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AwaRDS 2016, le aziende più virtuose con i giovani premiate dalla Repubblica degli Stagisti

Durante l'evento annuale "Best Stage" la Repubblica degli Stagisti ha premiato le aziende che si sono particolarmente distinte, nel 2015, per alcuni aspetti della loro policy verso i giovani. I premi, ribattezzati Awards e giunti ormai alla terza edizione, sono stati assegnati in base ai dati che ciascuna delle aziende aderenti all'RdS network ha consegnato relativi agli stage attivati, alle assunzioni effettuate e a diversi altri parametri. Il "patto" tra la Repubblica degli Stagisti e le aziende che aderiscono al network è infatti che esse si rendano trasparenti verso i giovani, fornendo informazioni preziose sulla propria policy relativa a stage e primi contratti. Una trasparenza eccezionale nell'opaco mercato del lavoro italiano.AwaRDS per il “miglior rimborso spese”.Vincitore: EverisMotivazione: offre ai suoi stagisti una indennità mensile di 1000 euro al mese, senza differenziazione tra curriculari ed extracurriculari, oltre a buoni pasto e notebook aziendale.AwaRDS per il “miglior tasso di assunzione post stage”.Vincitori: Bip, Everis, Marsh, Mercer, Spindox e Assioma.net Motivazione: Tutte queste aziende hanno assunto oltre il 90% degli stagisti ospitati nel 2015, facendo loro un contratto di almeno 12 mesiIn particolare:Bip → 209 stage attivati nel 2015 su 932 dipendentiEveris → 85 stage attivati nel 2015 su 531 dipendenti (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2014 e nel 2015)Marsh → 53 stage attivati nel 2015 su 767 dipendentiMercer → 5 stage attivati nel 2015 su 57 dipendentiSpindox → 60 stage attivati nel 2015 su 417 dipendenti (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015)Assioma.net →7 stage attivati nel 2015 su 132 dipendentiAwaRDS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” Vincitori: ex-aequo PwC ed EYMotivazione: EY, oltre ai 562 stage attivati nel 2015 (nel 71% trasformati in assunzione), nel 2015 ha assunto direttamente 477 giovani, di cui 287 con contratto di apprendistato e 70 direttamente a tempo indeterminato. Idem PwC che, accanto ai 583 stage attivati nel 2015, (nel 65% trasformati in assunzione) ha realizzato ulteriori 482 contratti senza passare attraverso lo stage, di cui 234 di apprendistato e 129 a tempo indeterminato.AwaRDS “speciale PMI” Vincitore: VarvelMotivazione: Varvel attiva ogni anno 2-3 stage, attestandosi su una percentuale di assunzione intorno al 60%. Ha recentemente ritoccato al rialzo anche la sua policy sul rimborso spese: offre 800 euro per diplomati e studenti universitari; 1000 euro per laureati; 1200 per chi ha diploma di master. E un riconoscimento di 400 euro perfino agli studenti delle scuole superiori.L'AwaRDS Speciale Youth Employment Vincitore: BoschMotivazione: il progetto Allenarsi per il futuro, partito nel 2015, attraverso il quale Bosch compie un tour nelle scuole italiane incontrando gli studenti e parlando loro di futuro e di lavoro attraverso la metafora dello sport. Bosch ha arruolato una squadra di “educallenatori”, campioni sportivi di tutte le discipline.  Nel corso del primo anno sono stati 40mila gli studenti incontrati in quasi 200 scuole. Per il 2016 l'obiettivo è quello di raggiungere 60mila studenti in 300 scuole.AwaRDS Speciale Lavoro Agile: Vincitori: Bosch (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015), Contactlab, Mars, Nestlé (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015), PwC e Philips.Motivazione: le aziende dell'RdS network che hanno aderito lo scorso 18 febbraio alla Giornata del lavoro agile indetta dal Comune di Milano. Questo AwaRDS è infatti stato ideato grazie alla collaborazione tra la Repubblica degli Stagisti e il Comune di Milano.

Erasmus Plus, più di 1600 borse di mobilità per fare un'esperienza all'estero finanziata dall'Ue: i bandi aperti a giugno

Giugno è uno dei mesi con maggiore frequenza di bandi Erasmus, in vista delle partenze programmate di solito da settembre in poi. Ecco una carrellata dei bandi attualmente aperti.Pochi giorni, la data di scadenza riportata sul bando è il prossimo 6 giugno, per provare a ottenere una delle 1.344 borse di mobilità (suddivise per facoltà come riportato sul bando), destinate dall’università di Sassari ai propri studenti, per tirocini di durata compresa tra i due e i sei mesi da effettuare tra il 20 giugno 2016 e il 30 settembre 2017. Gli importi mensili variano a seconda del costo della vita dei paesi di destinazione, si va in ogni caso dai 480 euro di paesi con costo della vita alto quali Francia o Danimarca ai 430 di paesi con costi della vita più bassi come Bulgaria e Lettonia. A queste somme si aggiunge un contributo aggiuntivo del ministero dell’Istruzione fino ad arrivare a un totale di 700 euro. Per fare domanda è necessario essere iscritti a un corso di laurea triennale, magistrale, a ciclo unico, master o scuole di specializzazione secondo i requisiti segnalati nel bando, ad esempio il conseguimento al momento della domanda di un numero minimo di crediti formativi universitari per gli studenti delle triennali. Indispensabile la conoscenza della lingua del paese di destinazione con livelli variabili e segnalati nel bando, in ogni caso sono disponibili corsi di lingua per i tirocinanti.Gli studenti interessati possono partecipare alla selezione utilizzando esclusivamente il modulo disponibile sul sito www.uniss.it, che deve essere stampato, compilato e portato in ateneo, presso l’ufficio Relazioni internazionali. Al momento della presentazione del modello cartaceo gli studenti devono avere effettuato già la registrazione online. Al modulo devono essere allegati cv ed elenco degli esami sostenuti con relative votazioni. Sono 30 i tirocini - durata massima 4 mesi - messi a bando nell’ambito del progetto “Take your chance”, promosso dall’Unione degli Assessorati alle politiche socio-sanitarie e al lavoro, con destinazioni Estonia (Tallinn) e Romania (Bucarest), rivolti a giovani diplomati residenti in Italia. Ambito dei tirocini è il mondo del terzo settore. L’importo previsto, 400 euro mensili, comprende spese di viaggio a/r, pocket money per il vitto, alloggio, tutoraggio sul luogo e assicurazione. Il 15 giugno 2016 è l’ultimo giorno utile per fare domanda.La modulistica per la candidatura va scaricata dal sito allegando alla domanda cv formato europass in italiano e inglese e lettera motivazionale. Tutto il “pacchetto”, scaricabile dalla stessa pagina dell’avviso, va inviato all’Unione Assessorati (via Sammartino 95, 90141 Palermo) oppure consegnato a mano in sede negli orari indicati sul bando.È invece il 20 giugno l’ultimo giorno utile per candidarsi per una delle 280 borse di mobilità nel settore dell’europrogettazione, messe a bando da un consorzio di otto atenei formato da:  università di Macerata, università di Trieste, università Ca’ Foscari di Venezia, università di Padova, università di Parma, università Sapienza di Roma, università di Cagliari e università di Palermo. Le borse prevedono stage di quattro mesi (periodo di partenza oscillabile tra settembre 2016 e maggio 2017). Anche in questo caso gli importi mensili variano dai 480 euro dei paesi con costo della vita più alto ai 430 di quelli a costo della vita inferiore. Il bando è rivolto a studenti di corsi di laurea, triennali, magistrali, a ciclo unico, di dottorato o master di uno degli atenei del consorzio. Le candidature vanno presentate attraverso il formulario online, al quale vanno allegati cv formato europass in italiano e nella lingua del paese ospitante, autodichiarazione di possesso dei requisiti necessari alla candidatura, certificazioni comprovanti le conoscenze linguistiche. Qualche giorno in più, l’ultimo giorno utile per la domanda è il prossimo 24 giugno, per il progetto di mobilità individuale “Professioni socio sanitarie in Europa”, promosso da SFA e destinato a giovani con la qualifica di operatori socio-sanitari o socio-assistenziali che intendono svolgere uno stage entro un anno dal conseguimento del titolo. Sono otto gli stage disponibili, Spagna (Siviglia), Irlanda del nord (Derry), Portogallo (Lisbona), Francia (Bordeaux o Peripignano) le mete, per una durata complessiva di sei mesi con partenza a partire da settembre 2016. Possono fare domanda i giovani cittadini italiani di età compresa tra i 20 e i 32 anni residenti in Italia, in possesso del titolo di O.S.S. o O.S.A. conseguito da non più di un anno e con il livello di conoscenza della lingua del paese di destinazione indicato nel bando (tendenzialmente A2 o A1). Le borse di mobilità hanno importi variabili tra i 3.776 euro di Irlanda e Francia, i 3168 della Spagna e i 3.030 del Portogallo, relativi a tutta la durata del progetto. Gli importi comprendono vitto, alloggio, trasporti locali, assistenza all’estero e assicurazione e sono erogati per il 70% all’inizio del soggiorno e tutto il resto alla fine. Un ulteriore contributo viene fornito per le spese di viaggio e i corsi di lingua. Per candidarsi è necessario iscriversi al database dei “Progetti europei”  sul sito , compilare e sottoscrivere il modulo di candidatura scaricabile dal sito e spedirlo tramite raccomandata a/r all’indirizzo riportato  sul bando (SFA Soluzioni formative avanzate srl, via Isidoro La Lumia 7, 90139 Palermo) entro la data di scadenza. Al modulo vanno allegati CV in lingua italiana e inglese, lettera motivazionale in italiano e inglese, application form in inglese, fototessera e fotocopia di un documento di identità valido. Le selezioni e le convocazioni per i colloqui individuali si svolgeranno entro il 12 luglio 2016.Chiara Del Priore

Oggi a Milano “Best Stage 2016”: focus sull'alternanza scuola - lavoro e molto altro

Parlare di occupazione giovanile focalizzando il tema dell'alternanza scuola - lavoro è un po' come andare alla fonte. Risalire dal problema dei trentenni che fuggono all'estero a quello dei neolaureati che non trovano lavoro, indietro fino agli universitari che non sono proprio sicuri-sicuri di aver imbroccato la facoltà giusta, ai tanti (troppi) neodiplomati che scelgono di non continuare gli studi e che comunque tribolano per trovare lavoro. Ancora un passo indietro, fino agli studenti delle scuole superiori.Proprio all'alternanza scuola - lavoro, recentemente resa obbligatoria dalla riforma della “La Buona Scuola”, la Repubblica degli Stagisti dedica un approfondimento con una doppia tavola rotonda, all'interno del suo evento annuale, Best Stage, in calendario proprio oggi a Milano (a Palazzo Isimbardi, in via Vivaio 1, dalle 15 alle 18, con ingresso libero - qui il form!). La formula, collaudata con successo l'anno scorso con Best Stage 2015, è appunto quella della tavola rotonda su due blocchi. Nel primo, spazio di parola alla “società civile”, in questo caso rappresentata da una preside - Anna Borando, dirigente scolastico dell'IIS “G. Galilei – R. Luxemburg” di Milano - e da due aziende: una microimpresa, con la testimonianza di Fiammetta Magugliani, responsabile amministrativa di Sic srl; e un colosso multinazionale, Bosch, con il suo vicepresidente e direttore HR Roberto Zecchino che verrà accompagnato da Daniela Masseroni, campionessa olimpica e fra i testimonial dell'iniziativa “Allenarsi per il futuro” che Bosch ormai da due anni sta portando in giro per le scuole di tutta Italia.Borando, Magugliani, Zecchino e Masseroni racconteranno, ciascuno dal suo punto di vista, come scuola e azienda si possono incontrare, e possono coalizzarsi per dare qualche strumento in più ai giovanissimi per orientarsi nel mondo del lavoro.In questa prima fase della tavola rotonda le istituzioni staranno a sentire. Ascolteranno e registreranno le proposte, le critiche, le considerazioni di chi l'alternanza scuola - lavoro la pratica tutti i giorni, nelle aule scolastiche e dentro le aziende. Poi sarà il loro turno. Moderati da Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta.it, interverranno  il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba [nella foto qui a fianco, durante il Best Stage dell'anno scorso], il capo della segreteria tecnica del Miur Oscar Pasquali, il direttore dell'Agenzia Giovani Giacomo D'Arrigo, l'assessore al lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani. Raccontando quello che l'ente che rappresentano sta facendo e ha in progetto di fare per supportare i giovanissimi nella fase di orientamento, e permettere loro di arricchire il cv e di fare piccole esperienze “on the job” ancor prima del diploma.Oltre all'alternanza scuola - lavoro, molti altri saranno i temi che verranno affrontati nel corso di “Best Stage”. Verrà presentata la partnership, attivata pochi mesi fa, tra la Repubblica degli Stagisti e Assoconsult, l’associazione (parte di Confindustria e della Federazione Europea delle Associazioni di Management Consulting) che rappresenta circa 150 tra le più significative imprese di consulenza del settore. In effetti sono molte le società di consulenza che negli anni hanno scelto di aderire al network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, l' “RdS network”, che federa le aziende che si riconoscono nei valori che promuoviamo attraverso questa testata: il rispetto per i giovani, l'investimento in risorse umane, la responsabilità (anche sociale!) di offrire buone condizioni di stage e di lavoro. Per la Repubblica degli Stagisti questa è la prima partnership con una realtà affiliata a Confindustria; il fattore estremamente positivo è quello di poter portare su questo sito, con l'adesione di nuove società di consulenza, un numero ancora maggiore di opportunità di stage e di lavoro di aziende che operano in un comparto vivace, continuamente alla ricerca di nuovi talenti anche per lo spiccato turn-over che permette l'apertura pressoché continua di nuove posizioni.Proprio alle aziende dell'RdS network sarà dedicato un momento di premiazione, con il conferimento degli AwaRDS 2016: i premi che la Repubblica degli Stagisti assegna alle aziende del network che si sono distinte per qualche particolare dettaglio della policy verso i giovani. Dall'azienda che offre il compenso più alto a quelle che garantiscono una percentuale di assunzione superiore al 90%, a quelle che attraverso l'adesione alla Giornata del lavoro agile hanno dimostrato attenzione anche al tema della conciliazione vita - lavoro… Ancora non vi sveliamo chi vincerà i premi quest'anno!Ma vi invitiamo, se siete a Milano, a fare un salto a Palazzo Isimbardi: sarà un piacere brindare con tutti i presenti, pubblico e relatori mescolati, con un bell'aperitivo alla fine dell'evento.

Quasi 2 milioni di finanziamenti in scadenza per start up dedicate a prevenzione del rischio e digital

Visto che la possibilità di costituire una start up ultimamente è un’idea che attira sempre più i giovani, proprio in questo campo si moltiplicano le call e i premi che consentono di iniziare un percorso di incubazione all’interno di grandi realtà imprenditoriali e vincere importanti cifre da investire nel proprio progetto.  In particolare in questo momento ce ne sono tre aperti, che in totale mettono a disposizione quasi un milione e 800mila euro.A chi interessa il tema della prevenzione del rischio è dedicata la nuova call per start up promossa da Groupama Assicurazioni in collaborazione con Luiss Enlabs. Think4South è un contest per premiare soluzioni tecnologiche innovative, creative ma soprattutto realizzabili. E che siano state ideate al Sud. L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, sceglie di puntare sulle start up del Mezzogiorno visto che è lì che il tasso di disoccupazione è più elevato, e vuole premiare nuove soluzioni per la prevenzione del rischio grazie a sistemi IoT. Intendendo per IoT l’estensione di internet al mondo degli oggetti, come i vasetti delle medicine che avvisano se ci si dimentica di prendere un farmaco o le sveglie che suonano prima in caso di traffico. Insomma tutti quegli oggetti che riescono ad avere un ruolo attivo grazie al collegamento a internet. La call parte dal presupposto che la prevenzione del rischio possa essere un’importante leva di sviluppo per il territorio e mette a disposizione dei partecipanti non solo un contributo economico ma anche la diffusione del know how e l’infrastruttura necessaria. Per partecipare c’è tempo fino al 31 maggio, data entro cui le start up delle nove regioni del centro sud che hanno già costituito un team e sviluppato un prototipo funzionante del prodotto/servizio potranno iscriversi a una delle quattro categorie di concorso: Smart Home, per migliorare la qualità della vita in casa; E-Health, per la soluzione ai bisogni assistenziali e sanitari; Mobility, per migliorare la sicurezza sulla strada; Innovazione digitale, finalizzata all’ottimizzazione del business aziendale.Una volta iscritti al progetto, una giuria valuterà i finalisti e in seguito, tra questi, i tre vincitori. Il primo classificato potrà accedere al programma di accelerazione di Luiss Enlabs “la fabbrica delle start up”, grazie al contributo economico di Groupama Assicurazioni, di 30mila euro, e all’investimento di Lventure Group di 50mila euro, per un totale di 80mila euro. Il programma durerà cinque mesi a partire dal luglio 2016 e prevede una partecipazione di Lventure Group all’interno della start up per una quota del 9%. Il secondo classificato riceverà un contributo economico di 10mila euro da parte della Fondazione Swiss RE, per l’acquisto di beni e/o servizi necessari per l’attività. Mentre il terzo classificato potrà accedere per sei mesi ai laboratori applicazioni di STMicroelectronics, nelle sedi di Catania e Arzano per beneficiare dell’aiuto di ingegneri esperti per lo sviluppo del progetto. Nella prima edizione del 2015 i tre vincitori sono stati selezionati tra gli otto finalisti scelti su oltre 400 progetti ricevuti. Alle start up innovative delle regioni del Sud (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna) del settore moda, design, food e turismo, è dedicato anche il percorso di accelerazione di Officine formative del Banco di Napoli. In questo caso ci si può iscrivere fino al 29 maggio, e a differenza della call di Groupama assicurazioni qui non ci sono soldi da investire per finanziare l’impresa, ma si partecipa a un percorso formativo di alto livello al cui termine le start up potranno fare un pitch davanti a una platea di aziende partner alla ricerca di realtà per implementare il proprio business. Concluso tutto il percorso, le start up più promettenti possono accedere alla selezione di Start up initiative di Intesa Sanpaolo. Un’occasione per incontrare investitori e professionisti da tutto il mondo capaci di valutare l’idea presentata e decidere se finanziarla. Ancora pochi giorni, poi, anche per partecipare al progetto Open Innovation di Tim che quest’anno assegna 32 grant composti da un contributo economico di 40mila euro ciascuno e di altrettanti percorsi di accelerazione. Il programma, finanziato da Telecom Italia, è dedicato alle start up in ambito digital, in particolare nei settori mobile, automotive, gaming, health&wellness, social impact, IT security. Per partecipare bisogna presentare le proprie proposte entro il 30 maggio. Una volta selezionate, le 32 start up riceveranno il finanziamento economico e l’accesso al percorso di accelerazione di un anno, durante il quale avranno anche varie occasioni per presentare i propri progetti a investitori esterni.Non solo: finito il programma di accelerazione saranno scelte le 10 start up che si siano distinte nei dodici mesi precedenti e a queste verrà dato un altro finanziamento di 10mila euro e l’accesso a un mese ulteriore di accelerazione presso il Tim #WCAP di Roma. Quindi l’opportunità di partecipare a workshop, incontri e matching con la business unit Tim, ma anche con aziende esterne e con la pubblica amministrazione. Tutte le start up partecipanti avranno poi a disposizione le tecnologie per testare le soluzioni sviluppate e rientreranno nel basket innovazione, un budget dedicato che ne costituisce un incentivo concreto all’acquisto. Per iscriversi basta fare l’application online ricordandosi che in aggiunta alle 32 start up selezionate che accederanno a questo percorso, da quest’anno verranno scelte altre 8 start up a cui saranno assegnati un grant di 40mila euro e fino a 40 ore di mentorship.Nonostante l’alta possibilità di fallimento accertata soprattutto nei primi anni di vita, le start up insomma continuano a essere in tempo di crisi una delle poche possibilità su cui i giovani, con la loro creatività, e le aziende, con le loro risorse, sono ancora disposte a investire.Marianna Lepore

Agenzia europea del farmaco, stage da 1700 euro al mese

Mercoledì 1 giugno è l'ultimo giorno utile per candidarsi ai tirocini presso l'Agenzia europea del farmaco, organismo europeo con sede a Londra nell'edificio di Churchill Place (sede anche di altri enti ed aziende londinesi) che si occupa della valutazione scientifica dei farmaci messi in commercio dalle case farmaceutiche dell'Unione Europea.Gli stage, in partenza il prossimo primo ottobre - ma è prevista anche una seconda tornata di tirocini, con partenza il primo aprile del prossimo anno - di durata variabile dai sei ai 12 mesi, prevedono un rimborso spese mensile di 1350 sterline nette, pari a circa 1700 euro. Previsto anche il rimborso per le spese di viaggio verso il Regno Unito, per distanze superiori a 150 kilometri e comunque fino a un massimo di 670 euro.Sul sito non è specificato il numero di tirocini messi a bando per ottobre perché, spiega alla Repubblica degli Stagisti Birgit Breen dell’ufficio risorse umane (foto a destra), il numero non è stato ancora fissato. Nella precedente edizione i tirocini in palio erano 58.Possono candidarsi cittadini UE o dello spazio economico europeo, in possesso di una laurea di primo livello conseguita al massimo entro il primo agosto di quest'anno e di una buona padronanza della lingua inglese e preferibilmente di un'altra lingua dell'Unione Europea. Non sono richiesti titoli di studio in discipline specifiche. Nella maggior parte dei casi però «i candidati hanno una formazione relativa alle attività dell'Agenzia, come la farmacia, medicina, scienze della vita, la sanità, la chimica, l'informatica, la legge, con un interesse in affari regolatori farmaceutici, risorse umane, finanza, comunicazione, pubblica relazioni, o biblioteconomia e scienza dell'informazione». Il numero di candidati italiani varia di anno in anno, per cui, sostiene la Breen, «non è possibile fare una media. Riceviamo comunque candidature da ogni paese UE». L'application form, il cui modulo è disponibile nella pagina dedicata ai tirocini, deve essere inviata online all'indirizzo traineeship [chiocciola] europa.ema.eu. La conferma di avvenuta ricezione della candidatura avviene entro due settimane dalla chiusura dei termini per l'invio. Dopodiché, tra luglio e agosto i candidati vengono contattati e generalmente entro la fine di agosto vengono stipulati gli accordi per il tirocinio. Lo stage si svolgerà su 40 ore settimanali dal lunedì al venerdì con un'ora di pausa pranzo. «Riceviamo domande da tutti i paesi UE, di solito tra le 2500 e 2700 ogni anno», dice la Breen. Quello all’Agenzia Europea del farmaco è senza dubbio un’ottima opportunità di tirocinio per le condizioni che propone. Gli stagisti hanno anche diritto a partecipare a eventi culturali, mostre ed eventi nella capitale inglese, grazie a un abbonamento gratuito allo Sport & Leisure Club (LSC) di Londra.Ma attenzione, quanto a eventuali possibilità successive di inserimento la Breen è molto chiara: «I tirocinanti non sono personale EMA e il loro accordo è limitato a un massimo di 12 mesi. Per poter lavorare in EMA i tirocinanti devono superare una procedura di selezione così come qualsiasi altra persona interessata a lavorare in Agenzia». Nessuna assunzione successiva allo stage, ma solo dopo il superamento di un regolare processo di selezione.Chiara Del Priore

EY Business Game Competition, edizione 2016 dedicata al tema digital: studenti e neolaureati, iscrivetevi!

Guidare una startup del settore digital fino al successo. Questo è il tema della EY Business Game Competition del 2016: «Siamo alla quarta edizione e nel corso degli anni il Business Game ha visto il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di università: l’interesse da parte degli studenti è aumentato notevolmente» dice alla Repubblica degli Stagisti Annalisa Lucarelli, responsabile Recruiting ed Employer Branding in EY. L'azienda, multinazionale della consulenza, fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti e garantisce a tirocinanti e neoassunti condizioni di qualità.La novità dell’edizione 2016 è che la Competition diventa internazionale, coinvolgendo anche la Spagna. «Abbiamo di estendere la partecipazione agli studenti spagnoli perché nel nostro network, insieme all’Italia e al Portogallo, la Spagna fa parte della Regione Mediterranea, e ciò contribuisce a rendere più stretti i rapporti tra i tre Paesi. La risonanza e l’interesse che questa competizione ha avuto nel corso degli anni ci hanno spinto a estenderla anche a livello internazionale, coinvolgendo anche gli studenti delle università spagnole».Per iscriversi c'è tempo fino a giovedì 19 maggio: «Cerchiamo studenti che abbiano soprattutto il desiderio e lo spirito imprenditoriale adeguato per mettersi alla prova nella gestione di una società» continua la Lucarelli: «Possono partecipare tutti gli studenti iscritti ai corsi di Laurea Magistrale, neolaureati - da non più di 6 mesi - in Economia o Ingegneria di tutte le università italiane e spagnole».La competition funziona così: ogni aspirante partecipante costruisce il suo team, che si sfiderà in modo dinamico ed interattivo. L'edizione 2015 era stata dedicata al tema Food & wine: «Quest’anno gli studenti si cimenteranno nella gestione di una startup nell'ambito Digital» precisa Lucarelli: «Tutti i mercati in cui operiamo, il mondo del lavoro nel suo complesso e più in generale la società, stanno vivendo una vera e propria “digital revolution”, quindi il Digital è un ambito di attualità e d'interesse. È importante per noi che gli studenti si mettano in gioco e si confrontino su tematiche di rilievo e d’attenzione anche per il nostro Paese». La prima fase della competition è lo Skillgame: 24 domande a risposta multipla e a complessità variabile su quattro aree tematiche specifiche (Tecnologia e Innovazione, Le parole chiave dell’impresa, Problem Solving, Business Plan). Una progress bar andrà a monitorare il tempo, e i primi 240 team classificati saranno ammessi al Business Game vero e proprio.Rispetto all'edizione 2015 EY ha deciso di innalzare da 200 a 240 il numero dei team che hanno la possibilità di accedere a questa fase: «Crediamo che la creazione di un network sia fondamentale nel nostro ambiente e non solo» commenta Lucarelli: «Vogliamo stimolare i ragazzi a costruire e mantenere queste relazioni che siamo convinti siano fondamentali per il loro futuro professionale. Per questo motivo abbiamo voluto aumentare le possibilità di partecipazione fino a 240 team. Inoltre, il coinvolgimento delle università spagnole ha portato un forte boost alle iscrizioni». La Business Game Competition è dunque la seconda fase, cui accedono appunto i 240 migliori team classificati. Si tratta di un gioco di simulazione manageriale nel quale i team si trasformano in "aziende simulate" e si sfidano in uno scenario competitivo con l’obiettivo di diventare leader di mercato ed aumentare il valore della propria impresa. I 240 team saranno suddivisi in 12 gironi di Business Game Competition che si svolgeranno simultaneamente online nel corso di 4 round di simulazione. Terza e ultima fase, il Contest Idea: i vincitori dei 12 gironi si sfideranno tra loro. Le squadre finaliste lavoreranno alla propria idea e la presenteranno in maniera sintetica attraverso la metodologia dell’elevator pitch, durante la finale presso il Workplace Of The Future, la nuova sede EY di Milano, il 15 luglio. «Abbineremo a ciascun team un mentor EY che potrà dare spunti e suggerimenti su come strutturare al meglio la presentazione finale che verrà fatta davanti ad una giuria di esperti» aggiunge Lucarelli: «In meno di 5 minuti ogni team dovrà presentare il proprio progetto e convincere la giuria che l’idea proposta è quella vincente».Tutta la competizione si svolgerà in inglese: dallo Skill Game al Business Game, alla fase finale di presentazione davanti a una giuria di esperti.  E se qualcuno volesse partecipare, ma sentisse di non sapere benissimo questa lingua? «Ai ragazzi che si sentono incerti o non possiedono un inglese fluente consigliamo di provarci comunque: è un'occasione ulteriore per mettersi alla prova ed alzare l'asticella dei propri obiettivi e per capire come può essere la vita in EY anche in termini di internazionalità» risponde Lucarelli: «Le nostre persone lavorano continuamente con clienti esteri o con colleghi stranieri, pertanto per noi la conoscenza della lingua inglese è un requisito fondamentale».Il premio per i vincitori sarà uno stage (alle ottime condizioni garantite!) in EY: «Il team vincitore lo farà nel suo Paese di provenienza; è previsto anche un extra, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa!».E non è detto che partecipare a questa competition non possa anche aprire le porte di una carriera in EY: come è successo ad Andrea Noviello, tra i vincitori dell'edizione 2014, oggi revisore del settore finanziario. «Il business game è stato una grandissima occasione di crescita personale e professione, un’iniziativa che dà la possibilità a noi giovani di esprimere concretamente un’idea imprenditoriale in cui davvero crediamo» racconta Noviello: «Durante il periodo della competizione ho condiviso tanti momenti di tensione e felicità con alcune delle persone a cui tengo e che stimo di più: il team The Grounds... Oggi lo ricordiamo tutti come uno dei momenti più belli della nostra vita».«Mettetevi in gioco, date spazio al vostro spirito imprenditoriale e alla vostra creatività» è il suggerimento finale di Annalisa Lucarelli: «Avrete la possibilità di lavorare in team in inglese e di partecipare a una competizione internazionale. Il Business Game inoltre è un ottimo modo per entrare in contatto con EY e con altre società della Business Community che faranno parte della giuria. Iscrivetevi subito e… completate lo Skill Game oggi stesso!». Anche perché... il tempo stringe!

Motivati, innovativi e con un solido bagaglio culturale: l’identikit degli artigiani del futuro

Oggi in Italia i giovani vengono spesso dipinti con la valigia in mano. Nelle indagini che si occupano dei laureati si parla di mercato in crisi in vari settori del terziario e dell’industria e dell’importanza di guardare all’estero per migliorare il proprio curriculum. Ai ragazzi e alle ragazze si consiglia di viaggiare, studiare in prestigiose università per aumentare la propria competitività sia in chiave nazionale che internazionale. Tuttavia un libro recentemente pubblicato da Marina Puricelli sembra raccontare un’altra possibile via, una via che l’Italia conosce bene nella sua storia e di cui il bel paese può vantare una grande tradizione: quella dell’artigianato.La Puricelli è docente di  "Fondamenti di organizzazione" al dipartimento di Management e Tecnologia dell'università Bocconi di Milano. Dopo un dottorato in ricerca e direzione d'azienda si è sempre misurata con piccole e medie imprese, su cui ha pubblicato molti testi.Il testo, realizzato grazie al contributo di Confartigianato, si chiama “Il futuro nelle mani. Viaggio nell’Italia dei giovani artigiani” (edizioni Egea), e la docente della Bocconi lo ha presentato - insieme a Elisa Tatano, una dei giovani di cui si parla nel libro -  in occasione del festival «Generare Futuro», rassegna organizzata dal Comune di Lodi in collaborazione con la testata online Linkiesta la settimana scorsa.Il viaggio è una rassegna di storie di under 30 capaci di realizzare iniziative di successo partendo da piccole realtà artigianali preesistenti o iniziando da zero. Iniziative di tutti i tipi: come i ragazzi che si sono messi a fare cover per smartphone nelle Marche, oppure progettando a Rieti serre idroponiche per coltivare pomodori nei deserti, o distillando grappa in Maremma.La storia di Elisa Tatano è esemplare: figlia dell’imprenditore e artigiano che ha fondato la Tatano, un’impresa che partendo dalla conoscenza agricola, costruisce stufe a combustibile agricolo a Cammarata (in provincia di Agrigento), Elisa ha deciso di trasferirsi a Piacenza per creare un nuovo polo più vicino ai propri clienti. Ma il trasferimento al Nord è solo l’ultimo passo di un processo ben più lungo: «Io finivo scuola e andavo alla ricerca di papà, sono cresciuta nella mia azienda. Ne conosco ogni centimetro, il mio inserimento è stato naturale». La Tatano è una piccola impresa familiare con un imprenditore-artigiano, il padre di Elisa, e i suoi due fratelli che si occupano di organizzazione e infrastrutture, dividendosi il lavoro e i ruoli. Allo stesso modo hanno deciso di fare anche le nuove generazioni: «Il nostro percorso di studi è finalizzato all’azienda. Se un cugino faceva ingegneria energetica, l'altro sceglieva un altro tipo di ingegneria». La motivazione familiare è stata la molla principale di Elisa: facendo parte dell’azienda «hai un sogno che ti è stato regalato, l’hai fatto tuo e vuoi tramandarlo».La giovane siciliana è molto coinvolta quando parla della sua esperienza... quasi troppo: «La sua testimonianza all’inizio mi sembrava una storia di marketing» ammette la Puricelli «poi parlando con il padre ho capito: questi ragazzi hanno una motivazione con una forza che le teorie manageriali non possono spiegare, qui c’è molto di più, un coinvolgimento e una motivazione intrinseca».Tuttavia entrare nel mondo artigianale in modo competitivo non è semplice. La maggior parte di questi ragazzi ha studiato e ottenuto una laurea, prima di cimentarsi nella propria impresa, e ha trovato maestri in grado di insegnare il mestiere. Insomma, chiarisce la Puricelli, non bastano i master per fare start up, ma servono maestri e dedizione.Nel caso della Tatano anche la famiglia ha contato. Il passaggio generazionale, per esempio, è fondamentale tra Elisa e suo padre, ma va modulato: nelle storie di successo nessuno ha fatto tabula rasa dell’esperienza dei genitori, ma nemmeno ha semplicemente replicato quello che trovava. Bisogna ripetere le esperienze del passato e aggiungere un elemento di innovazione.La storia di Elisa ricorda secondo l’autrice le principali caratteristiche di un modello di sviluppo economico originale e italiano. Un paradigma che si intravede nella maggior parte delle trenta storie narrate nel libro: sono imprese di piccola dimensione, con una famiglia proprietaria, capitanate da un imprenditore (appoggiato da parenti) e hanno una vocazione creativa, che si può declinare in tutti i settori: gioielli, scarpe, grappe o bomboniere. Queste caratteristiche spesso vengono ignorate dalle università italiane, che quando parlano di piccola impresa identificano problemi legati a rigidità, autoreferenzialità del fondatore e nepotismo più che alle competenze. Le stesse università sottolineano l’importanza del cambiamento continuo, invece della riaffermazione di una realtà definita, come raccontano queste storie. Il libro insomma testimonia un diverso e possibile scenario. Sì alla innovazione, ma nel rispetto della tradizione italiana del saper fare creativo: non bisogna sviluppare per forza una cultura diversa da quella presente nel paese, o come sintetizza la Puricelli «non bisogna distruggere Amalfi per fare New York».Matteo Moschella

Hackathon Hack ' n ' roll, per Spindox programmatori come musicisti: «Vogliamo scoprire “band” interessanti»

Forse non tutti sanno cos'è un hackathon. Si tratta di «un evento al quale partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori dell'informatica: sviluppatori di software, programmatori e grafici web» di durata, spiega Wikipedia, «variabile tra un giorno e una settimana». Il nome nasce dalla crasi tra il verbo to hack, che in senso informatico vuol dire “accedere illegalmente, attaccare”, e marathon, cioé maratona: il che allude alla prova di resistenza dei partecipanti che, specifica sempre l'enciclopedia web, «per meeting di 24 ore o più, specialmente di carattere competitivo, consumano i pasti direttamente al tavolo di lavoro, con menu a base di pizza e di energy drink, e anche il pernottamento spesso avviene nella stessa location dell'hackathon». Ma agli appassionati di computer queste spiegazioni non servono: la cosa importante è sapere che nel weekend 28-29 maggio a Torino si svolgerà un hackathon molto speciale, Hackathon Hack ' n ' Roll, promosso da Spindox – azienda che fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, garantendo condizioni di qualità a stagisti e neoassunti – in collaborazione con Supernova Torino / Talent Garden, Couchbase e Microsoft. E la squadra prima classificata si porterà a casa un premio di 5mila euro. Il nome dell'iniziativa nasce da un parallelismo insolito: «Proprio come capitò con il rock and roll nella cultura musicale, vogliamo scuotere le persone e portare aria nuova nel nostro mondo» spiega Paolo Costa, tra i fondatori di Spindox di cui è responsabile Comunicazione e marketing: «Un hackathon è un evento carico di energia, di quelli che ti fanno passare il sonno. Ci vai per stare insieme agli altri e per metterti in mostra. Un po’ come a un concerto di rock and roll, nel quale però tutti suonano. Sono sicuro che scopriremo molte “band” interessanti».Si tratta del primo hackathon promosso da Spindox: «La scelta di organizzare un hackathon risponde a due esigenze fondamentali» dice Costa: «Da un lato è un modo per fare open innovation, ossia di aprire il nostro ecosistema ad altri soggetti: individui o startup che hanno le competenze giuste, tante buone idee e molta voglia di emergere. Dall’altro lato con questo tipo di iniziativa contiamo di farci conoscere presso i giovani talenti dell’hi-tech». Perché Spindox è un'azienda relativamente giovane - l'anno prossimo festeggerà il suo decimo compleanno e in forte espansione: «Siamo sempre alla ricerca di persone in gamba, da inserire nella nostra organizzazione. Lo scorso anno abbiamo inserito oltre 80 nuovi dipendenti e quest’anno contiamo di assumerne altrettanti».Ciascuno dei partner nell'organizzazione dell'hackathon ha un ruolo preciso: a cominciare da Talent Garden, partner organizzativo e logistico dell’iniziativa. «Si tratta della realtà più importante, a livello europeo, nell’ambito del coworking» precisa Costa: «In particolare la scelta di inserirci nel contesto di Supernova Torino ha un preciso significato, visto che il nostro hackathon è dedicato al tema dell’infomobility e ai problemi dell’auto connessa. Fra l’altro in Supernova è coinvolta anche l’università di Torino, che ci ha offerto gli spazi di via Po. Contiamo sulla partecipazione di molti studenti». Couchbase e Microsoft sono invece i partner tecnologici: «Microsoft significa prima di tutto Azure, l’infrastruttura cloud in cui saranno configurati gli ambienti di sviluppo a disposizione di tutti i partecipanti. Con un credito di 100 dollari per ogni squadra, sarà possibile sfruttare al massimo i servizi e le risorse presenti su Azure. Ma Microsoft significa anche Windows 10 IoT, il sistema operativo che proponiamo come standard nel nostro hackathon. Quanto a Couchbase, si tratta di una tecnologia innovativa e potentissima, sempre più utilizzata per lo sviluppo di applicazioni in ambito mobile e IoT».Rispetto all'età, non vi sono vincoli anagrafici per iscriversi: inizialmente era previsto un range di età per i partecipanti, dai 20 ai 25 anni; poi a grande richiesta Spindox ha deciso di eliminare i paletti, richiedendo solo che gli hacker siano maggiorenni. «Ci sono pervenute troppe richieste di giovani sopra i 26 anni interessati a partecipare», è il commento di Costa: «Non potevamo tenere le porte chiuse».E la speranza è che anche le donne rispondano alla chiamata e si presentino a partecipare all'hackathon: «È una questione che ci sta molto a cuore. Spindox è impegnata a contrastare ogni forma di discriminazione di genere, ovviamente. Ma questo non basta: ancora oggi la cultura IT ha tratti maschili, come se il software fosse una cosa per soli uomini. Ciò è ridicolo e ci impedisce di sprigionare un potenziale enorme, che le donne possono portare nel nostro mondo».Il tema dell'hackathon è legato alla sicurezza stradale «dal punto di vista della vettura: un tema cruciale per l’industria automobilistica, che fra l’altro è sempre più sollecitata in tal senso dal legislatore europeo» specifica il manager di Spindox: «Presto entrerà in vigore una direttiva che impone a tutti i costruttori l’introduzione della scatola nera, proprio come oggi accade sugli aerei.Ma perché un appassionato di computer dovrebbe partecipare a un hackathon? «Chi è appassionato – intendo appassionato di computer, ma soprattutto di innovazione – sa perché dovrebbe farlo» risponde Costa: «Potrei ricordare che ci sono 5mila euro per la proposta che sarà valutata più meritevole dalla nostra giuria. Ma sono sicuro che non sia questa la molla. Chi partecipa a un hackathon lo fa per dimostrare a se stesso e agli altri ciò che è capace di fare» Per candidarsi c'è tempo fino a martedì 24 maggio; l'evento si svolgerà presso l'università di Torino in due giorni, il 28 e 29 maggio. Nella fase iniziale della prima giornata ciascun partecipante potrà proporre la sua idea progettuale; tutte le idee verranno messe ai voti e quell più votate saranno sviluppate. Gli “hack-maratoneti” saranno raggruppati in team formati da 4 o più persone ciascuno. Per chi arriverà da fuori Torino, le spese saranno coperte? «Tutti i partecipanti riceveranno un credito di 100 dollari da consumare sul cloud di Azure. Inoltre il vitto è interamente a carico dell’organizzazione. Quanto all’alloggio, la domanda lascia intendere che i partecipanti a un certo punto avranno bisogno di un letto per riposarsi» chiude Costa: «Ma questo non accadrà. In un vero hackathon non si dorme mai!»

Imparare a fare innovazione, Sanpellegrino lancia un “Innovation Campus” con H-Farm: candidature fino al 20 maggio

Avete già programmi per metà luglio? Se vi interessa, potreste essere tra i 18 partecipanti del primo “laboratorio esperienziale sull'innovazione” promosso da Sanpellegrino e HFarm.È possibile candidarsi fino a venerdì  20 maggio, mandando un cv ma sopratutto un “contenuto speciale” per raccontare attraverso una frase, un'immagine, un video la propria visione del concetto di innovazione. Requisiti essenziali: avere meno di trent'anni ed essere già laureati o studenti universitari. In cosa? In qualsiasi materia. Lasciare apertissima la competizione è stata una scelta strategica precisa: «Non abbiamo apposta identificato il profilo ideale, l’innovazione ha bisogno di diversità per essere nutrita» spiega alla Repubblica degli Stagisti Gabriella Carello, HR Director di Sanpellegrino: «Più che un percorso di studio quello che cerchiamo sono delle attitudini: guardare le cose diversamente, essere curiosi, aver voglia di mettere in gioco le proprie convinzioni». Il progetto si chiama “Sanpellegrino Innovation Campus” ed è pensato per permettere «di sviluppare nuove idee attraverso iniziative fuori dagli schemi e di esprimere la propria creatività nello sviluppo di idee innovative, in diverse aree tematiche e applicate a storici marchi del Made in Italy».Con queste premesse, la collaborazione con H-Farm è stata quasi naturale: «H-Farm è sinonimo di innovazione e startup, e vuole sostenere i giovani nel lancio di idee innovative» continua la Carello: «Noi eravamo alla ricerca di una location disruptive, di un modo di lavorare stimolante e fuori dal coro e la “Silicon Valley italiana” ci è sembrata la soluzione perfetta: una immersione totale in un contesto rurale per sperimentale l’innovazione».Sanpellegrino non é completamente nuova a iniziative di questo tipo: «In passato sono state organizzate delle sessioni di “digital inspiration” con il board di Nestlé», aggiunge la Carello. Ma questa è la prima volta che - grazie alla collaborazione di Sanpellegrino con il team della Digital Accademia di H-Farm, che da anni si occupa di diffusione della cultura digitale ed è ormai un punto di riferimento per studenti e professionisti - viene organizzato un vero e proprio Campus aperto ai giovani, per permettere loro di sviluppare competenze nel campo dell'innovazione e ad applicarle in project work creativi. I partecipanti seguiranno lezioni di materie come startup thinking, user reasearch & social network, design thinking, corporate storytelling, e-commerce & web marketing, presentation design. Focalizzeranno temi importanti come salute e benessere, responsabilità ambientale, qualità della vita, bambini in crescita. Le esperienze progettuali, grazie anche ad iniziative disruptive e fuori dagli schemi, saranno poi orientate alla generazione di idee per alcuni importanti brand dell’azienda tra cui Nestlé Vera, Levissima, Beltè, e naturalmente l'acqua e le bibite Sanpellegrino.Torna più volte il termine “disruptive”, ma in che senso? «Il metodo del Design Thinking richiede di seguire un percorso creativo che mette continuamente in discussione ciò che si sta ideando» risponde l'HR director di Sanpellegrino: «I ragazzi si troveranno ad affrontare attività diverse dalla semplice formazione, momenti per così dire “ispirazionali”: ma non vogliamo dare troppe informazioni, vogliamo mantenere la sorpresa!». L'appuntamento per i fortunati che verranno selezionati è dall’11 al 15 luglio nella suggestiva Ca’ Tron, la tenuta agricola di H-Farm a Roncade, in provincia di Treviso; Sanpellegrino offrirà ai partecipanti l’intero pacchetto formativo che includerà ogni spesa, viaggio compreso. «Da molti anni siamo impegnati, sia in azienda che fuori, nella valorizzazione del talento dei giovani e delle loro idee con progetti dedicati» chiude Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino: «Con il Sanpellegrino Innovation Campus accompagniamo 18 ragazzi in un’esperienza formativa per aiutarli ad utilizzare due componenti fondamentali utili a emergere nella società attuale, ovvero creatività ed innovazione».

I Love Mum e gli altri: i coworking a misura di genitore

Eva Barrera ha 37 anni, «vent'anni di esperienza nella gestione di progetti culturali e tre di gavetta come mamma», come lei racconta per presentarsi. Ma il curriculum non termina qui: «da cinque mesi sono in attesa di un nuovo cucciolo». E da qualche mese è anche è founder e project manager di I Love Mum, spazio di coworking nato a Roma, quartiere Trastevere. Non uno spazio qualsiasi: accanto alle 10 postazioni di lavoro, WiFi e stampante trovano spazio bollitori, forno a microonde, area giochi e relax ed è anche disponibile un servizio di babysitting. Non è difficile intuire che I Love Mum è nato per chi, oltre a lavorare, ha un impiego ancora più impegnativo: quello di genitore.«I Love Mum nasce da un’esigenza concreta. Una mamma che lavora inizia a capire quanto sia importante ottimizzare il tempo da dedicare al proprio bambino senza sacrificare quello per il lavoro e la realizzazione in ambito sociale. Ne ho parlato con altre donne e amiche con la stessa esigenza e siamo partite».Il supporto iniziale è arrivato da un bando della Regione Lazio, «Innovazione: sostantivo femminile», dedicato allo sviluppo di idee e progetti creativi da parte delle donne. Dalla nascita, pochi mesi fa, sono stati già fatti passi in avanti: «a oggi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ovvero coprire tutte le 10 postazioni di lavoro del nostro spazio con abbonamenti mensili. Intanto abbiamo anche ricevuto molte richieste di collaborazione per l’apertura di I Love Mum anche in altre città italiane, vedremo…». Gli abbonamenti sono di differenti tipologie: si va dall’ingresso giornaliero a 20 euro fino ad abbonamenti settimanali al costo di 80 (comprensivi di accesso illimitato dal lunedì al venerdì, postazioni, accesso WiFi, due ore di sale riunioni, armadietto) e mensili a 200 euro. Il cammino di I Love Mum non si ferma qui: «Dopo questi primi mesi di avviamento del progetto, stiamo lavorando all’individuazione di uno spazio più grande che ci consenta di crescere sia numericamente che a livello di offerta di servizi. Per farci conoscere abbiamo lavorato molto sui social, avvalendoci però anche della comunicazione offline e del passaparola». I bimbi ospitati da I Love Mum sono al momento sette, di età compresa tra i tre mesi e i tre anni, seguiti da due educatrici. «Le porte sono aperte ai genitori quindi i papà possono usufruire del nostro spazio come le mamme, considerato però che la nostra fascia di età riguarda bimbi che spesso vengono ancora allattati al seno è più facile che vengano accompagnati dalle mamme», racconta la Barrera. Il modello «I Love Mum» sembra quindi riscuotere successo anche perché risponde a una necessità fortemente diffusa tra le lavoratrici, ossia la conciliazione tra rientro a lavoro post maternità e la ricerca di un luogo in cui lasciare i propri bimbi durante la propria attività lavorativa: «Ammesso che la donna abbia un impiego, potrà accedere ai cinque mesi di maternità obbligatoria, al termine dei quali si troverà a dover scegliere tra il tornare sul posto di lavoro e trovare un asilo nido per il bimbo e qualcuno disponibile a tenerlo fino al rientro dal lavoro. Uno degli elementi principali che emerge da molte ricerche e analisi sui servizi per l’infanzia è la scarsità e difficoltà di accesso per alcune tipologie di persone a questi servizi per la fascia d’età 0-3 anni: un segno di come l’offerta pubblica, anche se affiancata da proposte private e dall’associazionismo, non si sia ancora adattata al cambiamento dei tempi, alla maggiore flessibilità e alla conseguente precarietà che caratterizza oggi il mondo del lavoro».Una realtà simile a I Love Mum è Piano C, spazio di coworking nato a Milano nel 2012 e al quale il progetto di Roma si ispira. 30 abbonamenti all'attivo, 250 metri quadri tra open space, uffici (quattro su sei sono attualmente occupati), sale multifunzione e aree per i bambini. Quelli che frequentano il Cobaby, seguiti dall'educatrice Francesca Boriosi, hanno un'età compresa tra zero e tre anni. Il Cobaby può ospitare fino a un massimo di otto bimbi. Se si conta anche la community online sono 5mila persone circa quelle che gravitano intorno a Piano C. Porte aperte ovviamente anche agli uomini, papà e non. Un modello di successo che ha dato vita a una vera e propria rete di partner in tutta Italia legati dagli stessi principi e che si è concretizzato anche in attività di consulenza aziendale legate al tema della conciliazione vita-lavoro, su tutte maam U, che punta a valorizzare il ruolo della donna durante e dopo la maternità.Un altro spazio di coworking a misura di genitore è l’Alveare, nato nel 2014 e primo coworking di Roma con spazio dedicato ai bambini. 25 postazioni, 13 bimbi, 130 persone che vi gravitano mediamente ogni settimana. Al suo interno è possibile anche usufruire fino alle 16 di un servizio di educatrici professioniste. Nei 200 metri quadri dello spazio di Centocelle  sono disponibili uffici e postazioni, ma anche una cucina e due giardini. Nel pomeriggio e durante i fine settimana lo spazio ospita attività di varia natura, come teatro, inglese, psicomotricità. «L'alveare non è solo uno spazio per mamme, ma per entrambi i genitori» precisa Serena Baldari, tra le promotrici de L'Alveare: «Inoltre si tratta di un esempio di rivitalizzazione di spazi pubblici inutilizzati. Lo spazio che ospita il coworking è stato dato in concessione da Roma Capitale e e dal V municipio».A Bologna c'è Kilowatt, nato nel 2012, caratterizzato dalla presenza di Kw-Baby, servizio educativo sperimentale per i più piccoli, che possono giocare e imparare attraverso una formula che prevede un forte legame con la natura e l’aria aperta, nello scenario delle Serre dei Giardini Margherita.Il Melo è infine una realtà presente a Napoli, che propone servizi di cobaby e salvatempo (tintoria, take away, spesa a domicilio) e nella quale sono organizzati presentazioni di libri, feste e riunioni di associazioni. Anche in questo caso vengono proposte diverse formule di abbonamento, dal costo per singolo servizio ad abbonamenti mensili e annuali. Per Eva Barrera quello del coworking è un modello di lavoro vincente, che «rappresenta una realtà produttiva sempre più significativa in termini di occupazione e creazione di ricchezza». Tuttavia a fronte del numero complessivo di spazi di coworking in Italia quelli dedicati alle mamma sembrano al momento un po’ pochini: secondo i dati pubblicati su mycowo.com, uno degli spazi più noti di coworking presenti in Italia, sono 280 quelli presenti nel nostro Paese, la maggior parte al nord (190), seguito da centro (55) e sud (40). La Lombardia è la regione con il maggior numero di spazi.Fare qualcosa per ampliare il numero di spazi destinati alle mamme risulta sempre più fondamentale: «In questo contesto, il tema della conciliazione vita-lavoro resta nodale. Un argomento complesso e contraddittorio che investe il processo di modernizzazione delle politiche relative a donna e famiglia e che in Italia registra un sostanziale ritardo rispetto ad altri paesi europei», conclude la Barrera.Chiara Del Priore