti dalle imprese di questo settore vengono completamente ignorati - e dunque i giovani iscritti a Informatica di fatto non apprendono delle competenze che invece sono sempre più richieste dal settore del mercato del lavoro nel quale si apprestano entrare. Un problema dunque di comunicazione e di collaborazione tra chi le competenze le forma, e che poi le richiede. Un altro contributo interessante a questa tavola rotonda sarà quello di Cristina Tajani, che da ormai sette anni è assessora al lavoro per il Comune di Milano. Un ruolo istituzionale che la permesso di osservare da ogni punto di vista le best practices e le storture del momento di passaggio dei giovani dalla formazione al lavoro. Last but not least, il giornalista Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta.it, porterà alla discussione alcuni dei temi approfonditi nel suo libro “Né sfruttati nei bamboccioni - Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia”, pubblicato pochi mesi fa dalla casa editrice Egea.L’evento del 29 giugno sarà anche l’occasione per presentare una survey attraverso cui la Repubblica degli Stagisti ha indagato il rapporto tra le aziende del suo network e il mondo delle università e dei master, facendo emergere dati molto interessanti sulle modalità di collaborazione - dalla partecipazione ai career day all’utilizzo delle bacheche universitarie per pubblicizzare le posizioni aperte di stage e lavoro, alla sponsorizzazione di borse di studio… - e sulla percezione che le aziende hanno dei neolaureati, con proposte concrete per migliorare il rapporto tra università e mondo aziendale in una logica win-win che riduca anche il mismatch tra domanda e offerta.E come ogni anno anche in questa quinta edizione di Best Stage non possono mancare gli AwaRdS, i premi speciali che RdS conferisce alle aziende del suo network che si sono distinte in qualche particolare aspetto della propria policy HR. Verranno premiate le aziende (un po’ di suspence sui vincitori è d’obbligo!) che prevedono l’indennità mensile più alta a favore dei propri stagisti, quelle che registrano il miglior tasso di assunzione post stage (superiore al 90%!), quelle con la miglior performance di assunzione diretta di giovani (cioè le assunzioni di under 30 senza il passaggio preventivo del tirocinio), più il premio speciale Candidati RdS  che ogni anno viene attribuito all’azienda che riceve il “voto” più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti (che come una sorta di “tripadvisor” possono dare un giudizio sulle aziende presso cui hanno fatto un colloquio di lavoro). C'è poi l’AwaRdS speciale “Lavoro Agile”, conferito in collaborazione con il Comune di Milano per premiare quelle aziende che hanno aderito lo scorso maggio alla Settimana del lavoro agile indetta dal Comune, dimostrando un’attenzione concreta al tema della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.E infine una assoluta novità: il label “Future@Work” per riconoscere le aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro. Un'idea nata dalla partnership tra la Repubblica degli Stagisti e Life Based Value, la startup innovativa proprietaria del Master MAAM: durante Best Stage il label verrà per la prima volta attribuito a tre aziende (e anche qui, un po' di suspence!).Tutto questo e molto altro sarà Best Stage 2018, con anche alcune sorprese “in itinere” nel corso della mattinata. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti (Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana di Milano, ingresso da via Vivaio), ci si accredita attraverso questo link. Tutti gli interessati sono i benvenuti!

Penalizzati dalle lauree umanistiche? Non per forza: Bip e la Business school del Politecnico di Milano lanciano un training accellerato

Chi l'ha detto che una laurea in Lettere o in Antropologia debba essere considerata “debole”? Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, di solito è così: le aziende, specialmente in Italia, cercano più i profili tecnico-scientifici. Le lauree “forti” sono quelle in ingegneria, informatica, tutt'al più economia. Ma ci sono anche datori di lavoro illuminati. Senza scomodare la mitica figura di Adriano Olivetti, che negli anni Cinquanta nella sua fiorente azienda in quel di Ivrea si narra facesse le assunzioni a gruppi di tre – un laureato scientifico, un tecnico e un letterato, per il buon peso – anche oggi il valore delle competenze umanistiche ha i suoi estimatori. E con ragione.«Le discipline umanistiche predispongono lo studente alla capacità critica, all’immaginazione e al ragionamento interdisciplinare» conferma Carlo Maria Capé, amministratore delegato di Bip – Business Integration Partners, la più importante società di consulenza a matrice italiana: «Da tempo noi non ci limitiamo ad assumere ingegneri ed economisti: il mestiere dei consulenti di management è cambiato».Certo, nella consulenza sono essenziali le competenze scientifiche, e molti annunci cercano espressamente ingegneri: ma «l’ideazione di nuovi prodotti e servizi digitali particolarmente innovativi è legata allo studio e alla comprensione della società in cui viviamo e del comportamento delle persone», continua Capé, «attività che richiedono anche laureati in antropologia, psicologia o design». E non solo: «Immaginando lo scenario che ci aspetta, in un futuro non così lontano la diffusione dell’automazione e dell’intelligenza artificiale renderanno necessario l’impiego di specialisti per valutare gli impatti sociali del fenomeno e “istruire” robot e macchine, tenendo sempre presente anche l’aspetto etico». Un fenomeno che «non riguarda solo la consulenza, ma più in generale le industrie del digitale e del tech»: Capé ricorda che la Silicon Valley pullula di imprenditori che alle spalle hanno studi umanistici – «il fondatore di LinkedIn ha scelto filosofia, l’ideatore di Pinterest ha frequentato scienze politiche e perfino Mark Zuckerberg, prima di specializzarsi in programmazione, ha studiato psicologia». Dunque le facoltà universitarie umanistiche forniscono una buona, talvolta ottima base di partenza. Però è vero che per lavorare in contesti fortemente innovativi spesso ci vuole  una preparazione un po' più tecnica; ed è vero anche che molti laureati umanistici a volte hanno bisogno di trovare un modo per impreziosire il loro cv, per evitare che venga scartato a priori da selezionatori che storcono il naso di fronte alle lauree “non Stem”.E qui entra in gioco una partnership tra Bip e il MIP, la Business school del Politecnico di Milano, che insieme hanno messo a punto un percorso formativo ad hoc – una formula peculiare e “accelerata” per permettere ai laureati umanistici di ampliare le proprie competenze e rendersi più appetibili per il mercato del lavoro, aggiungendo alla loro preparazione di base anche un'infarinatura di Economics & Finance, marketing, management e trasformazione digitale.Si chiama “bootcamp” – «il termine evoca dinamicità: un percorso di allenamento intenso su una selezione di tematiche di business fondamentali» spiega alla Repubblica degli Stagisti Ursula Buchmeiser, a capo dell'area People Engagement & Development di Bip – e dura solo quattro mesi: un mese in aula e poi tre mesi in stage. Venti posti disponibili, in aula docenti della Graduate School of Business del Politecnico di Milano e professionisti di Bip con elevata seniority.«Il percorso nasce dalla consapevolezza che l’innovazione della nostra azienda è legata alla diversificazione delle competenze e alla ricchezza della nostra cultura aziendale» continua Buchmeiser: «In una condizione dove lo scambio del sapere e dei dati avviene in modo esponenziale, il valore distintivo di una società di consulenza dipende sempre di meno dal sapere e sempre di più dal saper fare».Buchmeiser, austriaca di nascita ma italiana d'adozione – vive a Milano da oltre dieci anni – laureata in Economia a Vienna e “masterizzata” alla Bocconi, ha lavorato in precedenza alle Nazioni Unite e alla Commissione europea; è anche  membro esterno del cda dell'università Statale di Milano, e per Bip ha seguito fin dal primo giorno la genesi del progetto del bootcamp. «Alle risorse che concludono con successo il percorso in aula Bip offre uno stage di tre mesi», anticipa; stage con la consueta indennità mensile che Bip – che da anni fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti e ha il “Bollino OK Stage” –  prevede a favore dei suoi stagisti: 800 euro al mese, senza distinzioni tra curricolari ed extracurricolari (in effetti, facendo due calcoli, due mensilità dell'indennità sono praticamente sufficienti a compensare il costo totale della quota di iscrizione al bootcamp, che ammonta a 1.500 euro + Iva).Alla fine dei tre mesi verrà il momento di trarre le conclusioni: ciascun giovane potrà capire se si sente tagliato per una carriera nella consulenza, e Bip a sua volta valuterà i talenti più promettenti da trattenere con una proposta di assunzione. «Il percorso costituisce in ogni caso un forte incremento del valore del cv per i partecipanti» sottolinea Ursula Buchmeiser: «Questo significa naturalmente aumentare le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro».«Questo bootcamp è una novità per noi: rappresenta il primo esperimento costruito ad hoc con e per un’azienda» dice Davide Chiaroni, direttore scientifico del programma “Bip Bootcamp & Stage” per il MIP – Politecnico di Milano: «Abbiamo inserito già da due anni il concetto di bootcamp nel nostro International Full-time MBA e lo abbiamo disegnato insieme ad un panel di aziende; con questa iniziativa si arriva ad uno step ancora più innovativo, perché il bootcamp è pensato per una singola realtà partendo dalle esigenze dell’azienda stessa». Il Politecnico e Bip non sono nuovi alle collaborazioni: insieme avevano riprogettato, nel 2015, un master in “Energy Management”.«I contenuti del programma sono stati definiti a quattro mani partendo dalle definizioni delle competenze necessarie per poter diventare consulente e business analyst in realtà dinamiche e internazionali» aggiunge Chiaroni: «Si è voluto enfatizzare il ruolo che figure professionali con un background umanistico e creativo possono apportare alle organizzazioni e società di consulenza. L’obiettivo è quindi quello di sviluppare il pensiero analitico e le capacità di business analysis e problem setting e solving». Non è scontato per una realtà universitaria avviare un master – o, come in questo caso, un bootcamp –  in collaborazione con un'azienda. Ma «docendo discimus: insegnando apprendiamo» sottolinea Chiaroni: «È uno dei detti latini che si attribuiscono a Seneca, e credo rappresenti bene il nostro spirito. Avviare un progetto in collaborazione con un'impresa significa innanzitutto comprendere la sua prospettiva. Adattare il proprio bagaglio di competenze e di “saper insegnare” in un contesto sempre diverso e – soprattutto con i talenti – particolarmente stimolante e creativo, è il miglior risultato che come Scuola possiamo portare a casa da progetti di questo tipo».Le iscrizioni al “Bip Bootcamp & Stage” sono aperte fino a fine giugno. Gli unici requisiti essenziali richiesti sono una laurea magistrale (meglio se conseguita da meno di un anno) e una conoscenza dell'inglese almeno a livello B2. Per i selezionati il percorso di training accelerato inizierà lunedì 17 settembre 2018 e avrà la durata di un mese. In bocca al lupo a chi proverà a candidarsi!

Torna «Young Tax Professional of the Year», competizione internazionale su temi fiscali organizzata da EY

Neolaureati magistrali in economia o giurisprudenza e laureandi con data di discussione prevista entro marzo 2019: c’è tempo fino al 28 giugno per approfittare dell’opportunità offerta da EY, società di consulenza che aderisce all’RdS network, composto dalle aziende che si impegnano a offrire buone condizioni di stage e lavoro ai giovani. «Are you ready to be the Young Tax Professional of the Year?»: questo il nome dell’evento con cui EY andrà a selezionare «le figure junior che entreranno nei prossimi sei mesi nello studio legale tributario e i candidati per lo Young Tax Professional of the Year, che potranno successivamente essere inseriti in azienda», spiega alla Repubblica degli Stagisti Diana De Filippis, dell’ufficio HR di EY.L’evento è giunto ormai alla sua ottava edizione, la sesta nella quale è inclusa anche l’Italia: ad oggi hanno partecipato in totale cento candidati italiani: i sei finalisti hanno poi partecipato alle finali internazionali.Tutti gli interessati al diritto tributario, con una passione per il mondo della digital transformation, che hanno un inglese fluente e sono dotati di curiosità e spiccate capacità relazionali, e sono interessati a partecipare possono dunque mandare la propria application.Per candidarsi basta andare al link del form e registrarsi per partecipare all’evento in programma giovedì 5 luglio a Roma o a quello di mercoledì 11 a Milano. L’evento è strutturato in due fasi: nella prima i candidati con i requisiti richiesti faranno un test online di lingua inglese e i migliori saranno convocati per partecipare alle due giornate di incontro in cui scopriranno i valori del gruppo EY e si cimenteranno nella risoluzione di un caso concreto da risolvere in gruppo. Quelli che supereranno con successo le prove di gruppo e il colloquio motivazionale saranno poi invitati a settembre a Milano per lavorare individualmente a un case study da discutere sia in italiano sia in inglese davanti ai professionisti del gruppo EY.«Nel corso dello stesso evento faremo anche le selezioni tra gli studenti per lo Young Tax Professional of the Year» spiega De Filippis «individuando un vincitore e creando una lista di candidati da inserire in un secondo momento nel gruppo». La giornata parte con un benvenuto del «partner responsabile del Tax & Law per avere una panoramica sulla strategia e sul nostro posizionamento sul mercato. Poi i candidati lavoreranno in gruppo su un case study che metterà in evidenza le loro competenze ed evidenzierà le capacità di problem solving, efficacia personale, cooperazione e lavoro in team. La giornata si chiuderà con i colloqui motivazionali e un aperitivo di networking». Il tempo limite per chiudere il caso, che avrà un’anima legale relativa al diritto societario e una parte fiscale che va dalle tematiche di benefici fiscali per investimenti societari a quelle di digital transformation, è al momento in via di definizione e dovrebbe essere tra una e due ore. Per selezionare lo YTPY «valuteremo sia le competenze che l’approccio al lavoro di team. Poi a settembre ci sarà il secondo step per i finalisti italiani». In pratica tra le cinque e le otto persone saranno convocate a Milano. Lì lavoreranno a un piccolo caso in inglese e si decreterà un solo vincitore che poi «sarà seguito da un tutor di EY attraverso un contatto telefonico, via mail e con incontri one to one sia per l’aspetto tecnico relativo a tematiche di fiscalità internazionale sia per una preparazione a livello di presentation», fino ad arrivare alla seconda fase, quella internazionale.Gli altri candidati arrivati fino a Milano, se positivi al contesto di EY, «potranno avere l’opportunità di ricevere una proposta di ingresso, che può essere uno stage tra i tre e i sei mesi o direttamente il contratto da consulente con partita iva», spiega De Filippis.Il vincitore italiano avrà, invece, un ulteriore step da affrontare: la sfida internazionale che si terrà ad Amsterdam dal 24 al 28 novembre, con spese di trasferimento e alloggio coperte da EY. L’anno scorso per l’Italia ha partecipato la 25enne Marica Azzola, assunta da EY a gennaio 2018 e ora consultant junior nel dipartimento International tax. Come Azzola, anche il vincitore di quest’anno ritroverà nella capitale olandese i finalisti di più di trenta paesi del mondo, che si sfideranno risolvendo casi e facendo interviste. Poi ci sarà una cerimonia di premiazione in cui saranno annunciati i tre vincitori. Nel 2017 il titolo di Young Tax Professional of the Year è stato vinto dalla russa Natalia Averina [nella foto a destra], che ha avuto l’opportunità di fare esperienza pratica presso gli uffici EY a Londra, New York e Hong Kong attraverso un tour globale di un mese che le ha permesso di entrare in contatto con alcuni dei professionisti fiscali più importanti del mondo. Ad oggi i candidati italiani sono arrivati principalmente dalle università di Roma e Milano, come Cattolica, Bocconi, Luiss, Roma Tre, la Sapienza. Ma in misura più ridotta hanno partecipato anche studenti della Federico II di Napoli, della Ca Foscari di Venezia, dell’università di Trento e dell’Alma Mater di Bologna. Ai giovani interessati, dunque, non resta che affrettarsi, e provare a dimostrare di essere lo Young Tax Professional of the Year.Marianna Lepore

Neet, in Bosch un progetto sperimentale per portarli nel mondo del lavoro: 6 mesi di stage a 1.000 euro

L'Italia è maglia nera in Europa per numero di giovani che non studiano e non lavorano. Secondo gli ultimissimi dati statistici diffusi dall'Eurostat il nostro è il Paese europeo con più Neet (Not engaged in education, employment or training): nel 2017 un giovane italiano su quattro (25,7%) di età compresa tra i 18 ei 24 anni non era né occupato né impegnato in un percorso di istruzione o formazione. Nonostante il lieve miglioramento rispetto al 2016 (26%), restiamo fanalino di coda nell'Ue, dove la media è del 14,3%.  Proprio per contribuire a ridurre la quota di Neet nasce la nuova iniziativa di Bosch, azienda che fa parte dell'RdS network ed è da sempre molto attiva nei percorsi di orientamento e formazione. Qualche giorno fa, presso l’Auditorium Bosch Milano, si è tenuto il kick off del nuovo progetto NEETandiamoavincere contro la disoccupazione giovanile. L’obiettivo è quello di aiutare i Neet a inserirsi nel mondo del lavoro, attraverso una serie di attività mirate a orientarli verso il loro futuro professionale.Per la prima edizione del progetto, ancora sperimentale, sono stati selezionati otto ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni, disoccupati da almeno dodici mesi e residenti in Italia. «Tre ragazzi si sono candidati tramite la piattaforma JustKnock, inviando un proprio progetto, e due di loro sono stati scelti. Per i restanti sei, il recruiting è avvenuto attraverso la banca dati del nostro partner Randstad», spiega alla Repubblica degli Stagisti Francesca Bosco, HR Employer Branding per Bosch Italia e già Project Manager del progetto Allenarsi per il futuro. I giovani selezionati hanno subito iniziato il loro percorso di formazione e lavoro presso Bosch e altre aziende partner dell’iniziativa, tra le quali Randstad; la start up teramana Aperegina; Carter&Benson, agenzia di consulenza manageriale; ed Oerlikon, società metallurgica svizzera. «Il progetto è ovviamente inclusivo», precisa Bosco «e resta aperto a tutti gli attori del mondo del lavoro che hanno competenze, voglia e coraggio nel dare un contributo in favore della lotta alla disoccupazione giovanile, vera piaga sociale della nostra Italia».Il percorso durerà sei mesi, durante i quali i ragazzi percepiranno un rimborso spese mensile di 1.000 euro netti, molto più di quello “consueto”, il che è sicuramente un segnale significativo. Tante e diverse le loro storie. Come quella di Antonio, barese, diplomato geometra, e già iscritto a Garanzia Giovani, senza però aver ottenuto un tirocinio. A convincere i selezionatori è stato il suo progetto di un metodo di selezione alternativo al colloquio conoscitivo. O quella di Marilena, nata in una piccola realtà abruzzese, e sfiduciata dalla mancanza di opportunità del suo territorio di origine. Le attività ruoteranno intorno a dodici transversal life skills: pensiero critico, intelligenza emotiva, spirito d’iniziativa, comunicazione attiva, problem solving, creatività, diversità, autocoscienza, decision making, flessibilità/trasversalità, visione di insieme, e gestione del tempo, dello stress e del proprio lavoro. I giovani NEET saranno accompagnati  dai “campioni di vita”, sulla scia dell'altra fortunata iniziativa di Bosch, Allenarsi per il futuro. Hanno partecipato al kick off del progetto i runner Ivana De Martino e Alberto Cova, la ginnasta Daniela Massironi, il calciatore Moreno Torricelli, il cestista Marco Mordente, la pallavolista Rachele Sangiuliano, il serial driver Gian Maria Gabbiani e il campione di apnea Mike Maric. Gli sportivi resteranno in costante contatto con i giovani NEET - attraverso call, messaggi e periodici incontri - per motivarli e aiutarli a mettere a frutto le loro passioni e i loro obiettivi. Inoltre i ragazzi saranno seguiti da un mentor aziendale, che coordinerà il progetto e permetterà di sviluppare una formazione efficace. E ancora, mensilmente incontreranno degli esperti di benessere, che li indirizzeranno verso stili di vita corretti ed equilibrati; e una psicologa, recruiter e coach, che li aiuterà a curare il loro personal branding e i loro profili social.Perché si parla di creare futuri “imprenditori di se stessi”? «L’hashtag del progetto è #conoscitestesso» spiega Francesca Bosco «perché partiamo dal presupposto che se questi ragazzi sono arrivati a non avere un’occupazione per almeno un anno è probabilmente anche per mancata conoscenza della propria personalità. Per questo vorremmo rinfrescare i loro talenti e seguirli, partendo dalla persona per arrivare all’insegnamento di un mestiere. E magari non tutti, ma almeno uno di loro potrebbe arrivare ad aprire una start up». Se il lancio del progetto darà i risultati attesi, si ripartirà ufficialmente a gennaio, quando la selezione dovrebbe essere allargata a venti ragazzi, al fine di offrire sempre più possibilità a quei giovani “invisibili” della società che non svolgono né attività formativa né lavorativa.Rossella Nocca

Pochi giorni ancora per candidarsi al NeaPolis innovation Campus, opportunità per i giovani campani appassionati di elettronica

«Al giorno d’oggi bisogna saper fare non solo sapere»: questo è il NeaPolis innovation Summer Campus nella sintesi di uno dei giovani che vi hanno partecipato. Il programma è un'opportunità destinata ai giovani campani dalla STMicroelectronics insieme a cinque università: la Parthenope e la Federico II di Napoli, l’università di Salerno, gli atenei della Campania e del Sannio.Il Summer Campus è un evento, giunto alla sua quinta edizione, che si svolge con cadenza annuale nella sede dell’azienda ad Arzano, Napoli. Un campus che, questa volta per 11 giorni, ospita dalle 9 del mattino alle 6 del pomeriggio laureati o laureandi in ambito tecnico scientifico provenienti dagli atenei campani. Quest’anno i posti a disposizione sono per cento partecipanti che gratuitamente – quindi senza pagare alcun costo di iscrizione – seguono seminari intensivi sui microcontrollori a 32 bit e sui sistemi operativi real time. Poi, dopo una prima fase di lavoro individuale, vengono raggruppati in team per ideare e sviluppare un progetto, avvalendosi anche della scheda di sviluppo che gli viene fornita gratuitamente a inizio campus, che viene presentato l’ultimo giorno ad un pubblico selezionato.Nelle prime quattro edizioni il Summer Campus ha visto partecipare 250 studenti, quasi tutti entusiasti dell'esperienza. Come Rocco Marco Guglielmi, 31 anni, laureato presso l’università di Salerno e affezionato frequentatore del Summer Campus fin dal 2014, prima come student tutor e dal 2017 come tutor. «All’evento partecipano due figure: i tutor aziendali, professionisti che lavorano su determinate tematiche, e gli student tutor, studenti che danno un contributo attivo avendo partecipato a precedenti edizioni» spiega: «Io feci uno stage in ST per la laurea triennale e il mio tutor dell’epoca e organizzatore dell’evento mi chiese una mano per preparare le lezioni della prima edizione, con il ruolo di tutor studente volontario». Quell’anno su circa 40 partecipanti la stragrande maggioranza era della Federico II di Napoli, mentre dall’università di Salerno oltre a Guglielmi c’erano altre sei-sette persone. Da allora è tornato ogni anno come student tutor all’evento fino al 2017 quando è stato assunto in ST ed è diventato tutor.I tutor sono, quindi, professionisti assunti in ST che lavorano regolarmente con i microcontrollori e a cui viene affidato il compito di organizzare il corso, indicare il percorso didattico, dare una mano agli studenti. «I tutor aziendali sono però al massimo due – tre persone, troppo poche per gestire tutti i partecipanti», spiega Guglielmi. «Ecco perché sono affiancati da studenti, che chiamiamo tutor studenti volontari, figure esterne ad ST che hanno partecipato a precedenti edizioni del Campus e che vengono solo per gli undici giorni del programma, dando supporto al tutor nel fare lezione. E talvolta fanno anche lezioni di una mezz’ora, anche per farli esercitare a parlare in pubblico. Come se fossero degli assistenti dei tutor». L’azienda STMicroelectronics si è insediata a Napoli nel 2001 e si è subito scontrata con la difficoltà di entrare in sintonia con i tanti atenei che in regione offrono corsi di laurea in ingegneria elettronica. Da qui l'idea di avviare NeaPolis Innovation, «un programma per alleggerire i problemi burocratici e di regolamentazione degli stage tra un’azienda non napoletana con le università del territorio» spiega alla Repubblica degli stagisti Laura Sipala, dell’ufficio stampa e relazioni pubbliche di ST.Il NeaPolis Innovation diventa un accordo di collaborazione stabile con le università campane nel campo della ricerca e della formazione tecnico scientifica, con eventi e seminari aperti a studenti e piccole e medie imprese del territorio, a cui aderiscono anche, Micron, Confindustria Campania, Cnr, Enea. Cuore del programma, il Summer Campus: «Con l’obiettivo di dare agli studenti un’idea del lavoro in azienda. La nostra è un’operazione culturale: ha l’obiettivo di far conoscere il mondo dell’elettronica e microelettronica e far crescere nei partecipanti la conoscenza di quello che possono fare», spiega Sipala.Così è stato anche per Guglielmi che dice: «Di solito il dieci per cento degli studenti torna come student tutor l’anno seguente, rispondendo a una chiamata sui social media durante il mese di aprile. Anche quest’anno c’è stata una forte risposta, con dieci volontari». Per prendere parte al campus ci sono, logicamente, delle competenze richieste: avere un profilo quanto più tecnico possibile e saper programmare quantomeno in C. L’aggiunta di competenze di base di elettrotecnica ed elettronica è un aiuto in più. «Di solito gli studenti arrivano da ingegneria informatica, elettronica e delle telecomunicazioni, a volte anche qualche matematico e chimico».Per partecipare al Summer Campus la regola base è non avere alcuna esperienza di sistemi embedded, di microcontrollori, che è poi l’argomento di cui si parla nel corso degli undici giorni. «La vera selezione la fanno i docenti universitari che raccolgono le partecipazioni degli studenti selezionando chi ha un profilo abbastanza formato per apprendere i progetti di cui si parlerà», spiega Guglielmi. «Di solito studenti al terzo anno della laurea di primo livello, ma anche ragazzi all’inizio della magistrale. Se poi qualcuno scopre del campus attraverso i social media e vuole iscriversi, chiediamo un parere al docente di riferimento e accettiamo tutti». Iscrizioni che al momento sono in corso e vanno effettuate entro il 30 giugno. Poi il campus si svolge a inizio settembre, - quest’anno per la precisione da giovedì 30 agosto a domenica 9 settembre.Lo stretto rapporto tra le università e il Campus lo dimostra anche la testimonianza di Matteo Caiazzo, 22 anni, neolaureato dell’università Parthenope, che ha partecipato al programma nel 2017. «Il mio professore di architettura di sistemi a micro processione, Luigi Cozzolino, aveva organizzato una giornata all’università con il direttore della STMicroelectronics, Alan Smith, per introdurci l’argomento. Mi aveva proposto di partecipare ma ero solo un laureando e pensavo di non essere all’altezza, ci ho messo un po’ prima di dire sì. I posti sono limitati per ateneo e alla Parthenope eravamo in pochi, quindi non avevamo difficoltà a rientrare nel numero». Oggi è convinto che il Summer Campus gli abbia dato degli sbocchi lavorativi in più: «Presa la triennale sono stato contattato da parecchie aziende che hanno visto il mio curriculum su Almalaurea e apprezzato questa esperienza. Ho ricevuto varie proposte di stage ma per ora aspetto, perché ho intenzione di prendere la laurea magistrale che comincerò a settembre». L’esperienza non si è conclusa qui, perché quest’anno farà lo student tutor, rientrando quindi nel gruppo di studenti delle edizioni precedenti che aiutano i tutor nello svolgimento delle lezioni. «Il Campus fa un po’ da tramite tra l’università e il mondo del lavoro: si inizia a capire com’è una vita in azienda, anche negli orari. Ed è una voce importante in curriculum che non bisogna lasciarsi scappare». Nel 2017, quando ha partecipato, c’erano una cinquantina di persone ma la percentuale di donne era soltanto del venti per cento. Un dato più alto della media di donne partecipanti, che in quattro edizioni si attesta intorno al dieci per cento.Qualche ragazza comunque per fortuna c'è. «È un dato che rispecchia la situazione attuale universitaria» si rammarica Maria Elena Gragnaniello, che ha partecipato l’anno scorso a 25 anni appena laureata in ingegneria biomedica, informatica e delle telecomunicazioni alla Parthenope. Oggi è iscritta al corso magistrale di ingegneria delle telecomunicazioni alla Federico II e, dice, «anche qui, in media seguo corsi dove su quaranta partecipanti siamo solo sette donne». Consiglia il Summer Campus perché permette di ampliare «la conoscenza pratica che all’università manca, per un deficit di organizzazione di laboratori e corsi pratici. Per me è stata un’ottima esperienza, invito tutte le donne a partecipare, perché è importante dal punto di vista tecnico, personale e professionale».Uno degli aspetti del Summer Campus che piace molto è la possibilità di costruire un progetto e presentarlo in fase finale a un pubblico, di solito costituito da un assessore regionale – negli ultimi anni quello all’internazionalizzazione e start up della regione Campania, Valeria Fascione - dal direttore di ST e da altri docenti universitari. «Sono stata la portavoce del mio gruppo» racconta la giovane ingegnera. «Così ho scoperto una certa dedizione agli aspetti di marketing del prodotto, che ora cerco di approfondire». Oggi oltre a studiare ha fondato una start up, Carpitech, inserita nell’incubatore Campania New Steel, che ha sede a Città della Scienza. Proprio il posto in cui aveva trovato l’annuncio del NeaPolis innovation Summer Campus con l’elenco dei professori a cui chiedere informazioni.Ma è il confronto con il pubblico che ascolta la presentazione dei progetti finali il punto forte secondo i tre ex partecipanti del Summer Campus: «Per me» aggiunge Guglielmi, «è stato fondamentale, dandomi la possibilità di imparare a parlare in pubblico, prima non ero per niente un gran chiacchierone». Agli interessati al programma non resta che affrettarsi, contattare i docenti di riferimento delle cinque università campane indicati nel bando o, nel caso si provenga da università fuori regione, direttamente l’organizzazione del NeaPolis innovation.Marianna Lepore