“Stagisti veneti senza sostegni, quali misure per tutelarli?”, un'interrogazione presentata alla Giunta regionale
Vi sono ad oggi cinque Regioni che si sono mosse per tutelare le decine di migliaia di persone che erano in stage al momento dello scoppio dell’emergenza Coronavirus e che sono state danneggiate dalla situazione perché il loro tirocinio è stato interrotto o sospeso. Non potendo proseguirlo da casa – per le ragioni più varie: per una effettiva impossibilità di svolgere le mansioni da remoto, oppure per una indisponibilità del soggetto ospitante ad attivare questa modalità, o ancora per un esplicito divieto da parte della Regione – sono rimasti senza attività e sopratutto senza entrate economiche. L’Emilia Romagna, il Lazio, la Toscana, la Valle D’Aosta – e parzialmente la Calabria – hanno preso provvedimenti, stanziando fondi per garantire un sussidio ai loro stagisti.Ma cosa sta succedendo nelle altre Regioni italiane? La Repubblica degli Stagisti vuole raccontarlo, e dare conto dell’attività dei politici che si stanno muovendo per garantire qualche tutela agli stagisti dei loro territori.Proprio ieri, giovedì 7 maggio, è stata depositata presso il Consiglio regionale del Veneto una interrogazione dal titolo molto esplicito: “Covid-19. Stagisti veneti senza sostegni. Quali misure per tutelarli?”. La promotrice di questa iniziativa è Anna Maria Bigon, 52enne consigliera regionale del Veneto eletta con il Partito Democratico nella circoscrizione di Verona; insieme a lei risultano firmatari anche Graziano Azzalin, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, tutti del PD.«Mi sono arrivate negli ultimi giorni molte segnalazioni accorate» dice Bigon alla Repubblica degli Stagisti «da parte di giovani in difficoltà per la situazione: penso che un intervento della Regione sia necessario, e spero davvero che la Giunta ci ascolti».Il testo dell’interrogazione fa infatti esplicito riferimento alle «condizioni di grave disagio in cui versa la categoria degli stagisti extra curriculari» ricordando che «si tratta di persone giovani per le quali, già nel tempo ordinario, l'entrata nel mondo del lavoro si rivela come un passaggio tortuoso e in salita».L’interrogazione snocciola poi i dati numerici sulla diffusione dello stage in Veneto: «Secondo i più recenti dati ufficiali, ricavabili dal Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie 2019 redatto dal Ministero del Lavoro, negli ultimi tre anni in Veneto si sono svolti mediamente 40.575 tirocini extracurricolari all’anno». In particolare in Veneto risultano essere stati attivati 37.574 tirocini di questo tipo nel 2016, 45.326 nel 2017 e 38.826 nel 2018, ultimo anno per il quale il dato è noto. Non bisogna dimenticare inoltre che c’è anche un numero ignoto di tirocini curricolari, che noi della Repubblica degli Stagisti stimiamo possa essere, per il Veneto, intorno ai 20mila all'anno; ma per questo tipo di tirocini in realtà le Regioni non sono direttamente responsabili, mentre – esplicita ancora l’interrogazione di Bigon – esse «sono competenti e responsabili in maniera esclusiva per i tirocini extracurricolari».E che trattamento stanno ricevendo, i tirocinanti extracurricolari veneti rimasti dall’oggi al domani senza tirocinio, dalla loro Regione? «In coincidenza con l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, viene segnalato che, a partire dalla fine di febbraio, anche in Veneto migliaia di tirocini extracurriculari sono stati sospesi senza remunerazione, quando non direttamente interrotti» recita l’interrogazione: «In alcune regioni si è provveduto ad un sostegno al reddito per chi aveva subito tale sospensione o interruzione» elencandole e specificando che esse hanno previsto «di erogare somme tra i 400 e i 600 euro agli stagisti che hanno subito l’interruzione o la sospensione del tirocinio senza possibilità di proseguirlo da casa». Si tratta di amministrazioni regionali che hanno pensato, più o meno tempestivamente, di erogare un sussidio per aiutare gli stagisti ad arrivare alla fine del mese: «Ma in Veneto non è stata ancora adottata alcuna misura analoga» rileva Bigon nell’interrogazione: «Di conseguenza gli stagisti del Veneto vivono una fase di fortissima incertezza, e in assenza di aiuti economici gravano inevitabilmente sulle proprie famiglie».Arrivando, dopo queste premesse, alla richiesta vera e propria indirizzata alla giunta regionale guidata dal leghista Luca Zaia: «La sottoscritta consigliera chiede al Presidente della Giunta regionale se e quali misure intende introdurre a tutela degli stagisti del Veneto». Una domanda che certamente riecheggia quella di migliaia e migliaia di giovani che in Veneto fino a poche settimane fa stavano svolgendo tranquillamente il proprio stage, e che dall'oggi al domani si sono trovati in difficoltà.Bigon ha scelto per questa iniziativa la formula della “interrogazione a risposta immediata”: si tratta di interrogazioni di in una sola domanda, “formulata in modo chiaro e conciso su un argomento di particolare urgenza o attualità politica”. E certamente la condizione degli stagisti colpiti dall’emergenza Coronavirus soddisfa i requisiti di urgenza e attualità. La Giunta regionale “è tenuta a rispondere alle interrogazioni presentate entro le ore dodici del quindicesimo giorno antecedente a ciascuna seduta del Consiglio regionale”. Quindi tecnicamente adesso la Giunta guidata da Zaia avrebbe fino a fine maggio per rispondere all’interrogazione sugli stagisti, ma Bigon promette che proverà a «sollecitare, in Commissione Lavoro, l’assessore Donazzan affinché prenda atto della situazione». Nella speranza che la Giunta, stimolata in questo senso, possa anche decidere autonomamente di prendere dei provvedimenti, destinando un fondo proprio a una misura simile a quelle implementate in Emilia Romagna, Lazio o nelle altre Regioni che hanno deliberato dei sostegni economici per gli stagisti. La Giunta ascolterà?