Regionali 2015, quanti e chi sono i candidati under 35 in Toscana, Umbria e Marche
Continua il viaggio della Repubblica degli Stagisti nelle sette regioni in cui a fine maggio si voterà per eleggere il governatore e i consigli regionali, per capire quanti siano i candidati under 35 e dar loro quella visibilità che molto spesso il sistema mediatico nega, perché tutto a favore dei "senior". Dopo la prima puntata su Veneto e Liguria, RdS è andata a “spulciare” le liste principali presentate anche in Toscana, Umbria e Marche.TOSCANA - Sono 7 i candidati alla presidenza della Regione Toscana e 10 le liste che li sostengono. In corsa per la riconferma, Enrico Rossi, governatore uscente, sostenuto da Pd e dalla lista “Popolo Toscano”. Forza Italia e “Lega Toscana-Più Toscana” appoggiano il consigliere azzurro uscente Stafano Mugnai, mentre Lega Nord e Fratelli d’Italia Claudio Borghi, l’economista anti-euro del Carroccio. Area Popolare con la lista “Passione per la Toscana” sostiene Giovanni Lamioni, presidente della Camera di Commercio di Grosseto e vicepresidente nazionale di Unioncamere. Per “Sì – Toscana a sinistra” corre, invece, Tommaso Fattori, ex leader del Social Forum, mentre per “Democrazia diretta” (esclusa però dalla circoscrizione di Pisa) c’è Gabriele Chiurli, consigliere regionale uscente subentrato con la Lega Nord, poi fuoriuscito e passato al gruppo misto.Il più giovane candidato alla presidenza della Regione è il 36enne Giacomo Giannarelli [nella foto a sinistra] del Movimento 5 Stelle, vincitore delle “Regionalie” con 258 preferenze su 2.505. Laureato in Scienze politiche con una tesi sulla “Decrescita felice e le buone pratiche per il territorio Apuano”, libero professionista, ha lavorato come Energy manager e consulente per l’innovazione aziendale. Esperto di energie rinnovabili e risparmio energetico, è anche un formatore certificato del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori. Attivista del M5S dal 2005, nel 2006 ha attivato il Meetup Carrara. «Dobbiamo per prima cosa aumentare l’incidenza del turismo sul bilancio regionale, che oggi è solo del 6%» spiega «siamo la terza regione per afflusso di turisti stranieri, ma possiamo diventare la prima. In particolare, si potrebbero usare i fondi europei per formare personale turistico in grado di affrontare questa sfida, con competenze professionali nelle lingue straniere e la capacità di promuovere il territorio e di autopromuoversi sul web». Giannarelli pensa sia necessario poi «puntare su ricerca e sviluppo, settori che si sono dimostrati chiave nei distretti industriali che hanno retto alla crisi, anche e soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti». «Bisogna arrivare alla “Terza rivoluzione industriale” di cui parla Jeremy Rifkin, puntando sulla massima diffusione delle energie rinnovabili, sulla riduzione, il riuso e il riciclo dei materiali, adottando la strategia Rifiuti Zero. Che, fra l’altro, crea occupazione dieci volte in più rispetto a un inceneritore». «Dobbiamo guardare alle smart city, a cominciare da San Francisco, e seguirne l’esempio» prosegue Giannarelli «anche per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Non siamo contrari alle grandi opere, ma a quelle che non servono, come la Tav. Bisogna puntare, invece, sull’elettrificazione della mobilità e sul raddoppio delle linee ferroviarie». La salvaguardia dell’ambiente (e l’incremento del turismo), passa anche per «un necessario intervento sui depuratori, in particolare a Livorno, Piombino e Massa Carrara. Sia per migliorare la qualità delle acque balneabili, che di quella potabile».TOSCANI UNDER 35 – Per quanto riguarda invece i 700 aspiranti consiglieri regionali, il 15% circa è under 35. Solo due liste su 10 (quelle di Lega Nord e Lega Toscana – Più Toscana) hanno deciso di avvalersi del listino bloccato (massimo tre nomi a livello regionale), per il resto a decidere chi conquisterà i 40 seggi in consiglio regionale saranno le preferenze. Fra le liste in cui si trovano, in proporzione, più nati dal 1980 in poi ci sono quella della Lega Nord e quella di “Democrazia diretta”. Seguono quelle di “Sì – Toscana a sinistra” (15 under 35 su 80), del Pd (14 su 80) e dei 5 stelle (11 su 66).Tra gli aspiranti consiglieri dem c’è Andrea Giorgio, 29 anni, segretario regionale dei Giovani Democratici. Fresco di laurea specialistica in “Analisi e politiche dello sviluppo locale e regionale”, è il più giovane candidato del Pd - nella circoscrizione di Firenze - al consiglio regionale. «I giovani e il lavoro sono un’emergenza» spiega «per questo è necessaria una rappresentanza della nostra generazione in Regione, visto che lì si programmano moltissime politiche su lavoro e formazione, che non possono essere decise solo da chi ha sessant'anni». «I Giovani Democratici toscani, in questi anni, hanno fatto molto» ricorda «dalla campagna che ha portato al progetto “Giovani sì” della Regione Toscana alla proposta, poi diventata legge, sul rimborso spese per gli stage, che la Toscana è stata la prima regione in Italia ad adottare». Tra i punti fondamentali del suo impegno politico, quello sulla qualità delle politiche sul diritto allo studio: «Siamo una delle poche regioni che garantisce il 100% delle borse di studio agli aventi diritto» dice Andrea Giorgio: «Ed è prevista anche una borsa servizi per studenti con Isee nella fascia 18-21mila euro». La sua priorità, se venisse eletto, è «fare in modo che il miliardo e mezzo di fondi europei che avremo a disposizione nei prossimi anni venga speso interamente per formazione e lavoro». «Prima di tutto, chiediamo che i giovani che vogliano aprire un’attività in Toscana possano avere prestiti agevolati fino a 25mila euro attraverso Fidi Toscana, la finanziaria regionale». «Vorremmo poi che anche in Toscana si sperimentasse, come in Piemonte, la “staffetta generazionale”». E cioè, la possibilità per i lavoratori over 50, che entro tre anni maturino i requisiti per la pensione, di trasformare il proprio contratto di lavoro in un part-time (garantendo loro però il versamento integrale dei contributi previdenziali) a patto che l’azienda provveda all’assunzione contestuale di un giovane. «Bisogna infine cambiare i criteri con cui la Regione aiuta le imprese per progetti di sviluppo» conclude Giorgio: «Ora c’è il criterio dell’impresa dinamica, che cioè non deve avere avuto negli ultimi anni cali di fatturato. Ma bisogna anche aiutare le aziende in difficoltà, che hanno buoni progetti di rilancio, ma non possono accedere ai finanziamenti delle banche. A patto, naturalmente, che non ci siano licenziamenti».UMBRIA – Sedici liste per 8 candidati alla presidenza della regione Umbria. In corsa per la riconferma, la governatrice uscente Catiuscia Marini, sostenuta da Pd, Socialisti riformisti, “Iniziativa per l’Umbria civica e popolare” e “Umbria più uguale” (Sel). A sfidarla, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, appoggiato da sei liste: quelle di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, a cui si aggiungono “Ricci Presidente”, “Cambiare in Umbria con Ricci” e “Per l’Umbria popolare”. Per l’estrema destra di “Sovranità” corre il numero due di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, mentre per Forza Nuova Fulvio Carlo Maiorca. E, ancora, per il Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati. Per “Casa Rossa – Partito comunista dei lavoratori”, Aurelio Fabiani. Mentre per “Alternativa riformista”, Amato John De Paulis.
Unico candidato governatore under 35 è Michele Vecchietti per “L’Umbria per un’altra Europa”, ispirata all’esperienza Tsipras. Precario del pubblico impiego classe 1981, è sposato e già padre di due figli. Laureato in filosofia e con un master in cooperazione internazionale, ha lavorato come operatore sociale e insegnante. Il suo impegno politico comincia con il movimento studentesco negli anni del liceo e dell’università: «Poi nel 2005 ho aderito a Rifondazione Comunista e nel 2014 ai comitati per l’Altra Europa con Tsipras». La prima priorità, in caso di elezione, è «contrastare le politiche neoliberiste e di austerità che hanno peggiorato le condizioni di vita anche in Umbria. La disoccupazione è al 13% e le persone che vivono in condizioni di povertà relativa e assoluta sono il 14,6%, contro il 7,7% del 2010». «Per questo è indispensabile creare un piano per il lavoro utilizzando i fondi europei» spiega: «Avremo a disposizione, complessivamente, 1.500 milioni di euro nei prossimi sette anni». «I fondi per lo sviluppo regionale dovrebbero essere convogliati per progetti studiati sulla base della ricaduta occupazionale. Ma è necessario anche puntare sul rafforzamento della domanda interna. Per questo serve un piano per la lotta alla povertà, da attuare con i finanziamenti del fondo sociale europeo. Sperimentando anche il reddito di cittadinanza, con sussidi rivolti prima di tutto a disoccupati e inoccupati attraverso un contratto di inserimento socio-lavorativo». Vecchietti propone, inoltre, «di anticipare, come Regione, le risorse per la cassa integrazione in deroga, in modo da non dover aspettare il trasferimento dei fondi dallo Stato», di «ridurre gli indennizzi per assessori e consiglieri regionali di un terzo» e di «aumentare l’addizionale regionale per i redditi sopra i 75mila euro, per potenziare con quei fondi il welfare locale». Infine, di «alzare il compenso minimo per gli stage in Umbria, portandolo a 500 euro al mese. E di introdurre un sistema di garanzie per i tirocinanti attraverso uno statuto degli stagisti e l’individuazione di un’autorità garante terza a cui possano appellarsi qualora le condizioni previste non vengano applicate».UMBRI UNDER 35 – In lizza per i 20 seggi in consiglio regionale ci sono 319 candidati, di cui 42 nati dal 1980 in poi: il 13,1%. Le liste in cui si trovano più under 35 sono quella di “Sovranità” (14 su 20) e quella di “Alternativa riformista” (7 su 20). Fra le liste che sostengono Catiuscia Marini quelle con più giovani sono “Umbria più uguale” e “Socialisti riformisti” (4 su 20). In quella del Pd si trova solo un candidato su 20 nato dopo il 1980, ma altri tre fra i 35 e i 37 anni. Fra le liste che sostengono Ricci, invece, quella con più giovani (4 su 20) è “Per l’Umbria popolare”, seguita da quelle di Lega Nord, Fratelli d’Italia e “Ricci Presidente” (3 su 20).MARCHE – Dieci liste per cinque candidati presidenti, di cui nessuno under 35. Fra di loro c’è il governatore uscente Gian Mario Spacca, in lizza per la terza volta: dopo aver abbandonato il Pd (con cui aveva governato per anni con coalizioni di centrosinistra), sarà sostenuto dalla sua lista “Marche 2020” (in cui ci sono anche candidati di Area Popolare) e da quelle di Democrazia Cristiana e Forza Italia. Per il Pd correrà invece Luca Ceriscoli, ex sindaco di Pesaro vincitore delle primarie, appoggiato anche dalle liste “Uniti per le Marche” e “Popolari Marche – Udc”. Sostengono Francesco Acquaroli, invece, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Mentre per il Movimento 5 Stelle il candidato governatore è Gianni Maggi e per “Altre Marche – Sinistra unita” corre Edoardo Mentrasti.MARCHIGIANI UNDER 35 – Sui 273 candidati ai 30 seggi disponibili in consiglio regionale, gli under 35 sono 26: solo il 9,5%. Le liste che hanno candidato più giovani (4 su 30) sono quelle del Movimento 5 Stelle, di “Altre Marche – Sinistra unita” e di Fratelli d’Italia. Seguono, con 3 nati dal 1980 in poi, quella di Forza Italia e “Marche 2020”, dove fra i giovani candidati c’è Mirco Carloni, già consigliere regionale nel gruppo del Pdl nell’ultima legislatura, con un tasso di presenze in aula del 90,16%. Nato a Fano nel 1981, dove vive con la moglie e la figlia, racconta di essersi appassionato alla politica fin da giovanissimo. «Il giorno del mio 18esimo compleanno mi sono candidato nella lista di Forza Italia alle comunali» ricorda «così quando ho votato per la prima volta, mi sono votato e nel 1999 sono diventato consigliere comunale di Fano». Rieletto nel 2004, è stato assessore al Bilancio del Comune. Mentre nel 2009, dopo essere stato eletto per la terza volta, è diventato vicesindaco. Un ruolo da cui si è dimesso nel 2010 per candidarsi al consiglio regionale. «In questi anni ho lavorato per avvicinare l’istituzione alla popolazione» spiega «sfruttando tutte le tecnologie e gli strumenti disponibili per informare i miei concittadini e le imprese delle opportunità che la Regione offriva e dei finanziamenti a cui potevano accedere. Sono riuscito, inoltre, a modificare alcune leggi che andavano riviste, come il Piano Casa. Ma c’è ancora molto da fare. Anche perché le Marche, regione con la popolazione più anziana quindi più longeva, hanno delle grandi opportunità, ma anche delle difficoltà a sfruttare le proprie risorse». Fra le priorità, indica «la sanità, perché nella mia provincia, Pesaro e Urbino, sono stati fatti tagli pesanti, che hanno ridotto i servizi e aumentato la mobilità passiva verso altre regioni». Ma bisogna anche «dare una spinta fortissima ai giovani che vogliano aprire attività, soprattutto nel settore culturale e turistico che è il nostro patrimonio. Bisogna defiscalizzare il coraggio e la speranza».Nelle tre liste che sostengono Ceriscoli, gli under 35 sono quattro in tutto. Nella lista del Pd se ne trovano due, fra cui Manuela Bora, ex consigliere comunale a Monte San Vito (in provincia di Ancona) e candidata per il Pd nella circoscrizione Centro alle elezioni europee 2014, in cui ha ottenuto 50.540 preferenze (è stata la under 40 più votata d’Italia) arrivando al decimo posto, seconda dei non eletti. Commercialista classe 1985, laureata in Economia alla Bocconi e impegnata in politica da quando aveva 23 anni, racconta di essere scesa in campo «per rivendicare il diritto della nostra generazione, che vive il momento storico più difficile dal secondo dopoguerra, di essere rappresentata in Regione per avere voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il nostro futuro». Per questo, Bora ha promesso che la sua prima iniziativa sarà «una proposta di legge per i giovani, per garantire il diritto allo studio e aumentare le opportunità d’ingresso nel mondo del lavoro». «Secondo un recente rapporto di Confindustria la dinamica occupazionale marchigiana nel 2014 è risultata migliore di quella nazionale» spiega «tuttavia la disoccupazione giovanile è ancora troppo alta: 36,4%. Nelle Marche l’impresa è sempre più giovane, oltre un terzo delle circa 10 mila aziende nate nel 2014 sono guidate da imprenditori con meno di 35 anni. E, secondo le stime di Unioncamere, sono almeno 2.500 i giovani potenziali imprenditori marchigiani tra i 18 e 34 anni che sono pronti ad avviare una loro attività, ma che per mancanza di mezzi finanziari o per le difficoltà connesse alla fase di start up - difficoltà burocratiche, scarsa conoscenza dei mercati - rinunciano. Aiutandole a realizzare il loro proposito, si favorirebbe anche la creazione di 8 mila nuovi posti di lavoro». Inoltre, aggiunge Bora, «va potenziato il progetto Garanzia Giovani e ripensato il ruolo dei Centri per l’impiego». Mentre sul fronte del diritto allo studio «è inaccettabile che i nostri studenti subiscano tagli nelle borse di studio, che non esistano fasce Isee intermedie e nemmeno agevolazioni sui trasporti. Credo che la Regione debba riconoscere una sorta di status di studente. E mi piacerebbe che nelle Marche si parlasse di un vero e proprio welfare studentesco, basato sull’accesso agevolato alla cultura, al materiale didattico e ai trasporti».Sara Grattoggi