Ripartono i tirocini in Lombardia, via libera della Regione da lunedì 18 maggio

Scritto il 16 Mag 2020 in Notizie

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In Lombardia, dopo un “Dry spell” di quasi due mesi, si torna a poter attivare tirocini. Lo annuncia nel pomeriggio di venerdì 15 maggio la Regione, pubblicando sul suo sito un avviso informativo rivolto a “enti e operatori”, ma che ovviamente riguarda in primo luogo le migliaia e migliaia di giovani che da settimane si chiedono quando potranno ricominciare.

stage lavoro regione lombardia covidGià dal titolo – “Tirocinio extracurriculare e curriculare - Coronavirus - Indicazioni valide dal 18 maggio 2020” – l’avviso rende chiaro l’orizzonte temporale: le indicazioni entreranno in vigore a partire dal prossimo lunedì, tra due giorni.

«Regione Lombardia ha definito, nella nota allegata, gli indirizzi per la ripresa dei tirocini curriculari ed extracurriculari a partire dal prossimo 18 maggio» si legge sul sito: «E' possibile attivare nuovi tirocini, curriculari ed extracurriculari, e riattivare quelli sospesi per emergenza COVID-19 negli ambienti lavorativi per i quali non sussistano le restrizioni all’esercizio dell’attività derivanti dalle disposizioni governative».

Dunque la nota agisce su due fronti: da una parte consente a chi si era visto sospendere lo stage di riprenderlo “in presenza”, cioè recandosi nella sede di lavoro; dall’altra ripristina la possibilità di attivare nuovi stage. I due divieti combinati avevano gettato, negli scorsi due mesi, nella disperazione migliaia di stagisti – o aspiranti tali – in Lombardia. In particolare il blocco della possibilità di attivare nuovi stage, formalizzato dalla Regione con un comunicato del 30 marzo, aveva congelato (o talvolta purtroppo anche fatto “saltare”) centinaia e centinaia di opportunità di stage, già predisposte e sulla griglia di partenza, lasciando aziende e giovani a bocca asciutta.

Scaricando dalla pagina della Regione il pdf con il testo completo della nota si arriva a una documento di due pagine e mezzo, intitolato “Nuove indicazioni per lo svolgimento delle esperienze di tirocinio curricolare e extracurriculare nella fase di emergenza epidemiologica da Covid-19”. L’obiettivo dichiarato, si legge, è quello di «disciplinare la ripresa anche dei tirocini, in quanto esperienze formative che si svolgono in ambito lavorativo o nei laboratori delle istituzioni formative, compresi gli enti che erogano formazione di tipo musicale e artistico».

Ed era in effetti ora e tempo che Regione Lombardia lo facesse, considerando che sul suo territorio si svolge oltre un quinto dei tirocini extracurricolari di tutta Italia (75mila su 148mila, solo considerando il 2018).

A partire dal 18 maggio sarà dunque possibile attivare nuovi tirocini, «curriculari ed extracurriculari», oltre che «riattivare quelli sospesi per emergenza COVID-19». Naturalmente, dato che «ai tirocinanti si applicano gli stessi protocolli di sicurezza» che si applicano per i dipendenti e in particolare «previsti per il settore, l’attività e il luogo di lavoro ove è esercitata l’esperienza formativa in tirocinio», affinché l’attivazione e riattivazione di stage possa avere luogo vi sono delle condizioni: «la possibilità di attivazione o riattivazione di un tirocinio è inoltre subordinata», si legge, al rispetto di due condizioni: «verificare la presenza, alla luce della normativa vigente, delle condizioni necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa che costituisce l’oggetto della formazione del tirocinante (e quindi che non vi siano restrizioni all’esercizio dell’attività o alla mobilità, in base ai codici Ateco e alle ordinanze in essere)» e poi verificare anche «la presenza delle condizioni, come richiesto dalle disposizioni governative, che assicurino adeguati livelli di protezione per lo svolgimento delle attività in azienda da parte dei lavoratori (uso di dispositivi di protezione individuale, distanza di sicurezza, orari, ecc…)».

Se questi requisiti vengono soddisfatti, il tirocinio può partire (o riprendere, se era stato sospeso). Se non vengono soddisfatti, no. Se in un primo momento vengono soddisfatti e poi non più, il tirocinio – avverte la nota – «dovrà essere interrotto».

Curiosamente i due aspetti più rilevanti della nota stanno nell’ultima pagina, dove si legge innanzitutto che «la modalità “a distanza” deve essere preferibile, ove possibile»: perché comunque è poco prudente obbligare gli stagisti a presentarsi in ufficio se possono svolgere le loro mansioni anche da casa, in questo periodo in cui è ancora molto importante tenere le strade, i mezzi pubblici e i luoghi di lavoro il meno affollati possibile. Si può prevedere, specifica la nota, un «mix distanza-presenza, limitando il tempo di presenza allo stretto necessario a garantire la qualità del tutoraggio».

Il secondo punto importante è quello relativo alle imprese che sono entrate in questi mesi in cassa integrazione: possono continuare a ospitare stagisti? La risposta della Regione Lombardia è sì: «Le imprese in cassa integrazione che hanno sospeso parzialmente la propria attività possono ospitare i tirocinanti», facendo riferimento alla “normale” normativa lombarda in materia di tirocini in vigore dal giugno del 2018.

Il resto del documento contiene un elenco di sette indicazioni indirizzate ai soggetti promotori di stage (che sono principalmente i centri per l’impiego, gli uffici tirocini/placement delle università, le agenzie per il lavoro): si va dalla acquisizione della «dichiarazione del soggetto ospitante nella quale assicura l’applicazione, nei confronti del tirocinante, degli stessi protocolli di sicurezza previsti per i lavoratori» all’integrazione del progetto formativo di tirocinio con la descrizione delle «attività che potranno essere svolte preferibilmente in modalità “a distanza”», fino all’assunzione della responsabilità che il contenuto formativo del tirocinio non si perda in questa modalità (il soggetto promotore deve infatti assicurare «tutti gli altri elementi che caratterizzano e qualificano l’esperienza di tirocinio, ivi compreso il tutoraggio, anche nello svolgimento delle attività formative da svolgersi “a distanza”»).

Quattro indicazioni invece sono indirizzate ai soggetti ospitanti: oltre all’assicurare le condizioni di sicurezza ai tirocinanti, gli aspetti qui più rilevante sono quelli che impongono di definire «tempi e modalità per lo svolgimento delle attività formative, individuando quelle che è possibile svolgere in modalità “a distanza” (in analogia a quelle svolte dai lavoratori in regime di smart working)» e di consegnare a ciascuno stagista una «dichiarazione dei giorni e l’orario di presenza in sede, per il periodo di durata del tirocinio, che consente anche di giustificare la mobilità del tirocinante per il tragitto necessario a raggiungere il luogo di lavoro per tutto il periodo residuo dell’emergenza sanitaria», ovviamente solo fintanto che tale dichiarazione sarà richiesta dalla legge.

La decisione della Regione Lombardia – e di altre Regioni in queste ultime settimane – smentisce la “leggenda popolare” circolata di recente, per cui tutte le Regioni avrebbero dovuto mettersi d’accordo su una data comune per la ripresa dei tirocini.

Va ricordato però che molte altre Regioni devono ancora pronunciarsi in merito, e stanno lasciando i loro stagisti – decine di migliaia di persone – in un limbo di incertezza che certo non fa loro onore. L'auspicio è che possano prendere al più presto una decisione e comunicarle tempestivamente, in modo da dare finalmente qualche certezza.

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