Scritto il 19 Dic 2019 in Notizie
Informatica mismatch domanda / offerta di lavoro orientamento scuola superiore università e lavoro
Perché i giovani italiani, e soprattutto le giovani, non studiano materie informatiche, quando invece il mercato del lavoro cerca in continuazione candidati con competenze informatiche, e si dimostra disponibile a “premiarle” con percorsi di assunzione più veloci, condizioni contrattuali migliori rispetto alla media, e salari più alti? Cosa frena gli studenti delle scuole medie e delle superiori dallo scegliere percorsi formativi che mettano al centro i linguaggi informatici, il coding, l'analisi dei dati, la gestione di database, la creazione di app?
La Repubblica degli Stagisti ha scelto di indagare questo problema che tiene ogni anno migliaia di giovani “lontani” da percorsi professionali che potrebbero essere soddisfacenti e stimolanti. Per farlo si è alleata con uno dei membri del suo network di aziende virtuose, la società di consulenza informatica Spindox, e ha chiamato in causa la realtà forse più autorevole in Italia nel campo dell'indagine statistica sui giovani, e cioè l'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo. Il risultato è stato una ricerca che Ipsos ha svolto su un campione rappresentantivo di ben 2mila persone tra i 20 e i 34 anni, che hanno risposto a una serie di domande per approfondire come lo studio e la percezione delle professioni informatiche vengono percepite dai giovani italiani.
I risultati completi della ricerca vengono presentati oggi per la prima volta a Milano – l'appuntamento è alle 11 alla Sala Conferenze del Museo del Novecento – dai tre promotori e realizzatori della ricerca (Eleonora Voltolina per la Repubblica degli Stagisti, Paolo Costa per Spindox, Alessandro Rosina per l'Istituto Toniolo), con un saluto istituzionale dell'assessora comunale all'Innovazione Digitale Roberta Cocco, da sempre molto attenta a questi temi. A moderare la presentazione Dario Di Vico, giornalista del Corriere della Sera e grande esperto di lavoro.
A fine novembre, in occasione del festeggiamento per il decennale della Repubblica degli Stagisti, erano stati diffusi i primissimi dati emersi dalla ricerca: alcuni highlight che avevano già focalizzato i due principali risultati dell'approfondimento. Il primo: troppe donne restano lontane da queste materie perché persiste tutt'oggi un enorme stereotipo di genere che disegna lo studio dell'informatica, così come le professioni ICT, come “roba da maschi”. Il secondo risultato è che una percentuale altissima del campione intervistato – oltre un terzo! – dichiara che, se al momento di scegliere la scuola superiore o l'università avesse conosciuto il ventaglio di sbocchi lavorativi offerti dalle competenze informatiche, avrebbe considerato con molta più attenzione la possibilità di scegliere un percorso formativo che mettesse al centro queste materie.
Oggi la ricerca viene raccontata nella sua interezza e messa a disposizione della collettività: perchè molto si può fare, a livello di policy pubbliche e private, per raddrizzare la rotta e ridurre nei prossimi anni il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in questo campo. Impegnandosi per abbattere lo stereotipo di genere che tiene lontane le ragazze dall'informatica, e portando i professionisti di questo settore nelle scuole, facendo orientamento, raccontando ai giovani (e sopratutto ai giovanissimi) quali buone opportunità di lavoro e di carriera le competenze informatiche siano in grado di offrire.
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