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Stage a Lisbona, il bando per tirocini all'Agenzia europea delle droghe è aperto fino all'11 novembre

Un’agenzia europea che si occupa di prevenire i rischi legati all’uso di droghe. È l’Euda, European Union Drugs Agency, precedentemente nota come EMCDDA, con sede a Lisbona. Fino all’11 novembre ci si può candidare al programma di tirocinio. «I posti disponibili variano ogni anno: per questa edizione le vacancies sono 13» fa sapere alla Repubblica degli Stagisti Kathryn Robertson [nella foto], capo ufficio stampa dell’organizzazione. Il rimborso spese lordo è di 1330 euro mensili, esentasse salvo poi essere eventualmente decurtato in base sistema fiscale del Paese di origine. La quota «è pari al 25 per cento dello stipendio base mensile di un membro temporaneo del personale di grado AD5, livello 1, parametrato sul coefficiente di correzione».Una borsa che dovrebbe consentire uno stile di vita dignitoso, essendo il costo della vita in Portogallo più basso della media Ue. Più esattamente il livello dei prezzi è pari a 87,5 su 100, contro una media Ue del 105,1 (l’Italia è a 99) stando agli indici del 2023 elaborati da Eurostat. Per di più «chi proviene da fuori Lisbona ha diritto al rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno». Le spese mediche non sono coperte, ma – spiega il regolamento – c’è la possibilità di ottenere una copertura tramite la European Health Insurance Card. Le selezioni sono piuttosto serrate. «La media delle candidature è variabile, ma per esempio per quest’anno sono arrivate al momento 947 domande» aggiunge Robertson, che non fornisce alla Repubblica degli Stagisti dati sulla nazionalità degli applicants «per questioni di privacy sulle informazioni sensibili» (tutte le altre agenzie europee forniscono però senza problemi informazioni di questo tipo). Dal 2020, «quindi dal periodo del Covid, a oggi abbiamo osservato un aumento nel volume delle candidature ricevute». I posti disponibili per chi si volesse candidare sono distribuiti in diverse unità. Uno nel dipartimento del coordinamento scientifico, due nell’unità Rischi per la salute pubblica e sicurezza, altri tre negli uffici della Salute pubblica. E ancora un posto è nel reparto amministrativo, due alla Comunicazione, uno nell’ICT, e infine tre nel network per lo scambio di informazioni sulla droga in Europa. L’esperienza, per i selezionati, sarà un’opportunità per «sperimentare obiettivi e processi dell’integrazione europea, acquisire nozioni sul lavoro quotidiano dell’agenzia, mettere in pratica quanto appreso negli studi». Anche l’agenzia dal canto suo «beneficerà dell’apporto delle conoscenze scientifiche aggiornate dei neolaureati e delle prospettive di chi è fresco di laurea». I tirocini hanno una durata minima di sei mesi, che può estendersi fino a dodici. L’orario lavorativo è di otto ore giornaliere, ma è prevista una policy di flessibilità «in accordo con l’unità di cui si fa parte» chiarisce il regolamento. Le assenze consentite sono due giorni per ogni mese concluso di lavoro. Va infine presentato il certificato medico in caso di malattia che prosegua oltre i tre giorni.Per inviare l’application bisogna attivare un account sull’apposito sito. Quanto ai requisiti, si ripete il solito schema previsto per tutte le agenzie europee: serve un titolo di laurea almeno triennale, da documentare con la copia di un attestato ufficiale. Avranno preferenza i residenti di uno Stato membro, più Norvegia e Turchia, ma la possibilità di partecipare è estesa ai cittadini di qualunque Paese. Occorre conoscere la lingua inglese sia orale che scritta, «in quanto principale lingua di lavoro». Altre competenze linguistiche andranno dimostrate con relativa documentazione.Ci sono poi tutta una serie di competenze «desiderabili per uno stagista»: tra queste, «proattività, assistenza tra colleghi, capacità di stabilire priorità, concisione, attitudine al conseguimento di obiettivi». È imposta  la massima riservatezza sulle questioni con cui si avrà a che fare nel corso del tirocinio: «Gli stagisti non dovranno per nessun motivo riferire a terzi il contenuto di documenti o informazioni che non siano già stati resi noti, anche a seguito della fine dello stage» specifica il regolamento.Una volta ricevute le candidatura, il team delle Risorse umane realizzerà una prima scrematura in base alla corrispondenza con i criteri di selezione. Se necessario saranno organizzati colloqui selettivi. Ma se non si è ricontattati entro due mesi dalla chiusura dei termini per candidarsi, vuol dire che l’esito è stato purtroppo negativo. Da tenere a mente è poi che un percorso di tirocinio non dà adito a nessun canale privilegiato al fine di un’assunzione nell’organico EUDA. Ilaria Mariotti

Mille stage pagati dallo Stato, indennità mensile record: 1.700 euro al mese. Le aziende possono candidarsi

Poche ore ancora per le imprese italiane per rispondere alla call promossa dal ministero per lo Sport e i Giovani in collaborazione con Invitalia per ospitare fino a tre stagisti ad azienda e ricevere un rimborso di 10mila euro a stage. Intento dell’iniziativa è attivare 1.000 tirocini. Ai tirocinanti andranno 10mila euro lordi, suddiviso in sei mensilità, quindi circa 1.700 euro al mese. Una cifra in effetti inaudita in Italia: basti pensare che è pari al doppio dell'indennità mensile obbligatoria in Lazio, che è la regione italiana che ha fissato il limite più alto per il compenso obbligatorio da erogare ai tirocinanti extracurricolari. La cifra lascia a bocca aperta anche perché superiore perfino agli stipendi mediani dei lavoratori italiani. (leggete qui, la Repubblica degli Stagisti ha da sempre una posizione contraria agli stage completamente pagati dallo Stato e "regalati" alle aziende senza un loro contributo). Ma è anche vero che a caval donato non si guarda in bocca, e che questi soldi dovrebbero interamente finire nelle tasche dei beneficiari finali – gli stagisti. E inoltre, chi andrà a fare lo stage all'estero andrà certamente ad affrontare spese più ingenti.Il bando rientra nel Progetto Rete che vuole sviluppare «le competenze dei giovani, stimolando e accompagnando la loro vocazione imprenditoriale», e facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro. L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’Anno europeo delle competenze promosso dall’Unione europea con l’intento di promuovere la riqualificazione e l’aggiornamento delle competenze per ottenere posti di lavoro di qualità.  Al momento è in corso la fase di selezione delle aziende: solo più avanti si passerà al reclutamento dei giovani. Possono, quindi, fare domanda le imprese italiane con almeno 30 dipendenti disposte ad ospitare per un periodo di sei mesi fino a un massimo di 3 stagisti, diplomati e laureati, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, presso le proprie sedi in Italia e negli altri paesi europei. La dotazione finanziaria totale dell’iniziativa è di 10 milioni di euro, con una riserva del cinquanta per cento, pari quindi a 5 milioni di euro, per gli stage attivati all’estero, in un paese dell’Unione europea. Ultima data utile per le aziende per partecipare attraverso la piattaforma online sono le ore 17 dell’8 novembre, salvo eventuali proroghe. È importante ricordare chem al contrario di altri bandi simili, questo non è un click day. Quindi tutte le richieste inviate entro questa data saranno valutate.  Obiettivo di questa manifestazione di interesse per le imprese, si legge nelle faq, è di «individuare le società interessate a offrire ai giovani di età compresa fra i 18 e i 30 anni un’esperienza di stage presso le proprie sedi»  e offrire a quanti vi parteciperanno «un’esperienza marcatamente formativa, che faciliti lo sviluppo delle loro competenze e il loro inserimento nel mercato del lavoro».  Da sottolineare, però, che per quanto il bando voglia sulla carta aiutare i giovani a trovare un’occupazione, di fatto non prevede un ulteriore beneficio o aiuto alle aziende che decideranno, eventualmente, di trasformare lo stage in un vero e proprio contratto di lavoro al termine dei sei mesi. Le imprese potranno quindi ottenere degli stagisti  “pagati dallo Stato” per un semestre senza alcun obbligo di doverne assumere nemmeno uno.  Il punto 6 del bando, infatti, precisa che il contributo economico «è unicamente finalizzato al conseguimento di una finalità di interesse generale, correlata allo svolgimento di un periodo di stage marcatamente formativo», quindi senza un obiettivo di inserimento in azienda e precisa anche che l’assegnazione del voucher (la somma mensile andrà comunque anticipata da ciascuna delle aziende partecipanti), è «ad esclusivo vantaggio dei giovani destinatari dell’intervento, non potendo in alcun modo rappresentare e/o generare un vantaggio economico per le attività imprenditoriali coinvolte». Questo significa che le aziende non avranno alla fine un surplus di guadagno o beneficio ulteriore.  Invitalia pubblicherà sul sito rete.giovani2030.it l’elenco delle società che soddisfano i requisiti con le relative esperienze di stage, l’indennità prevista e la sede. Nella scelta dell’assegnazione delle risorse, si darà priorità alle aziende che offrono stage all’estero, se presenti, nella porzione del 50 per cento dell’investimento. E nello stilare la graduatoria si darà ulteriore priorità a quelle esperienze all’estero che prevedono un cofinanziamento dell’impresa, ordinate in base al maggior ammontare del cofinanziamento. Subito dopo, saranno ordinate in graduatoria le offerte di stage in Italia, ordinate sempre in base al maggior ammontare del cofinanziamento.  Di fatto, quindi, avranno maggiori possibilità di essere selezionate le aziende che decideranno di mettere dei soldi di tasca propria oltre a quelli previsti da Invitalia. Quindi, pur non essendoci un obbligo a cofinanziare lo stage, in realtà chi non lo fa –  o lo fa con una cifra molto bassa – avrà meno chance di essere selezionato. Certo, bisognerà anche vedere quante aziende riterranno opportuno aumentare la già alta cifra del voucher; sopratutto considerando la disparità che si andrà inevitabilmente a creare con i “normali” stagisti, destinatari dei “normali” e ben più modesti compensi di stage.Il bando è aperto a tutte le aziende con oltre 30 dipendenti che non abbiano in corso procedure esecutive e/o concorsuali con finalità liquidatoria o di cessazione dell'attività d'impresa, e siano in regola con le disposizioni sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e non abbiano fatto licenziamenti, salvi quelli per giusta causa, nei 12 mesi precedenti l'attivazione dello stage. Né che abbiano in corso procedure di cassa integrazione straordinaria o in deroga.Se conclusa la fase della graduatoria non sarà possibile individuare un numero di voucher assegnabili pari a mille, Invitalia «si riserva la facoltà di riaprire i termini della Manifestazione imprese». Una volta conclusa questa fase, quindi anche con l’eventuale nuovo bando, sarà pubblicata la Manifestazione giovani per la raccolta delle candidature per gli stage disponibili. I giovani potranno presentare fino a due candidature, non più di una a tirocinio. Per farlo dovranno essere domiciliati in Italia, avere un’età tra i 18 e i 30 anni, una laurea triennale, magistrale o a ciclo unico, o un diploma tecnico superiore, o un diploma di istruzione secondaria superiore. Perché un programma che vorrebbe facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro, senza però garantire un contratto di alcun tipo al termine dello stage, preveda di coinvolgere per tirocini di sei mesi “giovani” fino a 30 anni non è dato sapere. Il ministero avrebbe potuto pensare a un’età limite più bassa o all’attivazione di altri tipi di contratto, come quello di apprendistato. Perché il rischio è che si finisca per incentivare aziende a fare stage anche a brillanti candidati prossimi ai trent’anni, magari già con esperienze lavorative alle spalle, lasciandoli poi tranquillamente a casa. Peraltro il bando non vieta nemmeno la possibilità per le aziende di effettuare una eventuale proroga dello stage, anche se esplicita nelle faq che «Invitalia non è coinvolta in tale decisione» e che «il voucher erogato copre esclusivamente lo stage attivato nell’ambito dell’iniziativa e non un eventuale rinnovo dello stesso». Dopo la chiusura della Manifestazione giovani sarà stilata da Invitalia una graduatoria in cui per ogni posizione sarà indicata l’esperienza di stage, con il nome dell'impresa ospitante, la sede e la descrizione dell’offerta, e i nominativi dei giovani che si saranno candidati per quell'offerta – fino a un massimo di quattro – inviando anche all’impresa l’elenco. A quel punto sarà l’impresa a scegliere tra i quattro chi potrà stipulare la convenzione di stage.  Così come per le imprese, è già prevista anche per la manifestazione giovani la possibilità di riaprire i termini nel caso non siano state coperte tutte le esperienze di stage. Una volta selezionati gli stagisti e avviato il tirocinio, le aziende saranno obbligate ogni mese a versare la quota parte dei diecimila euro di voucher totali allo stagista, pari a circa 1.700 euro, a cui andrà aggiunta l’eventuale cifra di cofinanziamento. Solo al termine dei sei mesi potranno chiederne il rimborso a Invitalia presentando un’apposita domanda di rimborso su una piattaforma che verrà predisposta per l’occasione.Per il momento ai giovani non resta che aspettare che si concluda questa prima fase per prendere poi parte alla selezione dei tirocinanti. Marianna Lepore

100 stage al WTO a 1400 euro al mese: ma attenzione, l'indennità non è alta come sembra

Mille e quattrocento euro al mese. È il compenso previsto per gli stage all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO, che sta per World Trade Organization). Possono sembrare molti, ma in realtà sono uno dei rimborsi più bassi, nell’ambito delle organizzazioni internazionali, specialmente considerando che la sede dell’ente – nato nel 1994 con lo scopo di siglare accordi commerciali vincolanti per gli Stati membri relativi al commercio di beni, servizi e proprietà intellettuale – è in Svizzera, dove il costo della vita è circa il triplo che in Italia. Per chi comunque fosse interessato, è utile sapere che esistono tre tipi di percorso: il WTO Internship Programme, il China WTO Accession Internship Programme e il WTO Support Programme for Doctoral Studies. A differenziarli sono sostanzialmente i destinatari: il primo è aperto agli studenti laureati provenienti da paesi membri dell’Organizzazione (quindi anche l’Italia), mentre gli altri due sono riservati a studenti post-laurea provenienti da paesi in via di sviluppo o meno sviluppati.«Il programma di stage è aperto tutto l’anno. Apriamo un bando per un anno alla volta e il numero di tirocinanti selezionati dipende da vari fattori, tra cui le esigenze dei vari dipartimenti» spiega alla Repubblica degli Stagisti Hye-Seung Lee, responsabile del personale e del reclutamento: «In base a queste richieste e alla disponibilità di risorse, l’Organizzazione mondiale del commercio assume gli stagisti nel corso dell’anno».  Per il tirocinio è previsto un rimborso spese giornaliero pari a 60 franchi svizzeri, compresi i fine settimana e le festività ufficiali che rientrano nel periodo selezionato.   Questo significa che in un mese lo stagista riceverà circa 1.400 euro (franchi ed euro al momento valgono più o meno lo stesso), una cifra alta per un tirocinio se parametrata con le indennità italiane, ma come si diceva assolutamente inadeguata considerando il costo della vita a Ginevra. Stando al sito ErasmusPlay per affittare una stanza a Ginevra la forchetta dei prezzi va da 740 ad addirittura 1600 franchi al mese. Bisogna peraltro evidenziare che il rimborso spese previsto dal WTO è rimasto invariato nel corso degli anni: già nel 2010 era pari a 60 franchi svizzeri giornalieri. A differenza di pressoché tutte le organizzazioni simili che nell’ultimo decennio hanno, invece, ritoccato al rialzo le indennità previste a favore dei tirocinanti.  A carico dei tirocinanti ci sono poi le spese di viaggio da e per il paese di provenienza, il vitto e alloggio, oltre all’assicurazione medica. In Svizzera, infatti, «è obbligatoria e gli stagisti sono responsabili di attivarne una prima di iniziare il tirocinio all’Organizzazione mondiale del commercio». Gli aspiranti stagisti italiani, però, almeno su questo possono stare tranquilli perché la Tessera europea di assicurazione malattia (TEAM), ovvero la nostra tessera sanitaria, grazie ad accordi tra i servizi sanitari europei può essere utilizzata anche in Svizzera, con un evidente risparmio delle spese.   Per fare domanda per lo stage, che può durare fino a sei mesi, bisogna prima di tutto controllare di avere tutti i requisiti: avere la nazionalità di un paese membro dell’Organizzazione mondiale della sanità, aver concluso gli studi universitari in una disciplina pertinente e aver terminato almeno un anno di studio post-laurea, avere un’età compresa tra i 21 e i 30 anni per tutta la durata dello stage. Se si hanno i requisiti, si può inoltrare la propria candidatura attraverso la piattaforma del WTO dedicata alle offerte di lavoro. Un elenco dei candidati idonei viene mantenuto per un anno, ma solo quelli selezionati vengono contattati.  Non esiste, e lo specifica il sito dell’Organizzazione mondiale del commercio, un periodo di reclutamento definito, quindi, l’ammissione al programma di stage è su base continuativa. Possono, però, esserci degli avvisi di posti vacanti specifici per posizioni di tirocinio che richiedono delle competenze particolari, pubblicate sul sito di reclutamento dell’organizzazione: per questo motivo conviene controllarlo periodicamente.  Visto che non esiste un unico giorno di inizio stage, «l’ufficio risorse umane organizza ogni mese un’introduzione dedicata ai tirocinanti», spiega Hye-Sung Lee: «Non c’è alcuna garanzia che uno stage porti a un altro contratto al termine del tirocinio. Tuttavia, abbiamo avuto alcuni stagisti che sono stati in seguito assunti con contratti temporanei». Secondo la funzionaria, «uno stage presso il WTO è importante perché offre l’opportunità di acquisire esperienza in un’organizzazione internazionale che si occupa del sistema commerciale multilaterale e anche perché la sede è a Ginevra, in Svizzera, dove ci sono molte altre organizzazioni internazionali: un grande vantaggio per espandere la propria rete».  Impara l’arte e mettila da parte, insomma: quel che si impara come stagisti può essere rilevante per una successiva domanda di assunzione a tempo determinato presso il Segretariato dell’Organizzazione mondiale del commercio o presso altre organizzazioni internazionali anche se, informazione evidenziata anche sul sito, «lo stage non dà diritto a un posto in altre sedi della Segreteria».   Al momento, nel corso del 2024, «abbiamo selezionato un po’ meno di 100 stagisti», dice Hye-Sung Lee senza però purtroppo fornire il numero di domande totali ricevute. Un po’ meglio di quanto succedeva una quindicina di anni fa quando, come raccontava la Repubblica degli Stagisti, i giovani selezionati erano stati solo 75, nel 2009, e addirittura meno, 63, nel 2008. Tutto, però, in linea con la pianificazione dell’Organizzazione che, infatti, nelle Faq dedicate al programma specifica che il numero dei selezionati varia di anno in anno ma che in media sono un’ottantina. All’interno delle stesse faq si legge anche che i tirocinanti hanno diritto a 2,5 giorni di assenza al mese, ma la richiesta deve essere prima approvata dal supervisore.Tutti gli incarichi che saranno assegnati ai tirocinanti «hanno lo scopo di migliorare la comprensione individuale dell’Organizzazione e della politica commerciale più in generale. La divisione a cui è assegnato il tirocinante determina la natura precisa del lavoro da svolgere». A questo punto per capire quali sono le possibilità conviene dare un’occhiata all’elenco dei vari dipartimenti, disponibile qui: sono 19 e si va dalla divisione Ricerca economica e statistica, che fornisce analisi economiche e ricerche a sostegno delle attività dell’OMC, alle Risorse umane, responsabile della gestione di oltre 700 tra dipendenti regolari e a contratto, dalla divisione Lingue, documentazione e gestione delle informazioni, che fornisce servizi di interpretariato e di traduzione, a Informazioni e relazioni esterne, che si occupa di comunicare le informazioni dell’Organizzazione a un vasto pubblico attraverso il sito web o le pubblicazioni o le riunioni con un pubblico selezionato. Se contattati per iniziare lo stage, all’arrivo in Svizzera bisogna poi registrare la propria posizione all’ufficio cantonale delle imposte, anche nel caso in cui non si intenda divenire effettivamente contribuenti in terra elvetica: è comunque necessario «contribuire alla previdenza sociale». Maggiori informazioni sono disponibili su questo sito. Marianna LeporeFoto di apertura: di Nicolas Nova da Flickr in modalità creative commonsFoto in alto a destra: di World Trade Organization da Flickr in modalità creative commons

Da due anni esiste una Agenzia europea per l’asilo: ecco come farci uno stage (ben pagato)

È nata solo due anni fa, nel 2022, con l’obiettivo di sostenere le autorità nazionali dei paesi dell’Unione europea nell’attuazione del sistema comune di asilo fornendo assistenza operativa e tecnica: l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) con sede a La Valletta, Malta, offre aiuto operativo e tecnico ai paesi europei e come tutte le istituzioni e agenzie di questo tipo ha un proprio programma di stage. Il tirocinio dell’EUAA offre un rimborso spese mensile di quasi 1400 euro (1.376,89 per la precisione) e ha una durata di sei mesi rinnovabili per altri sei. Venti le posizioni di stage disponibili per il 2025. Al tirocinante è garantito anche un rimborso delle spese di viaggio di inizio e fine stage per chi abbia il luogo di residenza a una distanza superiore i 100 km. Si ha poi diritto a due giorni di ferie al mese e, in aggiunta, si possono utilizzare fino a 10 giorni per partecipare a concorsi, esami o anche per motivi familiari, anche se è necessario inviare una giustificazione scritta e in ogni caso informare il proprio consulente. Per partecipare è necessario essere un cittadino di un Paese membro dell’Unione europea o associato Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), avere una laurea di primo livello o aver completato almeno i primi tre anni di studi universitari e avere una conoscenza almeno a livello B2 dell’inglese. Gli stage possono cominciare il primo o il 16 di ogni mese.  Per partecipare alla selezione bisogna controllare il sito dell’EUAA visto che l’avviso di reclutamento, con tutte le informazioni sullo stage, è di norma pubblicato per un mese intero. A quel punto se interessati è necessario inviare la propria domanda online attraverso il sito dell’agenzia. Prima ancora si deve, però, creare il proprio profilo sul sito per poi rispondere all’offerta di stage. Una volta presentata la propria candidatura è possibile seguire lo stato delle domande inviate all’interno del proprio account EUAA. I candidati, si legge online, «sono selezionati dalle risorse umane in modo obiettivo e imparziale, sulla base dei criteri previsti dalle regole di tirocinio e dall’esigenze dell’Agenzia». Quelli poi che supereranno il primo screening «sono invitati a sostenere un colloquio a distanza che si svolgerà in inglese». Una volta completata quest’ultima fase, i risultati saranno comunicati a tutti i candidati che hanno partecipato al colloquio. Se selezionati si farà parte di un grande gruppo di lavoro che per quanto nato da relativamente poco tempo conta più di 500 dipendenti e ha il compito, tra le altre cose, di inviare assistenza operativa ai paesi dell’Ue che devono far fronte alla pressione migratoria, migliorare il coordinamento con i paesi di origine e di transito e tutelare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo. Il quartier generale dell’Euaa, si diceva, è a Malta, ma gli uffici sono dislocati anche in Italia, Grecia, Cipro, Belgio e Spagna. L’obiettivo dello stage è aiutare i giovani a crescere professionalmente, verrà, infatti, «assegnato un mentore che aiuterà a sviluppare le capacità e competenze» dei tirocinanti e si lavorerà in un ambiente multiculturale con «un sano equilibrio tra lavoro e vita privata». Particolarmente utile, per chi fosse indeciso, è dare un’occhiata ai video disponibili anche su YouTube in cui ex stagisti invitano a far domanda in «un posto dove si può fare la differenza», «lavorando a fianco degli esperti dell’Unione europea in materia di protezione internazionale», sviluppando «competenze preziose per il futuro».   Al momento è possibile candidarsi fino al 31 ottobre in 18 differenti dipartimenti: dall’ufficio stampa a quello legale, dagli affari europei alle risorse umane. Qui è possibile dare un’occhiata a ognuna delle singole posizioni.  Molto utile è il documento con tutte le Faq, in cui sono disponibili 41 domande e risposte. Leggendole si apprende che gli stagisti saranno impiegati 40 ore a settimana per 8 ore al giorno. Il primo giorno di tirocinio «ci sarà una riunione di benvenuto durante la quale saranno illustrati i maggiori elementi dello stage».  Non c’è alcun limite di età per fare domanda ma l’Agenzia precisa che il programma di tirocinio è rivolto a neolaureati per acquisire una prima esperienza lavorativa.L’agenzia incoraggia i candidati con disabilità a presentare la propria candidatura, indicando l’invalidità e segnalando anche di quali tipi di facilitazioni si ha bisogno. Presentando poi una certificazione scritta si ha diritto a un supplemento del 50 per cento del rimborso spese. In generale si garantisce pari diritti per genere, razza, etnia o origine sociale e per qualsiasi altro tipo di orientamento ed opinione.  Nessun problema, poi, per quanto riguarda la copertura sanitaria. Grazie alla Tessera Europea di Assicurazione Malattia, che in pratica è il retro della Tessera sanitaria italiana, è possibile accedere alle prestazioni mediche a Malta così come i cittadini del posto.  Se a questo punto si avesse voglia di far domanda ma si è ancora un po’ indecisi, un video in cui sono protagonisti alcuni stagisti toglie ogni dubbio in pochi secondi definendo l’isola come accogliente, vivace, piena di risorse. Non resta che dare un’occhiata alla guida utente con gli ulteriori dettagli per creare il proprio profilo e mandare subito la candidatura. Cercando di non ridursi all’ultimo istante visto che, precisa l’EUAA, il sistema potrebbe essere sovraccarico e in quel caso l’invio non è garantito.  Marianna LeporeFoto: EUAA credits  

Elezioni in Liguria, la promessa di Orlando: «Aumenteremo l’indennità degli stage a 800 euro al mese»

Domenica 27 e lunedì 28 ottobre in Liguria si vota per le elezioni regionali, per decidere chi sarà alla guida della Regione per i prossimi cinque anni dopo le dimissioni anticipate dell’ex governatore Toti in seguito all’arresto per corruzione. Se vincerà il candidato del centrodestra, Marco Bucci, non cambierà molto per gli stagisti. L’attuale sindaco di Genova, sostenuto da sette liste del centro destra, continuerà nel solco degli ultimi nove anni guidati da Toti, durante i quali c'è stato un minimo aumento di 100 euro dell’indennità prevista per i tirocini extracurriculari (precedentemente ferma a miseri 400 euro) e, quest’estate, l’introduzione dell’obbligo di rimborso spese di 500 euro per i tirocini estivi di orientamento (provvedimento che riguardava poco più di 200 stagisti l’anno). Ma le cifre restano ben lontane da quelle stabilite da altre regioni, come il Lazio (800 euro) che ha il rimborso più alto in assoluto o il Piemonte, l’Abruzzo, la Valle d’Aosta, la Puglia e la Toscana (600).  Il candidato del centrosinistra, Andrea Orlando, attuale deputato Pd ed ex ministro del lavoro nel governo Draghi, nel suo programma elettorale ha inserito proprio il tema dei diritti degli stagisti. Del resto, era stato lui a ricevere quattro anni fa in occasione della Giornata internazionale degli stagisti le oltre 60mila firme raccolte a sostegno della proposta di riforma di stage e apprendistati. All’epoca ministro del Lavoro, Orlando aveva dichiarato il suo impegno «per politiche di accesso al lavoro che riescano a rispondere alle richieste delle nuove generazioni». E istituito un gruppo di lavoro al ministero sulle politiche giovanili, di cui ha fatto parte anche la fondatrice e direttrice della Repubblica degli Stagisti.   La sua promessa oggi è di aumentare l’indennità obbligatoria minima per i tirocini extracurriculari da 500 a 800 euro mensili. Così facendo, la Liguria andrebbe in testa, insieme al solo Lazio, tra le regioni più virtuose con i suoi stagisti.  Già a metà settembre Orlando dichiarava che «numeri e fatti ci dicono che i giovani nella nostra regione se ne vanno per cercare occasioni di lavoro migliore in altre regioni o all’estero, e mentre questo avviene la soglia di povertà assoluta che si registra nel nostro territorio è di 900euro. La cifra che viene corrisposta a un ragazzo che fa uno stage corrisponde a metà della soglia di povertà assoluta». Per questo motivo arriva la proposta «molto concreta: portare l’indennità a 800 euro». Provvedimento che riguarderebbe i circa 10mila tirocinanti extracurriculari della Liguria, secondo i dati dell’ultimo report relativo al 2022 dell’Agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento.  «È una proposta fondamentale, che dice moltissimo sulla differenza tra Orlando e Bucci. Per Bucci lo sfruttamento fa parte delle regole del gioco. Se sei ricco e inserito il diritto a una retribuzione dignitosa te lo conquisti da te, se non lo sei è giusto che ti accontenti di quel che ti offrono», osserva Pietro Sapori, segretario dei Giovani Democratici Genova: «Orlando parte da un assunto banale, che in Liguria oggi è rivoluzionario: chi lavora deve poter vivere una vita dignitosa e sta alle istituzioni garantirlo. Un tirocinio extracurriculare richiede tempo, energia e impegno e il fatto che non sia una forma di lavoro come altre non giustifica che un datore di lavoro possa approfittarsi delle competenze e dell'impegno di tante e tanti giovani». I numeri raccontano di una regione che invecchia sempre di più e che perde forza lavoro qualificata visto che i pochi giovani rimasti si spostano in altri territori. L’Istat, nel suo ultimo censimento relativo al 2021, certifica che è la regione più anziana d’Italia, con un’età media di 49,4 anni.  Per questo motivo, per rilanciare l’occupazione, Orlando nel suo programma pone l’obiettivo di «tutelare la dignità del lavoro». Attenzione, dunque, non solo alle necessità dei tirocinanti, ma anche ai salari: «sarà prioritario approvare una legge che stabilisca un salario minimo pari a 9 euro lordi all’ora, per i salari dei contratti dei bandi e delle concessioni della Regione e delle proprie controllate» e «promuovere politiche del lavoro che prevedano premialità, nella stesura dei bandi regionali, per l’assunzione di una quota di lavoratori e lavoratrici under 35 e di lavoratrici donne», come già sperimentato per i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza«Queste proposte di Orlando, come anche l'aumento del congedo di paternità ad almeno 30 giorni, sono un tassello che deve però inserirsi nel più ampio mosaico della trasformazione della Liguria», spiega alla Repubblica degli Stagisti il segretario GD Sapori. «Ereditiamo una situazione disastrosa. Perché in Liguria manca lavoro buono? Perché non ne creiamo abbastanza. Capita, quando si è governato da una destra che ha tenuto bloccate opere strategiche fondamentali e che non ha saputo spendere tutti i fondi europei disponibili, che non ha mosso un dito per attrarre investimenti. Orlando è la migliore garanzia che tutto questo non accada. Ha in mente una politica per la casa seria, basata sul recupero dei 3mila alloggi Erp attualmente sfitti, di nuova edilizia residenziale pubblica attraverso programmi di rigenerazione urbana, di sostegno effettivo a chi ha difficoltà a trovare casa. Tutte cose a cui in Liguria siamo totalmente disabituati».Il segretario dei giovani democratici Sapori è convinto che Orlando possa rappresentare una rottura netta con il sistema fino ad oggi in vigore in regione. «Vediamola dal punto di vista dei ragazzi della mia età: che senso ha restare in Liguria se continuerà ad essere il regno degli interessi di breve termine dei soliti noti? Noi in Liguria vogliamo restare. E la vogliamo cambiare, da ponente a levante. Vogliamo lavoro di qualità, sostegno sulla casa, politiche culturali diffuse e gratuite. Che guardi al futuro e Orlando è l’unico davvero disponibile a farlo al nostro fianco. La sua visione abbraccia le nostre difficoltà e le nostre ambizioni».Proposte anche per quanto riguarda il settore universitario, per invertire l’emigrazione dei giovani verso atenei fuori regione, Orlando punta a rilanciare la Liguria come un grande campus per studenti e studentesse. Per questo promuoverà «in sinergia con i Comuni presso cui ha sede l’università, la realizzazione di foresterie e studentati da affittare in modo esclusivo e calmierato a studenti, contrattisti, ricercatori, a partire dalla rigenerazione del patrimonio edilizio sfitto». Ma anche un maggiore finanziamento del fondo per la concessione di borse di studio per «superare la situazione degli studenti idonei non beneficiari, che seppure in possesso dei requisiti, non ottengono la borsa di studio per insufficienza di fondi».  L’obiettivo del candidato del centro sinistra è quello di invertire la rotta e trasformare questa regione «che sta diventando inospitale per i giovani, protagonisti di un’emigrazione strutturale», e che sconta una crisi demografica fortissima. Ora che la battaglia tra i due principali candidati sembra al fotofinish, ogni voto in sostegno di Orlando diventa fondamentale. Soprattutto perché non è previsto il ballottaggio, quindi vincerà chi avrà ottenuto anche un solo voto in più rispetto agli avversari politici. Partecipare al voto diventa fondamentale, soprattutto per i giovani.Marianna Lepore

Basta tirocini gratis, ce lo chiede l'Europa: l'audizione di Eleonora Voltolina alla Camera dei deputati

Questo il testo dell'audizione di ieri, mercoledì 25 settembre, di fronte alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro) della Camera dei deputati nell'ambito dell’esame congiunto della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al miglioramento e alla garanzia del rispetto delle condizioni di lavoro dei tirocinanti e alla lotta ai rapporti di lavoro regolari camuffati da tirocini e della proposta di raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità rafforzato per i tirocini. Vi ringrazio per avermi invitata ad approfondire il tema dei diritti degli stagisti. Le proposte di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio e di Raccomandazione del Consiglio rese pubbliche dalla Commissione Europea sei mesi fa, a marzo 2024, sono due documenti in effetti importantissimi per i giovani europei che si affacciano al mondo del lavoro; sono il risultato di anni di lavoro dei "parlamentari difensori degli stagisti", cito tra tutti l’eurodeputato Brando Benifei.Ora che è iniziata una nuova legislatura europea, l’iter di queste Direttiva e Raccomandazione sugli stage deve ricominciare ed essere portato a termine, in modo da ottenere due documenti ufficiali e, nel caso della Direttiva, far partire il noto “countdown” dei due anni a disposizione di ogni Stato membro per il recepimento.Il piccolo problema, se vogliamo aprire e chiudere una parentesi, è che nel nuovo esecutivo europeo è scomparso il Commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali... il che ci pone un po' in ansia, ma possiamo pensare che a prendere queste deleghe sarà il commissario che dovrebbe, se confermato, occuparsi di “Equità intergenerazionale, gioventù, cultura e sport”, e cioè il maltese Glenn Micallef; oppure sarà la romena Roxana Minzatu, proposta da Ursula von der Leyen come commissaria alle “Persone, competenze e preparazione”.Ma comunque, il countdown non è ancora cominciato, perché questa Direttiva non è ancora stata ufficialmente approvata. Ci vorranno quantomeno un paio d'anni prima che si arrivi a un testo definitivo e ufficiale della Direttiva e della Raccomandazione.Ma comunque i testi che abbiamo a disposizione sono importantissimi. E voi potreste prenderli in mano e farne iniziativa legislativa.Perché aspettare che l'Europa ci obblighi? Se anche voi, come spero, condividete i principi di equità espressi nella Direttiva e soprattutto nella Raccomandazione, avete un grande potere nelle vostre mani: potete già oggi cominciare a lavorare per migliorare la vita degli stagisti italiani.Forse qualcuno tra voi già lo sa: l'Italia, che spesso è nota per arrivare ultima nel recepimento delle direttive europee e in generale nel “progresso” in campo legislativo, è invece uno dei primi Paesi al mondo dove i tirocinanti hanno visto riconosciuti dalla legge i loro diritti – anche grazie alla Repubblica degli Stagisti, che lavora per questo obiettivo da ormai quindici anni. Le leggi che in Italia hanno messo al bando i tirocini extracurricolari gratuiti – Regione per Regione, sotto il cappello delle Linee Guida della Conferenza Stato Regioni – risalgono ormai a 11-12 anni fa.Esistono però ancora grandi criticità per gli stagisti, e infatti uno degli obiettivi focalizzati dalla proposta di Direttiva europea è combattere gli stage che mascherano in realtà lavoro dipendente, utilizzati dai datori di lavoro per risparmiare sul costo del personale. Nel testo sono indicati i fattori che aiutano a scovare i tirocini fittizi: dalla mancanza di progetto formativo alla durata eccessiva, dall’aspettativa di “performance” dello stagista alla richiesta di “stagisti con esperienza”, fino alla sproporzione tra numero di stagisti e numero di dipendenti.E poi c’è la criticità più grande, l’ingiustizia più grande: gli stage gratuiti.Che in Italia per fortuna le Regioni hanno già vietato, quando si tratta di extracurricolari, che sono di loro competenza. Ma che lo Stato non ha ancora vietato, quando si tratta di curricolari, cioè di percorsi di formazione on the job svolti mentre si studia.E qui entrate in gioco voi. Perché qui, in Parlamento, voi potreste rivedere la normativa sui tirocini curricolari. Che è appunto di competenza statale... quindi: vostra. Ed ha veramente bisogno di essere rivista, dato che la normativa vigente risale al 1998, e non è assolutamente più in grado di tutelare adeguatamente gli stagisti!Io mi auguro che vogliate avviare un lavoro per riformare la normativa sui tirocini curricolari, dando anche a loro dei diritti, a cominciare da quello a ricevere un compenso.L’importanza del compenso ai tirocinanti è scritta chiaramente nella Raccomandazione di cui stiamo parlando oggi.«La mancanza di un'equa retribuzione e dell'accesso a una protezione sociale adeguata», cito, «costituiscono un ostacolo alla parità di accesso alle opportunità di tirocinio. In assenza di una fonte di reddito alternativa, i gruppi in situazioni di vulnerabilità tendono ad astenersi dall'intraprendere tirocini, in particolare quando la retribuzione è assente o bassa oppure quando si devono sostenere costi aggiuntivi, ad esempio per svolgere un tirocinio in una regione diversa o in un paese diverso». E in un altro documento, questa volta ufficiale – l'allegato 2 alla Risoluzione “Tirocini di qualità nell'Unione europea” approvata poco più di un anno fa, a giugno del 2023, dal Parlamento europeo – si legge che anche «i tirocinanti che effettuano tirocini finalizzati al conseguimento di titoli di istruzione dovrebbero avere accesso a un'adeguata compensazione». Quindi anche i curricolari! E viene specificato inoltre che in generale per tutti i tirocini dovrebbero essere previste per legge «condizioni di tirocinio dignitose, compreso l'importo della compensazione in linea con il costo della vita».Insomma: anche se non è scritta nella proposta di Direttiva, è evidente che l'indicazione e l’intenzione dell'Europa è quella di superare la grande ingiustizia dei tirocini gratuiti. Infatti, all'indomani della pubblicazione delle proposte di Direttiva e di Raccomandazione, lo scorso marzo, quello che all'epoca era commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, aveva scritto esplicitamente in un tweet che «nel recepire la Direttiva, gli Stati membri chiaramente dovrebbero vietare gli stage gratuiti»; e che questo divieto non aveva potuto trovare spazio nel testo della proposta di Direttiva perché legalmente alla Commissione non era possibile vietare esplicitamente gli stage gratuiti, per questioni di competenza normativa.Al momento esiste già, qui alla Camera, una proposta di legge per rivedere la normativa sui tirocini, depositata all'inizio della legislatura corrente, a novembre 2022, prima firmataria Chiara Gribaudo.Ripartiamo da qui. Facciamo partire un'azione concreta per migliorare la vita dei tirocinanti italiani, e in particolare di quei circa 300-350mila tirocinanti, il cui numero preciso nemmeno è noto, che fanno il loro percorso di stage mentre studiano, per esempio mentre fanno l'università o un corso professionalizzante post diploma o post laurea.Diamo a questi tirocinanti più diritti.L'ultima volta che sono stata in audizione qui di fronte a questa Commissione, nel 2022, ho concluso il mio intervento con una domanda ai vostri predecessori. Ho chiesto: cui prodest? A chi giova che i tirocini curricolari continuino ad avere pochissime tutele e vincoli? A chi giova che gli studenti possano ancora continuare a fare stage gratis? Se la risposta non è “i giovani”, allora vuol dire che qualcosa non va.Lancio lo stesso messaggio a voi, e un appello: che questa Commissione lavori per le giovani generazioni, per permettere loro di entrare nel mondo del lavoro in maniera dignitosa.

Tirocini presso l’Acer di Lubiana: si può far domanda tutto l'anno per le due sessioni di stage

Tra le organizzazioni dell’Unione europea che offrono tirocini ben pagati c’è l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia, (Acer), forse meno conosciuta di altre, che ha il compito di assistere e coordinare a livello comunitario le autorità nazionali degli stati membri dell'UE che si occupano di regolamentare i mercati dell'energia. L’Acer ha sede a Lubiana, in Slovenia, e ha cominciato la sua attività nel 2011.  È possibile inviare senza limite di tempo la propria candidatura perché l’Agenzia nel corso dell’anno seleziona continuativamente figure compatibili con i posti e le necessità disponibili. A quel punto si può essere contattati in ogni momento per essere “arruolati” come stagisti per le sessioni di settembre o marzo. Non essendo un’agenzia molto conosciuta, c’è più possibilità di trovare qualche posto disponibile. Per esempio, per la sessione che ha preso il via questo mese, a metà agosto erano ancora libere sei posizioni su un totale di 23.Come per tutti gli enti e istituzioni della galassia europea, che offrono un buon rimborso spese, anche per i tirocini presso l’Acer il numero di italiani che fanno domanda è altissimo. Da quando questo programma di tirocini è partito, nell’aprile 2019, fino a maggio di quest'anno l’Agenzia ha ricevuto 3.209 candidature, di cui 1.253 solo dall'Italia, che è stata in testa alle richieste fin dal primo anno dell'apertura del programma di stage: all'epoca le application ricevute furono solo 510, di cui ben 195 di italiani. Per la sessione primaverile 2024, per la quale gli stage sono cominciati lo scorso marzo, il primo Paese per numero di richieste è stato come al solito proprio l’Italia, seguito da Spagna e Francia. In questo caso – e non è scontato, perché in molti casi il primo Paese per richieste non coincide con il primo per selezionati – gli italiani sono stati anche i primi per numero di stagisti selezionati, sei su un totale di 19, seguiti dai francesi, con tre, da tedeschi, sloveni e ucraini, con due, e da belgi, finlandesi, greci e portoghesi, tutti con un solo stagista ciascuno. Primo posto per l'Italia per numero di candidature anche per la sessione autunnale 2023, seguita da Spagna e Francia. In questo caso, però, sui venti stagisti selezionati era stata la Germania la più rappresentata, con quattro stagisti, seguita dall’Italia con tre, e poi da Olanda, Irlanda e Spagna, tutti con due.  Per partecipare alla selezione è necessario avere una laurea almeno triennale e una buona conoscenza di almeno due lingue dell’Unione europea, di cui una sia l’inglese. Non c’è un limite d’età per far domanda, ma le faq segnalano che «il tirocinio presso l’Acer è un programma di formazione destinato a giovani laureati che offre un’opportunità di esperienza lavorativa», destinato quindi alle fasce più giovani tra i laureati.  Se selezionati, gli stagisti riceveranno un rimborso spese mensile di 1.265 euro. «Non sono previsti sconti o buoni pasto per il pranzo, i tirocinanti Acer, però, hanno diritto a una tessera mensile per il trasporto pubblico nella città di Lubiana». I tirocinanti che restano almeno tre mesi hanno poi diritto al rimborso delle spese di viaggio che è proporzionale alla distanza tra il luogo di residenza e la capitale slovena, ma solo se il luogo di residenza abituale è al di sopra dei 200 chilometri di distanza da Lubiana.  Una volta selezionati, Acer invia ai nuovi tirocinanti «un pacchetto di benvenuto prima del loro arrivo a Lubiana. Una brochure che contiene consigli per vivere in Slovenia e informazioni utili su Acer, per i primi giorni in ufficio, oltre a notizie su come trovare una casa e simili. Acer ha anche una vivace comunità di tirocinanti, quindi, prima dell’arrivo se lo desiderano è possibile inserirli in un gruppo Whatsapp che consente di fare rete e avere info sui luoghi in cui vivere», spiega l’ufficio stampa. Il primo giorno in ufficio il nuovo tirocinante incontra il team delle risorse umane ed è presentato al suo gruppo di lavoro. Proprio per aiutare i tirocinanti ad ambientarsi, Acer organizza anche «un corso di formazione introduttivo per i nuovi arrivati per comprendere il lavoro di ciascun dipartimento, oltre a drink informali per accogliere tutti i nuovi arrivati». Da quest’anno, poi, sta co-organizzando una scuola estiva di diritto energetico che si svolgerà a settembre e alla quale saranno invitati a partecipare i nuovi tirocinanti e fornirà informazioni sulle questioni più urgenti nel settore energetico offrendo anche preziose opportunità di networking con i principali esperti del settore.  Se si è interessati a far domanda, bisogna compilare l’application form, disponibile a questo link, e spedirlo insieme a una copia del proprio diploma all’indirizzo mail traineeship [chiocciola] acer.europa.eu Dopo aver mandato la propria application si riceverà una mail di ricevuta dell’invio che certifica l’andata a buon fine. A questo punto viene effettuata una prima scrematura e i candidati idonei le cui competenze, qualifiche e formazione soddisfano al meglio le richieste degli uffici e prima di una decisione finale possono anche essere contattati telefonicamente per verificare l’idoneità e le competenze linguistiche. Il colloquio telefonico si svolge in inglese. Terminata questa fase, il direttore dell’Agenzia seleziona i tirocinanti in base all’elenco dei candidati idonei e al numero di posti disponibili.   Una volta terminato lo stage, è possibile richiedere anche una proroga di ulteriori sei mesi. Chi è interessato può tentare anche la selezione per una posizione lavorativa all’interno dell’Acer. Sicuramente un tirocinio di questo tipo può essere importante nel proprio curriculum. Se selezionati si entrerà a far parte di un team che al momento conta 175 dipendenti, con un budget annuale di 32 milioni di euro per il 2024 e che dal prossimo anno sarà in crescita visto che in seguito alle nuove responsabilità assegnate conta di arrivare a più di 200 dipendenti entro il 2025.Marianna Lepore

Expat con figli? Questa ricerca è per voi!

Un tuffo nella vita delle famiglie italiane all’estero. È l’intento della grande ricerca aperta proprio in questo momento per indagare il tema della genitorialità “lontano da casa”. Siete italiani e vivete all’estero? Siete partiti portando già con voi figli, oppure ne avete fatti nel Paese dove vi siete trasferiti? Siete tornati dopo un periodo all'estero con qualche figlio al seguito? Allora questa ricerca è proprio dedicata a voi, e ha bisogno di voi: delle vostre voci, esperienze, considerazioni. Tutto, chiaramente, in forma anonima!Basta compilare il questionario qui sotto, elaborato dalla ideatrice della ricerca – la nostra Eleonora Voltolina, giornalista e fondatrice della Repubblica degli Stagisti. I risultati verranno pubblicati nella prossima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo, curato da Delfina Licata, che già da anni ha un occhio attento per le famiglie italiane all’estero. Ma una ricerca così approfondita non era mai stata pensata. Il questionario online indaga infatti tantissime sfaccettature della vita e della quotidianità delle famiglie all’estero, troppo spesso ignorate. Che lingua si parla in famiglia? In che lingua studiano i figli? Come si mantengono i rapporti coi nonni e gli altri parenti rimasti in Italia? Come cambia, a seconda del Paese, la percezione dell'essere genitori, come si distribuiscono le attività di cura?Qui il questionario:Partendo da una riflessione sui dati sempre più bassi della natalità in Italia, la ricerca vuole anche cercare di capire se fare figli all’estero sia più “facile”: se ci siano condizioni migliori per le famiglie, più aiuti e incentivi da parte dello Stato, più servizi, un clima e una cultura più bimbi-friendly. O se, al contrario, la lontananza delle famiglie d'origine e specialmente dai nonni, specie nelle coppie dove entrambi i genitori sono italiani o nei genitori single, renda invece più difficile fare il numero di figli desiderato, per mancanza di un supporto logistico nella gestione della quotidianità.Infine, vuole raccogliere anche considerazioni e confronti tra la realtà italiana e le tante realtà all'estero in cui gli italiani si trovano a vivere, stabilmente o “in transito” per qualche anno.Il questionario online resterà aperto fino a fine settembre, e invitiamo di cuore tutti i genitori expat o ex-expat a partecipare!

Stage alla Commissione UE, rimborso salito del 33% in dieci anni: 1000 posti, domande entro fine mese

Ben mille posizioni di tirocinio disponibili presso la Commissione Europea per la sessione di stage che prenderà il via il primo marzo 2025 e durerà cinque mesi: è possibile fare domanda entro le 10 di venerdì 30 agosto. Il programma di stage, che prende il nome di Blue Book traineeships, nasce nel 1960 e da allora ha accompagnato generazioni di giovani.  I posti a disposizione, come detto, sono mille: da ottobre 2019, infatti, è stato stabilito questo numero per entrambe le sessioni di stage – quella di marzo e quella di ottobre, appunto. «Circa l’ottanta per cento dei mille tirocini per ciascuna sessione sono distribuiti tra i servizi della Commissione, in linea con la loro grandezza, con le priorità politiche della commissione e in base alle disponibilità di bilancio. I posti possono variare da una sessione all’altra», spiega l’ufficio stampa della Commissione europea alla Repubblica degli Stagisti: «Il 20% degli incarichi, circa 200, sono ripartiti tra sedici enti e agenzie. Anche il numero dei posti assegnati agli organi e alle agenzie dipende dalla loro grandezza, con un massimo di trenta posti. Al momento non è ancora possibile sapere il numero esatto per la prossima sessione di stage». Come tutti i tirocini in enti europei, anche in questo caso sono in tantissimi a far domanda – attirati anche dal buon rimborso spese mensile offerto: da ottobre di quest’anno sarà pari a 1.418,20 euro al mese. Una bella progressione della cifra destinata agli stagisti se si pensa che nel 2014 il rimborso era di “soli” 1.070 euro lordi mensili: c’è stato quindi un incremento del 33% in un decennio.Per l’ultima sessione di stage svolta, quella di marzo di quest’anno, sono arrivate quasi 13mila domande, di cui 8.375 da giovani provenienti da Paesi membri dell’Unione europea e 4.614 da Paesi extra europei. I selezionati sono stati 963, di cui 952 europei e 11 extraeuropei. Come spesso capita per tutti i programmi di stage nelle istituzioni europee, gli italiani sono i primi per numero di domande per la sessione di marzo di quest’anno, seguiti da francesi e spagnoli. Stessa graduatoria anche per la sessione di ottobre 2023. Invece per quanto riguarda i selezionati, se nell’ultima sessione avviata – quella di marzo – i Paesi con più persone che si sono aggiudicate un posto sono stati Germania, poi Italia e Francia; per la sessione precedente erano stati Germania, Francia e Spagna. In questo caso il numero di application era stato anche un po’ più alto, 9.083 dai Paesi membri dell’Unione europea e 4.619 da Paesi extra europei, di cui selezionati rispettivamente 929 e 17. Non c’è alcun limite di età per far domanda. I requisiti sono: un diploma di laurea almeno di primo livello, la conoscenza di una delle tre lingue di lavoro della Commissione europea – ovvero inglese, francese e tedesco – a livello C o madrelingua. La lingua materna viene considerata per l’idoneità ma non si riceve alcun punto in graduatoria. Quindi in pratica se si è madrelingua inglese, basta per far domanda ma in graduatoria si potrebbe essere superati per punteggio da un madrelingua italiano che parli l’inglese a livello C: un modo come un altro per limitare l’inevitabile vantaggio linguistico di chi nasce in un Paese in cui la lingua è una di quelle ufficiali della UE. Viene infine considerata la conoscenza di qualsiasi altra lingua ufficiale/di lavoro dell’Unione europea a livello minimo B2, compresa la lingua madre.  Non si può far domanda se si è già svolto un tirocinio, con o senza rimborso spese, di più di sei settimane (per la precisione 42 giorni) in una qualsiasi altra istituzione, organismo, agenzia dell’Unione europea, o per membri del Parlamento europeo. Se selezionati, oltre al rimborso spese mensile pari a 1.418 euro, si riceve anche «un’indennità di viaggio, ovvero una somma forfettaria calcolata in base alla distanza tra l’indirizzo di provenienza e il luogo di lavoro, un’assicurazione infortuni e un’assicurazione malattia: la Commissione contribuisce al 90 per cento, pari a 3,6 euro su 3,96 euro, dell’assicurazione infortuni dei tirocinanti», precisa l’ufficio stampa. Inoltre ai partecipanti è offerta «la possibilità di stipulare un’assicurazione sanitaria tramite il nostro contratto quadro con la compagnia assicurativa selezionata. Per la copertura primaria, la Commissione contribuisce al 66,6 per cento del costo totale, pari a circa 34 euro su un totale di 51 al mese». In più è prevista anche la copertura delle spese di viaggio e di alloggio per i tirocinanti che risiedono fuori Bruxelles e vanno in città soggiornandovi per la conferenza di benvenuto, l’accoglienza, le visite di studio all’inizio dello stage e il viaggio e l’alloggio per la conferenza di saluti finali.  La Commissione europea, e così l’ufficio tirocini, tiene molto al tema della diversità e «adotta misure speciali per massimizzare le pari opportunità, il trattamento e l’accesso a tutti i candidati indipendentemente dal sesso, dalla razza, dal colore della pelle, dall’origine etnica e sociale, religione, convinzioni personali, appartenenza a una minoranza, disabilità, età o orientamento sessuale». Promette dunque di prestare «la massima attenzione all’eliminazione di tutte le forme di discriminazione durante il tirocinio» e di rispettare «l’inclusione nelle procedure di selezione, offrendo a tutti i candidati pari opportunità di dimostrare pienamente le proprie competenze».  Per quanto i compiti dei tirocinanti possano cambiare a seconda dell’ufficio in cui si è inseriti, in linea di massima le attività quotidiane consistono nella partecipazione e organizzazione di riunioni, gruppi di lavoro e audizioni pubbliche; ricerca, redazione e revisione di documenti; sostegno alla gestione dei progetti; traduzione, revisione di traduzioni o ricerca terminologica; rispondere alle richieste di cittadini. La Commissione richiede «un approccio aperto alle questioni europee, disponibilità a lavorare in un ambiente multiculturale, un atteggiamento proattivo e contribuire al lavoro quotidiano da una nuova prospettiva».  C’è da chiedersi a questo punto cosa possa fare la differenza per riuscire ad essere selezionati. «Innanzitutto cominciare a compilare correttamente il modulo di domanda» è il primo suggerimento dell’ufficio stampa: «Consigliamo vivamente ai potenziali candidati di iniziare a preparare con largo anticipo la loro domanda e guardare e leggere attentamente tutte le istruzioni disponibili e le faq presenti sul nostro sito web». Domande che sono aggiornate e migliorate in ogni periodo di preselezione.  La fase di selezione è costituita da due scremature: una volta scaduto il termine per le domande, infatti, si preselezionano alcuni candidati, pari a tre volte il numero di tirocinanti finale – quindi circa 3mila – che sono ammessi al Virtual Blue Book. Questa prima fase, in cui vengono esaminate tutte le domande pervenute, può durare dalle dieci alle dodici settimane. Chi passa riceve una notifica via mail e un messaggio nel proprio account: a quel punto «ciò che conta di più è la motivazione per il posto di stage, le conoscenze, le competenze e l’impressione generale che si ha sul reclutatore».  Come ben spiegato sul sito, se si finisce tra i preselezionati si ricevono le istruzioni per collegarsi al portale del Virtual Blue book, dove sono proposte le varie posizioni di tirocinio. «I candidati possono presentare domanda per un massimo di tre posti e i servizi selezioneranno i candidati più idonei tra tutti quelli che hanno presentato domanda». Bisogna a quel punto caricare la lettera di motivazione personalizzata. Gli uffici scelti dal candidato potranno leggere i documenti e decidere di fare un’offerta di stage. «Solo quando l’ufficio tirocini pubblica l’offerta di tirocinio nel tuo account online e la accetti, la selezione sarà chiusa. In caso di rifiuto dell’offerta si è esclusi da qualsiasi altra futura proposta per la sessione».  Ma una volta concluso lo stage c’è qualche speranza di essere selezionati per qualche posizione lavorativa all’interno della Commissione? «I tirocinanti con meno di tre anni di esperienza professionale possono accedere al Junior Professional Programme della Commissione. Ogni anno vengono pubblicati inviti a manifestare interesse per il programma che consentono di presentare domanda ai tirocinanti idonei delle sessioni di marzo e ottobre. Il Blue Book Traineeship, tuttavia, va oltre l’esperienza di apprendimento presso la Commissione e i vari organismi associati. Attraverso le visite studio organizzato presso le altre istituzioni, le job fairs e le attività di socializzazione post lavoro, i partecipanti possono fare rete con potenziali datori di lavoro anche in altre istituzioni e servizi europei».  In aggiunta i tirocinanti, se vogliono, possono anche candidarsi per le posizioni temporanee in tutte le istituzioni europee che vengono periodicamente pubblicate dall’Ufficio europeo di selezione del personale. E in questo senso il Blue Book Traineeship Programme può essere di aiuto, visto che offre numerose possibilità di formazione su come scrivere un buon curriculum e una buona lettera di presentazione, su come prepararsi per il colloquio, motivo per cui «dovrebbero essere equipaggiati adeguatamente per le loro future opportunità di lavoro». Se si è interessati a tentare questa opportunità, oltre a leggere tutte le istruzioni per far domanda – dalla creazione dell’account alla compilazione del form online – si può dare una lettura anche alle Faq che contengono suggerimenti per trovare un appartamento, informazioni sugli orari di lavoro o sui giorni di ferie che è possibile prendere. In più c’è anche una sezione dedicata alle esperienze degli ex stagisti.Marianna Lepore

Liguria, obbligo di rimborso per tirocini estivi per evitarne l'uso distorto: 500 euro al mese garantiti anche agli studenti

È arrivata giusto a inizio estate la delibera della giunta regionale ligure che introduce l’obbligatorietà di un’indennità per i giovani stagisti che prendono parte a un tirocinio estivo di orientamento. Non è però l'unica regione a farlo: quasi tutte* prevedono per la fattispecie dei “tirocini extracurriculari estivi” una somma mensile obbligatoria. «Abbiamo deciso di modificare la legge perché abbiamo assistito in questi anni a un utilizzo distorto e improprio dell’istituto», ha dichiarato l’assessore al lavoro Augusto Sartori illustrando il provvedimento. La Liguria, sottile striscia di terra a nord est dell’Italia con un territorio pressoché tutto vicino alla costa, è molto gettonata a livello turistico, con alcune delle località balneari più famose d’Italia (nell'immagine qui accanto, Portofino).  Nei primi cinque mesi del 2024, da gennaio a maggio, ha ospitato un totale di 1 milione 550mila presenze, con una crescita dei turisti stranieri rispetto all'anno precedente. La regione ospita sul suo territorio un po' più di mille alberghi, e la scelta dei turisti è principalmente diretta verso queste strutture, visto che nei primi tre mesi del 2024 quasi 500mila persone hanno scelto l’albergo contro circa 170mila che hanno preferito le strutture extra alberghiere. Nel 2023 ci sono state oltre 16 milioni di presenze, con una crescita del tre e mezzo per cento rispetto all’anno precedente, secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale. Crescono sia le presenze alberghiere che extralberghiere: il segno positivo coinvolge tutte e quattro le province, con l’intensità maggiore nella provincia di La Spezia.    Negli ultimi anni, non solo in Liguria ma in tutta Italia, si è visto un incremento dei tirocini nel settore ricettivo-turistico: nel 2012 quelli svolti in alberghi e ristoranti rappresentavano l’8,2% di tutti i tirocini extracurricolari attivati in quell’anno (che erano stati in tutto 186mila: in quegli anni i numeri erano molto più bassi rispetto ai tempi più recenti), mentre nel 2023 secondo l’ultimo rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie del ministero del lavoro hanno rappresentato quasi il 10%, e in numeri assoluti questo si traduce in oltre 27mila tirocini in questo settore a livello nazionale.  In molti casi purtroppo la brutta abitudine è quella di ridurre il personale regolarmente assunto con contratto stagionale e sostituirlo proprio con stagisti. In alcuni casi extracurricolari, ma in molti casi anche andando a pescare tra gli studenti di scuole superiore (specialmente quelli degli istituti turistico-alberghieri o linguistici), che d’estate non sono impegnati a scuola e magari hanno voglia di fare un’esperienza sul campo.   «I recenti orientamenti normativi e giurisprudenziali anche sovranazionali», ha aggiunto Sartori, «pur sottolineando il ruolo essenziale dei tirocini nella transizione dei giovani dall’istruzione o dalla formazione professionale al mercato del lavoro, ritengono il diritto alla retribuzione una condizione ottimale di accesso ai tirocini di qualità».    Qualche spiegazione in più sul perché la Liguria abbia voluto modificare la sua disciplina regionale in materia di tirocini estivi di orientamento, che è del 2018, la aggiunge Andrea Cacciavillani, dalla Direzione generale Formazione, istruzione e lavoro: «Abbiamo ritenuto che fosse opportuno riconoscere allo studente un’indennità minima per le prestazioni rese», spiega alla Repubblica degli Stagisti. «Fermi restando gli elementi che distinguono il tirocinio extracurriculare ordinario dal tirocinio estivo di orientamento, si tratta egualmente di un intervento di politica attiva del lavoro che richiede un cospicuo impegno orario, e che pertanto merita di essere retribuito, anche per evitare un utilizzo distorto di questo importante strumento».   Il nuovo provvedimento è già operativo e per i tirocini estivi di orientamento in corso c’è l’obbligo dell’indennità. «Abbiamo agito con una certa urgenza, per rendere la delibera applicativa già alla conclusione dell’anno scolastico» conferma Cacciavillani: «In questo modo ogni tirocinio estivo di orientamento svolto nell’estate 2024 sarà coperto dal provvedimento». La platea coinvolta non è vastissima, «nel corso del 2023 ci sono stati in totale 246 stage di questo tipo», ma il dato è «sensibilmente in crescita di anno in anno, testimonianza della capacità di questo strumento di intercettare le necessità dei giovani studenti».  La scelta regionale prende in considerazione i provvedimenti in materia di stage degli ultimi dieci anni. Iinfatti nel testo della delibera si legge che, considerati la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 2014 sulla qualità dei tirocini che sostiene che gli stage senza rimborso spese «rischiano di limitare le opportunità di carriera di coloro che provengono da ambienti svantaggiati» e la condanna fatta dal Parlamento europeo con ben due risoluzioni, quella del 2022 e quella del 13 giugno 2023, in cui si fa riferimento al «diritto alla retribuzione», la Liguria sceglie di «conformarsi ai recenti orientamenti normativi e giurisprudenziali e rendere obbligatoria la corresponsione dell’indennità di partecipazione al tirocinio estivo di orientamento al pari di quanto previsto per i tirocini extracurriculari».   E qui bisogna fare qualche precisazione. Perché tecnicamente se una persona è iscritta a un percorso di formazione formalmente riconosciuto e svolge un tirocinio, questo è considerato uno stage curricolare. E proprio il ministero del Lavoro nel 2017 ha chiarito, ad esempio, che in ambito universitario vanno considerati come curricolari anche i tirocini svolti senza che ci sia un obbligo accademico o un corrispettivo di crediti formativi: basta che siano attivati quando una persona è iscritta in qualità di studente a un percorso formativo.   Secondo la giurisprudenza, i tirocini estivi di orientamento sono quei «tirocini promossi durante le vacanze estive a favore di un adolescente o di un giovane, regolarmente iscritto a un ciclo di studi presso l’università o un istituto scolastico di ogni ordine e grado, con fini orientativi e di addestramento pratico». In generale hanno una durata massima più breve dei tirocini “normali”, sono sottoposti all’obbligo della comunicazione obbligatoria (inesistente invece quando si tratta di tirocini inquadrati come curricolari, in qualsiasi stagione vengano effettuati) e devono svolgersi nel periodo compreso tra la fine dell'anno accademico e scolastico e l'inizio di quello successivo. La Corte costituzionale con la sentenza numero 50 aveva stabilito che la disciplina «dei tirocini estivi di orientamento, dettata senza alcun collegamento con rapporti di lavoro, e non preordinata in via immediata ad eventuali assunzioni, attiene alla formazione professionale di competenza esclusiva delle Regioni». Sancendo quindi l’impossibilità per governo e Parlamento di legiferare in materia.  Insomma, pur essendo studenti, se questi giovani vengono intercettati per uno stage in mezzo tra la fine di un anno scolastico e l’inizio del successivo, e la scuola non c’entra nulla nell’attivazione dello stage, allora sono considerati tirocinanti extracurricolari, e i loro diritti e doveri nell’ambito di questo tipo di esperienze estive di formazione vengono stabiliti dalla loro Regione.  Già nel 2018  la Liguria aveva esplicitato la distinzione tra i tirocini estivi e i tirocini estivi di orientamento, nella delibera 466, definendo all’articolo 1 i tirocini estivi di orientamento come «tirocini extracurriculari […] specificamente attivati durante la sospensione estiva delle attività didattiche, a favore di un adolescente o di un giovane regolarmente iscritto a un ciclo di studi o a un percorso formativo». Sono quindi intesi come misure di politica attiva con finalità di addestramento pratico e classificati come «di tipo extracurriculare» perché «svolti al di fuori dei piani di studio e/o formativi e, come tale, differisce dai tirocini curriculari, previsti dai piani di studio».   Cacciavillani, dalla Regione, aggiunge che «il tirocinio estivo è un’esperienza con finalità formative e orientative, che offre agli studenti la possibilità di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze, facilitare le scelte professionali future e agevolare la transizione fra percorsi di studio e lavoro», e sopratutto «si svolge all’interno di un percorso di istruzione o formazione professionale ed è promosso direttamente dagli enti scolastici». Mentre il «tirocinio estivo di orientamento è attivabile nel periodo di sospensione estiva delle attività didattiche, all’interno dello stesso ciclo di studi, ed è promosso dai soggetti deputati a promuovere i tirocini ordinari», come centri per l’impiego, agenzie per il lavoro, enti di formazione.  Questo, quindi, spiega come mai nonostante siano rivolti a adolescenti tra i 16 e i 18 anni e giovani tra i 18 e i 25 anni compiuti, regolarmente iscritti a un ciclo di studi di ogni ordine e grado, non siano considerati come tirocini curriculari.   La delibera di inizio giugno, pur parlando dell’obbligatorietà del rimborso spese, in realtà non specifica a quanto ammonti. Questo perché «va a incidere sulla normativa dei tirocini estivi di orientamento del 2018, che richiama la disciplina ordinaria sui tirocini extracurriculari del 2017 per tutte le parti non esplicitamente normate dal provvedimento», spiega ancora Cacciavillani alla Repubblica degli Stagisti. In pratica vuol dire che è parametrata a quella dei tirocini extracurriculari ordinari e «si pone come base l’indennità minima dei 500 euro, da rimodulare sulla base dell’effettiva durata del tirocinio». Questo perché è possibile attivare un tirocinio anche di soli 14 giorni e in quel caso l’indennità di riferimento, quindi i 500 euro, deve essere parametrata sul numero effettivo di giorni. Le aziende hanno poi, volendo, anche la possibilità di incrementare l’entità dei rimborsi spesa.  Se come detto questo tipo di stage al momento coinvolge poco più di 200 stagisti l’anno, l’introduzione del rimborso spese obbligatorio forse farà crescere il dato in un settore, quello turistico, che in Liguria gode di ottima salute. Ovviamente il provvedimento copre qualsiasi tirocinio, in qualsiasi settore di attività; ma è altrettanto chiaro che la stragrande maggioranza di questi tirocini avviene e continuerà ad avvenire in strutture turistico-ricettive.  Che la crescita di presenze turistiche si verifichi principalmente d’estate, nonostante la destagionalizzazione (ovvero le politiche che cercano di redistribuire i flussi turistici su periodi diversi e più lunghi), e coincida con provvedimenti che incitano a pagare i tirocinanti anche minorenni nel periodo estivo potrebbe far pensare a una sostituzione degli stagisti a scapito degli stagionali. Va però fatto comunque un plauso alla scelta della regione Liguria di andare incontro agli stagisti “estivi”, anche minorenni, consentendo il riconoscimento di una giusta indennità mensile.  *Altre Regioni prevedono già  un’indennità mensile per questo specifico tipo di tirocini: il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte (con un rimborso di 200 euro per le spese di trasporto e mensa), la provincia autonoma di Trento, la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Veneto, la Toscana, il Lazio,  l’Umbria, le Marche,  l’Abruzzo,  la Puglia, la Campania, la Basilicata,  la Sardegna. Marianna LeporeFoto di apertura: di pressfoto su Freepik