Covid e stage, le università si organizzano e i tirocini vanno (più o meno) avanti
L'Italia è in un nuovo, sostanziale lockdown. Come si stanno organizzando adesso le università rispetto ai tirocini di loro competenza, ovvero i curriculari e gli extracurriculari per neolaureati? A un mese dall'ultimo dpcm che ha tinto di rosso la quasi totalità delle regioni italiane, la bella notizia è che non sembrerebbe sia più in corso quella generalizzata interruzione dei percorsi a cui erano andati incontro gli stage dopo le prime chiusure a causa del Covid, quelle di marzo 2020. Neppure per i tirocini curriculari, che rientrando nell'ambito della didattica sono soggetti a essere sospesi al pari delle lezioni in aula, per proseguire ove possibile a distanza. Gli stessi sono anche quei percorsi spariti dai radar dei conteggi ufficiali purtroppo, non essendo più necessaria, dal 2007, la comunicazione obbligatoria della loro attivazione. Per questo la Repubblica degli Stagisti, secondo le cui stime i tirocini curriculari sono circa 200mila ogni anno, chiede da tempo una nuova legge che li regolamenti, non potendo bastare una norma di oltre vent'anni fa, il decreto ministeriale 142/1998, a cui tuttora si fa riferimento in assenza di un testo legale specifico per questa categoria di stage. Stando almeno agli atenei contattati dalla Repubblica degli Stagisti, la regola adesso è quella di consentire sempre il proseguimento dei tirocini ma da remoto, o tutt'al più in modalità mista, contenendo al massimo i disagi per gli studenti. A Padova però ci sono volute le proteste degli studenti per arrivare alla determinazione di non sospendere i tirocini curriculari. In un primo momento la decisione del rettore era stata infatti quella di sospenderli: «Le attività didattiche curricolari dell’università (lezioni teoriche e pratiche, esami di profitto e di laurea, tirocini curriculari) potranno essere erogate solamente a distanza» si legge in una pubblicazione sul sito dell'ateneo datata 15 marzo. Unica eccezione, le attività sanitarie, per le quali la presenza resta ammessa. Scoppiano le proteste degli studenti, e così si fa un passo indietro, due giorni dopo. Il 17 marzo sul sito compare un nuovo avviso, con cui si chiarisce che «è consentito lo svolgimento dei tirocini curriculari esterni se le attività non sono surrogabili da remoto».La decisione «è stata quella di rispettare la libera scelta di aziende e studenti» sottolinea Gilda Rota, responsabile del Career service dell'università di Padova, «e consentire il proseguimento degli stage quando possibile, nel rispetto dei protocolli sanitari». Anche perché un tirocinio a distanza non sempre è un'opzione praticabile: «Pensiamo a un ingegnere che si dovesse laureare senza aver mai visto una fabbrica in vita sua» sottolinea Rota. Oppure a chi studia per le professioni sanitarie: in quei casi il tirocinio a distanza è impossibile. Nel frattempo si sperimentano strade nuove per sopperire alla eventuale cancellazione degli stage. All'ateneo padovano ad esempio è nato per gli studenti di Economia il Virtual Stage, ovvero una piattaforma con corsi online che soppiantano i tirocini, nata «per consentire di laurearsi nelle sessioni di marzo, luglio, e ottobre 2021 senza che gli effetti della situazione sanitaria» si legge nella presentazione «possano rappresentare un ostacolo per l’ottenimento dei 10 cfu legati al tirocinio curriculare obbligatorio». Gli studenti possono così laurearsi senza perdere sessioni per colpa della mancata maturazione dei crediti formativi. Si può scegliere tra tre opzioni: seguire corsi online sulle competenze trasversali, analizzare percorsi professionali per riconoscere competenze di carattere tecnico proprie di alcune professioni, stendere una lettera motivazionale. Esiste anche un altro strumento «aperto a tutte le altre facoltà e che noi utilizzavamo già da qualche anno» dice Rota: una piattaforma «composta da quattordici moduli sulle soft skills che riguardano la transizione verso il mondo del lavoro», anche questa utilizzabile in tempi di Covid per maturare eventuali crediti mancanti. Anche all'università Bicocca la regola è quella di far proseguire gli stage curriculari «in presenza o in smart working» come chiarito sul sito. Mentre per quelli extracurriculari si va avanti «con la modalità a distanza, che è da preferire» evidenzia Vasyl Zhuk del Career service, «lasciando però la possibilità di assistere anche in presenza laddove possibile, e sempre nel rispetto dei protocolli sanitari». Il contraccolpo con la terza ondata di contagi non c'è stato, «anzi possiamo dire di essere tornati con le attivazioni dei tirocini per neolaureati quasi ai livelli pre Covid, con circa 35 nuovi stage attivati a marzo contro i 30 dello scorso anno nello stesso periodo». Identica la linea anche a Bari. Teresa Fiorentino, responsabile del placement, è netta: «Non possiamo permettere che gli studenti perdano ancora opportunità, quindi noi già dallo scorso maggio, almeno per i tirocini extracurriculari ci stiamo orientando sulla modalità mista, combinando il remoto e la presenza» spiega «anche perché le chiusure sono state fortemente penalizzanti e abbiamo avuto molti casi di studenti mai più richiamati per i tirocini una volta sospesi a causa della pandemia». Le Regioni, si sa, vanno in ordine sparso, «non c'è una linea condivisa da Nord a Sud». Il rettore dell'ateneo di Bari a un certo punto aveva perfino vietato i tirocini in presenza per le professioni sanitarie, «salvo poi tornare sui suoi passi, anche perché nel frattempo ci sono state le vaccinazioni», con il conseguente contenimento del rischio di contagio. Così, per andare avanti «noi ci atteniamo al principio per cui ciò non è vietato è consentito, come ad esempio gli stage fuori regione, che stiamo continuando a attivare» prosegue Fiorentino.Quanto a Roma, si legge sul sito della Luiss che «sono da considerarsi sospesi tutti i tirocini curriculari in presenza in corso nelle regioni in zona rossa, salvo poter proseguire nella sola formula a distanza». La zona rossa nel Lazio è stata però confermata fino al 29 marzo. «Da quel momento in poi, con il passaggio in zona arancione, non abbiamo avuto nuove indicazioni regionali circa la sospensione delle attività in presenza, che possono dunque proseguire» dice il Career service.Anche qui nel frattempo è nata un'iniziativa simile a quella di Padova, il Virtual Internship, un tirocinio a distanza che ha coinvolto finora circa 300 ragazzi e 40 aziende. Si tratta di «una opportunità di formazione della durata di cinque settimane dedicata agli studenti dell’ultimo anno di tutti i corsi di laurea magistrale e a ciclo unico» si legge sul sito. Dentro ci sono colossi come Accenture, Coca Cola, Enel, e la società di consulenza EY che fa anche parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti. I tirocini virtuali vertono su progetti aziendali. «Un'alternativa al tirocinio curriculare per il conseguimento dei crediti formativi», nell'intento di preservare le opportunità formative per gli studenti nonostante il Covid. Ilaria Mariotti