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Gli stagisti sono una priorità per la politica? Pare di no: due proposte di legge non sono mai state calendarizzate

Oltre un anno e mezzo dopo l'insediamento del nuovo Governo, viene da chiedersi: cosa sta facendo la politica italiana per i giovani? Nonostante le ultime elezioni abbiano spazzato via dal Parlamento gran parte dei paladini degli stagisti, il tema non è stato totalmente cancellato, ma ad oggi le proposte presentate – una al Senato e una alla Camera – per normare meglio lo strumento dello stage, ancora troppo spesso male utilizzato, non riescono ancora a trovare una calendarizzazione per iniziare la discussione.  L'ultima in ordine di tempo è quella di Orfeo Mazzella, senatore del Movimento 5 stelle, che a febbraio di quest'anno ha presentato in Senato un disegno di legge per riformare i tirocini curriculari. A metà marzo il ddl numero 1018 è stato assegnato alle commissioni riunite 7ma e 10ma, rispettivamente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica e Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale. Eppure a distanza di due mesi non è stata ancora prevista la  calendarizzazione. E peraltro il percorso si prospetta molto lungo, visto che dovrà ricevere il parere di ben sei commissioni. Il ddl presentato dal pentastellato prevede una durata massima di sei mesi per gli stage curriculari e un'indennità obbligatoria mensile di 600 euro. Non solo, propone che questo periodo valga anche ai fini pensionistici con il riconoscimento dei contributi figurativi e, nel caso il tirocinio venga prorogato, si trasformi automaticamente in contratto di apprendistato.  Dieci gli articoli da cui è composta la legge: i più interessanti sono il 2, il 3, il 6 e l'8. All'articolo due si prescrivono le modalità, i doveri e gli obblighi dei soggetti coinvolti e la durata massima dello stage: sei mesi entro i quali devono ricadere anche le eventuali proroghe. Qualora il tirocinio dovesse prolungarsi oltre questo limite, lo stage si trasforma in contratto di apprendistato.  Altro punto centrale del progetto di legge è l'obbligo per il soggetto ospitante di effettuare la “co”, la comunicazione obbligatoria: vale a dire comunicare all'ispettorato territoriale del lavoro, entro il giorno precedente l'inizio dello stage, l'attivazione, la durata e l'oggetto del tirocinio, oltre al trattamento economico riconosciuto. Non è un'informazione di poco conto: ad oggi, infatti, non essendoci alcun obbligo di comunicazione, non si ha un dato certo sul numero di stage curriculari e quindi anche di giovani coinvolti, ma solo delle stime.  Fin qui la proposta è molto simile a quella della passata legislatura, a prima firma Massimo Ungaro, poi confluita in un testo unico il cui iter legislativo era partito troppo tardi ed era stato interrotto dalla caduta del governo Draghi. Ma la nuova proposta dei Cinque Stelle contiene anche delle idee nuove. Innanzitutto l’impegno settimanale degli stagisti curricolari viene molto limitato. L'articolo 3 stabilisce, infatti, anche il numero settimanale di ore destinate a questo tipo di stage: 14 ore di formazione a tempo parziale e 26 a tempo pieno, ma di queste possono essere dedicate alla formazione tecnica a distanza rispettivamente sei e dieci ore.  L'articolo 8 prevede quello che sta più a cuore agli stagisti, ovvero l'obbligo del rimborso spese mensile per un importo minimo di 600 euro, cifra che dovrà ogni tre anni essere adeguata all'indice dei prezzi di consumo. L'articolo 6 introduce infine una vera novità: i sei mesi di stage consentirebbero, infatti, l'acquisizione di venti crediti formativi universitari e l'Inps provvederebbe al riconoscimento di questi crediti come contributi figurativi, a condizione però che lo stagista abbia per almeno cinque anni versato contributi previdenziali per lavoro subordinato.  Prima del Movimento 5 stelle c'è stata già un'altra proposta di legge per disciplinare i tirocini depositata, questa volta alla Camera, all'inizio della legislatura corrente, a novembre 2022: è la numero 572 "Disposizioni in materia di tirocinio curricolare ed extracurricolare per l’orientamento e la formazione dei giovani",  prima firmataria Chiara Gribaudo, deputata e  vice presidente del Partito democratico.  Nonostante sia stata presentata più di un anno e mezzo fa, nemmeno questa proposta ad oggi è stata calendarizzata. Per questo motivo, pochi giorni fa, durante una diretta Instagram la deputata Pd ha voluto ripercorrere l'iter di scrittura e presentazione del testo invitando tutti a «Farsi sentire perché si calendarizzi molto presto l'inizio della discussione: ci sono le proposte, noi vogliamo discuterle ma la destra no», ha così concluso il suo intervento.  Insieme a Gribaudo hanno partecipato alla diretta anche Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, Arianna Curti, vice segretaria Pd  Milano e Pietro Galeone, responsabile lavoro del Pd in Lombardia. L'obiettivo è «rilanciare un'idea diversa di lavoro», spiega Gribaudo, ripercorrendo il lungo percorso partito nel 2021 che ha portato alla scrittura della proposta di legge. «In questo Paese ci sono circa 500mila 25enni per un milione di 65enni. Se i secondi vanno in pensione, i primi entrano nel mercato del lavoro senza versare contributi e pagando zero tasse: come si fanno a garantire pensioni, sanità, servizi pubblici?», si interroga. Per questo motivo «ho ripresentato la proposta di legge 572 in questa legislatura». L'obiettivo è anche quello di provare a raccogliere maggiori dati sull'uso dello stage e sopratutto sul suo sbocco lavorativo, perché «se a sei mesi dal termine di un tirocinio extracurriculare solo il 30 per cento degli stagisti ha un contratto stabile, allora sarebbe meglio usare l'apprendistato».  La proposta di legge si compone di 13 articoli e ha due obiettivi principali: «introdurre l'obbligo del rimborso spese per i tirocini curricolari a cui aggiungere anche il rimborso di vitto e trasporto» riassume la deputata «e l'abolizione degli stage extracurriculari, salvo quelli attivati entro 12 mesi dalla fine di un percorso di studi». In questo caso il testo presentato si occupa, quindi, di tutta la disciplina dei tirocini, normando quelli durante il percorso di studi e puntando a eliminare quelli attivati al di fuori di tali percorsi: l’articolo 4, infatti, prevede la definizione di nuove linee guida sui tirocini extracurriculari entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge.  (Con la caduta del governo, nel 2022, si era infatti interrotto non solo l’iter legislativo della proposta di legge sui curricolari, ma anche la messa a punto in sede di Conferenza Stato Regioni – gli extracurricolari sono infatti di competenza regionale – di un nuovo testo di Linee Guida che avrebbe ristretto la platea dei tirocini extracurriculari introducendo anche controlli più stringenti).  Anche la proposta di legge di Gribaudo prevede una durata massima per i tirocini curricolari di sei mesi, compresi rinnovi e proroghe, l'obbligo di comunicazione dell'attivazione dello stage da parte del soggetto ospitante e dell'assicurazione all'Inail contro gli infortuni sul lavoro. E anche in questa proposta è presente il rimborso spese obbligatorio per i tirocini curriculari, anche se solo a partire dal secondo mese e con un'indennità minima di 300 euro, cui però si aggiunge il rimborso delle spese di trasporto e strumentazione.  Il disegno di legge introduce anche delle premialità per le aziende che facciano un uso virtuoso dello stage, come la possibilità di attivare ulteriori tirocini curricolari in deroga ai limiti previsti in caso negli ultimi 24 mesi siano stati assunti in apprendistato o con contratto di lavoro subordinato almeno un quarto degli studenti che hanno svolto lo stage durante il percorso di studi, e l'esonero dal versamento del 50 per cento dei contributi previdenziali per il primo anno di assunzione, qualora lo stagista sia assunto con contratto a tempo indeterminato o per un periodo non inferiore ai 12 mesi.  La battaglia per abolire del tutto gli stage gratuiti e garantire che i tirocini extracurriculari non siano adoperati al posto di contratti più adeguati ha ripreso il via anche in questa legislatura. Gioca un ruolo centrale anche in in Europa, dove è stata presentata in Commissione europea dal Commissario all'occupazione e politiche sociali Nicolas Schmit una proposta per mettere al bando gli stage privi di qualità formativa e di indennità.   C'è da augurarsi che questa volta il Parlamento italiano, nonostante il silenzio sul tema nell'ultimo anno e mezzo, decida di affrontare nuovamente la questione cercando questa volta di arrivare a concludere qualcosa entro il termine della legislatura.Marianna LeporeFoto di apertura: di Camera dei deputati da Flickr in modalità creative commons

Indennità di 1800 euro al mese per i tirocini all'Agenzia europea dei medicinali, domande in scadenza

Ancora sette giorni per far domanda per un tirocinio presso l'Agenzia europea dei Medicinali (European Medicines Agency): l'ente, che ha sede ad Amsterdam e controlla e supervisiona i medicinali con un ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica nell'Unione Europea, offre 44 posizioni di stage con un rimborso spese mensile di 1.800 euro. Per il 2024 l'Ema prevede di avere due sessioni di stage: «La prima è quella per cui è possibile fare domanda entro il 20 Maggio, per cui i tirocini prenderanno il via dal primo ottobre. La seconda, invece, comincerà a marzo 2025 e pianifichiamo di pubblicare il nuovo bando tra agosto e settembre di quest'anno», spiega l'ufficio stampa alla Repubblica degli Stagisti. Le richieste per questo tirocinio sono come sempre molto alte a dimostrazione che esperienze all'estero come questa fanno sempre molta gola ai giovani: nel 2023 Ema ha ricevuto 1.816 domande di stage per un totale di 52 posizioni offerte. La top tre dei Paesi con più richieste è identica a quella con più stagisti selezionati: in testa l'Italia, seguita da Spagna e Grecia. Inferiore, invece, il numero di domande  per il 2022, quando Ema ha ricevuto 1.442 application per un totale di 41 posizioni aperte. Per due anni fa, purtroppo, non è disponibile il dato relativo ai Paesi con più selezionati. Visto che nel 2024 ci saranno due sessioni di stage e solo per quella in corso i posti disponibili sono 44, è probabile che il numero totale di stagisti per l'anno in corso sia di gran lunga superiore alle ultime due annate. I tirocinanti, si diceva, ricevono un rimborso spese mensile di 1.858 euro, pagato ogni 15 del mese, oltre a sconti per il pranzo e a un contributo alle spese di viaggio. Quest'ultimo copre lo spostamento dal proprio Paese di origine a inizio e fine tirocinio «in caso il tirocinante percorra almeno 50 chilometri dal luogo di residenza alla sede dell'Agenzia». Questo significa che le eventuali spese aggiuntive per spostarsi ogni giorno per raggiungere l'ufficio – autobus o metro – non sono coperte da ulteriori rimborsi. Per avere un'idea di  quanto ammonti questo rimborso spese Ema mette a disposizione un tool per misurare la distanza dal luogo di provenienza ad Amsterdam ed elenca l'ammontare di rimborso in euro a cui si ha diritto. Per esempio se si vive abitualmente a Roma si avrà diritto a 600 euro aggiuntivi, che diventano 400 se si proviene da Milano. Lo stage dura dieci mesi, dal primo ottobre al 31 luglio e, in caso di seconda sessione, dal primo marzo al primo dicembre dello stesso anno. Al contrario di altri programmi di tirocinio all'estero, qui non è possibile prolungare la durata dello stage. Per partecipare è necessario essere un cittadino dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo (composto da tutti gli stati membri dell'Ue più Islanda, Norvegia e Liechtenstein), essere un neolaureato o iscritto al programma Erasmus+ o un dottorando o uno studente di master universitario, (quindi avere almeno un titolo di laurea). Bisogna avere un'ottima conoscenza della lingua inglese, almeno al livello C1 del Quadro comune europeo per le lingue, e una buona conoscenza di un'altra lingua ufficiale dell'Unione, almeno a livello B2. Non c'è poi nessuna incompatibilità con eventuali altri programmi di tirocinio in altre agenzie europee: questo significa che se si è, ad esempio, già stati un tirocinante al Parlamento europeo si può tranquillamente mandare la propria domanda, anzi Ema incoraggia a farlo. Per candidarsi è necessario registrarsi sul portale dedicato alla selezione del personale all'Ema. Per velocizzare questa fase, l'Agenzia ha recentemente introdotto la possibilità di caricare direttamente il proprio curriculum in formato pdf o word. Una volta creato il proprio profilo è possibile candidarsi per la posizione di stage, a tal proposito Ema mette a disposizione anche una guida utente che spiega passo passo come fare. Ai requisiti generali per partecipare si affiancano quelli specifici per ogni posizione, quindi è necessario selezionare ogni singola offerta per controllare di averli e decidere se mandare la propria application. È possibile candidarsi per più di una tipologia di tirocinio contemporaneamente, per esempio per analisi dei dati degli studi clinici e per analisi di dati sanitari, e se si verrà selezionati per una di queste automaticamente la propria candidatura sarà esclusa dalle altre. Le application sono prese in carico dalle singole divisioni, quindi chi si candida per uno stage per analisi dei dati degli studi clinici vedrà la propria domanda analizzata solo dai responsabili di questo settore e non ad esempio da quelli dell'ufficio piccole e medie imprese. Dopo un primo screening che dura tra le due e le tre settimane, ai candidati prescelti può essere chiesto un video colloquio, registrato o dal vivo, una prova scritta e una valutazione della personalità. Con tutti questi dati raccolti, si scelgono i migliori a cui offrire il tirocinio. Ma con tutti questi passaggi, cosa può fare la differenza per essere selezionati? «É importante avere un background pertinente al ruolo per cui si candidano», spiega l'Ufficio stampa, «oltre a dimostrare interesse, entusiasmo e motivazione nel contribuire al lavoro dell'Ema nella tutela della salute di ogni individuo e animale nell'Unione europea». Nella pagina web dedicata ai tirocini c'è anche un video di due tirocinanti attuali che raccontano questa esperienza. In più ci sono altri piccoli suggerimenti per un application che abbia esito positivo: rispondere sempre “sì” alle domande che chiedono di confermare di avere tutti i criteri di ammissibilità, altrimenti si viene automaticamente esclusi; adattare la descrizione delle proprie competenze ai requisiti richiesti ed elencati nell'avviso di tirocinio; arricchire le risposte alle domande di pre-screening con tutte le qualifiche ed esperienze pertinenti anche se inserite in altre sezioni; essere concisi e rispettare il numero di caratteri; controllare grammatica e ortografia; verificare sempre la data di scadenza entro cui fare domanda. Ema è molto chiara su cosa si aspetta ed offre agli stagisti: 10 mesi di stage, 40 ore di lavoro a settimana, rimborso spese e di viaggio, un mentore che supervisiona e monitora i progressi regolarmente, un programma di sviluppo che include informazioni sulle attività dell'Agenzia, partecipazione a seminari e riunioni. Dagli stagisti ci si aspetta un atteggiamento proattivo, una mentalità aperta per lavorare in un ambiente multiculturale, un contributo al lavoro quotidiano e interesse nei confronti dei metodi di lavoro dell'Ema. Che agli stagisti offre la possibilità di crescere professionalmente, mentoring da parte di specialisti di livello mondiale, opportunità di apprendimento, supporto e guida per tutta la durata dello stage. Se selezionati, bisognerà recarsi alla reception entro le 9 del mattino del primo giorno di stage. Si avrà l'occasione di conoscere tutti gli altri tirocinanti che cominciano quel giorno e il proprio mentore che presenterà i colleghi del proprio dipartimento. Proprio in questa occasione saranno poi illustrati gli elementi principali dello stage. A quel punto bisognerà essere in ufficio ogni giorno dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, con un'ora di pausa pranzo. Gli stagisti, però, possono anche approfittare dello smart internshipping: possono, infatti, svolgere fino al 40 per cento delle ore di tirocinio dal proprio appartamento di residenza ad Amsterdam ed anche svolgere il tirocinio a distanza dall'estero fino a un massimo di 10 giorni durante i 10 mesi di stage. In pratica, quindi, fino a due settimane. Al termine del proprio tirocinio bisogna poi fare una presentazione in cui illustrare cosa si è imparato e cosa questa esperienza ha lasciato. Come spesso capita, una volta terminato lo stage non c'è alcuna possibilità di essere assunti. «Se si è interessati a un futuro in Ema è necessario superare una selezione esterna come Agenti temporanei o Agenti contrattuali, le cui vacancy sono pubblicate sul portale dell'agenzia dedicato alla selezione del personale». Visti, però, gli aspetti positivi di questo programma, non resta che affrettarsi a far domanda e provare a far parte di un team multiculturale che conta oltre 800 persone e che ogni giorno si occupa di proteggere la salute di tutti in Europa.  Marianna Lepore

Studenti, ecco a voi la Guida Best Stage 2024: “Importante confrontarsi sugli stage di qualità”

La Guida Best Stage 2024 sbarca alla Cattolica di Milano. Lunedì 13 maggio ci sarà una presentazione della nuova edizione della Guida della Repubblica degli Stagisti dedicata ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro.Ospitata dalle 09:45 alle 11 durante una lezione della professoressa Ivana Pais (ma aperta anche a chi non è studente del suo corso!), la presentazione verrà introdotta da Giovanni Castiglioni dell'ufficio Stage e Placement di ateneo e ha come obiettivo quello di raccontare agli studenti i contenuti della Guida e quel che c'è dietro: un impegno costante per condividere informazioni, nella convinzione che il passaggio dalla formazione al lavoro possa essere affrontato meglio quando si sa a cosa si va incontro.«È sempre emozionante per noi, anche dopo tanti anni di attività della Repubblica degli Stagisti, incontrare gli studenti, avere occasioni di contatto diretto, senza mediazioni» dice Eleonora Voltolina, fondatrice della Repubblica degli Stagisti e curatrice della Guida: «Per noi l'empowerment delle nuove generazioni passa anche dallo scambio e dal dialogo. Non a caso, la lunga sezione di FAQ, sia sul nostro sito sia nella Guida Best Stage, è largamente "guidata" dalle domande e dagli interventi che i giovani fanno durante questi incontri oppure online, sul nostro Forum che è sempre molto frequentato e vivace».L'idea di ospitare una presentazione della Guida all'interno di una sua lezione, inserendola nell'ambito delle attività di orientamento degli studenti coordinate dal Career service di ateneo, è stata proprio della professoressa Pais: «Per noi docenti è importante mettere a disposizione dei nostri studenti occasioni per informarsi e formarsi sul mondo del lavoro, e anche opportunità per l'incontro diretto con le persone che si occupano di risorse umane».Infatti all'evento, oltre Eleonora Voltolina, parteciperanno anche Silvia Zanella ed Eleonora Torre dell'ufficio Employer Branding & Employee Experience Leader di EY Italia, per raccontare come funziona il recruiting in EY e il mondo del lavoro in consulenza. EY è anche quest'anno sponsor della Guida Best Stage, permettendo che ancora una volta questa pubblicazione possa essere disponibile gratuitamente per tutti (basta scaricarla in formato pdf da questo sito).«Già nel loro percorso curricolare gli studenti hanno occasione di mettersi alla prova in percorsi on the job» aggiunge Pais «ed è per questo molto importante questa occasione di confronto sulle caratteristiche degli stage di qualità; così come è importante che conoscano i loro diritti e doveri».Questo è certamente un punto cruciale, anche alla luce dei risultati emersi dall'indagine realizzata l'anno scorso dagli studenti del Laboratorio di ricerca sociale qualitativa dell'università Cattolica di Milano, sotto la guida della professoressa Cristina Pasqualini, su oltre cento persone tra i 21 e i 28 anni che avevano recentemente svolto uno stage. L'obiettivo della ricerca – i cui risultati principali sono anche riportati in una sezione della Guida Best Stage 2024 – era proprio quello di capire l'esperienza del tirocinio attraverso i loro occhi. Principale criticità emersa: una scarsissima consapevolezza del quadro normativo di riferimento.Solo la metà dei giovani intervistati conosceva, prima di iniziare il percorso, i contenuti del progetto formativo individuale; la quasi totalità non aveva letto le normative che regolamentano i tirocini, e nessuno aveva cercato informazioni in proposito. Per questo, una delle sezioni più importanti della Guida è proprio quella che ripercorre Regione per Regione le normative sui tirocini extracurricolari... Sempre in attesa che finalmente una nuova legge sui curricolari vada a sostituire quella attualmente ancora in vigore, che risale addirittura al 1998.L'appuntamento per l'evento di presentazione della Guida Best Stage è nell'aula SA.324 Rotta, nella sede di via Sant’Agnese della Cattolica di Milano, alle 09:45.

Il master di Bip xTech e Cefriel da quest'anno punta sull'intelligenza artificiale: subito assunzione in alto apprendistato

«Il mondo delle tecnologie sta cambiando: tra qualche anno non useremo più i cellulari come li usiamo oggi, internet come lo usiamo oggi. Avremo più agenti, più conversazione: e questa nuova trasformazione avrà bisogno di professionisti». A dirlo è Marco Pesarini, partner di Bip, multinazionale della consulenza manageriale specializzata nella trasformazione digitale. «Quindici anni fa servivano gli esperti di internet, adesso servono gli esperti di intelligenza artificiale» nel mondo del lavoro, continua Pesarini: per questo «specializzarsi su questo tema apre a carriere con molte opportunità internazionali e senza barriere, dato che con queste tecnologie si può lavorare da dovunque e per chiunque».Bip e Cefriel, due delle aziende virtuose dell'RdS network, stanno per partire con la sesta edizione del loro ormai consueto master dedicato alle nuove tecnologie. Alla quinta edizione hanno partecipato venti persone, un numero in crescita rispetto all precedenti, con un’età media di 27 anni e mezzo. E quest'anno cambia il nome: da “Cloud Data Engineering” il percorso formativo – interamente finanziato da Bip attraverso xTech, la sua divisione che mette 600 professionisti specializzati negli ambiti Data & AI, Cloud, Digital Platforms and Solutions a supporto delle aziende clienti nella trasformazione digitale con un approccio cloud e data-driven – diventa in “AI & Data Engineering”. «Una componente di intelligenza artificiale era già presente nel corso» specifica Pesarini, «ma l'abbiamo aumentata: e quindi abbiamo voluto esplicitarlo».La scelta di intensificare il focus su questa tematica nasce dal fatto che «negli ultimi anni sono nate delle nuove forme di intelligenza artificiale – di cui abbiamo anche parlato nel nostro podcast – che richiedono competenze specialistiche aggiuntive rispetto a quelle che già c'erano» spiega Pesarini (ospite pochi mesi fa di un episodio del podcast della Repubblica degli Stagisti), tanto che «qualcuno ha iniziato a parlare di “prompt engineering ” come nuova professione». Il prompt engineering è la capacità di strutturare di un'istruzione in modo che possa essere interpretata e compresa al meglio da un modello di intelligenza artificiale generativa.E se il manager non è completamente d'accordo sul concetto di “nuova” professione, è però convinto «che ci siano delle competenze da aggiungere al bagaglio di chi vuol fare questo lavoro. Abbiamo voluto evidenziare maggiormente la parola “AI” nel nome del master perché, rispetto al vecchio programma, con questo nuovo la quantità di ore che si fanno su tematiche più orientate all'AI è aumentata in modo importante». Se prima l'intelligenza artificiale rappresentava il 30-40% dei contenuti didattici, contro «un 60-70% di data engineering, adesso la percentuale si è invertita; e ci sono attività nuove – per esempio, come fare le domande giuste a ChatGPT».Le “domande giuste” sono un fattore chiave, perché ogni strumento di intelligenza artificiale è un po' differente. «C'è un aspetto interessante, che alcuni chiamano la "personalità" di questi strumenti» sorride Pesarini: «Perché hanno un modo di rispondere diverso. Alcuni sono più bravi a rispondere alla domanda secca, come ChatGPT, che però ti segue meno nei ragionamenti in sequenza di domande. Altri, come Gemini di Google, non rispondono benissimo alla domanda secca, ma seguono meglio i ragionamenti. Perché lo facciano non è chiaro... però lo fanno! Questo, al di là delle battute sulla “personalità”, richiede formazione».Il master, riconosciuto dal Politecnico di Milano e classificato come di II° livello, ha dunque adesso come titolo “AI & Data Engineering”. «E va bene, questo è quello che c'è scritto sulla pergamena» scherza Roberta Morici, Head of Education Team di Cefriel: «Però la verità, come dico sempre ai partecipanti, è che è un master in learning agility, che è oggi una delle skill più importanti. Nessuno di noi farà lo stesso lavoro per quarant'anni come i nostri genitori, tutti ci dobbiamo reinventare; e quindi abbiamo bisogno di questa agilità di apprendere mestieri nuovi, competenze nuove».Le selezioni per il master sono aperte da qualche settimana e chiuderanno il 5 giugno: i corsi prenderanno il via il 17 giugno (qui la brochure con tutti i dettagli e il video esplicativo). In particolare, tra i ruoli di Cefriel, centro di innovazione digitale fondato nel 1988 dal Politecnico di Milano, c'è anche quello di garantire la realizzazione di project work per l'applicazione degli apprendimenti. Negli anni passati, per esempio, questi project work sono consistiti in attività di ri-progettazione di piattaforme dati per grandi società di consumo; oppure data migration su Google Cloud di archivi di dati centralizzati per aziende del settore moda e lusso; sviluppo di barre di ricerca intelligenti utilizzando AI per i portali e-commerce di aziende operanti nella grande distribuzione; o ancora, nella creazione di piattaforme dati su AWS per integrazione dei dati SAP per aziende del comparto elettrodomestici. Questi sono solo alcuni esempi, per far capire quanto ai partecipanti venga immediatamente permesso di “mettere le mani in pasta”.Come di consueto per questo master, non c’è una quota di iscrizione da pagare: anzi, ogni persona selezionata viene assunta fin dal primo giorno con un contratto di alto apprendistato. Il che vuol dire un vero contratto di lavoro subordinato, con retribuzione, contributi, ferie pagate e tutto il resto.Roberta Morici non si stanca mai di «stressare quanto questa sia una formula contrattuale potente e win-win per tutti. È una cosa incredibile che pochi sanno». In effetti, l’alto apprendistato (o “di II° livello”) viene purtroppo utilizzato con contagocce, come evidenziato anche da un approfondimento della Repubblica degli Stagisti. Eppure, come dice Morici, è una formula vantaggiosa. Innanzitutto per la persona assunta – che «lavora, viene retribuita, e l'azienda le paga un titolo di terzo livello che comunque rimane nel suo curriculum, fa employability a lungo termine, e che è sicuramente un grandissimo valore».Ma il vantaggio è anche per l’azienda, che si ritrova ad avere persone nuove che sono sì in formazione, ma già operative sul lavoro. Infatti il master ha una durata di due anni e prevede tredici settimane di formazione on line full immersion e poi, dal quarto mese, il coinvolgimento in attività di business. Ma per le aziende c'è anche un altro grande vantaggio, e cioè una maggiore capacità di trattenere i talenti. Un effetto confermato dai feedback di fine corso che Cefriel raccoglie da Bip e dalle altre aziende con cui organizza queste attività formative: «Sappiamo bene che di questi tempi c'è una volatilità molto alta, i ragazzi se ne vanno velocemente, danno le dimissioni» riassume Morici: ma «aver fatto un master crea classe, crea appartenenza: non solo con l’azienda, ma tra di loro. I partecipanti hanno fatto un'avventura importante insieme, lo studio è è stato molto coinvolgente. Sentirsi parte di una community di persone che studiano e imparano e lavorano contemporaneamente fa retention».A livello di docenti, a fare lezione è un mix di professori del Politecnico (il direttore del master Pierluigi Plebani e poi Marco Brambilla, Luciano Baresi, Cinzia Cappiello, Emanuele Della Valle, Mattia Salnitri, Sebastian Troìa e Monica Vitali) e di professionisti esperti della galassia Bip. Tre nomi, giusto per fare qualche esempio di chi ha insegnato negli anni passati: Danilo Attuario, Andrea Lui, Alessandro Volpe. Attuario, che in Bip è Data & AI Director, «ha gestito un progetto molto avanzato in un contesto sfidante, l'assistenza psicologica, per la creazione di un assistente virtuale che tratti casi preliminari di disturbo psicologico» racconta Pesarini: «Una specie di strumento di auto-aiuto molto innovativo, che va al di là delle frontiere di queste tecnologie – che sono nate per rispondere; mentre un assistente deve anche essere in grado, nel caso particolare, di provare a proporre qualcosa. E quindi lì abbiamo dovuto affrontare come aiutare queste tecnologie a diventare propositive, e non soltanto reattive».Andrea Lui, Cognitive and Generative AI Lead in Bip, è invece un esperto di strumenti di sintesi del contenuto: «Con lui abbiamo fatto diversi progetti di supporto nel mondo delle gare pubbliche, nel recupero delle informazioni in bandi complessi» dice Pesarini: «Con questi strumenti si riesce più facilmente a trovare i contenuti che servono dentro ai bandi», riducendo di molto il tempo necessario per individuare gli aspetti rilevanti e costruire proposte efficaci da presentare in gara. L’Head of Data Science di Bip Alessandro Volpe, infine, sta lavorando sull'utilizzo delle tecnologie AI nel mondo della computer vision: «Il video alla fine è sempre una forma diversa di numeri». In questo caso quindi si lavora con l'intelligenza artificiale «per leggere le immagini».I nomi esatti di chi parteciperà come docente nell'edizione di quest'anno ancora non si conoscono con precisione, ma saranno comunque senior della struttura di intelligenza artificiale di Bip e realizzeranno lezioni con «l'ambizione di ripercorrere e discutere di progetti» realmente svolti, o in corso di svolgimento, «perché questo dà molta informazione su cosa si può fare oggi con le tecnologie, e che problemi si affrontano».In generale, sono tre gli ambiti in cui le aziende cercano di più l'aiuto delle tecnologie di AI oggi: l'ottimizzazione delle chatbot, l'estrazione di informazioni da grandi moli di documenti, e la generazione di contenuti. «In tutti e tre i casi, ci vengono chiesti due tipi di professionisti: il data engineer, che porta i dati al modello, e l'AI engineer, che sceglie il modello giusto e poi sa come usarlo al meglio» spiega Pesarini: «Il primo è l'ingegnere che mette in piedi l'architettura, che ha essenzialmente il compito di fare in modo che l'azienda parli con questi strumenti: la persona che crea il “bocchettone” che collega l'azienda e le sue informazioni allo strumento. E poi c'è lo specialista che agisce sulla tecnologia di intelligenza artificiale per farla funzionare al meglio: quello che decide quale dei vari prodotti di intelligenza artificiale utilizzare, come fare le domande, se è necessario fare del training speciale oppure no».Un altro aspetto interessante è quello linguistico. Gli strumenti di AI ad oggi funzionano essenzialmente in inglese, quindi bisogna imparare a padroneggiarli nella loro “madrelingua” (anche se, come quando si fa riferimento alla “personalità”, è un po’ strano usare il concetto di “madre” per una cosa…). «In realtà si possono usare questi strumenti anche in lingue che non siano l’inglese», precisa Marco Pesarini, «però il funzionamento base è quello dell'inglese. Questi strumenti sono addestrati in inglese e poi imparano la traduzione in italiano, che non è come addestrarsi in italiano. Infatti ci sono degli investimenti per fare addestramenti nei Paesi europei, perché si dice che è importante che ci siano strumenti più rappresentativi delle nostre lingue e del nostro modo di rispondere». Resta indubbio che oggi sapere l'inglese dà un vantaggio ad utilizzare ChatGPT e compagnia. «È un po' come cercare le cose su Wikipedia in inglese o in italiano» conferma Pesarini: «Si trovano in italiano, però la versione in inglese di solito è più ricca e più aggiornata». 

Chi vuole provare a candidarsi per partecipare a questo master in alto apprendistato ha ancora poco più di un mese: le selezioni chiuderanno mercoledì 5 giugno.

Ultimi giorni per far domanda per un tirocinio al Consiglio d’Europa, indennità di 630 euro

Tra i tanti programmi internazionali di stage c’è anche quello presso il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione con sede a Strasburgo che riunisce 46 stati membri – di cui 27 membri dell’Unione europea – per un totale di 700milioni di cittadini e ha la missione di promuovere la democrazia e di proteggere i diritti umani e lo stato di diritto in Europa. Ben diverso, quindi, dal Consiglio europeo, che è invece un’istituzione dell’Unione europea composta dai capi di Stato e di governo degli Stati membri e dal Presidente della commissione europea, volta alla pianificazione delle politiche comunitarie.  Due volte l’anno l’Organizzazione apre le sue porte per ospitare giovani laureati come tirocinanti e offrirgli l’opportunità di fare un’esperienza in un ambiente lavorativo complesso, multiculturale e stimolante. Ma è la stessa organizzazione a beneficiare della presenza dei giovani e del loro «entusiasmo, motivazione e competenza», come si legge dal sito internet. Ora è il momento per fare domanda per gli stage che prenderanno il via a ottobre 2024. Data ultima per l’application è la mezzanotte del 26 aprile. E ci sarà una novità non di poco conto: «Eccezionalmente selezioneremo 90 tirocinanti per la sessione autunnale, mentre di solito sono circa 80 per ogni sessione», spiega il servizio dei Portavoce del Consiglio d’Europa alla Repubblica degli Stagisti, questo perché per l’anno in corso «disponiamo dei mezzi finanziari per includere altri 10 tirocinanti». Se selezionati si riceverà un rimborso spese mensile di 630 euro, leggermente aumentato quest’anno rispetto ai circa 600 degli anni passati. Il rimborso spese è stato introdotto da relativamente poco tempo visto che ha preso il via a settembre del 2020. Lo stage potrà cominciare il primo ottobre e, a seconda della durata, terminare il 28 febbraio 2025. I tirocini in Coe, infatti, possono durare dalle otto settimane ai cinque mesi. «La maggior parte si svolgono presso la sede centrale nella città di Strasburgo ma alcuni tirocinanti possono essere ospitati anche nelle sedi esterne, principalmente a Bruxelles, Graz, Vienna, Lisbona, Lussemburgo, Ginevra e Budapest». Anche per loro il rimborso spese mensile sarà di 630 euro. La notifica della selezione arriverà a giugno.  Anche se lo stage al Consiglio d’Europa è decisamente economicamente meno conveniente di gran parte dei tirocini presso le varie istituzioni europee, in realtà gode di un certo appeal tra i giovani, anche italiani. Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersene conto: per la sessione di marzo 2024, infatti, sono arrivate 1.719 domande. Il Coe ha selezionato 114 giovani, ma 31 hanno rifiutato l’offerta e alla fine hanno iniziato lo stage in 83. Ancora una volta l’Italia si piazza decisamente bene per application presentate: ben 391, ed è seconda solo alla Francia con 628, terza la Germania con appena 82 domande. Il nostro Paese non delude nemmeno per quanto riguarda le selezioni, piazzandosi al secondo posto. In seguito alla selezione da parte del Coe sono state offerte 25 posizioni di stage a francesi, 22 a italiani e 10 a tedeschi. Come detto non tutti hanno accettato e, infatti, nella top tre per numero di selezionati vince sempre la Francia con 21 a cui segue l’Italia con 16 e Georgia e Regno Unito a pari merito con sette.  Le cose cambiano se si analizzano invece i numeri relativi allo scorso anno: innanzi tutto perché nel 2023 si è tenuta una sola sessione di stage che ha raccolto 1.889 domande. «All’inizio dello scorso anno l’Organizzazione era nel mezzo di un’importante riforma del suo statuto e regolamento del personale e lo staff della direzione delle risorse umane era concentrato sul nuovo quadro. Di conseguenza una sessione di tirocinio è stata annullata». Il consiglio d’Europa ha inviato, quindi, 114 offerte ma in 39 hanno rifiutato e alla fine hanno cominciato lo stage 75 giovani. In questo caso è stata l’Italia a battere tutti per richieste: ben 449 application, cui segue la Francia, 284, e la Turchia, 111. I primi tre Paesi per numero di offerte di tirocinio da parte del Coe sono stati la Francia, 22, l’Italia, 13 e Germania, Grecia e Spagna tutti con otto offerte. Alla fine, la top tre dei Paesi con più tirocinanti che hanno accettato è stata Francia, con 15 stagisti, Italia, con 12, e Norvegia, Spagna e Turchia tutti con cinque.  Una volta selezionati «i tirocinanti hanno lo stesso orario dei membri dello staff, sette ore e 45 minuti al giorno». Al momento, precisa il servizio dei Portavoce del Consiglio d’Europa, non sono previsti sconti per il pranzo o ticket pasto, ma la possibilità di introdurli è in fase di studio. Per provare a partecipare allo stage bisogna innanzi tutto verificare di avere tutti i requisiti richiesti: avere la nazionalità di uno degli stati membri del Consiglio d’Europa, avere un diploma di laurea di primo livello, avere un’ottima conoscenza di una delle due lingue ufficiali del Consiglio, ovvero inglese o francese, e una buona conoscenza dell’altra, oltre al desiderio di acquisire esperienza pratica e conoscenza del funzionamento e delle attività del Consiglio d’Europa. Come spesso capita in questi casi, è poi necessario non aver già svolto un tirocinio o un periodo di studio all’interno del Coe.  Tra le sue varie strutture interne vi è anche la Corte europea dei diritti umani, l’organo giudiziario permanente che garantisce a tutti gli europei i diritti tutelati dalla convenzione europea dei diritti dell’uomo: nel caso si desideri fare il tirocinio qui è necessario avere una laurea di secondo livello o un diploma di master. In fase di candidatura è possibile scegliere un solo dipartimento all’interno dell’organizzazione e conviene, quindi, dare un’attenta lettura ai compiti e ruoli di ognuno. Per fare domanda è necessario accedere alla pagina dedicata e iniziare a compilare tutti i campi richiesti, partendo dalla durata dello stage che può essere di due, tre, quattro o cinque mesi. Poi compilare tutte le sezioni tra cui, in ultimo, una breve descrizione che dimostri di essere in possesso delle competenze richieste. Sul sito del Consiglio d’Europa si elencano anche i compiti che normalmente sono assegnati agli stagisti: lavoro di ricerca, preparazione di progetti e studi per riunioni di esperti, redazione dei resoconti delle riunioni, assistenza nei lavori in corso, aggiornamento dei siti web. Tirocinanti che non sono abbandonati a sé stessi visto che «Forniamo un programma completo di introduzione alla professione per i tirocinanti che gli consente di conoscere le strutture, le attività e le procedure di cooperazione internazionale seguite dal Consiglio d’Europa, compresa l’attuazione della Convenzione europea sui diritti umani. I tirocinanti possono partecipare alle conferenze organizzate all’interno dell’Organizzazione, alle sedute dell’Assemblea parlamentare del consiglio d’Europa e agli incontri che possono svolgersi durante il loro soggiorno a Strasburgo e sul campo».Se interessati a far domanda, il Consiglio d’Europa mette a disposizione anche un’intera sezione con tutte le informazioni pratiche necessarie per trasferirsi a Strasburgo, dalle zone in cui cercare casa agli aeroporti più vicini, dai mezzi pubblici disponibili agli eventi culturali in città. C’è poi il sito dell’ufficio del turismo disponibile anche in italiano e un’intera sezione con le faq più importanti relative al processo di selezione.  È bene ricordare che svolgere un tirocinio non è un primo step per entrare a far parte dello staff del Consiglio d'Europa, tanto che il servizio dei Portavoce precisa che «non è la prospettiva principale, ma i nostri stagisti possono e fanno domanda sia per le posizioni di reclutamento temporaneo che permanente». In entrambi i casi a fare la vera differenza per essere reclutati è la corrispondenza tra l’esperienza del singolo e il profilo ricercato. «Spesso i tirocinanti sono all’inizio della loro carriera, quindi sono più adatti i giovani che escono dai nostri programmi Junior Professional e Assistant avvocati». Se si è comunque interessati a provare questa esperienza internazionale, conviene affrettarsi a far domanda; nel caso non si venisse reclutati, si potrà ritentare per la prossima sessione di stage – quella che prenderà il via a marzo del prossimo anno, per la quale le application partiranno a ottobre. Marianna LeporeFoto di apertura: Palais de l'Europe, dell'architetto Henry Bernard, credits Consiglio d’EuropaFoto in alto a destra e in basso a sinistra: credits Consiglio d'Europa

Tirocini pagati 2mila euro al mese presso l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale

C’è tempo fino al primo luglio per fare domanda per uno stage presso la World Intellectual Property Organization, una delle tante agenzie specializzate delle Nazioni Unite con la sede principale a Ginevra in Svizzera. La buona notizia è che la Wipo rientra tra le agenzie delle Nazioni Unite che prevedono un rimborso spese per i suoi stagisti: l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, nata nel 1967 con la finalità di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo, in effetti paga i suoi tirocinanti fin dall’avvio del suo programma di stage, nel 1999. Negli anni l’indennità prevista è anche aumentata, segno di un’attenzione verso gli stagisti.  Per il 2024 il rimborso spese per i tirocinanti è di 1.645 franchi svizzeri per gli stagisti con una laurea di primo livello e 2.170 per quelli con laurea di secondo livello, pari rispettivamente a circa 2mila 200 e 1.600 euro. E pensare che fino a quattro anni fa il rimborso spese per i tirocini con una laurea di primo livello era solo di 500 franchi svizzeri; poi nel 2020 è arrivata la decisione di aumentarlo a 1.570, e adesso il nuovo aumento fino appunto a 1.645 franchi. (Gli stagisti, non dubitiamo, apprezzano).Per il 2024, come per l’anno passato, sono a disposizione circa 50 posti di tirocinio anche se Edward Harris, Senior Communications Officer alla World Intellectual Property Organization, precisa alla Repubblica degli Stagisti che «la disponibilità di stage è direttamente collegata alle esigenze operative degli uffici», il che significa che non c’è certezza il numero sia effettivamente questo. Per esempio, nel 2023 «avevamo ricevuto 2.561 domande e alla fine sono stati selezionati trentacinque stagisti, trenta per la Categoria II e i cinque rimanenti per la Categoria I». Numeri simili per il 2022, quando «le candidature totali sono state 2.112 e i tirocinanti selezionati ventotto».  Sia per l’anno scorso che per il 2022, i primi tre paesi per numero di candidature sono stati Italia, India e Cina. Mentre per quanto riguarda i tirocinanti, nel 2023 la top tre delle regioni con più selezionati (ndr. Wipo non classifica per Paese ma ha solo il dato per aree geografiche) vede Asia e Pacifico al primo posto, seguita da Nord America ed Europa occidentale, mentre l’anno precedente la prima posizione è sempre la stessa seguita da Europa occidentale e Africa.   Nel periodo che va dal 2009 al 2022, l’Organizzazione per la proprietà intellettuale ha ospitato 572 stagisti, di cui la stragrande maggioranza, ben 375, donne. Il numero maggiore di tirocinanti in questo lasso di tempo proveniva dall’area Asia e Pacifico, 164, tallonata subito dall’area dell’Europa occidentale, in cui rientra anche l’Italia, con 163.  Similmente a quasi tutti gli altri programmi di stage di enti sovranazionali e ong, anche questo del Wipo non è un primo passaggio per una futura selezione come personale interno. E, infatti, negli ultimi due anni nessuno stagista ha avuto poi uno sbocco di questo tipo. «Maggiori opportunità, in questo senso, le dà il Fellowship program (ndr. il programma di borse di studio) sempre rivolto ai più giovani, che prevede ulteriori opportunità per imparare e sviluppare un’esperienza professionale per due – tre anni» spiega Harris: «Abbiamo registrato un aumento significativo del numero di borse di studio che offriamo per cercare di raggiungere le regioni e i paesi sottorappresentati».   Se si analizza il Programma di spesa 2024/2025 dell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale si scopre che il budget per tirocini e borse di studio è aumentato di quasi il 27 per cento, pari a 4 milioni di franchi svizzeri, rispetto al biennio 2022/2023, ma guardando il dato disaggregato, l’aumento è stato concentrato nelle borse di studio e non nelle indennità di tirocini, per i quali, anzi, l’investimento è diminuito di quasi il 30 per cento.     Questo numero è però relativo alla pianificazione di spesa e non a quella effettiva secondo la quale il taglio per il biennio in corso è “solo” del 12 per cento. Diminuzione del budget che non ha in realtà influito sul numero effettivo dei posti, come dimostrano i numeri degli ultimi anni. Come già in passato l’ufficio stampa Wipo aveva confermato alla Repubblica degli Stagisti, di norma l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale pianificava di ospitare tra i 50 e i 60 stagisti l’anno, per i quali accantonava delle risorse in bilancio. Di fatto negli ultimi tre anni il numero di selezionati non è stato, però, mai superiore ai 40 tirocinanti, anzi di gran lunga inferiore. Quindi il taglio in bilancio del 12 per cento fotografa una realtà già in corso da tempo in cui i tirocini offerti non superano le quaranta unità. Nella differenza tra tirocini di prima o seconda categoria non rientra solo il titolo per accedervi e il diverso rimborso spese, più alto per il secondo caso, ma anche la durata dello stage. Per la prima categoria, infatti, il percorso formativo può durare da un minimo di due mesi fino a sei, mentre per la seconda va dai due mesi a un anno. Per i tirocinanti assegnati a una sede diversa da quella centrale a Ginevra, il rimborso spese è determinato anche in base alle condizioni del luogo ed è pagato in valuta locale, quindi non in franchi svizzeri, perciò per avere maggiori dettagli bisogna controllare in quel caso i singoli siti internet. Sul sito dell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale si precisa anche che non è possibile svolgere il tirocinio da remoto, quindi se si accetta l’offerta di stage bisogna necessariamente trasferirsi.   Wipo non è responsabile dell’organizzazione del viaggio per raggiungere Ginevra né dei relativi costi: unica eccezione sono i tirocinanti cittadini di Paesi in via di sviluppo, meno sviluppati o in transizione, per i quali è previsto un rimborso fino a un massimo di 1.500 franchi svizzeri per il viaggio di andata e ritorno.  Per partecipare è necessario essere iscritti a un corso di laurea di primo livello, in questo caso all’ultimo anno, o a un corso di laurea di secondo livello o aver conseguito il titolo negli ultimi due anni. È poi necessaria un’ottima conoscenza della lingua inglese e meglio anche del francese. Per far domanda bisogna creare un profilo sul sito della Wipo e registrarsi compilando tutte le sezioni, compresa quella riferita all’area preferita di lavoro. A questo punto è possibile mandare la propria application, che verrà salvata automaticamente per un anno. Ogni volta che nel corso dei 365 giorni seguenti si aprono in qualche ufficio nuove opportunità di stage, vengono esaminate le domande inviate e i giovani che meglio combaciano con le richieste degli uffici sono contattati e invitati per un’’intervista, che può essere condotta al telefono, in videochiamata o di persona.A volte il processo di selezione consiste anche in un test scritto. Passato un anno dall’inserimento della candidatura, è necessario farne una nuova perché la precedente viene automaticamente cancellata. I tempi di selezione non sono certo brevi, anche dopo aver passato il primo step, tanto che sul sito si specifica che «una volta che il candidato è stato contattato per un’opportunità, di solito servono diverse settimane per concludere la selezione e informare degli esiti». Sfortunatamente, però, «a causa del gran numero di domande che riceviamo, possiamo contattare solo i candidati selezionati. Quindi se dopo sei mesi dalla chiusura dell’annuncio non vieni contattato, significa che la tua candidatura non è stata accolta o non c’erano opportunità adeguate al tuo profilo».  Si incoraggiano, però, i giovani a presentare nuovamente domanda non appena sarà pubblicata la nuova vacancy. Se selezionati si entra a far parte di un gruppo di lavoro multiculturale che al giugno dello scorso anno contava 1.684 persone, in gran parte donne, più del 54 per cento. Nella maggior parte dei casi gli stagisti vengono assegnati alla Direzione generale (un terzo esatto di quelli accolti tra il 2009 e il 2022, 186 su 572, sono stati inseriti in questa struttura) oppure all’ufficio Sfide globali, dove hanno fatto esperienza nello stesso arco di tempo 92 tirocinanti (pari al 16%): la restante metà finisce sparsa in tutti gli altri uffici. Il programma di stage della Wipo riceve un riscontro positivo anche dagli stagisti stessi. Secondo lo Un Internships Quality Index 2019/2021 della Fair Internship Initiative - rete globale di stagisti, attuali ed ex, consulenti e giovani professionisti dell’Onu che si battono per condizioni di lavoro più sostenibili soprattutto per i più giovani nel network di uffici Onu - la Wipo occupa il terzo posto nella classifica dei programmi di tirocinio delle Nazioni Unite. Secondo FII, l’organizzazione ha ottenuto anche dei miglioramenti nel processo di candidatura e selezione. Wipo è alla ricerca di persone di talento in una varietà di ambiti che vanno da quello economico al legale, dal marketing e comunicazione al campo delle traduzioni, dal project management all’information technology. Sul sito sono presenti tutte le informazioni, c’è anche una pagina dedicata alle testimonianze degli ex stagisti  e un’altra alla storia dell’Organizzazione e ai settori in cui saranno assegnati gli stagisti.  Non resta che raccogliere tutte le informazioni necessarie e provare a partecipare a questa opportunità internazionale.Marianna Lepore   Foto di apertura: credit Wipo/Berrot in modalità Creative Commons Foto a sinistra: credit Wipo/Pierre Albouy in modalità Creative Commons Attribution 4.0 International License 

Una bussola nel mondo del lavoro: decima edizione per l' “operazione trasparenza” della Guida Best Stage

Dieci anni fa – correva l’anno 2014 – con la Repubblica degli Stagisti ci inventammo la “Guida Best Stage”. Un breve e accurato compendio di tutte le informazioni che potevano essere utili a qualsiasi giovane stesse finendo di studiare, o muovendo i primi passi nel mondo del lavoro: un pdf destinato ai lettori della Repubblica degli Stagisti, “in regalo” perché scaricabile gratuitamente dal sito, contenente dettagli sui diritti e i doveri degli stagisti, focus sull'attualità e sul mondo del lavoro, e una panoramica delle condizioni offerte dalle aziende dell'RdS network.Da allora a oggi la Guida Best Stage è uscita tutti gli anni – perfino nell'annus horribilis della pandemia, con una edizione cumulativa 2021/2022 – continuando ad aggiornarsi e rinnovarsi, ad approfondire la tematica dello stage in Italia e non solo, e a offrire ai giovani un utile strumento per orientarsi, poter valutare le offerte ricevute, conoscere la normativa di riferimento, e anche semplicemente per sentirsi meno soli nelle esperienze di stage. Ed eccoci, in questo 2024, alla decima edizione.In questi dieci anni la situazione degli stagisti italiani si è molto evoluta: ci sono stati diversi cambiamenti normativi a livello di tirocini extracurricolari; il numero degli stage attivati ogni anno è continuato a crescere, poi ha subito un piccolo stop nel 2020 causa Covid, e negli ultimi anni si è stabilizzato. Noi con la Repubblica degli Stagisti – che da quest'anno fa parte del progetto internazionale portato avanti dall'associazione non profit Journalism for Social Change – non abbiamo mai smesso di rendere conto dell'evoluzione dello strumento dello stage, e dei suoi utilizzi.Solo nell'ultimo anno abbiamo denunciato, per esempio, la vergogna dei programmi di tirocinio gratuito organizzati presso enti pubblici prestigiosi come la Camera dei Deputati e il ministero dell'Università e ricerca, che aprono le porte a studenti universitari “di eccellenza” ma non sono nemmeno in grado di mettere a disposizione di questi studenti-stagisti eccellenti un minimo di indennità mensile.Abbiamo raccontato l'impegno a livello dell'Unione Europea verso una nuova definizione dei tirocini di qualità, che metta finalmente al bando i tirocini gratuiti, seguendo da vicino le proposte che dovrebbero sperabilmente portare, in un futuro prossimo, alla pubblicazione di una direttiva che imponga agli Stati membri a normare meglio lo stage per evitare gli abusi.La Guida Best Stage anche nel 2024 si inscrive in questo ambito, proponendo al suo pubblico uno strumento agile e di facile lettura che contiene una miriade di informazioni utili e dipana i dubbi più frequenti. La gratuità della Guida è nuovamente assicurata dalla sponsorship offerta da una società di consulenza che da molti anni fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti: si tratta del Gruppo EY, attivo in tutto il mondo nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, assistenza fiscale e legale, transaction, e presente in Italia con oltre 9mila dipendenti.«Anche quest'anno abbiamo voluto dare il nostro contributo per la Guida Best Stage perché riteniamo che ricevere informazioni di qualità sia la chiave per un ingresso nel mercato del lavoro efficace» conferma Francesca Giraudo, HR Director di EY per l'Italia, la Spagna e il Portogallo: «Ci è parso naturale fare la nostra parte anche per divulgare al massimo buone prassi, consigli e punti di attenzione per chi per la prima volta si affaccia al mondo del lavoro».In effetti nel solo 2022 il gruppo EY ha effettuato oltre mille assunzioni dirette di giovani under 30 – di cui 616 in apprendistato, 207 a tempo determinato e 185 con contratto a tempo indeterminato – guadagnandosi a pieno titolo l'AwaRdS 2023 per la miglior performance di assunzioni dirette di under 30 (“dirette” perchè effettuate senza il passaggio intermedio dello stage). E questo senza contare il 73% di tasso di assunzione post stage relativo ai 950 stagisti (di cui 495 curriculari) accolti nel 2022. Per i quali lo stage è stato letteralmente l'anticamera del lavoro.Questi dati si ritrovano anche riportati nella Guida Best Stage, che a ognuna delle aziende che fanno parte dell'RdS network dedica una pagina con una descrizione dell'attività e i dettagli rispetto alle condizioni offerte agli stagisti (e anche il palmares con gli AwaRdS eventualmente vinti negli ultimi cinque anni, tra il 2019 e il 2023!). Per la Repubblica degli Stagisti infatti la trasparenza è sempre stata e continua ad essere uno dei valori fondamentali per costruire un mercato del lavoro equo e rispettoso dei diritti dei giovani, a partire proprio dallo stage.Il contributo di EY alla Guida Best Stage 2024 non si limita però alla sponsorship: il Talent Team cura anche all'interno della Guida una sezione con con molti consigli per affrontare al meglio il momento delle candidature, dall'invio del curriculum al colloquio vero e proprio.La Guida offre poi una panoramica delle normative di riferimento per i tirocini, ripercorrendo le disposizioni regionali sugli extracurricolari Regione per Regione, e un'ampia sezione aggiornata di FAQ. Alcune di queste domande-risposte scaturiscono direttamente dal nostro Forum, in cui i lettori possono venire a porre i propri quesiti e chiedere consiglio, anche senza bisogno di apparire col proprio nome e cognome.La Guida, quest'anno impaginata in un insolito e bellissimo formato 800x600, è disponibile per chiunque, scaricabile gratuitamente attraverso l'homepage della Repubblica degli Stagisti (cliccando sulla linguetta verde “Guida Best Stage 2024” in altro a destra sullo schermo). E se vorrete condividerla, tanto saremo contenti più che i contenuti viaggino e siano utili a più giovani possibile. Buona lettura!  

Tornano gli stage da mille euro al mese al ministero della Cultura, ma non è proprio una buona notizia

Puntuale anche quest’anno è arrivato il bando 2024 per l’attivazione di 133 tirocini formativi e di orientamento per giovani fino a 29 anni, «che saranno impiegati per la realizzazione di progetti specifici, nell’ambito del sostegno delle attività di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale», nell’ambito del Fondo giovani per la cultura, presso gli uffici centrali e periferici e gli istituti del Ministero della cultura.  Il ministro Gennaro Sangiuliano conferma di voler proseguire nelle politiche di utilizzo dei giovani all’interno di musei, archivi di stato e biblioteche pubbliche con tirocini formativi in uffici senza alcuna possibilità di sbocco lavorativo. Il tirocinio durerà sei mesi con un impegno di 25 ore settimanali e un rimborso spese di mille euro lordi al mese. Un’indennità che fa gola, visto lo sfruttamento lavorativo dei giovani (e anche non più giovani) in ambito culturale, costretti spesso a lavorare a partita iva con retribuzioni molto basse. E sopratutto considerando che invece altri enti pubblici – come recentemente abbiamo denunciato, qui sulla Repubblica degli Stagisti, a proposito degli stage gratuiti alla Camera o al ministero dell’Istruzione – non prevedono neanche un euro di indennità per i tirocinanti.Qui almeno la sostenibilità economica è assicurata, ma lo sbocco lavorativo invece è pressoché nullo: il tirocinio in un ente pubblico non potrà poi sfociare in un’eventuale assunzione, infatti anche questa volta nel bando si sottolinea che l’ammissione «non dà luogo in alcun modo alla costituzione di un rapporto di lavoro subordinato con il Ministero».  Però l’articolo 7 specifica che al termine del programma formativo «è rilasciato un apposito attestato di partecipazione valutabile ai fini di eventuali successive procedure selettive nella Pubblica amministrazione». E, infatti, nell’ultimo concorso per oltre 500 posti bandito nel dicembre 2022 al Ministero della cultura (Mic), erano assegnati 5 punti «per ogni semestre di esperienza professionale acquisita mediante attività di tirocinio presso il Ministero della cultura», fino ad un massimo di 10 punti. Una decisione che, se da una parte almeno offre un vantaggio a chi si impegna in questi stage, dall’altra però quasi incoraggia i giovani a tentare la carta dello stage al Mic per provare poi un successivo concorso.Il fine del bando è «attrarre i giovani più capaci e meritevoli»: per questo conferma «l’importo dell’indennità mensile previsto nel 2014 e 2015 (... ...) nella misura di mille euro lordi». Si applica, quindi, quanto previsto nelle modalità di accesso al Fondo giovani per la cultura del decreto legge del 2022.È necessario un breve excursus storico: nel 2013 il ministero istituisce il “Fondo mille giovani per la cultura” e stanzia 1 milione di euro per l’anno seguente per promuovere tirocini per giovani fino a 29 anni. Sei anni dopo, in piena pandemia, il programma cambia nome: diventa “Fondo giovani per la cultura” ed è finanziato per 300mila euro per quell’anno e per un milione di euro annui per il seguente. Nel 2021 i posti messi a bando sono 130. Stesso numero per quello di fine 2022. Contando il programma in corso si arriva a un totale di 390 tirocinanti.  Facendo un rapido calcolo, ad oggi il ministero ha speso per questi stage 2 milioni 340mila euro, quanto servirebbe per assumere a tempo determinato quattro funzionari e mezzo, come Alessandro Garrisi, presidente dell’Associazione nazionale archeologi aveva spiegato alla Repubblica degli Stagisti. Non risolverebbe il problema, ma darebbe a qualcuno un contratto vero.  E invece si continua con i tirocini a getto continuo. Per chi comunque volesse partecipare alla selezione di quest’anno è necessario inviare la domanda direttamente online entro l’11 aprile: è possibile candidarsi per un massimo di due strutture ospitanti e due progetti formativi per struttura. I posti sono così suddivisi: 30 per la Direzione generale Archivi, 30 per la Direzione generale biblioteche e diritto d’autore, 30 per la Direzione generale musei, 10 per la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, 11 per la Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali, 11 presso l’istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale e 11 presso il Segretariato generale.  È necessario essere laureati da non più di 12 mesi, avere un voto di laurea alto (con un 110 e lode si hanno 14 punti), e visto che si cercano i “migliori”, ulteriori punteggi sono attribuiti per titoli di studio universitari o post, pubblicazioni, diplomi rilasciati dalle scuole operanti presso gli Istituti centrali e nazionali, dottorati di ricerca nelle materie della selezione, ma anche all’aver svolto periodi di collaborazione o tirocinio nei settori delle attività culturali. In quest’ultimo caso ben 20 punti. Con il solito paradosso di cercare l’eccellenza, ma offrendo solo uno stage. In questo caso, quantomeno, ben pagato. Ma sempre di stage si tratta. Dopo una prima selezione per titoli, l’elenco degli ammessi al colloquio, che si svolgerà in modalità telematica, sarà pubblicato sul sito del ministero. Ma perché continuare a offrire tirocini ai giovani? Il ministero è un ente con una spiccata volontà di formazione verso le nuove generazioni o nonostante i concorsi degli ultimi anni ha ancora forti carenze di organico a cui sopperiscono, appunto, i tirocinanti? Basta leggere qualche articolo degli ultimi anni sulle polemiche dei musei chiusi durante le festività per realizzare che la motivazione è la carenza di organico. Secondo il Piano integrato di attività e organizzazione 2024/2026 del ministero della Cultura, la carenza di personale raffrontando l’organico di diritto con il personale in servizio attraversa tutte le aree: operatori, funzionari e assistenti. Un esempio: nell’area funzionari il personale in servizio è pari a poco più di 3mila unità su un organico di diritto superiore a 5mila 500.  Nonostante le numerose selezioni effettuate negli ultimi anni il ministero ha anche una pianificazione delle future procedure di reclutamento per un totale di 3mila persone tra nuovi concorsi e scorrimenti di graduatorie. Che coprirebbero però solo una parte del vuoto di organico, pari a 8.321 unità al 31 dicembre 2021.Una buona notizia per i tirocinanti fino ad oggi però c’è: leggendo attentamente il Piano integrato di attività e organizzazione 2024/2026 si scopre che il ministero «si riserva la possibilità di valutare il ricorso al contratto di apprendistato e al contratto di formazione e lavoro, entro il 31 dicembre 2026, alla luce delle eventuali carenze di personale nell’area dei funzionari che si dovessero riscontrare all’esito delle procedure assunzionali in atto e non colmabili con altri strumenti». Vorrebbe dire che oltre ai concorsi presenti e futuri il ministero, finalmente, prenderà in considerazione delle forme di inserimento reali, giuste per i giovani. Senza illuderli per sei mesi con un tirocinio senza sbocchi.Marianna LeporeFoto di apertura di wirestock da FreepikFoto in alto a destra di Ministero dei beni culturali in modalità CC BY

“Lavoro etico e trasparenza sono valori che condividiamo con la Repubblica degli Stagisti”: Kirey Group entra nel network

Questo primo scorcio di 2024 segna l'ingresso nel network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti di Kirey Group, un "system integrator" che accompagna le aziende nel loro percorso di evoluzione tecnologica. Un'azienda in crescita, passata da 78 milioni di euro di fatturato nel 2021 a 87,4 nel 2022: «Operiamo nell’IT, uno dei mercati del lavoro più competitivi: per noi è cruciale incontrare, riconoscere e coltivare il talento» dice Melisa Costantino, HR manager del gruppo dal 2021: «Siamo sempre alla ricerca di giovani talenti e di senior ultra specializzati» specie negli ambiti «sistemistico, di Business Intelligence, delle applicazioni web, del mondo Cloud e DevOps e di quello della cybersecurity».Oggi Kirey conta 850 dipendenti nel suo headquarter in Italia, più altri 200 sparsi in altri sette Paesi europei – Spagna, Portogallo, Croazia, Romania, Bulgaria, Serbia, Albania – e nelle due sedi in Messico e Kenya. In questo quadro lo stage è uno momento fondamentale di primo contatto con i giovani. «Crediamo sia un efficace strumento, e abbiamo aderito alla Repubblica degli Stagisti perché ne sposiamo i valori in termini di lavoro etico e di trasparenza» conferma Costantino, che da esperta di Risorse umane con oltre vent'anni di esperienza, e anche da coach certificata, vede il lavoro «come punto di convergenza fra la massima espressione del proprio talento e la possibilità di avere una vita gratificante anche dal punto di vista sociale ed economico».Attraverso gli stage «abbiamo avuto modo, negli anni, di incontrare giovani talentuosi che in pochi mesi si sono inseriti benissimo nella nostra realtà aziendale, cogliendone a pieno le opportunità» dice ancora Costantino: «Oggi è una soddisfazione vedere che molti di loro stanno crescendo come professionisti in azienda». I dati lo confermano: nel 2022 Kirey ha ospitato poco meno di una cinquantina di stagisti, e ne ha poi assunti oltre il 90%, facendo seguire allo stage un contratto di apprendistato. «Abbiamo ottimi rapporti di collaborazione con tredici delle principali università italiane e con numerosi ITS sul tutto il territorio» racconta Costantino.Sul suo sito Kirey indica l'integrità come uno dei valori aziendali più importanti: “Agiamo in modo etico e trasparente con tutti: clienti, dipendenti, fornitori, investitori e stakeholder”. Perché non restino solo parole, l'azienda ha un codice etico che aggiorna periodicamente e diffonde ai dipendenti. «Facciamo il possibile per assicurarci che tutte le procedure e le norme che contiene non restino sulla carta, ma ispirino le nostre persone all’azione ogni giorno» conferma Costantino: «E questa attitudine alla trasparenza, all’agire etico e all’integrità ci viene riconosciuta anche dai nostri clienti».Il settore in cui Kirey opera è quello della digital transformation: consulenza, applicazioni tecnologiche, data management, sviluppo software, Cloud, cybersecurity. Tutte attività tradizionalmente percepite come maschili: e dunque a livello HR la sfida nella sfida è quella di rompere gli stereotipi di genere e puntare al gender balance, stimolando le candidature da parte di ragazze e donne. «Confermo, il nostro settore purtroppo è ancora lontano dal gender balance in termini assoluti» si rammarica Melisa Costantino, ma «stiamo notando con piacere una crescita di candidature da parte di giovani donne anche per ruoli tecnici. Oggi in Kirey Group abbiamo un 35% di donne, in aumento, e molte di loro hanno ruoli manageriali».Per rafforzare l'impegno sul fronte delle pari opportunità e della parità di genere, dall'anno scorso Kirey ha deciso di entrare a far parte di Valore D, la prima associazione di imprese in Italia che promuove l'equilibrio di genere e una cultura inclusiva nelle organizzazioni. Questo si traduce in azioni concrete che in Kirey spaziano dal «fare attività di sensibilizzazione sul tema in azienda al far partecipare alcune delle nostre professioniste a programmi di mentoring, al condividere con le altre imprese del network i nostri progetti di successo nell’ambito dell’inclusione». L'anno scorso è stato anche messo a punto un regolamento DE&I (diversity, equity and inclusion) focalizzato sulla «politica di genere, l’attenzione alle disabilità e la promozione dell’interculturalità».Nel selezionare le nuove risorse, il team HR non guarda solo sulle competenze tecniche ma anche «flessibilità, velocità di adattamento di fronte al cambiamento, learning agility» racconta la manager: «L’obiettivo è comprendere la capacità dei candidati di mettere in discussione i loro modelli di pensiero, per essere in grado di apprendere continuamente» anche sulla scorta del fatto che «lo sviluppo dell’intelligenza artificiale porterà a una veloce trasformazione che cambierà il nostro modo di pensare, lavorare e organizzare il lavoro».Le attività sono organizzate secondo una formula di lavoro ibrido «che prevede la presenza in ufficio 4 giorni al mese» spiega Costantino, «che può essere organizzata con il proprio team in modo flessibile». Gli stage durano dai 3 ai 12 mesi a seconda della complessità del progetto formativo e «nelle regioni in cui è permesso possono essere anche svolti da remoto». Oltre al tutor di linea, a ogni stagista viene anche assegnato «un riferimento fisso all’interno del team Recruiting, che lo contatta per indagare l’andamento dello stage in termini di relazione con i colleghi, apprendimento» e così via.«Il nostro è forse uno dei settori in cui il divario fra domanda e offerta è più ampio» chiude l'HR manager di Kirey Group, e questo fa sì che per chi ha «competenze tecnologiche ci siano moltissime opportunità, anche in Italia». Anche per questo, Kirey ha sviluppato «partnership con enti locali che, per dare una risposta alla carenza di figure informatiche, negli ultimi anni si sono organizzati per offrire percorsi di skilling e reskilling di laureati non Stem». Percorsi che permettono, appunto, di sviluppare le competenze più richieste dal mercato del lavoro del presente – e, sopratutto, del futuro.

Far vivere il mondo della consulenza ai giovani attraverso Instagram, il progetto di EY

Prima o poi tutti han sentito la frase “Quando non si capisce che lavoro fa, vuol dire che lavora in consulenza”: l'impegno di EY, ormai da qualche anno, è di cercare invece di spiegare questo mestiere alle platee più giovani. Arrivato ormai alla quarta edizione, attraverso appuntamenti con cadenza settimanale, il programma social EY4NextGeneration si propone di smentire i luoghi comuni raccontando il settore senza segreti e dando anche la possibilità di fare domande a chi in questo mondo ci lavora.  Quattro anni hanno consentito al programma di essere rifinito e perfezionato. La prima novità di questa edizione è la possibilità di seguire le dirette senza doversi necessariamente registrare, come in passato. «Il programma va live dall’account di EY su Instagram, quindi per seguire gli appuntamenti basta tenere d’occhio il calendario e seguirci sull’account social» spiega alla Repubblica degli Stagisti Silvia Zanella, EY Italy Employer Branding & Employee Experience Leader: «Non partecipiamo ognuno dal proprio account personale, come le classiche live su Instagram, ma abbiamo una sala dedicata per la diretta sia nella sede a Roma sia in quella a Milano in cui incontriamo live i professionisti EY delle interviste. Rispetto al passato, quindi, quest’anno abbiamo un approccio un po’ più diretto e cerchiamo di rispondere alla domanda: “chi sono e cosa fanno i consulenti in EY?”». Per esempio, illustrando anche tutti i percorsi formativi che è possibile intraprendere nella consulenza, aprendo una finestra sugli uffici.  L’altra novità, infatti, è proprio lo scenario delle dirette: fino allo scorso anno non c’era un vero e proprio “set”. Ora invece c’è una vera e propria sala ufficio dedicata alla live: «Una scelta anche frutto dell’evoluzione del programma: il fine è raccontare l’azienda cercando di fartela vivere. Certo EY4NextGeneration dà voce ai nostri professionisti, ma ti porta anche davvero dentro gli uffici: ti facciamo passare i tornelli ed essere presente. Il racconto di cos’è EY in questo modo è ancora più autentico».Quest’anno il programma si è trasformato in una sorta di video-podcast, soffermandosi sulle storie ed esperienze dei professionisti. «Abbiamo un programma settimanale molto fitto anche con ospiti speciali per consentire di conoscere meglio il settore professionale, i valori, il cardine dell’azienda». Gli appuntamenti sono in corso e proseguiranno fino a luglio: «Cerchiamo di coinvolgere tutta la firm, con esponenti di tutte le service line». Ogni argomento viene affrontato da chi all’interno della linea di servizio se ne occupa. I due filoni principali del programma sono l’orientamento e i progetti di EY, quindi quelli che aiutano a capire cosa fa un consulente per esempio in consulting, in auditing, in tax e legal o in strategy and transaction. Ogni tematica è affrontata da un consulente diverso che può spiegare cosa significa fare questo lavoro nella specifica service line a cui è assegnato.  Destinatari del programma sono principalmente gli studenti universitari che si approcciano al mercato del lavoro, i giovani professionisti interessati al mondo della consulenza, ma anche i professionisti un po’ più senior che hanno deciso di cambiare e avvicinarsi al settore consulting partendo da una storia ispirazionale. Tra tutti, però, «il target primario è quello delle nuove generazioni».  Le prime live sono partite a dicembre (sono comunque tutte sempre disponibili sull'account Instagram di EY): «La primissima, SheBelongs, era direttamente collegata a un’iniziativa di recruiting. Puntava a raccontare la posizione aperta per una delle nostre service line, con la testimonianza di una delle consulenti che già sono in EY dopo essere entrate con questo progetto; e visto che c’era una posizione aperta, era anche l’occasione per rispondere alle domande di chi voleva candidarsi», racconta Silvia Zanella: «Il fatto poi che fosse pensata per le donne ci ha dato occasione di manifestare come in azienda esistano progetti di recruiting tutti al femminile. Dedicare, infatti, alcuni progetti gender oriented ci permette di dare il nostro impatto sulla situazione gender in azienda anche se in EY fortunatamente il gender pay gap è praticamente nullo!». Un tema toccato anche nel corso della seconda diretta, Women in Tech, focalizzata su un progetto italiano e internazionale che vuole sensibilizzare e avvicinare le donne. «Anche in questo caso avevamo la testimonianza di chi fa parte del board italiano di Women in Tech: attraverso la narrazione di questo progetto abbiamo cercato di avvicinare le donne al tema». Altre live sono state già dedicate ai temi dell’orientamento, con l’incontro con una recruiter sul tema dello storytelling personale al colloquio; del Cv check dei profili interessati al mondo della consulenza con Fabiana Andreani, Career Mentor & Digital Content Creator. A metà marzo Andrea Nuzzo, content creator noto ai più per essere il papà della pagina Facebook “Sii come Bill”, ha focalizzato alcuni dei temi più cari alle nuove generazioni come l’inclusività nel linguaggio sul lavoro, la flessibilità, il work-life balance, partendo da un’indagine social svolta anche dalla community di Unfluencer, un gruppo di creator digitali con la missione di influenzare responsabilmente.Pochi giorni fa è stata la volta di Come funziona lo stage in EY, con Beatriz Dona Roldan e Daniele Piazza del team Talent Attraction & Acquisition che hanno cercato di dare una risposta a tutte le domande che un neo stagista ha, e spesso non chiede, appena riceve la conferma di inizio stage. Mentre dopodomani, mercoledì 27 marzo, si affronta il tema attualissimo dell’Intelligenza artificiale. Gli appuntamenti in calendario per il mese di aprile sono: mercoledì 3, il secondo episodio di Women in Tech; e mercoledì 17, un focus tutto sulla professione di auditor dal titolo “Cosa significa essere un revisore oggi?”. EY è infatti società di consulenza ma anche di revisione.Infine, a chiudere la serie di appuntamenti di aprile è prevista mercoledì 24, appena prima del ponte della Liberazione, la live con Road to Y7,  -1 mese al Summit. Il riferimento è al G7 Youth Summit, uno dei gruppi di lavoro del G7 – che quest'anno si svolgerà a giugno in Puglia – che permette ai giovani di diverse nazionalità di presentare le loro idee e proposte politiche ai leader dei grandi Paesi. Proprio in vista dell'evento, EY ha lanciato il programma “Road to Youth 7” durante il quale giovani professionisti o studenti appartenenti al network EY Campus Ambassador hanno avuto l’opportunità di sviluppare proposte su temi cruciali come sostenibilità, diversità, equità, inclusione, futuro del lavoro e innovazione.   Un aspetto importante che emerge da molte delle live di EY4NextGeneration è la trasversalità della figura del consulente, che può appartenere a diversi background accademici. «Ci sono ex ingegneri, laureati in giurisprudenza o in comunicazione» conferma Zanella: «Per alcuni team logicamente c’è la prevalenza di alcune facoltà, come economia, finanza. Ma il fattore differenziale è che la consulenza ti dà modo di sperimentare un lavoro». Un’apertura che può stimolare la curiosità di molti giovani. Marianna Lepore