Eleonora Voltolina: «Mi candido nelle liste di Quarto Potere perchè il sindacato ha bisogno di un rinnovo generazionale»
Gli obiettivi: combattere l’apartheid tra giornalisti, affrontare il problema delle testate online che sfruttano gli aspiranti pubblicisti e realizzare una mappatura degli stagisti nelle redazioniDal 26 al 29 novembre i giornalisti votano i loro rappresentanti al sindacato. Il mio nome sarà nelle liste dei candidati lombardi di Quarto Potere, per l'elezione dei delegati al 26esimo congresso Fnsi, e spiego i quattro motivi che mi hanno spinta a questa decisione. Il primo è che credo fortemente che non ci si possa limitare a lamentarsi dei problemi della categoria senza impegnarsi in prima persona per affrontarli e risolverli. E il giornalismo italiano ha oggi problemi enormi. Il secondo motivo è che questi problemi enormi riguardano sopratutto i giovani, i miei coetanei, che nel 99% dei casi non hanno un contratto che li protegga dallo sfruttamento, dal sottoinquadramento, dalle retribuzioni da fame. E non solo i professionisti ma anche quell'esercito di pubblicisti, stagisti e giornalisti di fatto che contribuiscono in maniera decisiva ai contenuti di giornali, agenzie, radio, televisioni e sopratutto testate web, senza riconoscimento e spesso in condizioni di illegalità. Per affrontare e risolvere questi problemi il sindacato ha bisogno di un rinnovo generazionale, ha bisogno che entrino giovani agguerriti e decisi a prendere le parti dei giovani nei dibattiti e nelle trattative. Altrimenti continuerà a perpetuarsi l'eterno status quo per il quale i sindacalisti - nel giornalismo come altrove - si preoccupano quasi esclusivamente di salvaguardare i diritti acquisiti di chi ha già un contratto, sorvolando sui problemi delle nuove leve e creando di fatto - nel giornalismo come altrove - una situazione "duale", un apartheid dove gli assunti stanno da una parte della barricata, attaccati ai loro diritti che spesso diventano privilegi, e i giovani stanno dall'altra parte, costretti a elemosinare collaborazioni da pochi euro, alla mercé dei caporedattori e talvolta degli uffici marketing delle testate.Il terzo motivo è che, dirigendo una testata online, conosco ormai molto bene l'universo web e mi rendo conto - forse meglio di altri - di quanto esso sia ormai il far west del giornalismo: la maggior parte dei siti, specie quelli registrati in tribunale come testate giornalistiche, riempie le proprie pagine gratuitamente grazie a contenuti scritti da giovani aspiranti pubblicisti, oppure proponendo retribuzioni che definire misere è un eufemismo. Se il web è il futuro del giornalismo, questo futuro è messo malissimo: eppure il sindacato fino ad oggi ha preferito concentrarsi sulle testate tradizionali, carta ed etere, sottovalutando il mare magnum del web. Considerandolo "di serie B" malgrado proprio qui si annidino migliaia di casi di sfruttamento e truffa.Il quarto motivo per il quale mi candido è legato a triplo filo al mio lavoro quotidiano: voglio realizzare una mappatura degli stagisti nelle redazioni giornalistiche. Aprire il vaso di Pandora scoprendo quanti sono, come vengono impiegati, quanto vengono pagati, cosa fanno (o non fanno), cosa ottengono al termine dello stage. Questa mappatura sarà preziosa per comprendere il fenomeno: fino ad oggi il problema è stato affrontato in maniera ideologica e quasi puerile, innescando una lotta tra poveri che ha contrapposto gli stagisti ai precari, facendo troppo spesso apparire i primi come i "ladri di lavoro" degli altri, addirittura talvolta demonizzando gli allievi delle scuole di giornalismo. Senza capire che chi oggi è stagista domani sarà precario, e che è inutile sprecare le energie cercando di rubarsi le briciole a vicenda invece di elaborare strategie forti per affrontare il problema con Ordine ed editori affinché finalmente il cibo sulla tavola imbandita sia distribuito in porzioni eque per tutti. Su questo preciso progetto, conditio sine qua non della mia candidatura, ho avuto l'appoggio di Quarto Potere e quindi se verrò eletta potrò realizzare con il loro supporto questa preziosa indagine. I giornalisti che credono nel mio lavoro possono scegliere quindi di votarmi e mandarmi al 26esimo congresso Fnsi. Lì potrei rappresentare la voce dei giornalisti più deboli, dei meno tutelati: attività che mi vede, grazie alla mia Repubblica degli Stagisti che non a caso è stata più volte definita «il sindacato degli stagisti», piuttosto allenata. Quello che spero più di tutto è che a darmi la loro preferenza siano i giornalisti giovani e precari, magari quelli usciti negli anni scorsi dalle scuole di giornalismo, i freelance, gli abusivi. Quelli che di solito non votano perché non hanno fiducia nel sindacato e sono convinti che non possa rappresentarli. Invece potrebbe: ma solo se verrà rinnovato. E per rinnovarlo serve il voto di ciascuno.Eleonora VoltolinaLe elezioni si terranno dal 26 al 29 novembre, nella sede dell'Associazione Lombarda Giornalisti, in viale Montesanto 7 a Milano, secondo questo calendario: venerdì 26 dalle 9 alle 19; sabato 27 e domenica 28 dalle 10 alle 18; lunedì 29 dalle 9 alle 19. In provincia si vota venerdì 26 nelle sedi dei giornali locali e presso altri enti con orari che variano da città a città (i dettagli sul sito dell'alg). Si vota di persona, con un documento o il tesserino. Nelle due schede, una per il rinnovo delle cariche dell'Associazione Lombarda Giornalisti e l'altra per le elezioni dei delegati al 26esimo congresso Fnsi, sono presenti varie liste concorrenti tra cui Quarto Potere. Ciascun elettore può dare all'interno della lista la sua preferenza ad alcuni candidati, o anche a tutti: l'importante è non votare nella stessa scheda candidati di liste diverse, perché questo comporta l'annullamento del voto.Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Un giovane giornalista scrive a Eleonora Voltolina: «Ti voterei, ma non sono iscritto al sindacato»- Un'aspirante giornalista: «Una testata non voleva pagare i miei articoli: ma grazie alla Repubblica degli Stagisti e a un avvocato ho ottenuto i 165 euro che mi spettavano»- Articoli pagati 2,50 euro e collaborazioni mai retribuite. Ecco i dati della vergogna che emergono da una ricerca dell'Ordine dei giornalistiE anche:- Praticantato d'ufficio, il calvario di A., giornalista freelance, per diventare professionista- La testimonianza di Carlo: «Sono diventato giornalista scrivedo gratis. 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