Reddito di cittadinanza, navigator fermi al palo: in molte regioni non hanno ancora preso servizio
La fase due del reddito di cittadinanza, quella delle politiche attive che dovrebbero trovare un lavoro ai disoccupati che percepiscono il sussidio, è ufficialmente avviata. Ma a due mesi dagli esiti della selezione (attenzione: non un concorso) in quasi tutte le regioni il semaforo verde per i navigator – le nuove figure professionali che dovranno materialmente supportare i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un nuovo lavoro – non si è ancora acceso. Non è purtroppo disponibile una mappa delle aree dove i nuovi operatori hanno cominciato a supportare i colleghi dei Centri per l’impiego: non ce l’ha – riferiscono da Roma – neanche Anpal Servizi, la società dell’Agenzia nazionale delle politiche attive incaricata di realizzare le politiche attive del lavoro, rafforzare i servizi per l’impiego e ricollocare i disoccupati, il cui presidente Mimmo Parisi è impegnato in questi giorni in un tour lungo lo Stivale. Quel che è certo è che in gran parte del Paese l'apporto dei quasi 3mila navigator all'interno dei centri per l'impiego è ancora scarso. E dunque, ormai da mesi, il milione di italiani che percepisce il reddito di cittadinanza (all’Inps risultavano a metà luglio pervenute 1,4 milioni di domande – di cui 905mila accolte, 104mila in lavorazione e 387mila respinte o cancellate) lo fa ancora senza il vincolo di dover contemporanemente partecipare attivamente, col supporto del proprio navigator appunto, alla ricerca di un lavoro. «Abbiamo situazioni differenti non solo da regione a regione, ma anche da provincia a provincia, e persino all’interno delle grandi città» ammette Alessandro Vaccari, portavoce di Anpal, alla Repubblica degli Stagisti: «Dipende dall’organizzazione di ogni singolo centro. L’attività dei centri per l'impiego è molto complessa, ed è il dirigente a decidere in quali mansioni impiegare le nuove risorse a seconda delle necessità della propria realtà. A Roma in viale Vignali già lavorano alacremente, in altri centri, ad esempio, no». Anche a Ostuni e Bari il servizio è partito, mentre a Foggia bisogna attendere. Bocce ferme su tutto il territorio in Lombardia, mentre in Campania, addirittura, l’ente guidato dal presidente De Luca non ha firmato la convenzione. Risultato? Mentre i colleghi cominciavano la formazione, i navigator locali entravano in sciopero della fame. Ma cosa ritarda l’inserimento del personale? In alcuni casi si tratta semplicemente di logistica. Tradotto: mancano gli spazi e bisogna procedere a una riorganizzazione. In altri invece – e qui sta il nodo – bisogna ancora tarare il meccanismo previsto dalla normativa. Perché i navigator che lavoreranno nei Centri per l’impiego sono assunti, formalmente, da Anpal Servizi, di cui restano dipendenti per tutta la durata del percorso biennale. Le convenzioni firmate a luglio da diciannove regioni su venti (tutte tranne la Campania) contengono un allegato che descrive in modo dettagliato in che modo la collaborazione debba sostanziarsi. Supporto, assistenza tecnica e affiancamento: questi i termini più usati per definire i compiti nei documenti. Non, quindi, una piena sostituzione degli impiegati già in organico in ciascun cpi, e nemmeno un ruolo con ampi margini di autonomia. Questo perché, come sottolineato da molti, i navigator non dispongono della formazione adatta a confrontarsi con situazioni delicate dal punto di vista psicologico e umano come quelle dei disoccupati di lungo corso. Compilare schede anagrafiche, fare il bilancio competenze, identificare il bacino formativo sono alcune delle mansioni in cui, potenzialmente, i nuovi arrivati potrebbero essere inseriti.Ma tra teoria e pratica lo scostamento è rappresentato dalla cronica carenza di personale dei centri per l’impiego, tema considerato anche dal legislatore: assieme ai navigator assunti da Anpal il decreto del reddito di cittadinanza ha previsto, infatti, 1.600 inserimenti già annunciati dal governo Gentiloni (e per cui mancavano i decreti attuativi) e un aumento progressivo dell’organico di 4mila unità che le Regioni dovranno assumere per concorso entro il 2021 (ma ne erano stati chiesti 8mila). Inoltre sono pronti 800 milioni di euro destinati ad ammodernamento tecnologico e infrastrutturale.Al legislatore insomma era noto che i cpi lavorano sotto organico, e la misura è intervenuta con una manovra di ampio respiro. Ma in attesa che i concorsi siano indetti, i dirigenti si trovano a gestire la pressione dei disoccupati che si interfacceranno una quota di personale, quella rappresentata dai Navigator, di fatto “a mezzo servizio”: il perimetro delle attività consentite è limitato, e anche per quelle esplicitamente previste nella convenzione cominciano a sorgere i primi dubbi. Quelli relativi alla privacy, ad esempio. «Si tratta di figure non assunte direttamente da noi, ma da un altro ente» chiarisce Vito Troiano di Afol Metropolitana, agenzia per le politiche attive del lavoro attiva nel Milanese: «Il problema è, quindi, capire a che tipo di informazioni possono accedere nel rispetto del contratto di collaborazione. Possono fare solo data entry oppure possiamo consentire loro di accedere liberamente ai nostri database e modificarne, eventualmente, i campi?». Per chiarire questo ed altri aspetti, come quelli assicurativi, la settimana scorsa i dirigenti dell'Agenzia sono tornati in Regione Lombardia. «Pensiamo di partire entro la fine di settembre» auspica Troiano. Resta sul tavolo il tema del futuro: cosa accadrà ai navigator alla scadenza del contratto biennale? Difficile pensare a una proroga. «La figura, che purtroppo è quella di un lavoratore con contratto a termine, è intesa dalla normativa come supporto temporaneo in vista di un adeguamento di organico che deve avvenire tramite concorso regionale» riprende Vaccari: «È stata insomma pensata per aiutare i Cpi nella fase di transizione, e non per essere inserita stabilmente». Alcuni enti, come il Lazio e la stessa Campania, sono già in procinto di emettere i bandi, a cui i candidati selezionati e divenuti ufficialmente navigator (che non sono tutti giovani) possono partecipare. Per il momento nessuna corsia preferenziale è prevista, ma allo studio c’è l’ipotesi di premiare con un punteggio significativo l’esperienza maturata affiancando gli operatori del Cpi.Intanto i navigator scalpitano per entrare in gioco. Fermi ai blocchi di partenza, proseguono la formazione online, in attesa di poter cominciare quella on the job. La vacanza forzata complica le cose. Sui forum dedicati, in questi giorni è in corso un altro dibattito focalizzato sullo stipendio del mese di agosto: arriverà per intero o saranno pagati solo i pochi giorni effettivamente lavorati? A dover essere retribuita, sostengono alcuni, è la disponibilità fornita ad Anpal, che ha impedito loro di accettare altre offerte di lavoro temporanee.È evidente che i nodi da sbrogliare sono molti. Nei prossimi giorni è attesa una schiarita che consenta finalmente, di cominciare a lavorare. Antonio Piemontese