«Lo stage al Wto? L’ho fatto a cavallo del settembre del 2001 e con il senno di poi posso ben dire che è stato determinante per la mia carriera». Alessandro Fusacchia, classe 1978, reatino, insegna presso l’istituto di studi politici di Parigi. In passato ha lavorato nell’ufficio Sherpa del G8, istituito dalla presidenza del Consiglio dei ministri per preparare il grande summit internazionale del luglio 2009, è stato ghost-writer nel gabinetto del ministro del Commercio internazionale e per le politiche europee, e ancora prima ha svolto un tirocinio presso il gabinetto di Romano Prodi al tempo della presidenza della Commissione europea. Tanto per arricchire il curriculum, tra un’esperienza internazionale e l’altra ha trovato il tempo di scrivere due romanzi: “Niente di personale” e “Avvistamento di pesci rossi in Danimarca”, pubblicati in Belgio dalle Edizioni Biliki. E per ravvivare un’esistenza tanto noiosa, sta pensando di iscriversi a un corso di paracadutismo. «Tutto è cominciato con lo stage al Wto», racconta Fusacchia alla Repubblica degli Stagisti.
Come è arrivato allo stage presso il Wto?
Mi sono laureato in scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia, quindi lo stage al Wto è stato uno sbocco naturale dei miei studi. Ho deciso di intraprendere questo percorso anche perché Rieti, la mia città di origine, mi andava un po’ strettina: volevo ampliare i miei orizzonti, vedere e conoscere il mondo. Quando ho fatto richiesta per il tirocinio al Wto, non mi sono limitato a inviare il curriculum e a sperare che mi selezionassero. Poiché parlo molto bene il francese, ho inviato una e-mail a uno dei responsabili proponendomi per lavorare in lingua. Fortunatamente, proprio in quel periodo stavano cercando una figura con il mio background e così sono stato selezionato.
Qual è stata la sua esperienza di tirocinio?
Ho lavorato per un mese e mezzo nella divisione affari giuridici, e per un altro mese e mezzo nella cooperazione tecnica. Durante la prima parte dello stage, ho seguito la parte legale dell’adesione, da parte dei paesi in via di sviluppo, ai corsi di formazione organizzati dal Wto, ovviamente lavorando sotto la supervisione di un tutor. Nella seconda parte, invece, mi sono ritrovato a lavorare nella cooperazione tecnica proprio nel momento in cui la Cina entrava a far parte dell’Organizzazione, dopo anni di contrattazioni. È stato un periodo di lavoro intenso, con professionisti in gamba che stimo moltissimo e che mi hanno insegnato molto.
Settembre 2001: un mese difficile, soprattutto per chi lavora nelle istituzioni internazionali…
Sì, anche se l’accaduto non ha influito affatto sullo svolgimento dello stage. Ricordo però il giorno dell’attentato: eravamo in una riunione a porte chiuse e il mio diretto responsabile mi passava di tanto in tanto dei bigliettini chiedendomi di preparare vari documenti. Lui aveva ricevuto notizie dall’esterno e su una di queste note mi aveva scritto: aerei si schiantano contro torri gemelle. Gli ho risposto che non avevo ben capito cosa volesse… e lui mi ha spiegato la situazione. Il resto della giornata ce lo siamo preso di vacanza, anche perché non si capiva bene cosa stesse succedendo e il Wto sarebbe potuto essere un bersaglio per i terroristi.
In che modo l’esperienza al Wto è stata determinante per la sua carriera?
Nel 2005 sono stato richiamato proprio dal Wto per andare a lavorare per un periodo di 4 mesi a tempo determinato come funzionario. È stato un periodo fondamentale perché pochissimi hanno la fortuna di ottenere un contratto presso il segretariato, anche a breve termine, e quindi l’esperienza ha avuto un peso determinante nel mio curriculum.
Consiglierebbe ai ragazzi di presentare domanda per il programma di internship?
Sì, assolutamente, a chiunque interessi una carriera internazionale. Gli stagisti al Wto non si ritrovano certo a fare fotocopie, ma vengono ritenuti professionisti a tutti gli effetti e sfruttati al meglio in base alle loro capacità.
Andrea Curiat
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Wto, a Ginevra gli stagisti sono pagati 1200 euro al mese (e non serve la laurea). Candidature aperte tutto l'anno
E anche:
- Stage al Fondo monetario internazionale, le voci degli «ex»: Elva Bova, la mia esperienza dall'economia dell'Africa a quella dei Paesi arabi
- Stage all'Agenzia europea per i diritti, le voci degli «ex»: Emanuele Cidonelli, ecco la mia esperienza a Vienna
- Un lettore alla Repubblica degli Stagisti: grazie a voi ho vinto un tirocinio Schuman al Parlamento europeo
Community