Diritti e doveri degli stagisti, tutto quel che c'è da sapere sulle nuove normative regionali

Irene Dominioni

Irene Dominioni

Scritto il 19 Mag 2018 in Approfondimenti

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Giusto giusto un anno fa, a maggio 2017, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le nuove linee guida per l’aggiornamento delle normative regionali sui tirocini extracurriculari. Un documento che, rispetto a quello precedente del 2013, ha fissato degli ulteriori paletti per la definizione di stage di qualità, con l'obiettivo di tutelare gli stagisti contro potenziali abusi. Le linee guida specificavano che entro sei mesi, e cioè a novembre 2017, tutte le Regioni e le Province autonome avrebbero dovuto recepire le nuove indicazioni, ma in verità la maggior parte delle Regioni non ha approvato la propria nuova normativa in tempo.

La Repubblica degli Stagisti ha seguito fin dall’inizio l’iter di aggiornamento delle normative, pubblicando gli aggiornamenti relativi a ciascuna Regione. Ora, a distanza di un anno, il bilancio è (ovviamente) migliorato, ma non tutte le Regioni hanno ancora provveduto a modificare le proprie leggi.

Innanzitutto, chi manca all’appello? Non hanno ancora deliberato riguardo alla normativalinee guida stage sugli stage la Puglia, il Molise, la Sardegna, l'Umbria e la Provincia autonoma di Bolzano. A quanto risulta alla Repubblica degli Stagisti, la giunta regionale della Puglia si è impantanata durante il periodo delle elezioni politiche di inizio marzo, e da lì non si è più mossa. Il Molise, invece, a luglio 2017 ha diffuso una delibera che si è limitata al mero recepimento delle linee guida nazionali: dovrebbe seguire una direttiva attuativa con le integrazioni e modifiche specifiche per la Regione, ma per ora non ci sono notizie. Ad allungare i tempi hanno probabilmente pesato le elezioni di aprile 2018, dove l'insediamento della nuova giunta deve ancora recuperare il filo della questione. Discorso simile per la Sardegna che ha pubblicato il 16 gennaio una delibera preliminare, ma i contenuti definitivi sono ancora stati ufficializzati e inseriti nel Bollettino regionale: dall'ufficio dell'assessorato al Lavoro comunicano che l'aggiornamento dei moduli sulla piattaforma SIL (Sistema Informativo Lavoro), cui l'approvazione della delibera è vincolata, sta andando per le lunghe, e che la situazione non si sbloccherà prima dell'estate. Da Bolzano, infine, l’Ufficio servizio lavoro comunicava a inizio aprile che la bozza del provvedimento doveva ancora essere tradotta in italiano, ricevere il nulla osta da parte dell’ufficio legislativo, per poi passare in giunta per essere approvata. «Probabilmente sarà pronta entro il mese di luglio 2018», hanno detto alla Repubblica degli Stagisti. In Umbria, infine, il 26 febbraio è stato approvato un testo preliminare, che al momento si trova al vaglio della giunta.

Tra le Regioni che hanno deliberato, invece, andiamo con ordine: le prime Regioni a tagliare il traguardo, in tempo per la scadenza di novembre, sono state Lazio, Calabria, Basilicata, Veneto, Sicilia, e Provincia di Trento. Chi con grandi novità - in Lazio, ad esempio, il rimborso minimo è balzato a 800 euro mensili - e chi limitandosi a recepire le indicazioni delle linee guida senza cambiamenti - come la Basilicata, che ha confermato il proprio rimborso minimo a 450 euro e la durata a 12 mesi.

In particolare, la Regione Lazio ha approvato la delibera il 9 agosto 2017 con una votazione in giunta regionale e le nuove linee guida sono entrate in vigore a partire dal 1° ottobre. In Calabria la normativa è stata approvata il 10 agosto 2017 con delibera di giunta ed è entrata in vigore il 13 ottobre. La Basilicata, invece, ha deliberato il 24 ottobre in giunta regionale e la normativa è entrata in vigore il giorno della pubblicazione nel Bollettino ufficiale, il 16 novembre. Il Veneto ha approvato il 7 novembre 2017 con delibera di giunta e la normativa è entrata in vigore il 1 gennaio 2018. La Sicilia ha approvato la propria delibera il 12 settembre ed è entrata in vigore lo stesso giorno. La Provincia di Trento, infine, ha approvato la normativa in giunta provinciale il 24 novembre 2017, un giorno prima della scadenza, ed il provvedimento è entrato in vigore a partire dallo stesso giorno.

numeri tirocini sole 24 oreLe Regioni che invece hanno deliberato in ritardo rispetto alla scadenza, ma che comunque ad oggi hanno concluso il loro iter di aggiornamento, sono in ordine di arrivo il Piemonte, che ha deliberato il 22 dicembre 2017, con entrata in vigore della normativa prevista per lo stesso giorno della pubblicazione in Gazzetta, il 28 dicembre. La Valle d'Aosta ha approvato la normativa il 28 dicembre, con entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2018. La giunta regionale della Campania ha deliberato il 20 febbraio e l’entrata in vigore è stata prevista per il 7 maggio. L’Abruzzo ha approvato la propria normativa il 22 febbraio, e l’entrata in vigore è avvenuta il 29 marzo. L’Emilia Romagna ha approvato la sua nuova legge il 12 marzo e l’entrata in vigore avverrà il 1° ottobre 2018. La Toscana, invece, ha deliberato il 16 aprile e la legge è entrata in vigore il 25 aprile, giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale (anche se per le novità finali in realtà deve ancora introdurre un regolamento attuativo).

A queste si aggiungono le Marche - la Regione ha deliberato l’11 dicembre 2017 con entrata in vigore dal 1° gennaio 2018. La giunta della Liguria ha deliberato il 28 dicembre e fatto entrare in vigore la normativa il 1 gennaio 2018. Segue la Lombardia, la cui giunta regionale ha deliberato il 17 gennaio e la normativa entrerà in vigore il 9 giugno. Il Friuli Venezia Giulia ha approvato tramite delibera della giunta il 19 marzo e la normativa è entrata in vigore il 24 marzo. Di queste Regioni la Repubblica degli Stagisti aveva scritto basandosi sui testi provvisori disponibili, prima che venissero approvati i contenuti finali: per leggere la normativa definitiva di queste Regioni, cliccare qui per la legge delle Marche, qui per la Liguria e qui per il Friuli.

In particolare, per le Marche vengono confermati un rimborso spese di 400 euro minimi per un orario settimanale fino a 30 ore e 500 euro per un orario pari o superiore a 30 ore, e la durata è estensibile fino a 12 mesi «in considerazione dello specifico profilo professionale del/la tirocinante». Inoltre, è stato confermato il vincolo di attivazione per il soggetto ospitante di nuovi tirocini a fronte di un terzo dei tirocinanti assunti nei 24 mesi precedenti: in caso ciò non dovesse avvenire, il soggetto ospitante non può accogliere tirocinanti per 12 mesi.
Nel caso della Liguria, invece, l’unica variazione rispetto alla bozza di legge è che non viene confermato il termine di durata minima di un mese per i tirocini stagionali, e quindi permane la durata minima di due mesi per tutte le tipologieMentre in Friuli i contenuti della bozza sono stati approvati esattamente com’erano anche nel testo finale. Per la nuova legge della Lombardia (la cui normativa integrale è disponibile qui), infine, la Repubblica degli Stagisti pubblicherà prossimamente un articolo ad hoc.

Insomma, un anno dopo l’emanazione delle linee guida, c’è ancora da aspettare per vedere quali saranno i risultati finali del lavoro delle Regioni per migliorare le condizioni degli stagisti italiani. Secondo il Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro, il numero dei tirocini attivati nel 2016 è stato pari a circa 318mila, concentrati per la maggior parte nel settore dei servizi (75,5% del totale) e rivolti soprattutto a giovani con meno di 25 anni. Si tratta di numeri importanti, che sottolineano ulteriormente il bisogno avere una normativa solida per far sì che il tirocinio sia un’esperienza formativa di valore. Anche perché, riporta il documento, «è sempre più utilizzato come strumento di selezione»: nel 2016, più di 103mila sono stati i rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio. Un trend crescente rispetto agli anni precedenti, che colloca lo stage tra gli strumenti più utili, se ben strutturati, per inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro.

Irene Dominioni

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