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L'Agenzia delle Entrate dà ragione ai giovani pugliesi beneficiari delle borse di studio «Ritorno al Futuro»: non dovranno pagare migliaia di euro alla Regione

Tirano un sospiro di sollievo i circa 2mila giovani pugliesi, beneficiari tra il 2008 e il 2009 delle borse di studio della Regione Puglia «Ritorno al Futuro», che negli ultimi mesi si erano visti arrivare cud da migliaia di euro: non dovranno pagare - o perlomeno, non così tanto.Il merito va sopratutto a una combattiva ingegnere 27enne, Mariella D'Incognito [nella foto], che la Repubblica degli Stagisti aveva intervistato nelle scorse settimane. D'Incognito ha ricevuto due anni fa dalla Regione 17mila euro, con cui ha potuto pagarsi un master a Londra. Ma a fine marzo di quest'anno la doccia fredda: nel cud 2010 le viene chiesto di pagare 4mila euro. Motivo, una modifica nell'interpretazione della procedura fiscale sulle borse di studio: fatto 100 l'importo percepito da ciascun borsista, la ritenuta viene effettuata non solo sul 50% di provenienza dello Stato Italiano (come precedentemente stabilito), ma anche sul 50% di provenienza UE.La giovane borsista non ci sta, e mette su un gruppo di protesta su Facebook (intitolato senza mezzi termini «La beffa delle borse di studio "RITORNO AL FUTURO" Regione Puglia») che arriva ai giornali e in Regione. Promuovendo tra gli iscritti, quasi mille, la procedura di istanza di interpello all'Agenzia delle entrate: un documento con cui ciascuno singolarmente chiede un'interpretazione della norma fiscale sulle borse di studio.Ora l'Agenzia delle entrate, dall'ufficio Fiscalità generale del settore Servizi e consulenza della direzione regionale della Puglia, le dà ragione. Scrive infatti in un documento datato 9 luglio il direttore regionale Silvia Guarino: «In relazione alla quota finanziata dall'Unione Europea con il FSE, pari al 50% dell'ammontare stabilito, si rende applicabile quanto previsto dall'articolo 80 del Regolamento (CE) n. 1083/2006 [...] rubricato "Integrità dei pagamenti ai beneficiari", secondo cui "Gli Stati Membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l'importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità" […] In relazione al principio di integrità dei pagamenti, il più volte citato articolo 80 […] specifica ulteriormente che "Non si applica nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari"». E, dopo aver ricordato che una sentenza della Corte di Giustizia sancisce che il divieto di ogni detrazione debba «necessariamente estendersi a tutti gli oneri che sono direttamente e intrinsecamente correlati alle somme versate», conclude: «Appare evidente che l'eventuale assoggettamento ad imposizione fiscale del contributo comunitario ricevuto dai soggetti che frequentano i master, corrisponderebbe ad un prelievo specificatamente connesso al contributo stesso e come tale risulterebbe in contrasto con la previsione del principio dell'integrità dei pagamenti».Su Facebook fioccano i ringraziamenti, e Mariella D'Incognito continua a dispensare consigli e indicazioni.  «Io ho pagato le prime due rate e tra pochi giorni dovrei pagare la terza. Come mi devo muovere?» chiede una ragazza, «Chiedi al tuo commercialista di rettificare la tua dichiarazione dei redditi, sospendi i pagamenti e recati nell'Agenzia delle entrate della tua provincia per fare una richiesta di rimborso. La domanda va corredata della risposta data dall'Agenzia delle entrate, eventualmente il cud corretto e fotocopie dei versamenti» risponde D'Incognito. Dal canto suo, la Regione Puglia ha già comunicato via email agli interessati che entro il 27 luglio saranno disponibili attraverso una procedura telematica i nuovi cud con importi dimezzati.Tutto a posto? Non proprio. Innanzitutto c'è chi punta il dito contro l'amministrazione regionale, accusandola non solo di aver provato a fare cassa sulle spalle dei giovani borsisti - riprendendosi parte dei fondi europei - ma anche di aver "giocato sporco". La Regione aveva infatti inviato in data 11 giugno 2010 un'istanza di interpello firmata dalla dirigente Giulia Campaniello, ma nessuno degli interessati era stato informato di questa mossa; inoltre, la risposta dell'Agenzia delle entrate è datata 9 luglio, ma è stata resa pubblica solo una settimana dopo, il 15 luglio. Da qui, le accuse di scarsa trasparenza. In più c'è anche chi solleva dubbi sulla effettiva validità del documento. Per esempio il commercialista Giovanni Puggione interviene sul wall del gruppo scrivendo: «La risposta data dalla Direzione Regionale delle Entrate della Puglia, pur se proveniente da fonte autorevole, è solo un semplice parere e non una norma. Inoltre, per stessa ammissione della DRE Puglia, non ha nessun valore di risposta ad interpello, unico strumento per adottare comportamenti fiscali con una certa tranquillità». E aggiunge: «Ritengo che la DRE, nel formulare il suo parere, non abbia centrato bene il problema a causa anche di una non precisa formulazione del quesito da parte della stessa Regione Puglia. Alcune citazioni sono poi errate perchè relative ad altri contesti e le conclusioni sono diametralmente opposte alle indicazioni date dalla Corte di Giustizia Europea sulla tassabilità dei contributi europei». Per poi concludere: «Gli interpelli, i pareri ed anche le circolari dell'Agenzia delle Entrate spesso possono essere errati e modificati». E un altro commercialista, Domenico Gigante, afferma che solo i 500 ragazzi che hanno presentato personalmente l'interpello sono "coperti": «L'interpello vincola l'Agenzia solo verso chi inoltra l'istanza non per gli altri; come tale ognuno per avere la sicurezza deve inoltrarla direttamente. La risposta non vale per tutti». Secondo D'Incognito, invece, non serve che chi non ha ancora inviato l'istanza lo faccia adesso: «Ormai il precedente si è creato e vale la regola dell'uno per tutti: la risoluzione si applica su tutti i casi analoghi». Eleonora VoltolinaScarica il documento integrale dell'Agenzia delle Entrate sul caso "Ritorno al Futuro Regione Puglia" in formato pdfPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- "Ritorno al futuro", parla Mariella D'Incognito: «Ecco perchè non vogliamo e non possiamo ridare migliaia di euro alla Regione Puglia»- La lettera di una giovane pugliese: «La Regione ha sbagliato a calcolare le tasse sulle nostre borse di studio, e ora rivuole indietro migliaia di euro»

Seicento stage da 1070 euro al mese alla Commissione europea: bando aperto fino al 1° settembre

Dalla settimana scorsa è aperta la corsa alle candidature per uno dei 600 stage presso la Commissione europea che prenderanno avvio a marzo 2011 – march training period: sul sito del Traineeships Office sono disponibili (in inglese, francese e tedesco) tutte le informazioni e l'application form da compilare online. I prescelti, di cui una settantina saranno italiani, verranno dislocati a Bruxelles o Strasburgo e per i cinque mesi di stage riceveranno un congruo rimborso spese, circa 1070 euro al mese (un quarto del salario base di un dipendente di fascia AD 5/1), più la mensa a prezzo agevolato e una travel allowance per il viaggio di andata e ritorno. Del resto Annemarie Bruggink, responsabile del Traineeships Office, già l'anno scorso aveva criticato gli stage gratuiti: «Far lavorare la gente senza pagarla? E come dovrebbero mantenersi? Questa non è l'immagine che l'Europa dovrebbe dare» aveva dichiarato alla Repubblica degli Stagisti.Nella scorsa tornata del bando, che assegnava altri 600 posti [in totale la Commissione ospita quindi 1200  tirocinanti all'anno] per gli stage che cominceranno tra tre mesi – october training period – sono arrivate 13.368 candidature online: il dato significativo è che quasi un terzo di queste proveniva dall'Italia. Che sia l'effetto Repubblica degli Stagisti, che a dicembre aveva dedicato all'apertura del bando un cliccatissimo articolo, rimbalzato poi su Facebook e ripreso nella newletter di Jobmeeting? «E' probabile che sia così» confermano dalla Commissione: «In generale, su tutta Europa abbiamo registrato un + 20% nel numero delle candidature. Ma per gli italiani è stato un vero e proprio boom». Dei 4.208 candidati italiani, 267 sono stati preselezionati per entrare nel «blue book», che è il database consultato dalle direzioni generali e dai servizi della Commissione per pescare i profili di loro interesse. In questi giorni stanno terminando le selezioni e circa 70 di loro a ottobre cominceranno la loro esperienza di eurostagisti.Il 2010 è un anno speciale per il Traineeships Office: si festeggia il 50esimo anniversario del programma di stage della Commissione (c'è anche una pagina su Facebook dedicata all'evento: 50 Years of Traineeships at the European Commission) e già fervono i preparativi per il grande evento, in programma per mercoledì 20 ottobre, che coinvolgerà ex stagisti di tutte le età e nazionalità.Ecco un riassunto dei requisiti per partecipare alle selezioni. Bisogna essere cittadini di uno dei Paesi membri dell'Unione europea (o candidati a diventarlo, che attualmente sono tre: Croazia, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Turchia), avere almeno una laurea triennale e parlare fluentemente almeno una delle tre lingue utilizzate per i lavori della Commissione (inglese, francese e tedesco).Per candidarsi c'è tempo fino a mercoledì 1 settembre.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri- Stage in Europa finanziati dall'UE: ecco i bandi Leonardo in scadenza tra giugno e luglio

Da oggi la Repubblica degli Stagisti è anche un libro: in tutte le librerie!

Ci sono quattrocentomila stagisti ogni anno in Italia. Forse addirittura mezzo milione - il numero cresce anno dopo anno con percentuali a due cifre. Vanno in stage in multinazionali e microimprese, ditte private ed enti pubblici. Spesso a titolo gratuito, senza percepire nemmeno un rimborso spese, sperando che lo stage sia una porta d'ingresso per entrare mondo del lavoro. Speranza troppo spesso frustrata, considerando che oggi come oggi meno di un tirocinio su dieci si trasforma in un contratto.L'Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, come dice la Costituzione. Ormai è fondata sullo stage, diventato un passaggio obbligato per giovani e meno giovani in cerca di occupazione. E un modo in cui aziende senza scrupoli riescono a risparmiare sul costo del personale, arruolando tirocinanti anziché dipendenti, levandosi la seccatura di dover pagare stipendi e contributi. Per accendere una luce su questa situazione la giornalista Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti,  ha scritto un libro: «La Repubblica degli Stagisti», appunto, sottotitolo: «Come non farsi sfruttare», pubblicato dalla casa editrice Laterza e nelle librerie da oggi. Un viaggio nell'universo stage alla ricerca dei riferimenti normativi, delle storie di stage vissuto, dei trucchi per scegliere bene stando alla larga dalle truffe e dalle fregature. Crossover tra saggio, inchiesta giornalistica e guida, il libro offre una panoramica su tutto quel che c'è da sapere sullo stage, raccogliendo anche le voci di tanti stagisti ed ex stagisti che raccontano la loro storia.Si incontrano così Olimpia, emigrata in Olanda per sfuggire all'ennesimo stage; la psicologa Martina, arruolata in un'agenzia di selezione del personale e trasformata in tutor della stagista successiva; Giulio, laureando in Biotecnologie mediche che dopo un anno di stage si sente proporre (e rifiuta) una proroga di altri cinque mesi… I protagonisti di questo libro sono sparsi per l'Italia, perché lo stage si fa dappertutto e dappertutto si annidano gli abusi. E non sono solo stagisti, ma anche praticanti: perché il praticantato, al pari dello stage, è un guado che migliaia di giovani ogni anno devono attraversare per poter cominciare a svolgere alcune professioni (avvocato, commercialista, giornalista…), e spesso ne escono con le ossa ammaccate e il morale a terra.Ma ci sono anche le storie felici, i casi positivi ed esemplari, i programmi di stage seri e utili, che aumentano davvero le competenze e traghettano nel mondo del lavoro. A questa parte positiva è dedicata un'ampia parte del libro, affinché i giovani non perdano la speranza e abbiano in mano gli strumenti necessari a poter agire in prima persona per determinare il proprio futuro.Il libro è destinato in primis agli stagisti presenti e futuri ma anche dalle loro mamme, papà e zii che vogliano regalare una bussola con cui orientarsi nel mare magnum del mercato del lavoro italiano. Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage- La carica dei centomila studenti stagisti: i nuovi dati di Almalaurea sui tirocini svolti durante l'università- Quanti sono gli stagisti negli enti pubblici italiani? Nessuno lo sa. L'appello della Repubblica degli Stagisti a Brunetta: ministro, ce lo può dire?

100 giovani per 100 anni, Confindustria apre un bando per cento stage da mille euro al mese nelle sue sedi

Confindustria, organizzazione che raggruppa e rappresenta 140mila imprese italiane, sta per investire oltre un milione e mezzo di euro sui giovani attraverso un programma di tirocini formativi pensato in occasione del centenario dell'associazione che ricorre proprio nel 2010. Il progetto «100 giovani per 100 anni» [a destra un particolare della locandina] prevede l'attivazione di cento stage di un anno nelle varie sedi di Confindustria sparse per l'Italia: l'iniziativa costerà un milione e 200mila euro per i rimborsi spese – mille euro lordi onnicomprensivi al mese a ciascun tirocinante, che moltiplicati per dodici mesi fanno 12mila euro a testa – più 400mila euro per coprire la quota di partecipazione di ciascuno stagista alle attività di formazione.Il regolamento non pone limiti rispetto all'età dei futuri tirocinanti – anche se, a parità di punteggio, passeranno i più giovani – e nemmeno rispetto alla nazionalità. L'unico requisito è essersi laureati entro il 1° ottobre 2010. Ora è in corso la fase preliminare, quella delle candidature: il bando è aperto fino a sabato 24 luglio. Tra settembre e ottobre avverranno lo screening dei curricula e la fase di selezione, e al più tardi a novembre gli stage prenderanno il via. Il bando, scaricabile dal sito di Confindustria, è aperto ai laureati di tutte le facoltà, anche se come prevedibile già nel regolamento si esplicita che la preferenza verrà data a chi ha studiato materie tecnico-scientifiche ed economico-giuridiche.A gestire materialmente le domande di partecipazione – prevedibilmente migliaia – sarà Unimpiego, la società di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro del sistema confindustriale che si occupa di ricerca e selezione del personale. Dopo aver compilato la domanda online ogni aspirante stagista dovrà inviarla per raccomandata all'indirizzo della sede torinese di Unimpiego (in corso Stati Uniti 38), insieme a un certificato o autocertificazione di laurea (indicando anche il nome del relatore e il titolo della tesi, gli esami sostenuti e voti e crediti conseguiti), il proprio cv ed eventuali ulteriori attestati, come per esempio la partecipazione a qualche corso di perfezionamento. Per vagliare i cv è stata messa in piedi una commissione ad hoc composta da esperti della Luiss business school, dell'università Liuc di Castellanza e di SFC – Sistemi Formativi Confindustria, società  consortile per azioni che promuove e coordina iniziative nel campo della formazione e dei servizi alle imprese.I cento prescelti dovranno abbandonare eventuali altri lavori? Dipende. Gli stage non sono compatibili con rapporti di lavoro dipendente; se qualche stagista invece svolgesse un lavoro autonomo potrebbe avere il permesso di continuare a farlo, sempre la segreteria del corso lo valuti compatibile con l'esercizio delle attività di formazione e dia il suo ok.Ultima nota: attenzione a candidarvi se non siete davvero convinti di voler fare questa esperienza fino in fondo – dodici mesi sono un impegno che non va sottovalutato. L'articolo 5 del bando prevede che «Nel caso di rinuncia successiva all’iscrizione al percorso, Confindustria si riserva la possibilità di rivalersi sul partecipante, valutando l’eventuale restituzione della somma pari a 4.000 euro riconosciuta da Confindustria a copertura della quota di partecipazione». Ergo: astenersi volubili e perditempo.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:-  Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage-  Crisi e mercato del lavoro, Tito Boeri: è il momento che i giovani si facciano sentire e lancino delle proposte

UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri

L’UNV Internship Programme, acronimo che sta per United Nations Volunteers, è un’iniziativa annuale finanziata dal ministero degli Affari esteri italiano e organizzata in collaborazione con il dipartimento di affari economici e sociali delle Nazioni Unite che offre a giovani laureati l’opportunità di effettuare tirocini in paesi in via di sviluppo, per un periodo di 12 mesi.Il programma [nell'immagine a destra, la pagina del sito dedicato] prevede la partecipazione a progetti delle Nazioni Unite in Africa, America centro-meridionale e Asia [nell'illustrazione sotto, tratta dallo United Nations Development Programme Annual Report 2009, la mappa dei Paesi in via di sviluppo che l'Onu supporta in caso di elezioni politiche], intervenendo in specifiche aree di interesse: governance, pari opportunità, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, micro-imprese, riduzione della povertà, sviluppo sostenibile, ambiente.I tirocinanti ricevono un alloggio e un rimborso spese, proporzionato al costo della vita del paese di destinazione e variabile da mille a 3mila dollari netti (da 830 a 2500 euro) al mese, più un biglietto aereo andata e ritorno. Fino a venerdì 30 luglio è aperto il bando per gli stage UNV che partiranno a febbraio 2011. Ancora non è stato stabilito il numero preciso dei posti disponibili, ma saranno all'incirca una trentina. I requisiti previsti dal bando sono: età non superiore a 26 anni (nati dal 1 gennaio 1984), nazionalità italiana, ottima conoscenza della lingua inglese e preferibilmente di un’altra lingua ufficiale delle Nazioni Unite, laurea vecchio ordinamento, o specialistica, oppure triennale seguita da un master. È fondamentale, inoltre, possedere conoscenze di base sulle questioni della cooperazione allo sviluppo. Titolo preferenziale: un’esperienza da volontario in ONG o comunità. Il modulo di domanda, da compilare in inglese, è disponibile presso l’ufficio UN/DESA di Roma o scaricabile dal sito;  vanno allegati una lettera motivazionale in inglese (non più di 200 parole), certificati di laurea e post-laurea (anche in fotocopia) e un elenco di tutti i corsi frequentati. La documentazione deve essere spedita al dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (Corso Vittorio Emanuele 251, 00186 Roma), con la dicitura “Programma UNV Internship”. Non ci si può candidare via e-mail o fax.L’iter di selezione è gestito principalmente dalla sede tedesca delle Nazioni Unite: l’Italia finanzia i contratti e decide i progetti da realizzare; a Bonn, invece, vengono selezionati i profili da convocare per i colloqui, che si svolgeranno a novembre 2010. I candidati prescelti prenderanno parte, a gennaio dell’anno prossimo, a un briefing di due giorni nella città tedesca, prima di iniziare il tirocinio, nel mese successivo.Quella attualmente in corso è la decima edizione del programma UNV; partito nel 2000, finora ha coinvolto 292 tirocinanti, solo italiani, con circa 600 richieste ogni anno. A spiegare alla Repubblica degli stagisti le caratteristiche del candidato–tipo è Rossella Salvia [nella foto a destra], programme officer dell’ufficio risorse umane per la cooperazione internazionale delle Nazioni Unite: «La maggior parte dei candidati arriva dal nord e dal centro Italia, in particolare Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna. I neolaureati da cui riceviamo più richieste provengono soprattutto dall’università di Bologna e da quella di Perugia, dalla Bocconi e dalla Sapienza.  Solitamente più dei due terzi dei posti sono assegnati a donne. Può capitare che alcuni tirocinanti abbandonino prima della fine dei 12 mesi, ma è difficile per noi monitorare questi dati». Uno degli aspetti più interessanti è che, a fronte di un numero di richieste pressoché costante, i posti messi a bando sono aumentati di anno in anno: «Se la prima edizione prevedeva 15 tirocini» chiude la Salvia «sono stati 29 quelli assegnati per il 2009-2010. Segno dell’interesse al potenziamento di questo tipo di attività». Che sembra rappresentare un buon investimento  per i tirocinanti: anche se a Roma non sono in grado di fornire cifre precise, spiegano che in diversi casi al tirocinio è seguito un contratto a termine o un inserimento stabile nella struttura in cui si è operato.Chiara Del PriorePer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stage al Fondo monetario internazionale, le voci degli «ex»: Elva Bova, la mia esperienza dall'economia dell'Africa a quella dei Paesi arabi- Valeria Setti: «Da Rovereto a Vienna per mettere la diplomazia al servizio dei diritti umani: la mia esperienza alla Fundamental Rights Agency» - Chance ai giovani, Bangladesh - Italia uno a zero. A quando anche qui un microcredito "alla Yunus" per aiutare i ragazzi a diventare indipendenti?

La Fnsi dichiara guerra agli stagisti giornalisti. Quaranta praticanti rifiutati a pochi giorni dall'inizio degli stage: «Le testate in stato di crisi non possono utilizzarli»

Sono una quarantina i praticanti delle scuole di giornalismo che un mese fa sarebbero dovuti entrare in stage in radio, televisioni e giornali e sui quali invece il 29 aprile è piovuta una doccia fredda: i sindacati hanno posto il veto, temendo che gli stagisti sarebbero stati usati per riempire posti vacanti "a costo zero", e li hanno lasciati fuori dalle redazioni. I casi più numerosi al Gruppo l’Espresso: la Repubblica con i vari supplementi periodici, il settimanale L'espresso, quotidiani locali, un bisettimanale, radio nazionali e tv. Una degli stagisti rigettati è Chiara Santato del master dell’università di Padova [nell'immagine a destra, l'homepage del sito della scuola]: doveva partire proprio il 29 aprile per Roma, ma quel giorno è arrivata la comunicazione dei Cdr. «I documenti li avevo già firmati» racconta alla Repubblica degli Stagisti «una telefonata invece ha cambiato tutto: stato di crisi, niente Kataweb». Chiara è riuscita a trovare un altro stage ma si chiede: «Quale eredità ci vuole lasciare chi ha creato questa situazione?». Una sua compagna, Valeriana Semeraro, ricorda: «Mi dovevano assegnare alla RepubblicaTV e Radio Capital», ma a tre giorni dall’inizio dello stage «è arrivata una comunicazione via mail all’università ed è saltato tutto».Per protestare, alcuni praticanti hanno aperto su Facebook il gruppo «Gli studenti delle scuole di giornalismo che non hanno diritti», che ad oggi conta oltre 500 iscritti, e provato a farsi sentire con la Fnsi e l'Ordine dei giornalisti. Senza successo: il sindacato ha mantenuto la sua posizione e l'Ordine si è limitato a promettere che offrirà sostegno a chi volesse intraprendere azioni legali contro questa esclusione. Ma realisticamente, chi si metterebbe contro una testata giornalistica per uno stage di un paio mesi, rischiando di inimicarsi (per sempre) la direzione?Comunque non in tutte le scuole è successo l’"inferno": come spiega Paola Abbiezzi, che segue gli stagisti dell’università Cattolica di Milano, «l’organizzazione della nostra didattica prevede lo svolgimento degli stage nei mesi di settembre e ottobre». Per molti dei candidati era stata comunque confermata la destinazione, ma si è riusciti a «tamponare le ferite, non senza difficoltà». Uno degli studenti, Fabio Forlano, racconta: «Già a febbraio ci avevano avvisato dell’impossibilità di fare stage presso Ansa, La Stampa, Rcs, Il Sole 24 Ore, etc.». Anche qui, l’unico inconveniente è sorto per quegli otto che avevano scelto Repubblica. Stesso copione all'università di Torino, come conferma Sabrina Roglio, coordinatrice del master. Silvia Gazzola, tutor del master dello Iulm di Milano, tranquillizza dicendo: «Le grandi redazioni o le grandi agenzie come Ansa e Apcom hanno detto fin da subito no. Ci siamo così spostati su testate più giovani e piccole. Inoltre, i molti studenti che avevano fatto richiesta di stage presso Mediaset sono stati confermati».L’organizzazione ha retto anche in un’altra scuola milanese, la Walter Tobagi. Elisa Sgorbani, dell’ufficio organizzazione e relazioni esterne, racconta che «per i mesi di maggio e giugno sono 29 gli studenti del secondo anno che effettuano lo stage conclusivo del corso che terminerà il 30 giugno. I prossimi stage si effettueranno a settembre e ottobre per gli studenti del primo anno, ancora in corso». Sette i casi problematici  “ricollocati”.Per il centro di giornalismo radiotelevisivo di Perugia risponde alla Repubblica degli Stagisti il coordinatore didattico Nunzio Bassi: «Su 25 allievi nessuno è stato “rimbalzato” dalle redazioni. Questo perché gli studenti che quest’anno devono svolgere il periodo in stage sono quelli che concludono il biennio (sistema radiotelevisivo): il problema si è presentato l’anno scorso per gli stessi studenti che dovevano fare esperienza nelle redazioni della carta stampata».“Vittime” destinate al Gruppo l’Espresso anche in Puglia, Lazio e nelle Marche. Emilio Cattolico, studente del master dell’università di Bari, riferisce che i casi nel suo corso sono stati quattro: «Uno ero io. Dopo numerosi sforzi siamo stati tutti ricollocati in altre sedi. Io ero stato assegnato alla redazione di Repubblica Milano; dopo il loro “no” sono stato mandato alla redazione del Giornale». Lorenzo d’Albergo frequenta la scuola di giornalismo alla Luiss di Roma. «Cinque miei compagni», racconta,  «erano stati collocati a Repubblica, altri sei, me compreso all’Agi. Abbiamo trovato tutti delle valide alternative: Tgr Rai,  Leggo, Gr Rai, Adn Kronos Aki. Io sono andato al Tg1 cronaca».Giovanni Stinco della scuola di giornalismo di Bologna Ilaria Alpi racconta: «Eravamo stati selezionati in quattro per iniziare all’Ansa ma nel nostro caso grazie a un mese e mezzo di preavviso siamo riusciti senza grosse difficoltà a trovare delle alternative. Altri quattro compagni, invece, hanno ricevuto la comunicazione dell’annullamento degli accordi presi solo un paio di giorni prima dell’inizio a Repubblica». Da quel momento si sono attivati per trovare una nuova sistemazione: «Ufficio stampa del Pd di Modena, Agenda di Bologna, ufficio stampa della Regione Emilia Romagna e redazione del manifesto». Dall’università di Urbino Chiara Zappalà: sarebbe dovuta andare anche lei a Repubblica a partire dal 3 maggio, la convenzione di stage era stata firmata da qualche settimana, «ma il giovedì prima di iniziare», ricorda, «mi è stato detto che le redazioni in stato di crisi avrebbero bloccato l’ingresso agli stagisti». E commenta polemica: «Mi sembra poco onesto che un’azienda editoriale, consapevole del suo stato di crisi, richieda in un primo momento i tirocinanti a costo zero e poi, sotto pressioni sindacali, li scarichi a patti firmati». Dopo il blocco dello stage a Repubblica Palermo Chiara ha trovato posto al manifesto a Roma, nella redazione economico-sindacale.La crisi dell’editoria ha coinvolto anche l’Agi e, indirettamente, i ragazzi del master dell’università di Salerno come Giovanni Iannaccone. Il suo stage era nell’agenzia a Roma e doveva iniziare il 3 maggio. «Il 30 aprile c'è stata una riunione di redazione per discutere con i tutor dell'ultimo numero del nostro giornale e il coordinatore ci ha detto: “Purtroppo abbiamo avuto dei problemi con l'Agi che ha appena comunicato di aver bloccato gli stage”».Il caso che ha riscosso più clamore è stato quello che ha coinvolto il quotidiano fondato da Gramsci. Storie come quella di Cristiano Vella che racconta: «3 maggio, redazione dell’Unità. Siamo quattro praticanti: il sottoscritto e Santo Iannò dal master dell’università di Salerno, assegnati alla redazione sportiva e al centrale, e Giulia Torbidoni e Veronica Ulivieri dell’Ifg di Urbino, assegnate alla redazione politica». I ragazzi lavorano fin da subito (firmando alcuni pezzi) ed è proprio questo il motivo che fa scatenare il problema. «Il cdr alza la voce: “Lo stagista – ci dicono – non deve assolutamente entrare nel processo di produzione del giornale, perciò farete una ricerca”. Di manodopera tuttavia c’è bisogno, e noi siamo qui per lavorare, così si continua con le vecchie attività, coi vecchi orari non da stagisti (10-22, più o meno) e qualche altro articolo firmato compare. Di nuovo il putiferio: “Ragazzi – ci avvertono – potremmo quasi mettere fine allo stage”: non possiamo fare nulla, tranne che ricercare pezzi vecchi usciti su altri giornali, per un articolo che eventualmente sarà pubblicato quando andremo via». Il clima non è rilassato e le due ragazze “scappano” via – perché totalmente estromesse da ogni attività – prima di ricevere la comunicazione scritta dell’interruzione forzata dello stage; i due ragazzi, invece vengono mandati a casa poco dopo.Ilaria L. SilvuniPer saperne di più sull'argomento leggi anche:- Crisi dell'editoria: per i neogiornalisti il futuro è incerto - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / quarta puntata- Luca De Vito: «Alla scuola di giornalismo un praticantato stimolante, ma niente certezze per il futuro»- Il Fortino, una riflessione di Roberto Bonzio sui giornalisti di domani: «Oggi chi è dentro le redazioni è tutelato, ma fuori ci sono troppi sottopagati»   

Montepremi di 20mila euro per giovani laureati in Fisica: aperti fino al 25 giugno i bandi della Sif

Ogni anno la Sif, Società italiana di Fisica, premia i giovani che si sono distinti in questa materia. Lo fa con una serie di premi, ai quali ci si può candidare proprio in questi giorni (i bandi scadono venerdì 25 giugno): in palio ci sono complessivamente quasi 20mila euro. I premi già "rodati" sono quattro: il «Luigi Giulotto», il premio per la didattica o la storia della Fisica, il «Sergio Panizza» e l'«Ettore Pancini». A questi se ne aggiungono da quest'anno altri tre: il «Giuliano Preparata», il premio per le applicazioni industriali  e quello per l'outreach.Nel dettaglio: il piatto più ricco è quello della borsa Pancini, che attribuisce ogni anno 5mila euro a un giovane ricercatore che abbia ottenuto un risultato significativo nell'ambito  di ricerche sperimentali in Fisica nucleare o subnucleare. Il premio è intitolato al fisico e partigiano Ettore Pancini [a destra, l'unica immagine d'epoca - risalente al 1947 - ad oggi disponibile: insieme a lui Edoardo Amaldi e Gilberto Bernardini], militante comunista che trascorse gli anni della guerra alternando il lavoro di ricerca nella fisica dei raggi cosmici all'impegno attivo nella Resistenza (nel 1944 fu comandante dei Gruppi di azione partigiana di Venezia). A trent'anni Pancini partecipò alla fase finale del celebre esperimento di Conversi-Pancini-Piccioni, che portò alla scoperta della particella in seguito nota come muone segnando la nascita della fisica delle alte energie. A trentasette diventò professore di fisica all'università di Genova, per poi passare a quella di Napoli; morì a Venezia nel 1981. Dal 2008, grazie all'impegno di Roberto Mazzola che fu allievo di Pancini, è stata istituito il premio in memoria del professore. Possono tentare questa chance i laureati under 35: l'anno scorso a candidarsi sono stati in 26. Il premio Giulotto, con cadenza triennale, offre a un neolaureato in Fisica un assegno di mille euro netti: si può candidare chi si sia laureato dopo il 1° gennaio 2007 con una tesi in Struttura della materia. Attraverso questo premio la Sif ricorda Luigi Giulotto, classe 1911, mancato nel 1986, che per oltre trent'anni - e fino al 1980 - insegnò all'università di Pavia.Il premio Panizza, voluto e finanziato dalla Laser Optronic di Milano, attribuisce ogni due anni un premio di 2mila euro a un giovane ricercatore che si sia distinto nel campo della optoelettronica o della fotonica. Dall'anno scorso per candidarsi bisogna avere meno di 35 anni: nel 2009 è stato Marco Anni dell'università del Salento ad avere la meglio su altri 16 candidati [leggi la sua testimonianza]. Il riconoscimento porta il nome di Sergio Panizza [nell'immagine a sinistra], che lo ideò: inizialmente si chiamava infatti «premio Laser Optronic». Mancato improvvisamente Panizza a soli 46 anni, nel 1992 l'azienda decise di intitolare da quel momento a lui il premio.Il premio per la didattica o la storia della Fisica destina invece tremila euro a un cultore (o gruppo di cultori) di questa materia per realizzazioni didattiche (libri, articoli, esperimenti, apparati sperimentali, ecc.) o contributi in storia della Fisica. Nel 2009 il bando ha richiamato venti candidature [leggi la testimonianza di Eugenio Bertozzi, vincitore nel 2007]. Il premio Preparata attribuisce da quest'anno, decimo anniversario della morte del professor Giuliano Preparata, un premio annuale del valore di mille euro. Nato a Padova nel 1942, tra il 1967 e il 1972 Preparata aveva fatto ricerca sulla fisica teorica a Princeton, Harvard, alla Rockefeller University e alla New York University. Tornato in Italia, aveva insegnato a Bari e poi alla Statale di Milano. Nel 1994 aveva fatto scalpore un suo articolo pubblicato sul Nuovo Saggiatore: «Se Simplicio avesse avuto un Cray». Il bando del premio a lui intitolato è aperto a tutti coloro che abbiano conseguito una laurea quadriennale o specialistica/magistrale dopo il 1° gennaio 2007, discutendo una tesi su un argomento di Fisica teorica.Tra i nuovi premi, i meno orientati ai giovani sono quello per le applicazioni industriali e per l'outreach: qui gli assegni, entrambi di duemila euro, potranno essere assegnati a laureati di qualsiasi età che negli ultimi cinque anni si siano distinti nel loro campo (applicazione industriale nel primo caso, diffusione della cultura scientifica nel secondo).In più ci sono i premi «Pietro Blaserna», «Antonio Roiti», «Augusto Righi», «Angelo Battelli», «Vito Volterra», «Michele Cantone», «Antonio Garbasso», «Orso Mario Corbino», «Quirino Majorana», «Giovanni Polvani», «Gilberto Bernardini», «Carlo Castagnoli» e «Giuseppe Franco Bassani» (cioè i past-president della Sif) per giovani laureati in Fisica, ciascuno di mille euro. La Sif decide di anno in anno quanti (e quali) di questi assegnare. Tutti i premi verranno consegnati in occasione del prossimo congresso nazionale della Sif che si terrà a Bologna dal 20 al 24 settembre.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento:- Fisica che passione: la testimonianza di Marco Anni, vincitore del premio Sergio Panizza nel 2009- Eugenio Bertozzi: il fisico musicista vincitore del premio per la didattica della fisica nel 2007

Identikit degli stagisti italiani, ecco i risultati: troppo spesso i tirocini disattendono le aspettative

Identikit degli stagisti italiani, è tempo di risposte. Il sondaggio promosso l'anno scorso dalla Repubblica degli Stagisti insieme alll’ente pubblico Isfol ha raccolto quasi 3mila voci, per un totale di oltre 5mila stage “raccontati”. Dai risultati definitivi, racchiusi nella pubblicazione «Gli stagisti italiani allo specchio», emerge un progressivo e preoccupante scollamento tra la finalità esclusivamente formativa e di orientamento degli stage, così come prevista dalla norma, e le aspettative che invece i ragazzi nutrono quando fanno questo tipo di esperienze: un terzo dei partecipanti infatti cerca in esso espressamente un canale di ingresso nel mondo del lavoro. Il rischio è che gli stagisti diventino un bacino di sotto-precari: «Si registrano fenomeni di preoccupante degenerazione» si legge nella premessa del volume «i tirocini formativi e di orientamento rappresentano, da parte di un numero consistente di aziende, una scorciatoia per acquisire manodopera a basso o bassissimo costo, con scarse tutele, senza che venga erogata effettivamente una qualche forma di attività di tipo formativo o di orientamento al lavoro». Dal sondaggio emerge che i settori aziendali “a più alto tasso di stagisti” sono quelli della comunicazione, spettacolo e pubblicità, all’interno del quale ha svolto lo stage il 12% dei partecipanti, della pubblica amministrazione (11%), e della consulenza o servizi alle imprese (10%). Ma nessuno di questi registra un buon tasso di trasformazione del rapporto di stage in un contratto (e per gli enti pubblici, del resto, non potrebbe essere altrimenti). Il settore più virtuoso rispetto a questo aspetto è invece quello dell’educazione e formazione, dove la percentuale di prosecuzione dopo lo stage è del 26,5%. Sotto di esso, quasi a parimerito, quelli del commercio e distribuzione (24,5%) e delle telecomunicazioni / Information and Communication Technology (24,3%).A seconda del momento in cui si fa uno stage cambiano le aspettative: chi lo fa alle superiori è molto giovane e quindi vuole soprattutto completare la propria formazione, solo uno su dieci infatti mira a trovare un lavoro. Il discorso si ribalta appena dopo il diploma: a questo punto la formazione e l’orientamento passano decisamente in secondo piano e la parte del leone la fa la ricerca di un impiego. Così come la metà dei laureati specialistici, oltre un terzo dei laureati triennali e addirittura il 57% di coloro che fanno uno stage dopo un master ammettono esplicitamente di vedere lo stage essenzialmente come un traghetto verso il mondo del lavoro». Una speranza nella maggior parte dei casi frustrata, dato che solo il 14,3% degli stage si tramuta in un contratto (a progetto, a tempo determinato o più raramente a tempo indeterminato), a cui si può aggiungere un altro 6,8% che ottiene una “collaborazione occasionale”. In totale quindi solo uno su cinque trova lavoro attraverso lo stage.Chi offre i percorsi formativi migliori? Prima di tutto le aziende del settore metalmeccanico e automobilistico, dove gli stage hanno registrato un 50,3% di giudizi favorevoli (e sarà un caso ma qui si riscontra anche la più alta propensione a fare il “miglior contratto”: in oltre un caso su cinque agli stagisti assunti viene fatto direttamente quello a tempo indeterminato). Al secondo posto l’area educazione e formazione (57,5% di «buoni» e «ottimi»), al terzo le aziende di servizi socio-sanitari (55,4%). Male i percorsi formativi nelle imprese del settore bancario e assicurativo: hanno ottenuto in quasi un quarto dei casi il giudizio «mediocre» – e una volta su dieci addirittura il «pessimo» – oltre che la più bassa percentuale di buon esito occupazionale dopo lo stage.  Tra i fanalini di coda le organizzazioni no profit: gli stage svolti in questo settore sono stati giudicati severamente (il totale dei tirocini mediocri, sufficienti e pessimi tocca quasi il 54%, quattro punti percentuali sopra la media), lasciando a buoni e ottimi soltanto il 46%. Peggio vanno solo il settore Comunicazione, spettacolo e pubblicità che totalizza un 44,7% di giudizi positivi (gli «ottimi» sono soltanto poco più di uno su sei)  e quello Tessile, moda e beauty dove gli stage sono stati giudicati positivamente solo nel 45% dei casi (e la percentuale di «ottimi» scende addirittura a 12,4%: la più bassa in assoluto).Poiché per ogni stage poi vi è un soggetto promotore, che si occupa di stendere e convalidare la convenzione di stage e di elaborare insieme al soggetto ospitante il percorso formativo, i ricercatori hanno messo in relazione il dato sulla qualità di ogni stage con il soggetto promotore che lo aveva attivato. Ne è emerso che i tirocini valutati meglio (56,5% di giudizi positivi) sono stati quelli promossi da un’associazione professionale o datoriale, come per esempio le Camere di commercio. I peggiori risultano essere invece quelli promossi dai centri per l’impiego: qui i giudizi negativi sono oltre due terzi, con più del 17% di stage definiti addirittura «pessimi». In posizione intermedia si pongono le università: gli stage promossi dagli uffici tirocini degli atenei o dalle associazioni studentesche hanno salomonicamente riscontrato una metà di giudizi positivi e un’altra metà di giudizi negativi. Nelle conclusioni, gli autori suggeriscono ai giovani di anticipare quanto più possibile le esperienze di stage, poiché il sondaggio ha dimostrato che quelli fatti durante la scuola e all’università sono i migliori; e per coloro che sono già un po’ più avanti con l’età, e non hanno avuto la possibilità di fare un tirocinio mentre studiavano, la riflessione che si dovrebbe imporre è “quanto può essermi davvero utile un tirocinio?”. Perché a volte è meglio un lavoro vero, anche se non esattamente nell’ambito professionale nel quale si vorrebbe entrare, piuttosto che un tirocinio sterile e senza prospettive (e spesso anche senza un euro di guadagno, dato che oltre il 52% degli stage non prevede emolumento).A politici e amministratori pubblici infine Isfol e Repubblica degli Stagisti lanciano un messaggio: è urgente, specie in questo momento di crisi economica, rivedere le norme che regolamentano lo stage, anche a livello regionale, per definire meglio diritti e doveri degli stagisti e prevenire gli abusi.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Pronti, via! Parte il grande sondaggio online di Isfol e Repubblica degli Stagisti per scoprire chi sono gli stagisti italiani- Identikit degli stagisti italiani: prorogato fino all'inizio di ottobre il sondaggio online promosso da Isfol e Repubblica degli StagistiE anche:- La proposta di Ichino per riformare la normativa sugli stage: più brevi e retribuiti

Stage in Europa finanziati dall'UE: ecco i bandi Leonardo in scadenza tra giugno e luglio

In estate si pensa più spesso ai viaggi. E allora perché non provare a partire con un Leonardo, ovvero uno dei tirocini all'estero retribuiti (fino a 1400 euro al mese!) dall'Unione Europea? Scade lunedì 14 giugno il terzo bando "A.L.I." promosso dal Ce.S.F.Or di Roma [nell'immagine a sinistra, l'homepage del sito] insieme alla provincia e alla regione Lazio, di cui la Repubblica degli Stagisti aveva già parlato qualche mese fa. Diciotto le borse a disposizione per giovani coinvolti a vario titolo nel settore delle arti (teatro, musica, audiovisivi, arti grafiche). I vincitori passeranno undici settimane in Francia oppure Germania, Inghilterra, Irlanda, Polonia, Portogallo e Spagna in un'istituzione o azienda del settore. Il rimborso, come per la maggior parte dei Leonardo, copre spese assicurative, di alloggio, viaggio e preparazione linguistico-pedagogica. Previsto anche un pocket money che varia dai 550 agli 850 euro complessivi a seconda del Paese. Rimangono inalterati i requisiti di partecipazione e le modalità di invio delle candidature (attenzione, non fa fede il timbro postale). Tempo invece fino al primo luglio per il secondo bando "Eurocooperation", dell'agenzia FormAzione di Firenze. Il settore di riferimento è quello sociale: servizi sociali, counselling, orientamento e formazione, cooperazione internazionale. Ventidue borse di 13 settimane l'una da svolgere in Gran Bretagna, Spagna e Portogallo a partire dal 20 settembre 2010. I candidati devono possedere un diploma o una laurea coerente con il settore del progetto ma è indispensabile aver terminato gli studi, di qualsiasi grado, e non essere occupati. Il contributo offre la classica copertura spese dei Leonardo ed è variabile - comunque non al di sotto dei 3500 euro. Per candidarsi, oltre a domanda e curriculum europeo in italiano, sono richiesti un cv in lingua e due fototessere. Il tutto va spedito o consegnato a mano all'agenzia entro il primo luglio (fa fede il timbro postale), indicando sulla busta  o nell'oggetto della email la dicitura "Candidatura progetto Eurocooperation". Dal sociale all'economia, con rimborsi che arrivano fino a 1500 euro al mese: la milanese Eurocrea Merchant promuove fino a giovedì 8 luglio "Training As Opportunity", che mette a disposizione 22 borse Leonardo di tre mesi in una delle sedi estere della Camera del commercio. Cinque le destinazioni: Marsiglia (Francia), Berlino e Lipsia (Germania), Praga (Repubblica Ceca) e Budapest (Ungheria). Le candidature vanno inviate esclusivamente per mail: ai soliti documenti richiesti bisogna aggiungere una copia scannerizzata di carta di identità e codice fiscale. Anche in questo caso il bando è precluso agli studenti e a chi ha già un'occupazione. Alto (C1) il livello linguistico minimo richiesto, valutato tramite test scritto. Il contributo che riceveranno i partecipanti varia a seconda della destinazione: per quelli che andranno in Francia 4310 euro (oltre 1400 al mese!); segue la Germania con 3620 euro, la Repubblica Ceca  (3106) e infine l'Ungheria (2915). Attese per metà luglio le graduatorie degli idonei, partenza il 13 settembre. Nel settore della ristorazione scade il 31 luglio il bando "Vivi l'Europa", promosso dalla fondazione Luigi Clerici di Milano, che assegna ben sessanta borse da 13 settimane in Francia, Inghilterra, Irlanda, Malta, Polonia, Spagna. Per candidarsi bisogna essere disoccupati e possedere una delle qualifiche elencate nel bando (entrambi i requisiti vanno autocertificati). Il tutto va spedito entro e non oltre sabato 31 luglio alla direzione della fondazione: le selezioni prevedono anche un colloquio e il superamento di un test linguistico. Il contributo, amministrato dalla fondazione, non è quantificato ma copre integralmente tutte le spese (assicurazioni, trasporti - anche locali - alloggio, pocket money).  Da segnalare, infine, due ulteriori possibilità nel turismo. Ci sono ancora pochi posti disponibili per il bando "Copertino Innovazione e Sviluppo", ma solo verso Turchia e Germania. Il termine massimo è mercoledì 30 giugno e tutta la documentazione può essere scaricata sul sito dell'Iris, istituto di ricerca internazionale per lo sviluppo. La borsa, amministrata dal comune leccese di Copertino, coprirà grossomodo la totalità delle spese. È poi rivolto al settore alberghiero il progetto "Fidelio" della fondazione Padre Alberto Mileno. Nonostante non vi sia un bando aperto, il direttore Giorgio Maggio invita a presentare le proprie candidature inviando cv e lettera motivazionale in inglese. C'è comunque la possibilità di essere inseriti nel progetto.  Annalisa Di Palo   Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Programma Leonardo, stage in giro per l'Europa dai quindici ai sessant'anni sotto il segno della formazione permanente    

Oggi appuntamento con la Repubblica degli Stagisti e due aziende del Bollino OK Stage al Jobmeeting di Torino

Oggi a Torino, alla facoltà di Economia in corso Unione Sovietica 218/bis [nell'immagine a destra] dalle 9 alle 17 appuntamento con il Jobmeeting, dedicato a tutti i giovani e neolaureati in cerca di lavoro e di un primo contatto con le aziende. Una trentina gli espositori, dalle imprese - tra cui anche due col Bollino OK Stage: Ferrero e Johnson & Johnson Medical (le altre sono: Banca d'Alba credito cooperativo, Cattolica Previdenza, Deloitte, Ernst & Young, Gi Group, gruppo Banca Sella, gruppo bancario Credito Valtellinese, gruppo BNP Paribas, gruppo Ferrovie dello Stato, gruppo Generali, gruppo RGI, gruppo Scai, Ina Assitalia, Intesa Sanpaolo, Lidl Italia, Santander Consumer Bank) agli enti di formazione (AlmaLaurea, Asfor, Business School del Sole 24 Ore, Espc Europe, Saa schola of management), a realtà che in vario modo supportano i ragazzi nel passaggio dalla formazione al lavoro (Ice - Istituto nazionale per il Commercio Estero, Informagiovani del Comune di Torino, Centri per l'impiego della Provincia di Torino, Trovolavoro.it, Unimpiego Confindustria).Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, è presente all'evento dalle 10:30 alle 12:30 con la tavola rotonda "Trovare lavoro è una battaglia? A voi le armi 2.0: cv, stage e web": al suo fianco Giulio Xhaet, new media specialist, e Sabrina Mossenta, country manager di Viadeo per l'Italia. Special guest Fabio Dioguardi [nella foto a sinistra], responsabile Risorse umane di Ferrero.L'ingresso alla manifestazione è libero e gratuito; ai partecipanti viene  inoltre regalata la guida A&A - ateneo e azienda, che quest'anno contiene anche un contributo della stessa Voltolina ("Una bussola per orientarsi nella giungla degli stage") che fornisce ai ragazzi le informazioni più importanti per saper scegliere bene quando, dove e come fare il proprio tirocinio.Clicca qui per il programma completo e tutti i dettagli sul Jobmeeting di Torino