Parte l'Academy di illimity, candidature aperte per il primo master per diventare asset manager

Scritto il 08 Giu 2020 in Notizie

banca buone opportunità formazione gestione del credito Illimity Master

C’è un settore, nelle attività delle banche, che sta crescendo molto – e per il quale non si trovano abbastanza candidati. Si tratta della gestione dei “crediti difficili”, cioè quei prestiti che alcuni debitori, in particolare aziende in crisi, fanno fatica a ripagare.  Una nicchia di mercato per la quale trovare professionisti già formati è arduo e a cui i percorsi universitari non danno particolare attenzione. Una nicchia che una banca in particolare, illimity, ha deciso di presidiare. E per trovare le risorse giuste ha deciso di fare da sé, creando un master all’interno di un più ampio progetto di “Academy”.

Non è la prima volta che un’azienda privata decide di approntare un percorso di formazione ad hoc; è forse la prima, però, in cui questo percorso di formazione riguarda la figura professionale dell’“asset manager”.

illimity stage lavoro masterDi cosa si tratta? Un passo indietro: illimity è una banca fondata da Corrado Passera nel 2018. Tra le sue attività vi è quella legata ai crediti “non performing”. «All’interno di illimity la banca fa l’attività di acquisizione di questi crediti, poi tutta l’attività di gestione viene fatta da neprix» spiega Andrea Clamer, 42 anni, responsabile della divisione Distressed Credit Investment & Servicing. Neprix è un’azienda a sé che fa parte della galassia illimity; conta in questo momento 170 dipendenti ed è in forte crescita: aumentano i crediti che acquisisce e, conseguentemente, la necessità di assumere persone che siano in grado di gestirli: «Abbiamo bisogno di una professionalità che in questo momento non è facile trovare sul mercato. La nostra struttura HR cerca queste figure professionali, e quindi nei mesi scorsi abbiamo fatto una infinità di colloqui, ma fatichiamo a trovare le persone giuste. Dunque ci siamo detti: dato che abbiamo un’idea chiara di quello che vogliamo, abbiamo la possibilità di crescere molto e di offrire possibilità concreta di lavorare, perché non costruiamo il nostro percorso di formazione su questo tipo di competenze?».

Da qui è nata l’idea del master. Sei mesi di full immersion con frequenza giornaliera e alternativamente distribuita tra 400 ore previste in aula e altre 540 presso la sede milanese di illimity. Il master ha un valore commerciale calcolato di circa 10mila euro, ma ai partecipanti – il cui numero massimo è di venticinque
verrà chiesto di pagare solo una quota di iscrizione di 2mila euro, che peraltro verrà rimborsata in caso di assunzione.

La probabilità di assunzione è abbastanza alta, dato che tutto il progetto del master è nato proprio per rispondere a un’esigenza di recruiting dell’azienda. Inoltre durante i sei mesi di master i partecipanti verranno inquadrati da subito come tirocinanti extracurricolari e riceveranno i buoni pasto e l’indennità standard prevista da illimity – che ha un’ottima policy e fa parte anche dell’RdS network – pari a 700 euro al mese, che verranno corrisposti pienamente anche se per il circa 50% delle ore gli stagisti-masteristi saranno impegnati in aula. Il calcolo è presto fatto: per i sei mesi ciascun giovane riceverà 4.200 euro, più del doppio del costo di iscrizione al master. Inoltre, per chi presentasse un Isee inferiore a 13mila euro la quota di iscrizione verrebbe coperta da un’ulteriore borsa di studio, rendendo quindi il master completamente gratuito.

Quello che illimity punta a creare è «un professionista che abbia delle competenze forti in materia di diritto fallimentare, analisi di bilancio e matematica finanziaria. Non si tratta di un qualcosa di “classico” in un normale percorso di studi» dice Clamer: «abbiamo creato questo percorso con una faculty composta da professionisti interni all’azienda, dai nostri principali partner, nonché da docenti delle principali università italiane. Se ai miei tempi ci fosse stato un master del genere, sicuramente sarei corso ad iscrivermi!»

Il master è stato strutturato in collaborazione con MIP del Politecnico di Milano, che assicura il coordinamento scientifico. «Con il MIP avevamo già varie collaborazioni aperte» racconta Marco Russomando, 46 anni, direttore HR di illimity: «La nostra ambizione è sempre stata quella di contaminarci con le diversità e con l’eccellenza e il MIP è stato con noi fin dall’inizio, sia sul mondo del digitale che sul quello della formazione. Quando abbiamo avuto la scintilla di questa idea di master, il MIP ci ha aiutato nel co-design del programma di studio per tradurre cosa deve essere l’asset manager del futuro in un programma di formazione». La persona di riferimento per il master di illimity è Laura Grassi, che è Assistant Professor of Investment Banking al Politecnico di Milano e vicedirettrice dell’International MBA del MIP Graduate School of Business.

Ma cosa significa in concreto, all’interno di una banca, occuparsi della “gestione dei crediti distressed corporate”? «Facciamo un esempio concreto» propone Clamer: «Una grande banca italiana concede un prestito a un’azienda, questa azienda a un certo punto ha un momento di difficoltà finanziaria e dunque non riesce più a restituire i soldi. Nel caso in cui l’azienda sia mediamente in difficoltà il credito viene definito “unlikely to pay” quindi di difficile ripagabilità; se la difficoltà è grande allora diventa una sofferenza e si parla invece di “non performing loan”». Le grandi banche tendono a voler «portar fuori dai propri bilanci queste posizioni di credito» aggiunge Clamer: «quindi dal 2008 in avanti hanno iniziato a vendere questi portafogli fuori e qualcuno ha comprato questi crediti». Comprare il credito significa, molto semplicemente, comprare il diritto ad essere ripagato ma nel momento in cui lo si compra occorre anche avere la capacità di gestirlo. Cosa vuol dire? «Vuol dire entrare in una nuova relazione con il debitore, come nuovo soggetto creditore, individuando una modalità utile al rientro del debito» sintetizza Cramer: «Banalmente, mi dovevi questi soldi in cinque anni con una certa rata e un certo tasso, bene, proviamo a rimodulare, a trovare una nuova modalità – magari paghi un po’ meno, in maniera più dilazionata – in modo di consentire a te azienda di far fronte al tuo debito e andare avanti come azienda, consentendo a me nuovo creditore di rientrare dell’investimento fatto. Gli asset manager sono i soggetti che fanno da collante tra colui che ha investito, e cioè ha comprato i crediti – la banca – e il mondo reale, quindi i soggetti in difficoltà, le aziende che hanno bisogno di un interlocutore per capire come ripartire e in alcuni casi non affondare».

Vista da questo punto di vista la faccenda assume anche un valore sociale. «Certo» concorda Clamer: «Il pregiudizio classico in relazione a questo tipo di operatività è che c’è un soggetto che acquisisce i crediti e che in qualche modo “prende per la gola” il debitore. Questo stereotipo antico non è più applicabile: una realtà quotata, che vuole fare questo business nel medio e lungo termine, ha bisogno di trovare con i soggetti debitori delle logiche di dialogo diverse rispetto a quelle della banca che ha ceduto il credito. Si tratta di una nuova modalità di relazione con questi soggetti debitori che consiste nel “prendersene cura” e che non è tipicamente nelle corde delle grandi banche commerciali, le quali, in genere, delegano questo tipo di processo a un settore della banca ai margini della banca stessa. Prendere questo tipo di settore, che ad oggi ha delle redditività importanti, e portarlo al centro di un progetto banca, è quello che noi abbiamo cercato di fare».

Del resto, sottolinea Russomando, nel “set di valori” di illimity «c’è scritto che noi vogliamo fare utili cercando di essere utili: è il nostro posizionamento culturale, la nostra corporate identity».

stage lavoro master illimityPer candidarsi occorre inviare entro il 30 giugno la propria candidatura con un video motivazionale attraverso questo sito e i candidati selezionati verranno poi invitati al colloquio. Il master è rivolto a laureandi e neolaureati in materie umanistiche o scientifiche. Ma davvero anche chi ha una laurea in lettere o lingue può affacciarsi al settore del credito? Non c’è bisogno di competenze pregresse? «Noi non chiediamo di avere un background in diritto fallimentare, analisi di bilancio oppure matematica finanziaria: andremo a formare noi, con il master, questo tipo di competenze» assicura Clamer. Non serve arrivare “imparati”, insomma, ma c’è una cosa indispensabile: la voglia di apprendere. «Noi pensiamo che in sei mesi queste competenze si possano acquisire» conferma Russomando: «La velocità di apprendimento dipenderà certamente dal punto da cui si parte – perché siamo realisti e pragmatici – ma in gran parte anche dalla volontà, dal desiderio e dalla fame di conoscenza».

L’idea è quella di portare nel corso del master «tutti i ragazzi a livello “proficient”» e poi proseguire in un percorso di apprendimento continuo. «Crediamo che sei mesi siano un tempo sufficiente… anche se dovessimo scegliere solo candidati laureati in archeologia!» scherza l'HR manager: «Abbiamo disegnato un percorso formativo in modo che sia una sorta di intensive course, i professori sanno fin dall’inizio che la classe sarà mista. E portarli sul campo mettendo alla prova quello che hanno imparato velocizzerà l’apprendimento».

Ovviamente poi i venticinque prescelti avranno qualche settimana per “mettersi in pari”: «Un laureato in legge sulla parte di diritto fallimentare si sentirà sicuro, per esempio, ma magari si metterà a studiare un po’ di più statistica» riflette l’HR manager: «Noi li aiuteremo. La giornata del master ha dei momenti in cui i ragazzi possono studiare e quelli che su una determinata materia si sentono un po’ più indietro saranno incentivati a recuperare. Ancora prima dell’inizio del master sarà messa a disposizione dei partecipanti una serie di risorse – letture, dispense, materiali – per poter ripassare dei concetti o per cominciare ad avvicinarsi a una materia sconosciuta».

Interessante notare che, coerentemente con un approccio di “corporate university”, ogni studente avrà un tutor interno che sarà co-responsabile del percorso e con cui si potrà confrontare per avere suggerimenti, indicazioni, risolvere dubbi anche su questioni tecniche. Probabilmente la proporzione sarà due a uno, ovvero a ogni tutor non verranno assegnati più di due studenti, per garantire la possibilità di un rapporto diretto e intenso.

Tra i materiali da preparare per candidarsi a partecipare al master c’è anche un video motivazionale, «che per noi è molto utile perché va anche incontro al modo di essere dei ragazzi più giovani: è un canale a cui sono sempre più abituati» dice Russomando: «Stiamo cercando illimiter. Persone che siano ispirate dai nostri valori – libertà, responsabilità e innovazione – e che siano curiose, innovative, con un pensiero che si spinge un po’... “oltre”. Che siano collaborative, resilienti, disposte a saper ascoltare, comprendere gli stati emotivi degli altri con un approccio realmente interessato all’ambiente di lavoro dell’azienda, come se fosse un po’ casa loro. E poi persone naturalmente inclini alla positività, capaci di lavorare sotto pressione, di prendersi delle responsabilità e portarle avanti da soli».

Ma come si impara concretamente ad essere “asset manager”? Cosa faranno cioè, nella vita di tutti i giorni, i partecipanti al master nella parte non in aula? «Andiamo a vedere quello che è il lavoro concreto di un asset manager» risponde Clamer: «Questo parte quando avviene l’onboarding, ovvero il “caricamento” delle posizioni sui gestionali di neprix. A questo punto la posizione diventa reale: c’è un credito, c’è un debitore, ci sono dei beni a garanzia. Qui c’è una prima fase di istruttoria, che vuol dire acquisire tutti gli elementi e analizzarli per comprendere qual è la soluzione migliore per la banca e per il creditore. Dunque, fase 1: analisi, acquisizione degli elementi e studio». I ragazzi si metteranno a fianco degli asset manager già esperti, i senior, guardandoli e interagendo con loro. «Poi c’è una fase 2 che è la negoziazione, in cui c’è un avvio dell’interlocuzione col debitore per instaurare un rapporto volto ad arrivare alla fase 3, che è la definizione della corretta modalità di rientro sul debito, di ristrutturazione della posizione, e di monitoraggio nel tempo di come le cose stanno andando. Può capitare che ci siano delle trasferte legate all’analisi su alcuni asset, o per incontrare il debitore per trovare un accordo, anche se non è una cosa che accade spesso». I venticinque partecipanti «saranno a fianco degli asset manager in tutte e tre le fasi».

In illimity c’è un grande entusiasmo per questo progetto: «Se tutto andrà come deve andare, e io sono molto fiducioso, considerata la crescita del mondo di neprix, istituzionalizzeremo questo master a livello annuale» anticipa Russomando: «Questo potrebbe diventare il grande primo pilota per creare un nostro pilastro di formazione interna. Potremo estendere questa formula ad altre figure professionali del presente o del futuro, e/o pensare a un corporate master di livello 2 per le persone interne». All’orizzonte ci sono due direttrici «una orizzontale di estensione ad altri master, e una verticale andando a usare la stessa formula su profili interni».

Community