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Almalaurea fotografa i laureati del 2010 e lancia l'allarme: in Italia ce ne sono troppo pochi in confronto al resto d'Europa

Ancora troppo pochi, scarsamente inclini allo spostamento, ma più giovani di qualche anno fa. Così il consorzio Almalaurea delinea il profilo dei laureati 2010, in un rapporto presentato al convegno 'Qualità e valutazione del sistema universitario', ospitato dall’università di Sassari a fine maggio. Sono quasi 200mila gli studenti coinvolti nel sondaggio, e il quadro che ne emerge tira fuori aspetti incoraggianti rispetto al passato: tra questi, la riuscita negli studi. L’età alla laurea passa da 26,9 a 24,9 anni al netto del ritardo all'immatricolazione: i laureati pre-riforma del 2004 conseguivano il titolo invece a 27 anni inoltrati. Anche la regolarità del percorso accademico ha preso una piega migliore: se prima chi iniziava un iter di studi universitari lo portava a termine solo nel 15% dei casi, adesso la percentuale è più che raddoppiata raggiungendo quasi il 40% (fino a rasentare la metà tra i laureati di secondo livello). La votazione finale, poi, è un altro degli aspetti rosei di questa fotografia degli studenti italiani: se è vero che «rimane sostanzialmente immutata nei suoi valori complessivi (103 su 110 nel 2010)» dice Andrea Cammelli [nella foto in basso], direttore di Almalaurea, a colpire è invece il dato sui corsi specialistici, dove si arriva a un punteggio medio di 108,1 su 110. Forse troppo? Il rischio di avere tutti voti altissimi è che si possa attuare una sorta di appiattimento, e impedire ai veri studenti eccellenti di emergere dalla massa. Crescono anche frequenza alle lezioni (due laureati su tre), esperienze di lavoro durante gli studi - che riguardano un buon 9,5% - tirocini e stage. Questi, costantemente monitorati dalla Repubblica degli Stagisti, negli ultimi anni sono quasi triplicati: la media dei laureati che dichiara di averne svolto almeno uno durante gli studi è balzata dal 20% del 2004 al 57% del 2010. Un elemento di per sé affatto negativo - il direttore di Almalaurea lo definisce infatti «un altro degli obiettivi strategici che segnalano una importante inversione di tendenza sul terreno dell’intesa università-mondo del lavoro» - anche se basterebbe ricollegarlo ai numeri sulla disoccupazione giovanil per smorzare l'entusiasmo. Fare uno o più tirocini durante l'università dovrebbe insomma favorire la successiva occupazione: mentre ciò che i dati disponibili dimostrano è che i ragazzi non solo non sono più occupati di chi non ha fatto questo tipo di esperienze ma anzi, continuano a ricevere tante, troppe proposte di stage anche dopo averne accumulati diversi nel curriculum, e aver completato il percorso di studi. Qualcosa non torna.  Un quadro a tinte fosche è poi quello sul numero complessivo dei laureati: a dispetto dell’opinione diffusa per cui in Italia sarebbero troppi, la realtà che il rapporto Almalaurea disegna è di segno opposto. «Nella documentazione OECD del 2008, il ritardo dell’Italia nel contesto internazionale emerge purtroppo in tutta la sua ampiezza: fra i giovani italiani di età 25-34 i laureati costituivano il 20 per cento contro la media dei paesi OECD pari a 35», spiega Cammelli. «Anche l’obiettivo strategico pari al 40% della popolazione di 30-34 anni laureata, che la Commissione Europea ha individuato come mèta da raggiungere entro il 2020, per il nostro Paese risulta ancora lontano». Eppure l'obiettivo è già stato raggiunto da quasi la metà dei paesi dell’Unione Europea. In più, «fra il 2004 e il 2009 la presenza di laureati in Italia è cresciuta solo dal 16 al 19%». Questi laureati inoltre, che 72 volte su cento portano il titolo a casa per la prima volta, non sono disposti a grandi trasferte, verosimilmente per i costi che ciò comporta: più della metà resta infatti nella provincia di residenza, facendo registrare due punti percentuali in più rispetto al 2004. Al contempo esiste però una maggiore propensione all’esperienza di studio all’estero, che arriva a quota 14,4% nel 2010.Un altro neo che la riforma dell’università non ha potuto arginare è rappresentato dalle donne, che pur costituendo più della metà della popolazione laureata, e ottenendo nella maggior parte dei casi anche risultati migliori, continuano a essere poco valorizzate dal mercato del lavoro.  Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Almalaurea, crollano occupazione e stipendi dei laureati. E chi fa uno stage ha solo il 6% in più di opportunità di lavoro- I laureati italiani fotografati da Almalaurea: sempre più disoccupati e meno retribuiti E anche:- Tutti geni i neolaureati italiani? Nuovi dati Almalaurea: alla specialistica il voto medio è 108, con punte di 111 per le facoltà letterarie  

La Regione Sicilia non perde il vizio, nuovo maxi bando da 50 milioni per la "formazione" delle categorie svantaggiate

Migliorare «i livelli di inclusione sociale e lavorativa delle categorie svantaggiate della popolazione». Con queste parole la Regione Sicilia rimette su piazza, facendolo per così dire rientrare dalla finestra, un progetto da 50 milioni di euro per un numero imprecisato di stage e corsi di formazione destinati alle fasce sociali più deboli. Solo qualche mese fa un bando molto simile aveva generato un mare di polemiche tanto che – di fronte alle tante incongruenze registrate - si era deciso in extremis di ritirarlo. La Repubblica degli Stagisti già allora aveva sollevato una serie di riserve sulla sua regolarità; le stesse che si ripresentano anche per questa nuova versione del bando redatto dal dipartimento regionale per la Famiglia e le Politiche sociali e approvato da poco dal governatore Raffaele Lombardo [nella foto in basso]. Sono infatti diversi i punti critici: esigui rimborsi per i tirocinanti rispetto alle somme assegnate per le consulenze, mancanza di regolamentazione dei processi di selezione e - soprattutto - palesi elementi di incongruenza rispetto alla legge per quanto riguarda la durata degli stage. Senza contare la discutibile efficacia di un progetto simile in relazione ai fini che persegue: la formazione e l'impiego di persone disagiate.Ancora una volta si tratta di soldi provenienti dal Fondo Sociale Europeo, che – secondo quanto riportato nella Gazzetta Ufficiale di venerdì 20 maggio – verranno distribuiti tra onlus, imprese private, enti di formazione, enti locali, dipartimenti universitari, istituti scolastici e IPAB. A quale condizione? Quella di mettere a punto progetti di formazione professionalizzante e orientamento o percorsi di stage (definiti work experiences) attivabili però in questo ultimo caso solo da enti privati, proprio per aggirare il problema dell’impossibilità di assunzione post stage negli enti pubblici, che invece assumono solo tramite concorso.Sul web circola la notizia che si tratterebbe di circa 1250 stage rimborsati con 700 euro al mese. Ma dal dipartimento smentiscono entrambi i dati: «Potrebbero essere molti di più, e comunque sia il calcolo dei rimborsi va fatto scalando quello che dovranno percepire i destinatari dei finanziamenti, le cosiddette ATS (associazioni temporanee di scopo), alle quali andranno tra il 35 e il 50% dei fondi disponibili», dichiara il direttore Pietro Fina. Cosa resta dunque agli stagisti, che nel bando non vengono quasi mai citati come tali? Per le attività formative sarà erogata ai partecipanti un’indennità di 3 euro all’ora e per le work experiences una di 5 euro. In sostanza, se si calcolano 40 ore settimanali di attività, il compenso si aggirerebbe sui 480 euro per il primo caso e sugli 800 nel secondo. Dal dipartimento dicono però che il tetto massimo è di 700. Per le consulenze esterne invece sono previsti rimborsi fino a 500 euro lordi a giornata, cumulabili fino a un massimo di dieci giorni al mese: da questi dati emerge che in pratica sono gli intermediari a mangiarsi la fetta più grande, mentre ai beneficiari non restano che le briciole.Inoltre, ancora non si capisce quali saranno i metodi di reclutamento. Fina sostiene che «saranno gli aggiudicatari dei progetti a muoversi in questo senso». Insomma, prima si distribuiscono i soldi tra le ATS e poi si pensa ai destinatari del progetto: disabili, immigrati, donne vittime di violenza, madri di minori in condizioni di difficoltà, detenuti, soggetti in condizione di povertà estrema, tossicodipendenti. Peccato che, come la Repubblica degli Stagisti aveva già rilevato, stage o work experiences che dir si voglia dovrebbero servire a «realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell'ambito dei processi formativi» e  «agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro», come sancito nel decreto ministeriale 142/98, e non trasformarsi in assistenzialismo - per non dire elemosina.   Nulla è dato sapere infine rispetto alle tempistiche del provvedimento. I progetti dovranno pervenire entro il 20 giugno, e solo dopo la pubblicazione delle graduatorie (sul sito internet http://www.sicilia-fse.it, sul sito htpp://dipartimento-famiglia-sicilia.it e sulla GURS), potranno effettivamente partire. I beneficiari finali saranno a quel punto chiamati a iniziare questa loro esperienza per «una durata non inferiore ai 18 mesi e non superiore ai 24 mesi», come si legge nel bando e viene confermato dal dipartimento: una violazione della legge a tutti gli effetti per gli stage attivati in enti privati perché questi non devono mai superare i 6 mesi (eccetto che per i disabili, dove possono arrivare a 24) per soggetti inoccupati o disoccupati. E – si badi  bene- non si tratterà solo di giovani: ma di soggetti «in età collocabile» specifica Fina «quindi dai 14 ai 65». Insomma, di tutto un po’. Ma davvero non esiste un modo più trasparente e lungimirante di spendere denaro pubblico?Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: Lo strano caso delle 8.400 borse lavoro finanziate dalla Regione Sicilia: se lo stage diventa una misura di intervento sociale da 50 milioni di euroChiarito il giallo sui maxi stage siciliani. La Regione ammette: «Le borse lavoro non saranno 8.400 ma 700» E anche:Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e BrunettaIn Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»

Leonardo: quasi 200 opportunità di stage all'estero sotto il segno dell'Europa

Per quanti stanno pensando di sfruttare la prossima estate per fare uno stage, ecco alcuni spunti. Con due vantaggi: sono all'estero e sono spesati dall'Ue.Scade venerdì prossimo, il 27 maggio, il bando 4T4EU promosso dalle province di Reggio emilia (16 posti a bando), Forlì-Cesena (15), Rimini (12), Ravenna (9) e Piacenza (3) e destinato ai propri residenti. In palio ci sono poco meno di quattro mesi in Belgio (con un contributo europeo di 3460 euro), Francia (4074 euro), Germania (3460), Gran Bretagna (4479), Grecia (3460), Irlanda (4275), Lituania (2653), Portogallo (3257), Spagna (3672) e Svezia (4074) nei più vari settori. Sono ammessi i giovani tra 19 e 32 con almeno un diploma, non più studenti, e due delle 55 borse totali sono riservate a disabili, con destinazione San Sebastian, Spagna.  Preparazione pre-partenza, viaggio, assicurazione e alloggio sono coperti dagli enti, mentre i vincitori amministrano un contributo di più o meno 200 euro a settimana. La documentazione cartacea va spedita entro il 20 maggio (fa fede il timbro postale) alle sedi della propria provincia per raccomandata A/R mentre all'indirizzo email eumobility [at] ifoa.it va inviata una copia digitale, entro il 27 maggio (chi riscontrasse problemi nell'inoltro può utilizzare la casella eulinks [at] ifoa.it). I preselezionati sosterranno un colloquio con i responsabili provinciali, ma l'ok finale spetta agli organismi ospitanti. A settembre le partenze.Tempo fino a lunedì 23 maggio per la seconda edizione di Eu-Handbag, con cui Apro offre 49 tirocini in Germania (10 posti per 12 settimane con un finanziamento europeo di 2100 euro), Spagna (22 ammessi, 12 o 26 settimane a seconda dell'ambito scelto e 4668 euro) e Portogallo (7 posti, 26 settimane e 3900 euro). I settori di avvio? Commerciale, amministrativo, alberghiero, meccanico, elettrico. L'ente copre tutti i costi e prevede un pocket money per vitto e trasporti locali, ancora da quantificare. Ammesso chiunque abbia concluso gli studi, anche lavoratori e in mobilità, ma almeno il 40% delle borse è per i residenti e domiciliati in Piemonte. La candidatura - tra gli allegati una lettera motivazionale in inglese - deve pervenire all'agenzia a mano o per raccomandata A/R (fa fede il timbro postale) ed è consigliabile conservare una copia digitale della documentazione, che servirà per il colloquio a cui accedono i preselezionati, a partire da giugno. Tra settembre e ottobre le partenze. Chiude invece il 31 maggio Improve della provincia di Fermo, che con il coordinamento di Eurocentro promuove 52 stage per i propri residenti e 26 per quelli della provincia di Ascoli Piceno: 13 settimane in Francia (6 posti), Austria (5), Inghilterra (18), Spagna (14), Bulgaria (7), Irlanda (19), e Polonia (6) nei settori turismo, eco-innovazione e servizi alle imprese. La borsa copre tutti i costi, anche trasporti locali ed eventuali spese di visto per i Paesi non Ue, ed è amministrata interamente da ente promotore e coordinatore. Possono partecipare tutti gli inoccupati con meno di 32 anni e con almeno un diploma, purché non studenti. Bisogna anche essere iscritti a un centro per l'impiego, che dovrà rilasciare la scheda anagrafica necessaria alla candidatura, da spedire per raccomandata A/R al settore formazione professionale della provincia. Previsto un colloquio conoscitivo e un test scritto di lingua, mentre la graduatoria è attesa per fine giugno. Le prime partenze a settembre. Si chiude poi il primo giugno la finestra di candidatura per la Francia che il progetto JOIN di Essenia Uetp ha aperto per cinque giovani sotto i 35 anni, in possesso almeno di una laurea triennale e residenti  o laureati in Campania. In mano ai vincitori andrà un contributo forfettario di 800 euro - su una borsa totale di 3200. Ci si candida innazitutto online, e la mail di conferma va stampata e allegata alla documentazione cartacea, che deve pervenire a mano o per raccomandata A/R insieme agli altri allegati richiesti entro le ore 17:30. Gli interessati dovrebbero affrettarsi: le domande vengono vagliate in ordine di arrivo fino a esaurimento posti. A inizio estate le graduatorie e si inizia a fine agosto. L'associazione Amici del Museo del patrimonio industriale fino al 10 giugno promuove il programma Quadrifoglio, offrendo 3 borse di 20 settimane l'una, a partire da giugno, in Francia nel settore scientifico-tecnologico. Possono partecipare i laureati in Tecnologie fisiche innovative all'università di Ferrara e tutti quelli in possesso di una laurea coerente con l'ambito di riferimento (nel bando l'elenco dei titoli ammessi), ma anche dipendenti di aziende di settore. Ai vincitori andranno 4335 euro - più o meno 870 euro al mese - versati per l'80% all'inizio. La domanda deve pervenire all'associazione entro le ore 12 per raccomandata A/R; tra gli allegati richiesti, anche una descrizione del progetto di stage. Infine l'Euroform di Cosenza con Eumersione mette a bando per i residenti della provincia 20 stage da 13 settimane l'uno in Germania, Irlanda, Lituania, Malta e Spagna nel settore della valorizzazione del territorio. Possono partecipare i cosentini non occupati  e non più studenti; chi vuole andare in Irlanda deve poi avere una certificazione linguistica inglese. L'ente copre tutti i costi, mentre ai vincitori spetta un pocket money ancora da quantificare. Le candidature devono pervenire a mano o per posta allo Smi - Sportello mobilità Internazionale entro il 10 giugno. Chi supererà il colloquio entrerà nella graduatoria finale, attesa per inizio estate. A fine estate invece le partenze. Annalisa Di Palo Per saperne di più, leggi anche:  - Programma Leonardo, stage in giro per l'Europa dai quindici ai sessant'anni sotto il segno della formazione permanente - Lo Youth Forum lancia il sondaggio «Internship experience in Europe» per tracciare un identikit degli stagisti europei 

Lo Youth Forum lancia il sondaggio «Internship experience in Europe» per tracciare un identikit degli stagisti europei

Vi ricordate il sondaggio «Identikit degli stagisti italiani» promosso nel 2009 dalla Repubblica degli Stagisti e dall'ente pubblico Isfol? Qualcosa di molto simile è partito da qualche settimana a livello europeo, su iniziativa dello European Youth Forum, un'organizzazione "ombrello" che riunisce sotto di sè un centinaio di associazioni giovanili in giro per l'Europa. La survey si intitola «Internship experience in Europe» ed è per ampie parti praticamente identica al sondaggio - e non potrebbe essere altrimenti dato che si propone di indagare lo stesso fenomeno: insomma vuole tracciare un identikit degli interns europei (dato che in inglese «stage / tirocinio» si traduce appunto con «internship / traineeship»). Alla Repubblica degli Stagisti Giuseppe Porcaro, segretario generale del Forum, spiega che ancora non si sa fino a quando il sondaggio resterà online: «Non abbiamo fissato una deadline per il momento: vorremmo raggiungere una massa critica di risposte prima di chiuderlo». E aggiunge che nelle prime tre settimane sono stati già raccolti 1200 formulari: la maggior parte dei giovani che stanno partecipando sono tedeschi, italiani e romeni.Compilare il questionario è semplicissimo e richiede poco più di 5 minuti: lo si fa anonimamente, indicando dapprima il Paese di provenienza, il numero di stage finora svolti e l'età alla quale si è finito il proprio primo stage. E qui già la differenza tra Italia ed Europa comincia a farsi sentire, dato che delle cinque classi proposte (meno di 16 anni, da 16 a 20, da 21 a 25, da 26 a 30, più di 30) le prime due sono in Italia rarissime. Da questo punto in poi il sondaggio si concentra sull'ultimo stage effettuato (o in corso) chiedendone la durata (meno di un mese, 2-3 mesi, 4-6 mesi, 7-12 mesi, oltre un anno), la location («ti sei trasferito in un altro Paese per svolgerlo? In che paese l'hai svolto?») e il collegamento con eventuali piani di studio. Un'altra schermata propone domande che indagano sul percorso che ha portato allo stage: come lo si è trovato (sul sito internet della propria scuola/università, attraverso una candidatura spontanea, partecipando a uno specifico programma di recruiting o a un programma governativo di promozione dell'occupazione), dove si è andati (ente pubblico, organizzazione internazionale, azienda privata, ong o associazione non profit). C'è anche una domanda specifica rispetto alla convenzione di stage («Hai sottoscritto un contratto con chi ti ha preso in stage?») e una sul rimborso spese. In questo caso, se si risponde che il rimborso era presente la domanda prosegue ma senza chiedere indicazioni precise rispetto alla somma ricevuta - perché non tutti gli Stati usano la stessa moneta e sopratutto anche nell'eurozona il costo della vita può essere molto diverso da Paese a Paese. La formula scelta è più generica: si va dal «venivo pagato abbastanza da mantenermi autonomamente» a «le mie spese erano coperte - casa, trasporti, assicurazione medica - ma non ricevevo soldi» a «ricevevo un piccolo emolumento ma non sufficiente a coprire le spese». Interessante la domanda successiva: se il rimborso non c'era o era puramente simbolico, come facevi ad arrivare alla fine del mese? Risposte possibili: risparmi ottenuti da altri lavori, stipendio proveniente da un lavoro svolto contemporaneamente allo stage, prestito d'onore («student loan»), soldi dei genitori, borsa di studio. Da notare che i «soldi dei genitori» sono solo al quarto posto nella lista delle possibilità!Il sondaggio prosegue chiedendo la motivazione che ha spinto a voler fare uno stage (possibili risposte: per migliorare il mio cv e avere più chance per un futuro lavoro, per conoscere meglio una determinata organizzazione, per farmi un'idea di cosa significa lavorare, per testare se veramente mi piacerebbe lavorare in questo settore, perché non riuscivo a trovare lavoro) Poi c'è il rating - cioè la parte in cui a ogni partecipante viene chiesto di dare un voto alla sua ultima esperienza di stage (attenzione, qui quando parlano di «mentor» intendono quello che in Italia viene definito «tutor») - e i risultati dello stage: cioè se alla fine si è ottenuto un contratto (tre possibili risposte: sì, no, spero di sì), e se no, se almeno l'internship ha aiutato a trovare lavoro da un'altra parte. Infine uno spazio in cui ciascuno può aggiungere - preferibilmente in inglese - un commento a piacere in merito alla questione.L'invito della Repubblica degli Stagisti ai suoi lettori è naturalmente quello di partecipare a questa survey, per far sentire la voce dei tirocinanti italiani anche a livello europeo.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Identikit degli stagisti italiani, ecco i risultati: troppo spesso i tirocini disattendono le aspettative- Dov'è meglio andare a fare lo stage? Dipende da cosa si cerca: ecco quattro top five tratte da sondaggio «Identikit degli stagisti italiani»

Cento tirocini ben pagati all’Agenzia per i diritti fondamentali, alla Nato e all’Agenzia per i medicinali

Ancora pochi giorni a disposizione per candidarsi all’edizione 2011 dei tirocini presso l’Agenzia europea per i diritti fondamentali: il 16 maggio alle ore 13 scade il termine per inviare il curriculum a questo organismo europeo con sede a Vienna che si occupa di «rendere i diritti fondamentali una realtà per tutti in Europa affinché vivano un’esistenza libera e dignitosa». Il rimborso spese è di mille euro mensili netti, più il costo del biglietto di andata e ritorno del viaggio (fino all'equivalente di un doppio tragitto in treno in prima classe). In caso di buon esito lo stage avrà inizio il primo ottobre e terminerà a marzo 2012, ma non ci sono speranze di assunzione post-stage, come specificato sul sito, «a meno che non si aprano posizioni vacanti di cui si dia notizia sulla pagina web». «Nella scorsa tornata, in cui abbiamo raccolto le candidature per i 17 stage che sono partiti il mese scorso, dei 500 cv pervenuti oltre un quarto proveniva dall’Italia. E l’anno prima c’era stato un picco ancora maggiore: per il bando aperto nella primavera del 2010 gli italiani rappresentavano addirittura il 41% del totale dei candidati», dice alla Repubblica degli Stagisti Elena Balzarini del Dipartimento Risorse Umane della Fra, e aggiunge: «La graduatoria viene stilata in base al curriculum, sia accademico che lavorativo, e alle motivazioni presentate, mentre da ultimo si utilizza il criterio del ‘nacionality balance’ per equilibrare la presenza e garantire una rappresentanza di stagisti da tutti i Paesi Ue». Dei 15/17 posti disponibili per ogni tornata, quindi, solo uno o due al massimo vengono occupati da italiani.I requisiti. Necessari, oltre alla cittadinanza europea, un diploma di laurea (anche triennale) e la conoscenza di due lingue europee tra cui l’inglese. Non si può partecipare invece se si sono avute precedenti esperienze di tirocini retribuiti o impieghi presso organismi europei.Come candidarsi. Bisogna preparare un curriculum in formato europeo (non saranno accettati altri modelli), e collegarsi all’apposito link per l’application form, scegliendo un solo dipartimento di interesse. Una volta compilato il form e allegati i documenti si riceve una mail di conferma: sul sito si pubblicherà la notizia della conclusione delle selezioni. I finalisti saranno contattati per un’intervista telefonica e ai vincitori arriverà una mail entro il 15 agosto.Sono aperte le iscrizioni anche per i traineeship alla Nato di Bruxelles (la scadenza è il 20 maggio). Ci sono circa 40 posti disponibili in totale per due tornate l’anno: una inizia a settembre, l’altra a marzo, e la durata è di sei mesi.Va specificato però che questa volta ci si candida per l'anno successivo: le selezioni adesso in atto valgono dunque per il 2012, per entrambi i periodi di stage. L'emolumento per gli interns è di 800 euro al mese lordi, ma è possibile ricevere in aggiunta rimborsi esterni derivanti da borse di studio o simili. Per le spese di viaggio è concessa una copertura fino a 1200 euro.Anche per la Nato, non c'è un collegamento diretto tra lo stage e l'assunzione, ma - si specifica sul sito - questa possiblità può essere vagliata una volta terminato il programma di tirocinio e sempre che si siano rispettate tutte le regole previste per le selezioni di un determinato impiego. «Cerchiamo persone con i background più disparati» dichiara Virginia Keener, del dipartimento Risorse umane della Nato «quali laureati in Scienze Politiche, Ingegneria, Risorse Umane o Giornalismo. Vogliamo ampliare la diversità del nostro staff». Le candidature che arrivano a ogni edizione sono anche qui molto numerose: «l'anno scorso sono state 3mila, per un'età media di circa 23 anni». Per quanto riguarda gli italiani che hanno partecipato all'ultima edizione, «i selezionati sono stati 7. In tutto c'erano 34 nostri connazionali nella shortlist, che in totale contava 90 candidati», fa sapere Nunzia Aversano della Rappresentanza permanente d'Italia alla Nato. Vale a dire che dei giovani di tutto il mondo ammessi alla selezione finale gli italiani erano oltre un terzo!I requisiti. Avere compiuto i ventuno anni al momento della candidatura, essere cittadino di uno degli stati membri della Nato, essere uno studente universitario o neolaureato (massimo un anno prima) - anche se esiste uno specifico programma per studenti di scuola secondaria - e un buon livello di inglese o francese. I criteri di selezione sono il curriculum in relazione alla compatibilità con il dipartimento prescelto dal candidato, insieme al 'nationality and gender balance', ovvero un sistema di riequilibrio dei vincitori in base alla provenienza geografia e al genere.Come candidarsi. Ci si registra al sito e si compila l'application form, che comprende il curriculum e una lettera motivazionale di 500 parole sul perchè della propria candidatura. Sia i finalisti che gli esclusi riceveranno una comunicazione scritta entro settembre, così come vincitori e non saranno avvisati entro ottobre. Per i primi sarà inoltre obbligatoria la sottoscrizione di una security clearance, ovvero un nulla osta per la sicurezza rilasciato dal paese d'origine e dall'ufficio di sicurezza della Nato.C’è tempo invece fino al 15 giugno per candidarsi ai 40 tirocini presso l'Agenzia europea per i medicinali, con 1350 sterline (pari a 1530 euro) di rimborso spese mensili oltre al pagamento del viaggio di andata e ritorno. Per i disabili c’è una copertura superiore del 50%. Si tratta di un organo decentrato dell’Unione Europea con sede a Londra che ha il compito di tutelare e promuovere la sanità pubblica e la salute degli animali mediante il controllo dei medicinali per uso umano e veterinario. Anche questo programma di stage ha inizio a ottobre e si conclude dopo 6 mesi prorogabili fino a 9. La preferenza è data di solito a chi ha un background attinente con le attività dell’agenzia: i laureati in materie scientifiche o giuridiche, ma anche gli umanistici di Scienze della comunicazione o Lettere hanno delle chance. Sono circa 400 le candidature ricevute ogni anno, ma non si può dire quale nazionalità prevalga: «Variano di bando in bando» spiega Amanda Johannson, capo delle Risorse Umane dell’Ema. Tuttavia, l'ufficio del personale dell'agenzia riferisce che gli italiani inseriti in un traineeship nelle ultime due edizioni sono stati rispettivamente 4 e 6.In quanto all’età media, «si tratta in genere di ventenni, essendo i tirocini indirizzati a chi ha preso il titolo di recente, ma il programma è aperto anche a chi si sia laureato in una fase più avanzata della sua vita».  Anche qui si dice a chiare lettere sul sito che non ci sono opportunità dirette di assunzione, però resta la possibilità di candidarsi per posizioni vacanti.I requisiti. Di nuovo per candidarsi serve un diploma di laurea e la buona conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua europea, oltre naturalmente allo status di cittadino europeo.Come candidarsi. Per partecipare alle selezioni occorre spedire per posta l’apposito modulo scaricabile dal sito. Solo i finalisti saranno contattati tra luglio e settembre per un’intervista telefonica, ed entro agosto arriverà una lettera in caso di esito positivo.Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:  Nove concorsi e 70mila euro per premiare le migliori tesi di laurea. Tutti i bandi in scadenza da qui a giugnoStage retribuiti al Parlamento europeo, candidature aperte fino al 15 maggio per tutte le tipologie. 400 posti a disposizione   E anche:Valeria Setti: «Da Rovereto a Vienna per mettere la diplomazia al servizio dei diritti umani: la mia esperienza alla Fundamental Rights Agency»  

Festa dei lavoratori: apre a Roma la mostra “Io lavoro”, una raccolta di foto dedicate ai mestieri del mondo

Il primo maggio in tutto il mondo si festeggiano i lavoratori e a Roma, lunedì 2, apre alla Sala Santa Rita  la mostra fotografica “Io lavoro”, una selezione di 115 scatti sul tema di Elena Guerri Dall’Oro, 46enne giornalista per professione e fotografa per passione. L'autrice, già membro della segreteria particolare di Mirko Tremaglia al ministero degli italiani nel mondo e direttore relazioni istituzionali del Moige, ha viaggiato molto e in giro per il mondo - dalla Finlandia al Giappone, dall’Africa al Sudamerica - ha catturato con il suo obiettivo donne e uomini che «credono nel proprio lavoro e si impegnano ogni giorno nel farlo». Le istantanee, tutte a colori e frutto di vent'anni di spostamenti, immortalano diverse sfumature del gesto lavorativo, non limitandosi agli impieghi di natura manuale ma spaziando dai lavori intellettuali dei colletti bianchi a quelli delle tute blu; dai grembiuli alle divise; passando ad esempio per le mansioni più a rischio degli operatori dell'elisoccorso [foto a destra, scattata ad Ansedonia], o per l'accuratezza di chi prepara dolci [in basso, una giovane pasticciera di Roma]. Un reportage sui mestieri e le professionalità del mondo dunque, e al contempo «un omaggio al merito», specifica la Guerri, che dedica l’esposizione a chi il lavoro non ce l’ha: «la mostra vuole essere anche una tirata di giacca a chi ha la responsabilità di creare ricchezza, quindi i governi, e un inno all’importanza del lavoro per tutti». E, benchè a suo dire non ci siano ricette precise per superare il momento di stallo economico che stiamo vivendo, nel nostro paese una soluzione potrebbe arrivare dai beni culturali: «Gli italiani siedono su un tesoro. Se fosse messa a regime e cambiasse mentalità, l'industria culturale italiana potrebbe bastare da sola a cambiare le cose».Nelle professionalità raffigurate si riflette anche il cambiamento della società a seguito della terziarizzazione e della nascita della società dei servizi nei diversi paesi oggetto della raccolta. L’evoluzione del lavoro in questa direzione è talvolta indice del progresso o dell’arretratezza di una nazione: «In Tanzania vediamo ad esempio pastori che noi non abbiamo più; e in India tutto ciò è ancora più evidente perché da una parte troviamo tipologie di lavori che risalgono al Medioevo, dall’altra c’è l’avanzatissima Bollywood», riflette la giornalista. «Il problema della crescente sostituzione delle macchine all’uomo», sottolinea, «in Italia sarà però arginato dal prodotto artigianale made in Italy, che avrà sempre bisogno della componente umana».Le foto di “Io lavoro” saranno proiettate su supporti multimediali con musiche fuori scena. La mostra è realizzata dall’associazione socio-culturale Trait d’union con il contributo del Ministro della Gioventù e del Consiglio Regionale del Lazio, e sarà ospitata dalla Sala Santa Rita fino al 6 maggio (ci saranno nuovi appuntamenti in altre città, ma il programma non è ancora disponibile). L’ingresso è gratuito.Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: Stagisti in mostra: a Napoli le foto di Elisabetta Lombardo per raccontare il lavoro in Europa ai tempi dello stage  

Ministro Brunetta, quanti sono gli stagisti negli enti pubblici italiani? Stavolta a chiederlo è la deputata Donella Mattesini. Con un'interrogazione parlamentare

Un'altra delle grandi battaglie della Repubblica degli Stagisti, quella per scoprire il numero - finora ignoto - dei giovani che ogni anno fanno tirocini all'interno degli enti pubblici, è finalmente approdata in Parlamento. Il 7 aprile è stata infatti depositata un'interrogazione parlamentare presso la Commissione Lavoro della Camera. Ministro destinatario: Renato Brunetta, alla testa del dicastero che governa la Pubblica amministrazione. A sollecitarlo a fare un censimento degli stagisti passati per tutti gli enti pubblici italiani è Donella Mattesini, deputata del Partito Democratico, prima firmataria. Un'interrogazione in rosa, dato che le altre cinque firme sono tutte al femminile: quelle di Lucia Codurelli, Marianna Madia, Maria Grazia Gatti, Marialuisa Gnecchi e Amalia Schirru, tutte colleghe di partito della Mattesini.Già nel giugno dell'anno scorso, partendo dall'analisi dei dati del Rapporto Almalaurea, la Repubblica degli Stagisti aveva calcolato che il numero degli stagisti negli enti pubblici fosse  superiore a 54mila, contando esclusivamente gli studenti universitari, e aveva sottolineato quanto questa stima fosse per difetto, mancando «pezzi numericamente importantissimi come gli studenti delle scuole superiori, i diplomati, i laureati, gli studenti di master e corsi extrauniversitari». Ed era arrivata pertanto a stimare, all'interno degli enti pubblici, un numero di stagisti oscillante tra i 100mila e i 200mila all'anno.Nella premessa dell'interrogazione parlamentare si legge: «si calcola che in Italia ogni anno ci siano circa 500mila stagisti, un esercito di laureati e diplomati che vivono la mancanza di prospettive di lavoro in armonia con gli studi effettuati, nonché l'impossibilità di inserirsi nel mercato del lavoro se non con contratti di lavoro a tempo determinato» e che «le possibilità di accedere ad un posto di lavoro alla fine del tirocinio formativo sono assolutamente esigue». Il testo prosegue citando la Repubblica degli Stagisti, e in particolare alcuni risultati del sondaggio «Identikit degli statisti italiani» realizzato nel 2009 insieme all'ente pubblico Isfol; poi fa riferimento ai «45mila giovani, in maggioranza talenti del lavoro intellettuale, che ogni anno scappano dall'Italia in cerca di migliori opportunità, sottolineando che «tale fuga ha un costo per il nostro Paese che secondo l'Ocse equivale a circa 6 milioni di dollari all'anno» [probabilmente qui vi è un refuso nel testo, perchè costando ogni laureato circa 100mila euro allo Stato italiano, da questa cifra moltiplicata per 45mila si viene a ottenere un costo totale di 6 miliardi di dollari].Mattesini sottolinea poi che «i tirocini sono diventati una specie di scorciatoia delle aziende per utilizzare manodopera a basso costo e gli stage hanno perso, nella maggior parte dei casi, il carattere principale rappresentato da una occasione di formazione, a stretto contatto con il  mondo del lavoro». Fino all'affondo finale: «non esiste una rilevazione puntuale sulla quantità degli stagisti nella pubblica amministrazione nel suo complesso» e «risulta che molti servizi ed attività sono ancora funzionanti proprio grazie all'attività dei tirocini formativi». Affermazione facilmente verificabile attraverso una breve ricerca in Rete: non si contano le offerte di stage presso tribunali, università, ospedali, uffici comunali.La richiesta al ministro Brunetta non potrebbe essere più chiara: «cosa intenda fare al fine di rilevare tale dato, sia nel suo numero complessivo, sia nella divisione per singole amministrazioni centrali e locali, tenuto conto della necessità di conoscere e monitorare tale fenomeno anche al fine di una utile programmazione di politica del personale nella pubblica amministrazione». La parola al ministro.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Quanti sono gli stagisti negli enti pubblici italiani? Nessuno lo sa. L'appello della Repubblica degli Stagisti a Brunetta: ministro, ce lo può dire?

Nove concorsi e 70mila euro per premiare le migliori tesi di laurea. Tutti i bandi in scadenza da qui a giugno

Mentre molte università italiane aprono le sessioni di laurea primaverili, chi ha già vissuto questo giorno particolare può trovare enti ed istituzioni disposti a riconoscerne il valore con somme in denaro. Questi i bandi in scadenza. C'è tempo fino al 28 aprile per partecipare alla settima edizione del premio nazionale "Giacomo Matteotti" promosso dalla Presidenza del consiglio dei ministri [a fianco, una foto del politico]. La sezione dedicata alle tesi di laurea mette a bando due riconoscimenti da 5mila euro lordi l'uno per quanti dal primo gennaio 2009 al 31 dicembre 2010 si sono laureati con un elaborato «che illustri gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale» che hanno ispirato la vita di Matteotti. La domanda va consegnata o spedita per raccomandata A/R al Servizio per le funzioni istituzionali di Palazzo Chigi insieme ad almeno cinque copie cartacee del lavoro (meglio se sette), mentre tra gli altri allegati si segnala una lettera di presentazione del relatore o del preside della facoltà di provenienza. Il 5 ottobre la premiazione a Roma. L'Asfor, Associazione italiana per la formazione manageriale, omaggia la memoria del suo ex presidente Luigi Pieraccioni con due premi di 1.500 euro riservati rispettivamente alla migliore tesi magistrale e di dottorato, anche multimediale, sul tema dello sviluppo territoriale sostenibile. Ammessi tutti i laureati tra inizio gennaio 2009 e fine marzo 2011. Modulo di candidatura e allegati - tra cui una copia della tesi su cd - dovranno pervenire entro la mezzanotte del 2 maggio alla segreteria dell'associazione, anticipando il tutto per mail all'indirizzo info [at] asfor.it. La premiazione avverrà il 16 giugno a Roma nel corso della nona giornata della formazione manageriale. Sempre il 2 maggio scade il premio "Orazio Ruggeri" dell'Assiom Forex di Milano, associazione di rappresentanza di circa 450 operatori finanziari italiani. Destinatari sono tutti i laureati specialistici a partire dal primo gennaio 2009 con una tesi sui mercati immobiliari e le sue innovazione negli strumenti finanziari o di negoziazione. Al primo classificato andranno 3500 euro netti;1500 al secondo, e per entrambi l'assegnazione avverrà entro il 30 giugno. Per partecipare bisogna far pervenire alla segreteria dell'Assiom Forex domanda, copia della tesi - possibilmente digitale - abstract, curriculum e certificato di laurea. Alla memoria di Luca Massari [a fianco, nella foto] il tassista vittima lo scorso ottobre di un pestaggio mortale per aver investito un cane, il Comune di Milano dedica un premio di 6mila euro lordi per tesi di laurea o dottorato che discutano il tema della sicurezza nelle metropoli. Ammessi tutti i laureati tra inizio gennaio 2006 e fine marzo 2011, che per partecipare dovranno spedire alla Direzione centrale ricerca, innovazione e capitale umano (fa fede il timbro postale) copia cartacea o digitale del lavoro, allegati  e domanda - ma per quest'ultima non c'è un apposito modulo. La Confartigianato Vicenza - mandamento di Bassano del Grappa bandisce un concorso in ricordo dell'ex dirigente Franco Mechilli, assegnando tre premi di laurea, rispettivamente da 1500, 1000 e 500 euro - più eventuali menzioni speciali, massimo due, di 250 euro l'una. Candidature aperte per quanti si sono laureati negli anni accademici 2008/09 e 2009/2010 approfondendo da un punto di vista economico ambiti come artigianato, fonti di energia alternativa, mobilità, infrastrutture e simili. Domanda - da autocertificare - tesi cartacea e allegati vanno consegnati o spediti entro il 6 maggio (fa fede il timbro postale) agli uffici della Confartigianato, che decreterà i vincitori in tempo utile per la cerimonia di premiazione di luglio. Torna poi per la settima volta il premio "Maria Baiocchi" che la Onlus omana Di'Gay Project promuove in memoria di una figura importante nella lotta per i diritti degli omosessuali. Il bando infatti è aperto a tutti i neolaureati italiani che a partire dall'anno accademico 2008/09 abbiano discusso da una qualsiasi prospettiva un elaborato nel campo dell’orientamento sessuale gay, lesbico, bi-  e trans-sessuale. Tre le classi premiate: laurea di primo livello, di secondo (entrambi con mille euro netti ciascuno) e master o dottorato di ricerca (2500 euro). Domanda e allegati, tra cui due copie cartacee e una digitale dell'elaborato laurea, devono pervenire all'associazione entro il 13 maggio. La proclamazione dei vincitori è attesa per fine anno. C'è tempo invece fino al 17 giugno per partecipare al premio che Comune e Camera di Commercio di Milano dedicano all'ex presidente del consiglio comunale Giovanni Marra . Tre premi da 5mila euro lordi l'uno destinati alle migliori tesi di laurea specialistica non compilative discusse tra il primo maggio 2010 e il 30 aprile 2011 e incentrate sul tema della responsabilità sociale nel settore pubblico, privato e nelle organizzazioni di privato sociale. Domanda, certificato di laurea, liberatoria e una copia cartacea o digitale dell'elaborato vanno consegnate o inviate all'ufficio Affari legali del Comune di Milano (fa fede il timbro postale). Il comune del capoluogo lombardo assegna anche tre riconoscimenti in memoria dell'avvocato Giorgio Ambrosoli [a sinistra, nella foto]. L'ambito individuato dalle tre categorie di concorso è quello dell'etica applicata all'economia - fenomeni di corruzione, rapporto tra economia legale e criminale, rimedi alla criminalità - per ciascuna delle quali l'ammontare del premio è di 5163 euro lordi. Possono partecipare laureati e ricercatori che abbiano conseguito il titolo tra il 1° marzo 2010 e il 28 febbraio 2011, secondo le modalità previste dal bando precedente. Invariata anche la scadenza, il 17 giugno.Infine, il Centro Alberto Beneduce istituisce per il quarto anno un premio di laurea di 10mila euro lordi che porta il nome di Mauro Cicchinè, ex presidente dell'istituto Dexia Crediop, finanziatore dell'iniziativa. La somma è destinata alla migliore tesi di laurea o dottorato di ricerca - ma sono ammessi anche altri tipi di ricerche, purché inedite - che discutano un tema ben definito dell'ambito economico-giuridico: il ruolo del project financing nell'attuazione del federalismo demaniale. La candidatura - domanda autocertificata e allegati, tra cui una copia digitale e una cartacea di elaborato e abstract - devono essere spediti al centro per posta celere o corriere entro il 30 giugno. La cerimonia di assegnazione è prevista per fine estate. Annalisa Di Palo Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Tesi da premiare: ecco i bandi in chiusura fino ad aprile. In palio 40mila euro suddivisi in otto iniziative- Almalaurea, crollano occupazione e stipendi dei laureati. E chi fa uno stage ha solo il 6% in più di opportunità di lavoro

Migliaia di precari scesi in piazza il 9 aprile: «Non vogliamo più essere sfruttati»

Sono migliaia, diecimila solo a Roma. Tanti giovani, ma non solo. Appartengono a diverse categorie professionali, non hanno un unico colore politico. Sono gli «eterni ragazzi», il «popolo delle partite IVA» gli abitanti della Repubblica degli Stagisti: ad unirli lavori precari e sottopagati, quando non gratuiti, e un unico slogan: «il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta». Questa l’Italia che è scesa in piazza sabato 9 aprile per la manifestazione nata dall’appello di 14 giovani lavoratori precari, sottoscritto da circa 200 associazioni. Una street parade per  la Capitale, da piazza della Repubblica fino al Colosseo. La mobilitazione, però, non ha toccato solo Roma: oltre 40 i capoluoghi italiani coinvolti nell’iniziativa, due le manifestazioni internazionali, a Bruxelles e Washington.Tanti lavoratori hanno sfilato, cantato, partecipato a flash mob per chiedere contratti più stabili, retribuzioni adeguate al tipo di qualifica, il diritto a comprare una casa e a costruire una famiglia. Accanto a loro, anche alcune personalità del sindacato, della politica e dello spettacolo: il segretario della CGIL Susanna Camusso, il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi, il protagonista della serie e del film Boris Pietro Sermonti. «Sono emozionata» racconta Maria Pia, una delle organizzatrici dell’evento «è stato molto complesso riunire le varie categorie di precari in un’unica manifestazione. Non mi interessa sapere quanti siamo, l’importante è far sentire la nostra voce». E le voci arrivano da mondi diversi, dall’informazione alla ricerca, dall’archeologia alla scuola. Monica Piccini è una giornalista freelance, membro dell’associazione Quattro per cinque, che fa capo al Coordinamento giornalisti precari: il nome sta per quattro centesimi per cinque pallottole, quante ne sono state inviate a una collega come minaccia per un pezzo di cronaca pagato quattro centesimi a riga. Da tempo lotta insieme ad altri giornalisti per avere maggiori tutele e una retribuzione più dignitosa: «I nostri articoli sono pagati anche sei euro lordi» spiega «lo scorso 29 marzo una delegazione del coordinamento è stata ricevuta dalla commissione Lavoro del Senato per denunciare le condizioni in cui ci troviamo». La lotta quotidiana con salari bassi e contratti che nemmeno dopo anni permettono una stabilità riguarda anche la ricerca: Giacomo lavora all’ISPRA e da quattro anni alterna contratti occasionali ad assegni di ricerca. «Il prossimo 31 dicembre scadrà il mio ennesimo contratto e non so neanche se sarà rinnovato. Il precariato può essere una soluzione temporanea finalizzata a stabilizzare l’ingresso nel mondo del lavoro, ma se non è così è giusto scendere in piazza». Una componente particolarmente viva è quella della scuola, uno dei settori maggiormente penalizzati dai tagli del Governo: «I continui passaggi da un istituto all’altro e la precarietà generale delle condizioni di lavoro penalizzano la qualità dell’insegnamento» spiega Dina, docente di scuola media, precaria da quattro anni «gli otto miliardi di tagli già annunciati per i prossimi due anni non miglioreranno di certo la situazione». Il quadro non è più rassicurante nel mondo universitario: Francesco Vitucci, segretario dell’ADI (Associazione Dottorandi Italiani) di Roma, ha intrapreso una battaglia per eliminare il fenomeno dei dottorati di ricerca senza borsa, ossia lavoro completamente gratuito: «Bisogna ridare dignità al sapere e alla conoscenza», spiega a gran voce dal palco della manifestazione.Oggi in Italia ci sono circa 4 milioni di lavoratori precari (solo nell’ambito dell’informazione 24mila giornalisti con contratti atipici a fronte dei 20mila regolarmente contrattualizzati) e ben 45mila giovani che ogni anno lasciano l’Italia per andare all’estero: ecco perché non è più possibile aspettare.Chiara Del PriorePer saperne di più su quest’argomento, leggi l'editoriale del direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina, tra i 14 promotori della manifestazione, pubblicato sul sito web Lo Spazio Della Politica alla vigilia della manifestazioneE leggi anche:- Il nostro tempo è adesso: OGGI! L’elenco di tutte la piazze della mobilitazione - Il nostro tempo è adesso: quasi cento associazioni, siti web, sezioni di partito, giornali, collettivi aderiscono alla manifestazione del 9   aprile- La Cgil scende in campo per stanare gli sfruttatori di stagisti con la campagna «Non più Stage Truffa»

Il nostro tempo è adesso: OGGI! L'elenco di tutte le piazze della mobilitazione

È arrivato il giorno della mobilitazione: oggi scatta in tutta Italia l'operazione «Il nostro tempo è adesso - La vita non aspetta», basata sull'appello promosso da 14 giovani, tra cui il direttore della Repubblica degli Stagisti, ai giovani. Per passare all'azione e non accettare più supinamente lo status quo italiano: giovani sottoimpiegati, sottopagati, costretti a posticipare le proprie scelte di vita e i propri desideri di autonomia, oppure a emigrare all'estero in cerca di opportunità che qui sono negate.Leggi l'editoriale di Eleonora Voltolina sulle pagine del sito Lo Spazio Della PoliticaScopri chi sono i 14 promotori di «Il nostro tempo è adesso»Qui sotto tutti gli appuntamenti città per città:- ROMA Piazza Repubblica ore 15:00 street parade fino al Colosseo- MILANO Colonne di San Lorenzo ore 15:30- NAPOLI Piazza Mancini ore 9:00 corteo fino a Piazza del Gesù, ore 12:00 concerto finale- PALERMO Piazza Indipendenza ore 17:00 fino a Piazza Bologni, ore 19:00 "I giovani siciliani si raccontano"E ancheIn Piemonte:- TORINO Piazza Vittorio ore 15:00- NOVARA Piazza Matteotti ore 15:00- CUNEO Piazza Audifredi ore 15:00- ASTI  Piazza Statuto ore 15:30-17:30 In Liguria:- GENOVA Via San Lorenzo ore 17:00 In Lombardia:- BERGAMO Piazza Matteotti dalle ore 16:30- LECCO Piazza XX Settembre ore 14:30- BRESCIA Piazza Rovetta ore 15:30- LODI Piazza Vittoria ore 15:00- MANTOVA Piazza Mantegna ore 16:00- PAVIA Piazza Vittoria ore 15:00- MONZA Piazza Carducci ore 14:30In Friuli Venezia Giulia:- TRIESTE Piazza Cavana ore 15:30In Veneto:- PADOVA Piazza Garibaldi ore 17:30- VENEZIA Mestre Piazza Ferretto ore 14:00- VICENZA Corso Palladio ore 16:30- VERONA Piazza Brà ore 15:00- ROVIGO Piazza Vittorio Emanuele ore 17:00- TREVISO Piazzetta Aldo Moro (Piazza dei Signori) ore 14:00In Emilia Romagna:- BOLOGNA Piazza S. Francesco ore 17:00 corteo e concerto- PARMA Piazzale Corridoni ore 16:00- MODENA "Precary Parata" ore 15:30 Facoltà di Economia di Modena fino a Piazza Mazzini- CESENA Piazza Almerici dalle ore 16:00In Toscana:- FIRENZE Piazza S. Spirito ore 15:00- PISA Piazza Garibaldi ore 17:00- PISTOIA Piazza Duomo ore 17:00- MASSA CARRARA Via Porta Fabbrica davanti alla sede del Comune di Massa ore 17:00In Abruzzo:- CHIETI Piazza Giambattista Vico 10:30-13:00Nelle Marche:- ANCONA (corteo regionale) Piazza del Plebiscito ore 10:00 il comitato marchigiano partecipa alla Marcia per il Lavoro e si incontra presso lo stand del Comitato Il nostro tempo è adessoIn Umbria:- PERUGIA Piazza Matteotti ore 16:00In Basilicata:- POTENZA Piazza Duca della Verdura ore 18:00 ConcertoIn Puglia:- BARI Piazza San Ferdinando ore 9:30- TARANTO Piazza Roma - Via del Faro 44 (San Vito Taranto) iniziativa e dibattito dalle 16:00- BRINDISI corso Leonardo Leo (San Vito dei Normanni), ore 17:00- LECCE Piazza Castromediano dalle 19:00. A seguire concertoIn Calabria:- CATANZARO Piazza Prefettura ore 17:30- COSENZA Piazza XI Settembre ore 16:00In Sicilia:- SIRACUSA Tempio di Apollo ore 9:30- POZZALLO (RG) Piazza Municipio ore 19:00- VITTORIA (RG) Villa Comunale ore 10:00In Sardegna:- CAGLIARI - 8 APRILE - Facoltà di Architettura Tavola Rotonda e concertoAll'estero:- BRUXELLES Boulevard Anspach vicino alla fermata Pre-metro BourseAppuntamento di fronte alla Bourse ore 14:30- WASHINGTON D.C. al Lincoln Memorial ore 12:00Leggi l'elenco delle quasi 200 associazioni che hanno sottoscritto l'appello e promesso di essere presenti in piazza