Categoria: Notizie

Stage, ti voglio in tutte le lingue dell'Ue: 60 tirocini da 1200 euro per traduttori al Parlamento europeo. Candidature fino al 15 novembre

I tirocini al Parlamento europeo sono un'occasione per imparare e aggiungere prestigio al proprio curriculum, senza svuotarsi le tasche o attingere a quelle di mamma e papà. Il rimborso infatti, tra basic grant e agevolazioni, può toccare i 1.500 euro lordi al mese: un miraggio lontano per i tirocinanti delle istituzioni italiane. Del resto il Parlamento Ue ha apertamente dichiarato guerra ai tirocini gratis con una risoluzione del luglio scorso e, nell'attesa che gli stati membri recepiscano l'input, continua con successo il programma di stage retribuiti Schuman. Dopo l'opzione generale, giornalismo e i tirocini per disabili, il bando stavolta interessa i traduttori: si chiudono alla mezzanotte di lunedì 15 novembre le candidature per 60 stage di tre mesi,  a partire da aprile 2011, in una delle 23 unità linguistiche della Direzione generale della traduzione di Lussemburgo [a fianco, il suo direttore generale Piet Verleysen; sotto la sede locale del Parlamento], che si occupa di tradurre documenti scritti per la Commissione europea da e in una delle lingue ufficiali dell'Ue. Gli stage possono essere prorogati per altri tre mesi - ciò avviene nel 35% dei casi - e per ciascun mese al tirocinante spettano 1.190 euro lordi, più un contributo per le spese di viaggio calcolato sulla distanza tra Lussemburgo e il luogo di residenza: chi viene da Milano, ad esempio, ha diritto a circa 90 euro a tratta (180 tra andata e ritorno); un barese riceve invece 170 euro (340 in tutto). Previsto anche un forfait per coprire i costi straordinari in caso di missioni nelle altre sedi del Parlamento: in genere si fa una trasferta di un giorno a Bruxelles, con un contributo di 130 euro, e una di due giorni a Strasburgo, con 170 euro. Chi poi è sposato o ha figli ha diritto a una household allowance, un assegno familiare, di circa 238 euro al mese. Per candidarsi è indispensabile la laurea triennale e un'ottima conoscenza di almeno altre due lingue oltre la propria. Il bando non richiede la laurea in lingue e chi ha fatto altri studi, se in possesso di certificazioni linguistiche di alto livello (il C1 o C2 europeo, ad esempio), può comunque provarci; l'ufficio stage spiega infatti alla Repubblica degli Stagisti che in passato sono stati ospitati anche tirocinanti con lauree in economia e giurisprudenza. L'atto di candidatura va compilato on-line, in una sola tappa e solo in inglese o francese; il consiglio è sempre quello di non ridursi all'ultimo momento per evitare intasamenti di sistema. Dopo l'invio si riceverà una mail con un numero di conferma e il riassunto della candidatura, che va stampato e conservato: servirà se si viene preselezionati. L'esito di questa prima fase è atteso dopo il 15 dicembre. Chi passa dovrà fornire la documentazione cartacea che attesta quanto dichiarato online: fotocopia del documento di identità, di tutti i diplomi e i certificati - che non necessitano di traduzione - e riassunto firmato della candidatura. Se tutto va bene, l'offerta del tirocinio viene formalizzata con una lettera, un mese e mezzo prima dell'inizio del tirocinio, verso metà febbraio. Nella sezione FAQ e in quella relativa alle norme si trovano molti altri chiarimenti. Il numero delle candidature è alto e sale di anno in anno, anche se quello dei posti disponibili rimane sostanzialmente stabile. Nel 2008 erano state 2287 (cifra che comprende anche gli stage non retribuiti, ma si tratta solo l'1% circa) a fronte di 213 posti disponibili: una probabilità di successo di quasi uno ogni dieci. L'anno successivo sono diventate più di 4mila (210 gli stage attivati - ce l'ha fatta solo il 5%) e nel 2010 sono arrivate al Parlamento quasi 4670 domande per circa 220 posti. Un aumento del 50% in tre anni. Massiccia la partecipazione degli italiani: sui 27 Paesi partecipanti, delle candidature del 2010 ben 1890 arrivavano dall'Italia, il 40% del totale - poi solo in 13 ce l'hanno fatta. Dietro l'Italia, a grande distanza, Romania (485 candidature), Spagna (387), Francia (293) e Polonia (289). Due anni prima erano italiane solo il 15% circa delle domande. Un dato che dice molto sulle vie d'uscita che i giovani italiani tentano per sfuggire alle scarse opportunità offerte nel nostro Paese. Annalisa Di Palo Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Emilie Turunen, pasionaria dei diritti degli stagisti al Parlamento europeo: «L'Italia è fra i Paesi messi peggio»- Stage alla Commissione europea, è boom di richieste e più di un quarto delle candidature arriva dall'Italia: forse perchè sono ben pagati? - Tirocini Schuman, un lettore vince e ringrazia la Repubblica degli Stagisti: «Ho saputo del bando grazie alla vostra Newsletter»

Praticanti Inps non pagati, il caso sollevato dalla Repubblica degli Stagisti diventa un'interrogazione parlamentare

Il caso dei praticanti avvocati dell'Inps che non prendono un soldo, sollevato la scorsa settimana dalla Repubblica degli Stagisti, approda oggi in Parlamento grazie all'impegno del gruppo parlamentare Fli e dell'associazione Libertiamo. Il deputato finiano Enzo Raisi [nella foto a destra], rimasto colpito dalla vicenda, ha infatti preparato un'interrogazione per il ministro del Lavoro – citando la Repubblica degli Stagisti che ha dato la notizia e il Fatto Quotidiano che l'ha subito ripresa come «fonti di stampa» – e la presenterà oggi nel corso del question time della Camera. Si tratta di un'interrogazione a risposta immediata, quindi Sacconi sarà tenuto a rispondere alle due domande centrali: e cioè se non ritenga opportuno «intervenire, nelle sue funzioni di vigilanza dell’attività dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, affinchè l’Istituto rispetti l’articolo 26 del Codice deontologico forense, in ordine al compenso da riconoscere ai praticanti» e «ritirare il bando per l’ammissione alla pratica forense presso la sua avvocatura pubblicato il 25 ottobre scorso,  provvedendo a disciplinare diversamente lo svolgimento della pratica forense, eventualmente attraverso la previsione di un fondo compensi». Se Sacconi risponderà di sì a queste due domande, qualcosa si muoverà all'interno dell'Inps e non solo. Perché nell'interrogazione si fa esplicito riferimento anche all'Avvocatura dello Stato e ad altri enti pubblici che, in barba al Codice deontologico, non pagano i propri praticanti.Il comportamento anti-deontologico dell'Inps è scoppiato grazie a un'inchiesta della Repubblica degli Stagisti, che attraverso la sua rubrica «Help» dello scorso 19 ottobre ha raccolto l'appello di una ex praticante pugliese - Francesca Esposito - indignata per il trattamento ricevuto e tanto coraggiosa da inviare una «istanza scritta di rimborso/compenso» al coordinatore regionale dell'Inps, per chiedere il rispetto del Codice deontologico. Istanza purtroppo caduta nel vuoto.La circostanza è particolarmente significativa anche perché, come la Repubblica degli Stagisti aveva anticipato, l'Inps proprio l'altroieri ha pubblicato un bando per trovare altri 419 praticanti avvocati da aggiungere ai 75 attualmente in servizio, specificando fin da subito che lo svolgimento della pratica avverrà «a titolo gratuito senza oneri retributivi o contributivi a carico dell’Inps». Ma, obietta Raisi nell'interrogazione, «la gratuità della pratica è in palese contraddizione con quanto previsto dal Codice deontologico forense, che all’articolo 26 dispone che l’avvocato riconosca al praticante ‘dopo un periodo iniziale, un compenso proporzionato all’apporto professionale ricevuto’» e «l’articolo 1 del richiamato Codice deontologico prevede che ‘le norme deontologiche si applicano a tutti gli avvocati e praticanti nella loro attività, nei loro reciproci rapporti e nei confronti dei terzi”». E conclude riflettendo sulla pericolosità di un comportamento anti-deontologico da parte di un ente pubblico: «La violazione delle norme deontologiche forensi da parte di un’amministrazione pubblica come l’Inps, così come da parte dell’Avvocatura dello Stato e degli altri enti pubblici, contribuisce a dequalificare il praticantato e a consolidare la convinzione – purtroppo molto diffusa nel mondo forense italiano – che la gratuità del praticantato sia una prassi ormai comunemente accettata». Come risponderà il ministro del Lavoro a questa interrogazione? La risposta oggi pomeriggio alle 15 durante il question time, trasmesso in diretta su RaiDue.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento:- L'Inps viola il codice deontologico forense, non paga i suoi 75 praticanti avvocati e ne cerca altri 400. Ed è in buona compagnia- La testimonianza di Francesca Esposito: «Ho interrotto il mio praticantato presso l'Inps perchè non mi davano un euro»

Alicante, dieci posti di stage all'Agenzia europea per la registrazione dei marchi e dei modelli comunitari

L'Uami, ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, ha dieci posizioni di stage aperte. Il bando chiuderà domenica 31 ottobre; la Repubblica degli Stagisti ne dà notizia solo adesso perché solo adesso è riuscita a sapere l’ammontare preciso del rimborso spese offerto ai tirocinanti, 900 euro, non specificato né sul sito dell’Uami né dalla documentazione per l’application. Gli stage, che prenderanno il via il 1° febbraio 2011 e si concluderanno il 30 giugno, si svolgeranno in Spagna, ad Alicante, città dove ha sede l’Uami, che è l’agenzia dell’Unione europea incaricata della registrazione dei marchi, dei disegni e dei modelli comunitari, per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale su tutto il territorio dell’Ue. Da dieci anni l’Uami ha avviato un programma di tirocinio rivolto a giovani laureati che prevede due periodi di stage all’anno, uno con inizio a febbraio (tirocinio primaverile), l’altro a settembre (tirocinio autunnale), entrambi della durata di cinque mesi. Ma, a differenza della maggior parte delle altre istituzioni europee, l'Uami non rende purtroppo disponibili i dati statistici sulle passate edizioni – come il numero e la nazionalità dei candidati, l’età media, i percorsi di studio più frequenti, la nazionalità.I tirocinanti vengono inseriti nel dipartimento dell’agenzia scelto al momento della candidatura tra i dieci a disposizione: tecnologie dell’informazione e gestione delle infrastrutture, gestione della qualità, risorse umane, finanze, affari generali e relazioni esterne, marchi e annullamento, disegni e modelli, marchi e registro, commissioni di ricorso, dipartimento della politica di proprietà industriale. I requisiti per candidarsi? Una laurea di primo livello o un titolo equivalente conseguito entro il termine di scadenza del bando e la conoscenza approfondita di almeno due lingue comunitarie, tra cui una delle cinque lingue dell’ufficio (francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco). Possono partecipare alla procedura di selezione i cittadini dei  paesi dell’Ue, dei paesi candidati e, in numero limitato, di paesi terzi. Non è richiesto, infine, un particolare tipo di laurea, ma solo una buona conoscenza delle materie inerenti al dipartimento in cui si è scelto di svolgere il tirocinio.Per presentare la propria candidatura basta compilare il form online pubblicato sul sito dell’agenzia: ad esso va allegata, pena l’esclusione dalla selezione, la copia del diploma universitario (o, qualora non se ne sia ancora in possesso, di un attestato dell’università). Una volta ricevuto il form, l’Uami invia ai candidati un numero identificativo da citare in ogni successivo contatto con l’agenzia. Entro la metà di dicembre l’esito delle selezioni: l’invio del contratto per gli ammessi e della lettera di non ammissione per i candidati ritenuti non idonei. Per chi ce la fa e si trova a dover cercare una sistemazione ad Alicante, sul sito dell’Uami è possibile consultare una breve guida della città, creata da ex stagisti, con informazioni e indirizzi utili per vivere e muoversi. Per la prima settimana i tirocinanti verranno introdotti all’interno dell’agenzia attraverso una serie di conferenze illustrative sul  funzionamento dell’ufficio. Poi ognuno sarà assegnato al dipartimento scelto in fase di candidatura e nel suo lavoro sarà affiancato da un tutor.Enza CivalePer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Leonardo, 350 tirocini in scadenza tra ottobre e novembre: dalla provincia all'Europa il passo è breve- Tirocini Schuman, un lettore vince e ringrazia la Repubblica degli Stagisti: «Ho saputo del bando grazie alla vostra Newsletter»  

Bandi poco trasparenti: in quello per i tirocini alla Scuola superiore dell'Economia e delle finanze non è specificato quant'è il rimborso spese

È stato pubblicato di recente il secondo bando 2010 per il programma di tirocinio della Scuola superiore dell’Economia e delle finanze (Ssef), istituzione di alta formazione alle dirette dipendenze del ministro dell'Economia. L’obiettivo del concorso è avviare 31 laureandi e neolaureati a stage formativi e di orientamento nel settore della formazione presso le sedi della stessa Ssef a Roma, Torino, Bari, Bologna, Milano e Palermo. Il programma nasce da una collaborazione della Ssef con le università italiane coordinate dalla fondazione Crui. Siccome alla Repubblica degli Stagisti piacciono le cose trasparenti, la prima cosa che ha notato in questo bando è l'opacità rispetto al punto riguardante il rimborso spese: nel testo infatti c’è un vago riferimento a un emolumento, ma non viene specificato l'ammontare. Che invece è un’informazione essenziale per i giovani: solo conoscendo questo dettaglio ciascuno può decidere se vuole (e soprattutto se può) candidarsi. E ben lo dovrebbe capire un'istituzione che, ironia della sorte, proprio di economia e finanze si occupa ogni giorno! La Repubblica degli Stagisti è quindi andata direttamente alla fonte, chiedendo delucidazioni alla Scuola. Dalla Ssef hanno risposto che il rimborso spese che verrà erogato agli stagisti è di 7 euro al giorno; l'ammontare è stato deciso dal consiglio direttivo ed è uguale a quello corrisposto per il buono pasto ai funzionari ministeriali. Il totale, spiegano, non è stato specificato perchè avrebbe potuto variare e perchè nel bando sono indicati  i requisiti e le modalità del tirocinio, mentre gli altri dettagli vengono comunicati dagli organizzatori direttamente agli interessati. Resta il fatto che il rimborso ammonta a meno di 1.300 euro per i sei mesi di tirocinio, e cioè a circa 200 euro al mese: una cifra forse sufficiente per pagarsi un panino a pranzo, ma ben misera per uno stagista fuori sede che si debba sobbarcare interamente vitto e alloggio. Il bando, per chi comunque volesse partecipare, è rivolto ai neolaureati e laureandi di laurea magistrale e a ciclo unico, di vecchio e nuovo ordinamento di tutte le università italiane che aderiscano al programma. Ci si candida online, entro e non oltre il 19 ottobre, allegando dati anagrafici, cv, curriculum universitario con piano di studi e votazioni dei singoli esami, modulo di candidatura con lettera motivazionale e indicazione delle sedi di preferenza.Andrea Curiat Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Le università «virtuose» del Mae-Crui: tutti i dettagli sui rimborsi spese e le borse di studio per i tirocini in ambasciate, consolati e istituti di cultura; - Mae-Crui, la vergogna degli stage gratuiti presso il ministero degli Esteri: ministro Frattini, davvero non riesce a trovare 3 milioni e mezzo di euro per i rimborsi spese?

Leonardo, 350 tirocini in scadenza tra ottobre e novembre: dalla provincia all'Europa il passo è breve

Autunno ricco di possibilità per quanti desiderano fare un'esperienza lavorativa all'estero. Da anni la Commissione europea promuove il progetto di formazione permanente Leonardo e la relativa azione di «mobilità transnazionale», spesso con co-finanziamenti di soggetti territoriali. Di questi, ecco da nord a sud chi lo fa e come. Il Centro educazione all'Europa di Ravenna [a fianco, il logo] è il titolare - gestisce cioè il finanziamento europeo - del progetto "Job Seeker", sostenuto anche da altri tre soggetti, per ognuno dei quali esiste un bando (se si hanno i requisiti, si può partecipare a più di uno). Il primo scade venerdì 22 ottobre ed è promosso da  banca BCC [sotto, il logo] e  fondazione Giovanni Dalle Fabbriche. In palio ci sono dieci tirocini di 16 settimane l'uno in vari settori: economico-amministrativo, consulenza, ma anche comunicazione, marketing, ONG. Ammessi i diplomati e laureati residenti in provincia di Ravenna e nel circondario imolese - più una serie di altri comuni indicati nel bando - che non siano occupati o che, al contrario, provengano da imprese di questi territori (in questo caso fa testo la sede giuridica dell’impresa). Il limite di età è di 32 anni compiuti e, per i soli lavoratori in situazioni di crisi aziendale, 40 anni. Quattro le mete disponibili, che determinano l'ammontare del rimborso delle spese di vitto, alloggio e trasporti: chi va in Belgio o Spagna riceverà sul proprio conto corrente 3.255 euro netti (poco più di 800 euro al mese), che salgono a 3.800 (950 euro al mese) per chi sceglie Irlanda e Regno Unito; la cifra verrà corrisposta per il 60% all'inizio dello stage e per il restante 40% alla fine. Un'ultima borsa è poi riservata ai candidati che vogliano proporre in prima persona un'organizzazione ospitante e in questo caso il contributo è da determinare. A carico dell'ente titolare saranno invece le spese assicurative e di formazione culturale e linguistica. Chi vuole provarci deve far pervenire la domanda, a mano o per raccomandata (non fa fede il timbro postale), presso l'Ufficio relazioni esterne di BCC entro le ore 13 del 22 ottobre. Si possono presentare al massimo due candidature, ma attenzione perché alcuni posti sono riservati a candidati con particolari requisiti: delle tre borse per l'Irlanda, ad esempio, una è destinata a un diplomato tra il 2008 e il 2010. Conviene consultare con attenzione la tabella nel bando. La conoscenza della lingua del Paese scelto verrà accertata in un test scritto il 27 ottobre; il 4 novembre, infine, il colloquio e a seguire la pubblicazione delle graduatorie e, come per gli altri "Job Seeker",  entro il 6 febbraio 2011 tutte le partenze, dopo un breve periodo di formazione in Italia. Scade invece il 25 ottobre il bando per altri dieci tirocini da 16 settimane promosso dalla provincia di Ravenna, e ai suoi residenti - laureati e non occupati - sono riservati i posti. Pur privilegiando i giovani, non vengono posti limiti di età, e non è necessario essere iscritti a un centro per l'impiego. Rimangono inalterati rispetto al bando precedente settori di collocaziones, Paesi di destinazione - si aggiunge però Malta, per cui il contributo è di 2.925 euro netti, circa 730 al mese - ammontare del e modalità di erogazione. La domanda va compilata in duplice copia e spedita o consegnata a mano all'Urp della provincia. Previsto anche in questo caso un test scritto di idoneità linguistica (il 4 novembre) e, sei giorni dopo, un colloquio orale. A metà mese le graduatorie. Tempo fino a mezzogiorno del 5 novembre per l'ultimo bando "Job seeker", co-finanziato dalla fondazione Flaminia di Ravenna. Qui le borse sono sette, di 16 settimane, e riservate ai laureati del Polo ravennate dell'università di Bologna, sotto i 32 anni e che abbiano conseguito il titolo tra l'anno accademico 2006/2007 e l'anno solare 2010. Ai Paesi già citati si aggiunge il Portogallo, con un contributo di 2.925 euro netti. La domanda, in duplice copia, va correlata di fototessera e fatta pervenire alla fondazione, a mano o per raccomandata. Per il 9 novembre è fissata la prova linguistica e due giorni più tardi i colloqui. Le graduatorie verranno infine pubblicate il 15 novembre. Anche a sud qualcosa si muove: a Palermo l'associazione per lo sviluppo socio-economico Asterisco promuove "Art - Arts in Movement", offrendo 38 tirocini di 13 settimane l'uno in Spagna e Irlanda, nei settori arte, cultura, spettacolo. I fondi sono gestiti interamente dall'ente, che provvede a pagare viaggio, alloggio, vitto, trasporti locali, assicurazione e formazione. I destinatari sono maggiorenni al di sotto dei trent'anni, residenti in Sicilia e disponibili sul mercato del lavoro; utile ma non indispensabile la laurea. Tra i documenti che dovranno comporre la domanda anche una copia della tessera sanitaria e il bando stesso, firmato «per accettazione». Il plico deve pervenire all'associazione entro le ore 14 del 22 ottobre, a mano o per raccomandata. I flussi di partenza sono compresi tra gennaio e aprile 2011.  Passo breve dalla Sicilia alla Calabria: l'Euroform di Cosenza riapre il progetto "Marco Polo 2010" per assegnare i 36 posti rimanenti degli originali 100 messi a bando per stage di 13 settimane nei più diversi settori: cultura, ambiente, non profit, elettronica, architettura, sanità, servizi sociali. Tempo quindi fino a mezzogiorno di lunedì 25 ottobre per provare a partire per Spagna, Irlanda, Regno Unito, Lituania, Malta, Grecia, Polonia, Romania, Germania. Possono farlo tutti i residenti in provincia di Cosenza, purché non occupati e con una conoscenza certificata della lingua del Paese di destinazione. Un titolo di studio o un'esperienza lavorativa coerente con il settore di candidatura fa acquisire punti in graduatoria. L'ente si fa carico di tutte le spese tranne del vitto, per il quale viene dato un piccolo pocket money, che varia da Paese a Paese: Euroform non fornisce cifre precise ma sottolinea che i tirocinanti non avranno bisogno di sborsare alcunché. La domanda deve pervenire allo Sportello della mobilità internazionale, a mano o per raccomandata: per quanti supereranno il colloquio motivazionale, le partenze sono previste per inizio 2011. Sempre il 25 ottobre scade "Step IV" dell'Apic, Associazione programmi iniziative comunitarie, di base a Firenze, che bandisce 84 tirocini di 14 settimane in Spagna (25 posti), Regno Unito (33), Germania (5), Portogallo (16) e Francia (5 stage, di 12 settimane) in vari settori: servizi, commercio, marketing, architettura, informatica, turismo. Anche qui spese di viaggio, alloggio, trasporti, assicurazione e formazione vengono gestite dall'ente, che in più corrisponde un contributo sul vitto, ancora da quantificare. Per avere un'idea dei finanziamento dell'UE si può riferimento ai massimali stabiliti dalla Commissione europea. L'associazione fa sapere alla Repubblica degli Stagisti che nell'ultima edizione approvata del progetto, nel 2008, l'ammontare medio delle borse è stato di 4.200 euro per la Gran Bretagna, 3.700 per il Portogallo, 3.300 per la Germania, 3100 per la Francia e 3000 per la Spagna. Per partecipare è sufficiente essere diplomati o laureati, senza occupazione e con una buona padronanza della lingua del Paese scelto (eventuali certificati vanno allegati). Non serve quindi avere la cittadinanza in Toscana, né questo fa acquisire punti in graduatoria, cosa che al contrario accade se il candidato ha tra i 18 e i 30 anni. La domanda, insieme a curriculum, fototessera e copia della documento d'identità, vanno spediti all'associazione entro il 25 ottobre (non fa fede il timbro postale). Questa scadenza va rispettata anche per l'invio per mail - indispensabile -  del curriculum nella lingua del Paese scelto. Per quanti supereranno la preselezione, sabato 6 novembre a Firenze si terranno i colloqui motivazionali e solo chi risulterà di nuovo idoneo sarà convocato per un secondo colloquio, l'ultimo, a fine mese.  Previste per il 24 novembre le graduatorie e per gennaio 2011 le prime partenze.  Mercoledì 27 ottobre è l'ultimo giorno utile per candidarsi al progetto "Eurotraining Network", promosso dalla fondazione Giacomo Rumor- Centro produttività Veneto, struttura formativa delle Camere del commercio della regione. A bando ci sono 70 tirocini di 19 settimane in Francia (15 posti), Regno Unito (38), Germania (7) e Spagna (10) per i residenti in Veneto laureati o diplomati Ifts - Istruzione e formazione tecnica superiore, quest'ultimi fino a un massimo di dieci - in discipline economiche e tecniche (elencate nel bando, che indica anche gli enti e le aziende ospitanti). I settori di riferimento sono appunto quello tecnico-industriale, ma anche formazione e servizi. L'ammontare esatto della borsa è in fase di definizione: orientativamente verranno spesi  4.865 euro per ciascun tirocinante in Germania o Spagna e 5.690 euro per Francia e Inghilterra. Di queste somme, il centro gestisce la parte che va a coprire spese di assicurazione, viaggio di andata e ritorno per il Paese prescelto e formazione in loco; la restante parte viene invece corrisposta direttamente ai vincitori tramite bonifico bancario per pagare vitto, alloggio e trasporti locali.   Richiesta una conoscenza di livello almeno B1 (intermedio), che sarà accertata in un test scritto e orale a partire dal 28 ottobre, in concomitanza con il colloquio motivazionale. La domanda deve essere consegnata alla fondazione o spedita per raccomandata (fa fede il timbro postale) entro il 27 ottobre, insieme a curriculum, certificazioni linguistiche e copia del titolo di studi. Tempestive le graduatorie, a 24 ore dalla conclusione delle prove, e si parte a inizio dicembre. Ben 85 sono poi gli stage da 16 settimane messe a bando in "Join - Job and Interniship", progetto promosso dalla Essenia Uetp di Salerno, che si occupa di formazione e orientamento professionale. Non c'è una scadenza vera e propria ma più finestre temporali in cui è possibile candidarsi per un determinato Paese. L'assegnazione delle borse tiene conto dell'ordine di arrivo delle domande, per cui prima ci si muove meglio è. La finestra attualmente aperta - dal 1 ottobre al 12 novembre - assegna 35 tirocini in Spagna e 10 in Belgio. Le prossime si apriranno con l'anno nuovo. Ampia la scelta di settore: da quello legale al marketing, dal giornalismo alla cooperazione internazionale, e poi amministrazione, progettazione, project management. Varia l'ammontare dei finanziamenti: 3.200 euro per Francia, Belgio e Germania, che diventano 3.800 in Spagna e 4.300 in Irlanda e Regno Unito. Queste cifre serviranno all'ente a coprire i costi di assicurazione, formazione, viaggio e alloggio (in appartamento condiviso, spesso da altri tirocinanti, e anche in camera doppia).  Ai vincitori viene invece corrisposto direttamente (per l'80% all'inizio e per il 20% a stage concluso) un contributo forfettario che oscilla tra gli 800 e i 1000 euro totali (mensilmente quindi da 200 a 250 euro) per vitto, trasporto locale e tempo libero. Ammessi giovani con meno di 35 anni, non occupati, che risiedono in Campania o hanno conseguito una laurea presso un ateneo della regione: per candidarsi è indispensabile registrarsi on-line, stampare la ricevuta che si riceve per e-mail e inviarla alla società, a mano o per raccomandata, insieme agli allegati cartacei compilati, due fototessere e copia di carta d'identità e codice fiscale. Chi invece possiede una qualifica nel settore alberghiero o turistico può fare domanda per uno degli ultimi cinque stage disponibili nel bando "Vivi l'Europa" della fondazione Luigi Clerici di Milano, per il quale la scadenza è stata prorogata al 31 ottobre. 13 le settimane di attività, gran parte delle quali nell'unica destinazione ancora disponibile: Siviglia, in Spagna. La fondazione amministra una borsa complessiva di circa 3.300 euro: di questi, 760 vanno ai vincitori come contributo, il resto serve a pagare le spese di assicurazione, viaggio, alloggio, formazione linguistica e culturale (che avverrà in parte a distanza). Porte aperte a tutti i giovani con meno di 35 anni, purché inoccupati e con una buon livello linguistico - che per candidarsi dovranno spedire alla fondazione: autodichiarazione dello stato di disoccupazione, dei propri dati anagrafici, curriculum e fotocopia del titolo di studio. Per quanti supereranno il test linguistico e il colloquio attitudinale le partenze sono fissate per il 21 novembre. Essendo i tempi piuttosto stretti, i candidati sono invitati a far presente il proprio interesse alla dottoressa Lucia Coletti, scrivendo all'indirizzo  europa@clerici.lombardia.it. La panoramica si chiude sul Molise, dove l'agenzia regionale del lavoro, insieme a Uniser, promuove "Moving Generation" destinato a 54 neolaureati molisani. Il bando non è stato ancora pubblicato ma manca poco, per cui il consiglio, se interessati, è quello di tenere d'occhio il sito.     Annalisa Di Palo   Per saperne di più, leggi anche:  - Programma Leonardo, stage in giro per l'Europa dai quindici ai sessant'anni sotto il segno della formazione permanente

180 tirocini da oltre mille euro al mese al Parlamento europeo: ultimi giorni per candidarsi

I tirocini retribuiti al Parlamento europeo sono un boccone ghiotto per i giovani italiani, che da soli rappresentano ogni anno più del 30% degli aspiranti stagisti. In questo caso si è anche disposti a rinunciare alla prospettiva di un'assunzione [che avviene tramite concorso, ndr]: il prestigio dell'istituzione e il rimborso spese mensile vicino ai 1.200 euro lordi spingono molti a provarci comunque. Venerdì 15 ottobre scadono i termini di presentazione delle candidature per la prossima tornata di tirocini, al via il primo marzo 2011 per cinque mesi (non prorogabili). C'è tempo fino alla mezzanotte, ma il consiglio è quello di non aspettare l'ultimo momento, per evitare intasamenti del sistema e difficoltà di inoltro della domanda. Tre le tipologie per cui è possibile concorrere: tirocini Robert Schuman [uno dei padri fondatori dell'Europa e primo presidente del Parlamento europeo, a fianco nella foto], distinti tra opzione generale e giornalismo, e tirocini per disabili. Lussemburgo, Strasburgo e Bruxelles le mete principali, ma è possibile anche essere assegnati altrove, compresi gli uffici informazione del proprio stato (a Roma e Milano quelli italiani). Per i tirocini Schuman opzione generale possono candidarsi i laureati che, durante l'università o per una pubblicazione scientifica, abbiano elaborato «un lavoro scritto di una certa consistenza» (va bene quindi anche la tesi di laurea, triennale o specialistica che sia). Se questo è dedicato ai rapporti tra l'Unione europea e gli Stati Uniti si può ottenere la «borsa Chris Piening», un tirocinio Schuman a tutti gli effetti, ma intitolato alla memoria del funzionario del Parlamento scomparso nel 2001, che per primo ha curato le relazioni con l'American Congress. Per l'opzione giornalismo - a cui vengono riservati circa un quinto dei posti disponibili - i candidati devono invece dimostrare di avere competenza nel settore, provando la pubblicazione dei propri lavori o l'iscrizione all'ordine dei giornalisti. Indispensabile in entrambi i casi la conoscenza perfetta di una delle lingue ufficiali dell'Ue (porte aperte quindi ai madrelingua italiani) e una buona conoscenza di una seconda lingua. Escluso chi ha già partecipato a un tirocinio retribuito in una qualsiasi istituzione europea, ed è possibile concorrere per una sola delle due opzioni. Per candidarsi basta compilare la domanda on-line (disponibile solo in inglese, francese o tedesco), in un'unica tappa e senza lasciare inattivo il form per più di trenta minuti, pena la perdita di tutti i dati inseriti [a fianco, la pagina web]. Dopo l'invio si riceverà una mail di conferma, con in allegato il riassunto della domanda, che va stampato e firmato, e servirà se la candidatura va a buon fine. Infatti solo a chi passa questa prima fase di selezione viene formalmente offerto il tirocinio e viene richiesto di fornire, insieme al riassunto, una copia dei documenti che attestano la veridicità di quanto affermato nella domanda. Tra questi si segnala in particolare la lettera «di un professionista che sia in grado di fornire una valutazione oggettiva» dell'idoneità del candidato (professore universitario o direttore di testata, ad esempio). In tutto i posti disponibili per la sessione primaverile sono 170. Il rimborso spese netto mensile è 1179 euro (tirocinanti sposati o con figli hanno diritto a circa 60 euro in più); a questa cifra va poi aggiunto un forfait per le spese di viaggio di andata e ritorno calcolato sulla base del chilometraggio (una distanza Roma-Lussemburgo, ad esempio, dà diritto a circa 100 euro a tratta) e il rimborso per eventuali missioni in altre sedi del Parlamento, che non scende al di sotto dei 320 euro per due giorni. Per i dettagli si possono leggere le norme interne relative ai tirocini. Molto alto il numero di candidature. Quest'anno, per la sola tornata precedente, sono state 3180, che si aggiungono alle 4174 finora pervenute per gli Schuman in scadenza: in tutto più di 7350. Sempre più italiani ci provano, però: se nel 2008 erano il 23%, l'anno successivo sono diventati il 30%, e nella prima parte del 2010 addirittura il 34%. Sale, ma non proporzionalmente, anche la percentuale degli ammessi, che passa dal 15 al 17% (una quarantina di tirocinanti). Stabile la divisione tra sessi - i due terzi sono donne - e l'età media: più del 50% ricade nella fascia 26-30 anni. Scienze politiche, giurisprudenza ed economia le lauree più frequenti tra i tirocinanti. Sempre il 15 ottobre scadono i termini per candidarsi a uno degli otto tirocini retribuiti per disabili [accanto, la foto di Giovanni Padovani, primo tirocinante italiano nel 2007, divenuto poi responsabile del progetto, come ha raccontato la Repubblica degli Stagisti]. 15 i tirocini attivati nel 2009, a fronte di circa 400 candidature (un incremento del 60% rispetto al 2008). A differenza dei tirocini Schuman, non è indispensabile il diploma di laurea, data la difficoltà a raggiungere livelli educativi elevati; rimangono invece inalterati gli altri requisiti e le modalità di presentazione della domanda (l'ufficio tirocini può fornire anche altri formati, caratteri più grandi o braille, ad esempio). Oltre alla travel allowance e al rimborso di 1179 euro, si prevede anche fino al 50% di questa somma per le spese direttamente imputabili alla disabilità. Se selezionati, insieme a copia dei titoli va spedita anche un documento che attesti tipologia ed entità della disabilità. Tra i tirocinanti maschi e femmine sono equamente rappresentati e la fascia d'età più folta rimane quella 25-30 anni. Dal 2007, anno di avvio del progetto, sono solo sei gli italiani che hanno fatto questa esperienza. Chi ha i requisiti ed è interessato a una di queste tipologie di tirocinio non perda tempo: la competizione è alta ma vale la pena di provarci.   Annalisa Di Palo   Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:   - Parlamento europeo: risoluzione contro i tirocini gratis e le aziende che sfruttano gli stagisti - 140 stage da mille euro al mese al Parlamento europeo: al via il nuovo bando per i tirocini Schuman, candidature aperte fino al 15 maggio - Opportunità di tirocinio per disabili al Parlamento europeo: oltre mille euro di rimborso spese, candidature aperte fino a sabato 15 maggio - Giovanni Padovani, ex stagista al Parlamento europeo: «Ancora oggi i disabili devono affrontare, oltre alle barriere architettoniche, anche quelle occupazionali»   E anche: - Ultimi giorni per candidarsi alla prossima tornata dei tirocini retribuiti Schuman al Parlamento europeo - Un lettore alla Repubblica degli Stagisti: grazie a voi ho vinto un tirocinio Schuman al Parlamento europeo

I giovani e il sogno della fuga all'estero: il sito Jobmeeting.it apre un sondaggio per capire cosa cercano e cosa li trattiene

Molti la vedono come un sogno irrealizzabile, tanti la sognano - magari con un po' di paura, qualcuno alla fine rompe gli indugi e la realizza. La fuga all'estero in cerca di nuove esperienze e opportunità è un "classico" per ogni generazione, e specialmente per i giovani italiani di oggi che in patria stentano a trovare opportunità interessanti. Per sondare questo tema il sito www.jobmeeting.it ha lanciato nei giorni scorsi un sondaggio online, «Lavorare all'estero o fuga dall'Italia?», a cui si accede cliccando il banner in alto a sinistra sull'homepage del sito. Il sottotitolo del sondaggio è ancor più esplicito: «In Grecia il 70% dei giovani laureati vuole lasciare il Paese, in Italia oltre il 29% dei giovani non lavora, tu cosa pensi di fare?».E infatti la prima delle sette domande è proprio questa: «Hai mai pensato di trasferirti all'estero per trovare lavoro?». Se si risponde di no si salta direttamente alle ultime due domande "di servizio": quella sullo status (studente, laureato in cerca di occupazione o occupato), e poi quella relativa all'età (tre fasce: meno di 25 anni, dai 25 ai 35, over 35). Se invece si risponde di sì, il sondaggio - rigorosamente anonimo - chiede di approfondire la risposta spiegando il motivo per il quale si accarezza l'idea di emigrare: per trovare opportunità che qui in Italia non ci sono? Per guadagnare uno stipendio più alto? Per fare un'esperienza formativa? O addirittura per dare una svolta radicale alla propria vita? La terza domanda suona invece come una vecchia canzone: fuggire sì, ma dove? E quindi ogni partecipante deve scegliere tra una lista di dodici mete - accanto a quelle classiche, come Inghilterra e Stati Uniti, vi sono per esempio anche Cina e Australia - o, in alternativa, segnare l'opzione «altro».A questo punto c'è la domanda «Per quanto vorresti partire?» a cui si può rispondere «alcuni mesi ma poi tornare in Italia», «almeno per un anno» o con un drastico «per sempre». Infine, «Perchè non lo hai fatto finora?» con quattro possibilità di replica: la scarsa conoscenza delle lingue straniere, i legami con la famiglia o quelli sentimentali, oppure un impedimento di ordine economico.Il sondaggio è pensato per chi è ancora in Italia, e non per coloro che hanno già fatto il grande salto e sono all'estero. I risultati parziali, calcolati sui primi 300 partecipanti, evidenziano che la stragrande maggioranza dei giovani (oltre il 90%) ha pensato di trasferirsi all'estero, prevalentemente per trovare maggiori opportunità o per fare un'esperienza formativa. Meta più ambita è l'inossidabile Londra (il Regno Unito raccoglie oltre il 30% delle preferenze), seguita dagli Stati Uniti. Quasi tutti non si accontenterebbero di pochi mesi lontano dallo Stivale: oltre la metà dei partecipanti al sondaggio dichiara infatti che vorrebbe partire per almeno per un anno, e uno su quattro addirittura «per sempre». Ma cos'è che frena la partenza? Nella quasi metà dei casi la mancanza di denaro, in un caso su cinque la scarsa conoscenza delle lingue o i legami con la famiglia. Meno numerosi i giovani che si fanno trattenere da un partner: solo l'11% dichiara che a farlo restare in Italia è un legame sentimentale.Per la maggior parte finora hanno risposto laureati in cerca di occupazione (44%) e occupati (40%): tre su quattro hanno tra i 25 e i 35 anni. Ma il sondaggio è in fieri e ha bisogno del contributo di tutti i giovani: avanti ragazzi, ci vogliono solamente pochi minuti per compilarlo!Partecipa al sondaggioPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Identikit degli stagisti italiani, ecco i risultati: troppo spesso i tirocini disattendono le aspettative- Dov'è meglio andare a fare lo stage? Dipende da cosa si cerca: ecco quattro top five tratte da sondaggio «Identikit degli stagisti italiani»

La Repubblica degli Stagisti al Career Day Cattolica

Mercoledì 6 ottobre la Repubblica degli Stagisti parteciperà al Career Day Cattolica [nell'immagine qui a fianco, l'homepage del sito]. Un evento che mette in contatto in primis gli studenti e neolaureati dell’università Cattolica – ma aperto a tutti i giovani milanesi – con le aziende che cercano nuovi talenti. La Repubblica degli Stagisti innanzitutto avrà un suo stand, presso cui tutti i giovani potranno avvicinarsi nel corso della giornata – dalle 9 alle 18.00 presso la sede di largo Gemelli – per chiedere informazioni e consigli sull’universo stage. In più Eleonora Voltolina [nella foto qui sotto] terrà dalle 14:30 alle 15:30 un seminario, naturalmente aperto al pubblico, di approfondimento sullo stage: un’infarinatura su quel che dice la legge, come si attiva uno stage, come si fa a scegliere bene e ad evitare le fregature. A fianco a lei ci sarà Fulvia Fiaschetti dell’ufficio risorse umane di Tetrapak, in rappresentanza delle aziende che hanno aderito al progetto Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello stagista  promossa dalla Repubblica degli Stagisti.Chi aderisce al Bollino si prende infatti l’impegno di comportarsi con i propri stagisti meglio di quanto la normativa vigente non imponga: prendere pochi stagisti, fornire loro un adeguato percorso formativo e un tutor attento, non utilizzarli per sostituire dipendenti in ferie o in maternità, dar loro un rimborso spese dignitoso, assumerne almeno uno su tre, non fare stage troppo lunghi…Al Career Day Cattolica, organizzato da Synesis Forum, saranno presenti altre sei aziende del circuito virtuoso del Bollino: Everis, Gruppo Generali, Gruppo Nestlé Italia, Johnson&Johnson Medical, JT International e PricewaterhouseCoopers. L’elenco completo e sempre aggiornato delle aziende che parteciperanno all’evento – ad oggi oltre cinquanta – è disponibile a questo link

I giovani e la giungla del mercato del lavoro: tante parole, poche certezze. Ad Atreju 2010 Sacconi, Polverini, Ichino e Letta a confronto sul tema occupazione

Alla fine l'atteso faccia a faccia tra il ministro del lavoro Maurizio Sacconi e il giuslavorista e senatore Pietro Ichino sul tema delle prospettive occupazionali per i giovani non c'è stato. Sopratutto perché il ministro al dibattito organizzato nell’ambito di Atreju, la festa nazionale della Giovane Italia - il movimento giovanile ufficiale del Popolo della Libertà - a Roma dall’8 al 12 settembre [nella foto a destra, un  momento del dibattiito], si è presentato in ritardo di mezz’ora. E allora il convegno ha preso una piega diversa, coinvolgendo gli altri ospiti, la governatrice della regione Lazio Renata Polverini e il vicesegretario nazionale del Partito democratico Enrico Letta.                 Un incontro che solo in rari momenti ha toccato il cuore della questione: tanti buoni propositi ma poche, per la verità, le soluzioni concrete messe sul tavolo. Quali sono i principali problemi del nostro sistema occupazionale e come si può favorire l’ingresso di tanti diplomati e neolaureati nel mondo del lavoro? Le cause dell’attuale instabilità del mercato del lavoro sono numerose e di diversa natura: per il ministro Sacconi «la situazione di oggi è eredità di un passato, caratterizzato da politiche occupazionali sbagliate, e dalla scarsa efficienza di enti troppo lontani dalla realtà lavorativa, come le università, veri e propri “conventi di clausura”». Il democratico Letta [foto a sinistra] non va molto indietro nel tempo nel trovare una spiegazione: «Regioni e governo nazionale hanno destinato la quasi totalità degli 8 miliardi di euro di ammortizzatori sociali a chi ha un contratto a tempo indeterminato, preferendo così mantenere il lavoro già esistente, piuttosto che investire su nuove assunzioni». Il risultato è un’immobilità generale che di fatto non ha aiutato le nuove generazioni, per la maggior parte escluse da questa tipologia contrattuale. 
Come realizzare, allora, la svolta? Le proposte si giocano su diversi fronti: innanzitutto, sostiene Letta, dando vita a una serie di misure fiscali sulla casa e sulla prima assunzione, con l’obiettivo di facilitare l’allontanamento dalla famiglia.
 Poi potenziando il ruolo di tutte quelle realtà che dovrebbero tutelare un giovane prima e dopo l’ingresso nel mondo del lavoro. 
Le università, in primis: sia Renata Polverini - che ha alle spalle una lunga esperienza sindacale come segretario Ugl - che Maurizio Sacconi sono convinti che bisogna fare degli atenei un ponte tra studio e lavoro, in grado di orientare costantemente i giovani.
 L’unico esempio concreto in tal senso è stata la proposta di potenziamento del placement universitario, cui il ministro ha fatto riferimento nel corso del dibattito. Senza specificare con quali fondi, però. 
Il sistema, tuttavia, va modificato anche sotto altri aspetti: Ichino si è soffermato sull’importanza di riformare alcune strutture, come gli ordini professionali, che devono avere come fine quello della «tutela della collettività»  e di favorire la dinamicità delle nostre imprese, in modo da renderle capaci di assorbire un numero quanto più ampio possibile di lavoratori. 
La conferenza è stata anche un’occasione per parlare del controverso “Patto Italia 2020”, promosso dai ministri Sacconi e Gelmini, dal titolo “I nostri giovani prima di tutto”. Il documento si sofferma sulle problematiche del lavoro, proponendo soluzioni come la valorizzazione del contratto di apprendistato e del ruolo dell’università. Ma soprattutto, ha spiegato Sacconi [foto a destra], «affonda le sue radici nel riconoscimento del valore della vita e nella responsabilizzazione della persona nelle sue scelte di studio e di lavoro, che devono essere basate sulla convinzione e non sulla convenzione».   Un’affermazione che lascia qualche perplessità, se si pensa che il  Patto mette l’accento sulla necessità, da parte delle famiglie, di continuare a sostenere economicamente i giovani, più che favorirne l’autonomia. 
Che siano questi gli antidoti per orientarsi nella giungla del lavoro? I giovani attendono e sperano, ma per ora all’orizzonte ci sono più dubbi che certezze.  Chiara Del PriorePer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Giovani e lavoro, il manifesto dei ministri Sacconi e Gelmini: «Non c'è bisogno di grandi riforme, basta avvicinare la scuola alle imprese»- Luci e ombre del contratto di apprendistato - una buona occasione, ma preclusa (o quasi) ai laureati- Bamboccioni? Nel libro «L'Italia fatta in casa» Alesina e Ichino spiegano di chi è la colpa- Prospettive per i giovani, in Italia si gioca solo in B e C. Per la serie A bisogna andare all'estero- I giovani e il sogno del posto fisso: domenica 5 settembre a Vittorio Veneto Eleonora Voltolina ne parla al festival Comodamente

Al via il nuovo bando per il servizio civile: 20mila posti a disposizione in Italia e all'estero, 433 euro il rimborso spese mensile

È stato pubblicato venerdì 3 settembre il bando per i progetti promossi dall'Ufficio nazionale per il servizio civile (UNSC), insieme alle regioni e alle province autonome  [a destra, il logo; sotto, la pagina del sito a cui fare riferimento per ogni documentazione relativa alla domanda]. In tutto ci sono 19.627 posti: si cercano i volontari da impiegare in enti, ONG e associazioni no profit per onorare «un impegno solidaristico inteso come valore di coesione sociale». Porte aperte a tutti i giovani di nazionalità italiana tra i 18 e i 28 anni non compiuti che per dodici mesi vogliano cimentarsi nei settori dell'assistenza, dell'ambiente, della protezione civile, della promozione artistica e culturale. Unico vincolo: non aver già prestato servizio (o abbandonato senza valida motivazione) e non avere rapporti di lavoro o collaborazione retribuita con l'ente promotore del progetto. Oltre alla copertura assicurativa, ai vincitori spetta un assegno mensile di 433,80 euro netti per tutti i dodici mesi del servizio: è utile sapere che tale rimborso contribuisce a tutti gli effetti a formare il reddito imponibile di ciascun volontario e subisce lo stesso trattamento fiscale dei redditi da lavoro dipendente, mentre il periodo di servizio è riconosciuto ai fini previdenziali. Per i volontari all'estero va aggiunto vitto, alloggio – o, laddove impossibile, un contributo – più una somma giornaliera di 15 euro [450 euro al mese che, sommati ai 433 standard, portano il mensile a circa 900 euro] e due viaggi complessivi di andata e ritorno dall'Italia. Variano invece gli orari lavorativi, per i quali è bene informarsi presso i singoli enti. Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per le ore 14:00 del 4 ottobre, ma meglio prendersi del tempo per chiarirsi le idee e decidere: orientarsi tra le centinaia di progetti non è facile ed è possibile, pena l'estromissione in toto, inviare una sola candidatura. Vediamo come. Per decidere per quale progetto concorrere il metodo migliore è interrogare il motore di ricerca nella sezione "Progetti" in Italia e all'estero incrociando dei dati, ad esempio comune e settore d'interesse; altrimenti si può fare riferimento al bando nazionale o ai singoli bandi regionali, che però rimandano a siti web talvolta non aggiornati. Una volta fatta la propria scelta, i documenti da tener presente sono l'allegato 2 e l'allegato 3 del bando che vanno compilati, firmati e spediti per posta tradizionale direttamente all'ente promotore del progetto. Indispensabile allegare copia di un documento di identità valido, curriculum vitae e copia dei titoli in possesso (solo se preselezionati, i candidati dovranno poi presentare anche un certificato medico che attesti il buono stato di salute). L'elenco completo degli enti, e relativi siti da cui reperire l'indirizzo, si trova nell'allegato 1 al bando nazionale, altrimenti si può far riferimento a ciascun bando regionale. Sempre i singoli enti sono responsabili del processo di selezione, che avviene secondo criteri stabiliti autonomamente. In linea di massima, soddisfatti i requisiti minimi, vengono privilegiati i candidati che hanno all'attivo esperienze di volontariato, meglio se nello stesso settore per cui si fa domanda, ma anche un titolo di studio attinente fa salire il punteggio. Per le graduatorie bisognerà attendere l'anno nuovo: la data entro cui quelle definitive dovranno pervenire all'UNSC è il 4 febbraio 2011. Attenzione perché nei primi giorni del bando l'alta affluenza sul sito dell'UNSC ha creato diversi disagi, soprattutto nel download dei bandi regionali: bisogna quindi armarsi di pazienza. Dall'anno di istituzione del servizio civile, il 2001,  al 2009 sono state 254.482 le esperienze di volontariato avviate, in media 28mila all'anno. Il picco è stato raggiunto nel 2005 e 2006: in quegli anni i volontari sono stati più di 45mila. Poi il numero ha ricominciato a scendere, anche a causa dei tagli dei fondi, che ha determinato una riduzione dei posti messi a bando: 27mila nel 2009, poco meno di 20mila nel 2010. Non calano, invece, almeno proporzionalmente, le domande. Se nel 2008 il rapporto tra il numero di candidature pervenute e il numero di volontari avviati era 2,31, nel 2009 è salito a 2,89: in sostanza l'anno scorso è stata accolta solo una domanda su tre e si sono abbassate le possibilità di farcela.  I giovani italiani vengono impiegati quasi esclusivamente in patria (uno schiacciante 98% l'anno scorso, oltre il 99% nel 2006). Chi parte per l'estero – Africa e America centro-meridionale le zone di intervento più coperte – è mediamente più in là negli anni e ha un livello di istruzione sensibilmente più alto: si tratta per il 65% di laureati, percentuale che si abbassa al 20% per quanti rimangono in Italia.  Prevedibilmente, la maggior parte dei volontari viene dal sud e dalle isole (il 54% nel 2009, con il restante 46% equamente diviso tra centro e nord), con Sicilia e Campania in testa, secondo una tendenza rimasta stabile nel corso degli anni. Ugualmente preponderante da sempre la presenza femminile, più dei due terzi, anche perché il settore dell'assistenza rimane quello più gettonato.Annalisa Di Palo Per saperne di più su questo argomento leggi anche: - Leonzio Borea, direttore dell' Ufficio servizio civile nazionale: «Offriamo ai giovani un'esperienza preziosa, ma abbiamo sempre meno fondi»- Giovanni Malservigi: «Il servizio civile in una casa di riposo mi ha aperto un altro mondo»- «Ho scoperto la mia strada a bordo delle ambulanze della Misericordia»: Diego Craparotta racconta il suo servizio civileE anche: - Stage da mille euro al mese alla Fundamental Rights Agency di Vienna: candidature aperte fino al 7 giugno - UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri