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Province, i tirocini non vanno in vacanza: tre bandi per 58 tirocini in scadenza a fine agosto

Mentre la politica discute rispetto alla loro abolizione, le province continuano a lavorare. In particolare quelle di Biella, Terni e Novara lanciano tre bandi per un totale di 58 percorsi formativi in diversi settori, con borse che vanno dai 530 agli 800 euro mensili.Riguarda 26 aziende del territorio il bando “Stage di qualità 2013” lanciato dall'Informagiovani del comune di Biella. Possono presentare domanda entro il prossimo 23 agosto i giovani con meno di 32 anni che abbiano conseguito la laurea o siano a due esami dal termine del percorso di studi. La partecipazione è aperta ai residenti nel biellese, indipendentemente da quale ateneo abbiano frequentato, e agli studenti che abbiano frequentato l'università di Biella.Le borse, del valore complessivo di 3.600 euro suddivise in sei contributi mensili da 600 euro, sono corrisposte sia dall'ente promotore, che versa 2.520 per ogni tirocinante per uno stanziamento complessivo di poco più di 60mila euro a carico dell'ente pubblico, sia dalle aziende ospitanti, che le integrano con la somma di (almeno) 180 euro mensili. I profili ricercati sono suddivisi in cinque aree. Otto sono gli stage nei settori della comunicazione e del marketing, con profili che vanno dall'impiegato commerciale allo specialista di social media, quattro quelli nei settori amministrativi, dagli archivi all'ufficio acquisti. Uno solo il progetto relativo alle risorse umane, mentre dieci riguardano il comparto tecnico. Le figure ricercate vanno dagli informatici ai progettisti, dai programmatori ai biologi. Per finire ci sono tre posti riservati ad educatori nell'ambito dei servizi sociali.È possibile candidarsi al massimo in tre diverse aree. L'Informagiovani funge da intermediario, inviando i curricula alle aziende, che offrono a tutti i partecipanti un colloquio e selezionano la figura più adatta. Gli stage prenderanno il via con l'inizio del mese di ottobre 2013.Le precedenti edizioni hanno visto l'attivazione di 78 percorsi formativi sul territorio biellese, che si sono conclusi con ben 41 offerte di un contratto di lavoro rivolte ad altrettanti tirocinanti.Scadono sempre il 23 agosto i termini per prendere parte ad un progetto lanciato dalla provincia di Terni per l'attivazione di otto tirocini all'interno degli uffici giudiziari del territorio. La partecipazione è rivolta a neolaureati che abbiano conseguito il titolo di studio nelle facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche dopo il 24 agosto 2012 e che risultino essere disoccupati. Gli stagisti selezionati avranno la possibilità di essere inseriti all'interno della Corte d'Appello e della Procura generale di Perugia e collaboreranno con i cancellieri. È bene precisare che, trattandosi di un percorso svolto all'interno della pubblica amministrazione, al termine del tirocinio non è prevista alcuna possibilità di assunzione. Ai partecipanti è però garantito il riconoscimento di una indennità complessiva di 800 euro netti mensili. In totale ogni stagista costerà 5.400 euro alla provincia (alla somma prevista per il rimborso va infatti aggiunto anche un forfait di 600 euro a stagista legato a costi assicurativi ed oneri fiscali), che ha stanziato per il progetto poco più 43mila euro. I contributi saranno erogati a partire dal terzo mese, dopo la verifica dell'effettiva partecipazione al progetto. La selezione avverrà sulla base del voto di laurea e, a parità di punteggio, vedrà premiati i candidati più giovani. Le domande dovranno pervenire con una raccomandata con ricevuta di ritorno. I percorsi, della durata di sei mesi, prenderanno il via il 1 ottobre. Sono invece 24 i posti messi a disposizione dalla provincia di Novara nell'ambito del progetto “Ridare speranza”, bando rivolto sia a laureati che a diplomati residenti nel territorio novarese, disoccupati che ancora non abbiano compiuto 28 anni. 12 di questi progetti sono riservati a dottori in Giurisprudenza, Economia e in Farmacia, altrettanti a quanti abbiano conseguito la maturità in un istituto tecnico o commerciale. I percorsi formativi si svolgeranno all'interno di imprese del territorio e avranno la durata di cinque mesi con un orario settimanale concordato con l'azienda ospitante, leggermente ridotto rispetto al classico "tempo pieno" di 40 ore a settimana, e compreso tra le 30 e le 35 ore. È previsto un contributo di 530 euro mensili, che saranno erogati dalla Provincia bimestralmente dopo la verifica dell'effettiva partecipazione allo stage. Sarà invece l'impresa ospitante a farsi carico delle spese assicurative. Le domande di partecipazione devono pervenire all'ufficio Politiche giovanili della Provincia di Novara entro le 12 di lunedì 26 agosto. Dal Piemonte all'Umbria, quindi, i tirocini non vanno in vacanza.Riccardo SaporitiVuoi conoscere la situazione degli stage in Piemonte e Umbria? Leggi:- Nuove leggi sugli stage: Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta lontana- Nuove norme sugli stage, luglio si avvicina e l'Umbria non ha ancora una bozza

700 stage alla Commissione Ue da più di mille euro al mese: candidature aperte fino al 30 agosto

Si è aperto a metà luglio e scadrà il 30 agosto a mezzanotte il termine per candidarsi alla seconda tornata annuale di tirocini messi a bando dalla Commissione europea, ultimamente tra i più ambiti vista la scarsità di opportunità di lavoro. E non solo per l'aura di prestigio che circonda l'istituzione, ma anche per questioni più terrene: come per esempio un compenso che supera i mille euro mensili - la borsa è di 1.070 - oltre al rimborso delle spese di viaggio per chi abita a più di 50 chilometri da Bruxelles, che viene versato a fine tirocinio, o entro due mesi se si viene destinati a una sede diversa dalla capitale belga, e il riconoscimento dell'assicurazione sanitaria. Per i disabili è anche prevista una maggiorazione del 50% su tutti gli importi, precisa il documento sulle regole dello stage scaricabile dal sito. La durata complessiva dei tirocini è di cinque mesi, prorogabili a sei. L'inizio è previsto per il primo marzo 2014 (mentre sono tuttora in corso le selezioni finali per il blocco di traineeship in partenza il primo ottobre 2013). I posti totali da spalmare su tutto l'anno sono circa 1300, è specificato sul sito, quindi per ogni troncone vengono ammessi circa 6-700 stagisti: un numero cospicuo, che fa ben sperare. Anche perché i requisiti di ammissione non sono molto stringenti: basta avere una laurea triennale e una conoscenza fluente di due lingue ufficiali europee, tra cui inglese, francese e tedesco. Non è neppure indispensabile la cittadinanza europea: gli stage sono aperti a chiunque (escluso solo chi abbia già avuto almeno sei settimane di esperienza di stage in una qualunque istituzione europea), con l'unico paletto per cui, se si tratta di un tirocinio nel settore delle traduzioni - la scelta è tra questi o quelli amministrativi - è obbligatorio avere come prima lingua madre uno degli idiomi ufficiali Ue, e come seconda l'inglese, il francese o il tedesco. Tuttavia, anche se sono ammessi cittadini da tutto il mondo, la maggior parte degli stage è riservata a chi proviene dall'Europa, mentre ai restanti viene garantita solo una quota minima di posti. Ci si può offrire per ognuna delle delegazioni di cui dipone la Commissione, e per qualunque ambito, dal legislativo alle risorse umane al politico. La sede a cui si viene assegnati potrebbe anche essere, oltre che Bruxelles, Lussemburgo o qualunque città europea in cui si trovi un ufficio di rappresentanza della Commissione (in genere sono le principali metropoli dell'Unione europea come Parigi o Londra). Per entrare in corsa va compilata l'application form (disponibile qui), una volta conclusa la registrazione al sito. Inseriti tutti i dati (non necessariamente in un'unica volta: si possono salvare le varie sessioni aperte nel corso della procedura), si spedisce online il documento, che a questo punto non si può più modificare ma diventa definitivo. I certificati cartacei - documento d'identità, diplomi etc per cui non è richiesta alcuna traduzione ufficiale - saranno inviati solo se si supera la prima scrematura e si entra nel cosiddetto 'Blue Book', il database a cui accedono i primi 2600 candidati e che permane a disposizione dei membri delle varie direzioni generali chiamati a scegliere i propri tirocinanti a seconda delle esigenze degli uffici. Come spiega Fabrizio Spada, portavoce dell'ufficio di Rappresentanza della Commissione Europea a Milano, è proprio questo il passaggio cruciale: «Una volta ricevuto l'ok dei selezionatori e quindi superato l'ingresso al Blue Book, bisogna darsi da fare spedendo cv, telefonando, presentandosi anche di persona alle direzioni generali della Commissione Europea presso cui si intende lavorare. Solo così, muovendosi e facendo un po' di autopromozione, si aumentano le proprie chance». I funzionari in sostanza si aspettano che i candidati si facciano avanti e dimostrino motivazione e competenze: è in base a questo che li recluteranno. Il percorso negli ultimi anni è diventato infatti più tortuoso: essendo cresciuto il numero dei partecipanti - a marzo 2013 gli aspiranti stagisti sono stati 11mila, di cui ben un quarto italiani - nei fatti «non bastano più solo la laurea e la conoscenza di una lingua europea, ma diventano indispensabili anche master ed esperienze di lavoro» naturalmente attinenti alla propria candidatura, come specificato nelle faq. Le candidature sono esplose negli anni, «un po' perché si è sparsa la voce, un po' per la crisi e la disoccupazione crescente». E guarda caso i primi paesi per numero di domande presentate sono proprio quelli in cui la recessione morde di più, Grecia, Spagna e Italia. Dal Belpaese, che detiene il record degli ultimi cinquant'anni, sono giunte nella penultima edizione ben «4870 domande» racconta Spada, «tant'è che una volta le selezioni degli italiani, cui partecipavo anch'io, si facevano in una giornata, mentre adesso non basta più». Gli ammessi finali sono stati però solo 60, e questo perché va mantenuto un certo equilibrio tra i paesi di origine: «Non c'è scritto da nessuna parte che debba essere così, ma va da sé che questa regola venga poi nei fatti applicata». Stesso equilibrio che si cerca di stabilire anche tra generi, quindi tanti uomini quante donne, assicura il documento delle regole sui traineeship. La fase della preselezione, che si svolge tra metà settembre e la fine di ottobre, è nelle mani di un comitato «composto da funzionari della Commissione, conformemente alle linee guida e ai criteri definiti dall'ufficio tirocini, pubblicati sul sito internet» si legge sul sito. «I lavori del comitato sono riservati, definitivi e vincolanti» e dalla valutazione di percorso accademico e competenze dipende l'ammissione al Blue Book, il cui esito viene pubblicato online. Durante questo step i reclutatori possono anche realizzare interviste telefoniche per 'testare' i candidati. Solo ai finalisti arriverà una lettera ufficiale entro dicembre 2013. Però attenzione: concluso il traineeship non ci sono speranze di assunzione in Commissione europea, se non «tramite concorso pubblico: è un'istituzione pubblica e come tale il procedimento è quello» conferma alla Repubblica degli Stagisti il responsabile della Rappresentanza italiana. «Poi c'è una piccola minoranza che resta perché riesce ad aggiudicarsi alcune consulenze esterne, però in società private». Esiste insomma un piccolo spiraglio di possibilità di lavoro dopo lo stage, oltre alla linea di esperienze da aggiungere sul curriculum. E poi non si tratta solo di emozionanti esperienze come quella di «lavorare con il ministro delle politiche europee e cominciare a farsi le ossa sviluppando le proprie skills» come racconta Leonardo Corsetti, stagista nel 2005 alla direzione Economica e Finanziaria e oggi capo ufficio alla European Investment Bank. E capita anche di incontrare l'amore tra i colleghi eurostagisti. Insomma... vale la pena tentare.Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Stage UE, oltre 800 occasioni da più di mille euro al mese- Stage alla Commissione europea, è boom di richieste e più di un quarto delle candidature arriva dall'Italia: forse perchè sono ben pagati?- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»- Mirko Armiento, ex stagista alla Commissione europea: «A Bruxelles i cinque mesi più intensi e belli della mia vita»- Commissione Ue, non sempre gli stage sono pagati

Tirocini, tempo scaduto. Ma metà delle Regioni italiane non ha legiferato

E così il 24 luglio è arrivato. La data entro la quale tutte le Regioni italiane avrebbero dovuto adeguare le proprie normative sui tirocini extracurriculari ai principi concordati nelle linee guida approvate a gennaio in sede Conferenza Stato-Regioni è passata, e la Repubblica degli Stagisti ha concluso il tour per la Penisola che ha compiuto negli ultimi mesi per tracciare una mappa dei diversi progetti di legge in discussione presso giunte e Consigli di tutta Italia. Ora non è più tempo di bozze e promesse, è il momento di fare il punto. Chi ce l'ha fatta? E chi, nonostante le invariate rassicurazioni fornite nei mesi scorsi, è arrivato impreparato alla scadenza? Se Toscana e Abruzzo si erano avvantaggiate facendo da apripista con proprie leggi già nel 2012, da gennaio al 24 luglio hanno legiferato 8 Regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Veneto, Campania, Basilicata, Sicilia) più la Provincia autonoma di Bolzano. Sono 10 “e mezzo”, quindi, le Regioni che ad oggi hanno adottato normative conformi alle indicazioni contenute nel documento di gennaio. La Toscana ha fatto da apripista: con la legge regionale 3/2012 ha introdotto più di un anno fa l’obbligo a carico dei soggetti ospitanti di erogare un importo forfetario minimo di 500 euro lordi al mese e ha previsto novità incisive sul fronte del monitoraggio della qualità formativa, dei controlli e delle sanzioni. Poiché le linee guida nazionali sono letteralmente modellate sulla norma approvata dalla giunta Rossi nel gennaio 2012, a Firenze non c’è stato bisogno di legiferare nuovamente. Idem per l’Abruzzo, che ne ha seguito le orme pochi mesi dopo: la Dgr 154/2012 è coerente con la “cornice nazionale” delineata dalla Conferenza Stato-Regioni e gli stagisti abruzzesi possono già contare su un’indennità di 600 euro al mese, la più alta d’Italia. Da circa un mese la nuova legge regionale sugli stage è realtà anche in Piemonte: il 20 giugno 2013 è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale la Dgr 74–5911 del 2013. La norma prevede un’indennità di partecipazione proporzionale all’impegno orario del tirocinante, da un minimo mensile di 300 euro per 20 ore settimanali a un minimo di 600 euro per un impegno full time. Un sistema di azioni di vigilanza volte a evitare l'utilizzo improprio degli stage rende il testo piemontese innovativo nel panorama italiano. Ce l’ha fatta a stare nei tempi anche l’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che in primavera sembrava molto in ritardo, approvando a metà luglio la legge regionale 7/2013. Maggiore qualificazione del percorso formativo, obbligo di corrispondere al tirocinante un’indennità mensile di almeno 450 euro, contrasto ai possibili utilizzi elusivi di questo strumento sono le caratteristiche principali del provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 16 settembre. Nella Provincia autonoma di Bolzano è in vigore dal 17 luglio, giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale, la deliberazione della giunta provinciale 949/2013. Il testo non si limita a ricalcare pedissequamente le indicazioni contenute nelle linee guida, ma ridefinisce le tipologie di tirocinio previste, limitando il tirocinio di inserimento/reinserimento esclusivamente a categorie particolari di «persone svantaggiate nel mercato del lavoro». Per i tirocini formativi e di orientamento è prevista una durata massima di 500 ore e un’indennità di 3 euro all’ora per i minorenni e 4 euro per i maggiorenni. I tirocini di inserimento/reinserimento hanno invece una durata massima di 12 mesi e prevedono l’erogazione di un’indennità minima di 400 euro al mese. Le imprese private possono chiedere alla Provincia un contributo a copertura dell'importo corrisposto. Qualora però al termine del tirocinio non faccia seguito l'assunzione dello stagista, e l'azienda non sappia fornire adeguati motivi per il mancato inserimento, può esserle negata la liquidazione del contributo e anche la possibilità di attivare ulteriori stage. Il 18 luglio, la giunta regionale del Lazio ha approvato la nuova normativa sui tirocini extracurriculari. La deliberazione 199/2013 è entrata in vigore il 23 luglio, il giorno successivo alla pubblicazione sul sito istituzionale Porta lavoro. La delibera fissa a 400 euro lordi l'indennità minima obbligatoria e prevede una sanzione per i soggetti sia promotori sia ospitanti che non rispetteranno la disciplina regionale, e cioè la sospensione fino a 24 mesi della possibilità rispettivamente di attivare e di ospitare stage. Il documento si discosta un po' dalle linee guida per il calcolo della proporzione numerica tra tirocinanti e dipendenti: indica infatti che debbano concorrere al computo tutti i lavoratori subordinati di una data realtà - e non solo quelli a tempo indeterminato. Approvata il 22 luglio dal Consiglio regionale la legge quadro del Molise sui tirocini extracurriculari, composta da soli nove articoli. «Si rimanda a una direttiva di dettaglio più corposa di competenza della giunta», spiega Vincenzo Rossi, dirigente responsabile del servizio Politiche per l’occupazione. «La legge ricalca in modo fedele le indicazioni contenute nelle linee guida, senza scostamenti significativi. L’indennità minima obbligatoria è fissata a 300 euro mensili per i tirocini formativi e di orientamento e a 400 per quelli di inserimento/reinserimento. I primi hanno una durata massima di 6 mesi, i secondi di un anno». Il 23 luglio il Veneto ha adottato la Dgr 1324/2013 che introduce l’indennità obbligatoria per i tirocinanti e, come la Repubblica degli Stagisti aveva annunciato tre mesi fa, su pressione delle parti datoriali e soprattutto delle organizzazioni artigianali, l’ammontare del compenso è rimasto fermo a 300 euro (più servizio mensa o buoni pasto). A giugno la terza commissione del Consiglio regionale aveva espresso parere negativo sulla delibera: astenuti Pd e Pdl; favorevole la Lega. La spaccatura politica era nata proprio sul compenso ai tirocinanti, ritenuto troppo basso, e sull’assenza, nel provvedimento, di incentivi all’assunzione degli stagisti. Tuttavia il parere della commissione non è vincolante. La nuova norma sarà pubblicata sul prossimo Bollettino Ufficiale Regionale ed entrerà in vigore dal giorno successivo.La scorsa settimana è stato approvato con delibera di giunta il regolamento regionale in materia di promozione e disciplina dei tirocini formativi della Campania. Rispetto alla bozza che l’assessore aveva presentato alla Repubblica degli Stagisti tre mesi fa, il testo è stato integrato con le osservazioni elaborate dalla parti sociali: l’indennità di partecipazione è stata confermata in 400 euro mensili mentre è cambiata la proporzione tra stagisti e dipendenti: da un allarmante 30%, che addirittura triplicava la percentuale indicata nelle linee guida, si è scesi al 20%. Che rimane il doppio di quanto previsto dalle altre Regioni italiane, ma è comunque un miglioramento rispetto alla prima bozza. La nuova norma è in attesa di pubblicazione sul prossimo Bollettino Ufficiale Regionale. Hanno formalmente rispettato la scadenza, optando però per una “scorciatoia” per riuscire a rispettare la scadenza del 24 luglio, Basilicata e Sicilia: con la Dgr 747/2013 del 27 giugno 2013, pubblicata sul B.U.R. n. 24 del 16 luglio 2013, la Basilicata ha deliberato di recepire il testo delle linee guida, così come è uscito dalle mani della Conferenza Stato-Regioni, e lo ha reso immediatamente operativo sul proprio territorio. Dunque già oggi chi voglia svolgere uno stage extracurriculare sul territorio lucano dovrebbe percepire un'indennità minima di 300 euro, della durata massima di sei mesi per i tirocini di inserimento/reinserimento e di 12 mesi per quelli formativi e di orientamento, e dovrebbe godere di tutte le tutele indicate nelle linee guida. 
La Basilicata dunque si è limitata a recepire le linee guida così come sono, senza approntare una normativa regionale ad hoc, senza tentare di introdurre aspetti migliorativi, e soprattutto senza neppure aprire un confronto con le parti sociali. Lo stesso ha fatto, in zona Cesarini, la giunta siciliana guidata da Rosario Crocetta, che il 23 luglio ha deliberato di recepire le linee guida nazionali. Molto critici i sindacati, come spiega alla Repubblica degli Stagisti il segretario confederale della Cgil Sicilia Ferruccio Donato: «Con il semplice recepimento delle linee guida la nostra Regione “si salva in corner” ma si attesta ben al di sotto delle aspettative. Dalla passata legislatura ci battiamo infatti per una vera regolamentazione dei tirocini, cosa che sarebbe stata possibile se il governo regionale avesse agito per tempo, con meno approssimazione e confrontandosi con le parti sociali». Donato denuncia inoltre che «la Sicilia può disporre per i tirocini destinati ai giovani di 33 milioni di euro già stanziati dal dicembre 2011 col ‘Piano Barca’ e di una quota  dei 168 milioni di euro previsti dal governo Letta. A fronte di questa disponibilità, manca tuttora una legge organica che disciplini l’uso di questi fondi, e in Sicilia l’indennità per i tirocinanti si è fermata a 300 euro. Ci chiediamo se si tratti di una scelta dettata dalle pressioni delle lobby imprenditoriali, le stesse che hanno chiesto e ottenuto solo due mesi fa il raddoppio dei limiti numerici degli stagisti da inserire nelle aziende con la legge 9/2013. Ora peraltro non si capisce a quale normativa bisogna fare riferimento su questo punto: perché la delibera, recependo in toto le linee guida, sembrerebbe rimandare alla proporzione del 10% indicata in quel documento, ma la L. 9/2013 stabilisce un limite doppio». Qui si esaurisce, purtroppo, la lista delle Regioni che hanno legiferato nei tempi previsti. Ci si può parzialmente consolare contando quelle che sembrano essere ormai a un passo dal traguardo e che, con tutta probabilità, al più tardi per settembre si saranno messe in regola. Nelle Marche il testo definitivo della Dgr in materia di tirocini dovrebbe essere approvato proprio oggi, 29 luglio, ed entrare in vigore ad agosto. Al tirocinante sarà corrisposta un’indennità d’importo non inferiore a 350 euro lordi mensili, ma solo a condizione che sia superata la soglia del 75% delle presenze mensili stabilite dal progetto formativo. In Puglia il Ddl che recepisce le linee guida e introduce un’indennità minima di 400 euro al mese è stato approvato dalla Giunta e aspetta solo l’approvazione finale del Consiglio, che, secondo le parole dell’addetto stampa Felice Laudadio, dovrebbe arrivare martedì 30 luglio. Dalla Provincia autonoma di Trento Sergio Vergari, dirigente del Servizio Lavoro, fa sapere alla Repubblica degli Stagisti che «il Consiglio provinciale sarà riunito sino al 3 agosto 2013 per l'approvazione della legge finanziaria 2014 ove saranno contenute le norme di riforma dei tirocini extracurriculari». Un po’ più indietro l’Umbria: Luigi Rossetti, coordinatore dell'Area impresa e lavoro della Regione, spiega che «nella riunione di giunta del 22 luglio è stato approvato un disegno di legge con cui viene modificato il quadro normativo di riferimento, cosa che ci consentirà a breve di recepire le linee guida approvate lo scorso gennaio. In parallelo, stiamo lavorando con i tecnici di Italia Lavoro per definire la proposta da sottoporre alle parti sociali. Il tutto richiede qualche settimana e, complici le ferie di agosto, credo che saremo pronti a settembre». In affanno sui tempi anche la Liguria: l’assessore al lavoro Enrico Vesco, a conclusione di un percorso che lo ha visto impegnato per arrivare ad un testo condiviso con le parti sociali e datoriali, ha affermato che «verranno portate in Giunta regionale lunedì 5 agosto le nuove norme regionali sui tirocini extracurriculari individuate a livello di Conferenza Stato-Regioni». Un caso molto particolare è poi quello della Lombardia, che da sola accoglie circa un sesto di tutti gli stagisti italiani: la giunta Formigoni lo scorso anno aveva approvato delle linee di indirizzo che però per larga parte differiscono dalle linee guida Stato-Regioni, e che dunque vanno aggiornate e riviste. Il 25 luglio l'assessorato al Lavoro ha presentato in anteprima la bozza di normativa regionale nel corso di un evento pubblico, promosso dai gruppi consiliari del Partito democratico e del Patto civico per Ambrosoli presidente insieme alla Repubblica degli Stagisti. Il testo verrà esaminato proprio oggi (29 luglio) dall'assemblea di giunta, con l'obiettivo di essere votato entro venerdì 2 agosto. La prima sorpresa del testo è che esso va a normare anche i tirocini curriculari: una circostanza imprevista e unica nel panorama nazionale. Per quanto riguarda l'indennità, prevista una doppia possibilità: 300 euro mensili minimi se con buoni pasto o servizio mensa, oppure 400 euro. Ma il punto in cui la bozza si discosta di più dalle linee guida sta nella proporzione numerica tra stagisti e dipendenti, che non considera solo i contratti a tempo indeterminato ma anche le collaborazioni coordinate e continuative di durata di almeno 12 mesi. Addirittura, per i tirocini curriculari il limite massimo di proporzione non ci sarà proprio. «Il nostro approccio è di promuovere l'uso del tirocinio, non di disincentivarlo», ha spiegato durante l’incontro Gianni Bocchieri, direttore generale della Direzione Istruzione, formazione e lavoro. Infine, eccoci arrivare alla coda di questa particolare classifica regionale: non sono ancora in grado di dare tempistiche certe sull’approvazione della nuova norma la Valle d’Aosta, la Sardegna, la Calabria, il Friuli. Ma mentre le altre Regioni sono state in grado di presentare alla Repubblica degli Stagisti i contenuti della bozza su cui stanno lavorando, la Valle d’Aosta non ha saputo o non ha voluto fornire nessuna indicazione. Cosa succederà in queste Regioni? A quale normativa dovranno fare riferimento aziende ed enti che vogliano attivare tirocini? Le linee guida infatti sono semplici “standard minimi di riferimento” e quindi non sono vincolanti per le imprese, almeno fino a quando non saranno recepite con leggi regionali. La risposta l'ha data a fine giugno il governo ed è scritta nero su bianco nel DL 76/2013 del 28 giugno, che all'articolo 2 comma 4 afferma: «Fino al 31 dicembre 2015 il ricorso ai tirocini formativi e di orientamento nelle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano dove non è stata adottata la relativa disciplina, è ammesso secondo le disposizioni contenute nell'articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196 e nel decreto interministeriale 25 marzo 1998, n. 142 e la durata massima dei tirocini prevista dall'articolo 7 del predetto decreto interministeriale è prorogabile di un mese». Il governo ha quindi confermato quanto aveva sostenuto qualche mese fa la Fondazione Studi dell'Ordine dei consulenti del lavoro in una circolare: è il decreto interministeriale 142/1998, e cioè la legge "mamma" dei tirocini che ha regolamentato tale materia negli ultimi 15 anni, ad avere «efficacia immediatamente sostitutiva e diretta laddove manchi una normativa regionale».   Anna Guida   Per saperne di più su questo argomento:   - Tirocini, la Regione Lombardia scopre le carte: normiamo anche i curriculari- Lazio / Rimborso minimo di 400 euro e stage anche in aziende senza dipendenti- La bozza di legge della Calabria, la scorciatoia della Basilicata- Sardegna / Per la nuova legge regionale spunta la sottocommissione di esperti- Friuli / L'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»- In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»E leggi anche:- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»

Regole per gli stage in Lombardia, le proposte della Repubblica degli Stagisti alla Regione

A seguito della lettura approfondita della bozza di dgr della Regione Lombardia in materia di tirocini, e sulla scorta dei contenuti emersi durante il dibattito del 25 luglio al Pirellone [nell'immagine, un momento dell'evento], ecco le proposte che la Repubblica degli Stagisti desidera inoltrare alla Direzione Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, sperando che almeno qualcuna possa trovare spazio nel lavoro di revisione che in questi giorni verrà fatto sulla bozza in vista della approvazione definitiva, prevista entro venerdì 2 agosto. Anche perché la Lombardia ospita ogni anno ben un sesto degli stagisti di tutta Italia: fondamentale dunque che si doti della normativa migliore possibile, per assicurare percorsi di qualità ai circa 90mila giovani (e meno giovani) che fanno stage ogni anno sul suo territorio.   Proporzione stagisti-dipendenti / 1. Nel conteggio delle “risorse umane”, la bozza indica che si debbano ricomprendere: il o i titolari di impresa e i coadiuvanti, i liberi professionisti singoli o associati; i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, determinato o di collaborazione non occasionale, di durata pari almeno a 12 mesi; i soci lavoratori di cooperative (qui per i rapporti non a tempo indeterminato deve essere rispettato il limite minimo di durata di 12 mesi). Viene ignorata da parte della Regione l'indicazione delle linee guida - conteggiare solo gli assunti a tempo indeterminato - e mantenuto ciò che era già previsto dalla delibera regionale dell'anno scorso. Qui la proposta della RdS è di considerare invece tutti i contratti subordinati (tempo indeterminato, tempo determinato e apprendistato) di durata pari o superiore a 12 mesi. In questo modo non si permetterà di avere troppi stagisti alle aziende che utilizzano massicciamente contratti precari, parasubordinati, veramente o fintamente autonomi.Proporzione stagisti-dipendenti / 2. Inoltre, rispetto al passaggio che riguarda le attività di carattere stagionale, RdS ritiene che la bozza entri in contraddizione nel prevedere che «lavoratori e collaboratori a tempo determinato potranno essere conteggiati [ai fini della proporzione stagisti / dipendenti, ndr] anche in caso di durate inferiori a 12 mesi, a condizione che il loro contratto abbia inizio prima dell’avvio del tirocinio e si concluda successivamente alla conclusione dello stesso«. Ciò si pone in contrasto con un altro passaggio della medesima bozza, quello in cui viene prescritto che «i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività». Essendo le attività stagionali per loro natura svolte solo in determinati periodi di picco, sembra poco lungimirante permettere la presenza di un numero superiore di stagisti. In alternativa, Regione Lombardia dovrebbe prevedere espressamente il divieto di utilizzare stagisti, in ognuna di queste attività, nei periodi di alta stagione.Indennità assicurata anche per gli stagisti degli enti pubblici. La bozza non é chiara circa l'obbligo delle pubbliche amministrazioni di sottostare al vincolo del compenso minimo obbligatorio. Anzi nel paragrafo dedicato alla indennità al terzo comma recita «Qualora il soggetto ospitante sia una Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’articolo 1 c. 39 della legge 92/2012 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Una frase preoccupante, perché avalla la tesi che quel passaggio della legge 92 esoneri automaticamente le amministrazioni pubbliche dall'erogare indennità ai propri stagisti. Invece la corretta interpretazione secondo la RdS è ben diversa; si deve dire agli enti pubblici che, per poter continuare ad ospitare stagisti extracurriculari, essi dovranno trovare all'interno dei propri bilanci fondi da destinare alle indennità, se necessario effettuando tagli sulle spese superflue.No a differenti definizioni di attività simili al tirocinio per sfuggire alla normativa. Nel passaggio «Non rientrano tra le materie oggetto dei presenti Indirizzi altri interventi e misure, aventi medesimi obiettivi e struttura dei tirocini, comunque denominati, se previsti e regolamentati da norme speciali» la bozza di Regione Lombardia va in direzione opposta rispetto a quanto espresso nelle linee guida, che al contrario mettevano in guardia dal cercare di fare i furbi, cambiando semplicemente nome agli stage nel tentativo di sfuggire alle prescrizioni: «Le presenti linee guida rappresentano standard minimi di riferimento anche per quanto riguarda gli interventi e le misure aventi medesimi obiettivi e struttura dei tirocini, anche se diversamente denominate». La Repubblica degli Stagisti chiede alla Regione Lombardia di intervenire su questo punto per fugare ogni dubbio sulla impossibilità di inventare nuovi nomi per attività simili ai tirocini con l'obiettivo di eludere la normativa prossima ventura. Su questo il direttore generale Gianni Bocchieri si è già espresso positivamente nel corso dell'evento pubblico del 25 luglio.Sanzioni a chi abusa dello stage. Nella bozza non sono previste sanzioni specifiche rivolte ai soggetti ospitanti, come per esempio la sospensione della possibilità di accogliere stagisti per quelli inadempienti. Tale azione sanzionatoria é prevista da altre leggi regionali come per esempio quelle della Toscana e del Lazio. Sostegno ai soggetti promotori che attivano un numero consistente di stage ogni anno, come per esempio gli uffici stage delle università. Questi uffici sono spesso sottostaffati e gli addetti si trovano a dover attivare annualmente anche centinaia di stage ciascuno, con ovvie ricadute negative sulla possibilità - anche solo temporale - di poter vigilare sulla qualità del progetto formativo individuale e sul corretto svolgimento degli stage. La Repubblica degli Stagisti suggerisce pertanto che la Regione Lombardia valuti la possibilità di sostenere tali uffici stage anche e sopratutto con finanziamenti che permettano di avere personale in più deputato all'attivazione di stage di qualità e al loro monitoraggio.Tirocini curriculari. La Repubblica degli Stagisti nutre qualche dubbio circa l'opportunità che la Regione normi anche i curriculari, intravedendo profili di possibile conflitto se lo Stato - come a parti inverse hanno fatto le Regioni negli anni scorsi chiedendo l'intervento dirimente della Corte costituzionale - volesse rivendicare la competenza esclusiva in materia di tirocini curriculari. O anche se solo, più semplicemente (e come si auspica), il ministero dell'Istruzione intervenisse per colmare l'attuale vacatio legis sui curriculari, emettendo una normativa valida a livello nazionale, che evidentemente entrerebbe in conflitto con quella prevista da Regione Lombardia. Ma qui il direttore Bocchieri ha assicurato che la regolamentazione che Regione Lombardia ha deciso di predisporre per i curriculari sarà "cedevole", cesserà di avere valore qualora subentrasse una norma nazionale sul tema.  A questo punto dunque la Repubblica degli Stagisti desidera fornire le sue indicazioni rispetto alla regolamentazione dei tirocini curriculari, chiedendo alla Regione Lombardia di ritirare tutta la lunga serie di "deroghe" che priverebbero di fatto i tirocinanti curriculari di ogni tipo di tutela e garanzia. In particolare nella bozza è previsto che:- non si applichi il vincolo per il soggetto ospitante di poter realizzare con il medesimo tirocinante un solo tirocinio; la RdS chiede che invece sia ripristinato - non si applichino i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento. Questo è punto è particolarmente grave perché permetterebbe a un'azienda di avere un numero potenzialmente infinito di stagisti curriculari. La Repubblica degli Stagisti qui che venga stabilito un massimo di stagisti curriculari, per esempio in proporzione pari al massimo di stagisti extracurriculari- non si applichi il vincolo di non aver effettuato licenziamenti nei 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio, o di avere in corso procedure di CIG per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio. Anche qui la RdS chiede che il vincolo sia ripristinato. Un'azienda che sta effettuando riduzione di personale ha ben altri problemi da affrontare, che non investire il proprio tempo per la formazione dei giovani.- nel progetto formativo non serva che vi sia la specificazione della figura professionale di riferimento e non sia previsto rilascio di attestazione specifica della formazione ricevuta o registrazione sul Libretto formativo. La Repubblica degli Stagisti si chiede perché gli stagisti curriculari non dovrebbero avere specificata la figura professionale di riferimento e sopratutto perché non dovrebbero avere diritto a vedere registrata sul proprio Libretto formativo l'attestazione della formazione ricevuta, e dunque anche qui chiede che queste deroghe siano soppresse.- non sia previsto importo minimo di indennità di partecipazione. La RdS chiede invece che anche per i tirocini curriculari venga prevista una indennità minima obbligatoria, e suggerisce che essa sia fissata dimezzando l'importo minimo previsto per i tirocini extracurriculari. Dunque almeno 200 euro al mese, che possono scendere a 150 in caso il soggetto ospitante eroghi anche buoni pasto o dia la possibilità allo stagista di accedere gratuitamente alla mensa aziendale. L'obbligo di erogare tale indennità dovrebbe venire meno solamente in due casi: il primo, che lo stage curriculare fosse realmente brevissimo, di durata inferiore a 250 ore (circa un mese e mezzo); il secondo, che lo stagista fosse giovanissimo (minorenne o comunque iscritto a un istituto di istruzione secondaria).Monitoraggio. A questo proposito il testo prevede, in maniera piuttosto scarna, che la Regione promuova «un monitoraggio sistematico dei tirocini e degli eventuali inserimenti lavorativi post tirocinio, anche attraverso l’analisi delle comunicazioni obbligatorie» sulla base del quale redigere «un rapporto annuale, pubblicato sul sito Web della Direzione Generale competente». Qui la Repubblica degli Stagisti propone invece di istituire un sistema ben più innovativo e incisivo: un database regionale che raccolga tutte le informazioni relative all'attivazione di ogni stage. Il database dovrebbe coordinare il lavoro di uffici stage universitari, centri per l'impiego, scuole di formazione post diploma e post laurea, e tutti gli altri soggetti che fungono da enti promotori. Dovrebbe essere condiviso con camere di commercio, associazioni datoriali, Inps, Inail e Direzioni territoriali del lavoro per permettere di monitorare in maniera costante il rispetto della normativa (es. il numero di stagisti ospitabili contemporaneamente, correlato al numero di dipendenti di una data realtà). Il database, prevedendo campi specifici su data di inizio e di fine dello stage, data di inizio e di fine dell'eventuale proroga, entità del rimborso spese se presente e/o di altri benefit a favore dello stagista, e - cosa importantissima - esito dello stage, potrebbe anche fungere da osservatorio di fatto dell'universo stage regionale, diventando così lo strumento principale dell'azione di coordinamento e controllo dell'utilizzo dei tirocini. Con gli attuali strumenti informatici, la creazione del database comporterebbe per la Regione una spesa certamente contenuta, permettendo però risultati finora impensabili.Queste le proposte che con la Repubblica degli Stagisti vogliamo lanciare al tavolo della Regione Lombardia: perché gli stage siano davvero un momento utile ai giovani, e venga scongiurato qualsiasi pericolo di abuso, e un momento utile alle aziende per avvicinare le nuove leve e scegliere magari nuovi talenti da inserire.Eleonora Voltolina[grazie a Simone Bergonzi per la foto]Per saperne di più su questo argomento:- Tirocini, la Regione Lombardia scopre le carte: normiamo anche i curriculariE anche:- Lombardia / C'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?- Friuli / L'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»- In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»E leggi anche:- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Sardegna / Per la nuova legge regionale spunta la sottocommissione di esperti- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?

Tirocini, la Regione Lombardia scopre le carte: normiamo anche i curriculari

Ieri l'assessorato al Lavoro della Regione Lombardia ha presentato in anteprima la sua bozza di normativa regionale sugli stage nel corso di un evento pubblico, promosso dai gruppi consiliari del Partito democratico e del Patto civico per Ambrosoli presidente insieme alla Repubblica degli Stagisti. A illustrare le nuove disposizioni in corso di elaborazione e di trattativa con le parti sociali è stato Gianni Bocchieri, direttore generale della Direzione Istruzione, formazione e lavoro, in sostituzione dell'assessore Valentina Aprea impegnata in giunta. La tabella di marcia è serrata, anche per il ritardo accumulato rispetto alla deadline che la conferenza stato - regioni aveva posto a gennaio, che scadeva giusto ieri [il 24 luglio ndr]. Il testo, consegnato dalla Regione ai rappresentanti delle parti sociali con la richiesta di far pervenire eventuali richieste di modifiche o integrazioni, verrà esaminato lunedì dal l'assemblea di giunta, con l'obiettivo di essere votato entro venerdì 2 agosto. La prima sorpresa del testo è che esso va a normare anche i tirocini curriculari: una circostanza imprevista e unica nel panorama nazionale, dato che le Regioni hanno ottenuto conferma di competenza lo scorso dicembre dalla Corte costituzionale - ma solo per gli extracurriculari. Le linee guida infatti si ripropongono di normare solo gli extracurriculari: «Abbiamo fatto verifiche di dottrina e non riteniamo di essere in difetto rispetto all'attribuzione delle competenze» chiarisce Bocchieri: «Qualora intervenisse una disciplina nazionale, la nostra disciplina sarebbe ovviamente cedevole, lascerebbe il passo a quella statale».L'obiettivo complessivo, spiega il direttore generale, è duplice: «Favorire i tirocini che sono esperienza importante se fatti in modo fisiologico e dare al sistema produttivo certezze dal punto di vista dell'utilizzo di questo strumento formativo». Le scelte dell'assessorato si sono basate su alcuni dati numerici: secondo la Regione, sui 35mila tirocini extracurriculari attivati nel 2012 - di cui 24mila hanno riguardato persone con titolo di studio secondario e l'83% è stato svolto in realtà del settore commercio e servizi, nella metà dei casi da parte di giovani tra i 22 e i 28 anni, per una durata media che per oltre un terzo dei percorsi formativi si è attestata tra i 3 e i 6 mesi - oltre 14mila si sono trasformati in un lavoro, vale a dire il 41% del totale: nel 68% dei casi secondo le statistiche della Regione il contratto viene offerto al tirocinante dalla medesima azienda dove ha appena effettuato il percorso formativo, mentre nel restante 32% il lavoro arriva da un'altra parte, ma come diretta conseguenza delle competenze acquisite durante lo stage. «Riteniamo dunque che i tirocini possano essere una importante esperienza di contatto tra giovani e mondo del lavoro, se regolamentati per evitare derive patologiche. La regolamentazione deve dunque incentivare l'utilizzo di questo strumento». L'azione dell'assessorato si è poi ispirata ad alcuni punti fermi: «Quello che noi consideriamo un provvedimento spartiacque, e cioè l'articolo 11 del decreto legge 138 dell'agosto 2011, che poi è stato ritenuto incostituzionale ma che ha comunque stabilito alcuni importanti punti fermi rispetto alla regolamentazione dei tirocini. E poi naturalmente l'accordo dello scorso gennaio, in Conferenza unificata, che chiedeva recepimento entro ieri. Rispetto a questo accordo noi abbiamo operato alcune deroghe che sono al vaglio della contrattazione con le parti sociali». Tra cui appunto la decisione di normare anche i tirocini curriculari, ma non solo. Ad elencarli lo stesso Bocchieri: «Abbiamo ritenuto opportuno e utile, proprio su istanza delle parti sociali, inserire gli stage curriculari e quelli estivi, non solo gli extra curriculari. Quindi anche essi trovano sistemazione nella regolamentazione predisposta da Regione Lombardia». Per quanto riguarda l'indennità, prevista «una doppia possibilità: 300 euro mensili minimi se con buoni pasto o presenza di servizio mensa, oppure 400 euro». E qui Bocchieri, incalzato dal consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella (primo firmatario proprio di una mozione sul recepimento delle linee guida, respinta dalla Giunta giusto poche settimane fa) spiega: «Il confronto con parti sociali ha anche incluso uno sguardo comparato con quel che stava succedendo nelle altre regioni, abbiamo avuto un confronto diretto con l'Emilia Romagna e siamo in contatto continuo con la Toscana. Ci tengo a ribadire il presupposto di partenza che sta alla base della definizione della nostra proposta: se ben utilizzato il tirocinio è un buon modo di incontro tra giovani e imprese e quindi va incentivato, non soffocato da un apparato che lo affossi, e allo stesso modo non va gravato dal punto di vista economico». In effetti entrambe le Regioni citate nelle loro leggi hanno previsto una indennità minima più alta: almeno 450 euro al mese per l'Emilia, addirittura 500 per la Toscana. Regioni "rosse", certo, ma lo sguardo critico di Bocchieri non risparmia neanche i provvedimenti adottati da una Regione leghista, il Piemonte, che ha previsto un minimo di 300 euro al mese di indennità per gli stage part-time, che sale a 600 euro al mese per quelli full-time: «La normativa piemontese non ci convince: non vogliamo correlare l'indennità a nessun orario perché non vogliamo prevedere un "orario di lavoro" per i tirocini. Dunque di tirocini part-time o full-time non vogliamo proprio sentire parlare».Ma il punto in cui la bozza di nuova normativa lombarda si discosta di più dalle linee guida sta nella proporzione numerica tra stagisti e dipendenti: «Abbiamo proposto un calcolo della proporzione che inclusa non solo i contratti a tempo indeterminato ma anche le collaborazioni coordinate e continuative di durata di almeno 12 mesi; devo dire non abbiamo ancora chiuso, per la presenza di orientamenti diversi nelle parti sociali». Addirittura, per i tirocini curriculari il limite massimo di proporzione non ci sarà proprio. Bocchieri resiste così alle critiche avanzate su questo punto dalla Repubblica degli Stagisti, con la prospettiva poco edificante di aziende che a quel punto si riempiranno di tirocinanti curriculari: «Il nostro approccio è di promuovere l'uso del tirocinio, non di disincentivarne l'utilizzo. Non arretrerei sulla disposizione di non aver previsto nessun limite alla proporzione dei curriculari in azienda: se anche 50 ragazzi facessero un tirocinio di orientamento in un'impresa con soli 10 dipendenti, io sarei contento. Vogliamo tendere a promuovere un patto di corresponsabilità con il soggetto promotore, per la corretta promozione dei tirocini curriculari».Vi saranno poi «attività di monitoraggio che possano consentirci analisi migliori rispetto a quelle che abbiamo presentato oggi. E abbiamo previsto che sulla base dei dati di monitoraggio la Regione si riserva il diritto di effettuare controlli presso i promotori». Dunque l'occhio di Palazzo Lombardia vigilerà non sui soggetti ospitanti, le aziende e gli enti che ospitano gli stagisti e che nei casi peggiori li sfruttano, bensì su quelli promotori, cioè gli uffici che attivano i tirocini: «Ci tengo a sottolineare questo passaggio, discusso e discutibile, relativo al potere della Regione di tipo sanzionatorio, sopratutto sul soggetto ospitante» ha spiegato Bocchieri: «Noi abbiamo centrato il nostro potere di vigilanza e dunque anche di sanzione sul soggetto promotore, e abbiamo su di essi anche delle leve e delle possibilità di persuasione. Dunque lasciamo il controllo dei soggetti ospitanti alla magistratura, e ci concentriamo su quelli promotori attivando prima azioni persuasive piuttosto che sanzionatorie. Sempre stando attenti a non permettere una degenerazione dell'uso dei tirocini». Alcune Regioni, come Lazio e Toscana, hanno invece previsto sanzioni specifiche per i soggetti ospitanti, come per esempio la sospensione per un tot di mesi della possibilità di accogliere stagisti: «Noi abbiamo cercato di disciplinare la materia consapevoli delle nostre prerogative: pensiamo che le normative laziale e toscana siano facilmente impugnabili rispetto alle sanzioni agli enti ospitanti» ribatte Bocchieri.Concludendo comunque con una apertura a suggerimenti dall'esterno: «Abbiamo fornito il testo alle parti sociali e non solo a loro, chiedendo commenti e modifiche fino al l'assemblea di giunta che ci attende al massimo entro lunedì mattina, dunque colgo l'occasione per invitare tutti i soggetti interessati a fare una lettura e farci sapere. Meglio una lettura in più che una in meno». Una proposta che la Repubblica degli Stagisti ha immediatamente voluto cogliere, mettendo in fila le sue proposte e richieste in questo articolo.Tra gli interventi del pubblico, una richiesta significativa da parte delle scuole di moda: «Delle undici scuole di eccellenza italiane, otto sono a Milano: contano migliaia di studenti, di cui il 60% stranieri. Le scuole sono gli uffici placement di questi ragazzi, che portano il loro talento e il valore della diversità» spiega Roberto Portinari della Piattaforma sistema formativo moda. E proprio gli stranieri vanno incontro a difficoltà nel momento in cui devono attivare stage post-diploma:  «Vengono con il permesso di soggiorno, ma una volta che finiscono gli studi scade anche il permesso, e allora sono costretti a tornare al loro paese e avviare una serie di procedure conplesse. Col risultato che spesso non ottengono il permesso di venire, perché lo stage non prevede rimborso». E su tutt'altro fronte un appello di Roberto Codazzi del Consorzio sociale Cs&l, che si occupa di attivazione di tirocini a favore di disabili, svantaggiati, disoccupati di lunga durata: più trasparenza e possibilità per i soggetti promotori di controllare prima di attivare un tirocinio il numero di tirocini in quel momento attivi in quella realtà, per non andare "alla cieca" ed evitare di mandare uno stagista in un posto dove ce ne sono già troppi. Una richiesta che va nel senso del «database degli stage» che da oltre tre anni la Repubblica degli Stagisti perora per un'operazione glasnost sugli stage, e che anche Umberto Ambrosoli, "padrone di casa" dell'evento, ha considerato importante.Dal punto di vista concreto, il percorso attuato dall'assessorato si è svolto all'interno di una sottocommissione in cui è stato avviato un confronto con le parti sociali: quattro appuntamenti, poi la consegna mercoledì 24 del testo alle parti sociali, e un quinto appuntamento ieri pomeriggio per raccogliere le considerazioni e le richieste di modifica: «Vogliamo portare in giunta il provvedimento entro il 2 agosto» promette Bocchieri.Eleonora Voltolina[grazie a Simone Bergonzi per le foto]Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Regole per gli stage in Lombardia, le proposte della Repubblica degli Stagisti alla RegioneE anche:- Lombardia / C'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?- Friuli / L'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»- In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»E leggi anche:- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Sardegna / Per la nuova legge regionale spunta la sottocommissione di esperti- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?

Tirocini: la bozza di legge della Calabria, la scorciatoia della Basilicata

La Repubblica degli Stagisti torna dentro i palazzi della Regione Calabria, e questa volta lo fa per esaminare il testo della nuova normativa sui tirocini extracurriculari che dovrebbe diventare presto legge e disciplinare - anche nel senso letterale di mettere disciplina, si spera - una materia che nella punta dello Stivale è stata considerata a lungo il regno del caos e dell'anarchia, come dimostra l'annosa vicenda dei “superstage” negli enti pubblici. La nuova normativa deve recepire le indicazioni contenute nelle linee guida nazionali concordate a gennaio in sede Conferenza Stato-Regione e dovrebbe – il condizionale è d'obbligo - essere approvata entro il 24 luglio, cioè tra pochissimi giorni. A che punto siamo? Lo spiega alla Repubblica degli Stagisti l'assessore al Lavoro e alla Formazione professionale Nazzareno Salerno [nella foto a destra] in una relazione scritta: «È stata depositata presso la Segreteria dell’Assemblea del Consiglio regionale il 12 febbraio 2013 una proposta di legge, n. 430/9^, che è stata assegnata in discussione il giorno successivo alla III Commissione per l’esame di merito e alla II Commissione  per il parere. L’Assessorato tenuto conto delle autonome decisioni del Consiglio regionale ha intenzione di proporre, entro il 24 luglio 2013, una delibera di Giunta che tenga conto della proposta di legge in discussione da emendare  dando attuazione a quanto stabilito dalla riforma del mercato del lavoro». Il testo della proposta di legge in discussione è disponibile sul sito del Consiglio regionale. La Repubblica degli Stagisti è riuscita a vedere anche gli emendamenti proposti finora dall'assessore. Il suo addetto stampa precisa però che non sono definitivi, perché si sta ancora lavorando per perfezionare il testo. Ad ogni modo, analizzando la proposta di legge in discussione e gli emendamenti proposti sino ad oggi è possibile farsi un'idea della nuova normativa in arrivo. Il primo emendamento significativo è stato proposto per l'articolo 5, che riguarda la tanto dibattuta proporzione tra stagisti e dipendenti. La proposta di legge all'esame del Consiglio stabilisce che «le unità operative fino a cinque dipendenti a tempo indeterminato» possono ospitare un tirocinante. L'intervento dell'assessore va a disambiguare quel «fino a cinque dipendenti» in senso favorevole alle aziende: possono ospitare un tirocinante «le unità operative da zero fino a cinque dipendenti a tempo indeterminato». Dunque sarà possibile attivare uno stage anche alle aziende composte dal solo titolare e prive di personale assunto. Sempre nell'articolo 5, un'ulteriore modifica voluta dall'assessore riguarda, al comma 9, la “tutorship”. La legge calabrese specifica meglio le mansioni delle due figure, il «referente del soggetto promotore» e il «tutor del soggetto ospitante». Il primo collabora alla stesura del progetto formativo, coordina l'organizzazione e il percorso di tirocinio, monitora l'andamento del tirocinio e concorre a stendere l'attestazione finale. Il secondo è responsabile dell'inserimento e dell'affiancamento dello stagista sul luogo di lavoro, deve «possedere esperienze e competenze professionali adeguate per garantire il raggiungimento degli obiettivi del tirocinio e può accompagnare fino ad un massimo di tre tirocinanti contemporaneamente». L'articolo 6 stabilisce la durata degli stage e recepisce esattamente le indicazioni contenute nella linee guida, che prevedono una durata massima di 6 mesi per i tirocini formativi e di orientamento e di 12 mesi per quelli di inserimento/reinserimento. Alla fine il tirocinante riceverà «un attestato di competenza ed acquisita professionalità», ma solo, così precisa un emendamento dell'assessore, «se avrà partecipato almeno al 70% della durata prevista dal progetto formativo».Ed ecco l'articolo 7, quello che riguarda il compenso ai tirocinanti: la proposta di legge parla di un’indennità di partecipazione non inferiore a 400 euro lordi mensili, ma l'assessore intende intervenire su questo punto abbassandola a 300 e non ha fornito spiegazioni a riguardo. Precisato al comma 3 che l'obbligo di indennità vale anche per gli enti pubblici e che quindi «le convenzioni di tirocinio potranno essere attivate solo ove la relativa spesa possa essere coperta mediante risorse contenute in appositi capitoli del bilancio e nei limiti della spesa consentita per finalità formative», al comma 5 arriva un punto ambiguo: «la Regione, nell'ambito della programmazione operativa regionale con il Fondo Sociale Europeo, individua con esattezza le misure o gli obiettivi nelle quali prevedere le risorse finalizzate alla copertura totale o parziale dell'importo forfetario, a titolo di rimborso spese corrisposto al tirocinante». Non è chiaro però se in questo comma ci si riferisca solo agli stage negli enti pubblici, per i quali avrebbe senso individuare delle possibili fonti di risorse da utilizzare, o se la Regione intenda coprire anche le indennità percepite dai tirocinanti nelle imprese private, sgravando di fatto di questo “peso” i datori di lavoro.Questo dubbio porta dritti a un altro punto poco chiaro nel testo della proposta di legge: l'articolo 11 (Norma finanziaria), che recita: «Agli oneri derivanti dall'attuazione della suddetta legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2013 in euro 100.000, si provvederà per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01, inerente a “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezionano dopo l'approvazione del bilancio” dello stato di previsione della spesa del bilancio 2013 che viene ridotta del medesimo importo». Ma quali sarebbero questi oneri? Quelli derivanti dalla necessità di indennizzare gli stagisti degli enti pubblici? Il testo non afferma che in tal caso i tirocini potranno essere attivati solo ove la relativa spesa possa essere coperta nei limiti della spesa consentita per finalità formative? E come mai sono previsti dei costi per la Regione se le linee guida affermano esplicitamente che dal recepimento delle indicazioni «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»?Lasciando (con quache dubbio) la Calabria e salendo a Potenza, si scopre che la giunta della Basilicata ha optato per una soluzione particolare e un po' “furbetta” per riuscire a legiferare entro la scadenza del 24 luglio: con la Dgr 747/2013 del 27 giugno 2013, pubblicata sul B.U.R. n. 24 del 16 luglio 2013, la Regione ha deliberato di recepire il testo delle linee guida, così come è uscito dalla Conferenza Stato-Regioni, e lo ha reso immediatamente operativo sul proprio territorio. Dunque da qualche giorno chi voglia svolgere uno stage extracurriculare sul territorio lucano dovrebbe percepire un'indennità minima di 300 euro, della durata massima di sei mesi per i tirocini di inserimento/reinserimento e di 12 mesi per quelli formativi e di orientamento, e dovrebbe godere di tutte le tutele indicate nelle linee guida. La Basilicata dunque si è limitata a recepire le linee guida così come sono, senza approntare una normativa regionale ad hoc, senza tentare di introdurre aspetti migliorativi, e soprattutto senza neppure aprire un confronto con le parti sociali. La Repubblica degli Stagisti ha cercato di contattare l'assessore al Lavoro Maurizio Marcello Pittella ma la richiesta di intervista è rimasta senza risposta. Pittella ricopre l'incarico da pochi mesi, in seguito all'arresto, avvenuto a fine aprile, dell'allora assessore in carica Vincenzo Viti nell'ambito di un'inchiesta sull'uso illecito dei rimborsi concessi dalla Regione. In mancanza di risposte dall'assessorato, la Repubblica degli Stagisti si è rivolta allora all'Ufficio lavoro e territorio del Dipartimento attività produttive della Regione, che ha spiegato così la scelta:  «Per rispettare i tempi indicati in sede Conferenza Stato-Regioni, la giunta ha optato per questa soluzione: recepire le linee guida in toto, senza apportare alcuna modifica, e riservarsi di modificare il testo in seguito, dopo aver monitorato e analizzato i risultati raggiunti con la nuova normativa». Si tratta di una scelta che salva la forma (la Dgr è già in vigore, quindi la Basilicata formalmente ha rispettato la scadenza del 24 luglio) ma che altera un po' la sostanza dell'accordo raggiunto a gennaio. Le linee guida infatti intendevano fornire una cornice nazionale che fissasse degli standard minimi per garantire la qualità dei tirocini extracurriculari, ma invitavano le Regioni, che hanno competenza esclusiva in materia, a elaborare ciascuna una propria legge adeguata alle necessità e alle particolarità del territorio, frutto di un confronto costruttivo con le parti sociali. Ma negli uffici dell'assessorato di Potenza, come è evidente, in questi mesi hanno avuto ben altre questioni a cui pensare.Anna GuidaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Sardegna / Per la nuova legge regionale spunta la sottocommissione di esperti- Lombardia / C'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?- Friuli / L'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»- In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso» E leggi anche: - Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio»  

Tirocini, per la nuova legge in Sardegna spunta la sottocommissione di esperti

Mancano dieci giorni esatti alla scadenza del 24 luglio entro cui tutte le Regioni italiane dovrebbero recepire con una propria normativa le indicazioni contenute nelle linee guida nazionali sui tirocini extracurriculari. A poco più di una settimana dal termine, a che punto è la Regione Sardegna? Mariano Ignazio Contu, assessore al Lavoro e alla formazione professionale dal   14 marzo 2013, non ha mai risposto alla richiesta di intervista che la Repubblica degli Stagisti ha inviato a lui e alla sua segreteria più di un mese fa. Lucia Andria, addetto stampa dell'assessorato, ha però spiegato brevemente lo stato dell'arte: «Il 17 giugno si è riunita la Commissione regionale servizi e politiche del lavoro, organo permanente di concertazione e consultazione delle parti sociali, composta dall'assessore regionale del lavoro, dagli 8 assessori provinciali del lavoro, dai rappresentanti sindacali Cgil, Cisl Uil e Ugl, dai rappresentanti delle associazioni datoriali, del mondo della scuola e delle università, e dalla consigliera di parità. Poiché la materia è complessa e molto specifica, la Commissione ha delegato una sottocommissione tecnica che ha il compito di preparare una proposta che sarà la base per la nuova normativa regionale. La sottocommissione ha iniziato i lavori, ma non siamo ancora in grado di dire nulla sul rispetto della scadenza indicata dalla linee guida». Marinora Di Biase, segretaria regionale della Cgil conferma le informazioni date dall'addetto stampa ma è decisamente meno cauta sulla possibilità che la legge sia pronta nei tempi giusti: «È davvero difficile, per non dire impossibile, che la deliberazione di giunta sui tirocini sia approvata entro il 24 luglio. La sottocommissione tecnica, composta da 8 funzionari provinciali, dall'agenzia regionale del lavoro, dai funzionari dell'assessorato del lavoro e da un rappresentante per le parti sociali e datoriali, si è riunita una sola volta finora; quando avrà preparato una proposta di testo la dovrà portare all'esame della Commissione regionale servizi e politiche del lavoro. Sono già emerse posizioni molto diverse tra le varie parti sociali, quindi credo che questo passaggio in Commissione porterà via il suo tempo per consentire un adeguato confronto. A quel punto la palla passerà alla giunta, che adotterà una Dgr che dovrà essere poi ratificata dal Consiglio. Realisticamente, non credo plausibile che tutto ciò si possa concludere entro il 24». Sul testo che sta prendendo forma al tavolo tecnico c'è per ora il massimo riserbo da parte della Regione: «Non è ancora possibile dire nulla sulla disciplina di dettaglio, perché la sottocommissione sta ancora discutendo su come recepire le indicazioni contenute nelle linee guida», spiega Lucia Andria.  Non resta che chiedere qualche indiscrezione al sindacato. La Cgil fa sapere che è ancora presto per capire quali indirizzi prenderà la sottocommissione per stendere la bozza di testo. Sostiene anche di non saper prevedere se le indicazioni contenute nelle linee guida saranno accolte pienamente o se si preferirà inserire delle deroghe su qualche punto per venire incontro alle specifiche esigenze della realtà sarda. Per quanto riguarda l'indennità di partecipazione per gli stagisti, annuncia che è plausibile aspettarsi una cifra compresa tra 300 e 500 euro.Ad oggi, la Sardegna non si è data alcuna normativa regionale che disciplini la materia, a differenza di altre Regioni che avevano legiferato già prima dell'arrivo della linee guida nazionali - e cioè Toscana, Abruzzo, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Piemonte. Eppure il fenomeno stage è tutt'altro che irrilevante sull'isola. In base ai dati Unioncamere-Excelsior, nel 2011 in Sardegna sono stati attivati 5.240 stage solo nelle imprese private. Secondo le stime della Repubblica degli Stagisti, a questi bisogna aggiungere circa 3mila tirocini presso gli enti pubblici e almeno mille nella associazioni non profit, per un totale di più di 9mila stage complessivi. Sempre secondo i dati Unioncamere-Excelsior, la percentuale di laureati/laureandi è del 39,2%, molto più alta della media nazionale (31,9%), e lo stage sfocia in un contratto solo nel 9,7% dei casi.  Nonostante le scarse opportunità di inserimento, i giovani sardi restano molto interessati alle opportunità di tirocinio. Lo dimostra quanto accaduto il 15 gennaio, quando l’Agenzia regionale per il Lavoro è stata sommersa di richieste per i tirocini formativi con voucher 2013 e ha dovuto chiudere anticipatamente il click day sul portale Sardegnatirocini.it. Sul piatto c'erano 1.500 stage semestrali con voucher da 500 euro mensili messi a disposizione dal Por del Fondo Sociale europeo 2007-2013 della Regione Autonoma della Sardegna.L'iniziativa era già stata promossa l'anno scorso con modalità analoghe e anche allora le richieste erano state numerosissime. Nel 2012 erano stati 3.500 i tirocini di formazione e orientamento attivati dall'Agenzia regionale per il lavoro grazie a un investimento di 10 milioni di euro. Tuttavia la Repubblica degli Stagisti aveva già segnalato inquietanti "anomalie", che si sono ripresentate anche nell'ultimo bando: anche nel 2013, infatti, le figure più richieste sulla "vetrina domanda e offerta" risultavano essere baristi, camerieri, commessi, e persino braccianti agricoli e addetti alle pulizie. Una caffetteria, per esempio, cercava un «aiuto banconiere» per «allestire e/o sistemare il banco frigo o le vetrine; avviare i macchinari (lavastoviglie, macchina da caffè); prendere le ordinazioni; preparare e pulire il bancone; accogliere i clienti; vendere al pubblico i prodotti; esporre cibi», mentre un negozio offriva un tirocinio formativo a un «commesso/a per spostamenti, consegne, montaggio bombole gas». Leggendo gli annunci delle aziende che attraverso il portale www.sardegnatirocini.it cercano stagisti ci si accorge cioè che nella maggior parte dei casi i tirocinanti andrebbero a svolgere mansioni di basso e bassissimo profilo, che richiederebbero in realtà una fase di formazione molto rapida e potrebbero essere più correttamente formalizzati attraverso contratti di apprendistato. Si tratta di un impiego delle strumento tirocinio in netto contrasto con quanto stabilito dalle linee guida concordate in sede Conferenza Stato-Regioni, che affermano: «al fine di qualificare l'istituto e di limitarne gli abusi, si concorda sui seguenti principi: a) il tirocinio non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo; b) i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività e non possono essere utilizzati per sostituire il personale del soggetto ospitante nei periodi di malattia, maternità o ferie né per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione dello stesso». Non resta che attendere il testo della nuova normativa sarda che, se recepirà in toto le indicazioni contenute nelle linee guida, si troverebbe di fatto a rendere illegali gli stage che la Regione stessa ha promosso fino a pochi mesi fa.Anna GuidaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Lombardia / C'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?- Friuli / L'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»- In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio» E leggi anche:- Un censimento degli stagisti e dei praticanti negli enti pibblici: appello al ministro D'Alia- Subito una legge statale sui tirocini curriculari: appello al ministro Carrozza

Friuli, l'assessore promette: «Indennità di 500 euro e regolamento entro fine luglio»

La giunta guidata da Debora Serracchiani si è insediata nella sede regionale di Piazza Unità d'Italia a Trieste da appena due mesi, ma il neoassessore al Lavoro Loredana Panariti ha già le idee piuttosto chiare riguardo alla nuova normativa sui tirocini extracurriculari e ha ben presente l'incombente scadenza del 24 luglio entro cui tutte le Regioni italiane dovrebbero recepire le indicazioni contenute nelle linee guida emanate a gennaio: «Il Friuli Venezia Giulia è a buon punto. Entro il termine del 24 luglio sarà adottato il provvedimento, che è un regolamento previsto dalla legge regionale 9 agosto 2005 n. 18 (Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro). Potrebbe esserci qualche giorno di ritardo solo nel caso subentrasse qualche difficoltà in sede di organismi consultivi.
 Abbiamo già in mano una bozza di testo e, non trattandosi di una legge ma di un regolamento, l’iter di approvazione è piuttosto snello: prevede il passaggio in Comitato interistituzionale e Commissione regionale del lavoro».Quali sono le principali novità in arrivo per i circa 4.500 giovani che, secondo i dati riferiti dall'assessore, svolgono ogni anno un tirocinio extracurriculare in Friuli Venezia Giulia? «È stato previsto un limite minimo di durata dello stage di 2 mesi e massimo di 6 mesi, per tutte le tipologie di tirocinio, con esclusione dei soggetti disabili. L’indennità minima è stata fissata in 500 euro e nel regolamento sarà previsto l’eventuale adeguamento nel tempo dell’indennità, attraverso decreto del Direttore competente». Ovvero: il compenso minimo potrà essere rivisto anno dopo anno perché possa crescere all'aumentare dell'inflazione. «Sono stati individuati anche i soggetti promotori: Centri per l’impiego, Università, Enti di formazione, Servizi di integrazione lavorativa, cooperative sociali», spiega Panariti.C'è un punto contenuto nelle linee guida, che peraltro non faceva che confermare la norma già in vigore sin dal decreto interministeriale 25 marzo 1998, n. 142, che sta sucitando qualche ribellione da parte di alcune Regioni: la questione della proporzione tra stagisti e organico aziendale. Si legge infatti nel documento della Conferenza Stato-Regioni: «Possono ospitare tirocinanti nei limiti di seguito indicati: a) le unità operative con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato: un tirocinante; b) le unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e venti: non più di due tirocinanti contemporaneamente; c) le unità operative con ventuno o più dipendenti a tempo indeterminato: tirocinanti in misura non superiore al 10% dei suddetti dipendenti contemporaneamente, con arrotondamento all'unità superiore». Ma la Sicilia, con la legge 9/2013, ha raddoppiato il numero massimo di stagisti “ospitabili” contemporaneamente e ha peraltro equiparato i dipendenti a termine con quelli a tempo indeterminato. La bozza di testo predisposta della giunta campana vede addirittura triplicato il tetto massimo del numero di tirocinanti in proporzione al numero di dipendenti. Entrambe le Regioni stanno includendo provvedimenti che si discostano in maniera significativa dalle linee guida concordate a gennaio. Andando a snaturare, su determinati punti, la ratio stessa delle indicazioni, e certamente non a favore dei più deboli. Come si sta muovendo su questo punto il Friuli? «Il nostro testo segue le indicazioni date dalle linee guida ma prevede una deroga per i datori di lavoro iscritti all’albo delle imprese artigiane». Ciò significa che le imprese artigiane, anche se sono costituite dal solo titolare e non hanno dipendenti, potranno comunque ospitare uno stagista: la deroga è stata pensata per favorire la riscoperta dei mestieri manuali da parte dei giovani e favorire il passaggio di un know-how artigianale che rischia di perdersi. Nessuna specifica sanzione in arrivo in Friuli per chi violasse le nuove regole, a differenza di quanto previsto da altre Regioni, come il Piemonte: «Le sanzioni sono quelle previste dalla linee guida nazionali, pertanto se il tirocinio nel corso delle verifiche a cura delle Direzioni territoriali del lavoro non dovesse risultare conforme alla disciplina regionale il personale ispettivo procederà a riqualificare il rapporto come di natura subordinata con relativa applicazione delle sanzioni amministrative applicabili in tali ipotesi». Anna GuidaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio» E leggi anche:- Un censimento degli stagisti e dei praticanti negli enti pibblici: appello al ministro D'Alia- Subito una legge statale sui tirocini curriculari: appello al ministro Carrozza

In Abruzzo la nuova legge sugli stage «c’è già e funziona bene», il vicino Molise insegue

Chissà se gli stagisti molisani da un anno a questa parte stanno rimpiangendo i tempi in cui “gli Abruzzi” erano un’unica Regione. Mentre il Molise non ha ancora una normativa che disciplini i tirocini extracurriculari, il vicino Abruzzo ha infatti emanato già a marzo 2012 una deliberazione che prevede, tra le altre cose, un rimborso spese minimo di 600 euro mensili. Quindi, ad oggi, mentre a Campobasso e Isernia si svolgono ancora stage gratuiti, i cugini abruzzesi percepiscono già da un anno un’indennità che, peraltro, è la più alta d’Italia. La giunta dell’Aquila infatti è stata la prima a seguire l’esempio della Toscana, che nel gennaio 2012 aveva introdotto nuove tutele a favore dei tirocinanti, a cominciare dal diritto a ricevere un compenso mensile. Le linee guida nazionali emanate a gennaio 2013, cui ora tutte le Regioni sono chiamate ad adeguarsi, sono letteralmente modellate sulla legge toscana, tanto che a Firenze la giunta non ha bisogno di introdurre nessuna modifica alla normativa. Anche l’Abruzzo potrà evitare di legiferare nuovamente? La Repubblica degli Stagisti lo ha chiesto a Germano De Sanctis, dirigente regionale a capo della Direzione politiche attive del lavoro, formazione e istruzione [nella foto, a sinistra accanto all'assessore Paolo Gatti]. «Le scelte operate nella Dgr 154/2012 sono già sostanzialmente coerenti con le successive indicazioni contenute nelle linee guida. Tuttavia, data la natura sperimentale della deliberazione in questione, le parti sociali che compongono la Commissione tripartita, al momento dell’approvazione della deliberazione, si sono date appuntamento nel corso del 2013 per valutare l’impatto della riforma sul mercato del lavoro regionale e per trarne le debite conseguenze». È già possibile trarre un primo bilancio, a un anno pieno dall’introduzione della norma abruzzese? «Nonostante l'aumento del rimborso spese a 600 euro mensili previsto dalla nostra riforma dei tirocini nel 2012, il loro numero è rimasto pressoché costante, anche grazie alle nostre campagne promozionali di tale istituto giudico. In altri termini, una buona politica di incentivazione dei tirocini permette che vengano usati lecitamente e che svolgano realmente la loro funzione di "matching" lavorativo», spiega De Sanctis. «Si può affermare che la Dgr 154/2012 abbia disciplinato i tirocini extracurriculari, riportandoli nell’alveo di un loro corretto utilizzo, rispettoso dello spirito originario contenuto nelle disposizioni di legge nazionali, impendendone quindi un uso distorto». Purtroppo il dirigente regionale abruzzese non è in grado di fornire dati precisi sul numero di stage extracurriculari attivati nel 2012 e nel primo semestre del 2013, quindi non è possibile fare un’analisi dettagliata degli effetti della recente normativa abruzzese. Gli ultimi dati disponibili sono quelli relativi al 2011, quando sono stati almeno 9.600 gli stage attivati in Abruzzo: 5.690 quelli svolti presso aziende private, secondo i dati Excelsior Unioncamere, cui bisogna aggiungere, in base alle stime della Repubblica degli Stagisti, almeno mille tirocini effettuati presso le associazioni non profit e altri 2.800 negli enti pubblici. E grossomodo la metà di questi 9.600 dovrebbe essere qualificabile come extracurriculare.Un “vizio strutturale” dalla normativa abruzzese, così come di quella toscana e di tutte le altre che stanno prendendo forma in questi mesi, è il vuoto normativo che si sta creando sul numero massimo di tirocini attivabili presso uno stesso soggetto ospitante. Come la Repubblica degli Stagisti ha già evidenziato, le leggi regionali disciplinano esclusivamente gli stage extracurriculari (gli unici di loro competenza) anche per quanto rigarda la proporzione tra numero di stagisti ospitabili e organico aziendale. Se lo Stato, competente in materia di tirocini curriculari, non interverrà con una sua legge nazionale, niente impedirà a un’azienda o a un ente di affiancare a un numero ben regolamentato di tirocinanti extracurriculari un numero indefinito di stagisti curriculari, cui peraltro non è dovuto alcun compenso obbligatorio. Alla Repubblica degli Stagisti il problema sembra serio e il rischio di abusi molto concreto, nonostante la rassicurazioni di De Sanctis che assicura che, sebbene la legge abruzzese riguardi solo i tirocini extracurriculari, la Regione ha intenzione di prestare attenzione anche all’altra metà dell’universo stage: «L’Abruzzo è molto rispettoso dei limiti della sua competenza esclusiva e/o concorrente in materia. Pertanto, sui tirocini curriculari permane la sua massima disponibilità ad un confronto con le istituzioni dell’istruzione, per poter attivare anche tali percorsi. Per esempio, una linea d’azione del Programma Integrato Giovani Abruzzo tiene conto proprio di tale tipologia d’intervento».
Se dall’Abruzzo si scende poco più a Sud, in Molise la giunta è al lavoro proprio in questi giorni per mettere a punto la nuova disiclina sui tirocini extracurriculari. A breve quindi anche i circa 1.600 tirocinanti molisani (940 nelle imprese private nel 2011, circa 500 negli enti pubblici e 200 nelle associazioni non profit) saranno tutelati da una nuova norma regionale - almeno quelli che svolgeranno la propria esperienza formativa al di fuori di un percorso di studi. «Stiamo approntando proprio in questi giorni il testo della legge di iniziativa di giunta che adeguerà la normativa molisana alle indicazioni contenute nelle linee guida nazionali», spiega Vincenzo Rossi, dirigente responsabile del servizio Politiche per l’occupazione. «Pochi giorni fa la giunta ha adottato una proposta di legge che ora deve essere portata in aula di Consiglio per l’approvazione». A meno di un mese dalla scadenza del 24 luglio, ci sono i tempi tecnici necessari? «Ce la stiamo mettendo tutta. Il testo della proposta di legge è piuttosto snello, è composto da soli nove articoli. Confidiamo quindi in tempi d’approvazione rapidi. Si rimanderà poi a una direttiva di dettaglio più corposa di competenza della giunta». Ma cosa prevede il testo che a breve andrà all’esame del Consiglio regionale? «La proposta di legge ricalca in modo fedele le indicazioni contenute nelle linee guida, senza scostamenti significativi. L’indennità minima obbligatoria è fissata a 300 euro mensili per i tirocini formativi e di orientamento e a 400 per quelli di inserimento / reinserimento. I primi avranno una durata massima di 6 mesi, i secondi di un anno». Ora non resta che votarla.Anna GuidaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Trento e Bolzano / Niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»- Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassa- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio» E leggi anche:- Leggi regionali sui tirocini: si va verso il caos e l'anarchia- Subito una legge statale sui tirocini curriculari: appello al ministro Carrozza

Trento e Bolzano, niente stage dopo un anno dalla fine degli studi: «Altrimenti si fa concorrenza ai veri contratti»

In Alto Adige la delibera di giunta che introdurrà nuove norme sugli stage sarà approvata a giorni: «entro la fine di giugno» assicura alla Repubblica degli Stagisti Michael Mayr, direttore dell'Ufficio servizio lavoro, struttura responsabile dei centri per l'impiego nella Provincia autonoma di Bolzano. La delibera, stando alle prime anticipazioni, non si limiterà a ricalcare pedissequamente le indicazioni contenute nelle linee guida emanate a gennaio in sede Conferenza Stato-Regioni. Lo scostamento più importante riguarderà la riorganizzazione delle tipologie di tirocinio extracurriculari previste. «Per noi non esiste la categoria del tirocinio di inserimento / reinserimento tout court, perché è il contratto di apprendistato lo strumento principale di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. In questo senso lo stage può essere utilizzato solo per venire incontro a esigenze particolari, e cioè per promuovere l’inserimento o il reinserimento di persone svantaggiate nel mercato del lavoro, che necessitano di un'assistenza particolare», spiega Mayr. Rimane invece  invariato rispetto alle linee guida l'impianto sui tirocini formativi e di orientamento, destinati a giovani che hanno conseguito un titolo di studio da non più di un anno e finalizzati ad agevolare le loro scelte professionali nel percorso di transizione tra scuola (o università) e lavoro. Ma cosa si intende esattamente per “persone svantaggiate nel mercato del lavoro”? «Giovani che hanno completato la formazione da non più di due anni e che non hanno ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito; migranti; persone che desiderano intraprendere o riprendere un’attività lavorativa e che sono “ferme” da almeno due anni, in particolare a causa della difficoltà di conciliare la vita lavorativa con quella familiare; adulti soli con uno o più figli a carico; persone prive di un titolo di studio di livello secondario superiore, senza un posto di lavoro o in procinto di perderlo; ultracinquantenni nella stessa situazione; disoccupati di lungo periodo; persone che sono state affette da una dipendenza o che hanno scontato una pena detentiva».Un'altra novità di rilievo è il ribaltamento di prospettiva sul percorso che porta all'avvio di un tirocinio: «Il punto di partenza sono le difficoltà e le esigenze delle persone svantaggiate nel mercato del lavoro. Sulla base di queste i Centri di mediazione lavoro individuano le aziende o le associazioni più adatte e offrono loro la possibilità di attivare un tirocinio», spiega Mayr. «Non sono le imprese o gli enti pubblici a chiedere l'attivazione di stage per inserire giovani che hanno già “scelto”. In questo modo si correrebbe il rischio di utilizzare il tirocinio in sostituzione di un regolare contratto di lavoro».Molto particolare è anche il meccanismo delle indennità e della partecipazione della Provincia alle spese sostenute dalle aziende: «La struttura ospitante deve erogare allo stagista una borsa lavoro mensile di almeno 400 euro. L’ammontare dell'indennità e le eventuali altre agevolazioni, come la mensa, devono essere espressamente indicati nella convenzione. Al termine del tirocinio la struttura ospitante compila una relazione sull’andamento dello stage  e sulle competenze acquisite. Le imprese private possono chiedere a questo punto alla Provincia un contributo a parziale o completa copertura dell'importo corrisposto, fino a un massimo di 400 euro al mese. Qualora però al termine del tirocinio non faccia seguito l'assunzione dello stagista, e l'azienda non sappia fornire adeguati motivi per il mancato inserimento, può esserle negata la liquidazione del contributo e anche la possibilità di attivare ulteriori stage». Non c'è il rischio che con regole così severe molti imprenditori rinuncino ad attivare tirocini? «Gli stage extracurriculari sul nostro territorio sono già pochi: nel 2012 in Alto Adige ne sono stati attivati meno di 800, mentre molto diffusi sono i tirocini estivi e quelli curriculari, entrambi utilizzati soprattutto come momento di alternanza scuola/lavoro per i ragazzi delle superiori. Nel 2012 sono stati oltre 4mila i ragazzi che hanno svolto un tirocinio estivo presso una delle 2.700 aziende coinvolte; la maggior parte dei tirocinanti proveniva da una scuola superiore (62%), un quarto da una scuola professionale e solo poco più di un decimo dall’università», spiega Mayr. «Non ritengo affatto che un numero così basso di stage extracurriculari sia negativo: significa anzi che vengono riconosciute le specificità dello strumento e che il tirocinio non viene utilizzato in sostituzione di altre forme contrattuali più idonee». Una posizione ancora più radicale sugli stage di inserimento e reinserimento è quella del Trentino, come spiega alla Repubblica degli Stagisti Sergio Vergari, dirigente del Servizio Lavoro della Provincia autonoma di Trento: «Abbiamo già disciplinato i tirocini formativi e di orientamento un anno fa, con la delibera di giunta 1216 del 15 giugno 2012, poi integrata dalla delibera 175 del primo febbraio 2013. Ora, in seguito all'emanazione delle linee guida di gennaio, dovremo modificare nuovamente la normativa entro il 24 luglio e contiamo di rispettare la scadenza. Per noi però il tirocinio extracurriculare rimarrà di un solo tipo, e cioè di formazione e orientamento. La tipologia di inserimento/reinserimento rischia di diventare un'alternativa a basso costo ad altri contratti di lavoro veri e propri, come l'apprendistato». La classificazione delle tipologie di tirocini non seguirà quindi quella indicata nelle linee guida? «No. D'altra parte il documento emanato a gennaio fornisce delle indicazioni, ma non sopprime la discrezionalità politica delle Regioni», risponde Vergari. «Intendiamo proseguire sulla strada che abbiamo già intrapreso lo scorso anno, e cioè regolamentare in modo dettagliato finalità e modalità di svolgimento dei tirocini. Affermeremo chiaramente che allo stagista non possono essere imposti vincoli produttivi di nessun tipo perché lo stage non è e non deve essere confuso con un rapporto di lavoro. Quanto all'indennità, l'ammontare del compenso sarà rimandato a uno specifico regolamento successivo. Ritengo importante sottolineare che anche in Trentino il ricorso al tirocinio extracurriculare è molto ridotto: se non si considerano i tirocini estivi, negli ultimi anni il numero di stage attivati dall'Agenzia del Lavoro è sempre stato compreso tra le 100 e le 200 unità». Rispetto ai vicini altoatesini, dunque, i trentini mostrano analoghi indirizzi di principio, ma appaiono al momento un po’ più indietro sulla disciplina di dettaglio e sui tempi di approvazione della nuova norma. Anna GuidaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Liguria / Tirocini, al via gli incentivi alle imprese: ma la nuova legge e l'indennità obbligatoria?- Umbria / Luglio si avvicina e non c'è ancora una bozza- Piemonte vicino al traguardo, Val d'Aosta ancora lontana- Toscana / L'assessore: «Se con le nuove leggi i tirocini diminuiscono non è un male: scompaiono quelli truffa»- Marche / «Responsabilizzare i tutor e valorizzarli, anche attraverso un compenso»- Emilia / Ancora in alto mare, Cgil: «C'è disaccordo sulle linee guida»- Sicilia / La politica tace. E allora interviene il sindacato- Puglia / C'è già una bozza: «La approveremo entro luglio»- Campania / Il numero massimo di stagisti sarà il triplo del previsto- Veneto / «Vigileremo sugli abusi». Ma l'indennità minima sarà bassaE leggi anche:- Leggi regionali sui tirocini: si va verso il caos e l'anarchia- Subito una legge statale sui tirocini curriculari: appello al ministro Carrozza