Neet, in Bosch un progetto sperimentale per portarli nel mondo del lavoro: 6 mesi di stage a 1.000 euro

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 16 Giu 2018 in Notizie

Allenarsi per il futuro buone opportunità Disoccupazione Gruppo Bosch Neet randstad

L'Italia è maglia nera in Europa per numero di giovani che non studiano e non lavorano. Secondo gli ultimissimi dati statistici diffusi dall'Eurostat il nostro è il Paese europeo con più Neet (Not engaged in education, employment or training): nel 2017 un giovane italiano su quattro (25,7%) di età compresa tra i 18 ei 24 anni non era né occupato né impegnato in un percorso di istruzione o formazione. Nonostante il lieve miglioramento rispetto al 2016 (26%), restiamo fanalino di coda nell'Ue, dove la media è del 14,3%. 

Proprio per contribuire a ridurre la quota di Neet nasce la nuova iniziativa di Bosch, azienda che fa parte dell'RdS network ed è da sempre molto attiva nei percorsi di orientamento e formazione. Qualche giorno fa, presso l’Auditorium Bosch Milano, si è tenuto il kick off del nuovo progetto NEETandiamoavincere contro la disoccupazione giovanile. L’obiettivo è quello di aiutare i Neet
a inserirsi nel mondo del lavoroattraverso una serie di attività mirate a orientarli verso il loro futuro professionale.

Per la prima edizione del progetto, ancora sperimentale, sono stati selezionati otto ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni, disoccupati da almeno dodici mesi e residenti in Italia. «Tre ragazzi si sono candidati tramite la piattaforma JustKnock, inviando un proprio progetto, e due di loro sono stati scelti. Per i restanti sei, il recruiting è avvenuto attraverso la banca dati del nostro partner Randstad», spiega alla Repubblica degli Stagisti Francesca Bosco, HR Employer Branding per Bosch Italia e già Project Manager del progetto Allenarsi per il futuro. 

I giovani selezionati hanno subito iniziato il loro percorso di formazione e lavoro presso Bosch e altre aziende partner dell’iniziativa, tra le quali Randstad; la start up teramana Aperegina; Carter&Benson, agenzia di consulenza manageriale; ed Oerlikon, società metallurgica svizzera. «Il progetto è ovviamente inclusivo», precisa Bosco «e resta aperto a tutti gli attori del mondo del lavoro che hanno competenze, voglia e coraggio nel dare un contributo in favore della lotta alla disoccupazione giovanile, vera piaga sociale della nostra Italia».

Il percorso durerà sei mesi, durante i quali i ragazzi percepiranno un rimborso spese mensile di 1.000 euro netti, molto più di quello “consueto”, il che è sicuramente un segnale significativo. Tante e diverse le loro storie. Come quella di Antonio, barese, diplomato geometra, e già iscritto a Garanzia Giovani, senza però aver ottenuto un tirocinio. A convincere i selezionatori è stato il suo progetto di un metodo di selezione alternativo al colloquio conoscitivo. O quella di Marilena, nata in una piccola realtà abruzzese, e sfiduciata dalla mancanza di opportunità del suo territorio di origine. 

Le attività ruoteranno intorno a dodici transversal life skills: pensiero critico, intelligenza emotiva, spirito d’iniziativa, comunicazione attiva, problem solving, creatività, diversità, autocoscienza, decision making, flessibilità/trasversalità, visione di insieme, e gestione del tempo, dello stress e del proprio lavoro. 

I giovani NEET saranno accompagnati  dai “campioni di vita”, sulla scia dell'altra fortunata iniziativa di Bosch, Allenarsi per il futuro. Hanno partecipato al kick off del progetto i runner Ivana De Martino e Alberto Cova, la ginnasta Daniela Massironi, il calciatore Moreno Torricelli, il cestista Marco Mordente, la pallavolista Rachele Sangiuliano, il serial driver Gian Maria Gabbiani e il campione di apnea Mike Maric. Gli sportivi resteranno in costante contatto con i giovani NEET - attraverso call, messaggi e periodici incontri - per motivarli e aiutarli a mettere a frutto le loro passioni e i loro obiettivi. Inoltre i ragazzi saranno seguiti da un mentor aziendale, che coordinerà il progetto e permetterà di sviluppare una formazione efficace. E ancora, mensilmente incontreranno degli esperti di benessere, che li indirizzeranno verso stili di vita corretti ed equilibrati; e una psicologa, recruiter e coach, che li aiuterà a curare il loro personal branding e i loro profili social.

Perché si parla di creare futuri “imprenditori di se stessi”? «L’hashtag del progetto è #conoscitestesso» spiega Francesca Bosco «perché partiamo dal presupposto che se questi ragazzi sono arrivati a non avere un’occupazione per almeno un anno è probabilmente anche per mancata conoscenza della propria personalità. Per questo vorremmo rinfrescare i loro talenti e seguirli, partendo dalla persona per arrivare all’insegnamento di un mestiere. E magari non tutti, ma almeno uno di loro potrebbe arrivare ad aprire una start up». 

Se il lancio del progetto darà i risultati attesi, si ripartirà ufficialmente a gennaio, quando la selezione dovrebbe essere allargata a venti ragazzi, al fine di offrire sempre più possibilità a quei giovani “invisibili” della società che non svolgono né attività formativa né lavorativa.

Rossella Nocca

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