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Il Coronavirus blocca anche il programma di tirocini per l'inclusione sociale di rifugiati e richiedenti asilo

Nel nostro Paese i migranti rappresentano una quota sempre maggiore all’interno delle fasce sensibili e a rischio di esclusione sociale. Per questo enti pubblici e privati elaborano politiche e misure di inclusione, tra cui i tirocini, rivolte all’integrazione socio-lavorativa di rifugiati e richiedenti asilo.Tra le misure messe in campo c’è anche il Progetto Puoi, acronimo che sta per “Protezione Unita a Obiettivo Integrazione”. Affidato ad Anpal Servizi dal Ministero del Lavoro, e nello specifico alla Direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, il programma al momento risulta essere sospeso a causa dell’emergenza sanitaria.  Una situazione che ha portato i destinatati del bando a non poter più svolgere il tirocinio e a trovarsi così in condizioni ancora più precarie. Partito a marzo del 2019 e realizzato attraverso l’utilizzo integrato delle risorse del Fondo asilo migrazione e integrazione e del Fse Pon Inclusione 2014-2020, Puoi ha lo scopo di promuovere l’inserimento socio-lavorativo e l’integrazione attraverso la realizzazione di percorsi di politica attiva da parte degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro. Nello specifico, destinatari del bando sono i titolari di protezione internazionale e umanitaria, i titolari di permesso di soggiorno nonché i cittadini stranieri entrati in Italia come minori non accompagnati e regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale, in condizione di inoccupazione o disoccupazione.Le risorse destinate al finanziamento dei percorsi sono di oltre 13 milioni di euro per  4.500 doti individuali del valore di quasi 6mila euro ciascuna. I destinati del progetto, grazie ai fondi, possono fare un percorso formativo di nove mesi: sei dedicati allo svolgimento del tirocinio extracurriculare in una delle imprese aderenti e tre all’orientamento e accompagnamento nella ricerca di un lavoro.Quante siano, al momento, le doti attive purtroppo non si sa. «I numeri sono ballerini, molti sono gli enti che a causa dell'emergenza non riescono a recuperare la documentazione necessaria da inserire sulla piattaforma informatica, pertanto il numero degli attivati non sarebbe rispondente alla realtà» risponde Rosa Rotundo, responsabile del progetto per Anpal.Per far sì che migranti e richiedenti asilo possano beneficiare dei programmi è necessaria l’intermediazione di soggetti autorizzati a questo tipo di attività o di soggetti accreditati ai servizi per il lavoro a livello regionale, purché riconosciuti dalle normative regionali quali soggetti promotori di tirocini extracurriculari.Tra questi c’è l’agenzia per il lavoro Gigroup che, sin da subito, ha denunciato la difficoltà della situazione in cui stanno versando i destinatari del bando. «Noi, grazie al progetto, abbiamo potuto offrire a ventuno persone la possibilità di svolgere un tirocinio extracurriculare in società che operano in Toscana e in Piemonte. Si tratta di ragazzi e ragazze che vivono in situazioni precarie e che dal 9 marzo hanno dovuto interrompere le loro attività. Alcuni non possono nemmeno permettersi un alloggio e sono ospiti negli Sprar, i centri di accoglienza destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale» spiega alla Repubblica degli Stagisti Carlotta Lenoci, referente politiche attive del lavoro di Gigroup.Problemi di monitoraggio però non si hanno solo in relazione all’attivazione delle doti previste dal bando. Lo stesso discorso vale anche per le interruzioni degli stage. «Per quanto riguarda le sospensioni non abbiamo numeri precisi perché questi si modificano ogni giorno. L’unica cosa che possiamo dire è che dal 9 marzo sono stati interrotti quasi tutti i tirocini. Sono pochi quelli che si stanno svolgendo in smartworking. Alcuni però non si sono mai interrotti perché riguardano attività per le quali non è stata disposta la sospensione». Per poter accedere al tirocinio è necessario che il beneficiario sia un soggetto disoccupato e non in formazione. Questo significa, spiega Lenoci, che «nessuno dei candidati, anche se il bando è stato sospeso, può fare altri lavori o altri corsi di formazione. Quindi, dal momento che non possono più lavorare nelle aziende dove erano stati collocati, non hanno nessuna forma di sostegno economico. Situazione ancora più grave per coloro che vivono negli Sprar perché lì, appena trovi un’occupazione, devi trasferirti.  Con la sospensione dei tirocini queste persone si trovano spaesate e vedono in noi la loro unica ancora di salvezza. Purtroppo però la decisione di sospensione i tirocini non è dipesa da noi. E noi, come loro, dobbiamo solo adeguarci a quanto previsto da Stato e Regioni per via dell’emergenza sanitaria».La sospensione del progetto inoltre crea problemi economici anche agli enti intermediari: «Il bando prevede lo svolgimento di una serie di azioni in itinere, sia burocratiche sia amministrative, che vengono realizzate a nostre spese» conferma la dirigente di Gigroup: «E, se il percorso formativo non viene completato a noi non viene retribuito quando già sborsato. Quindi, se un ragazzo, decide di iniziare un nuovo lavoro perché così non può pagarsi l’affitto, noi perdiamo tutti i soldi. Al momento per ogni candidato abbiamo speso circa 1500 euro»Una situazione che ha portato Gigroup a rivolgersi ad Anpal servizi, senza però ottenere una soluzione. Ma perché, nonostante l’evidente difficoltà, ancora non si è deciso come risolvere il problema?«Per poter soddisfare le richieste delle aziende abbiamo bisogno di tempi tecnici per fare tutte le verifiche e valutazioni necessarie per capire quali siano le strade percorribili» mette le mani avanti Rosa Rotundo: «Ci stiamo confrontando con esperti del settore e, non appena saremo certi che la soluzione individuata sia migliore e soprattutto la più percorribile, risponderemo a tutti e pubblicheremo una serie di note sul sito».Ma quali sono le difficoltà? «Innanzitutto ci sono problemi legati alla burocrazia. Noi siamo guidati dal carattere sociale dell’intervento ma anche dall’attenzione all’uso dei fondi pubblici» risponde Rotundo: «Gestendo finanziamenti pubblici siamo sottoposti a controlli, ispezioni e dobbiamo agire nel rispetto delle regole. Nel momento in cui andremo a rendicontare le spese sostenute, dobbiamo avere la certezza di aver seguito tutte le regole. Ad esempio, se pagassimo una borsa così come disciplinato da una regione, dobbiamo essere certi che, al momento della rendicontazione, il fondo ci consenta di pagare la borsa. Altrimenti abbiamo usato denaro pubblico in modo improprio».A rendere il quadro ancora più complicato anche il fatto che in materia di tirocini extracurriculari ogni Regione può legiferare come meglio crede. Per questo, a seguito dell’emergenza sanitaria, ci sono state regioni dove i tirocini sono stati improvvisamente sospesi e altre dove ai soggetti ospitanti è stata data la possibilità di decidere se sospenderli o se farli proseguire da casa.«Noi dobbiamo rispettare anche le norme regionali perché le Regioni hanno titolarità in materia e quindi l’avviso deve essere realizzato nel rispetto di quanto queste stabiliscono» aggiunge la responsabile Anpal: «Ciò ci porta a dover fare i conti con venti realtà diverse. Cercare di dare uniformità a tutto quello che sta accadendo sul territorio regionale non è così semplice ed immediato, soprattutto perché la situazione non si risolve semplicemente attendendosi a quello che stabiliscono le regioni.  Noi, basandoci sulle normative regionali, dobbiamo trovare delle soluzioni confrontandoci con gli organismi intermedi che coprono l’intervento quali il ministero dell’Interno e il ministero del Lavoro. Al momento – infatti – siamo in attesa di avere una risposta ufficiale dal ministero».La situazione dunque non sembra risolversi in tempi brevi.  Così, viste le problematiche economiche che i soggetti svantaggiati facenti parte del bando stanno avendo in questi mesi, alcune imprese coinvolte nel progetto hanno deciso di aiutare personalmente i giovani in difficoltà. «C’è chi si è offerto di donare 200 -300 euro a ragazzo oppure chi sta regalando buoni pasto. C’è stata una grande disponibilità da parte delle ditte coinvolte. Si tratta di imprese piccole dal punto di vista strutturale, ma grandi da quello umano» conclude Lenoci di Gigroup. E a intervenire però non sono state solo le aziende: «Alcuni privati hanno dato vita a vere e proprie campagne di crowdfunding su internet». Dove non arriva lo Stato arriva forse la solidarietà dei singoli cittadini.

Dodici regioni ripristinano la possibilità di attivare nuovi stage, anche da remoto

L’emergenza Coronavirus non ha solo bloccato lo svolgimento di decine di migliaia di tirocini extracurricolari. Ha anche interrotto la possibilità di attivarne di nuovi. Un vero paradosso: si stanno frenando delle opportunità per giovani di avere in questo periodo non certo florido un'attività da svolgere quotidianamente e un reddito, seppur piccolo, rappresentato dall'indennità mensile.La Repubblica degli Stagisti ha svolto una ricognizione Regione per Regione per vedere dove questo divieto vige ancora e dove invece è di nuovo possibile attivare tirocini, scoprendo che in undici Regioni – e una Provincia autonoma – ad oggi si possono attivare tirocini. Esse sono Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Sardegna. In tutte le altre – compresa la Lombardia, che è la Regione più rilevante d'Italia dal punto di vista economico e per concentrazione di imprese! - gli stage sono ancora fermi: si possono riprendere quelli che erano già in essere prima del blocco, ma di attivarne di nuovi è impossibile.In particolare, il Friuli Venezia Giulia ha consentito l’attivazione di nuovi tirocini a distanza già a fine aprile quando ha ammesso anche lo svolgimento in smart internshipping degli stage. Poi con l’ordinanza numero 12 all’articolo 24 si consente lo svolgimento del tirocini extracurricolari anche in presenza ma non si specifica se questo può avvenire anche per gli stage di nuova attivazione. Precedentemente i tirocini erano stati sospesi l’11 marzo.In Trentino Alto Adige è la Provincia di Bolzano a consentire la riattivazione dei tirocini extracurriculari bloccati d’ufficio o svolti in smart internshipping fino al 22 aprile. Da giovedì 23 aprile, infatti, la promozione dei tirocini riprende e questi saranno avviati in telelavoro ma nel caso non fossero conciliabili potranno riprendere in sede. (Nella Provincia di Trento invece no: la formazione si potrà svolgere anche a distanza a partire dal 30 aprile, ma nulla si dice sulle nuove attivazioni).Anche la Liguria consente dal 23 aprile l’attivazione di nuovi tirocini extracurriculari in modalità smart training ma solo nel settore del turismo, scelta adottata per aiutare le categorie più fragili in questo momento. Tirocinio che potrà quindi poi svolgersi in modalità smart internshipping ma per il solo periodo dell’emergenza. Anche in questo caso il tirocinante dovrà comunque essere seguito e sia il tutor del soggetto ospitante che quello del soggetto promotore dovranno dotarsi di adeguata strumentazione informatica per supportare e monitorare l’attività a distanza. In pratica lo stagista non deve essere abbandonato a casa. Anzi, «deve essere dotato di adeguati strumenti tecnologici» e a suo carico non deve essere posto nessun aggravio economico. Ha anche diritto a idonea copertura assicurativa verso terzi e alla tutela contro gli infortuni sul lavoro per attività svolte al di fuori della sede dove ha luogo il tirocinio, il domicilio appunto dello stagista. Si avvisa però che questa modalità è valida per il solo periodo emergenziale. In Emilia Romagna è stata la Determinazione dell’Agenzia regionale per il lavoro numero 530 del 13 marzo a specificare le modalità attuative delle disposizioni regionali del giorno precedente in merito ai tirocini extracurriculari. Nel testo della determinazione si legge chiaramente al punto 6 che possono essere attivati tutti i tirocini extracurriculari con svolgimento delle attività con modalità alternative alla presenza presso il soggetto ospitante. Deve essere precedentemente acquisita la disponibilità sia del soggetto ospitante che del tirocinante e devono sussistere le condizioni logistiche e organizzative per svolgere effettivamente le attività previste dal progetto formativo.In Lazio «è possibile attivare tirocini extracurriculari in smart internshipping dal 30 marzo, come previsto con la circolare numero 0255844», spiegano dall’ufficio stampa dell’assessorato al lavoro. In più dal 27 aprile è possibile svolgere in ambiente virtuale anche i tirocini finanziati dal programma Garanzia giovani, con tutta la fase iniziale di eventuali colloqui e interazione tra soggetto attuatore e destinatario svolta attraverso video colloqui e scambio mail. Come specificato quindi nella circolare del 30 marzo se i contenuti del progetto formativo individuale si prestano «alla loro attuazione (in termini di apprendimento, orari e tutorship) mediante tecnologie digitali (ICT), come quelle utilizzate per l’organizzazione del lavoro e della formazione in ambienti virtuali, il tirocinio potrà essere attuato e gestito attraverso tali modalità». La parola “attuato” va considerata dunque, in questo caso, come sinonimo di “attivato”. La decisione di consentire l’attivazione di nuovi stage corregge, quindi, quanto stabilito il 6 marzo quando il Lazio prima che l’emergenza mostrasse la sua gravità sul territorio aveva sospeso tutti i tirocini con la circolare numero 207548, sospensione confermata il 12 con la circolare 218523.In Abruzzo già il 30 aprile l’ordinanza numero 51 ha consentito lo smart internshipping non solo per i tirocini già in corso ma anche per i nuovi stage ancora da attivare. Fino ad allora la possibilità del tirocinio da casa era ammissibile solo per i tirocini già avviati prima dell’emergenza ed era stata consentita dalla circolare del 13 aprile. L’articolo 2 dell’ordinanza 51 introduce lo smart training, concetto che viene spiegato più dettagliatamente nella circolare esplicativa del 4 maggio, in cui si specifica che questa modalità è attivabile dal primo maggio. L’attività formativa deve però essere effettivamente sviluppabile da remoto con affiancamento del tutor aziendale all’assistenza. E nel caso la formazione FAD/Elearning non sia possibile la circolare consente anche lo svolgimento di un Project work in modalità Fad. Possibile quindi sia lo smart internshipping che lo smart training, ad eccezione però dei tirocini attivati in Garanzia Giovani che continuano ad essere sospesi.In Toscana un segnale forte l’ha dato lo stanziamento di 5milioni di euro per finanziare nuove domande che arriveranno per l’attivazione di tirocini extracurriculari.  In questa regione il tirocinio a distanza è già consentito sin dal 16 marzo ma per le attività non svolgibili da remoto resta tutto sospeso fino al 17 maggio. E per l’attivazione di nuovi tirocini si suggerisce di contattare direttamente il soggetto promotore. Nelle Marche i tirocini extracurricolari sono sospesi fino al 17 maggio ma, spiega Stefano Raia, dirigente pf gestione mercato del lavoro, «è autorizzata su richiesta del soggetto ospitante e del tirocinante la prosecuzione a distanza dell’attività formativa ove compatibile e coerente con il progetto di formazione individuale». E infatti nelle ultime linee guida approvate il 6 maggio per la gestione delle attività formative, si precisa che «Gli stage non ancora avviati (….) prima della sospensione delle attività, potranno essere sostituiti con project work nel caso non sia possibile realizzare lo stage direttamente presso un’unità produttiva». Quindi anche in questo caso è possibile attivare nuovi tirocini in modalità da remoto.Anche in regione Umbria i tirocini extracurriculari al momento sono sospesi salva la possibilità di continuarli in modalità di svolgimento a distanza, almeno fino al 17 maggio. Fino a quella data, a meno di eventuali proroghe, è prevista la possibilità di attivare a distanza nuovi tirocini. Quindi anche in questa regione è consentito lo smart internshipping.Il Molise ha stabilito il 30 aprile con la determina numero 39 del Direttore del Terzo Dipartimento di sospendere fino al 17 maggio l’attivazione di nuovi tirocini extracurriculari ma di consentire ai soggetti promotori e ospitanti di far svolgere anche i nuovi tirocini extracurriculari presso il domicilio del tirocinante in modalità assimilabile alla FAD/E-learning. In questo modo si autorizza lo smart training così come il 6 aprile la Determinazione numero 32 aveva autorizzato lo svolgimento del tirocinio in smart internshipping. Premessa per l’autorizzazione di nuovi tirocini in modalità e-learning è «la costante disponibilità dei tutor all’assistenza attraverso adeguata tecnologia».Diversa la situazione della Campania che a fine aprile ha autorizzato lo svolgimento a distanza dei tirocini extracurriculari e l’autorizzazione per gli operatori accreditati del programma Garanzia giovani ad attuare la presa in carico, l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro. Poi con comunicato stampa del 4 maggio precisa che è possibile attivare tirocini in modalità a distanza, ma fino al 17 maggio sono sospesi visto il Dpcm del 26 aprile Escludono dunque la possibilità di attivare nuovi tirocini in modalità da remoto la Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Veneto, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.In Valle d’Aosta i tirocini extracurricolari sono ripartiti il 3 maggio, ma l’attività dei centri per l’impiego è sospesa fino al 17.  Nessuna nuova attivazione per ora e anche in seguito non potranno essere attivati nuovi tirocini negli stessi settori nei quali sono stati richiesti gli ammortizzatori sociali.  Il blocco delle nuove attivazioni è partito il 10 marzo.In Lombardia il 30 marzo la Regione ha vietato l’attivazione di nuovi tirocini. La situazione non è cambiata anche se la Regione «ha attivato un confronto con le altre Regioni e il Ministero del lavoro per definire nuove misure per la gestione dei tirocini nella seconda fase dell’emergenza. Fino ad allora restano sospese le nuove attivazioni», spiega Laura Amézaga dalla Direzione generale istruzione formazione e lavoro.Il Piemonte se da una parte ha autorizzato il 3 aprile lo smart internshipping per i tirocini extracurricolari e curricolari che erano già in corso prima del 9 marzo, dall’altra vieta l’attivazione di nuovi stage in modalità da remoto anche se consente la presentazione dei documenti per attivarli a fine emergenza. Il Veneto con un aggiornamento pubblicato il 28 aprile proroga la sospensione dei tirocini e chiarisce che fino al 17 maggio non sarà possibile l’attivazione di nuovi stage, nemmeno presso le aziende che hanno ripreso le lavorazioni. Per i tirocini che erano già attivi prima dell'emergenza è possibile attivare la modalità a distanza, qualora l'attività lo permetta. Modalità non consentita per le nuove attivazioni. Qui la prima interruzione è stata stabilita il 13 marzo.In Puglia tutti i tirocini extracurriculari sono sospesi dal 13 marzo senza possibilità di smart working e anche l’attivazione di nuovi stage è stata bloccata da allora. Il 10 aprile, però, è stata approvata la Determinazione del Dirigente della sezione formazione professionale numero 676 che autorizza la formazione a distanza per l’attuazione dei percorsi formativi finanziati dalla sezione formazione professionale. Dal 21 aprile è ripresa tutta la fase di profilazione e presa in carico dei giovani per le misure del programma Garanzia Giovani, che grazie a un ulteriore stanziamento di risorse possono continuare con corsi di formazione professionale tramite il web.  La sospensione dei tirocini extracurriculari e di nuove attivaizoni, invece, continua.Non è stato possibile ricevere informazioni dalla regione Basilicata o trovarle sul sito, ma da ultime informazioni in possesso l’attivazione in modalità remota dello stage non è ammessa. Questo nonostante lo smart internshipping sia possibile sin dal 19 marzo. Anche la Calabria non consente nuove attivazioni di tirocinio e ha sospeso tutti i tirocini extracurricolari sin dall’11 marzo con la circolare 105596, senza mai parlare di nuove attivazioni da remoto.Tutto fermo anche in Sicilia dove lo smart internshipping non è mai stato permesso, gli avvisi 20 e 22 sono sospesi fino a tutte le proroghe dei Dpcm successivi a quello del 13 aprile  e le nuove attivazioni non sono mai state prese in considerazione.In Sardegna continuano ad essere sospesi tutti i tirocini di nuova attivazione ma la Regione sta evidentemente pensando ai prossimi mesi visto che ha pubblicato l’avviso Cantieri di lavoro  per cui dal 25 maggio al 31 luglio i soggetti attuatori potranno presentare i nuovi progetti  che dovranno avere l’obiettivo di reinserire nel mondo del lavoro soggetti disoccupati.  Marianna Lepore

Allarme, nella bozza del decreto “Rilancio” non c'è nulla per gli stagisti

Gli stagisti italiani rischiano di rimanere ancora una volta delusi e ignorati – col cerino in mano, come si dice. Nelle 434 pagine – quattrocentotrentaquattro! – della bozza del cosiddetto “Decreto legge Rilancio” (il decreto che prima veniva chiamato “aprile” ma adesso si può chiamare tutt’al più “ex aprile, dato che all’11 maggio nemmeno ha cominciato il suo iter di discussione in Parlamento) pubblicata dal Corriere della Sera – in una versione aggiornata al 10 maggio – non vi è nemmeno una menzione di stagisti, tirocinanti, praticanti. Sembra che il governo si sia dimenticato in blocco dell’intera categoria.Le promesse dunque rischiano di restare non mantenute, e gli stagisti italiani – 350mila all’anno considerando solo i extracurricolari, mezzo milione contando anche i curricolari, cioè quelli svolti durante gli studi, ancor di più considerando chi sta facendo la pratica professionale per l’accesso a una delle professioni regolamentate come avvocato, notaio, commercialista – se qualcosa non cambia in fretta finiranno per veder sfumare anche stavolta la possibilità di vedersi assegnato un sostegno al reddito in questa crisi Coronavirus.Eppure il Parlamento si è impegnato – e ha impegnato il Governo – non una ma ben due volte, a fine aprile, a prevedere una indennità per le persone che a causa dell’emergenza Covid si sono viste interrompere o sospendere lo stage. Carta canta: c’è un ordine del giorno a prima firma Chiara Gribaudo del PD, sottoscritto anche da Lia Quartapelle, Gea Schirò, Massimo Ungaro, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo, Enza Bruno Bossio, Fausto Longo, Giuditta Pini e Matteo Orfini. E poi c’è un altro ordine del giorno di Rosalba Testamento del Movimento 5 Stelle.Entrambi gli ordini del giorno chiedono di prevedere per i tirocinanti un sostegno economico. In particolare, quello di Gribaudo impegna il governo a «prevedere, attraverso il primo strumento normativo utile, misure di sostegno al reddito per tutti coloro il cui tirocinio extracurricolare è stato sospeso o terminato in anticipo, consentendo ai giovani e a tutti gli interessati di mantenersi e riconoscendo la dignità del loro lavoro»; mentre quello di Testamento a «valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti a carattere normativo, l'incremento delle risorse previste nel “Fondo per il reddito di ultima istanza”, assicurandone l'accesso anche agli stagisti e ai tirocinanti operanti in ministeri, enti locali e aziende private».Eppure, spulciando le 434 del decreto si trova la parola tirocini una sola volta. A pagina 185, quando si parla del  incremento del Fondo per le non autosufficienze, che per legge fornisce sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti. È qui che, elencando le finalità “abituali” del Fondo, vengono citati tra gli altri anche i «tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione». Quindi questo passaggio è totalmente irrilevante per la categoria degli stagisti. Quello che servirebbe, invece, sarebbe vedere i tirocinanti citati nella parte del decreto che delinea il REM, il “Reddito di emergenza” (se non nel “reddito di ultima istanza”) e chi può accedere a questa misura. Ma al momento non c’è nulla: i tirocinanti non sono nemmeno menzionati.La politica nazionale si dimenticherà anche stavolta di loro, scaricando la patata bollente alle Regioni? Noi della Repubblica degli Stagisti, e le migliaia di giovani che ci seguono, siamo bene intenzionati a non lasciare che ciò avvenga, e a rinfrescare la memoria di deputati e senatori… prima che sia troppo tardi.

“Stagisti veneti senza sostegni, quali misure per tutelarli?”, un'interrogazione presentata alla Giunta regionale

Vi sono ad oggi cinque Regioni che si sono mosse per tutelare le decine di migliaia di persone che erano in stage al momento dello scoppio dell’emergenza Coronavirus e che sono state danneggiate dalla situazione perché il loro tirocinio è stato interrotto o sospeso. Non potendo proseguirlo da casa – per le ragioni più varie: per una effettiva impossibilità di svolgere le mansioni da remoto, oppure per una indisponibilità del soggetto ospitante ad attivare questa modalità, o ancora per un esplicito divieto da parte della Regione – sono rimasti senza attività e sopratutto senza entrate economiche. L’Emilia Romagna, il Lazio, la Toscana, la Valle D’Aosta – e parzialmente la Calabria – hanno preso provvedimenti, stanziando fondi per garantire un sussidio ai loro stagisti.Ma cosa sta succedendo nelle altre Regioni italiane? La Repubblica degli Stagisti vuole raccontarlo, e dare conto dell’attività dei politici che si stanno muovendo per garantire qualche tutela agli stagisti dei loro territori.Proprio ieri, giovedì 7 maggio, è stata depositata presso il Consiglio regionale del Veneto una interrogazione dal titolo molto esplicito: “Covid-19. Stagisti veneti senza sostegni. Quali misure per tutelarli?”. La promotrice di questa iniziativa è Anna Maria Bigon, 52enne consigliera regionale del Veneto eletta con il Partito Democratico nella circoscrizione di Verona; insieme a lei risultano firmatari anche Graziano Azzalin, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, tutti del PD.«Mi sono arrivate negli ultimi giorni molte segnalazioni accorate» dice Bigon alla Repubblica degli Stagisti «da parte di giovani in difficoltà per la situazione: penso che un intervento della Regione sia necessario, e spero davvero che la Giunta ci ascolti».Il testo dell’interrogazione fa infatti esplicito riferimento alle «condizioni di grave disagio in cui versa la categoria degli stagisti extra curriculari» ricordando che «si tratta di persone giovani per le quali, già nel tempo ordinario, l'entrata nel mondo del lavoro si rivela come un passaggio tortuoso e in salita».L’interrogazione snocciola poi i dati numerici sulla diffusione dello stage in Veneto: «Secondo i più recenti dati ufficiali, ricavabili dal Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie 2019 redatto dal Ministero del Lavoro, negli ultimi tre anni in Veneto si sono svolti mediamente 40.575 tirocini extracurricolari all’anno». In particolare in Veneto risultano essere stati attivati 37.574 tirocini di questo tipo nel 2016, 45.326 nel 2017 e 38.826 nel 2018, ultimo anno per il quale il dato è noto. Non bisogna dimenticare inoltre che c’è anche un numero ignoto di tirocini curricolari, che noi della Repubblica degli Stagisti stimiamo possa essere, per il Veneto, intorno ai 20mila all'anno; ma per questo tipo di tirocini in realtà le Regioni non sono direttamente responsabili, mentre – esplicita ancora l’interrogazione di Bigon – esse «sono competenti e responsabili in maniera esclusiva per i tirocini extracurricolari».E che trattamento stanno ricevendo, i tirocinanti extracurricolari veneti rimasti dall’oggi al domani senza tirocinio, dalla loro Regione? «In coincidenza con l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, viene segnalato che, a partire dalla fine di febbraio, anche in Veneto migliaia di tirocini extracurriculari sono stati sospesi senza remunerazione, quando non direttamente interrotti» recita l’interrogazione: «In alcune regioni si è provveduto ad un sostegno al reddito per chi aveva subito tale sospensione o interruzione» elencandole e specificando che esse hanno previsto «di erogare somme tra i 400 e i 600 euro agli stagisti che hanno subito l’interruzione o la sospensione del tirocinio senza possibilità di proseguirlo da casa». Si tratta di amministrazioni regionali che hanno pensato, più o meno tempestivamente, di erogare un sussidio per aiutare gli stagisti ad arrivare alla fine del mese: «Ma in Veneto non è stata ancora adottata alcuna misura analoga» rileva Bigon nell’interrogazione: «Di conseguenza gli stagisti del Veneto vivono una fase di fortissima incertezza, e in assenza di aiuti economici gravano inevitabilmente sulle proprie famiglie».Arrivando, dopo queste premesse, alla richiesta vera e propria indirizzata alla giunta regionale guidata dal leghista Luca Zaia: «La sottoscritta consigliera chiede al Presidente della Giunta regionale se e quali misure intende introdurre a tutela degli stagisti del Veneto». Una domanda che certamente riecheggia quella di migliaia e migliaia di giovani che in Veneto fino a poche settimane fa stavano svolgendo tranquillamente il proprio stage, e che dall'oggi al domani si sono trovati in difficoltà.Bigon ha scelto per questa iniziativa la formula della “interrogazione a risposta immediata”:  si tratta di interrogazioni di in una sola domanda, “formulata in modo chiaro e conciso su un argomento di particolare urgenza o attualità politica”. E certamente la condizione degli stagisti colpiti dall’emergenza Coronavirus soddisfa i requisiti di urgenza e attualità. La Giunta regionale “è tenuta a rispondere alle interrogazioni presentate entro le ore dodici del quindicesimo giorno antecedente a ciascuna seduta del Consiglio regionale”. Quindi tecnicamente adesso la Giunta guidata da Zaia avrebbe fino a fine maggio per rispondere all’interrogazione sugli stagisti, ma Bigon promette che proverà a «sollecitare, in Commissione Lavoro, l’assessore Donazzan affinché prenda atto della situazione». Nella speranza che la Giunta, stimolata in questo senso, possa anche decidere autonomamente di prendere dei provvedimenti, destinando un fondo proprio a una misura simile a quelle implementate in Emilia Romagna, Lazio o nelle altre Regioni che hanno deliberato dei sostegni economici per gli stagisti. La Giunta ascolterà?

Emergenza Covid, gli specializzandi mandano avanti gli ospedali: ma mentre i medici sono pagati, i farmacisti no

Maria esce dall’ospedale San Raffaele di Milano dopo un turno di 9 ore. È una specializzanda in farmacia ospedaliera e ogni giorno entra in ospedale e svolge il suo lavoro: prestando assistenza farmaceutica, dispensando dispositivi di protezione individuale o farmaci in modalità specifiche a seconda delle esigenze dei malati. Solo per elencare alcuni dei suoi compiti. Eppure Maria non viene pagata per questo lavoro. Nemmeno in un momento in cui passare tante ore al giorno in un ospedale è così pericoloso ed essenziale per garantire la salute pubblica ed evitare o limitare che i virus in circolazione si diffondano in tutto il territorio. Maria è un nome di fantasia. Rappresenta uno dei 500 specializzandi in Farmacia ospedaliera. Potrebbe entrare e uscire dal Niguarda o dal San Camillo. Essere a Venezia, Bologna, Roma. Se fosse specializzanda in medicina riceverebbe uno stipendio di 1.800 euro al mese. Invece è una specializzanda di “serie B”. Non sono tanti e forse per questo fanno meno notizia. Eppure gli specializzandi in Farmacia ospedaliera in questi mesi di emergenza Coronavirus hanno svolto compiti ugualmente importanti all’interno degli ospedali, specie delle regioni più colpite, garantendo un servizio pubblico di qualità ed esponendosi al rischio di contagio. Tutto senza alcuna tutela.Farmacisti ospedalieri che svolgono presso il Servizio sanitario nazionale la propria specializzazione al pari dei colleghi medici, quattro anni e 1.500 ore annuali di tirocinio a cui si affiancano ovviamente i corsi universitari e gli esami. E pur avendo diritto come i medici ai contratti di formazione specialistica, alla fine fanno tutto senza alcun rimborso perché le risorse, previste, in realtà non ci sono.Non è la prima volta che la Repubblica degli Stagisti racconta il duro percorso di formazione di queste figure, il problema è che in questa fase in cui nell’emergenza tutti gli appartenenti alla cosidetta area sanitaria si sono rivelati fondamentali per il funzionamento delle terapie, fa certamente più scalpore pensare che c’è chi l’ha fatto gratis. L’allarme l’aveva lanciato Antonio Pirrone, 30 anni, Presidente ReNaSFO, la rete nazionale degli specializzandi in farmacia ospedaliera, e specializzando presso l’Università di Milano, a inizio marzo quando la carenza di professionisti sanitari era ormai palese e il Consiglio dei Ministri aveva appena approvato un maxi Decreto giustizia e sanità per assumere 20mila professionisti tra medici, infermieri e operatori sanitari. Prevedendo anche di aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici stanziando un’ulteriore spesa di 125 milioni di euro per il biennio 2020-21 e di 130milioni di euro per il triennio 2022-2024.Anche questa volta, però, il Governo si è dimenticato di qualcuno. «Gli specializzandi impegnati nella gestione dell’emergenza COVID-19 non sono soltanto iscritti alle scuole di specializzazione mediche. Sono anche farmacisti, biologi, biotecnologi, veterinari, psicologi, chimici, fisici», raccontava Antonio Pirrone a inizio marzo, e «lavorano per tutti gli anni della formazione a tempo pieno, gratuitamente, senza tutele, senza diritti». Per questo motivo hanno alzato la voce, partendo con una petizione online indirizzata al ministro della Salute, Roberto Speranza. «Forse la richiesta è arrivata in un momento poco felice, nel pieno dell’emergenza virus», riflette Pirrone, e serve per chiedere che tutti gli specializzandi di area sanitaria possano beneficiare delle stesse tutele economico-contrattuali, della stessa dignità e degli stessi diritti di cui godono i colleghi medici. Una volta raggiunte le 1.500 firme, ne mancano scarse 200, «proveremo a risentire il ministro per vedere se questa volta qualcosa cambia».Per ora c’è stato un cambiamento di strategia da parte dei farmacisti ospedalieri, visto che «dopo anni in cui ci muoviamo singolarmente, nell’emergenza è arrivato il momento di unirsi, perché non vogliamo tornare alla situazione di prima». Per questo motivo parallelamente alla propria battaglia, gli specializzandi farmacisti ospedalieri ne stanno portando avanti un’altra con le associazioni di biologi e fisici. Insieme hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio per ricordare l’importanza di investire nella formazione delle specializzazioni non mediche e scongiurare il rischio «che spariscano professioni importanti come quella dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi». Per farlo basta applicare una legge, la 401 del 29 dicembre 2000, e ripristinare l’articolo 8, ovvero di investire anche sulla formazione di queste figure.Il dibattito su questo tema si è sviluppato molto negli anni, ma Pirrone ancora non riesce a dare una spiegazione valida sul perché esista una disparità di trattamento tra specializzandi medici e di area sanitaria. «Sono due anni che rappresento gli specializzandi e ancora me lo chiedo. Abbiamo provato a ragionare insieme al Consiglio direttivo ma non ne veniamo a capo. Certo, i medici sono in prima linea e sono numericamente molti di più, ma non riesco a capire questa disparità. All’interno degli ospedali noi siamo fianco a fianco a infermieri, medici, biologi, biotecnologi».Una boccata d’aria sembrava essere arrivata con il decreto 68/2015 «che finalmente garantiva un contratto di formazione specialistica e quindi una dignità retributiva uguale a quella dei colleghi medici, con cui condividiamo lo stesso percorso formativo in termini di impegno orario e didattico», racconta Pirrone, «ci sembrava una vittoria essere stati ricompresi nell’area sanitaria, che in quel decreto viene denominata area clinica». Ma la gioia dura poco perché «nelle more di una ricerca di risorse veniva abolito il diritto di biologi, fisici, farmacisti a ottenere un’equiparazione economica. Quindi i doveri sì, ma i diritti no, nell’attesa di non si sa che cosa».Eppure le cifre non sarebbero altissime: in totale al momento gli specializzandi in farmacia ospedaliera sono 450-500 in tutta Italia e «per finanziare i nostri contratti di formazione basterebbero 10-15 milioni annui, ovvero il 3% dei contributi per i colleghi medici» spiegava già due anni fa Pirrone alla RdS.L’appoggio alle loro rivendicazioni è arrivato anche dal Sindacato nazionale Farmacisti ospedalieri, SINAFO, che con una nota del 12 marzo  del segretario generale, Roberta di Turi, invitava a «autorizzare il reclutamento di personale farmacista dirigente, con inclusione anche dei farmacisti specializzati e specializzandi, attraverso assunzioni a tempo determinato, ovvero con istituti contrattuali flessibili quali collaborazione coordinata e continuativa o, in via residuale, attraverso contratti libero professionali, così come espressamente previsto per i medici».Ed è in questa nota che si chiarisce bene, per chi non lo sapesse, cosa fanno i farmacisti ospedalieri che hanno garantito in particolare nel periodo dell’emergenza «l’assistenza farmaceutica correlata al costante incremento delle attività delle terapie intensive e subintesive, assicurando la dispensazione di tutti i dispositivi medici necessari, dei farmaci utilizzati nei protocolli off label nel trattamento dei pazienti e la dispensazione dei farmaci per le terapie di supporto». Non solo, garantiscono «la dispensazione di tutti i dispositivi di protezione individuale e mascherine chirurgiche che sono strumenti nevralgici per ridurre il contagio». In più garantiscono la preparazione di farmaci antiretrovirali per pazienti non in grado di deglutire. «Si pensi a tutti i pazienti intubati» spiega meglio Pirrone, «per loro è necessario creare il farmaco, quindi prendere una compressa e permettere di somministrarla sotto altra forma», solo per fare un esempio.Gli appelli a riconoscere il diritto a un rimborso economico non arrivano solo da ReNaSFO o da SINAFO, ma anche dalla Conferenza dei direttori delle scuole di specializzazione, che una volta visto il dpcm del 4 marzo, ha scritto al Presidente del Consiglio, chiedendo «un’urgente interpretazione autentica». Perché in quel decreto legge si impone l’applicabilità delle disposizioni ai farmacisti ma, se consente di conferire incarichi di lavoro ai medici specializzandi, omette «a parere degli scriventi, i farmacisti specializzandi in Farmacia Ospedaliera (….). Tale dubbio interpretativo sembra creare un certo disorientamento delle Università, delle Regioni e Province autonome e della stessa professione, nel dare corso a tale disposizione». La nota, datata 30 marzo, e firmata dal professor Nicola Realdon, Presidente della Conferenza, chiede informazioni su come interpretare la legge e «nonostante possa apparire sgradevole nel contingente stato di emergenza» ricorda «che gli specializzandi in Farmacia ospedaliera operano in tale contesto formativo-assistenziale a tempo pieno come i colleghi specializzandi medici ma a titolo gratuito». Per questo l’opportunità di conferimento di incarichi di lavoro autonomo costituirebbe una «minimale quanto meritata gratifica».La protesta dunque va avanti, ma è bene ricordare che in tutto questo nessuno degli specializzandi si è tirato indietro. «Almeno qui in Lombardia l’impegno è aumentato» spiega Pirrone, «se prima lavoravi 6-7 ore al giorno, adesso arrivi sicuramente a 10. Personalmente sono arrivato ad almeno 11 ore, e poi ci sono le lezioni telematiche da seguire».Una volta finita la specializzazione, poi, il futuro non è necessariamente roseo. Nel novembre 2019 l’Area giovani SIFO con il contributo di SINAFO ha presentato i risultati di una survey dal titolo “Situazione lavorativa e contrattuale dei farmacisti specializzati con meno di 45 anni”, in cui i dati testimoniano come la condizione di precarietà protratta nel tempo influisca negativamente sulla percezione della propria condizione lavorativa.«Abbiamo ricevuto diverse critiche per la nostra richiesta, perché qualcuno ha pensato non fosse opportuna in una situazione di emergenza», osserva Pirrone, «ma nessuno pensa al rischio che corriamo, anche un domani quando l’emergenza sarà finita. Non chiediamo solo soldi, perché forse è questo l’unico messaggio che passa. Chiediamo di fermarsi, sedersi a un tavolo e ascoltare le nostre rischieste. Di raccontare ai nostri interlocutori cosa facciamo dentro un ospedale, perché il vero nodo è che molti non lo sanno». La richiesta immediata, oggi, è l’accesso a incarichi straordinari per la gestione della pandemia e in futuro la tutela contrattuale del percorso di specializzazione, «con l’equiparazione di diritti e doveri con gli specializzandi medici per tutta l’area sanitaria».Ora non è il momento per altre forme di protesta, «abbiamo sempre preferito canali diplomatici e cercato il dialogo», conclude Antonio Pirrone, «ma in un dialogo devono esserci due interlocutori. Mentre ad oggi abbiamo parlato solo noi e non abbiamo sentito nessuna voce dal Governo. Passata l’emergenza, però, valuteremo in quale altro modo agire».Marianna LeporeL'immagine di apertura è di Marco Verch, tratta da Flickr in modalità CreativeCommons

In Toscana 433 euro agli stagisti colpiti dall'emergenza, le anticipazioni sul provvedimento

Anche la Toscana segue l'Emilia Romagna e il Lazio in tema di sussidi agli stagisti extracurriculari. L'assessore al Lavoro e all'Istruzione Cristina Grieco attraverso un comunicato ha reso noto che la Regione ha stanziato 5 milioni e 100mila euro «per consentire il finanziamento delle domande relative all’attivazione o prosecuzione dei tirocini extracurriculari sospesi a causa delle misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19». Esclusi, come scontato, i tirocini andati avanti grazie all'opzione dello smart working e per cui il rimborso spese non sia stato congelato; ed escusi anche, purtroppo, i tirocini curriculari per cui la legge non sancisce l'obbligatorietà della indennità. Dovrebbero essere ammessi alla misura invece, stando al comunicato ma con un procedimento ancora tutto da definire, eventuali tirocini in fase di attivazione al momento dello scoppio dell'emergenza. Un aspetto su cui sarà necessario attendere i dovuti chiarimenti.«Ho depositato la delibera in Giunta lo scorso lunedì 27 aprile» fa sapere alla Repubblica degli Stagisti Grieco, spiegando come «sia stato necessario cambiare capitolo per integrare maggiori risorse e reperire fondi derivanti dal Fondo sociale europeo». Un tema, quello delle coperture per gli stagisti rimasti a casa per l'emergenza sanitaria, su cui «molte famiglie stavano chiedendo risposte» e rispetto a cui «si è creata una convergenza tra le diverse parti politiche». Al momento però l'unico documento approvato è la delibera sui fondi, mentre per il bando vero e proprio con tutti i dettagli della misura «si dovrà aspettare qualche settimana». Ma, assicura l'assessore, «dovrebbe essere definito entro la metà di maggio». Sul funzionamento delle erogazioni Grieco fornisce qualche anticipazione. «Le indennità saranno di 433 euro a stagista, un importo equivalente a quello del Servizio civile, a cui ci siamo agganciati». Una somma al di sotto dei 500 euro previsti come tetto minimo per i rimborsi degli stage in Toscana, giustificata presumibilmente «dalla necessità di dover far quadrare i conti, dovendo la Regione stornare risorse dal Fondo sociale europeo e dunque attingere agli stanziamenti per il Servizio civile e Garanzia giovani» è il commento di Mattia Chiosi, funzionario del Nidil Cgil di Firenze con delega ai tirocini.Secondo la sigla sindacale degli autonomi si tratta di «un buon provvedimento», almeno sulla carta. Anche perché – a differenza dell'Emilia Romagna – il sussidio non sarà erogato una tantum ma «fino a due mensilità» evidenzia Grieco, «a seconda dei tempi di sospensione dell'azienda e dalla eventuale ripresa delle attività post emergenza». Non ci sarà spazio invece per gettoni a favore degli enti promotori. «Non abbiamo seguito in questo aspetto l'Emilia Romagna» precisa l'assessore, «e non devolveremo finanziamenti agli enti promotori, che nella nostra regione nella maggior parte dei casi non sono rappresentati da aziende ma da centri per l'impiego». I beneficiari, ipotizza Grieco, dovrebbero essere intorno ai 7mila soggetti. E, stando a quanto annunciato nel comunicato, ne avrebbero diritto anche i praticanti degli studi professionali. L'avviso sarà infatti per l'erogazione di un contributo straordinario a favore di coloro che si sono visti sospendere «il tirocinio o il praticantato che stavano frequentando a causa del coronavirus Covid-19» si legge, senza più incassare «i rimborsi collegati all'attività formativa».In questa situazione «viene meno l'obbligo per il soggetto formatore, sia esso una struttura o un professionista, di provvedere al pagamento di quei piccoli compensi che per questi giovani rappresentano spesso il principale sostegno economico». E gli esempi riguardano «artigiani o altre attività, e i praticanti degli studi professionali, che non vanno lasciati da soli in questo periodo di sospensione».Saranno sufficienti le risorse? «Verosimile» a detta di Chiosi, secondo cui gli stagisti che riceveranno il sussidio «saranno con tutta probabilità gli stessi che aderiscono a Giovani sì, il che lascia ipotizzare che il provvedimento coinvolgerà gli stage collegati con la Regione». Giovani sì è un programma in vigore dal 2011 che prevede una serie di attuazioni a favore dei giovani toscani per l'inserimento del mondo del lavoro e l'avvio di startup. Gli stage che ne fanno parte «subiscono il controllo della Regione, che provvede anche a una parte del finanziamento dei rimborsi spese». Ma per saperne di più si dovrà attendere la pubblicazione del bando. Ilaria Mariotti 

“Nessuno escluso”, in Lazio 600 euro agli stagisti fermi causa Coronavirus: domande da lunedì 4 maggio

Non solo Emilia Romagna, Calabria e Toscana: anche il Lazio decide di pensare a una misura dedicata agli stagisti, platea fortemente segnata dall’emergenza Coronavirus per la sospensione dei tirocini e la conseguente mancanza dell’indennità mensile. Il 30 aprile, infatti, la Regione ha pubblicato un provvedimento per andare incontro a chi dal 23 febbraio [ndr. data del primo decreto legge che introduceva misure di contenimento per l’emergenza, in Lombardia e Veneto, tra cui la sospensione della formazione universitaria] ha dovuto interrompere o sospendere lo stage. Ai tirocinanti in questione arriverà un’indennità di 600 euro: le domande si potranno presentare dalle ore 9 di lunedì 4 maggio attraverso la piattaforma generazioniemergenza.laziodisco.it. Accanto alla proroga fino al 17 maggio del periodo di sospensione dei tirocini che non possono essere proseguiti da remoto, stabilita con la circolare numero 392106 pubblicata il 30 aprile, la Regione attiva un sussidio cercando di venire incontro a questa grande platea fino ad ora poco curata dal mondo politico nazionale e stanzia 5 milioni e 400mila euro, pari quindi a 9mila indennità. Certo una goccia nel mare rispetto ai 34.876 tirocini extracurriculari attivati nel 2018 solo nel Lazio, ma comunque un segnale importante di interesse verso i giovani.Il bonus rientra nel progetto “Nessuno escluso” possibile grazie a fondi europei del Por Lazio 2014/2020 con l’avviso pubblico multimisura e multitarget definito “Un ponte verso il ritorno alla vita professionale e formativa: misure emergenziali di sostegno economico per i soggetti più fragili ed esposti agli effetti della pandemia”. All’interno dello stesso progetto sono previsti anche bonus per colf e badanti (con risorse pari a 4 milioni 200mila euro), per la sicurezza dei rider (un milione 600mila euro), per soggetti in stato di disoccupazione o sospensione dal lavoro (24 milioni), per facilitare la connettività di studenti universitari attraverso l’acquisto di computer, tablet, schede sim (4 milioni 800mila): tutti con date di scadenza successive. L’investimento sugli stagisti, quindi, è il secondo per importanza di risorse stanziate. Non solo, gli stagisti riceveranno l’indennità più alta al pari dei disoccupati e sospesi dal lavoro e di alcune categorie di colf e badanti. Il totale spesa ammonta quindi a 40milioni di euro a cui, a parte, si aggiungono 397mila euro dei costi di adattamento della componente informatica e di gestione dell’iniziativa a cura di Disco, ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza che ne presidia l’attuazione. Un provvedimento accolto positivamente da Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione della Regione Lazio, “Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio”, «per stare vicino a tutti i cittadini e le cittadine, nessuno escluso». L’accettazione delle domande è fino ad esaurimento delle risorse finanziarie, quindi conviene non aspettare troppo per inviarle. Per avere informazioni non disponibili sul sito o chiarire dubbi, la Regione ha messo a disposizione due indirizzi mail a cui poter scrivere, nessunoescluso@laziodisco.it e assistenza@generazioniemergenza.laziodisco.it e un numero di telefono, 0649701850, a cui poter chiamare dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16 e nei giorni festivi dalle 9 alle 14. Oltre a una pagina con tutte le faq sul tema. A disposizione sia sul sito della Regione che su quello dedicato al progetto tutta una serie di allegati, tra cui il testo del provvedimento e il riepilogo delle informazioni necessarie in fase di candidatura. Nel testo della determinazione si legge chiaramente che «qualora gli effetti della crisi attuale dovessero produrre effetti prolungati nel tempo, il Piano generazioni emergenza COVID-19 rientrerà nel novero della programmazione delle misure dirette e potrà altresì essere oppurtanamente integrato con ulteriori policy di intervento». Il che significa che se l’emergenza dovesse continuare, non si esclude di rinnovare un provvedimento del genere.Per fare domanda è necessario essere in possesso di tutti questi requisiti: essere cittadino italiano, residente o domiciliato nel Lazio, non essere percettore di Naspi o Discoll, essere titolare di un conto corrente bancario o postale anche cointestato: requisito indispensabile visto che il contributo verrà erogato direttamente sul conto. Il tirocinio per cui si chiede il diritto al sostegno deve essere realizzato in una sede della Regione Lazio, avviato non oltre il 5 marzo, essere interrotto e sospeso a partire dal 23 febbraio e fino alla data di pubblicazione dell’avviso. Il che significa che quanti hanno ripreso lo stage in modalità smart internshipping resa possibile in questa regione dal 30 marzo restano esclusi dal beneficio. Il contributo non è poi cumulabile con il reddito di cittadinanza o con altri incentivi comunitari, nazionali, regionali o locali erogati per le stesse finalità. Per fare domanda, quindi, è necessario registrarsi sulla piattaforma informativa, accedere, scaricare la domanda, stamparla, firmarla e scansionarla in formato pdf, caricarla sul portale insieme alla copia del documento di identità valido e inviarla. Gli elenchi delle domande ammesse ed escluse saranno poi pubblicati sul sito della Regione, sul portale dei finanziamenti regionali ed europei e su quello dell’Ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza. Ai tanti giovani che in queste settimane hanno richiesto informazioni su possibilità di questo tipo in Lazio, non resta che raccogliere tutta la documentazione necessaria per fare domanda e lunedì 4 maggio inviarla, con la possibilità di ricevere una parziale boccata d’ossigeno in attesa che i tirocini, tutti, possano finalmente ricominciare.Marianna Lepore

La situazione stage regione per regione in emergenza Coronavirus

A quasi due mesi dallo scoppio dell’emergenza Covid-19, che ha avuto grandi ripercussioni sul mondo degli stage, la Repubblica degli Stagisti analizza regione per regione lo stato della situazione – in continuo divenire. Valle d’AostaDal 10 marzo con nota protocollare n. 1959 sono sospesi tutti i tirocini extracurriculari in corso «fino al perdurare dell’emergenza sanitaria». Consentito lo smart internshipping, ma non applicato. I tirocini curricolari possono essere svolti «con modalità assimilabili al lavoro agile». Bloccata l’attivazione di nuovi stage. Chiusi i centri per l’impiego fino al 17 maggio. Info sulla sospensione degli stage in homepage del sito regionale ma i dettagli sono sul portale dedicato alla ricerca di lavoro.  Aggiornato il file delle faq.  La ripartenza dei tirocini extracurricolari sospesi e l’avvio di nuovi stage sarà connessa alla tipologia del soggetto ospitante. La legge regionale n. 5 del 21 aprile 2020 prevede un indennizzo per i tirocinanti extracurriculari pari a 400 euro al mese per marzo e aprile. A breve verranno comunicate le modalità di presentazione delle domande. PiemonteDal 3 aprile con una Determina dirigenziale la Regione consente la prosecuzione in smart internshipping, in via del tutto eccezionale per i tirocini extracurricolari già in corso in precedenza (e che erano stati sospesi d’ufficio dal 9 marzo). Possibilità di modalità smart working anche per i tirocini curricolari in corso, altrimenti sospesi. Vietata l’attivazione di nuovi stage in smart internshipping, ma è possibile presentare la documentazione per cominciarli a fine emergenza. Le faq con le disposizioni sui tirocini sono aggiornate al 24 aprile. In homepage della Regione nessun richiamo ai tirocini: una scheda su come svolgerli a distanza è presente nella sezione lavoro della pagina dedicata al Coronavirus. LombardiaDal 12 marzo i tirocini extracurricolari possono essere interrotti, sospesi o proseguire in smart internshipping. Stessa sorte per i tirocini curricolari in corso. Dal 30 marzo la Regione, attraverso una semplice comunicazione, ha vietato l’attivazione di nuovi tirocini. La Regione ha emanato il 16 aprile 18 FAQ per guidare soggetti promotori e ospitanti durante l’emergenza. La pagina “tirocini” della sezione Lavoro del sito della Regione Lombardia non è aggiornata, nemmeno la sezione istruzione e formazione. La Regione non ha comunicato quando intende permettere l’attivazione di nuovi tirocini. Non sono previsti al momento sussidi per gli stagisti. LiguriaDal 12 marzo la Regione ha sospeso i tirocini extracurriculari «in ossequio alle norme volte a ridurre la mobilità sul territorio dei cittadini», ma contestualmente in una nota integrativa ha consentito la prosecuzione in modalità di lavoro agile. Nella home page del sito regionale non ci sono informazioni sui tirocini: le faq aggiornate sono invece nella sezione lavoro. Il 23 aprile la Regione ha stabilito che è possibile anche l’attivazione di nuovi tirocini extracurriculari in modalità smart training nel settore del turismo, per aiutare le categorie attualmente più fragili. Gli stage curricolari, invece, sono stati sospesi già dall'inizio di marzo. VenetoDal 13 marzo è possibile l’interruzione, la sospensione o la prosecuzione a distanza dei tirocini, ma non le nuove attivazioni. Con vari provvedimenti la sospensione è prorogata al 17 maggio e fino ad allora non sarà possibile nemmeno l’attivazione di nuovi stage. Il blocco vale anche per quei tirocini presso aziende ammesse a riprendere l’attività. Il sito è aggiornato con tutte le notizie che, però, sono presenti in sezioni diverse e non in home page, rendendo macchinosa la loro ricerca.Trentino Alto AdigeCon l’ordinanza n. 7 del 10 marzo la Provincia di Trento ha precisato che tutte le attività formative sono sospese ma è possibile lo svolgimento di attività formative a distanza. Prevista anche la possibilità di attivazione di nuovi tirocini extracurriculari in modalità da remoto. Non si trova sul sito una pagina dedicata allo stage in emergenza Covid19. Per quanto riguarda invece la Provincia di Bolzano, dal 23 aprile è ripresa la promozione dei tirocini presso quei datori di lavoro che possono riprendere l’attività, così come gli stage osservando le prescrizioni su sicurezza e igiene. Durante l’emergenza i tirocini extracurriculari che non potevano essere svolti in smart internshipping sono stati sospesi d'ufficio fino al 22 aprile. La Provincia ha anche previsto, a tutela delle persone coinvolte nei tirocini di inserimento lavorativo a favore di persone svantaggiate, l’erogazione di un’indennità mensile di 400 euro durante il periodo della sospensione.Friuli Venezia GiuliaIl 24 aprile la Direzione centrale lavoro della Regione ha precisato che i tirocini extracurriculari sono sospesi fino al termine dell’emergenza ma è consentita la modalità di svolgimento “agile”. Come già era stato deciso l’11 marzo contestualmente alla sospensione dei tirocini extracurriculari. Sul sito della Regione non c’è nessuna notizia in homepage né nella sezione dedicata al Coronavirus ma bisogna andare nella sezione dedicata ai datori di lavoro per trovare un aggiornamento. Nessuna notizia sui tirocini curriculari o su eventuali sussidi per gli stagisti.Emilia RomagnaSospesi tutti i tirocini extracurriculari già dall’11 marzo con la possibilità di svolgerli attraverso l'utilizzo delle tecnologie telematiche. Ventilata una possibile ripartenza degli stage sospesi, ma attualmente è possibile solo lo svolgimento a distanza. La Regione ha previsto con uno stanziamento di 11 milioni di euro un’indennità una tantum di 450 euro, 900 per gli stagisti disabili, a chi si è visto sospeso il tirocinio per l’emergenza. Le informazioni sono facili da reperire visto che in homepage del sito regionale c’è subito il link alla sezione Coronavirus e da qui un box sulle informazioni per il settore lavoro tra cui le disposizioni per i tirocini curricolari ed extracurricolari. All’interno del sito dell’assessorato alla formazione e lavoro sono presenti anche le indicazioni per lo svolgimento a distanza di attività di project work dei percorsi di istruzione e formazione professionale. ToscanaDal 16 marzo è consentito lo smart internshipping , dopo un primo periodo in cui i tirocini extracurriculari erano stati sospesi. Tutte le attività didattiche e formative, compresi i tirocini extracurricolari, restano ferme fino al 17 maggio, ad eccezione di quelle che possono essere svolti a distanza. Anche in questo caso nella homepage non sono inseriti richiami espliciti ai tirocini, né nella pagina dedicata all’emergenza né nelle sezioni dedicate a giovani, formazione e lavoro. Sul sito è però presente una raccolta quesiti con le domande più frequenti sul tema in ambito stage. L’assessora al lavoro ha annunciato che sono in arrivo contributi straordinari per chi ha visto il tirocinio sospeso: stanziati dalla Regione 5 milioni di euro  per questo scopo. L’avviso deve ancora essere pubblicato.MarcheLa Regione ha deciso che il tirocinio può proseguire «se il progetto formativo prevede attività che possono avvenire nelle forme del lavoro a distanza da remoto», ma l’autorizzazione deve avvenire caso per caso. Precedentemente si era optato per la sospensione di tutti i tirocini in corso. Gli stage non ancora avviati, invece, devono essere rinviati. Nella home page del sito regionale non si trovano informazioni riguardo i tirocini, né nelle sezioni istruzione  o lavoro. UmbriaIl 30 aprile la nuova determinazione direttoriale numero 469 ha prolungato al 17 maggio la sospensione dei tirocini extracurriculari confermando la possibilità di svolgimento a distanza. La precendete determinazione del coordinatore è dell'11 aprile e prolungava al 3 maggio la sospensione dei tirocini extracurricolari finanziati e non finanziati e attraverso disposizioni attuative in deroga ribadiva la possibilità di svolgimento a distanza dei tirocini extracurricolari. La possibilità dello smart internshipping è stata introdotta il 3 aprile con la proroga della sospensione degli stage. La prima circolare a bloccarli è la n. 2 del 10 marzo. L’attivazione di nuovi tirocini resta bloccata. Sul sito della Regione in homepage non ci sono notizie o richiami ai tirocini, nemmeno nella sezione lavoro. Le informazioni sono presenti, invece, sul sito Arpal Umbria dove in homepage sono pubblicati tutti gli avvisi evidenziando gli argomenti in oggetto.LazioIl 30 aprile la circolare 392106 ha prorogato il periodo di sospensione dei tirocini al 17 maggio, ad eccezione dei tirocini per cui è stato attivato lo smart internshipping, modalità permessa con la circolare 0255844 del 30 marzo che nella fase di emergenza sociosanitaria ha consentito l’attuazione e gestione dello stage mediante tecnologie digitali, autorizzando lo smart internshipping per tutti i tirocini extracurricolari (la modalità è correlata al perdurare dell’emergenza sanitaria in corso), cosa che in precedenza era stata vietata con la circolare 207548. Il tirocinio a distanza non è però permesso per gli stage del programma Garanzia Giovani che sono quindi sospesi. L’attivazione di nuovi stage è stata, invece, interrotta già il 12 marzo. Il 30 aprile la Regione ha pubblicato un provvedimento per venire incontro agli stagisti che hanno dovuto interrompere o sospendere il tirocinio a partire dal 23 febbraio: un bonus tirocinanti di 600 euro. Le domande si possono presentare dalle ore 9 del 4 maggio attraverso la piattaforma generazioniemergenza.laziodisco.it. Stanziati 5 milioni 400mila euro, pari a 9mila bonus. Nella home page del sito regionale non ci sono richiami ai tirocini anche se campeggia il link al provvedimento Nessun escluso i cui destinatari sono anche gli stagisti. Nemmeno nella sezione lavoro del portale regionale c'è un avviso in primo piano e bisogna arrivare all'elenco delle circolari per trovare qualche notizia.  AbruzzoL’ultima ordinanza numero 51 del 30 aprile sospende i tirocini extracurriculari fino al 17 maggio e arriva dopo la circolare del 13 aprile che proroga la sospensione fino al 3 maggio salva la possibilità dello smart internshipping. L'articolo 2 dell'ordinanza numero 51 al comma 2 introduce anche la possibilità di attivare tirocini in smart training, che erano invece bloccati fino a fine aprile. La sospensione di tutti i tirocini extracurriculari comincia già il 9 marzo con l’ordinanza numero 5, in cui il Presidente della giunta regionale ha disposto lo stop immediato anche nei casi in cui non sia stata predisposta la chiusura aziendale. L’articolo 2 dell’ordinanza consente anche il tirocinio a distanza, con esclusione di quelli attivati con Garanzia Giovani che sono quindi sospesi. La politica sta valutando eventuali misure di sostegno per gli stagisti. MoliseI tirocini extracurriculari sono sospesi fino al 17 maggio anche con la riapertura di alcune attività ripartite il 16 aprile. Il 6 aprile con la Determinazione n. 32 sono stati prorogate al 13 aprile le sospensioni degli stage, ma contestualmente è stato autorizzato lo svolgimento del tirocinio presso il domicilio del tirocinante in modalità assimilabile alla FAD/E-learning (cambiando quindi opinione rispetto alla determinazione n. 28 del 19 marzo che escludeva lo smart internshipping). I centri per l’impiego restano chiusi fino all’11 maggio e sul fronte tirocini curriculari c’è la possibilità, adottata dall’Università del Molise di svolgerli in modalità formativa a distanza. Nella homepage della Regione non sono presenti aggiornamenti sui tirocini, nemmeno nella sezione dedicata al Coronavirus o nelle faq. In homepage del portale dedicato all'apprendistato, invece la notizia sulla proroga dei tirocini è quella di apertura.CampaniaIl 29 aprile l’assessorato regionale al lavoro ha comunicato l’autorizzazione allo svolgimento a distanza dei tirocini extracurriculari così come la formazione a distanza. Modalità a distanza che può partire anche per la Garanzia giovani con l’autorizzazione per gli operatori accreditati ad attuarla per la presa in carico, l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro. Gli stage sono stati inizialmente bloccati fino al 3 aprile, blocco prorogato al 4 maggio. Anche in questo caso non ci sono informazioni riguardo i tirocini nella homepage del sito regionale e bisogna scorrere la sezione news per ritrovare i comunicati sul tema, assenti anche nella sezione lavoro. PugliaRestano sospesi i tirocini extracurriculari ma la Regione sta studiando metodologie idonee per farli ripartire. La determinazione dirigenziale del 10 aprile consente il ricorso alla formazione a distanza per l'attuazione dei percorsi formativi finanziati dalla sezione formazione professionale. La Regione ha stanziato 10 milioni di euro per convertire online tutta la fase di iscrizione, patto di servizio e corso di formazione dei tirocini in Garanzia Giovani. I tirocini extracurricolari sono stati sospesi senza possibilità di smart working perché «i tirocini extracurriculari non costituiscono una forma di lavoro ma una tipologia di formazione caratterizzata da una modalità di apprendimento on the job». Nella homepage del sito regionale non ci sono informazioni sui tirocini, poche nella sezione lavoro e formazione. Le informazioni si trovano nella sezione Lavoro del portale per lo sviluppo e la promozione delle imprese, ma anche qui non sono lasciate in evidenza. BasilicataSospesi i tirocini extracurriculari al pari delle attività didattiche e formative in generale, ma se compatibile con gli obiettivi del progetto formativo è possibile la modalità in smart working assicurando il tutoraggio costante. La prima a dare direttive sullo stage in emergenza Covid 19 è stata l’Agenzia regionale del lavoro con una nota dell’11 marzo poi condivisa anche dalla Regione. Nella home page del sito regionale non ci sono informazioni sui tirocini. CalabriaLa circolare 105596 dell’11 marzo ha sospeso tutti i tirocini extracurricolari fino al 3 aprile, o a data successiva per eventuali proroghe del decreto. Posticipato al termine dell’emergenza anche l’avvio dei tirocini non ancora iniziati e non si prende in considerazione lo smart internshipping. La Regione non ha comunicato quando sarà possibile attivare nuovi stage e il sito è abbastanza non fornisce informazioni puntuali sulla situazione tirocini. La Calabria ha previsto un’indennità una tantum in favore di alcuni dei tirocinanti al momento fermi: circa 6.600 stagisti potranno ricevere un’indennità di 500 euro (i termini per fare richiesta sono scaduti il 29 aprile). Nella homepage del sito regionale non ci sono richiami alle notizie sui tirocini. Alcune informazioni si trovano scorrendo la pagina news del Dipartimento 7, Lavoro, Formazione e Politiche sociali, ma non sono di facile reperibilità.SiciliaSospesi gli stage extracurriculari senza possibilità di smart internshipping. L’ultima proroga della sospensione è del 3 aprile e fa seguito alla sospensione di tutte le attività propedeutiche all’avvio delle politiche attive del lavoro del 9 marzo. Poi due comunicati differenti, uno relativo ai tirocini extracurriculari l’altro relativo ai tirocini delle professioni ordinistiche, entrambi chiariti in un nuovo comunicato del dipartimento lavoro, hanno confermato esplicitamente la sospensione degli stage. In homepage del sito regionale non ci sono informazioni sui tirocini, nemmeno nella sezione dell'assessorato al lavoro. Bisogna fare varie ricerche per trovare i documenti all'interno della pagina del dipartimento del lavoro.SardegnaIl primo aprile è stata confermata la sospensione di tutti i tirocini extracurriculari in corso e di nuova attivazione fino a data da destinarsi. Ma è possibile lo smart internshipping autorizzato dal 27 marzo per tutti gli stage già attivi e fino a quel momento sospesi. Lo smart internshipping è applicabile a tutte le operazioni cofinanziate dal Por Sardegna, ad esclusione dei tirocini curricolari. In homepage del sito regionale mancano informazioni o richiami ai tirocini, così come nella sezione notizie. Le notizie sono sul portale dedicato al lavoro e alla formazione, SardegnaLavoro, ma anche qui non in homepage, solo all'interno della sottosezione avvisi.  Marianna Lepore

In Emilia Romagna 450 euro a chi ha perso lo stage: tutti i dettagli su come funziona la misura

Novecento euro agli stagisti disabili; la metà, quindi 450, per tutti gli altri. A tanto ammonta – e si tratta ora di importi ufficiali – l'indennità una tantum che sarà riconosciuta agli stagisti extracurriculari dell'Emilia Romagna a cui il tirocinio sia stato sospeso a causa dell'emergenza Covid-19. E che di conseguenza si siano ritrovati con le tasche vuote, senza quel rimborso spese che presumibilmente costituiva la loro unica entrata mensile. Sarà «una somma che li riaccompagna verso la ripresa produttiva, che li ripaghi del loro investimento nel tirocinio» aveva dichiarato l'assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla a metà aprile, nella diretta sul profilo Facebook della giunta regionale. «Non vogliamo lasciare soli tanti giovani impegnati in queste importanti attività di  avviamento al lavoro» ha spiegato.  L'Emilia Romagna fa dunque da apripista nelle misure a tutela dei tirocinanti, rimasti per lo più fuori da tutti i provvedimenti governativi a copertura delle perdite economiche subite dai lavoratori per colpa del virus. Sullo stesso binario si è mossa adesso anche la Calabria, e pure in Toscana potrebbero profilarsi alcune novità (tutte però da verificare). Circa un mese fa, a fine marzo, sul sito ufficiale della Regione Emilia Romagna era infatti apparsa una notizia in cui si annunciava di voler assegnare un sussidio alla platea degli stagisti extracurriculari che non avessero potuto proseguire il tirocinio in modalità smart working, restando così senza entrate di alcun tipo. Salvo poi lasciare tutto in sospeso per circa tre settimane. Fino allo sviluppo finale, la delibera numero 369 del 20 aprile scorso, che finalmente definisce i dettagli del provvedimento, rendendolo ufficiale. Lo stanziamento complessivo ammonta a circa undici milioni di euro: sette sono di provenienza dal Fondo sociale europeo, mentre i restanti quattro sono della Regione. I beneficiari secondo i calcoli della Regione saranno circa 15mila, «cioè i tirocinanti che non hanno potuto proseguire l’attività con modalità alternative alla presenza in azienda» si legge sul sito. Ma la particolarità del provvedimento è che agli stagisti non sarà chiesto di fare nulla per richiedere l'indennità. «A questi ultimi non è richiesto alcun impegno burocratico» spiega l'articolo perché «tutte le procedure, anche la richiesta e la corresponsione del sostegno economico, devono essere svolte dai  soggetti promotori, che si incaricheranno di contattare i tirocinanti». Non dovranno cioè preoccuparsi i tirocinanti rimasti senza stage di mandare mail o spedire moduli: a contattarli saranno gli stessi enti promotori. Ma solo alcuni: perché a farlo saranno solamente quelli elencati nell'allegato A della misura, dove è stilata una lista di circa duecento soggetti. A ciascuno di questi è assegnato un fondo commisurato al numero di tirocinanti impiegati, e di cui è indicato il numero esatto. Un modo, si spera, per essere certi che le risorse arriveranno ai loro destinatari senza percorrere altre strade. E che è proprio una delle criticità rilevate da Nidil Cigil Emilia Romagna, pur reputando «corretto» il provvedimento. «Ci aspettiamo che vi siano i dovuti controlli da parte della Regione, anche sulla veridicità dei tirocini» è il commento rilasciato alla Repubblica degli Stagisti da Luisa Diana, responsabile della sigla sindacale su Bologna. «C'è da fare enorme attenzione perché molti tirocini risultano poi essere fasulli» segnala. E su questo, assicura, «noi vigileremo come abbiamo sempre fatto». Di certo c'è che le procedure per la rendicontazione da parte degli enti promotori che riceveranno i finanziamenti sono indicate passo passo nella delibera, quasi a prova di truffa. E attenzione andrà prestata anche a un altro aspetto. Gli enti promotori riceveranno a loro volta una indennità, che – si legge nella delibera – «ricomprende le azioni di tutoraggio, messa in disponibilità delle opportunità formative fruibili in modo autonomo dalle persone e gestione delle procedure per la corresponsione del sostegno economico a favore del tirocinante». La cifra è pari a euro cento euro per ciascun tirocinante in carico». A ogni ente promotore andrà in sostanza un importo commisurato alla quantità di tirocinanti gestiti. Va ricordato che tra i 15mila beneficiari non vi saranno i tirocinanti curricolari, cioè chi stava facendo stage nell'ambito di un percorso formativo (es. una facoltà universitario, un master, un corso professionalizzante): questa misura copre esclusivamente quelli extracurricolari, cioè svolti da persone non in formazione. Gli studenti dell'Alma Mater di Bologna e delle altre università della Regione dunque non sono coperti da questa misura.Il documento fornisce anche dettagli riguardo le tempistiche. Innanzi tutto mette in chiaro un ulteriore requisito che dovranno presentare i tirocini ammessi al finanziamento, e cioè che gli stessi dovranno risultare attivi alla data del 23 febbraio 2020. Quanto invece alla presentazione delle richieste di finanziamento da parte degli enti promotori, queste dovranno pervenire tra il 7 e il 14 maggio. «Questa misura serve da un lato a garantire sostegno  a chi rischia di non avere altri mezzi a disposizione» ha dichiarato l'assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, «dall’altro a non interrompere quei percorsi che possono offrire ai tirocinanti l’opportunità di diventare lavoratori». Ma facendo un rapido calcolo meglio essere da subito consapevoli che non ci sono molte speranze, per i tirocinanti, di ricevere le somme prima di fine maggio. E verosimilmente si finirà ben oltre, perché sarà poi necessaria l'approvazione delle procedure di istruttoria, «entro 30 giorni» specifica l'atto. Ilaria Mariotti  

Indennità una tantum per gli stagisti: in Calabria ci sarà, ma non per tutti

Non solo Emilia Romagna: a sopresa anche la Calabria decide di venire incontro agli stagisti che causa Coronavirus hanno visto da un giorno all’altro i propri tirocini interrompersi con il conseguente blocco dell’indennità mensile. Scade, infatti, mercoledì 29 aprile il termine ultimo per presentare domanda per l’indennità di sostegno una tantum per l’emergenza Covid-19, avviso approvato su proposta dell’assessore al lavoro Fausto Orsomarso. I destinatari sono «circa 7mila persone, per lo più ex percettori di mobilità in deroga, nel corso degli ultimi anni impegnati in percorsi di politiche attive del lavoro e di inclusione sociale», ha spiegato l’assessore durante la presentazione dell’avviso.Un’altra regione, dunque, viene in soccorso di una platea fortemente colpita dall’emergenza Covid-19, gli stagisti appunto, di cui la politica nazionale non sembra particolarmente interessata. Basti pensare che l’unico emendamento presentato in commissione Bilancio alla Camera dei deputati, prima firmataria Chiara Gribaudo del Pd, non è stato nemmeno messo in votazione. Nel caso invece fosse stato approvato avrebbe consentito agli stagisti extracurricolari di fare richiesta per il “reddito di ultima istanza”.La platea destinataria dell’avviso calabrese è rappresentata da quanti hanno partecipato negli ultimi tempi a una serie di politiche attive messe in campo dalla Regione per una particolare fetta di lavoratori disagiati: fuoriusciti dal mercato del lavoro, cassintegrati, esodati. In pratica non tutti gli stagisti possono accedervi. Per esempio non chi ha svolto negli ultimi mesi il suo tirocinio all’interno di un negozio. O in un’impresa privata.I possibili richiedenti hanno ricevuto in media mensilmente circa 500 euro fino alla diffusione dell’emergenza Covid-19. Una cifra che negli ultimi due mesi, quindi, è mancata. Non includerli in alcun provvedimento è stato «una grave ingiustizia» secondo Orsomarso, ed è qui che la Regione ha cercato di correre ai ripari, stanziando 3milioni e trecentoquindicimila euro a valere sui fondi del Piano azione e coesione della Calabria 2014-2020 e risorse provenienti dalla riprogrammazione interna al PAC 2007-2013. La misura di inclusione sociale non comporta, quindi, oneri a carico del bilancio annuale e pluriennale regionale, come attestato anche dal Dirigente generale del Dipartimento bilancio, patrimonio e finanze della Regione Calabria, Filippo De Cello.I destinatari sono i partecipanti alle «politiche attive regionali realizzate in forza delle intese raggiunte con uffici giudiziari regionali, segretariato regionale Mibact, ufficio scolastico regionale Miur che abbiano concluso positivamente la fase di training on the job o tirocinio formativo e ai soggetti di cui ai tirocini di inclusione sociale per disoccupati ex percettori di mobilità in deroga». In pratica gran parte dei tirocinanti che negli ultimi anni in Calabria sono stati impegnati con progetti rinnovati a più riprese in uffici giudiziari, uffici scolastici e dei beni culturali.Per partecipare è necessario presentare l’istanza secondo l’allegato A presente sul sito della Regione, entro mercoledì 29 aprile a mezzo pec, anche non personale del richiedente, all’indirizzo fondipac@pec.regione.calabria.itNon basta, però, aver semplicemente partecipato a uno di questi tirocini, perché lo scopo dell’avviso è quello di venire incontro in particolar modo ai nuclei familiari in difficoltà maggiore, partendo dalla constatazione che la Calabria, dati Istat, è la regione con la maggiore incidenza percentuale delle famiglie in situazione di povertà relativa, oltre il trenta percento sul totale e con un progressivo aumento dei soggetti in situazione di difficoltà economica. Bisogna quindi essere destinatari di una delle misure di politica attiva indicate nel bando, essere residente in Calabria, non avere altra fonte di reddito a parte l’indennità non più percepita, non percepire nessuna delle misure di sostegno previste dal Governo o dalla Giunta Regionale in questa fase di emergenza Covid19 e trovarsi in situazione di grave difficoltà economica.L’aiuto, quindi, è «finalizzato al rimborso di spese sostenute o da sostenere per un importo totale di 500 euro, impiegato per l’accesso a beni di prima necessità, come di seguito descritto» e giù l’elenco: affitto, utenze, prodotti alimentari, per la casa, per l’igiene personale, farmaci, rate rimborso mutui vari. Spese che successivamente saranno controllate dall’amministrazione.Certo in questi tempi difficili piuttosto che niente meglio piuttosto, ma dispiace un po’ vedere che la regione si preoccupi solo dei “suoi” tirocinanti, senza invece prevedere un sussidio universale per tutti coloro che stavano svolgendo un tirocinio sul territorio calabrese. Dispiace anche che non siano stati pensati dei meccanismi per verificare l’effettiva necessità del sussidio, perché sicuramente nella platea dei 7mila potenziali beneficiari ve ne sono alcuni che hanno molto più bisogno di altri.La Calabria, quindi, cerca di venire momentaneamente incontro a questi stagisti che nel corso degli anni sono stati trasversalmente appoggiati da tutte le forze politiche. Soggetti che hanno sviluppato una professionalità, svolgendo compiti che altrimenti rimarrebbero inevasi. Eppure per loro non sono bastate politiche nazionali – vedi il concorso a cui potevano in passato partecipare i tirocinanti della giustizia, ma che non riuscì a includere tutti i partecipanti dei precedenti tirocini – tanto che la Regione ha dovuto a più riprese fare nuovi progetti e proroghe di stage.L’auspicio è che una volta passata la fase emergenziale, ripresi e infine conclusi i periodi di tirocinio interrotti, la politica riesca a dare una risposta che non sia più la solita reiterazione infinita dello stage. Ma che riesca a dare ai “soggetti coinvolti nei percorsi di politica attiva regionale” quel tanto ambito inserimento nel mondo del lavoro. Marianna Lepore