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Diritti degli stagisti, le lezioni dell'Europa

Ci sono Paesi in Europa dove a elaborare l’equivalente della “Carta dei diritti degli stagisti” ci pensa lo Stato, mettendo nero su bianco le condizioni per fare uno stage allo scopo di evitare gli abusi.Così, per esempio, la guida dell'Isfol sugli stage in Europa (scaricabile gratuitamente a questo link) descrive il caso del Portogallo: lo stagista ha un’età massima di 30 anni, deve essere alla ricerca del primo impiego e non aver svolto alcun tipo di attività professionale per un periodo superiore a un anno. Il periodo di stage dura nove mesi e può prolungarsi con l’autorizzazione dell’Istituto dell’occupazione e della formazione professionale eccezionalmente fino a 12 mesi. Questo istituto verifica anche se, dopo tre mesi dal termine del tirocinio, l’ex stagiaire abbia o meno trovato un’occupazione. Al tirocinante vengono concessi una borsa di stage (di importo variabile a seconda del suo livello di formazione), un rimborso delle spese di vitto e alloggio (in questo caso solo se abita a più di 50 km dal luogo del tirocinio) e le spese di trasporto. L’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è obbligatoria.Il Portogallo non è un caso isolato. Un altro punto su cui alcuni Stati fanno chiarezza è che lo stage, per quanto non sia un vero rapporto di lavoro, debba avere un rimborso spese. Non esiste solo il caso della Francia, dove è stata prevista una retribuzione di 380 euro al mese (ossia il 30% del minimo contrattuale previsto per i lavoratori, o Smic) se il tirocinio dura più di tre mesi. C’è anche quello dell’Austria e del Belgio, dove in alcuni settori il compenso è previsto per legge.In altri Paesi la regolamentazione consiste nel distinguere tra gli stage effettuati durante il periodo di studi e quelli nel periodo successivo. In Irlanda il “work placement” prevede un rimborso spese sulla base di un accordo diretto con l’azienda ospitante. Se a farlo sono gli studenti iscritti a università irlandesi l’aspetto formativo è la parte prevalente del contratto e la durata varia da 8 a 12 settimane. Se invece si sono completati gli studi lo stage dura non meno di tre mesi e nei “terms of employment” si stabiliscono mansioni, orari e compenso. La distinzione tra stagisti studenti e stagisti laureati o diplomati, in termini di procedure e condizioni,  è prevista anche in Polonia e in Spagna. Nei Paesi Bassi il nome cambia a seconda che si tratti di tirocini per studenti superiori (“stage”) o esperienze di formazione on the job destinate ai ragazzi che vanno ancora a scuola (“beroepspraktijkvorming” o “leerwerktraject”). E in Italia? La normativa 142/1998 prevede che vada stipulata una convenzione tra l’azienda ospitante e l’ente promotore, con l’obbligo di indicare un tutor e stipulare l’assicurazione sul lavoro. È anche previsto un periodo massimo per ciascuno stage a seconda del livello di istruzione. Ma non ci sono paletti per quanto riguarda il rimborso spese, l’età degli stagisti e il numero di tirocini che si possono effettuare, e in più la norma non prevede sanzione in caso di trasgressione. Molte testimonianze raccolte dalla Repubblica degli stagisti e le ispezioni di alcune Direzioni provinciali del lavoro hanno raccontato di come lo strumento dello stage possa essere usato malamente. Forse dovremmo copiare qualche paletto dai nostri vicini europei? Fabrizio Patti

Francia, stagisti retribuiti almeno 400 euro al mese: da oggi anche negli enti pubblici

Ancora passi avanti, in Francia, per la tutela degli stagisti. Già nel 2006 un accordo siglato da governo, imprenditori, sindacati, enti di formazione e associazioni studentesche - i cui contenuti erano stati ripresi in una legge e poi, nel 2008, in un decreto attuativo - aveva stabilito che, a partire dal quarto mese di tirocinio, scattasse il dovere di erogare una retribuzione mensile pari ad almeno un terzo del salario minimo garantito (lo SMIC, più o meno 1300 euro al mese). Quindi gli stagisti francesi già oggi percepiscono per legge almeno 400 euro al mese: non tutti però. Restano  - o meglio, restavano - esclusi gli stagisti degli enti pubblici: l'obbligo infatti riguardava solamente le imprese private. Venerdì scorso il presidente francese Nicolas Sarkozy - con i ministri dell'Università e ricerca, delle Finanze, della Funzione pubblica e dei Giovani - ha annunciato l'intenzione di anticipare quest'obbligo a partire dal terzo mese di tirocinio, e di estenderlo anche al settore pubblico (comprese le amministrazioni locali e le strutture sanitarie). Per gli stage di durata inferiore, inoltre, sarà introdotto il dovere di dare un minimo di rimborso spese e di prevedere l'accesso alla mensa aziendale o benefit analoghi.Il movimento che rappresenta gli stagisti francesi, «Génération Precaire» (nella foto, durante una manifestazione), non grida però vittoria, e promette anzi battaglia: l'obiettivo è far salire al 50% dello SMIC la retribuzione minima, introdurre sanzioni penali per le aziende che abusano dello strumento dello stage, prevedere una retribuzione che aumenti con il passare dei mesi, e stabilire un periodo obbligatorio di distanza tra uno stage e il successivo.Un'altra misura annunciata dal governo francese per incentivare l'occupazione giovanile è poi un bonus di 3mila euro che verrà stanziato a favore di ogni azienda che assuma uno stagista. Un procedimento simile a quello previsto, qui in Italia, dal Progetto FIXo, gestito da Italia Lavoro, che si è concluso da pochi mesi. L'obiettivo di Sarkozy è di ottenere 50mila nuove assunzioni. Funzionerà? Eleonora VoltolinaPer approfondire l'argomento, leggi anche:- «Jacques Attali nei guai: secondo Le Monde la sua associazione usa troppi stagisti»- «Diritti degli stagisti, le lezioni dell'Europa»  

Stagista, perfavore, mi affetta due etti di crudo?

Sentirsi proporre uno stage quando si ha l’obiettivo di fare l’analista finanziario, il commercialista, l’ufficio stampa, ci sta. Sentirselo proporre per avere un posto da salumiere o banconista in un supermercato ci sta molto meno: specialmente se lo stage in questione non dura poche settimane –  giusto il tempo di familiarizzare con il banco frigo e la cassa – ma molti mesi.Purtroppo gli annunci di questo tipo non sono rari in Rete: «Si ricercano addetti da inserire in supermercato tramite periodo di stage di 6 mesi come cassieri, scaffalisti, ortofrutta», ed è solo un esempio.La normativa di riferimento non vieta esplicitamente di fare stage per mestieri a bassa specializzazione: pertanto chiunque abbia un’attività imprenditoriale può proporre a un giovane uno stage, motivando di dovergli impartire una formazione affinché impari il mestiere. Il punto, semmai, è la durata di questa formazione: se si è tutti d’accordo che per determinati lavori, complessi e “di intelletto”, oppure artigianali, possano servire anche molti mesi per apprendere le mansioni, certo è ben più difficile credere che servano tre mesi, o addirittura sei, per imparare ad affettare il prosciutto al banco, o a disporre la merce sugli scaffali.A ciascuno, poi, la sua responsabilità: a partire da quegli enti promotori che di volta in volta scelgono di avallare tirocini di questo tipo, senza porsi dubbi sulla consistenza del progetto formativo. Qualche volta, però, questi stage passano dai corridoi dei supermercati alle aule di tribunale. C’è stato per esempio un caso in Friuli Venezia Giulia, partito nel 2001 grazie a una segnalazione alla Direzione provinciale del lavoro di Trieste. Un giovane raccontò che lavorava in un supermercato: non come dipendente, però, bensì con un semplice contratto da stagista. E non era solo: gli ispettori andarono, ispezionarono e stabilirono che in almeno 42 casi gli stage erano stati utilizzati per mascherare ordinario lavoro dipendente. Gli stagisti erano infatti utilizzati alla salumeria, alla cassa, o con il compito di disporre la merce sugli scaffali. La palla passò nel 2004 al Tribunale, che nell’agosto del 2007 ha emesso una prima sentenza - in cui si legge chiaramente, tra l’altro, che per uno stage del genere una durata di sei mesi, «a fronte della tipologia poco qualificante delle mansioni, appare incongrua». I proprietari del supermercato hanno fatto appello: per la prossima udienza, però, bisognerà attendere ancora un anno e mezzo. Un caso simile è accaduto a Lecco, all’inizio del 2007: anche qui si è mossa la Direzione provinciale del lavoro, su segnalazione di un ragazzo, e ha riscontrato un uso improprio di sette stagisti, addetti principalmente alla disposizione dei generi alimentari sugli scaffali. Anche qui il supermercato, appartenente a una nota catena, si è opposto al verbale (che diffidava a legalizzare il rapporto con gli stagisti quale rapporto di lavoro subordinato a tutti gli effetti), e quindi ora la vicenda si trasferirà in Tribunale. Ma quanti casi simili passano sotto silenzio, magari perché nessuno va a denunciarli alle Direzioni provinciali del lavoro?Eleonora Voltolina

Tirocini retribuiti del Parlamento europeo: di nuovo aperta la corsa alle candidature

È di nuovo tempo di tirocini Schuman. Le candidature al programma di stage retribuiti del Parlamento europeo sono ufficialmente aperte da due settimane, e per inviare la propria candidatura c'è tempo fino al 15 maggio.I tirocini avranno inizio il 1° ottobre 2009, dureranno 5 mesi e verranno retribuiti con un rimborso spese mensile di circa 1135 euro netti. La concorrenza è agguerrita: per ogni posto arrivano in media una ventina di richieste.In generale, i requisiti necessari per candidarsi sono: essere maggiorenni e cittadini di un Paese UE (o candidato a diventarlo), conoscere bene almeno una delle lingue ufficiali, e infine non aver già avuto un tirocinio o un impiego retribuito presso un'istituzione europea. In particolare, per concorrere per i tirocini Schuman bisogna avere un diploma di laurea almeno triennale e produrre una lettera di presentazione firmata da un professore universitario o un professionista. Per la specifica «opzione giornalismo», poi, chi si vuol candidare deve dimostrare di avere una certa esperienza giornalistica, per esempio con l'iscrizione all'Ordine o provando in altro modo la propria attività.Ha scritto a questo proposito qualche giorno fa una lettrice: «Penso di avere le caratteristiche per partecipare a entrambi: per l'opzione generale presenterei la mia tesi di laurea in storia delle relazioni internazionali, per l'opzione giornalismo beh... non ho il tesserino nè alcun diploma ma scrivo dal 2007, in particolare da ottobre 2008 scrivo per il Giorno ed. nord Milano. Secondo voi posso partecipare? Ci si può candidare per entrambe?» Si può provare a candidarsi per l'opzione giornalismo anche se non si è iscritti all'Albo, e non è vietato tentare entrambe le opzioni. «Altro dubbio» prosegue Valentina: «La lettera di presentazione deve essere in inglese - francese o va bene in italiano?». In italiano andrà bene ugualmente. Infine, la lettrice chiede «Questi stage servono? C'è possibilità di rimanere all'interno delle istituzioni?». La risposta è: sì e no. Certamente questi stage sono utili, perchè danno la possibilità di fare un'esperienza significativa, nella maggior parte dei casi all'estero, senza essere costretti a pagarsela di tasca propria. Altrettanto certamente, però, non sono orientati all'inserimento lavorativo, come la stragrande maggioranza degli stage fatti in ambito pubblico: per poter lavorare nell'UE, infatti, c'è una procedura di selezione particolare. Pertanto questi stage vanno visti per quello che sono: un'esperienza puramente formativa, ben retribuita certamente, ma forse non adatta a chi cerca un posto stabile dopo il tirocinio. In passato la Repubblica degli Stagisti ha portato fortuna ai candidati (v. testimonianza di un giornalista vincitore): chissà che non sia così anche per questa tornata!

Master dei Talenti 2009, è boom di richieste per gli stage a 5 stelle

Boom di candidature per l'edizione 2009 del Master dei Talenti, l'iniziativa promossa e finanziata dalla Fondazione CRT che quest'anno mette in palio 67 stage in giro per il mondo con ottimi rimborsi spesa e prospettive lavorative. Il bando è stato ufficialmente chiuso alla mezzanotte di martedì 3 marzo. In totale sono arrivate 723 richieste: un incremento del 40% rispetto agli ultimi anni. Le posizioni di tirocinio più gettonate sono queste: - 6 mesi a Dublino all'ente europeo Eurofound (European Foundation for the improvement of living and working conditions), che verrà remunerata con una borsa di studio mensile di 2200 euro lordi: per un solo stage ci sono 131 candidature; - 4 mesi presso alcune sedi (in Germania, Inghilterra e Belgio) della multinazionale Procter & Gamble: qui ci sono a disposizione tre stage e si sono candidati in 125; - 6 mesi a Bruxelles per il comitato Non c'è pace senza giustizia: per due stage, che verranno pagati 1800 euro al mese, ci sono 118 candidature (forse qui il boom è determinato dal fatto che la posizione era aperta a laureati in discipline umanistiche: lettere, scienze politiche, sociologia e filosofia). Vanno forte anche i parchi nazionali a stelle e strisce: le posizioni aperte allo Yellowstone (6 mesi nel quartier generale di Mammoth Hot Springs in Montana, con un rimborso di 2500 euro al mese) e alla new entry Isle Royale Park (12 mesi tra i laghi del Michigan e del Minnesota con lo stesso rimborso) hanno raccolto rispettivamente 70 e 62 candidature - principalmente tra biologi, geografi e scienziati naturali. E non mancano i coraggiosi che hanno fatto richiesta per luoghi difficili: in 58 si sono proposti per passare 10 mesi in Mali, nell'ambito di un progetto comune tra la ong Engim e la Caritas Mali; in 55, invece, per andare (sempre per 10 mesi) in Burkina Faso per uno stage organizzato dal Comune di Torino insieme all'associazione di volontariato laico Lvia. Ora parte la fase di selezione: tre esperti della Fondazione CRT valuteranno tutti i cv pervenuti e sceglieranno chi far passare allo step successivo. Sarà poi ciascun ente o azienda a decidere, in una rosa di 5-10 candidati, il vincitore. La cosa interessante è che in questo impegnativo screening delle candidature la Fondazione verrà coadiuvata da 14 ex borsisti: i vincitori di ieri, insomma, sceglieranno quelli di domani. E faranno questo lavoro gratuitamente, per 3 giorni, per restituire un po' di quel che la Fondazione ha offerto loro con il Master dei Talenti. Ma torniamo all'oggi e ai 723 candidati: ragazzi, in bocca al lupo a tutti. Solo uno su dieci ce la farà: ma tutti potrete dire di averci provato!

Dal «latte stagista» a Che Guevara, la pubblicità scende in campo contro la gerontocrazia

Ernesto Che Guevara (qui a destra) guidò la rivoluzione a Cuba quando aveva più o meno trent'anni. La stessa età che aveva Gesù Cristo (in basso) quando se ne andava in giro per la Palestina a predicare la nuova religione. Erano giovani, ma nessuno si stupiva che facessero grandi cose... Da questa idea sono partiti l'art director Francesco Musso e il copywriter Matteo Lazzarini per elaborare una «pubblicità pro-giovani», che hanno significativamente intitolato «In Italia a trent’anni non sei nessuno». Perchè il problema, in effetti, è proprio questo: troppo spesso i giovani vengono tenuti al guinzaglio, senza autonomia, senza potere decisionale, senza possibilità di emergere - perchè c'è sempre qualcuno più anziano che occupa i posti di comando (concetto sviluppato anche dalla giornalista Nunzia Penelope in un libro, «Vecchi e potenti», che ha un sottotitolo che è tutto un programma: «Politica, istituzioni, banche, imprese: perchè l'Italia è in mano ai settantenni»...). Il concorso Carta Bianca Awards, promosso da Promocard in collaborazione con Art Directors Club Italiano, accanto alla classica giuria di giornalisti e addetti ai lavori ha voluto costruirne una «creative» che rappresentasse «il nuovo che avanza» - e che ha incoronato vincitrice, appunto, la campagna di Musso e Lazzarini. A comporre questa giuria, oltre alla sottoscritta, una nutrita pattuglia di amici della Rete: tra gli altri Fabrizio Buratto, giornalista di Job24.it del Sole 24 e autore del libro «Curriculum atipico di un trentenne tipico», Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa già famosi per «Generazione 1000 euro» e da pochi giorni in libreria con l'ultima fatica «Jobbing», Federico Mello animatore di generazioneblog e autore de «L'Italia spiegata a mio nonno». Ma l'idea creativa che alla Repubblica degli Stagisti è piaciuta di più è stata quella che ha vinto il premio della sezione Young. Andrea Piovesana, Francesco Russo e Federica Lana Saraniti di Hdemia Milano si sono inventati il «Latte Stagista» (eccolo qui a destra). Con un'avvertenza che suona come un buon auspicio: «da consumarsi preferibilmente a tempo indeterminato»! E quasi quasi vien voglia di berlo...

Master dei Talenti CRT, nel mezzo del cammin del nuovo bando

I neolaureati delle università del Piemonte e della Valle d'Aosta hanno ancora un po' di tempo per tentare la carta del Master dei Talenti della Fondazione CRT. Il nuovo bando è stato aperto il 1° febbraio e andrà a scadere sabato 28 febbraio 2009. Alcuni requisiti indispensabili per potersi candidare: avere la cittadinanza italiana e non più di 24 anni per chi ha una laurea triennale, non più di 27 per chi ha una specialistica o magistrale. In palio ci sono quest'anno 67 stage in giro per il mondo: da Barcellona a Washington, da Pechino a Bruxelles, da Dubai a Los Angeles, da Lima a Mumbai. E per gli amanti delle mete esotiche ci sono anche tirocini a Mopti in Mali, a Port of Spain nelle isole caraibiche di Trinidad e Tobago, a Ouagadougou in Burkina Faso... Gli stage sono retribuiti direttamente dalla Fondazione CRT, con borse di studio modulate a seconda del costo della vita nel Paese di destinazione: da un minimo di 1400 a un massimo di 3300 euro lordi al mese. Al momento sono già circa 700 le domande in corso di compilazione: ognuno può candidarsi per più tirocini (massimo cinque) e incrociare le dita. Le aziende e gli enti ospitanti faranno poi i colloqui ai candidati preselezionati, e compieranno la scelta finale che verrà comunicata ai vincitori a partire da aprile. Sul sito della Fondazione CRT c'è una pagina molto dettagliata dedicata alle FAQ: agli aspiranti borsisti conviene certamente darci un'occhiata prima di procedere! E a tutti i fortunati che hanno questa opportunità e decidono di provare a candidarsi... In bocca al lupo dalla Repubblica degli Stagisti!

Superstage calabresi, l'interrogazione parlamentare di Ichino

È stata proprio la Repubblica degli Stagisti a portare la settimana scorsa all'attenzione dell'opinione pubblica e di Pietro Ichino la vicenda dei «superstage» calabresi.Oggi la questione approda sul Corriere della Sera e in Parlamento, con un'interrogazione del senatore Ichino. Eccone il testo:INTERROGAZIONEal Ministro del Lavoro e del Welfare, nonché al Ministro per le Politiche Comunitariepresentata alla Presidenza del Senato il 15 gennaio 2009dal senatore Pietro IchinoPremesso che- con la delibera 21 novembre 2007 n. 103 dell’Ufficio di Presidenza della Regione Calabria è stato approvato un bando di selezione pubblica per l’assegnazione di alcune centinaia di “voucher formativi”, ciascuno dell’importo di 1000 euro mensili per 24 mensilità, nell’ambito del “Programma Stages” della stessa Regione, con uno stanziamento complessivo di 6 milioni di euro, per metà rivenienti dal bilancio regionale, per l’altra metà da contributi del Fondo Sociale Europeo;- nella detta delibera si prevede che i voucher medesimi costituiscano “riconoscimento d’eccellenza” e “incentivo alla residenzialità” per i migliori laureati calabresi di età non superiore ai 37 anni;- si prevede inoltre che i voucher in questione vengano goduti in corrispondenza con l’attivazione di altrettanti stage presso amministrazioni pubbliche calabresi, previa partecipazione dei giovani interessati a un “percorso formativo di orientamento ed accompagnamento all’inserimento’ organizzato dalle Università calabresi sulla base di apposita convenzione con l’Ufficio di Presidenza della Regione;- si ha notizia di casi nei quali gli stage in questione sono frequentati da trentenni liberi professionisti iscritti ai rispettivi Ordini professionali e in precedenza impegnati nelle corrispondenti attività di lavoro autonomo, che, almeno in linea teorica, dovrebbero essere interrotte per il biennio.Considerato, peraltro, che- in coerenza con quanto disposto esplicitamente sui tirocini formativi e di orientamento dall’articolo 18, lettera d, della Legge 24 giugno 1997 n. 196, recante Norme in materia di promozione dell’occupazione, il relativo Regolamento emanato con decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 25 marzo 1998, n. 142, , ha fissato in 12 mesi la durata massima degli stage, consentendone una durata di 24 mesi soltanto per i portatori di handicap;- la Commissione Europea, nelle Disposizioni generali FESR - FSE - Fondo di coesione (2007 - 2013) e in linea con il metodo della c.d. strategia europea per l’occupazione, propone tra le priorità di destinazione dei fondi erogati la creazione di nuovi posti di lavoro effettivi;- questa finalità degli interventi del FSE è ribadita nel documento in cui la Commissione presenta le 8 linee di orientamento per migliorare l’occupazione nell’Unione europea (UE), Obiettivi delle linee di orientamento integrate per la crescita e l’occupazione 2005-2008;si chiede ai Ministri indicati in epigrafe- se e come essi ritengano che le centinaia di stage di 24 mesi attivati dalla Regione Calabria si concilino con la disciplina vigente della materia, dal momento che i “migliori laureati calabresi” non risultano essere tutti portatori di handicap;- se e come essi ritengano che possa produrre risultati positivi, nel senso indicato dalla strategia europea per l’occupazione, l’attivazione “all’ingrosso” di “stage” per una durata del tutto abnorme, con lo scopo di far acquisire ai giovani interessati capacita di amministrazione innovativa, presso amministrazioni pubbliche che di tale innovazione non posseggono né il know-how né alcuna esperienza;- se essi non ritengano che iniziative di questo genere, ‑ per la loro durata eccessiva e per la mancanza di alcun nesso tra il contenuto del rapporto di stage che va a instaurarsi e gli sbocchi occupazionali effettivamente prospettabili ‑ lungi dall’incrementare la professionalità dei giovani interessati, abbiano l’effetto di male orientarli nel mercato, al contempo disincentivando la ricerca seria da parte loro di un’occupazione produttiva; e se essi non ritengano che iniziative come questa creino i presupposti per una rivendicazione, al termine del biennio, di “sanatorie” con stabilizzazione in soprannumero rispetto agli organici delle amministrazioni pubbliche ospitanti, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro improduttivi;- se essi non ritengano che in questa iniziativa si manifesti un antico e mai superato difetto delle politiche del lavoro, praticate da decenni nel nostro Mezzogiorno, indifferentemente da maggioranze politiche di destra o di sinistra, che contribuiscono ad alimentare il circolo vizioso del mercato del lavoro meridionale, tra sovradimensionamento e inefficienza delle amministrazioni pubbliche, insufficienza degli investimenti nei servizi e infrastrutture indispensabili, scarsa produttività delle imprese private, insufficienza della domanda di manodopera nelle strutture produttive, sfiducia dei giovani nella possibilità di trovare occupazione nelle strutture stesse e orientamento dei giovani stessi a privilegiare, nelle loro strategie, la ricerca del posto fisso in strutture pubbliche sovradimensionate come unica alternativa all’emigrazione;- se e come i Ministri stessi ritengano che un’iniziativa di questo genere si concili con le finalità e le regole di funzionamento del Fondo Sociale Europeo;- se e come e come il Governo ritenga che un’iniziativa di questo genere si concili con l’esigenza di migliorare, agli occhi dell’amministrazione comunitaria, la reputazione del nostro Paese già gravemente compromessa da numerosi passati abusi gravi consistenti proprio nell’utilizzazione dei contributi del Fondo Sociale Europeo per iniziative fasulle di formazione professionale;- se e quali misure coerenti con gli obiettivi e le regole del Fondo Sociale Europeo, infine, i Ministri competenti intendano adottare per evitare che nella forma di pretesi “stage” di formazione si pongano in essere illegalmente forme di mera assistenza, dannose per il funzionamento del mercato del lavoro e per gli interessi professionali degli stessi giovani coinvolti.

In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»

Sono 500, e presto forse saranno 750. Sono i superstagisti calabresi: laureati a pieni voti, i migliori - quantomeno nelle intenzioni - degli atenei della zona. Andranno a fare un superstage nelle strutture pubbliche locali: «super» in tutti i sensi. Super per la retribuzione: 1000 euro al mese. Super anche per la durata: 24 mesi!Il portavoce del consiglio regionale della Calabria spiega alla Repubblica degli Stagisti: «Con il "Programma stages 2008" abbiamo risposto in maniera concreta a due esigenze: da un lato ridurre i costi della politica, dall'altro trovare uno sbocco professionale per i tantissimi giovani laureati di questa regione». Quindi hanno dato una sforbiciata alle spese e han tirato fuori 3 milioni di euro, a cui se ne sono aggiunti altrettanti attingendo a fondi europei: «La somma è stata destinata a finanziare stage formativi, della durata di due anni, rivolti ai laureati calabresi più meritevoli, con un limite di età abbastanza elevato - 37 anni - per evitare di penalizzare quanti non vengono più considerati "giovani" dalle norme dell'Unione Europea, che fissa il limite a 32 anni». Forse questo si spiegherebbe considerando il fatto che in Calabria la disoccupazione è all'11,2% (dato Istat 2007) - quasi il doppio rispetto alla media nazionale (6,1%) e quasi il quadruplo rispetto a regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Trentino. E quindi ogni modo è buono per fermare l'emorragia di disoccupati, specie con le elezioni regionali a un passo (nel 2010).Tornando all'oggi e ai fatti: 500 laureati calabresi, a cui forse nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altri 250, «lavoreranno per due anni, con uno stipendio mensile di 1000 euro, in 170 enti tra aziende sanitarie e ospedaliere, comuni, province, comunità montane ed altre amministrazioni territoriali. Ovviamente»mette però le mani avanti il portavoce «il Consiglio regionale non può garantire alcuna futura assunzione degli stagisti nelle stesse amministrazioni: queste ultime, semmai, qualora interessate, dovranno procedere direttamente».Certo, le domande che restano senza risposta sono ancora tante. La prima: come mai è stato deciso di far durare gli stage addirittura 24 mesi, quando la normativa vigente prevederebbe la possibilità di fare stage così lunghi solo per i disabili? E poi: con i 6 milioni di euro di budget, oltre agli stipendi degli stagisti, è previsto che anche gli altri due soggetti coinvolti nel progetto (università e enti pubblici ospitanti) ricevano sovvenzioni? E poi: il rimborso spese indicato di 1000 euro al mese è da intendersi lordo o netto, e con quali modalità e tempistiche verrà erogato?Restano poi sul fondo due questioni ancor più grandi: ha davvero senso far fare stage a persone di oltre trent'anni? E poi: dato che lo stage non dovrebbe essere «lavoro» bensì «formazione» quale mestiere ha bisogno di un percorso formativo di addirittura due anni per essere imparato?Eleonora Voltolina La Repubblica degli Stagisti ha raccolto le testimonianze di alcuni dei laureati d'eccellenza che stanno partecipando al Programma Stages 2008 promosso dal consiglio regionale calabrese:- Francesco Bonsinetto, dalla cattedra allo stage- Francesco Luppino, l'ingegnere stagista- Serena Carbone: una proposta al consiglio regionale per valorizzare davvero noi superstagisti- Pietro Canale, il commercialista stagista

Estate, gli stagisti sono di stagione / parte seconda

Qualche giorno fa si era parlato di quelle imprese che d'estate utilizzano gli stagisti per evitare di prendere lavoratori in sostituzione del personale in ferie. Sulla stessa linea d'onda scrive alla Repubblica degli Stagisti una studentessa 23enne, iscritta alla facoltà di Scienze della Moda: «Il mio piano di studi richiede uno stage. Essendo vincolata a rimanere a Roma, perchè certo durante uno stage non puoi permetterti di sopravvivere fuorisede!, ho mandato il mio curriculum a una prestigiosa casa di moda. Dopo nemmeno un mese mi hanno richiamata e ho fatto i salti di gioia... ma c'era il trucco!».Durante i colloqui, l'azienda non specifica in quale ambito inserirà la studentessa-stagista. Dato il piano di studi, sarebbe logico pensare al settore creativo, o a quello promozionale... Invece, sorpresa: la mettono a fare la commessa, e la inseriscono addirittura nel piano presenze-ferie insieme a tutti gli altri dipendenti!«Da un mese e mezzo lavoro nel negozio: che certo è il più bello ed importante del mondo, ma… faccio la commessa lì come la farei da qualsiasi altra parte! Nel giro di 10 giorni ho imparato quello che c'era da sapere e ora sono tutti più sollevati, possono andare in ferie tranquilli: tanto c'è chi, al prezzo di uno stage, sostituisce in tutto e per tutto una persona che costerebbe molto di più».Dunque per sei mesi questa ragazza lavorerà full time dall'apertura alla chiusura del negozio, cinque giorni alla settimana, per 300 euro di rimborso spese (più i buoni pasto). Svolgendo mansioni assolutamente inutili per la sua formazione. Quando le ho suggerito di segnalare la situazione allo sportello stage della sua università, però, lei non è parsa convinta: teme che la liquiderebbero senza aiutarla. «L'errore di fondo è che gli stage dovrebbero essere formulati insieme da università e aziende in modo da creare dei progetti di lavoro formativi per noi e fruttuosi per loro. Doversi cercare lo stage da soli ci porta a incappare in esperienze inutili o a ritrovarci con gli esami finiti, la tesi quasi pronta e gli stage ancora da acquisire».Eleonora Voltolina