Master dei Talenti, le voci degli «ex»: Chiara Santi, grazie alla CRT ho scoperto la sicurezza sul lavoro e me ne sono innamorata
In occasione della pubblicazione del nuovo bando del progetto Master dei Talenti della Fondazione CRT, che quest'anno mette in palio 75 stage in giro per il mondo lautamente rimborsati dalla Fondazione e destinati ai migliori neolaureati degli atenei del Piemonte e della Valle d'Aosta, la Repubblica degli Stagisti ha raccolto le storie di alcuni ex. Ecco quella di Chiara Santi.Sono originaria di Bubbio, un paesino della langa astigiana. A luglio del 2006, a venticinque anni, mi sono laureata al Politecnico di Torino in Ingegneria per l’ambiente e il territorio. Durante gli anni di università ho volutamente evitato periodi all’estero: ci tenevo a compiere interamente in Italia il mio percorso, sapendo che la mia era una delle università più importanti d’Europa. Nella scelta della tesi mi sono orientata sulla materia che più mi aveva appassionato: l’ingegneria degli acquiferi. Ottenuto il tanto agognato 110 e lode, stavo iniziando a chiedermi che cosa volevo fare da grande quando il professore mi ha proposto una borsa di studio. Così sono rimasta per otto mesi al dipartimento Territorio, ambiente e geotecnologie del Politecnico, occupandomi del monitoraggio acquiferi a Punta Sabbioni, la lingua di terra di fronte a Venezia, dove erano cominciati da alcuni anni i lavori per la costruzione del MOSE. La borsa, 1100 euro netti al mese, mi permetteva di mantenermi e mi dava l’opportunità di andare spesso a Venezia: i viaggi di lavoro, data la destinazione, mi sembravano ogni volta delle piccole vacanze. L’esperienza all’estero non fatta, però, cominciava a mancarmi e sentivo crescere forte dentro di me la voglia di partire. La lettera della Fondazione CRT che illustrava il progetto Master dei Talenti, arrivata a casa a dicembre 2006, è stata come pioggia nel deserto. Mi sono candidata per una sola posizione, la Saint Gobain Vetrotex International di Chambéry, in Francia: ho superato la selezione e sono partita ad aprile 2007, sapendo che avrei avuto a disposizione 1900 euro lordi al mese – un’enormità rispetto alle cifre a cui ero abituata! – ma con un’idea un po’ vaga di ciò che avrei dovuto fare là. La posizione infatti prevedeva di lavorare nell’ambito della sicurezza sul lavoro, a me quasi completamente sconosciuta. Fortunatamente sono sempre stata molto seguita; la struttura che mi ospitava è un centro di ricerca e sviluppo su materiali compositi fabbricati con fibra di vetro e polimeri. La quantità di sostanze e preparati che utilizzano è impressionante. Per conoscere meglio la realtà produttiva, per i primi mesi mi sono dedicata alla riorganizzazione dello stoccaggio dei prodotti chimici. In seguito mi sono occupata della valutazione del rischio chimico e della definizione delle priorità d’azione e dei possibili interventi migliorativi ai fini di aumentare la sicurezza dei lavoratori. Il lavoro mi ha permesso di interfacciarmi con il responsabile dei laboratori, con l’animatore sicurezza (come simpaticamente i francesi chiamano quello che da noi è più pragmaticamente l’addetto sicurezza) e con chi quotidianamente era a contatto diretto con le sostanze e i prodotti oggetto della mia valutazione: gli operatori, dai quali ottenevo le informazioni più interessanti e utili per compiere il difficile salto dalla teoria alla pratica. Lo stesso salto che ho dovuto compiere con la lingua francese, che pensavo di conoscere abbastanza bene; ho capito invece che tra leggerla sui libri ed utilizzarla tutti i giorni c’è una bella differenza. Superato lo shock iniziale, però, mi sono impegnata con passione per impararla al meglio e a marzo del 2008 ho ottenuto il certificato DALF C2, il più avanzato.A parte la lingua, rispetto ad alcune destinazioni molto più esotiche dei miei colleghi, io che ero nella vicina Savoia potevo dirmi quasi a casa. Mi sono ambientata molto in fretta anche grazie agli altri tirocinanti – tutti francesi – che in quel periodo erano alla Vetrotex, con cui ho passato serate e weekend indimenticabili e con cui ancora oggi mantengo stretti contatti. Mi ero sistemata in un bilocale in centro, che pagavo 545 euro al mese. Il costo della vita lì era nel complesso un po' più alto rispetto all’Italia, ma i 1900 euro al mese del MdT mi bastavano a mantenermi completamente e anche a mettere qualcosa da parte; bisogna però dire che io non rientravo in Italia molto spesso.I 12 mesi più belli della mia vita sono passati molto in fretta, ed io ero impaziente di rientrare in Italia. In pieno spirito Master dei Talenti, infatti, volevo cominciare finalmente ad essere produttiva nel mio Paese! Devo essere sincera: il ritorno è stato una grossa delusione. Inizialmente sono tornata a casa dai miei: una scelta obbligata, in attesa di trovare lavoro. Dopo decine di curriculum inviati e quasi altrettanti colloqui, mi ero sentita proporre solo stage a 600 euro al mese, quando andava bene. Sarà che focalizzavo l’attenzione sulle offerte per ingegneri ambientali, che non sono poi così numerose, sarà che cercavo un contratto “vero”, rifiutando quindi tutte le altre forme contrattuali (stage, collaborazioni a progetto, ecc.), ma mi sembrava che non ne sarei mai venuta a capo, ed avevo cominciato a pentirmi della mia scelta di ritornare in Italia. Finalmente, la scorsa primavera, l’offerta tanto attesa è arrivata. Ora ho un contratto a tempo determinato come ispettore sicurezza e qualità alla Carlo Gavazzi Impianti, un’azienda di progettazione e realizzazione di impianti elettrici industriali, di produzione energia, oil&gas, chimici e petrol-chimici, di infrastrutture. La parte più bella del mio lavoro sono gli audit in cantiere, che mi permettono di veder nascere e crescere i progetti dal vivo. La Gavazzi tra l’altro lavora molto con il nord Africa, per cui la conoscenza del francese che ho acquisito a Chambéry mi è spesso di grande aiuto. La sede è a Marcallo con Casone, circa 30 km ad ovest di Milano: mi sono trasferita a vivere a Castano Primo, e impiego solo un quarto d'ora per andare in ufficio. Guadagno più o meno 1300 euro netti, con i quali riesco a mantenermi completamente da sola. Mi sento di dire che il Master dei Talenti ha influito più che positivamente sulla mia vita, determinando molte delle mie scelte successive. Se non fossi stata introdotta al settore della sicurezza sul lavoro, ad esempio, non avrei nemmeno mandato il curriculum alla mia attuale azienda. Alla Gavazzi sto imparando tanto e sono consapevole che tanto ho ancora da imparare. Tra pochi mesi mi scade il contratto, ma quello che poco più di anno fa era un lontano miraggio – un contratto a tempo indeterminato - oggi mi sembra sempre più vicino.Tra l’altro, sono anche riuscita a creare una sinergia tra la mia attuale azienda e la Fondazione CRT: ho fatto conoscere il progetto MdT alla dirigenza della Gavazzi, e loro hanno deciso di partecipare mettendo a bando per il 2010 una posizione di stage di 12 mesi in Egitto, nell’ambito del project management.Testo raccolto da Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Da oggi aperto il nuovo bando del Master dei Talenti: 75 stage a cinque stelle per i migliori neolaureati di Piemonte e Val D'Aosta - Occupati e ben pagati: ecco l'identikit di chi ha partecipato al Master dei Talenti della Fondazione CRT - Due parole con Andrea Martina, ideatore della campagna di comunicazione Master dei Talenti 2009E anche le altre storie di ex tirocinanti CRT:- Francesco Imberti, dalla Cina con amore (per il cibo italiano)- Paola Laiolo, da Torino a Bruxelles inseguendo l'Europa