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Stage a distanza, alle Nazioni Unite l’emergenza diventerà normalità?

«Consideriamo urgente evidenziare la nostra profonda preoccupazione per le nuove linee guida elaborate dal Segretariato per introdurre su base permanente tirocini a distanza senza rimborso spese»: poche parole, semplici, che introducono la lettera inviata il 2 giugno da Fair Internship Initiative al Segretariato generale delle Nazioni Unite. Un’idea, quella del “remote internship”, che già nel 2017, in tempi non sospetti, venne avanzata dal Segretariato come risposta a costo zero a chi evidenziava la mancanza di diversity tra gli stagisti all’Onu, dovuta principalmente dall’assenza di un rimborso spese che finiva per escludere in automatico la partecipazione di giovani dai Paesi più poveri. Già allora la Fair Internship Initiative, coalizione di stagisti e giovani professionisti delle Nazioni Unite nata nel 2015 con l’obiettivo di richiedere tirocini pagati e di qualità, si era schierata contro la decisione, «il cui effetto non sarebbe quello di aumentare l’accessibilità dei tirocini delle Nazioni Unite, comunque privi di rimborso spese, ma piuttosto di trasformarli in consulenze non retribuite prive di sufficienti opportunità di formazione», spiega alla Repubblica degli Stagisti Pablo Lopez di FII. Il piano si arenò anche grazie alle proteste e solo l’Unodc di Vienna introdusse questa modalità per casi eccezionali, come problemi di salute dello stagista o difficoltà nell’ottenere il visto.Qualcosa è cambiato, ora: la pandemia Covid 19 ha obbligato tutto il personale a passare al telelavoro, inclusi i tirocinanti. «L’occasione giusta per l’amministrazione del Segretariato di rispolverare il vecchio piano» aggiunge Lopez: «L’intenzione è quella di approfittare della necessità attuale di svolgere gli stage a distanza per introdurre nuovi regolamenti che normalizzino questa modalità in maniera permanente anche quando le misure restrittive saranno ritirate». La situazione attuale, infatti, è quella di tirocinanti che continuano a proseguire a distanza i loro stage, «con varie agenzie che continuano a reclutarne di nuovi che molto probabilmente non metteranno mai piede in ufficio».La Repubblica degli Stagisti si è battuta nei mesi della pandemia per la prosecuzione dello stage da remoto, in smart internshipping, per consentire ai tanti che avevano cominciato i tirocini di non rimanere a casa lunghi mesi senza far nulla e senza ricevere una minima entrata economica. E sottolineando come alcuni tipi di stage possano tranquillamente proseguire anche a distanza. Ma il rapporto personale con i colleghi, l’apprendimento visivo, il vivere i luoghi di lavoro, sono tutti aspetti altrettanto importanti in uno stage che non possono essere definitivamente cancellati.«I tirocini a distanza limitano drasticamente il valore educativo e formativo di uno stage, riducendoli a consulenze non retribuite e favorendo ulteriormente lo sfruttamento del lavoro non pagato» sostiene Lopez: «Non potendo interagire direttamente con l’ambiente di lavoro e diplomatico, ricevere supervisione quotidiana, partecipare a incontri informali, riunioni ed eventi, il ruolo del tirocinante a distanza si limita a consegnare documenti e lavoro, riducendo enormemente la possibilità di sviluppare le necessarie soft skills per interagire nell’ambiente internazionale». Essere un tirocinante “virtuale” significa soprattutto ridurre le possibilità di networking, il vero valore aggiunto di uno stage, oltre a rendere difficile quasi inesistente il rapporto con supervisore e colleghi.A supporto di come tirocini di questo tipo possano in alcune situazioni portare a sviluppare ansia se non addirittura depressione vi sono i risultati di un sondaggio realizzato dalla Fair Internship Initiative a fine aprile: «Tutte le opportunità di relazione, tutoraggio, apprendimento, formazione incrociata e partecipazione a eventi che completano l’esperienza di tirocinio sono sparite e ora sono praticamente solo un consulente non retribuito» e «Penso che gli stagisti siano i più colpiti dall’emergenza Coronavirus. Abbiamo trascorso quasi la metà del tempo facendo lo stage da casa. Andare in ufficio, conoscere nuove persone, acquisire esperienza sul campo, sono caratteristiche chiave di uno stage che ora, vista la situazione straordinaria, stanno fallendo» sono alcune delle dichiarazioni di due stagisti, uno alle Nazioni Unite, l’altro al Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo.«Contrariamente a quel che si pensa, i tirocini a distanza non risolvono il problema della mancanza di pari opportunità di accesso e fruizione del programma» sottolinea Lopez: «Anzi, riproducono le disparità già esistenti». In una situazione simile, infatti, alle differenze di base tra chi può fare uno stage senza rimborso spese in città molto costose – come Ginevra o New York – si aggiungono le difficoltà di avere ulteriori spese per trovare sistemazioni migliori con un buon accesso a internet e stanze singole dove vivere e lavorare. Oltre a dispositivi di base, come computer e programmi altrimenti non necessari in ufficio.Difficile dire con certezza questa situazione quanti stagisti abbia coinvolto, perché è già complicato stabilire quanti siano quelli alle Nazioni Unite, vista la distribuzione in diverse agenzie. FII ha provato a capirne qualcosa in più tramite un sondaggio lanciato a fine marzo che ha raccolto le testimonianze di 223 stagisti distribuiti in 37 location – non necessariamente altrettante agenzie – in tutto il mondo, inclusa l’Italia.Oltre il novanta per cento aveva già a inizio pandemia ricevuto direttive sulle nuove disposizioni del telelavoro, l’undici per cento ha dovuto terminare lo stage prima del previsto a causa di pressioni ricevute dall’amministrazione e otto stagisti su dieci hanno criticato la comunicazione sulle disposizioni per lo smart internshipping. Alle spese di viaggio e alloggio si sono per alcuni sommate quelle di rimpatrio anticipato: su questo fronte una piccola goccia nel mare è stata data dalle poche agenzie che hanno deciso di aiutare i propri stagisti, come l’Unep che ha dato 500 dollari a tutti i suoi tirocinanti per far fronte a queste spese, l’Ifad che ha rimborsato il costo del viaggio di rimpatrio, e l’Ilo che ha aumentato l’attuale rimborso per aiutare i tirocinanti a coprire le spese di assicurazione sanitaria.La Repubblica degli Stagisti ha provato a più riprese a chiedere un’intervista al Segretariato dell’Onu per sentire anche il loro punto di vista, ma a tutt’oggi nonostante le richieste di sollecito non è stato possibile avere un confronto su questo tema. Né risposta, a un mese di distanza, è stata data alla lettera della Fair Internship Initiative, che ha ricevuto da fonti confidenziali informazioni «di una considerevole determinazione a portare avanti questa riforma», ma ha anche ricevuto da un funzionario del dipartimento risorse umane la notizia che finita l’emergenza «le condizioni di tirocinio torneranno a essere quelle previste nel regolamento interno sui tirocini». Una risposta ufficiale da parte del Segretariato aiuterebbe a mettere chiarezza sulla questione.La lettera della Fair Internship Initiative ha ricevuto l’appoggio di Unog, Unov, Unfsu, delle associazioni del personale di Escap e Eclac, del sindacato del personale Eca, del consiglio del personale Escwa e di associazioni di stagisti a Ginevra, Nairobi e New York. «Diversi direttori di agenzie Onu hanno espresso il loro supporto, sia agenzie che già includono un rimborso spese, come i Direttori generali dell’Ilo e dell’Oms, il vice commissario dell’Unhcr, il direttore delle risorse umande dell’Undp. Sia direttori di agenzie, come Unep, Ohchr e Unfccc, che sono vincolati alle regole del Segretariato e pur supportando una riforma non hanno sufficiente potere decisionale per modificare la politica sui tirocini».La battaglia della FII, va avanti, cercando di raccogliere il supporto di attuali o ex dipendenti, consulenti o stagisti all’interno del sistema Onu. In questi anni alcuni risultati sono stati raggiunti. Sei agenzie dell’Onu – su un totale di una trentina – hanno introdotto rimborsi spese: Unhcr, Oms, Unicef, Undp, Un Women, Unfpa, con una cifra pari al dieci per cento dell’indennità giornaliera di soggiorno (ovvero soldi che vengono dati al personale in missione calcolato sulla base del costo della vita in un determinato luogo) per un massimo di mille dollari, mentre l'Oms anche più alto visto che sale al venti per cento dell'indennità giornaliera di soggiorno. Altre organizzazioni – come Ilo, Wipo e Unitar – hanno indennità mensili rispettivamente di 2.280, 2mila e 700  franchi svizzeri.Ma perché allora nell’organo principale – quello che ospita la maggioranza degli stagisti – e in tante altre agenzie gli stage sono ancora gratis? «Perché non vi è alcun “appetito” a cercare nel budget le risorse per pagare qualcosa che l’Onu può facilmente ricevere gratuitamente», risponde Pablo Lopez. Il prestigio di un tirocinio in organizzazioni internazionali è tale che molti giovani non si lasciano scoraggiare dall’assenza di rimborsi spese e di questo alcune organizzazioni, come il Segretariato dell’Onu, ne approfittano. «Andando contro il loro stesso mandato: la promozione delle diversità, la lotta alle disuguaglianze e le pari opportunità». Ancora oggi moltissimi di quanti hanno poi intrapreso una carriera alle Nazioni Unite hanno inziato da stagisti e «il fatto che l’accesso ai tirocini sia spesso non equo contribuisce alla preponderanza di paesi più rappresentati e ceti sociali più alti tanto fra gli stagisti che fra lo staff».L'orizzonte del possibile cambiamento è comunque molto lontano. Nei prossimi mesi la Fair Internship Initiative ha l’obiettivo di prepararsi per la sessione di marzo 2021 del Quinto Comitato dell’Assemblea Generale dell’Onu, durante la quale la questione dei tirocini e della loro possibile riforma potrebbe finalmente venire affrontata dai delegati degli Stati Membri.Marianna Lepore

Tirocini sospesi per Covid, indennizzo di 800 euro per 3.200 stagisti nelle Marche

Si allunga la lista delle Regioni decise a farsi carico degli stagisti fermati dal Covid, e che a causa della pandemia sono rimasti a casa senza percepire il rimborso spese. L'ultima in ordine di tempo è la Regione Marche, che lo scorso 26 giugno ha pubblicato un avviso pubblico in cui dà conto dello stanziamento di oltre 2 milioni e mezzo di euro per offrire ai tirocinanti danneggiati dal Covid un'indennità una tantum dell'importo di 800 euro. Un provvedimento che rientra nell'ambito di 'Piattaforma 210', manovra che, spiega il sito ufficiale, contiene un insieme di «50 misure che attingeranno a risorse regionali per complessivi 210 milioni». Vi rientrano i settori più disparati, dall'agricoltura, all'editoria, al sociale. E per tutti i soggetti che hanno riportato danni riconducibili all'emergenza Coronavirus è previsto un qualche sostegno economico.Tra loro dunque anche gli stagisti. «L'assessorato ha predisposto un contributo» fa sapere in un comunicato l'assessore al Lavoro marchigiano Loretta Bravi [nella foto a destra] «per le persone inserite in tirocini extracurriculari sospesi sempre a causa del Covid-19». L'erogazione, conferma, sarà singola, dunque 'una tantum' e a favore di circa «3.200 tirocinanti per i quali si è registrata una sospensione delle attività formative dovuta a una chiusura aziendale e a causa della quale i tirocinanti non hanno potuto ricevere l'indennità mensile». Per i pagamenti, assicurano dall'ufficio tecnico della Regione alla Repubblica degli Stagisti, «si conta di arrivare a raggiungere tutti i destinatari entro il 20 luglio». E già in settimana «è previsto il primo decreto di pagamento per i confermati e validati, ovvero circa 100 destinatari».I requisiti per accedere sono due: il primo è quello per cui il tirocinio debba risultare attivo alla data del 13 marzo 2020, con termine (anche a seguito di proroga) a partire dal 1° aprile 2020. Ma non solo, perché non tutti i tirocini in essere in quella data accederanno alla misura. Il secondo requisito è infatti quello per cui lo stage deve essere collegato a un soggetto ospitante con sede operativa nelle Marche, e che «abbia sottoscritto con un centro per l'impiego o con un soggetto accreditato ai servizi per il lavoro un progetto formativo individualizzato». Di mezzo in sostanza devono esserci enti promotori 'accreditati' presso la Regione, che saranno poi gli stessi «risultanti dal sistema delle comunicazioni obbligatorie» è spiegato sul sito. Come per l'Emilia Romagna, anche nelle Marche si passa insomma la palla agli enti promotori. Ma a differenza che in Emilia Romagna, dove agli stessi soggetti promotori va un contributo per la grana di dover svolgere la pratica e in più si chiede anche di anticipare il pagamento, qui «non è previsto per loro alcun compenso» puntualizza Margherita Rinaldi dall'ufficio stampa della Regione. Restano invece esclusi, come per tutte le misure a favore degli stage sospesi a causa del Covid, quei tirocinanti che «non hanno avuto la sospensione del tirocinio e che hanno potuto fruire della continuità della formazione in azienda, eventualmente anche con modalità a distanza» si legge nelle faq. Niente contributo insomma per chi ha continuato a percepire l'indennità mensile. E neppure per chi, è scritto ancora, «ha visto terminare il tirocinio prima del primo aprile». Quanto ai beneficiari, l'elenco è già stato stilato dunque non saranno i diretti interessati – gli stagisti con tirocinio sospeso – a fare domanda. «Non è prevista la richiesta da parte loro» specificano ancora le faq, ma sarà l'ente promotore a sbrigare tutta la pratica. Lo stesso dovrà infatti «contattare i tirocinanti di propria competenza», a loro volta già indicati da apposite liste predisposte dalla Regione. Agli stessi «sarà inviata una comunicazione e messo a disposizione un estratto conto dei tirocini di propria competenza al fine di verificarne l’esattezza». Gli enti promotori dovranno in seguito «compilare alcuni dati relativi al tirocinio e all’azienda ospitante» proseguono le faq, e infine «caricare nel sistema informativo un'autocertificazione sottoscritta dal tirocinante insieme alla copia del suo documento di identità e all'indicazione del numero Iban» per procedere con i pagamenti.  Agli enti promotori spetta anche il compito di accreditarsi sull'apposita piattaforma Janet, come illustrato nel manuale scaricabile online. Una volta registrati appariranno i dati dei tirocini di loro interesse, che sarà il soggetto promotore a dover confermare. A sua volta il tirocinante potrà munirsi del codice Spid, accedere alla piattaforma, e conoscere in questo modo l'evoluzione della propria pratica. Il meccanismo sembra funzionare perché le domande nel frattempo procedono spedite: secondo il monitoraggio pubblicato quotidianamente sul sito le richieste per 'tirocini sospesi' sono raddoppiate nel giro di cinque giorni passando da 163 (il 2 luglio) a 302 (il 6 luglio). Ilaria Mariotti

Sostegno economico agli stagisti, l'emendamento è stato ritirato

Battuta d'arresto nella battaglia parlamentare per l'introduzione di un sostegno economico agli stagisti che hanno perso la propria fonte di reddito causa Covid.Nel corso dei lavori per la conversione in legge del Decreto Rilancio – il decreto legge 34/2020 intitolato “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, da noi amaramente ribattezzato “il decreto che rilancia tutti tranne gli stagisti” – tra gli emendamenti che proponevano di destinare risorse agli stagisti uno aveva infatti superato il varco della “segnalazione”: si trattava di quello a prima firma Chiara Gribaudo.Già nei giorni scorsi l'emendamento era stato accantonato – e certo non era stato un buon segnale. Nella seduta della mattinata di venerdì della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati, in pochi minuti si è giocato il destino di decine di migliaia di tirocinanti. Dopo aver aperto i lavori, il presidente della Commissione, il leghista Claudio Borghi, ha dato il via «all’esame delle proposte emendative segnalate riferite agli articoli da 66 a 103, di cui al Titolo III del provvedimento». E tra esse vi era anche l'emendamento degli stagisti: il 78.01. A questo punto il pentastellato Carmelo Massimo Misiti, «anche a nome dei relatori Melilli e Misiti», ha avviato la litania degli “esprime parere favorevole...”, “propone l'accantonamento...”, “esprime parere contrario...”, e così decine e decine di emendamenti hanno cominciato ad essere scrutinati, portati avanti o stoppati.Fino al fatidico «Esprime parere contrario sull’articolo aggiuntivo Gribaudo 78.01», di cui si trova traccia alla pagina 3 delle 165 di resoconto della seduta, disponibile in pdf sul sito della Camera. Eccolo lì, nero su bianco, il “parere contrario” della Commissione all'emendamento per gli stagisti: quello sottoscritto anche da Massimo Ungaro di Italia Viva, da quattordici deputati PD (oltre alla prima firmataria Gribaudo anche da Debora Serracchiani, Antonio Viscomi, Stefano Lepri, Carla Cantone, Romina Mura, Elena Carnevali, Paolo Siani, Enza Bruno Bossio, Matteo Orfini, Nicola Pellicani, Lia Quartapelle Procopio, Giuditta Pini, Stefania Pezzopane) e successivamente abbracciato anche da Alessandro Fusacchia del gruppo misto, Riccardo Magi di PiùEuropa e Carmela Grippa ed Elisabetta Barbuto del Movimento Cinque Stelle. L'emendamento proponeva di mettere cento milioni di euro a disposizione delle Regioni, affinché poi ognuna provvedesse a distribuirli agli stagisti in difficoltà del proprio territorio. Questo era il testo: «Dopo l’articolo 78, aggiungere il seguente:1. Ai fini del riconoscimento di un’indennità per i soggetti che hanno interrotto o sospeso un’attività di tirocinio extracurriculare a causa dell’emergenza Covid-19, sono trasferiti alle regioni e province autonome 100 milioni di euro a valere sui fondi di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, previo accordo in sede di conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sulle modalità di assegnazione ed erogazione di tale indennità».».Il motivo del “parere contrario” non è certo difficile da intuire: si trattava di una proposta emendativa piuttosto costosa, che avrebbe richiesto l'utilizzo di 100 milioni di euro. Probabilmente è questo il motivo per il quale è finita sotto la scure.Più avanti nel resoconto della seduta, a pagina 8, si legge che «i presentatori hanno ritirato l’articolo aggiuntivo Gribaudo 78.01». Non si sa ancora cosa ci sia alla base di questa decisione di Chiara Gribaudo, ma il fatto che l'emendamento sia stato ritirato è estremamente rilevante per la comunità degli stagisti italiani. La Repubblica degli Stagisti approfondirà nei prossimi giorni la questione per capire quali sono i prossimi passi, e cosa ne sarà delle proposte di sostegno economico ai tirocinanti abbandonati durante questa emergenza Covid.

Niente stop durante il Covid per gli stage alla Corte di Giustizia dell’UE: le candidature sono aperte

Uno stage di sei mesi all’estero con un buon rimborso spese lì dove la giustizia dell’Unione prende forma: è di nuovo tempo per fare domanda per un tirocinio alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Gli stage non sono stati fermati nemmeno dal Coronavirus: a marzo, quando doveva partire la prima sessione, era stata introdotta per gli italiani solo una quarantena di 14 giorni da fare prima di cominciare lo stage. Poi con l’aggravarsi dei contagi in Europa tutti i tirocinanti hanno proseguito in smart internshipping. «Nessuno ha interrotto lo stage» conferma alla Repubblica degli Stagisti Marilena Cavassa, assistente della Direzione della comunicazione della sezione italiana dell’unità stampa e informazione della Corte di giustizia europea: «Hanno tutti proseguito il tirocinio da casa, seguiti e supervisionati dai loro superiori». La Corte aveva dato la possibilità di tornare anche nel proprio Paese d’origine, e alla fine «circa una trentina di stagisti sono tornati a casa continuando in smart working». Ora è tempo per le nuove domande anche se «risulta impossibile pronunciarci sul mantenimento degli stage d’autunno». Al momento infatti «la maggior parte del nostro staff lavora ancora da casa e non è stata fissata una data di ritorno in ufficio». E «la Corte non può per il momento pronunciarsi» nemmeno sulla possibilità di riprendere i tirocini in sede. Insomma sul fronte emergenza Covid e nuovi stage si naviga a vista, ma i prossimi stagisti saranno informati «appena ci sarà una visione più chiara dell’evoluzione della crisi sanitaria». Nel frattempo il bando per i nuovi tirocini non si ferma e, infatti, da ieri 1° luglio al 15 settembre è possibile inviare la propria candidatura per uno degli stage che partiranno il primo marzo 2021. Non si sa ancora con certezza il numero di posti disponibili ma, di solito, sono accettati tra i cinquanta e i sessanta stagisti, distribuiti tra i tirocini presso la Corte o i Gabinetti e quelli presso la Direzione dell’interpretazione.Come sempre, anche per l’ultima sessione di stage – quella che comincerà a settembre – e per cui il processo di selezione degli stagisti terminerà verso la fine di luglio, gli italiani sono stati i primi per numero di domande di partecipazione: ben 160 su un totale di 718. A seguire Francia e Spagna con rispettivamente 146 e 99 application. In questo caso, però, la percentuale di domande dal nostro Paese, pur rimanendo la più alta, si ferma a poco più del venti per cento, quando nelle tornate precedenti era quasi sempre oltre il trenta. Probabilmente a influire è stata anche la pandemia Covid che nel mese di marzo – quando bisognava mandare l’application – era in fase di forte diffusione in Italia e potrebbe aver scoraggiato i giovani a far domanda. Se sia, quindi, stato un caso o un nuovo trend saranno i numeri delle prossime sessioni a confermarlo. Per chi ama comparare i numeri e calcolare le percentuali: fino all'anno scorso il numero di domande degli italiani era stato più o meno costante nel tempo. Per la sessione di marzo di quest’anno, per cui era necessario far domanda nel settembre del 2019, infatti, dall'Italia erano arrivate 148 candidature sul totale di 483; dopo gli italiani i candidati più numerosi erano stati anche in questo caso francesi e spagnoli – con 106 e 39 domande. Interessante notare che, in controtendenza rispetto ai numeri degli anni passati, quella del 2020 è stata anche la sessione con più italiani ammessi, ben dieci, di cui nove donne e un uomo. Anche se la Francia era in testa per numero di tirocinanti, ben ventuno, seguita dall’Italia e dalla Germania con nove. Per i tirocini cominciati, invece, nel settembre 2019, gli italiani erano come sempre i più numerosi per numero di application, 144, seguiti in questo caso da Francia e Grecia con 101 e 70 candidature, ma i selezionati alla fine erano stati solo cinque – contro ben tredici francesi e cinque greci.Il rapporto non cambia di molto se si continua ad andare indietro nel tempo: per gli stage cominciati, infatti, nel settembre 2018, su 615 application 187 provenivano dall’Italia, mentre per la sessione precedente cominciata a febbraio di due anni fa le domande complessive erano 559 di cui 169 italiane. Con il passare degli anni i giovani europei hanno imparato a conoscere questi programmi di tirocini e a fare sempre più spesso domanda, attirati dal buon rimborso spese e dall’opportunità di prestigio. Basti pensare che nella prima sessione del 2016 le candidature totali erano 437, di cui 99 del nostro Paese, e in quella ancora precedente erano arrivate meno di 400 domande, per la precisione 390, di cui “solo” 70 dall’Italia!C’è da notare, poi, che di solito la sessione di settembre – per cui si raccolgono le candidature a partire da luglio – ha un numero di domande più elevato perché solo in questo periodo è possibile candidarsi anche per i tirocini presso la direzione per l’interpretariato. La competizione per questi stage è molto alta: la Corte di giustizia riceve per ogni periodo di tirocinio intorno alle 700 domande per una trentina posizioni. Le varie candidature vengono inoltrate ai capi servizio che le esaminano e in base alle necessità dell’ufficio le selezionano. Gli stagisti selezionati hanno diritto a un rimborso mensile di 1.177 euro netti al mese a cui si aggiunge un contributo alle spese di viaggio di 150 euro per chi risiede a più di 200 chilomentri di distanza dalla sede della Corte di giustizia, che è nella città di Lussemburgo. Per quanti fossero interessati a tentare questa esperienza internazionale, la nuova finestra per fare domanda è particolarmente ampia: dal primo luglio al 15 settembre, per i tirocini che prenderanno il via il primo marzo 2021 fino al 31 luglio. Le opzioni di scelta sono tre: un tirocinio nei servizi, oppure negli uffici dei membri della Corte, o ancora nella Direzione dell’interpretazione. Per partecipare è necessario essere in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza o scienze politiche, a indirizzo prevalentemente giuridico, o per gli stage presso la Direzione dell’interpretazione di un diploma di interprete di conferenza. Quest’ultimo tipo di stage ha una durata più breve: tra le dieci e le dodici settimane – contro i cinque mesi dell’altro tipo – e ha l’obiettivo di «permettere ai giovani interpreti di essere seguiti nel loro perfezionamento di interpretazione, in particolare giuridica, che comporta la preparazione dei fascicoli, un lavoro di ricerca terminologica ed esercitazioni pratiche in cabina muta». Per chi fosse interessato a questo tipo di stage in particolare è bene ricordare che la selezione dei candidati avviene una sola volta l’anno, a metà settembre, per l’intero anno giudiziario con la raccolta delle candidature solo nel periodo estivo.Se interessati a tentare la carta del tirocinio alla Corte di giustizia bisogna, quindi, fare domanda attraverso l’applicazione Eu Cv online: si deve prima fare la registrazione, poi selezionare il tirocinio di interesse e infine completare in inglese, francese o tedesco, prima la lettera di motivazione e poi le altre sezioni sui propri studi. A meno che non arrivi una nuova ondata di epidemia da Covid a sconvolgere la normale organizzazione, i tirocinanti selezionati cominceranno a marzo del prossimo anno il loro stage. E cosi entreranno a far parte di una grande macchina organizzativa che secondo gli ultimi dati, aggiornati a fine 2019, conta oltre 2mila dipendenti di cui il sessantuno per cento donne, con un’età media di 45 anni.A chi quindi ora è alla ricerca di nuove opportunità e piace l’idea di andare all’estero, conviene raccogliere tutta la documentazione e far domanda per uno stage alla Corte di giustizia dell’Unione europea, magari cercando in rete ulteriori informazioni grazie ai gruppi Facebook presenti sul tema. La competizione è alta, ma vale la pena tentare!Marianna LeporeFoto di apertura: credit Corte di giustizia dell'Unione EuropeaFoto in alto a sinistra: credit katarina_dzurekova da Flickr in modalità Creative Commons

Decreto Rilancio, l'emendamento sugli stagisti è stato “accantonato”: ma non è ancora detta l'ultima parola

È in corso in questi giorni il lavoro parlamentare, alla Camera dei deputati, per la conversione in legge del Decreto Rilancio. Tra le centinaia e centinaia di emendamenti proposti dalle varie forze politiche ve n'è uno che riguarda gli stagisti.L’emendamento ha come primi firmatari Chiara Gribaudo del PD e Massimo Ungaro di Italia Viva; esso «stabilisce anche per gli stagisti un indennizzo» ricorda Ungaro, «pertanto chi stava facendo un tirocinio al momento dello scoppio dell’emergenza Coronavirus, ed ha subito un danno dovuto all'interruzione o sospensione del suo percorso di formazione, ne avrebbe diritto» – ovviamente se l'emendamento venisse approvato. Gli stagisti sono comprensibilmente ansiosi che l'emendamento venga votato, ma i lavori procedono a rilento: «Il “ritardo” è dovuto ai lavori della Commissione Bilancio non sempre organici e continui sul Dl Rilancio. Come è noto, l'emergenza Coronavirus ha imposto provvedimenti molto corposi dal punto di vista delle nuove norme introdotte e molto onerosi dal punto di vista finanziario. Da qui nasce la complessità del lavoro delle Commissioni parlamentari» spiega Ungaro. Certamente il fatto che l'emendamento abbia un costo cospicuo – cento milioni di euro – non aiuta, ma «spesso anche per emendamenti non onerosi le discussioni sono lunghe e intense» precisa: «È questo anche il ruolo del Parlamento. Il provvedimento andrà in aula presumibilmente venerdì 3 luglio».L'emendamento è stato sottoscritto da altri tredici deputati democratici, compagni di partito di Gribaudo: Debora Serracchiani, Antonio Viscomi, Stefano Lepri, Carla Cantone, Romina Mura, Elena Carnevali, Paolo Siani, Enza Bruno Bossio, Matteo Orfini, Nicola Pellicani, Lia Quartapelle Procopio, Giuditta Pini, Stefania Pezzopane. Ma anche altri quattro parlamentari di altri schieramenti hanno deciso nei giorni scorsi di sostenere l'emendamento sottoscrivendolo: si tratta di Riccardo Magi di PiùEuropa, Carmela Grippa e Elisabetta Barbuto del Movimento Cinque Stelle, e Alessandro Fusacchia, eletto con PiùEuropa e ora passato al Gruppo Misto.La notizia di ieri è che l'emendamento è stato “accantonato”. L’accantonamento, come si può intuire dalla parola, non è un buon segno. Tecnicamente non è una bocciatura: significa però che l’emendamento viene messo da parte, magari per fare ulteriori “approfondimenti”, oppure aspettando che venga ritirato, oppure riformulato. «L'accantonamento dell'emendamento per una riflessione sul tema è un elemento importante» commenta Ungaro: «È davvero difficile fare previsioni data l'eccezionalità del momento e l'entità del decreto».«Non è stata ancora presa una decisione e si sta cercando di capire se c’è spazio: in questo caso, se c’è capienza nei fondi disponibili, dato che costa molto» gli fa eco Fusacchia: «Credo dobbiamo continuare a batterci, ce lo siamo ripetuto da ultimo ieri con la prima firmataria dell’emendamento. Ma voglio anche essere onesto intellettualmente: vedo poche possibilità che passi. Posso sbagliarmi, ma direi sin d’ora – da sottoscrittore convinto dell’emendamento – che sia una battaglia da continuare assolutamente anche dopo questo decreto, se non dovesse andare in porto adesso. Il centro-sinistra deve tornare alla radice dei problemi, ristabilire le giuste priorità, portare le battaglie fino in fondo». Con uno sguardo che il 42enne deputato reatino [nella foto a destra, ritratto in primo piano insieme proprio a Magi, altro sottoscrittore dell'emendamento] allarga alle prossime scelte strategiche della compagine di centrosinistra: «In generale deve ripartire dai giovani. Mi pare al momento siamo più impegnati a dare il bonus babysitter ai nonni: uno scivolone inaccettabile, non solo per la salute dei nonni ma soprattutto perché un Paese che invece di sostenere il lavoro e il reddito delle nuove generazioni aiuta i pensionati ad arrotondare la pensione è un Paese senza futuro».Come aveva detto già giorni fa Chiara Gribaudo, a questo punto sono importanti non solo le sottoscrizioni dell'emendamento da parte di deputati di diversi schieramenti, ma anche il beneplacito del governo Conte: saranno dunque ministri e sottosegretari a dire la loro e spingere per dare una direzione rispetto a dove convogliare le risorse, e se destinare quei cento milioni agli stagisti o a qualche altra misura. Ma ci sono stati in queste settimane contatti con membri del governo rispetto al tema degli stagisti? «Sì, ho avuto frequenti contatti con il Ministero dell'Economia, del Lavoro e dell'Innovazione» risponde Ungaro: «Ora però è necessario finalizzare e "portare a casa" il risultato. Una questione che ho a cuore sin dal mio primo giorno di lavoro alla Camera dei deputati».Ma secondo Ungaro – che nella sua vita precedente, prima di essere eletto in Parlamento, lavorava in una banca d'affari a Londra – oggettivamente questi cento milioni da distribuire alle Regioni per un sostegno economico agli stagisti nell’attuale frangente economico si possono trovare oppure no? «In primis, è necessario sottolineare che per il Decreto Rilancio il Governo, nell'iter di conversione del provvedimento e come margine di modifica delle Camere, ha “concesso” al Parlamento risorse per 800 milioni di cui 300 all'opposizione» è la risposta: «Il nostro emendamento “costerebbe” quindi il 20% di tutte le risorse di tutte le forze di maggioranza». Un peso non irrilevante.Tra le righe Ungaro dice anche che se le Regioni si mettessero d'impegno i soldi potrebbero già trovarli da sole, come per esempio hanno già fatto Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Valle D'Aosta e in parte Calabria: «Ci sono fondi sono già nelle disponibilità delle regioni e che  a onor del vero questi enti fanno fatica a spenderli. Come ha confermato all'inizio della pandemia la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, l'Italia negli ultimi cinque anni non ha purtroppo utilizzato 11 miliardi di euro – già scaduti ma riconfermati come ulteriori risorse nazionali – di fondi strutturali che nel nostro Paese hanno le regioni come centro di spesa: un errore gravissimo».Che si scelga di essere ottimisti oppure pessimisti, resta il fatto che in questa emergenza Covid non ci si è ancora occupati prima di sostenere gli stagisti – e forse si continuerà a non farlo. Per la politica è come se fossero invisibili. «Lo sono» concorda Fusacchia: «C’è una grande zona grigia in Italia quando si parla di lavoro e gli stagisti ci sono dentro fino al collo. Detto questo, penso che parte del problema sia proprio l’esistenza di una categoria “stagisti”, fatta di persone che passano di stage in stage senza riuscire a trovare un vero lavoro, emanciparsi. Questo Paese deve tornare a occuparsi seriamente di diritto alle opportunità, soprattutto per i più giovani, che pagheranno domani le scelte economiche che facciamo oggi. È un tema di giustizia intergenerazionale di cui si parla ancora troppo poco». E anche se mal comune non fa mezzo gaudio, gli stagisti non sono gli unici che dai decreti dell'emergenza Covid non sono stati tutelati con sostegni economici: «Sono tanti quelli che sono stati scordati per strada» ricorda Fusacchia: «Ci siamo ricordati nel 2020 che esistono le partite Iva e il lavoro autonomo, ma non basta. Ho fatto un emendamento al Decreto Rilancio per dire che le lavoratrici e i lavoratori della filiera di produzione del libro – i traduttori, gli illustratori, tutte figure che non pagano Iva perché soggette ad una legge sul diritto d’autore – sono rimasti fuori da ogni schema di sostegno e meritano sostegno. Faccio solo questo esempio, ma ci sono decine di tipologie di dimenticati. Bisogna rimediate in fretta, non solo per consentire a tutti di superare l’emergenza».«Il mio impegno non verrà mai meno in questa battaglia sia sulle garanzie che sulle indennità agli stagisti», gli fa eco Ungaro, «come ai tanti lavoratori atipici e senza tutele in questo Paese».Ma è davvero impossibile invertire la rotta? Possibile che gli stagisti debbano essere sempre all’ultimissimo posto nelle priorità della politica? Forse è venuto il momento di fare un appello a Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo sport? Una cosa è certa: tutti coloro che hanno a cuore il tema stage, stagisti in primis, devono tirar fuori la voce e le unghie e chiedere ai loro rappresentanti politici di battersi perché questi cento milioni per gli stagisti saltino fuori. E devono farlo adesso: già domani potrebbe essere troppo tardi.

Sostegno economico per gli stagisti, il Piemonte apre uno spiraglio ma non dà certezze

Meglio tardi che mai: dopo un mese e mezzo, la giunta della Regione Piemonte guidata dal forzista Alberto Cirio risponde all’interpellanza sugli stagisti. E lo fa aprendo uno spiraglio sulla possibilità che chi stava facendo un tirocinio in questa regione al momento dello scoppio dell’emergenza Coronavirus, ed ha subito un danno dovuto all’interruzione o sospensione del suo percorso di formazione on the job, possa nei prossimi mesi ricevere un indennizzo.L’interpellanza – la numero 257 – era stata presentata il 12 maggio dall’avvocato Alberto Avetta, consigliere regionale del Partito Democratico, e aveva come titolo “Riattivazione Tirocini”. Finalmente, nella seduta del consiglio regionale di martedì 23 giugno, l’interpellanza è stata calendarizzata.«Questo è un tema molto delicato perché coinvolge ragazzi e ragazze che attraverso lo strumento del tirocinio si affacciano e imparano a conoscere il mondo del lavoro», ha detto Avetta nella sua introduzione, sottolineando come questi tirocinanti siano «un patrimonio» per le aziende.Dato che l'interpellanza era stata formulata quasi due mesi fa, essa era basata su due temi principali: la riattivazione dei tirocini, che all'epoca erano tutti sospesi, e il sostegno economico ai tirocinanti rimasti fermi. Avetta ha premesso di essere «a conoscenza che nel frattempo molte aziende li hanno riattivati, altre ancora non l’hanno fatto e altre li hanno definitivamente interrotti». Ma il suo auspicio successivo – «magari l’assessore ci darà anche un aggiornamento sui dati» – è purtroppo caduto nel vuoto: l’assessora Elena Chiorino non ha fornito nessuna informazione su quanti tirocini risultassero attivi in Piemonte alla data del lockdown, il 9 marzo; su quante comunicazioni di interruzione di tirocinio siano state comunicate alla Regione tra il 9 marzo e oggi; su quanti tirocini siano ripartiti in modalità agile a partire dal 3 aprile, data in cui la determinazione dirigenziale 127/2020 ha permesso questa modalità. Né ha specificato l’assessora quanti tirocini siano ripartiti in modalità in presenza a partire dal 18 maggio. Insomma, per quanto riguarda i numeri resta un grosso punto di domanda.«La domanda a questo punto si concentra su quei tre mesi di buco che i nostri ragazzi di fatto hanno sofferto durante il Covid» ha sottolineato Avetta «perché ci risulta che altre Regioni abbiano stanziato un contributo ad hoc a favore degli stagisti che si sono trovati senza indennità di tirocinio durante il lockdown».  C’è «interesse» da parte della Regione Piemonte, è l’affondo di Avetta, «a considerare la possibilità di garantire questo contributo ad hoc a ragazzi che rappresentano potenzialmente il patrimonio più grande del nostro sistema produttivo?»La risposta è: probabilmente sì. «Per quanto riguarda misure a supporto la Regione ha stanziato nell’ambito anche delle misure declinate per il Covid dieci milioni di euro» ha annunciato nella sua replica l’assessora. Questi soldi serviranno a sostenere «tutti quei lavoratori che non hanno avuto la possibilità di accesso ad ammortizzatori sociali o quei lavoratori che hanno visto particolarmente decurtata la loro busta paga per contratti “particolari”»: l’assessora ha citato l’esempio dei lavoratori delle cooperative delle mense, chiaramente svantaggiati dalla chiusura delle scuole fin da marzo.«Questa misura è stata ragionata e studiata per poter essere di supporto anche nell’ambito dei tirocinanti» ha promesso Chiorino: «Si sta iniziando a declinarla anche dialogando con le parti sindacali proprio per capire e cercare di includere tutti, e di conseguenza sulla base di altri dati che ci verranno forniti in collaborazione con Inps per capire proprio in questi termini le persone e le categorie che sono rimaste più in difficoltà e non hanno avuto sostegni, di intervenire andando a declinare questa misura dei dieci milioni». Nel suo intervento di fronte al consiglio regionale, riunito in maniera “telematica”, l’assessora ha spiegato che la giunta regionale ha atteso così tante settimane perché voleva organizzarsi in modo da non sovrapporre la propria azione a quella del governo: «Si attendeva anche il DL Rilancio per cercare di capire quali categorie fossero comprese lì che non erano state eventualmente comprese nel decreto precedente o nelle misure precedenti dedicate alla cassa in deroga e agli altri ammortizzatori previsti nell’emergenza Covid». A questo punto si pone il problema delle tempistiche. Quanto ci metterà la Regione Piemonte a “declinare la misura”? La domanda è stata al centro della replica di Avetta: «Ormai siamo a luglio, poi c’è agosto, insomma si rischia di dilungarsi coi tempi: io non ho colto dalle considerazioni dell’assessore quali possono essere i tempi di definizione delle modalità di erogazione».Per sostenere la causa, il gruppo di giovani “Stagisti in Sospeso” ha anche aperto proprio ieri una petizione su Change intitolata “#STAGISTIDIMENTICATIPIEMONTE Sostegno economico immediato agli stagisti del Piemonte”. I ragazzi si appellano alla giunta regionale chiedendo «di garantire ai giovani stagisti con tirocini di durata superiore alle 160 ore (un mese) che siano stati sospesi o interrotti causa covid19,  un sostegno economico immediato» si legge nel testo della petizione «nel solco di quanto già fatto da altre regioni». Una richiesta che, se soddisfatta, potrebbe «assicurare un minimo di supporto ai giovani rimasti non solo senza rimborsi, ma anche senza tutele, esclusi a tutt’oggi da qualsiasi forma di intervento nazionale e regionale».Con un appello «a tutti gli stagisti sospesi o interrotti in Piemonte» per «unire le loro forze alle nostre per contribuire alla nostra iniziativa, siamo tanti e insieme siamo più forti!».

Assunzioni in tempo di Covid: non molte, ma ci sono

Per il mercato del lavoro l’emergenza Covid è una doppia sfida. Da una parte bisogna infatti riorganizzare tutte le attività, permettendo il più possibile il lavoro (e anche lo stage!) da remoto. Dall’altra bisogna affrontare il tema delle nuove assunzioni, che non sono mai facili in tempi di crisi.In una nota pubblicata pochi giorni fa l’Istat ha fatto il punto della situazione: nel primo trimestre del 2020 «l’input di lavoro misurato in termini di Ula» – cioè le “Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno” – ha subito «una eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (– 6,9%) sia su base annua (– 6,4%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria a partire dall’ultima settimana di febbraio». Questo calo «si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale di – 5,3%».Secondo alcuni dati diffusi da LinkedIn di recente il tasso di assunzioni in Italia nel 2020 calerà, ma non quanto si era inizialmente temuto. Le prime rilevazioni parlavano infatti di un – 62%,  dice il più importante social network professionale, mentre più di recente questa diminuzione si è “mitigata”, scendendo a un meno drammatico (anche se pur sempre preoccupante) – 44%. «In un periodo nel quale l’impatto economico del Covid-19 si fa sentire in tutti i settori in Italia» si legge nella nota «ci sono comunque settori industriali che hanno continuato ad assumere, e ruoli professionali che hanno continuato a registrare un gran numero di candidature». Ed eccoli, questi ruoli per i quali LinkedIn ha registrato il maggior “aumento percentuale” nel numero di candidature tra marzo e aprile: «I professionisti in materia legale (legal specialist), i director of operations, i responsabili della logistica (logistics manager), i direttori delle vendite e gli specialisti dedicati al servizio alla clientela (customer specialist)».Dunque non bisogna cedere al pessimismo e pensare che tutto sia fermo. In realtà le assunzioni accadono anche in questo periodo. «Noi abbiamo da poco assunto una persona in ambito sistemistico Big Data che andasse a supportare i colleghi nella gestione dei clienti» dice per esempio Stefano Ciavatta [nella foto a destra], amministratre unico di Trust 4 Value, una società di consulenza ICT fondata nel 2011 e specializzata in progetti di Big Data Analytics – con specifica focalizzazione nelle tecnologie e nelle piattaforme SAS, Cloudera e Microsoft Azure – che da ques'anno è entrata a far parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti. Il neoassunto è «un senior con quindici anni di esperienza nel mondo dell’ICT» dice ancora Ciavatta: «In realtà lo conoscevamo già da tempo perché ci siamo trovati più volte a collaborare sugli stessi clienti; aveva proprio voglia di un‘esperienza specifica nel settore dei Big Data Analytics, dove è posizionata T4V, e quindi non è stato molto difficile convincerlo». La selezione di una persona senior era già attiva in T4V prima del lockdown: «Avevamo già cominciato ad incontrare i candidati» conferma il manager «e siamo andati a chiudere un cerchio e a confermare l’inserimento. Sia pure con qualche inevitabile rallentamento, tutti i nostri clienti hanno confermato la fiducia a T4V in questo difficile periodo e quindi il rischio è stato mitigato da una buona visibilità di medio periodo». Oltre a questa assunzione, T4V ha anche attivato nei mesi di lockdown quattro stage «all’interno di un percorso formativo di Academy che abbiamo trasformato in modalità online», tutto gestito «tramite piattaforme digitali e telefonicamente, sia a livello di selezione che burocratico e poi lavorativa».Anche se T4V è «un’azienda completamente digitalizzata», in cui tutti hanno lavorato in smartworking negli ultimi mesi – solo nelle prossime settimane partirà una prima graduale riapertura – è innegabile che ci siano aspetti molto più facilmente gestibili di persona che da remoto, quando si assume un nuovo dipendente. Per esempio «il tema della formazione» aggiunge Monica Cremaschi, Talent manager di T4V: «Ogni nostro nuovo assunto, anche se già con esperienza lavorativa, ha bisogno di un periodo di formazione specialistica sia in aula che in affiancamento: l’esperienza d’aula siamo riuscita a riprodurla virtualmente, ma l’affiancamento fisico rimane molto più efficace di quello virtuale». La maggiore sfida secondo Cremaschi «è l’inserimento nel gruppo, la presentazione la creazione di una fiducia con gli altri componenti»; e poi «va creato un legame aziendale più velocemente possibile, favorendo il passaggio delle informazioni e della filosofia aziendale anche tramite strumenti digitali».Un altro esempio di azienda che non ha bloccato il flusso di assunzioni è Marsh. Tra marzo e aprile, in piena fase 1 dell’emergenza Covid, ha assunto dodici persone che stavano facendo uno stage, cui se ne sono aggiunte altre tredici tra maggio e giugno: tutti giovani, prevalentemente laureati da poco in materie economiche o giuridiche, che hanno terminato la propria esperienza formativa nella modalità “smart internshipping” da casa e che sempre da casa si sono visti comunicare la notizia della proposta di assunzione con contratto di apprendistato. I venticinque ex tirocinanti «hanno raggiunto gli obiettivi prefissati e sono stati contenti di poter vedere soddisfatte le proprie attese per una crescita professionale anche in questo particolare periodo», racconta Marika Caggianelli, Talent acquisition consultant di Marsh, «apprezzando molto la fiducia dell’azienda nei loro confronti».Certo, assumere in questo periodo è una bellissima cosa ma anche “rischioso” per un’azienda… «Parliamo ogni giorno di gestione del rischio con i nostri clienti» risponde Caggianelli «e valutiamo attentamente ogni aspetto. In questo specifico caso, abbiamo analizzato e valutato i tirocinanti in base al merito, al raggiungimento degli obiettivi e al feedback dei tutor». Nessuno nega che la situazione sia particolare: «In questo difficile periodo siamo ancora più cauti e prudenti nei nuovi inserimenti in stage» conferma Caggianelli «e monitoriamo la situazione a livello normativo ed economico». Ma laddove l’opportunità si apre, e la persona ha dimostrato di essere solida nelle sue competenze, aziende come Marsh scelgono di non farsi frenare: «Pensiamo che quando si investe in formazione e know-how su giovani professionisti sia sempre un valore aggiunto».Una considerazione molto simile a quella di Marco Russomando, HR manager di illimity Bank: «La stagione è complicata per ciascuno di noi: la situazione di emergenza ha messo un punto interrogativo sui percorsi di stage avviati e sulle nuove assunzioni. Ma abbiamo deciso di procedere con entrambi senza esitazioni».In illimity infatti sono entrati tra marzo e aprile quaranta nuove persone – nel gergo aziendale vengono chiamati “illimiters”: trentaquattro assunzioni e sei nuovi stage. Tra le trentanquattro assunzioni anche quella di cinque ex stagisti. Una di loro ha 25 anni e attualmente è iscritta al corso di laurea magistrale Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni alla Cattolica di Milano. «Proprio con la sua università ha svolto da noi uno stage curricolare di 6 mesi» racconta Russomando «al termine dei quali si è unita al team di Talent Acquisition & Development, decidendo di portare avanti allo stesso tempo il suo impegno nel lavoro e nello studio». Essendo uno stage curricolare, la finalità iniziale non era quella dell’assunzione: dunque la proposta del contratto a tempo indeterminato è giunta come una «sorpresa gradita e inaspettata» per la ragazza, ricorda Russomando, che l’ha «accettata con entusiasmo». Inserire nuove persone in un’azienda in un momento in cui la sede è pressoché vuota, e tutto il personale o quasi lavora da casa, è una ulteriore sfida, perché chi entra direttamente in modalità smart lo fa senza un incontro di persona con i nuovi colleghi e capi, senza “mettere piede” fisicamente in azienda: «Noi abbiamo organizzato le spedizioni dei device aziendali, laptop e smartphone, a domicilio, e tutti hanno avviato la loro attività da remoto» conferma Russomando: «La vera sfida è il cambio di mentalità da una leadership orientata al presenzialismo e al controllo ad una orientata alla fiducia, obiettivi chiari e alla collaborazione: il management deve diventare anche un coach e un mentore per i colleghi spingendoli ad assumere una sempre maggiore autonomia e sperimentando nuove modalità di lavoro». Tutto ciò sarebbe molto più difficile – a tratti addirittura impossibile – senza le nuove tecnologie: «Ma questo non comporta la mancanza di una dimensione umana» assicura l’HR manager di illimity: «Il rapporto umano resta alla base di tutto ed è nostro compito riuscire a preservalo, anche lavorando in modalità smart working. In illimity, per continuare a sentirci vicini, abbiamo rafforzato la comunicazione interna, con aggiornamenti da parte del Team HR sulla situazione Coronavirus e sulle buone pratiche da adottare e con una newsletter “Buone Notizie”. Inoltre abbiamo sfruttato questo periodo in cui bisogna restare a casa per attivare nuovi corsi e-learning. Ciò consente di approfondire le conoscenze individuali e sviluppare nuove abilità, che sono il vero motore e il bene più prezioso del nostro progetto».I prossimi mesi non saranno facili per chi cerca opportunità di lavoro o di stage. Ma prima di lasciarsi scoraggiare, è bene pensare che anche in questo tempo difficile ci sono e saranno aziende in grado di continuare ad assumere: sarà forse un po' più difficile trovarle, i “volumi” dei nuovi ingressi saranno probabilmente più contenuti, ma sarà grazie alle aziende che continueranno a crescere che il Paese non si fermerà.

Premi di laurea: i bandi aperti, i premi in denaro e le storie di chi ce l’ha fatta

Sono sempre aperte le opportunità per ottenere un riconoscimento per la propria tesi di laurea. Ecco i bandi con scadenze da qui a settembre, per un valore complessivo di circa 57mila euro.Martedì 30 giugno è l’ultimo giorno utile per l’invio della candidatura per il premio di laurea del valore di 3.500 euro bandito da Acat Italia sul tema «Una laurea per fermare la tortura e per i diritti dei migranti», indirizzato a due studenti che abbiano conseguito una laurea magistrale o specialistica sull’argomento presso università statali e non e atenei pontifici negli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019. La documentazione va inviata alla sede romana di Acat Italia e comprende copia cartacea e copia digitale della tesi, sintesi di lunghezza non superiore alle due cartelle, copia ufficiale del certificato di laurea, lettera di accompagnamento firmata dal relatore della tesi e contatti del candidato. Il vincitore dello scorso anno è Alessandro Valenti, anno di nascita 1995. Dottore magistrale in Giurisprudenza presso l’università La Sapienza di Roma con 110 e lode e tesi in diritto penitenziario dal titolo “La detenzione amministrativa dei migranti”. Menzioni speciali sono state assegnate a Matilde Botto, autrice di una tesi in Diritto penale dal titolo “Il reato di tortura nell’ordinamento giuridico italiano e nella dimensione sovranazionale” discussa presso la Scuola di Giurisprudenza dell’università di Bologna; e Anna Maraschio, con una tesi in Storia dell’Africa dal titolo “Viaggi di speranza, viaggi disperati. Indagine sui flussi migratori dall’Africa Occidentale (Nigeria, Senegal, Mali)”, discussa presso il dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’università di Siena.Incentrato sul mondo carcerario è invece il premio di laurea Isabella Belli, organizzato dalla Fondazione Balducci, che punta a valorizzare tesi di laurea o di dottorato discusse a partire dall’anno accademico 2019-2020. Per concorrere al premio, di mille euro, c’è tempo anche in questo caso fino al prossimo 30 giugno.Entro domenica 5 luglio è possibile candidarsi ai tre premi di laurea del valore di mille euro ognuno promossi dall'Uaar, l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, rivolti ad autori di tesi di primo e secondo livello o di vecchio ordinamento, discusse tra il primo luglio 2019 e il 30 giugno 2020, e agli altri tre del valore di 600 euro destinati a laureati triennali. Il form per la domanda è disponibile sul sito del premio. Sono cinque i vincitori della precedente edizione del premio: Paolo Scarpellini, 24 anni (tesi in Storia della Filosofia moderna dal titolo “Dalla teologia al naturalismo. Il percorso critico di Ludwig Feuerbach”, Dipartimento di Filosofia e comunicazione presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna), Francesca Perrone, 23 anni (tesi in Filosofia dal titolo “Il testamento biologico. Un esame del dibattito in Italia” presso la facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma), Annalisa Mastronardi, 23 anni (tesi “James Joyce: attrazione e repulsione per la chiesa cattolica” all'interno del corso di laurea magistrale in Letterature e traduzione interculturale dell'università Roma Tre), Pietro Bruno, 24 anni (tesi in Diritto dell'Unione europea “La questione di genere nell'Unione Europea: uguaglianze e discriminazione evidenti” discussa al termine del corso di laurea triennale in Scienze dell’Amministrazione del Dipartimento di Scienze politiche e sociali presso l’università della Calabria) e Beatrice Marconi, 28 anni (tesi in Diritto ecclesiastico “La questione del fine vita tra diritto positivo ed etica religiosa” presso il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza dell'Alma Mater di Bologna).I premi in palio in realtà anche l'anno scorso erano sei, ma «la giuria preposta a valutare gli elaborati di “altre discipline”, nè giuridiche nè umanistiche in senso stretto, ha ritenuto che nessuno degli elaborati sottoposti fosse adeguato» spiega alla Repubblica degli Stagisti Giorgio Maone, responsabile eventi dell'Uaar: «e quindi, con decisione sofferta, ha deciso di non assegnare il premio per la categoria».Mercoledì 15 luglio è l’ultimo giorno utile per fare domanda per il premio Elisa Genovese, bandito dalla Fondazione Finanza Etica. Si tratta di un premio di laurea dell’importo di 2500 euro e di due menzioni di 750 euro ciascuna in favore di studenti laureati presso un’università italiana che abbiano prodotto tesi di laurea magistrale o a ciclo unico sui temi della finanza etica e sostenibile nell’anno accademico 2018/2019.Giovanni Flamini ha 27 anni e si è laureato nel 2015 in Economia e finanza all’università di Bologna, attualmente lavora come sustainability analyst in una società di consulenza occupandosi di bilanci di sostenibilità, Dichiarazioni Non Finanziarie e altri progetti in ambito di CSR. Venuto a conoscenza del bando dell'anno scorso tramite una mail che diffondeva l’iniziativa, ha partecipato e vinto l’edizione 2018 del premio con una tesi dal titolo “Green Finance e Carbon Tax: l'economia come strumento di contrasto al cambiamento climatico”, che aveva l’obiettivo di reinterpretare la crisi climatica in un'ottica prettamente finanziaria, concentrandosi su tutti quegli aspetti che possono essere fonte di opportunità e di sviluppo socio-economico. «Da quasi dieci anni sono un cliente e socio di Banca Etica, quindi mi tengo sempre aggiornato su tutte le loro iniziative. È una realtà che mi ha sempre affascinato e con cui sognavo di poter collaborare o lavorare: questo bando mi era sembrata non solo un'ottima occasione per mostrare il mio lavoro, ma anche per entrare in contatto con la Fondazione Finanza Etica» racconta alla Repubblica degli Stagisti. Pietro Marchesano invece ha 26 anni e si è laureato in Economia e management all’università di Padova, conseguendo poi la magistrale in Banking and Finance alla Cattolica di Milano. Attualmente lavora come Impact Investing Analyst presso AXA. Anche lui ha partecipato al premio Elisa Genovese, scoperto attraverso i social, vincendo lo scorso anno con una tesi sulla materialità dei temi non finanziari, ambienti sociali e di governance nei mercati azionari europei: «Ho deciso di partecipare al premio mentre scrivevo la tesi: mi sono reso conto che la mia ricerca empirica avrebbe riguardato temi molto rilevanti per il premio "Elisa Genovese" della Fondazione Finanza Etica e così, una volta laureato, mi sono iscritto».L'Associazione italiana Dimore storiche (Adsi) ha bandito la seconda edizione del premio di laurea sui beni vincolati privati, dell’importo di 1500 euro e scadenza mercoledì 15 luglio 2020.Il bando è rivolto ai laureati che abbiano svolto una tesi di laurea magistrale su tematiche aventi per oggetto uno o più immobili vincolati privati, comprese le loro decorazioni e pertinenze, quali parchi e giardini. Possono partecipare laureati in Architettura, Ingegneria, Storia dell’Arte, Conservazione dei Beni culturali, Scienze della Comunicazione, Economia e Giurisprudenza. Il primo premio lo scorso anno è andato al 26enne Marco Barzanti, neolaureato in Architettura presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna con una tesi dal titolo "Il Complesso Monumentale di Canossa. Studi e proposte per il consolidamento delle rovine del Castello e la valorizzazione del suo contesto"; Barzanti aveva scoperto il premio tramite un articolo online. Secondo e terzo premio sono andati rispettivamente alla 27enne Sara Zoppi, 27 anni (tesi dal titolo “La ‘Favorita’ a Mantova: il restauro di una villa seicentesca. Frammento e decoro”) e alla 28enne Giulia Savoia (tesi dal titolo “Living History in a Landmark, the enhacement of Historic Houses: Villa Saraceno a Finale di Agugliaro and the Landmark Trust”). Entrambe devono invece ringraziare i loro relatori di tesi per aver fatto loro conoscere l'iniziativa dell'Adsi, invitandole a partecipare alla competizione. Ammonta a 6mila euro totali (tremila per il primo, duemila per il secondo e mille per il terzo classificato) l’importo del premio di laurea Artemio Franchi, il cui bando è aperto fino al prossimo venerdì 31 luglio. Il premio, arrivato alla 13ma edizione, è rivolto a laureati che hanno discusso la tesi a partire dal 1 agosto 2016 su temi sportivi, con particolare attenzione quest’anno alle discipline paralimpiche e al calcio femminile.Stessa scadenza per la prima edizione il premio bandito da Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) per cinque tesi di laurea dedicate allo sviluppo della disciplina del lavoro domestico e della cura della persona, discusse tra il primo agosto 2019 e il 31 luglio 2020. La presentazione delle domande, da inviare tramite PEC o raccomandata all’indirizzo dell’associazione, deve avvenire appunto entro il 31 luglio. Il bando è rivolto a laureati in giurisprudenza, scienze politiche, sociologia, economia e commercio e scienze dell’educazione e della formazione.Torna anche quest’anno il premio intitolato a Valeria Solesin, ricercatrice uccisa a Parigi durante l’attentato al Bataclan, incentrato sul ruolo del talento femminile come elemento determinante per lo sviluppo dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese. Le candidature si chiudono il prossimo 7 agosto e sono rivolte a laureati magistrali in Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Psicologia, Scienze della Formazione, Ingegneria, Demografia e Statistica. I premi ammontano complessivamente a 30mila euro. Sono due i premi, rispettivamente del valore di 2500 euro, destinati a laureati magistrali in giurisprudenza, economia, scienze politiche e lettere che discuteranno la tesi entro il 31 luglio 2020, e dedicati alla memoria di Luciano Barca. C’è tempo per inviare gli elaborati fino al 7 agosto prossimo. Le tesi devono trattare uno dei seguenti temi: la relazione fra centro e periferia dei partiti, ieri e oggi: muovendo dall’esperienza di Luciano Barca nel Pci, al centro e nel territorio delle Marche; il ruolo del Parlamento come luogo di confronto per raggiungere “accordi”; la programmazione economica per lo sviluppo sostenibile, ieri e oggi: muovendo dall’esperienza di Luciano Barca nel Progetto ‘80 e nella fase del compromesso storico.Lunedì 31 agosto è la data di scadenza per la presentazione delle domande per le borse di studio “Economia d’Anaunia”: si tratta di sei borse del valore cospicuo, 2500 euro ciascuna, per studenti di laurea magistrale che hanno scelto o sceglieranno come argomento della loro tesi di laurea un tema in grado di contribuire alla riflessione sul futuro dell’economia e della società della Val di Non. Scade il giorno dopo, martedì primo settembre, il termine per partecipare al premio bandito dall’Associazione Italiana Sindrome di Pitt-Hopkins – Insieme di più: sei premi per le migliori tesi di laurea o di specializzazione sul tema della sindrome di Pitt-Hopkins, discusse nel periodo agosto 2018 - agosto 2020. L’importo di ciascun premio è di 500 euro.L’Associazione culturale “architetto Simonetta Bastelli” , finalizzata a promuovere la cultura del paesaggio di qualità e del buon paesaggio nella collettività, organizza anche quest’anno il Premio Simonetta Bastelli da assegnare ai migliori progetti che esaltano il rapporto tra architettura e natura negli spazi aperti urbani. Il premio è articolato in quattro sezioni: professionisti, giovani, tesi di laurea e studenti universitari. La data di scadenza per la presentazione delle domande è sabato 5 settembre. Vincitore dell'anno scorso è Michele Sicher, trentino classe 1993, laureato magistrale in Ingegneria edile e architettura presso l'università di Trento con una tesi su “Il paesaggio fluttuante del lago di Santa Giustina. Riscoprire e riattivare paesaggi “invisibili” attraverso interventi puntuali tra acqua, natura e architettura”.Chiara Del Priore

Decreto Rilancio e indennità per gli stagisti, uno degli emendamenti è stato “segnalato”: cosa succede adesso

Il lavoro parlamentare di conversione in legge del Decreto Rilancio, in corso in questi giorni, consiste tra le altre cose nel vaglio degli emendamenti da apportare al testo deciso dal governo, per migliorare - sperabilmente - il provvedimento normativo.Uno dei problemi di questo Decreto Rilancio, come i lettori della Repubblica degli Stagisti sanno bene, è che “rilancia tutti tranne gli stagisti”: cioè non prevede nulla per sostenere chi stava svolgendo un tirocinio al momento dello scoppio dell’emergenza Covid, e si è visto sospendere o interrompere all’improvviso questo tirocinio, restando non solo senza attività ma anche senza il reddito rappresentato dall’indennità mensile.Molte categorie di persone si sono viste assegnare sussidi e sostegni economici, una-tantum o ripetuti di mese in mese; per i tirocinanti lo Stato invece non ha previsto nulla. Almeno finora. Per rimediare a questa criticità, denunciata dalla nostra testata su queste pagine e rimbalzata sui social network e sui giornali grazie alla voce di molti giovani che hanno deciso di farsi sentire, nei giorni scorsi sono stati presentati da alcuni deputati quattro emendamenti. Uno di questi quattro è “sopravvissuto” alle cesoie dei gruppi parlamentari, e verrà discusso – si spera – nei prossimi giorni alla Camera.Piccola digressione esplicativa: quando c’è una legge da discutere e votare, e tanti emendamenti presentati da forze politiche differenti, per evitare il sovraffollamento esiste un sistema chiamato “segnalazione”, noto anche come “contingentamento degli emendamenti”, specialmente quando le leggi arrivano alla commissione Bilancio. Da qualche anno la prassi vuole che le “proposte emendative” debbano cioè essere “segnalate” da ciascun gruppo parlamentare già dal momento della loro presentazione.Dunque, benché formalmente non vi siano limiti numerici alla presentazione di emendamenti da parte dei parlamentari, solo quelli “segnalati” vengono effettivamente messi al voto. Il frutto di questo “sfrondamento”, nel caso specifico della conversione in legge del Decreto Rilancio, è un testo di 700 pagine a fronte del testo iniziale di oltre 2.400. Sono i gruppi parlamentari a scegliere gli emendamenti da segnalare: ogni partito cioè sceglie, tra le proposte emendative formulate dai suoi parlamentari, quelle che ritiene maggiormente rilevanti – o che hanno maggiore possibilità di essere approvate.Per quanto riguarda i provvedimenti a favore degli stagisti da inserire nel Decreto Rilancio, dei quattro che avevamo raccontato la settimana scorsa l’unico che al momento risulta segnalato è il numero “78.01”, e cioè questo:“Dopo l’articolo 78, aggiungere il seguente:1. Ai fini del riconoscimento di un’indennità per i soggetti che hanno interrotto o sospeso un’attività di tirocinio extracurriculare a causa dell’emergenza COVID-19,sono  trasferiti  alle  regioni e province autonome 100 milioni di euro a valere sui fondi di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n.27,previo accordo in sede di conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sulle modalità di assegnazione ed erogazione di tale indennità”.L’emendamento risulta firmato da Chiara Gribaudo, Massimo Ungaro, Debora Serracchiani, Antonio Viscomi, Stefano Lepri, Carla Cantone, Romina Mura, Elena Carnevali, Paolo Siani, a cui si sono uniti Enza Bruno Bossio, Matteo Orfini, Nicola Pellicani, Lia Quartapelle Procopio, Giuditta Pini, Stefania Pezzopane. A parte Ungaro, che fa parte di Italia Viva, tutti gli altri quattordici firmatari fanno parte del Partito Democratico.«Mi auguro che la discussione sia approfondita ma veloce, e che entro la fine della settimana si arrivi a discutere dei tirocinanti» dice alla Repubblica degli Stagisti Chiara Gribaudo. A lei chiediamo: i cento milioni dell’emendamento in questione, qualora fosse approvato, verrebbero erogati alle Regioni che poi sceglierebbero autonomamente come distribuirli agli stagisti: ne beneficerebbero anche le Regioni che hanno già stanziato autonomamente fondi, come il Lazio? La priorità nello stendere il testo dell’emendamento è stata quella «di non creare disparità fra i tirocinanti sulla base della regione di appartenenza» risponde la parlamentare: «Le regioni che hanno già erogato un sostegno avrebbero indietro una parte dei fondi spesi, mentre le altre sarebbero a quel punto obbligate a dare questo sussidio ai tirocinanti, anche scegliendo se aggiungere risorse proprie».E chissà cosa farà la Regione Lombardia, se l’emendamento venisse approvato e una parte dei cento milioni arrivasse nelle casse lombarde: solo qualche giorno fa, rispondendo a un’interrogazione di alcuni consiglieri regionali del PD, l’assessora al Lavoro della Regione Lombardia dichiarava che «la natura del tirocinio non è quella di un rapporto di lavoro a cui connettere misure di sostegno del reddito» facendosi forte della posizione del Governo che appunto non ha previsto in tutti questi mesi una misura di sostegno del reddito a favore degli stagisti: «I diversi provvedimenti emergenziali adottati dal Governo [hanno] previsto interventi una tantum per diverse platee, escluse i tirocinanti extracurricolari». «La giunta della regione Lombardia ha poco da insegnare sulla gestione della pandemia» commenta Gribaudo: «Sui tirocini le regioni hanno un ruolo preminente affidato dalla Costituzione, e le regioni amministrate dal centrosinistra hanno dato l'esempio con indennità e misure ad hoc, mentre la maggior parte delle regioni di centrodestra ha lasciati da soli i tirocinanti. La differenza è fra chi li considera solo ragazzi da spremere e chi li vuole incoraggiare per fare il primo passo nel mondo del lavoro».La domanda a questo punto è: lo sottoscriveranno i sedici deputati pentastellati che avevano sottoscritto l’emendamento “252.02” (che il gruppo parlamentare dei Cinque Stelle ha scelto purtroppo di non segnalare, condannandolo a non essere discusso e votato), intitolato “Disposizioni urgenti per il personale tirocinante” e focalizzato sul garantire indennità agli stagisti degli enti pubblici – e cioè Elisabetta Maria Barbuto, Carmela Grippa, Piera Aiello, Stefania Ascari, Roberto Cataldi, Gianfranco Di Sarno, Iolanda Di Stasio, Devis Dori, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Valentina Palmisano, Mario Perantoni, Eugenio Saitta, Angela Salafia, Giulia Sarti ed Elisa Scutellà – sceglieranno di firmare e quindi sostenere l’emendamento “78.01”, in un’ottica bipartisan di sostegno agli stagisti? E la deputata Rosalba Testamento, sempre del M5S, che aveva depositato un ordine del giorno sul tema indennità agli stagisti, approvato a fine aprile ma ignorato poi in fase di stesura del Decreto Rilancio da parte del governo?E Alessandro Fusacchia, Riccardo Magi e Bruno Tabacci, deputati eletti nelle fila di +Europa, che aveva preso posizione all’epoca del CuraItalia sul tema con una campagna web intitolata “Gli stagisti non sono gli ultimi lavoratori, sono i prossimi lavoratori”?«Su questo e su altri temi ho preso contatti con esponenti di vari gruppi parlamentari, compresa l'opposizione, con i quali condividere alcuni punti da affrontare durante la discussione degli emendamenti» chiude Gribaudo: «Non vi nego però che, più che la condivisione fra deputati, servirà il via libera del governo». Il via libera a spendere 100 milioni di euro per gli stagisti, cioè. A noi sembrerebbe proprio il minimo, dopo averli dimenticati per tre mesi.

Tirocini durante la Fase 2 dell’emergenza Covid, nuovi chiarimenti dalla Regione Lombardia in ventitré “FAQ”

Giovedì 11 giugno la Regione Lombardia ha emesso un nuovo documento di FAQ (frequently asked questions) per chiarire i principali dubbi sulla gestione degli stage nell’ambito dell’emergenza Covid.Le riportiamo qui sotto. In Lombardia ogni anno si svolge più di un quinto degli stage di tutta Italia: oltre 74mila nel 2019, considerando solo gli extracurricolari. Secondo i dati dell'assessora regionale al Lavoro Melania Rizzoli, i tirocini extracurricolari «attivi in Lombardia alla data del 25 febbraio erano 15.576, di cui solo una parte, circa un terzo, sono proseguiti con modalità a distanza». Il documento dell'11 giugno si intitola “Allegato FAQ – Gestione dei tirocini extracurriculari e curriculari nell'ambito dell'emergenza Covid-19” con la specifica “Aggiornamento ai sensi delle ultime disposizioni governative e regionali (11 Giugno 2020)”. 1.- Da quando è possibile attivare nuovi tirocini, curriculari ed extracurriculari, e riattivare quelli sospesi per emergenza Covid-19? A partire dal 18 maggio 2020 è possibile attivare nuovi tirocini extracurriculari e curriculari per soggetti maggiorenni (anche universitari) e riattivare quelli sospesi per emergenza Covid-19, unicamente negli ambienti lavorativi e nei laboratori per i quali non sussistano le restrizioni all’esercizio dell’attività derivanti dalle disposizioni governative e regionali. 2.- Quali sono le possibilità alternative previste per la gestione dei tirocini nel periodo di emergenza? Le possibilità alternative previste per la gestione dei tirocini nel periodo di emergenza sono:     1.    Sospendere il tirocinio, su iniziativa del soggetto ospitante, per il periodo di emergenza epidemiologica e far riprendere l’esperienza al termine della stessa. (Per le specifiche sul mantenimento della sospensione anche nel caso in cui l’azienda abbia ripreso l’attività vedi FAQ n° 20). 
    2.    Far svolgere l’esperienza presso il domicilio del tirocinante in modalità a distanza, assimilabili allo smart working. In tal caso dovrà primariamente trattarsi di tirocinio con obiettivi formativi riconducibili a profili professionali che consentono uno svolgimento dell’esperienza con questa modalità.
Il soggetto ospitante dovrà assicurare la costante disponibilità del tutor aziendale all’assistenza per il tramite di adeguata tecnologia. Infine, il soggetto ospitante dovrà acquisire il parere relativo allo svolgimento del tirocinio in modalità a distanza assimilabile allo smartworking, sia del tirocinante che del soggetto promotore, garante dell’esperienza formativa. 
    3.    Interrompere il tirocinio, ritenendo che gli obiettivi formativi del tirocinio non sono conseguibili data l’attuale situazione. In relazione agli aspetti formali del caso i soggetti interessati dovranno procedere come da linee guida approvate da Regione Lombardia con DGR 7763 del 17/01/2018 che prevedono la possibilità di interrompere il tirocinio in caso di impossibilità a conseguire gli obiettivi formativi del progetto. 
3.- Quali condizioni è necessario verificare prima della attivazione/riattivazione di un tirocinio? Prima dell’attivazione di un tirocinio è necessario verificare:     .    1)  la presenza, alla luce della normativa vigente, delle condizioni necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa che costituisce l’oggetto della formazione del tirocinante (e quindi che non vi siano restrizioni all’esercizio dell’attività o alla mobilità, in base ai codici Ateco e alle ordinanze in essere); 
    .    2)  la presenza delle condizioni, come richiesto dalle disposizioni governative e regionali, che assicurino adeguati livelli di protezione per lo svolgimento delle attività in azienda da parte dei lavoratori (uso di dispositivi di protezione individuale, distanza di sicurezza, orari, ecc...). 
In assenza di tali presupposti, il tirocinio non può essere attivato/riattivato. Qualora, nel corso del tempo, tali presupposti venissero a mancare, il tirocinio dovrà essere interrotto. 4.- Quali protocolli di sicurezza si applicano ai tirocinanti? Ai tirocinanti devono essere applicate le disposizioni/protocolli previsti per il settore, l’attività e il luogo di lavoro (struttura/azienda ospitante) ove è esercitata l’esperienza formativa in tirocinio. A tal fine, è necessario tenere conto anche delle misure contenute nelle corrispondenti schede tecniche delle recenti ordinanze regionali. In presenza di più tirocinanti presso la medesima struttura/azienda e in attuazione di detti protocolli potrà essere necessario articolare le attività di tirocinio secondo turni da concordare con il tirocinante, il responsabile dell’azienda/struttura ospitante e/o tutor aziendale. 5.- Quali sono i requisiti che deve verificare il soggetto promotore e con quale modalità? Il soggetto promotore verifica la presenza dei requisiti sopra richiamati nelle seguenti modalità:         -  acquisisce la dichiarazione del soggetto ospitante, a norma del Dpr 28/12/2000 N. 445 ivi comprese le responsabilità di cui agli articoli 75 e 76, nella quale assicura l’applicazione, nei confronti del tirocinante, degli stessi protocolli di sicurezza previsti per i lavoratori, ivi comprese le prescrizioni previste, in capo ai datori di lavoro, dalle ordinanze regionali; 
        -  inserisce nel progetto formativo di tirocinio (anche con un addendum in caso di proroga) l’obbligo, sia per il soggetto ospitante che per il tirocinante, di adottare le misure di sicurezza sopra citate; 
        -  inserisce, nel progetto formativo di tirocinio, la previsione di attività che potranno essere svolte preferibilmente in modalità “a distanza”, come individuate dal soggetto ospitante. La modalità “a distanza” deve essere preferibile, ove possibile, prevedendo un mix distanza-presenza, limitando il tempo di presenza allo stretto necessario a garantire la qualità del tutoraggio. In ogni caso, il piano formativo deve individuare anche le modalità (telematiche o altro) con cui si svolge il tutoraggio; 
        -  nel caso di tirocinanti minorenni, acquisisce l’assenso dei genitori o del soggetto che ne esercita la tutela; 
        -  assicura tutti gli altri elementi che caratterizzano e qualificano l’esperienza di tirocinio, ivi compreso il tutoraggio, anche nello svolgimento delle attività formative da svolgersi “a distanza”. 
6.- Cosa viene richiesto al soggetto ospitante? Il soggetto ospitante:         -  fornisce al tirocinante le prescrizioni previste per la sicurezza sanitaria dai protocolli applicati per i lavoratori; 
        -  applica, per il tirocinante, le stesse misure di carattere sanitario del personale previste dalle recenti ordinanze regionali; 
        -  definisce tempi e modalità per lo svolgimento delle attività formative, individuando quelle che è possibile svolgere in modalità “a distanza” (in analogia a quelle svolte dai lavoratori in regime di smart working); 
7.- È possibile attivare/riattivare nuovi tirocini nella modalità “a distanza” (in analogia a quelle svolte dai lavoratori in regime di smart working)? Nella nuova fase dell’emergenza Covid-19 e fino a tutta la durata della stessa, è possibile attivare/riattivare nuovi tirocini, sia in presenza che nella modalità “a distanza” (in analogia a quelle svolte dai lavoratori in regime di smart working).
Per quanto riguarda i requisiti per l’attivazione e riattivazione dei tirocini, si riportano, di seguito, le disposizioni previste nei precedenti comunicati e nelle ordinanze regionali. 8.- Quali sono le condizioni richieste per la prosecuzione del tirocinio con modalità alternative alla presenza in azienda? Le condizioni richieste sono:
- Coerenza dei contenuti del progetto formativo e delle attività oggetto del tirocinio con la modalità di svolgimento a distanza,
- Disponibilità da parte del soggetto ospitante di tecnologie telematiche, - I sistemi utilizzati in tali casi dovranno ad ogni modo garantire: autenticazione dell'utente; tracciamento delle attività; modalità di formazione a distanza e di tutoraggio che replichino, per quanto più possibile, la formazione on the job. Inoltre, il soggetto ospitante dovrà assicurare la costante disponibilità del tutor aziendale all’assistenza per il tramite di adeguata tecnologia. 9.- In quali casi è preferibile la modalità a distanza? La modalità “a distanza” deve essere preferibile ove necessario per assicurare le distanze di sicurezza previste dalla normativa vigente, anche prevedendo un mix distanza-presenza e limitando il tempo di presenza a quanto necessario a garantire la qualità del tutoraggio. In ogni caso, il piano formativo deve individuare anche le modalità (telematiche o altro) con cui si svolge il tutoraggio. 10.- Come si calcola la durata complessiva del tirocinio? Per quanto riguarda il computo della durata del tirocinio, la durata complessiva dello stesso, al netto dei periodi di sospensione, non deve superare la durata massima prevista al punto 3.4 delle Linee di indirizzo regionali in materia di tirocini. 11.- Come si gestisce la sospensione? La sospensione deve essere gestita come se vi fosse stata una sospensione del tirocinio dovuta ad un infortunio o a una malattia del tirocinante. Il soggetto ospitante comunica al promotore e al tirocinante che da tale giorno il tirocinio deve ritenersi sospeso. 12.- Come vengono recuperati i periodi di sospensione? I tirocini sospesi per l'emergenza epidemiologica Covid-19 vanno prorogati per un tempo pari al periodo di sospensione e fino al raggiungimento della durata inizialmente prevista, e cioè, a completamento del periodo inizialmente previsto. La durata complessiva del tirocinio non deve superare la durata massima prevista al punto 3.4 delle Linee di indirizzo regionali in materia di tirocini. 13.- Quando deve essere comunicata la proroga? La comunicazione di proroga va inserita al massimo entro i 5 giorni successivi alla data di scadenza naturale (iniziale) del tirocinio sospeso. Le operazioni sul sistema informativo GEFO sono le stesse che si utilizzano per la comunicazione delle proroghe convenzionali. Per i tirocini scaduti durante il periodo di sospensione per emergenza Covid–19 vedi FAQ n° 14. 14.- È possibile prorogare un tirocinio che era stato sospeso e che poi è scaduto durante il periodo di emergenza Covid–19? Secondo quanto previsto dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale nel mese di aprile, nel caso in cui la scadenza del tirocinio ricada nel periodo di sospensione dell'attività produttiva, lo stesso si intende prorogato e la durata originariamente prevista si intende prolungata per il periodo residuo non effettuato a causa della sospensione. La comunicazione di proroga, prevista dall'articolo 4-bis del Decreto legislativo n. 181/2000, va effettuata entro 5 giorni dalla data di ripresa dell'attività produttiva dell'azienda presso la quale il tirocinio era svolto, ovvero entro 5 giorni dalla data di ripresa del tirocinio ove non coincidente con la data di ripresa dell'attività produttiva. 15.- Come si gestisce la proroga nel caso in cui la scadenza del tirocinio non ricada nel periodo di sospensione dell'attività produttiva? Nei casi in cui la scadenza del tirocinio non ricada nel periodo di sospensione dell'attività produttiva, prima della scadenza naturale del tirocinio, dovrà essere effettuata sul sistema delle Comunicazioni obbligatorie una comunicazione di proroga per il periodo corrispondente alla sospensione. In tal caso dovrà essere predisposto un addendum alla convenzione di tirocinio indicando il periodo di sospensione. Tale documento, dovrà riportare la dicitura “Addendum - l'emergenza epidemiologica Covid-19 “e dovrà essere caricato sul portale regionale allegando una copia al momento della registrazione della proroga da effettuare sul sistema informativo GEFO, come previsto al punto 3.2 delle linee guida. 16.- Come si gestisce il tirocinio qualora le parti interessate decidano di non procedere con il recupero del tempo di sospensione attraverso la proroga della durata iniziale? In entrambi i casi (FAQ 14 e 15), qualora le parti interessate decidano di non procedere con il recupero del tempo di sospensione attraverso la proroga della durata iniziale, la chiusura anticipata del tirocinio dovrà essere formalizzata e motivata. Di conseguenza, al momento dell’inserimento della Comunicazione di Cessazione del tirocinio in GEFO, dovrà essere allegato un documento che riporti le motivazioni del mancato recupero del periodo di sospensione. Si ricorda che tutta la documentazione relativa all’andamento dei tirocini dovrà essere tenuta agli atti dal soggetto promotore. 17.- Quali adempimenti amministrativi richiesti vengono richiesti nel caso di svolgimento del tirocinio a distanza? In relazione agli aspetti formali, se il tirocinio si svolge in questa modalità non è dovuta alcuna ulteriore comunicazione sul sistema delle Comunicazioni obbligatorie, a parte ovviamente la Comunicazione di avvio nel caso di nuovi tirocini o la Comunicazione di proroga al momento del recupero della sospensione nel caso dei tirocini riattivati. Resta inteso che nel fascicolo del tirocinante, o in un addendum alla convenzione di tirocinio, dovrà essere presente idonea documentazione dalla quale evincere che da una certa data il tirocinio si svolge con nuove modalità. Si raccomanda ai datori di lavoro di prestare attenzione alla copertura assicurativa e di inoltrare al tirocinante le dovute informative sulla salute e sicurezza nel lavoro agile. 18.- Come si calcola l’indennità di partecipazione? Rispetto all’erogazione delle indennità, valgono i criteri stabiliti al punto 3.8 delle Linee guida “Indennità di partecipazione” in merito alla sospensione o all’eventuale riparametrazione dell’indennità.
In particolare, per quanto attiene al riconoscimento dell’indennità di partecipazione, quest’ultima non è dovuta per il periodo di sospensione del tirocinio dovuta all’emergenza sanitaria. Qualora, invece, il tirocinio si sia svolto in frazioni di mese prima della sospensione e dopo la sospensione, vista la particolarità della sospensione nel periodo emergenziale dovuto a motivazioni indipendenti dall’azienda ospitante e dal tirocinante, l’indennità dovrà essere riparametrata fermo restando il minimo di 300 euro mensili previsti dalla normativa. 19.- Come si gestiscono i tirocini presso aziende che usufruiscono di ammortizzatori sociali (CIG, CIGD, Fondi bilaterali ecc.)? Nel il rispetto delle linee guida regionali approvate con Dgr 17 gennaio 2018, n. 7763, il soggetto ospitante”: “ad avvio del tirocinio, nell’unità operativa di svolgimento del tirocinio, non deve avere in corso procedure o sospensioni di CIG straordinaria o in deroga, per mansioni medesime a quelle del tirocinio salvo il caso in cui ci siano accordi con le organizzazioni sindacali che prevedono tale possibilità.” Esclusivamente per la fase transitoria legata all’emergenza Covid-19, al fine di assicurare la continuità dei tirocini già avviati, è consentita la continuità o l’eventuale riattivazione di un tirocinio precedentemente sospeso presso aziende che abbiano in corso sospensioni per Cassa Integrazione anche nei casi dove i lavoratori, della stessa unità operativa e adibiti alle stesse mansioni del tirocinante, sono stati sospesi a ore o a rotazione, fermo restando quanto disciplinato dal paragrafo 2.2 delle Linee di indirizzo sopra menzionate (ovvero il tirocinio attivo in modalità “a distanza” e con la presenza operativa del tutor, affinchè il tutoraggio sia comunque garantito) Nel caso in specie, pertanto, in analogia a quanto previsto dalle Linee di indirizzo regionali, la riattivazione sarà possibile unicamente in presenza di “accordi con le organizzazioni sindacali che prevedono tale possibilità”. L’accordo dovrà essere tenuto agli atti dal soggetto promotore. 20.- È possibile mantenere sospeso un tirocinio nel caso in cui l’azienda abbia ripreso l’attività? In caso di ripresa dell’attività, se non ci sono le condizioni per la riattivazione del tirocinio sospeso in modalità a distanza, lo stesso può ulteriormente rimanere sospeso per un periodo massimo di 30 giorni a partire dalla data di ripresa delle attività aziendali, qualora l’impresa non sia immediatamente in grado di garantire le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento dello stesso. Il relativo periodo verrà computato al fine del recupero del tempo complessivo di sospensione sempre nel rispetto dei limiti di durata previsti al punto 3.4 delle linee di indirizzo regionali. In relazione alla formalizzazione del caso in specie si rimanda a quanto sopra previsto sulle modalità di gestione delle proroghe.
Il soggetto promotore predispone un allegato al Piano Formativo Individuale nel quale vengono riportati il periodo di prolungamento della sospensione (dalla data di ripresa dell’attività aziendale fino all’effettiva riattivazione del tirocinio) e le relative motivazioni. La documentazione dovrà essere tenuta agli atti. In caso di mancata riattivazione, superato il termine dei 30 giorni, il tirocinio dovrà essere interrotto. 21.- È possibile superare i limiti numerici per l’attivazione di tirocini previsti dalle linee di indirizzo regionali? No. Come disposto al punto 3.2 lettera g) delle linee di indirizzo regionali:
Il soggetto ospitante, deve rispettare i seguenti limiti numerici arrotondati all’unità maggiore, applicati all’unità operativa di svolgimento del tirocinio:     •    strutture composte dal solo titolare o con risorse umane in numero non superiore a 5: presenza contemporanea di un solo tirocinante; 
    •    strutture con risorse umane in numero compreso tra 6 e 20: presenza contemporanea di non più di due tirocinanti; 
    •    strutture con risorse umane in numero superiore a 20: presenza contemporanea di un numero di tirocinanti in misura non superiore al 10% delle risorse umane presenti, con arrotondamento all’unità superiore. 
22.- In base a quanto disposto da Regione Lombardia, è possibile presentare nuovi tirocini extracurriculari per cittadini non comunitari residenti all’estero (tirocini extra UE)? L’’ammissibilità del progetto e l’attivazione del tirocinio è soggetta alle limitazioni sulla mobilità tra paesi vigenti al momento della valutazione della domanda.
Si ricorda che, come previsto dalle disposizioni regionali, il visto di ingresso viene rilasciato dalle Rappresentanze diplomatiche consolari competenti su richiesta della persona straniera, nei limiti del contingente triennale determinato con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Interno ed il Ministro degli Affari Esteri. Alla richiesta di visto deve essere unito il passaporto, copia della convenzione e del progetto formativo redatti e validati dalla Regione. La persona straniera residente all’estero viene informata dalla Rappresentanza diplomatica consolare dell'obbligo di richiedere al Questore della provincia in cui si trova, entro otto giorni lavorativi dall'ingresso in Italia, il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di tirocinio. 23.- Quali sono le indicazioni per l’attivazione Tirocini nell’ambito dei programmi di politica attiva (ad es. Garanzia Giovani?) Per l’attivazione dei tirocini nell’ambito dei programmi di politica attiva del lavoro promossi dalla Regione a carico di risorse pubbliche, è necessario seguire la disciplina dei singoli bandi. In particolare, per i tirocini attivati nell’ambito di Garanzia Giovani, se il tirocinante non svolge l’attività in modalità “a distanza” ai fini dell’eleggibilità della spesa, è necessario recuperare i giorni di sospensione.