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10mila assunti all'anno nella consulenza: «Settore incredibilmente vivo, ecco la partnership tra Repubblica degli Stagisti e Assoconsult»

100mila giovani ogni anno mandano il cv alle società di consulenza, sperando di poter cominciare una carriera nel management consulting. Per 10mila di loro effettivamente si aprono le porte e vengono assunti, spesso con un passaggio preventivo in stage. Proprio questa estrema vitalità del settore della consulenza a livello occupazionale sta alla base della partnership sottoscritta qualche mese fa tra la Repubblica degli Stagisti e Assoconsult, l'associazione di categoria della galassia Confindustria che raggruppa circa 150 società di consulenza.La partnership è stata presentata e raccontata la settimana scorsa a Milano nel corso di Best Stage, l'evento annuale della Repubblica degli Stagisti dedicato a focalizzare il tema dell'occupazione giovanile in Italia. Alberto Antonietti, manager di Accenture e neo vicepresidente di Assoconsult, è intervenuto accanto a Eleonora Voltolina per raccontare la partnership appena avviata con l'obiettivo di «far conoscere ai giovani il settore della consulenza, che è un settore incredibilmente vivo e assetato di giovani talenti» ha riassunto la fondatrice della Repubblica degli Stagisti. «Nel mondo della management consulting il termine stesso "consulenza" è talvolta un po' abusato, e Assoconsult mira molto a qualificare e a comunicare correttamente cosa vuol dire consulenza di management, consulenza di impresa» ha detto prima di tutto Antonietti. Il settore dà lavoro a 35mila persone ed è composto per una parte importante di piccole e medie imprese che generano il 20% del fatturato e poi da medie, grandi e multinazionali con sede in Italia che alimentano il resto del business. In particolare esistono 35 imprese con oltre 50 dipendenti che realizzano quasi la metà del fatturato del settore e occupano il 27% degli addetti. Perché è importante la consulenza ai fini della RdS? Perché è uno di quei settori che anche in questi anni di crisi complessivamente è cresciuto in maniera rilevante e spesso anche con tassi a doppie cifre. «Stiamo crescendo di oltre il 10% medio all'anno in termini di fatturato» ha confermato Antonietti: «E il settore in Italia è ancora sottodimensionato rispetto a quello che succede in altri Paesi; l'Italia fa circa 3,5 miliardi di fatturato complessivo secondo le stime di Assoconsult, che effettua anche un osservatorio annuale di analisi del settore, con una incidenza dello 0,2% del Pil: è poco rispetto a quello che succede negli altri grandi Paesi europei - sopratutto la Germania, ma anche UK e Francia - dove la percentuale si aggira intorno all'1%. Quindi è un settore che sta crescendo». Per il tipo di business e per i numeri, le aziende di questo settore sono sempre alla ricerca di new entry: «La consulenza ha una struttura di funzionamento in cui i giovani sono un ingrediente fondamentale del motore» ha spiegato Antonietti: «Tipicamente c'è un turnover abbastanza significativo, nell'ordine del 12-15%, e pertanto si creano continuamente spazi significativi per nuovi ingressi». E i numeri lo confermano: «Complessivamente noi come settore riceviamo circa 100mila candidature all'anno, che vengono prevalentemente dal settore di studi economico - tecnologico, e andiamo ad assumere circa il 10% di questi candidati: dunque direi che almeno 10mila nuovi laureati entrano ogni anno in consulenza». E qui entra in gioco l'elemento dello stage: «Prima dell'ingresso, ai laureandi e neolaureati molto spesso offriamo degli internship: per noi è uno strumento alquanto utile e credo che sia anche un servizio importante per i giovani e nel complesso per il Paese. Molto spesso, sopratutto nelle aziende medio grandi, tipicamente entrare in consulenza vuol dire continuare a fare un percorso di formazione però direttamente a contatto e lavorando quotidianamente. Per le tematiche che trattiamo, che sono tipicamente di business e si declinano su marketing, strategia, performance management, IT strategy, si lavora all'interno di gruppi di lavoro, a stretto contatto con il cliente. Gli stage sono effettivamente delle occasioni di crescita professionale e di acquisizione di un metodo di lavoro molto rilevante, che secondo noi completano in maniera significativa quello che è il percorso scolastico, accademico – sicuramente molto approfondito dal punto di vista teorico e che però, sopratutto a confronto con il livello internazionale, talvolta pecca un po' di “limitata pragmaticità”».Da qui l'idea di Assoconsult di stringere una alleanza con la Repubblica degli Stagisti, avviando «con molta gioia e soddisfazione», ha detto Antonietti, una partnership «che consente ad Assoconsult di disciplinare ulteriormente meglio l'utilizzo degli stagisti. Assoconsult si è data un proprio codice di autodisciplina anche sul tema delle assunzione e della gestione del personale in stage».E le aziende che aderiscono al network della Repubblica degli Stagisti garantiscono ai giovani condizioni di miglior favore rispetto a quelle previste dalle varie normative sul tema: «Abbiamo fatto una battaglia per debellare gli stage gratuiti» ha ricordato Eleonora Voltolina: «Ci siamo riusciti solo a metà perché abbiamo ottenuto un quadro normativo più favorevole per quanto riguarda gli extracurriculari, anche se ci sono ancora i curriculari che viaggiano nella vacatio legis. La nostra idea è quella di fare un passo in più» e stimolare le aziende a garantire, per esempio, indennità mensili più alte rispetto ai minimi (mediamente 400 euro al mese) posti dalle Regioni. «Rispetto al settore della consulenza, molto spesso le aziende non devono neanche modificare la loro policy per entrare a far parte del nostro network» ha aggiunto Voltolina «Perché hanno già di per sé una policy che rispetta i nostri criteri» - che per la cronaca prevede, rispetto all'aspetto monetario, di garantire un emolumento di almeno 500 euro al mese per i tirocini per i laureati e di almeno 250 euro al mese per gli studenti universitari. «Noi abbiamo ad oggi circa una decina di società di consulenza nel network: più o meno la metà sono associate Assoconsult» ha continuato Voltolina: «L'idea di stipulare una partnership è stata un'idea dell'ingegner Capé è il presidente di Assoconsult ed è anche uno degli amministratori delegati di Bip, una importante società di consulenza che fa parte del network della Repubblica degli Stagisti. La struttura che noi abbiamo dato alla partnership prevede un incentivo economico: le aziende associate Assoconsult pagano una quota di adesione annuale fortemente scontata». Il che ha prodotto già degli effetti: due società, Lattanzio e Mercer, hanno infatti in questi ultimi mesi aderito al network. E la vitalità del comparto della consulenza è stata confermata all'interno dei premi che la Repubblixca degli Stagisti ha attribuito al termine di Best Stage: «Le società di consulenza dentro l'RdS network hanno fatto incetta dei nostri AwaRDS perché hanno obiettivamente delle condizioni ottime e sopratutto un tasso di assunzione post stage stratosferico». In effetti: Everis ha vinto l'AwaRDS per il “miglior rimborso spese” e anche quello per il “miglior tasso di assunzione post stage” insieme a Bip, Marsh, Mercer, Spindox e Assioma.net; e inoltre l'AwaRDS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” è andato ex-aequo a PwC ed EY.Ma qual è il profilo dei giovani che le società di consulenza ricercano così attivamente? «L'identikit sta cambiando un po' nel tempo» ha spiegato Antonietti: «C'è una rivoluzione legata alle innovazioni nell'ambito dell'Information Technology, nel mondo digitale, che sta trasformando anche le nostre esigenze e quelle della nostra clientela». In passato gli addetti HR di questo settore andavano a caccia «principalmente di laureati in Economia, in Business administration, un po' di ingegneri che poi dopo facevano il master, qualche laureato in matematica», e in sostanza il 90% dei giovani inseriti veniva dal mondo dell'economia, oggi il quadro è molto diverso. «Rimane viva la ricerca di giovani che vengono dal mondo della galassia economica, ma sta crescendo molto la gamba della specializzazione più tecnica, quindi degli ingegneri gestionali e di quelli che lavorano in settori più tecnologici come per esempio quelli elettronici. Inoltre oggi cerchiamo anche laureati in materie umanistiche per ciò che riguarda il marketing digitale» per portare avanti attività di «storytelling, marketing digitale, gestione dei social media: questo sicuramente dà delle possibilità anche indirizzi di studi che fino a poco tempo fa non ricercavamo». Caratteristica indispensabile per lavorare nella consulenza, secondo Antonietti, è la passione per l'innovazione: «Noi gestiamo un continuo cambiamento, una continua trasformazione. Aiutiamo i nostri clienti a creare nuovi mercati, nuovi prodotti, nuove soluzioni, nuovi modi di gestire le organizzazioni: quindi devono essere persone tipicamente appassionate del cambiamento, capaci di lavorare in progetti, anche perché noi non lavoriamo mai funzionalmente, non abbiamo una attività ripetitiva. Devono essere persone che vogliono trovarsi a gestire ogni tre mesi situazioni nuove, sopratutto all'inizio: cliente nuovo, contesto nuovo, tematica da affrontare diversa. Ci vuole anche attitudine a collaborare e lavorare in team, non ricerchiamo la superstar che lavora da sola; e inoltre i consulenti devono essere  buoni comunicatori».Appassionati di innovazione e tecnologia, ma non solo: anche proattivi. Questo è l'ultimo elemento, forse il più importante, tracciato dal vicepresidente di Assoconsult: «Cerchiamo sopratutto quelli che hanno dimostrato di saper gestire tante cose insieme oltre al proprio percorso di studio. Io preferisco avere una persona che magari si è laureata con 108, o anche con 105, ma che nel frattempo ha lavorato, ha fatto delle esperienze all'estero, si è già fatta qualche stage, ha già annusato il mondo dell'impresa, e mi trasmette una maggior determinazione rispetto alla persona che magari è perfetta, esce col 110, però effettivamente ha fatto quello tutta la vita». La partnership con Assoconsult ha dunque l'obiettivo di far conoscere ai giovani lettori della Repubblica degli Stagisti le opportunità del mondo della consulenza, e specificamente delle aziende che fanno parte del network. «E la nostra idea è che altri comparti dinamici possano decidere di stipulare partnership simili con noi» ha chiuso Eleonora Voltolina: «Ovviamente non puntiamo ai settori “moribondi”, ma a quelli che hanno delle performance buone di crescita e di espansione anche dal punto di vista occupazionale. L'idea di allearsi con un sito che federa intorno a sé centinaia di migliaia di ragazzi interessati ad entrare nel mondo del lavoro può essere una cosa interessante!».

EY invita i giovani a “Meet the future” per scoprire il mondo della consulenza, due appuntamenti a giugno a Milano e Roma

Il gruppo EY, colosso del settore della consulenza, organizza due giornate dedicate ai giovani, intitolate “Meet the future”. Il 13 giugno a Milano e il 27 giugno a Roma riunirà 100 giovani, studenti e neolaureati, offrendo loro un pomeriggio di full immersion nelle attività di “advisory”.«È la prima volta che lo facciamo» racconta Annalisa Lucarelli, responsabile Recruiting ed employer branding di EY, alla Repubblica degli Stagisti: «L'obiettivo è quello di presentare la nostra service line advisory agli studenti, che potenzialmente potrebbero essere i nostri stagisti e dipendenti di domani. Negli ultimi tempi il nostro settore Advisory ha cambiato pelle: se prima la consulenza che svolgevamo per i nostri clienti era più incentrata in ambito di processo, adesso è più strategica e in ambito digital». EY ha infatti deciso di «cavalcare l'onda del digital: soprattutto in questo momento siamo la società di consulenza che più di tutti si sta specializzando in questo segmento».Ma attenzione a non cadere in errore: per candidarsi per questo tipo di attività non è necessario avere una competenza specifica in informatica. «Noi non cerchiamo programmatori» conferma Lucarelli: «I progetti che seguiamo sono di consulenza strategica in ambito digital. Dunque abbiamo bisogno di ingegneri ed economisti e anche di persone con formazioni diverse, come per esempio studenti di marketing, data scientists. Digital vuol dire anche social media management, analisi di big data.Il lavoro in advisory è molto vario: «Si può andare a fare consulenza in ambito di performance improvement, per migliorare l'efficienza delle performance aziendale» elenca Lucareli «piuttosto che in cyber security, quindi per prevenire gli attacchi hacker. La cosa importante da tenere a mente è che il digital pervade le nostre vite. Non ci riguarda solo quando guardiamo la tv satellitare: per fare un esempio, è anche l'ente sanitario che deve proteggere le analisi del sangue dei propri pazienti da attacchi di hackeraggio! Le imprese ci contattano perché li aiutiamo a digitalizzare i processi, per esempio i procedimenti paperless».Le due giornate “Meet the future” in programma a Milano e a Roma serviranno «a farci conoscere e a incontrare gli studenti: noi abbiamo ogni anno tante posizioni aperte, ed è importante trovare modi per entrare in contatto con le persone in maniera diretta». E attenzione perché “tante posizioni aperte” non è un modo di dire: solo l'anno scorso EY ha ospitato 562 stagisti, assumendone il 71% al termine del percorso formativo, e in aggiunta a questi ha anche assunto 477 giovani senza passare attraverso lo stage. Possono candidarsi gli studenti e i neolaureati (da meno di 12 mesi) di corsi di laurea magistrale in Economia e Ingegneria, Informatica (meglio ancora se con una tesi in ambito digital), nonché studenti di master in Digital communication, Data analytics, Sales and marketing e Data science.Un appello speciale, da donna a donna, Annalisa Lucarelli lo rivolge alle studentesse e neolaureate: «In EY siamo molto attenti ai temi di diversity, e anche nelle nostre assunzioni cerchiamo sempre il gender balance. Ma non dobbiamo nasconderci che le ragazze sono un po' titubanti a candidarsi per posizioni ed eventi di questo tipo. Quindi il nostro consiglio è: credete in voi stesse e nelle vostre capacità, non fate l'errore di autolimitarvi. Noi siamo in cerca di voi, e vorremmo che ci fosse una folta rappresentanza femminile a questi nostri eventi: ma non potremo riuscirci se non riceveremo un congruo numero di candidature da parte di giovani donne. Fatevi sotto, non abbiate timore, e noi sapremo valorizzarvi».Per proporre la propria candidatura per l'evento di Milano, in calendario la prossima settimana - lunedì 13 giugno - il tempo è agli sgoccioli: la deadline è fissata per domani, martedì 7 giugno. Qualche giorno in più invece per candidarsi all'evento di Roma: c'è tempo fino a mercoledì 15 giugno. Ciascuno dei due eventi durerà mezza giornata, dalle 14 alle 19, e «non sarà un convegno, ma una occasione di “lavoro” vero e proprio» assicura Annalisa Lucarelli: «Agli studenti daremo la possibilità di simulare un progetto di advisory come quelli che quotidianamente seguono i nostri consulenti. Gli eventi avranno luogo in spazi di coworking, noi valuteremo le candidature e sceglieremo per ciascuna delle giornate 100 candidati. Durante queste cinque ore i ragazzi ascolteranno una introduzione di Andrea Paliani, partner di EY alla guida della Service line Advisory, e poi verranno divisi in squadre di circa 12 elementi ciascuna e “giocheranno” simulando la risoluzione di un caso. Ad ogni squadra sarà associato un mentor di EY.«Non è una competizione, dunque alla fine del pomeriggio non ci sarà una squadra vincitrice» ci tiene a specificare la Lucarelli: «Tutti i team avranno l'occasione di raccontare come hanno risolto il caso e verrà fatta una sessione di debriefing insieme. L'importante per noi è che sia un momento di apprendimento per i ragazzi, vogliamo dar loro un valore aggiunto per iniziare a conoscere il mondo della consulenza. Riceveranno un ritorno su cosa hanno fatto ben ma anche eventualmente su cosa non è andato, che potrà servire loro anche per eventuali colloqui futuri».L'evento si concluderà con un aperitivo di networking. Che aspettate a candidarvi?

Le borse di studio Fullbright compiono 70 anni: 10mila beneficiari per l'Italia dal 1946 a oggi

Sessanta borsisti Fullbright – italiani e statunitensi – rispettivamente in partenza per la propria sede di destinazione oppure sbarcati da poco in Italia si sono riuniti alla Farnesina per festeggiare con una giornata celebrativa i settant'anni del prestigioso programma internazionale. E anche uno dei più longevi (è nato nato negli Stati Uniti nel 1946 con la legge del senatore J. William Fulbright) e più rilevanti dal punto di vista numerico: sono 160 i paesi interessati e 300mila finora i beneficiari, di cui 10mila tra italiani e americani in Italia. «I giovani italiani e americani che vengono da noi rafforzano un rapporto antico» ha commentato Vincenzo Amendola [nella foto a destra], sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, «creando una ricchezza che rende le nostre democrazie più libere e forti rispetto ai rischi che corrono oggi più che mai».Tra gli ex borsisti tanti nomi di spicco. Solo per citare i più noti il semiologo e scrittore scomparso di recente Umberto Eco, l’economista Irene Tinagli, il giornalista Gianni Riotta [nella foto sotto], presente a moderare l'incontro come ex borsista e attuale membro della commissione per gli Scambi culturali fra Italia e Stati Uniti, responsabile del programma per l'Italia. E perfino premi Nobel: i tre fulbrighter italiani a aver ricevuto il premio Nobel sono i fisici Roberto Giacconi e Carlo Rubbia, e l'economista Franco Modigliani. A life changing experience, direbbero gli americani. È così che definisce l'impatto sulla propria vita chi ci è passato. Lo ha testimoniato anche Riotta, che vincendo il premio ha potuto frequentato la Columbia University Graduate School of Journalism di New York, conseguendo un Master of science. «Non vivete una borsa Fullbright come qualcosa per la vostra carriera ma come un investimento per restituire agli altri il contributo che avete ricevuto» ha detto il giornalista all'incontro, a sottolineare il prestigio che ricopre il concorso: un riconoscimento d'eccellenza finalizzato a dare opportunità di studio, ricerca e insegnamento «con l’obiettivo di accrescere la comprensione reciproca fra popoli di lingue e culture differenti e, soprattutto, di rafforzare e contribuire al progresso accademico e scientifico dei paesi coinvolti».I contributi non hanno eguali nel campo dei programmi internazionali, e sono finanziati con partnership strette di volta fondazioni o università (tra cui, per l'Italia, gli atenei Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata e Luiss). Gli importi sono molto variabili, a seconda del ramo scelto tra i quattro a disposizione: 'Graduate Students' per laureati che intendono frequentare master e Ph.D., 'Research Scholars' per attività di ricerca o insegnamento da parte di accademici, 'Language Assistantships', per assistentati di lingua inglese e cultura americana in istituti di scuola secondaria e college negli Stati Uniti, 'Lectureships' per incarichi di insegnamento in specifiche discipline presso istituzioni universitarie.Per fare qualche esempio, per i due posti destinati a un Mba biennale della scorsa edizione sul piatto c'erano 100mila dollari (88mila euro con il cambio attuale), oltre alla copertura di extra a vario titolo. Gli standard di accesso sono di riflesso piuttosto rigidi: profilo accademico d'eccellenza, doti di leadership, perfetto inglese. Molto diverse, ma comunque elevate per la media, le borse per assistentati all’insegnamento della lingua e cultura italiana: 5.400 dollari (4700 euro) per le spese di soggiorno per nove mesi, vitto e alloggio gratuito, circa 500-600 dollari (550 euro) di stipendio e biglietto aereo rimborsato fino a 1000 euro.«I miei studenti mi chiedono perché una come me, che viene da New York, è finita qui a insegnare a noi» ha raccontato una delle borsiste assistente di lingua assegnata a una regione del Sud prendendo la parola all'evento. Il motivo è il grande desiderio «di scoprire un paese per quello che è veramente e non in base ai preconcetti», ha spiegato. Non a caso uno dei requisti che compare nei bandi Fullbright è «la capacità di comportarsi da ambasciatore culturale in qualunque contesto». Le fa eco Paola Sartorio, direttrice della commissione Fullbright: «Per loro è un'esperienza dirimente perché li porta più vicini all'altro paese». E lo ha ribadito Amendola: «Fa sentire l'emozione di scoprire un altro paese mettendosi in grande discussione: si esce dagli stereotipi che si raccontano sulla società sia nostra che americana». Ilaria Mariotti 

AwaRDS 2016, le aziende più virtuose con i giovani premiate dalla Repubblica degli Stagisti

Durante l'evento annuale "Best Stage" la Repubblica degli Stagisti ha premiato le aziende che si sono particolarmente distinte, nel 2015, per alcuni aspetti della loro policy verso i giovani. I premi, ribattezzati Awards e giunti ormai alla terza edizione, sono stati assegnati in base ai dati che ciascuna delle aziende aderenti all'RdS network ha consegnato relativi agli stage attivati, alle assunzioni effettuate e a diversi altri parametri. Il "patto" tra la Repubblica degli Stagisti e le aziende che aderiscono al network è infatti che esse si rendano trasparenti verso i giovani, fornendo informazioni preziose sulla propria policy relativa a stage e primi contratti. Una trasparenza eccezionale nell'opaco mercato del lavoro italiano.AwaRDS per il “miglior rimborso spese”.Vincitore: EverisMotivazione: offre ai suoi stagisti una indennità mensile di 1000 euro al mese, senza differenziazione tra curriculari ed extracurriculari, oltre a buoni pasto e notebook aziendale.AwaRDS per il “miglior tasso di assunzione post stage”.Vincitori: Bip, Everis, Marsh, Mercer, Spindox e Assioma.net Motivazione: Tutte queste aziende hanno assunto oltre il 90% degli stagisti ospitati nel 2015, facendo loro un contratto di almeno 12 mesiIn particolare:Bip → 209 stage attivati nel 2015 su 932 dipendentiEveris → 85 stage attivati nel 2015 su 531 dipendenti (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2014 e nel 2015)Marsh → 53 stage attivati nel 2015 su 767 dipendentiMercer → 5 stage attivati nel 2015 su 57 dipendentiSpindox → 60 stage attivati nel 2015 su 417 dipendenti (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015)Assioma.net →7 stage attivati nel 2015 su 132 dipendentiAwaRDS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” Vincitori: ex-aequo PwC ed EYMotivazione: EY, oltre ai 562 stage attivati nel 2015 (nel 71% trasformati in assunzione), nel 2015 ha assunto direttamente 477 giovani, di cui 287 con contratto di apprendistato e 70 direttamente a tempo indeterminato. Idem PwC che, accanto ai 583 stage attivati nel 2015, (nel 65% trasformati in assunzione) ha realizzato ulteriori 482 contratti senza passare attraverso lo stage, di cui 234 di apprendistato e 129 a tempo indeterminato.AwaRDS “speciale PMI” Vincitore: VarvelMotivazione: Varvel attiva ogni anno 2-3 stage, attestandosi su una percentuale di assunzione intorno al 60%. Ha recentemente ritoccato al rialzo anche la sua policy sul rimborso spese: offre 800 euro per diplomati e studenti universitari; 1000 euro per laureati; 1200 per chi ha diploma di master. E un riconoscimento di 400 euro perfino agli studenti delle scuole superiori.L'AwaRDS Speciale Youth Employment Vincitore: BoschMotivazione: il progetto Allenarsi per il futuro, partito nel 2015, attraverso il quale Bosch compie un tour nelle scuole italiane incontrando gli studenti e parlando loro di futuro e di lavoro attraverso la metafora dello sport. Bosch ha arruolato una squadra di “educallenatori”, campioni sportivi di tutte le discipline.  Nel corso del primo anno sono stati 40mila gli studenti incontrati in quasi 200 scuole. Per il 2016 l'obiettivo è quello di raggiungere 60mila studenti in 300 scuole.AwaRDS Speciale Lavoro Agile: Vincitori: Bosch (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015), Contactlab, Mars, Nestlé (già vincitrice dello stesso AwaRDS anche nel 2015), PwC e Philips.Motivazione: le aziende dell'RdS network che hanno aderito lo scorso 18 febbraio alla Giornata del lavoro agile indetta dal Comune di Milano. Questo AwaRDS è infatti stato ideato grazie alla collaborazione tra la Repubblica degli Stagisti e il Comune di Milano.

Erasmus Plus, più di 1600 borse di mobilità per fare un'esperienza all'estero finanziata dall'Ue: i bandi aperti a giugno

Giugno è uno dei mesi con maggiore frequenza di bandi Erasmus, in vista delle partenze programmate di solito da settembre in poi. Ecco una carrellata dei bandi attualmente aperti.Pochi giorni, la data di scadenza riportata sul bando è il prossimo 6 giugno, per provare a ottenere una delle 1.344 borse di mobilità (suddivise per facoltà come riportato sul bando), destinate dall’università di Sassari ai propri studenti, per tirocini di durata compresa tra i due e i sei mesi da effettuare tra il 20 giugno 2016 e il 30 settembre 2017. Gli importi mensili variano a seconda del costo della vita dei paesi di destinazione, si va in ogni caso dai 480 euro di paesi con costo della vita alto quali Francia o Danimarca ai 430 di paesi con costi della vita più bassi come Bulgaria e Lettonia. A queste somme si aggiunge un contributo aggiuntivo del ministero dell’Istruzione fino ad arrivare a un totale di 700 euro. Per fare domanda è necessario essere iscritti a un corso di laurea triennale, magistrale, a ciclo unico, master o scuole di specializzazione secondo i requisiti segnalati nel bando, ad esempio il conseguimento al momento della domanda di un numero minimo di crediti formativi universitari per gli studenti delle triennali. Indispensabile la conoscenza della lingua del paese di destinazione con livelli variabili e segnalati nel bando, in ogni caso sono disponibili corsi di lingua per i tirocinanti.Gli studenti interessati possono partecipare alla selezione utilizzando esclusivamente il modulo disponibile sul sito www.uniss.it, che deve essere stampato, compilato e portato in ateneo, presso l’ufficio Relazioni internazionali. Al momento della presentazione del modello cartaceo gli studenti devono avere effettuato già la registrazione online. Al modulo devono essere allegati cv ed elenco degli esami sostenuti con relative votazioni. Sono 30 i tirocini - durata massima 4 mesi - messi a bando nell’ambito del progetto “Take your chance”, promosso dall’Unione degli Assessorati alle politiche socio-sanitarie e al lavoro, con destinazioni Estonia (Tallinn) e Romania (Bucarest), rivolti a giovani diplomati residenti in Italia. Ambito dei tirocini è il mondo del terzo settore. L’importo previsto, 400 euro mensili, comprende spese di viaggio a/r, pocket money per il vitto, alloggio, tutoraggio sul luogo e assicurazione. Il 15 giugno 2016 è l’ultimo giorno utile per fare domanda.La modulistica per la candidatura va scaricata dal sito allegando alla domanda cv formato europass in italiano e inglese e lettera motivazionale. Tutto il “pacchetto”, scaricabile dalla stessa pagina dell’avviso, va inviato all’Unione Assessorati (via Sammartino 95, 90141 Palermo) oppure consegnato a mano in sede negli orari indicati sul bando.È invece il 20 giugno l’ultimo giorno utile per candidarsi per una delle 280 borse di mobilità nel settore dell’europrogettazione, messe a bando da un consorzio di otto atenei formato da:  università di Macerata, università di Trieste, università Ca’ Foscari di Venezia, università di Padova, università di Parma, università Sapienza di Roma, università di Cagliari e università di Palermo. Le borse prevedono stage di quattro mesi (periodo di partenza oscillabile tra settembre 2016 e maggio 2017). Anche in questo caso gli importi mensili variano dai 480 euro dei paesi con costo della vita più alto ai 430 di quelli a costo della vita inferiore. Il bando è rivolto a studenti di corsi di laurea, triennali, magistrali, a ciclo unico, di dottorato o master di uno degli atenei del consorzio. Le candidature vanno presentate attraverso il formulario online, al quale vanno allegati cv formato europass in italiano e nella lingua del paese ospitante, autodichiarazione di possesso dei requisiti necessari alla candidatura, certificazioni comprovanti le conoscenze linguistiche. Qualche giorno in più, l’ultimo giorno utile per la domanda è il prossimo 24 giugno, per il progetto di mobilità individuale “Professioni socio sanitarie in Europa”, promosso da SFA e destinato a giovani con la qualifica di operatori socio-sanitari o socio-assistenziali che intendono svolgere uno stage entro un anno dal conseguimento del titolo. Sono otto gli stage disponibili, Spagna (Siviglia), Irlanda del nord (Derry), Portogallo (Lisbona), Francia (Bordeaux o Peripignano) le mete, per una durata complessiva di sei mesi con partenza a partire da settembre 2016. Possono fare domanda i giovani cittadini italiani di età compresa tra i 20 e i 32 anni residenti in Italia, in possesso del titolo di O.S.S. o O.S.A. conseguito da non più di un anno e con il livello di conoscenza della lingua del paese di destinazione indicato nel bando (tendenzialmente A2 o A1). Le borse di mobilità hanno importi variabili tra i 3.776 euro di Irlanda e Francia, i 3168 della Spagna e i 3.030 del Portogallo, relativi a tutta la durata del progetto. Gli importi comprendono vitto, alloggio, trasporti locali, assistenza all’estero e assicurazione e sono erogati per il 70% all’inizio del soggiorno e tutto il resto alla fine. Un ulteriore contributo viene fornito per le spese di viaggio e i corsi di lingua. Per candidarsi è necessario iscriversi al database dei “Progetti europei”  sul sito , compilare e sottoscrivere il modulo di candidatura scaricabile dal sito e spedirlo tramite raccomandata a/r all’indirizzo riportato  sul bando (SFA Soluzioni formative avanzate srl, via Isidoro La Lumia 7, 90139 Palermo) entro la data di scadenza. Al modulo vanno allegati CV in lingua italiana e inglese, lettera motivazionale in italiano e inglese, application form in inglese, fototessera e fotocopia di un documento di identità valido. Le selezioni e le convocazioni per i colloqui individuali si svolgeranno entro il 12 luglio 2016.Chiara Del Priore

Oggi a Milano “Best Stage 2016”: focus sull'alternanza scuola - lavoro e molto altro

Parlare di occupazione giovanile focalizzando il tema dell'alternanza scuola - lavoro è un po' come andare alla fonte. Risalire dal problema dei trentenni che fuggono all'estero a quello dei neolaureati che non trovano lavoro, indietro fino agli universitari che non sono proprio sicuri-sicuri di aver imbroccato la facoltà giusta, ai tanti (troppi) neodiplomati che scelgono di non continuare gli studi e che comunque tribolano per trovare lavoro. Ancora un passo indietro, fino agli studenti delle scuole superiori.Proprio all'alternanza scuola - lavoro, recentemente resa obbligatoria dalla riforma della “La Buona Scuola”, la Repubblica degli Stagisti dedica un approfondimento con una doppia tavola rotonda, all'interno del suo evento annuale, Best Stage, in calendario proprio oggi a Milano (a Palazzo Isimbardi, in via Vivaio 1, dalle 15 alle 18, con ingresso libero - qui il form!). La formula, collaudata con successo l'anno scorso con Best Stage 2015, è appunto quella della tavola rotonda su due blocchi. Nel primo, spazio di parola alla “società civile”, in questo caso rappresentata da una preside - Anna Borando, dirigente scolastico dell'IIS “G. Galilei – R. Luxemburg” di Milano - e da due aziende: una microimpresa, con la testimonianza di Fiammetta Magugliani, responsabile amministrativa di Sic srl; e un colosso multinazionale, Bosch, con il suo vicepresidente e direttore HR Roberto Zecchino che verrà accompagnato da Daniela Masseroni, campionessa olimpica e fra i testimonial dell'iniziativa “Allenarsi per il futuro” che Bosch ormai da due anni sta portando in giro per le scuole di tutta Italia.Borando, Magugliani, Zecchino e Masseroni racconteranno, ciascuno dal suo punto di vista, come scuola e azienda si possono incontrare, e possono coalizzarsi per dare qualche strumento in più ai giovanissimi per orientarsi nel mondo del lavoro.In questa prima fase della tavola rotonda le istituzioni staranno a sentire. Ascolteranno e registreranno le proposte, le critiche, le considerazioni di chi l'alternanza scuola - lavoro la pratica tutti i giorni, nelle aule scolastiche e dentro le aziende. Poi sarà il loro turno. Moderati da Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta.it, interverranno  il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba [nella foto qui a fianco, durante il Best Stage dell'anno scorso], il capo della segreteria tecnica del Miur Oscar Pasquali, il direttore dell'Agenzia Giovani Giacomo D'Arrigo, l'assessore al lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani. Raccontando quello che l'ente che rappresentano sta facendo e ha in progetto di fare per supportare i giovanissimi nella fase di orientamento, e permettere loro di arricchire il cv e di fare piccole esperienze “on the job” ancor prima del diploma.Oltre all'alternanza scuola - lavoro, molti altri saranno i temi che verranno affrontati nel corso di “Best Stage”. Verrà presentata la partnership, attivata pochi mesi fa, tra la Repubblica degli Stagisti e Assoconsult, l’associazione (parte di Confindustria e della Federazione Europea delle Associazioni di Management Consulting) che rappresenta circa 150 tra le più significative imprese di consulenza del settore. In effetti sono molte le società di consulenza che negli anni hanno scelto di aderire al network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, l' “RdS network”, che federa le aziende che si riconoscono nei valori che promuoviamo attraverso questa testata: il rispetto per i giovani, l'investimento in risorse umane, la responsabilità (anche sociale!) di offrire buone condizioni di stage e di lavoro. Per la Repubblica degli Stagisti questa è la prima partnership con una realtà affiliata a Confindustria; il fattore estremamente positivo è quello di poter portare su questo sito, con l'adesione di nuove società di consulenza, un numero ancora maggiore di opportunità di stage e di lavoro di aziende che operano in un comparto vivace, continuamente alla ricerca di nuovi talenti anche per lo spiccato turn-over che permette l'apertura pressoché continua di nuove posizioni.Proprio alle aziende dell'RdS network sarà dedicato un momento di premiazione, con il conferimento degli AwaRDS 2016: i premi che la Repubblica degli Stagisti assegna alle aziende del network che si sono distinte per qualche particolare dettaglio della policy verso i giovani. Dall'azienda che offre il compenso più alto a quelle che garantiscono una percentuale di assunzione superiore al 90%, a quelle che attraverso l'adesione alla Giornata del lavoro agile hanno dimostrato attenzione anche al tema della conciliazione vita - lavoro… Ancora non vi sveliamo chi vincerà i premi quest'anno!Ma vi invitiamo, se siete a Milano, a fare un salto a Palazzo Isimbardi: sarà un piacere brindare con tutti i presenti, pubblico e relatori mescolati, con un bell'aperitivo alla fine dell'evento.

Quasi 2 milioni di finanziamenti in scadenza per start up dedicate a prevenzione del rischio e digital

Visto che la possibilità di costituire una start up ultimamente è un’idea che attira sempre più i giovani, proprio in questo campo si moltiplicano le call e i premi che consentono di iniziare un percorso di incubazione all’interno di grandi realtà imprenditoriali e vincere importanti cifre da investire nel proprio progetto.  In particolare in questo momento ce ne sono tre aperti, che in totale mettono a disposizione quasi un milione e 800mila euro.A chi interessa il tema della prevenzione del rischio è dedicata la nuova call per start up promossa da Groupama Assicurazioni in collaborazione con Luiss Enlabs. Think4South è un contest per premiare soluzioni tecnologiche innovative, creative ma soprattutto realizzabili. E che siano state ideate al Sud. L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, sceglie di puntare sulle start up del Mezzogiorno visto che è lì che il tasso di disoccupazione è più elevato, e vuole premiare nuove soluzioni per la prevenzione del rischio grazie a sistemi IoT. Intendendo per IoT l’estensione di internet al mondo degli oggetti, come i vasetti delle medicine che avvisano se ci si dimentica di prendere un farmaco o le sveglie che suonano prima in caso di traffico. Insomma tutti quegli oggetti che riescono ad avere un ruolo attivo grazie al collegamento a internet. La call parte dal presupposto che la prevenzione del rischio possa essere un’importante leva di sviluppo per il territorio e mette a disposizione dei partecipanti non solo un contributo economico ma anche la diffusione del know how e l’infrastruttura necessaria. Per partecipare c’è tempo fino al 31 maggio, data entro cui le start up delle nove regioni del centro sud che hanno già costituito un team e sviluppato un prototipo funzionante del prodotto/servizio potranno iscriversi a una delle quattro categorie di concorso: Smart Home, per migliorare la qualità della vita in casa; E-Health, per la soluzione ai bisogni assistenziali e sanitari; Mobility, per migliorare la sicurezza sulla strada; Innovazione digitale, finalizzata all’ottimizzazione del business aziendale.Una volta iscritti al progetto, una giuria valuterà i finalisti e in seguito, tra questi, i tre vincitori. Il primo classificato potrà accedere al programma di accelerazione di Luiss Enlabs “la fabbrica delle start up”, grazie al contributo economico di Groupama Assicurazioni, di 30mila euro, e all’investimento di Lventure Group di 50mila euro, per un totale di 80mila euro. Il programma durerà cinque mesi a partire dal luglio 2016 e prevede una partecipazione di Lventure Group all’interno della start up per una quota del 9%. Il secondo classificato riceverà un contributo economico di 10mila euro da parte della Fondazione Swiss RE, per l’acquisto di beni e/o servizi necessari per l’attività. Mentre il terzo classificato potrà accedere per sei mesi ai laboratori applicazioni di STMicroelectronics, nelle sedi di Catania e Arzano per beneficiare dell’aiuto di ingegneri esperti per lo sviluppo del progetto. Nella prima edizione del 2015 i tre vincitori sono stati selezionati tra gli otto finalisti scelti su oltre 400 progetti ricevuti. Alle start up innovative delle regioni del Sud (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna) del settore moda, design, food e turismo, è dedicato anche il percorso di accelerazione di Officine formative del Banco di Napoli. In questo caso ci si può iscrivere fino al 29 maggio, e a differenza della call di Groupama assicurazioni qui non ci sono soldi da investire per finanziare l’impresa, ma si partecipa a un percorso formativo di alto livello al cui termine le start up potranno fare un pitch davanti a una platea di aziende partner alla ricerca di realtà per implementare il proprio business. Concluso tutto il percorso, le start up più promettenti possono accedere alla selezione di Start up initiative di Intesa Sanpaolo. Un’occasione per incontrare investitori e professionisti da tutto il mondo capaci di valutare l’idea presentata e decidere se finanziarla. Ancora pochi giorni, poi, anche per partecipare al progetto Open Innovation di Tim che quest’anno assegna 32 grant composti da un contributo economico di 40mila euro ciascuno e di altrettanti percorsi di accelerazione. Il programma, finanziato da Telecom Italia, è dedicato alle start up in ambito digital, in particolare nei settori mobile, automotive, gaming, health&wellness, social impact, IT security. Per partecipare bisogna presentare le proprie proposte entro il 30 maggio. Una volta selezionate, le 32 start up riceveranno il finanziamento economico e l’accesso al percorso di accelerazione di un anno, durante il quale avranno anche varie occasioni per presentare i propri progetti a investitori esterni.Non solo: finito il programma di accelerazione saranno scelte le 10 start up che si siano distinte nei dodici mesi precedenti e a queste verrà dato un altro finanziamento di 10mila euro e l’accesso a un mese ulteriore di accelerazione presso il Tim #WCAP di Roma. Quindi l’opportunità di partecipare a workshop, incontri e matching con la business unit Tim, ma anche con aziende esterne e con la pubblica amministrazione. Tutte le start up partecipanti avranno poi a disposizione le tecnologie per testare le soluzioni sviluppate e rientreranno nel basket innovazione, un budget dedicato che ne costituisce un incentivo concreto all’acquisto. Per iscriversi basta fare l’application online ricordandosi che in aggiunta alle 32 start up selezionate che accederanno a questo percorso, da quest’anno verranno scelte altre 8 start up a cui saranno assegnati un grant di 40mila euro e fino a 40 ore di mentorship.Nonostante l’alta possibilità di fallimento accertata soprattutto nei primi anni di vita, le start up insomma continuano a essere in tempo di crisi una delle poche possibilità su cui i giovani, con la loro creatività, e le aziende, con le loro risorse, sono ancora disposte a investire.Marianna Lepore

Agenzia europea del farmaco, stage da 1700 euro al mese

Mercoledì 1 giugno è l'ultimo giorno utile per candidarsi ai tirocini presso l'Agenzia europea del farmaco, organismo europeo con sede a Londra nell'edificio di Churchill Place (sede anche di altri enti ed aziende londinesi) che si occupa della valutazione scientifica dei farmaci messi in commercio dalle case farmaceutiche dell'Unione Europea.Gli stage, in partenza il prossimo primo ottobre - ma è prevista anche una seconda tornata di tirocini, con partenza il primo aprile del prossimo anno - di durata variabile dai sei ai 12 mesi, prevedono un rimborso spese mensile di 1350 sterline nette, pari a circa 1700 euro. Previsto anche il rimborso per le spese di viaggio verso il Regno Unito, per distanze superiori a 150 kilometri e comunque fino a un massimo di 670 euro.Sul sito non è specificato il numero di tirocini messi a bando per ottobre perché, spiega alla Repubblica degli Stagisti Birgit Breen dell’ufficio risorse umane (foto a destra), il numero non è stato ancora fissato. Nella precedente edizione i tirocini in palio erano 58.Possono candidarsi cittadini UE o dello spazio economico europeo, in possesso di una laurea di primo livello conseguita al massimo entro il primo agosto di quest'anno e di una buona padronanza della lingua inglese e preferibilmente di un'altra lingua dell'Unione Europea. Non sono richiesti titoli di studio in discipline specifiche. Nella maggior parte dei casi però «i candidati hanno una formazione relativa alle attività dell'Agenzia, come la farmacia, medicina, scienze della vita, la sanità, la chimica, l'informatica, la legge, con un interesse in affari regolatori farmaceutici, risorse umane, finanza, comunicazione, pubblica relazioni, o biblioteconomia e scienza dell'informazione». Il numero di candidati italiani varia di anno in anno, per cui, sostiene la Breen, «non è possibile fare una media. Riceviamo comunque candidature da ogni paese UE». L'application form, il cui modulo è disponibile nella pagina dedicata ai tirocini, deve essere inviata online all'indirizzo traineeship [chiocciola] europa.ema.eu. La conferma di avvenuta ricezione della candidatura avviene entro due settimane dalla chiusura dei termini per l'invio. Dopodiché, tra luglio e agosto i candidati vengono contattati e generalmente entro la fine di agosto vengono stipulati gli accordi per il tirocinio. Lo stage si svolgerà su 40 ore settimanali dal lunedì al venerdì con un'ora di pausa pranzo. «Riceviamo domande da tutti i paesi UE, di solito tra le 2500 e 2700 ogni anno», dice la Breen. Quello all’Agenzia Europea del farmaco è senza dubbio un’ottima opportunità di tirocinio per le condizioni che propone. Gli stagisti hanno anche diritto a partecipare a eventi culturali, mostre ed eventi nella capitale inglese, grazie a un abbonamento gratuito allo Sport & Leisure Club (LSC) di Londra.Ma attenzione, quanto a eventuali possibilità successive di inserimento la Breen è molto chiara: «I tirocinanti non sono personale EMA e il loro accordo è limitato a un massimo di 12 mesi. Per poter lavorare in EMA i tirocinanti devono superare una procedura di selezione così come qualsiasi altra persona interessata a lavorare in Agenzia». Nessuna assunzione successiva allo stage, ma solo dopo il superamento di un regolare processo di selezione.Chiara Del Priore

EY Business Game Competition, edizione 2016 dedicata al tema digital: studenti e neolaureati, iscrivetevi!

Guidare una startup del settore digital fino al successo. Questo è il tema della EY Business Game Competition del 2016: «Siamo alla quarta edizione e nel corso degli anni il Business Game ha visto il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di università: l’interesse da parte degli studenti è aumentato notevolmente» dice alla Repubblica degli Stagisti Annalisa Lucarelli, responsabile Recruiting ed Employer Branding in EY. L'azienda, multinazionale della consulenza, fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti e garantisce a tirocinanti e neoassunti condizioni di qualità.La novità dell’edizione 2016 è che la Competition diventa internazionale, coinvolgendo anche la Spagna. «Abbiamo di estendere la partecipazione agli studenti spagnoli perché nel nostro network, insieme all’Italia e al Portogallo, la Spagna fa parte della Regione Mediterranea, e ciò contribuisce a rendere più stretti i rapporti tra i tre Paesi. La risonanza e l’interesse che questa competizione ha avuto nel corso degli anni ci hanno spinto a estenderla anche a livello internazionale, coinvolgendo anche gli studenti delle università spagnole».Per iscriversi c'è tempo fino a giovedì 19 maggio: «Cerchiamo studenti che abbiano soprattutto il desiderio e lo spirito imprenditoriale adeguato per mettersi alla prova nella gestione di una società» continua la Lucarelli: «Possono partecipare tutti gli studenti iscritti ai corsi di Laurea Magistrale, neolaureati - da non più di 6 mesi - in Economia o Ingegneria di tutte le università italiane e spagnole».La competition funziona così: ogni aspirante partecipante costruisce il suo team, che si sfiderà in modo dinamico ed interattivo. L'edizione 2015 era stata dedicata al tema Food & wine: «Quest’anno gli studenti si cimenteranno nella gestione di una startup nell'ambito Digital» precisa Lucarelli: «Tutti i mercati in cui operiamo, il mondo del lavoro nel suo complesso e più in generale la società, stanno vivendo una vera e propria “digital revolution”, quindi il Digital è un ambito di attualità e d'interesse. È importante per noi che gli studenti si mettano in gioco e si confrontino su tematiche di rilievo e d’attenzione anche per il nostro Paese». La prima fase della competition è lo Skillgame: 24 domande a risposta multipla e a complessità variabile su quattro aree tematiche specifiche (Tecnologia e Innovazione, Le parole chiave dell’impresa, Problem Solving, Business Plan). Una progress bar andrà a monitorare il tempo, e i primi 240 team classificati saranno ammessi al Business Game vero e proprio.Rispetto all'edizione 2015 EY ha deciso di innalzare da 200 a 240 il numero dei team che hanno la possibilità di accedere a questa fase: «Crediamo che la creazione di un network sia fondamentale nel nostro ambiente e non solo» commenta Lucarelli: «Vogliamo stimolare i ragazzi a costruire e mantenere queste relazioni che siamo convinti siano fondamentali per il loro futuro professionale. Per questo motivo abbiamo voluto aumentare le possibilità di partecipazione fino a 240 team. Inoltre, il coinvolgimento delle università spagnole ha portato un forte boost alle iscrizioni». La Business Game Competition è dunque la seconda fase, cui accedono appunto i 240 migliori team classificati. Si tratta di un gioco di simulazione manageriale nel quale i team si trasformano in "aziende simulate" e si sfidano in uno scenario competitivo con l’obiettivo di diventare leader di mercato ed aumentare il valore della propria impresa. I 240 team saranno suddivisi in 12 gironi di Business Game Competition che si svolgeranno simultaneamente online nel corso di 4 round di simulazione. Terza e ultima fase, il Contest Idea: i vincitori dei 12 gironi si sfideranno tra loro. Le squadre finaliste lavoreranno alla propria idea e la presenteranno in maniera sintetica attraverso la metodologia dell’elevator pitch, durante la finale presso il Workplace Of The Future, la nuova sede EY di Milano, il 15 luglio. «Abbineremo a ciascun team un mentor EY che potrà dare spunti e suggerimenti su come strutturare al meglio la presentazione finale che verrà fatta davanti ad una giuria di esperti» aggiunge Lucarelli: «In meno di 5 minuti ogni team dovrà presentare il proprio progetto e convincere la giuria che l’idea proposta è quella vincente».Tutta la competizione si svolgerà in inglese: dallo Skill Game al Business Game, alla fase finale di presentazione davanti a una giuria di esperti.  E se qualcuno volesse partecipare, ma sentisse di non sapere benissimo questa lingua? «Ai ragazzi che si sentono incerti o non possiedono un inglese fluente consigliamo di provarci comunque: è un'occasione ulteriore per mettersi alla prova ed alzare l'asticella dei propri obiettivi e per capire come può essere la vita in EY anche in termini di internazionalità» risponde Lucarelli: «Le nostre persone lavorano continuamente con clienti esteri o con colleghi stranieri, pertanto per noi la conoscenza della lingua inglese è un requisito fondamentale».Il premio per i vincitori sarà uno stage (alle ottime condizioni garantite!) in EY: «Il team vincitore lo farà nel suo Paese di provenienza; è previsto anche un extra, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa!».E non è detto che partecipare a questa competition non possa anche aprire le porte di una carriera in EY: come è successo ad Andrea Noviello, tra i vincitori dell'edizione 2014, oggi revisore del settore finanziario. «Il business game è stato una grandissima occasione di crescita personale e professione, un’iniziativa che dà la possibilità a noi giovani di esprimere concretamente un’idea imprenditoriale in cui davvero crediamo» racconta Noviello: «Durante il periodo della competizione ho condiviso tanti momenti di tensione e felicità con alcune delle persone a cui tengo e che stimo di più: il team The Grounds... Oggi lo ricordiamo tutti come uno dei momenti più belli della nostra vita».«Mettetevi in gioco, date spazio al vostro spirito imprenditoriale e alla vostra creatività» è il suggerimento finale di Annalisa Lucarelli: «Avrete la possibilità di lavorare in team in inglese e di partecipare a una competizione internazionale. Il Business Game inoltre è un ottimo modo per entrare in contatto con EY e con altre società della Business Community che faranno parte della giuria. Iscrivetevi subito e… completate lo Skill Game oggi stesso!». Anche perché... il tempo stringe!

Motivati, innovativi e con un solido bagaglio culturale: l’identikit degli artigiani del futuro

Oggi in Italia i giovani vengono spesso dipinti con la valigia in mano. Nelle indagini che si occupano dei laureati si parla di mercato in crisi in vari settori del terziario e dell’industria e dell’importanza di guardare all’estero per migliorare il proprio curriculum. Ai ragazzi e alle ragazze si consiglia di viaggiare, studiare in prestigiose università per aumentare la propria competitività sia in chiave nazionale che internazionale. Tuttavia un libro recentemente pubblicato da Marina Puricelli sembra raccontare un’altra possibile via, una via che l’Italia conosce bene nella sua storia e di cui il bel paese può vantare una grande tradizione: quella dell’artigianato.La Puricelli è docente di  "Fondamenti di organizzazione" al dipartimento di Management e Tecnologia dell'università Bocconi di Milano. Dopo un dottorato in ricerca e direzione d'azienda si è sempre misurata con piccole e medie imprese, su cui ha pubblicato molti testi.Il testo, realizzato grazie al contributo di Confartigianato, si chiama “Il futuro nelle mani. Viaggio nell’Italia dei giovani artigiani” (edizioni Egea), e la docente della Bocconi lo ha presentato - insieme a Elisa Tatano, una dei giovani di cui si parla nel libro -  in occasione del festival «Generare Futuro», rassegna organizzata dal Comune di Lodi in collaborazione con la testata online Linkiesta la settimana scorsa.Il viaggio è una rassegna di storie di under 30 capaci di realizzare iniziative di successo partendo da piccole realtà artigianali preesistenti o iniziando da zero. Iniziative di tutti i tipi: come i ragazzi che si sono messi a fare cover per smartphone nelle Marche, oppure progettando a Rieti serre idroponiche per coltivare pomodori nei deserti, o distillando grappa in Maremma.La storia di Elisa Tatano è esemplare: figlia dell’imprenditore e artigiano che ha fondato la Tatano, un’impresa che partendo dalla conoscenza agricola, costruisce stufe a combustibile agricolo a Cammarata (in provincia di Agrigento), Elisa ha deciso di trasferirsi a Piacenza per creare un nuovo polo più vicino ai propri clienti. Ma il trasferimento al Nord è solo l’ultimo passo di un processo ben più lungo: «Io finivo scuola e andavo alla ricerca di papà, sono cresciuta nella mia azienda. Ne conosco ogni centimetro, il mio inserimento è stato naturale». La Tatano è una piccola impresa familiare con un imprenditore-artigiano, il padre di Elisa, e i suoi due fratelli che si occupano di organizzazione e infrastrutture, dividendosi il lavoro e i ruoli. Allo stesso modo hanno deciso di fare anche le nuove generazioni: «Il nostro percorso di studi è finalizzato all’azienda. Se un cugino faceva ingegneria energetica, l'altro sceglieva un altro tipo di ingegneria». La motivazione familiare è stata la molla principale di Elisa: facendo parte dell’azienda «hai un sogno che ti è stato regalato, l’hai fatto tuo e vuoi tramandarlo».La giovane siciliana è molto coinvolta quando parla della sua esperienza... quasi troppo: «La sua testimonianza all’inizio mi sembrava una storia di marketing» ammette la Puricelli «poi parlando con il padre ho capito: questi ragazzi hanno una motivazione con una forza che le teorie manageriali non possono spiegare, qui c’è molto di più, un coinvolgimento e una motivazione intrinseca».Tuttavia entrare nel mondo artigianale in modo competitivo non è semplice. La maggior parte di questi ragazzi ha studiato e ottenuto una laurea, prima di cimentarsi nella propria impresa, e ha trovato maestri in grado di insegnare il mestiere. Insomma, chiarisce la Puricelli, non bastano i master per fare start up, ma servono maestri e dedizione.Nel caso della Tatano anche la famiglia ha contato. Il passaggio generazionale, per esempio, è fondamentale tra Elisa e suo padre, ma va modulato: nelle storie di successo nessuno ha fatto tabula rasa dell’esperienza dei genitori, ma nemmeno ha semplicemente replicato quello che trovava. Bisogna ripetere le esperienze del passato e aggiungere un elemento di innovazione.La storia di Elisa ricorda secondo l’autrice le principali caratteristiche di un modello di sviluppo economico originale e italiano. Un paradigma che si intravede nella maggior parte delle trenta storie narrate nel libro: sono imprese di piccola dimensione, con una famiglia proprietaria, capitanate da un imprenditore (appoggiato da parenti) e hanno una vocazione creativa, che si può declinare in tutti i settori: gioielli, scarpe, grappe o bomboniere. Queste caratteristiche spesso vengono ignorate dalle università italiane, che quando parlano di piccola impresa identificano problemi legati a rigidità, autoreferenzialità del fondatore e nepotismo più che alle competenze. Le stesse università sottolineano l’importanza del cambiamento continuo, invece della riaffermazione di una realtà definita, come raccontano queste storie. Il libro insomma testimonia un diverso e possibile scenario. Sì alla innovazione, ma nel rispetto della tradizione italiana del saper fare creativo: non bisogna sviluppare per forza una cultura diversa da quella presente nel paese, o come sintetizza la Puricelli «non bisogna distruggere Amalfi per fare New York».Matteo Moschella