Da studenti a insegnanti per un giorno: i ragazzi insegnano la tecnologia agli over 60
In un’epoca in cui il digitale è sempre più presente nelle vite di ognuno, sono ancora in tanti a non avere grande dimestichezza con internet e soprattutto con lo smartphone, diventato per molti il primario mezzo con cui navigare in rete. Così il Comune di Milano ha deciso di andare incontro ad alcuni over 60. Lo ha fatto aderendo alla “Code Week”, iniziativa promossa dalla Commissione europea per la diffusione dell’alfabetizzazione digitale attraverso un laboratorio che anticipa l’edizione 2020 di #StemintheCity, in collaborazione con Business Integration Partners, multinazionale di consulenza, e Fondazione Mondo Digitale. L’evento si è svolto giovedì 17 nella Sala del Consiglio di Palazzo Marino, a Milano, ha visto coinvolti sessanta cittadini milanesi over 60 che guidati da altrettanti ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado hanno scoperto come utilizzare al meglio il proprio smartphone. I giovani formati dalla Fondazione Mondo Digitale provenivano da tre scuole, mentre gli over 60 hanno potuto iscriversi rispondendo a degli annunci e newsletter diffusi dal Comune di Milano. «Durante il workshop sono state insegnate conoscenze basilari sull’uso dello smartphone, come per esempio l’impostazione della suoneria, l’utilizzo della rubrica o le informazioni sull’uso di internet dal cellulare», spiega alla Repubblica degli Stagisti Camilla Castaldo di BIP – Business integration partners, società di consulenza tra le principali in Europa che aderisce all’RdS network, e rispetta la Carta dei diritti dello stagista garantendo 800 euro di rimborso mensile, che sale a mille per i fuori sede, e il 90 per cento di assunti nel 2018 al termine dello stage, tutti con contratto a tempo indeterminato.L’appuntamento del Comune di Milano è stata una sorta di dimostrazione, ma questo progetto Fondazione Mondo Digitale - organizzazione non profit con l’obiettivo di promuovere la condivisione della conoscenza, l’inclusione e l’innovazione sociale, in particolare per le categorie a rischio esclusione come gli anziani, appunto, gli immigrati o i giovani disoccupati. - già lo fa in tutta Italia in collaborazione con CNA pensionati.«Abbiamo questo modello di apprendimento intergenerazionale che applichiamo dal 2003 ed è stato inventato dal nostro direttore scientifico, Alfonso Molina che è anche Ashoka Fellow», spiega Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione. «È un programma con cui i ragazzi allenano le competenze per la vitia, le life skills, e insegnano agli anziani a navigare in internet, usare la posta elettronica, il computer, il cellulare. Il nostro progetto va avanti da tanti anni in diverse scuole italiane e i ragazzi che vi hanno partecipato sono stati invitati dall’assessore Roberta Cocco a fare una lezione a questi anziani invitati al Comune durante la settimana della European Code Week».Inizialmente i giovani hanno insegnato ai loro studenti particolari come usare lo smartphone, poi in un secondo momento si è passati alle informazioni per la ricerca sul web, la creazione di un indirizzo di posta elettronica, l’invio di una mail, l’iscrizione al portale del Comune per richiedere certificati online. Infine i social: da Facebook a Instagram. «I giovani sono sempre entusiasti di poter insegnare a qualcuno visto che normalmente si trovano nel ruolo opposto. E anche loro fanno fatica, come gli anziani, perché con questo progetto esercitano la pazienza: una virtù molto importante, visto che capita di dover spiegare a un anziano dieci volte come configurare il wifi. Perciò spesso si crea un rapporto personale tra l’anziano e il ragazzo», spiega Michilli. «Normalmente i corsi durano 30 ore all’interno dell’alternanza scuola lavoro».Un concetto, quello della vicinanza tra le due generazioni che sottolinea anche Maura Satta Flores, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Bip. «Viviamo in un periodo in cui le competenze digitali sono indispensabili, ma è altrettanto indispensabile non perdere di vista la componente umana», spiega Flores, «La scelta di sostenere questo ambizioso progetto, voluto e supportato dall’assessorato alla traformazione digitale e servizi civici del Comune di Milano, rappresenta per noi la corretta strada verso la valorizzazione della diversity, finalmente vissuta come una delle grandi opportunità offerte dai nostri tempi».I giovani presenti sono stati molto attivi nella partecipazione, coinvolti dalla scuola e dall’assessore Roberta Cocco. Un’iniziativa molto importante che vuole eliminare il gap tra le diverse generazioni. «Come Bip siamo molto attenti a progetti di responsabilità sociale e questo ne è un esempio», aggiunge Castaldo: «questo progetto che per noi è un importante passo avanti verso la diversity generazionale». Un appuntamento che ha una grande importanza anche in funzione dello SPID, il sistema pubblico di identità digitale.«Il linguaggio digitale aumenta spesso la distanza tra generazioni, ma ci sono occasioni in cui questa lontananza si può ridurre», ha dichiarato Beppe Sala, sindaco di Milano, passato a salutare giovani e meno giovani a Palazzo Marino. «I ragazzi formati da Fondazione Mondo Digitale hanno saputo spiegare con pazienza e allegria come fare operazioni che per loro richiedono pochi secondi. La collaborazione e il dialogo tra generazioni che ho visto instaurarsi quando sono passato a salutarli mi ha colpito».Ora l’appuntamento si sposta al 2020 per la prossima edizione di #StemintheCity, l’iniziativa del Comune di Milano per promuovere le materie STEM e diffondere una nuova cultura digitale. E continua con il lavoro della Fondazione Mondo Digitale che porta l’innovazione e la tecnologia nella società. «Lo facciamo da oltre venti anni» ricorda Michilli, «ed è diventato sempre più importante perché lo sviluppo tecnologico è sempre più veloce e c’è il rischio che gran parte della popolazione ne rimanga fuori. Perciò iniziative come questa del Comune di Milano sono molto importanti». Marianna Lepore