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Ultimi giorni per candidarsi alla prossima tornata dei tirocini retribuiti Schuman al Parlamento europeo

Ancora tre giorni per candidarsi alla prossima tornata dei tirocini Schuman, gli stage retribuiti del Parlamento europeo. Possono partecipare alle selezioni tutti i maggiorenni laureati (è richiesta almeno una triennale) e cittadini di un Paese membro dell'Unione Europea (o candidato a diventarlo), che conoscano bene almeno una delle lingue ufficiali e che non abbiano già usufruito di un tirocinio o un impiego retribuito presso un'istituzione europea. Inoltre bisogna produrre una lettera di presentazione (che andrà bene anche formulata in lingua italiana) firmata da un professore universitario o un professionista. Questo programma di tirocini riserva circa un quinto dei posti disponibili ai giornalisti: in questo caso chi si vuol candidare deve dimostrare di avere una certa esperienza giornalistica, per esempio con l'iscrizione all'Ordine o provando in altro modo la propria attività. Nulla vieta agli aspiranti tirocinanti Schuman di tentare entrambe le vie, candidandosi sia per l’opzione giornalismo sia per quella generale.Gli stage durano cinque mesi, vengono svolti principalmente nelle sedi centrali di Bruxelles e Strasburgo ma anche negli uffici periferici del Parlamento europeo (in Italia ce ne sono uno a Milano e uno a Roma) e prevedono un rimborso spese di circa 1135 euro al mese.Nel 2007 per 257 posti sono arrivate quasi 7mila candidature: dei fortunati prescelti 38 – quasi il 15%  – erano italiani. Nel 2008 per oltre 6200 aspiranti stageur i posti erano più numerosi, 364 per la precisione, suddivisi in 289 per l’opzione generale (38 italiani tra i vincitori) e 75 per l’opzione giornalismo (qui gli italiani prescelti sono stati 15, tra cui un lettore della Repubblica degli Stagisti).Il programma prende il nome dal politico francese Robert Schuman, ministro a cavallo tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, che costruì le basi dell'Unione Europea e fu anche il primo presidente del Parlamento europeo.È utile ricordare che questi stage danno la possibilità di fare un'esperienza significativa, nella maggior parte dei casi all'estero, senza essere costretti a pagarsela di tasca propria; però non sono orientati all'inserimento lavorativo, come del resto la stragrande maggioranza degli stage fatti in ambito pubblico. Pertanto vanno visti per quello che sono: un'esperienza puramente formativa, ben retribuita certamente, ma forse non adatta a chi cerca un posto stabile dopo il tirocinio.Le candidature per gli stage che cominceranno il 1° marzo 2010 sono aperte fino a giovedì 15 ottobre a mezzanotte. Chi è interessato a provarci non perda tempo!Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Un lettore alla Repubblica degli Stagisti: grazie a voi ho vinto un tirocinio Schuman al Parlamento europeo- Stage retribuiti all'ufficio dell'Ombudsman dell'Unione europea, ancora una settimana di tempo per candidarsi

Stage, maxi-finanziamento europeo da 60 milioni per disoccupati di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ma tra i criteri di selezione non c'è l'età

Sulla carta, il Progetto Lavoro e Sviluppo 4 (Les 4) potrebbe far pensare a un nuovo caso di superstage: un maxifondo da 60 milioni di euro per finanziare 6mila “interventi lavorativi” nel settore turistico, in favore di disoccupati residenti nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, senza alcun limite massimo di età per i partecipanti. Il nuovo programma di tirocini è stato istituito dal ministero delle Attività produttive, dal dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero del Lavoro e delle politiche Sociali con finanziamenti provenienti per l’80% dal fondo sociale europeo e per il 20% dall’apposito fondo di rotazione nazionale. Sono previsti in tutto 6mila interventi nel corso di tre anni, tra tirocini in mobilità nazionale o locale e percorsi di formazione ad hoc per soggetti svantaggiati. I partecipanti potranno usufruire di una borsa mensile da 500 euro al mese, oltre alle indennità di prima sistemazione e di mensa, alle doverose assicurazioni Inail ed Rc e al rimborso per le spese di viaggio. Alcuni sostanziali elementi differenziano questo progetto dal caso degli stage abnormi calabresi portato  mesi fa all’attenzione dei lettori della Repubblica degli Stagisti. Primo fra tutti, la durata: «Non più di 5 mesi nella stessa azienda, al massimo 6 mesi dietro espressa richiesta del datore di lavoro e soltanto quando vi è la certezza di una successiva assunzione», spiega Antonino Bussandri, responsabile del servizio di sviluppo del mercato del lavoro per Promuovi Italia, la società pubblica di proprietà dell'Enit che coordina il progetto e gestisce l’inserimento degli aspiranti tirocinanti nelle aziende del settore. Le  aziende ospitanti, inoltre, dovrebbero essere sottoposte a rigidi controlli volti a verificare la qualità dell’esperienza di tirocinio. «Selezioniamo le imprese» spiega Bussandri «tra quelle che godono di agevolazioni finanziarie in base alla legge 488 del 1992 e che già rispondono a standard europei». Il programma appena avviato è il quarto e più importante di una serie di progetti simili, per i quali Promuovi Italia ha gestito complessivamente 31 milioni di euro di finanziamenti per 3.400 interventi. «Grazie alle esperienze passate» aggiunge il responsabile «abbiamo affinato una procedura di controllo qualità ben precisa; in particolare, intervistiamo telefonicamente i tirocinanti che non ricevono un’offerta di lavoro, ma anche chi abbandona il percorso prima di averne completato almeno il 20 per cento. Sottoponiamo dei questionari ai ragazzi, prendiamo atto delle loro motivazioni ed osservazioni, e mettiamo in atto i rimedi. In questo modo abbiamo progressivamente ridotto gli abbandoni, che ora si attestano ad una percentuale inferiore al 7 per cento». Le possibilità di assunzione sembrano essere consistenti: gli organizzatori ritengono che almeno il 65% dei tirocini sia destinato a concludersi con una proposta di lavoro, sebbene tale stima si basi sui risultati dei progetti passati e non su un accordo concreto con le aziende. «Spetta alle singole società decidere se assumere i tirocinanti o meno» sottolinea ancora Bussandri «ma con l’ultimo programma Replay [uno dei progetti antesignani del Les 4, dalle caratteristiche analoghe ma provvisto di un finanziamento totale pari a 6 milioni di euro circa] abbiamo registrato un picco pari al 72,2% di inserimenti. E se in passato la richiesta da parte delle aziende si concentrava su profili lavorativi medio-bassi, con il Les 4 contiamo di inserire molti ragazzi in posizioni di fascia medio-alta». Chi non dovesse ricevere un’offerta di lavoro potrà contare su ulteriori opportunità di formazione, quali viaggi-studio all’estero per migliorare le competenze linguistiche (in tal caso le spese sono finanziate grazie al medesimo fondo, ma non è prevista la borsa di lavoro) e ulteriori esperienze presso aziende differenti («ma nessuno ha mai effettuato più di due tirocini consecutivi», specifica il responsabile). Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio: resta infatti aperto il nodo del limite massimo di età, che nel Les 4 non è affatto menzionato. Rischia così di riproporsi il problema dei tirocinanti ultratrentenni, magari con varie esperienze lavorative alle spalle o attività da liberi professionisti in corso. Ma Bussandri difende la scelta di non aver posto un limite di età: «I tirocini rappresentano uno strumento per garantire un passaggio di competenze, una trasmissione di know-how. Per esempio: un uomo o una donna quarantacinquenni che abbiano lavorato per tutta la vita nel settore manifatturiero, e che ora hanno perso il posto a causa della crisi, hanno diritto a reinventarsi una vita professionale, magari proprio nel settore del turismo. La scelta di non porre limiti di età risponde a questo ragionamento». Andrea CuriatPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Progetto di stage "Les 4" di Promuovi Italia: la scheda con tutte le informazioni utili

Opportunità per i neodiplomati di Udine: «Dalla scuola al lavoro», tirocini di qualità promossi dal Comune

Il Comune di Udine promuove un progetto di stage "di origine controllata", destinato ai giovani  neodiplomati che abbiano intenzione di inserirsi subito nel mondo del lavoro. L'iniziativa, che si chiama «Dalla scuola al lavoro... Tirocini di qualità 2009 - 2010» e coinvolge anche la Provincia e le associazioni di categoria locale, mette a bando una ventina di posizioni di tirocinio. «Per la prima volta ci attiviamo in questo ambito» spiega Lisa Beltrame dell'Agenzia Giovani [nell'immagine, l'homepage del sito]: «Gli stage dureranno sei mesi, e speriamo di riuscire a farli partire già da metà novembre». C'è tempo fino a mercoledì 21 ottobre per candidarsi: i requisiti minimi sono avere la residenza a Udine, essersi diplomati da non più di 18 mesi e avere meno di 30 anni. Le candidature andranno consegnate a mano presso la sede di viale Ungheria: «In effetti questo non è molto moderno» ammette sorridendo Beltrame «ma non potevamo fare diversamente, per via delle procedure di protocollazione e anche perchè sarà importante poter determinare con certezza non solo il giorno, ma anche l'orario della presentazione di ciascuna candidatura». Solo ai primi cento arrivati, infatti, verrà garantito il colloquio presso il centro per l'impiego, primo passo per la selezione. Sarà proprio il centro per l'impiego di Udine, poi, a fungere ufficialmente da ente promotore: «Come prevede la normativa, sulla convenzione di stage verrà segnalato il nominativo dell'addetto dell'ente promotore nominato tutor, che sarà il punto di riferimento per i tirocinanti», chiude Beltrame: «E anche noi come Agenzia Giovani, in tandem con il collega del centro per l'impiego, continueremo a monitorare questi 23 ragazzi affinchè lo stage venga svolto nel migliore dei modi. Ci sono 46mila euro del Comune in questo progetto, soldi pubblici di cui è doveroso controllare l'utilizzo: vogliamo essere sicuri che vadano spesi bene, a tutto vantaggio dei ragazzi». Un aspetto significativo del progetto è che per reclutare le imprese ospitanti, quelle cioè che prenderanno i giovani in stage, il Comune di Udine ha coinvolto anche la Repubblica degli Stagisti, prendendo spunto dalla Carta dei diritti dello stagista per indicare a queste imprese la strada giusta da seguire per offrire vere opportunità di formazione e di inserimento lavorativo.Per esempio, il rimborso spese: gli stagisti riceveranno per i primi quattro mesi 500 euro al mese da parte del Comune. Poi, per gli ultimi due mesi, il Comune si aspetta che siano le aziende a provvedere a questo rimborso, dato che a quel punto gli stagisti avranno già imparato abbastanza da essere produttivi e utili alle imprese. Certo non si tratta di un'imposizione, anche perchè la normativa vigente non pone l'obbligo di pagare gli stagisti: ma la speranza è che dare a queste imprese un buon esempio le possa stimolare a comportarsi nello stesso modo. In particolare, nel "Vademecum del tirocinio di qualità" trasmesso dall'Agenzia Giovani comunale a tutte le aziende che si sono candidate come ospitanti viene ricordato che non si possono utilizzare gli stagisti per rimpiazzare personale in ferie o maternità, che la presenza del tutor dev'essere costante, che lo stage dev'essere usato solo per persone che non hanno significative esperienze lavorative alle spalle.Le imprese ospitanti sono 23, scelte tra quasi 40 in base al rispetto di alcuni criteri (la sede nel comune di Udine, la presenza di almeno un dipendente a tempo indeterminato): dall'agenzia immobiliare all'impresa edile, dall'albergo allo studio di ortodonzia, dallo studio legale all'oreficeria, dalla società di brokeraggio assicurativo a quella di vigilanza privata. Sul sito del Comune è possibile scaricare un documento che illustra le posizioni di tirocinio e le mansioni che concretamente lo stagista sarà chiamato ad apprendere. E se le aziende non hanno alcun vincolo rispetto all'assunzione dei giovani al termine del tirocinio, il Comune si aspetta però che molte decidano di farlo: anche per rispettare il quinto punto del Vademecum – che poi coincide col quinto punto della Carta dei diritti dello stagista – che recita: «Il tirocinante deve avere, almeno nel caso dei tirocini svolti presso strutture private, una concreta possibilità di assunzione dopo lo stage».Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento leggi anche:- la Carta dei diritti dello Stagista

Per chi sogna di lavorare nel campo finanziario, venerdì 2 ottobre a Milano c'è l'appuntamento con il Job Market Day

Venerdì 2 ottobre a Milano torna per la sesta edizione il Job Market Day - Careers in finance, il più importante appuntamento italiano dedicato specificamente all’incontro tra laureati, professionisti e aziende internazionali operanti nel settore finanziario, bancario e assicurativo. L'evento, promosso da Job Market di Borsa Italiana e Cesop Communication, viene ospitato nel tempio della finanza  italiana: Palazzo Mezzanotte [nella foto], in piazza Affari, nel cuore di Milano. Ci saranno gli stand di Barclays Bank, Bnl Gruppo BNP Paribas, Business School del Sole 24 Ore, Cariparma, Ernst & Young, Gruppo Banca Sella, Intesa Sanpaolo, Prometeia, Sace, Sas, Università di Pisa e Vittoria Assicurazioni. E in più tre aziende che in Italia partecipano esclusivamente a questa "job fair": la padrona di casa Borsa Italiana, spa responsabile dell'organizzazione e della gestione del mercato borsistico, la Banca d'Italia e il colosso dell'informazione finanziaria Bloomberg.A chi può essere utile fare un salto a questo evento? A tutti i giovani laureandi o neolaureati in economia, matematica, fisica, informatica, legge e ingegneria; a coloro che hanno frequentato master o corsi nel settore finanziario; a chi già lavora nell'ambito creditizio, in quello assicurativo, finanziario, legale e amministrativo gestionale, e ha voglia di guardarsi un po' in giro e vedere le opportunità offerte dal mercato.Al Job Market Day ci sarà anche la Repubblica degli Stagisti con un seminario dal titolo «Stage, ecco come scegliere quello giusto e davvero utile» a cui parteciperà anche Luisa Adani, giornalista e consulente di carriera, autrice dei libri Il curriculum vincente e Il colloquio (entrambi editi da Etas, con il sottotitolo «Per trovare, migliorare e cambiare lavoro»). L'appuntamento è a Palazzo Mezzanotte Congress and Training Centre,  a Milano in piazza degli Affari 6; (metropolitana rossa, fermata Cordusio) dalle 10:00 alle 18:00; l'ingresso all'evento è gratuito con registrazione obbligatoria. Il seminario «Stage, ecco come scegliere quello giusto e davvero utile» avrà luogo dalle 12:45 alle 13:45 nello spazio della Sala Blu 60.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Seminario sugli stage della Repubblica degli Stagisti al Jobmeeting di Milano: il video

Programma Leonardo, stage in giro per l'Europa dai quindici ai sessant'anni sotto il segno della formazione permanente

Tutti conoscono il programma Erasmus, che permette di andare a fare un periodo di studio all'estero, durante l'università, ricevendo una piccola borsa di studio. Cugino dell'Erasmus è il programma Leonardo, [nell'immagine, l'homepage del sito] inserito  nell’ambito del progetto di "Apprendimento permanente 2007–2013" istituito dal Parlamento europeo, che manda la gente in giro per l'Europa non per studiare ma per fare tirocini. Ogni anno per l'Italia vengono investiti in questo progetto circa 12 milioni di euro, e gli italiani rappresentano il 10% dei tirocinanti Leonardo complessivi. Nel 2008, per esempio, nel nostro Paese sono stati avviati oltre cinquemila tirocini: le mete più gettonate sono state la Gran Bretagna e la Spagna, che insieme hanno raccolto oltre la metà delle preferenze (rispettivamente 26% e 25%). A seguire Francia (9%), Irlanda (7%) e Germania (6,5%). Fanalini di coda il Lussemburgo, con un solo tirocinante, la Turchia con tre e l'Islanda che ne ha contati sei.«Io ho partecipato l'anno scorso al programma Leonardo» racconta alla Repubblica degli Stagisti Vincenzo, 30enne lucano laureato in Architettura «rispondendo a un bando promosso dall'Ordine degli Architetti di Matera e da quello di Roma. Ho superato la selezione e poi la prova orale; prima di partire ho seguito una trentina di lezioni per migliorare il mio spagnolo». Destinazione Spagna: «Le opzioni erano Madrid, Valencia e Barcellona: ho scelto quest'ultima e sono entrato a lavorare presso lo studio di un architetto italiano. Eravamo in sette: sei dipendenti ed io». Piccola curiosità, Vincenzo è allergico alla parola tirocinante: «In effetti nel programma si parla di tirocinio all'estero e di borsa di lavoro: quindi tecnicamente è vero che ero un tirocinante. Ma nello studio  ero considerato come un collaboratore, prendevo le mie decisioni e mi facevano lavorare coinvolgendomi sempre». Quindi Vincenzo viene trattato come un professionista, e non come uno stagista. Per tutti gli aspetti tranne uno: la retribuzione. «Lo studio non mi dava neanche un euro: contavo solo sulla borsa, che ammontava a 700 euro al mese. Per fortuna questa cifra è sufficiente per vivere a Barcellona, che è molto meno cara di Roma». Il Leonardo di Vincenzo è durato 6 mesi, dal settembre del 2008 al marzo di quest'anno: «Purtroppo alla fine del tirocinio non ho potuto continuare a collaborare con lo studio, perché con la crisi loro hanno perso alcuni progetti, e non erano in condizione di pagarmi. Sono comunque rimasto qui in Spagna in cerca di nuove occasioni, e non penso di tornare in Italia».I progetti di tirocinio vengono elaborati da molti enti, associazioni, università e poi sottoposti al vaglio di un comitato di esperti indipendenti che ogni anno sceglie quelli più interessanti. Per esempio, scorrendo il documento "Azioni di mobilita’ plm - persone disponibili sul mercato del lavoro - annualita’ di selezione 2008" si legge che la Fondazione di Noopolis offriva posizioni di tirocinio in Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia per neolaureati in ambito chimico, farmaceutico e farmacologico, biologico e biotecnologico; il Comune di Castrovillari spediva in Irlanda, Lituania, Malta e Spagna neolaureati e disoccupati interessati al settore del turismo rurale, ecocompatibile, enogastronomico e marketing territoriale; l'assessorato alle politiche del lavoro e alla formazione professionale della Provincia di Rieti cercava neolaureati (con un occhio di riguardo a quelli della suo territorio) per mandarli a fare esperienza in ambito di energia rinnovabile in Austria, Regno Unito e Irlanda; l'università di Bergamo destinava ai suoi laureati e a quelli del Politecnico di Milano e dell’università di Padova posizioni di tirocinio per approfondire le metodologie e tecnologie ICT applicate al settore automobilistico, aeronautico e meccanico in Belgio, Francia, Regno Unito, Norvegia e Slovenia... L'elenco completo delle posizioni per il 2008-2010 si trova a questo link, alla voce «Se sei interessato a una borsa Leonardo da Vinci clicca qui». In Italia il progetto è gestito dall'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori. I partecipanti al programma Leonardo vengono suddivisi in tre categorie: gli "ivt" sono gli studenti delle superiori (prevalentemente istituti tecnici); i "plm" sono gli studenti universitari e laureati; i "vetpro" sono i professionisti della formazione. A queste categorie corrispondono tre diverse durate minime e massime per gli stage: per gli "ivt" si va da un minimo di 2 settimane a un massimo di 10 mesi; per i "plm" da un minimo di 2 settimane a un massimo di 6 mesi e mezzo; per i "vetpro", infine, il tirocinio è più breve e va da una a sei settimane. In particolare, dei 5272 tirocini 2008, 2439 - cioè quasi la metà - hanno riguardato partecipanti "ivt" e quindi nella fascia d'età tra i 15 e i 20 anni; i partecipanti "plm", nella maggior parte dei casi di età compresa tra i 21 e i 30 anni o poco più, sono stati 2223 quindi un po' più del 40%; i "vetpro" infine sono stati 610, circa l'11%. Di questi ultimi, 103 avevano meno di quarant'anni; 223 tra i 40 e i cinquant'anni, 240 dai cinquanta ai sessant'anni e 44 erano over sessanta.I tirocinanti Leonardo, al pari degli studenti Erasmus, ricevono un rimborso spese che varia rispetto alla durata della permanenza all’estero e al paese di destinazione. L'ammontare viene stabilito dai singoli proponenti sulla base di una tabella di massimali redatta dalla Commissione europea: per esempio, i massimali relativi all’annualità di selezione 2009 indicano che il rimborso spese più alto, fino a 1300 euro al mese, è previsto per Danimarca, Francia e Irlanda, mentre quello più basso è previsto per la Bulgaria (700 euro al mese). Va sottolineato però che in media l'ammontare del rimborso spese è significativamente inferiore rispetto a questi massimali.I dati del 2008 raccontano anche che il programma Leonardo è prediletto dalle donne (che rappresentano il 61% del totale dei partecipanti), e per quanto riguarda la provenienza geografica dai veneti (18%), piemontesi (13%), marchigiani (11%) ed emiliano-romagnoli (8%).  La Repubblica degli Stagisti invita tutti gli ex tirocinanti Leonardo e coloro che in questo momento stanno partecipando al programma a venire qui sul Forum a raccontare la propria esperienza. Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Tirocini Leonardo, ecco una panoramica dei bandi ancora aperti: dal turismo all'arte, dall'ingegneria alla farmacia

Video curriculum per andare all'estero, un nuovo strumento al servizio degli studenti dell'università di Padova

Da qualche mese gli studenti e i laureati dell'università di Padova che vogliono fare un'esperienza lavorativa fuori dall'Italia hanno a disposizione uno strumento in più. Rivolgendosi all'ufficio Servizio stage e mondo del lavoro [nella foto, l'homepage del sito] possono preparare un videocurriculum in inglese e attraverso di esso candidarsi per posti di lavoro e di stage all'estero.Il servizio, presentato a maggio nel corso della giornata di Università Aperta, prende spunto anche dall’indagine “2007 Video Resume Survey” realizzata da Vault.com (una società specializzata in servizi per le risorse umane), secondo cui oltre la metà delle imprese ritiene che il videocv diventerà parte integrante degli strumenti di candidatura, e nove direttori del personale su dieci confermano che ne guarderebbe uno con molto interesse. L'obiettivo dichiarato dell'università di Padova è di «dare agli studenti la possibilità di presentarsi al mondo del lavoro in modo innovativo e originale, al passo con i tempi, minimizzando il problema della distanza fisica tra selezionatori e candidati: una novità per il panorama del placement universitario sia italiano che europeo».Negli ultimi anni infatti è cresciuto il numero di studenti e laureati che scelgono di fare un'esperienza all’estero, anche grazie alle borse di studio dei programmi di mobilità europea. Rispetto a chi fa un semplice Erasmus, i ragazzi che si allontanano dall'Italia per uno stage o un lavoro non solo migliorano le conoscenze linguistiche e imparano a conoscere culture differenti, ma danno una ventata di internazionalità al loro cv. L'anno scorso sono andati all'estero per svolgere uno stage 310 studenti e laureati dell'università di Padova: le destinazioni più frequenti sono state Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, e per quanto riguarda quelle extraeuropee, nord e sud America. Di fronte a questa costante crescita, l'ateneo patavino punta ad aiutare a presentare al meglio la propria candidatura, «enfatizzando le qualità personali e professionali e facilitando in parallelo il compito dei selezionatori stranieri che, al momento della scelta del  candidato ideale, hanno a disposizione soltanto un curriculum cartaceo».Presso lo stand durante la giornata Università aperta, lo scorso maggio, sono stati realizzati una trentina di videocv, a cui in questi mesi se ne sono aggiunti altri: ad oggi l'università ne ha raccolti circa 150. «I video curricula vengono registrati da studenti e laureati comodamente da casa loro: bastano una connessione Internet, una webcam e un microfono. Se non dispongono della strumentazione necessaria possono prenotare una saletta attrezzata presso il nostro ufficio, in Riviera Tito Livio 6» spiega alla Repubblica degli Stagisti la responsabile, Gilda Rota: «Per ora sono tutti in lingua inglese, ma nulla vieta che i candidati possano utilizzare anche un'altra lingua straniera, qualora vogliano proporsi per paesi non anglofoni. Ovviamente possono registrare un videocv anche in italiano: ma lo strumento è stato pensato soprattutto per la mobilità all'estero, visto che in Italia è più facile spostarsi per farsi conoscere direttamente dall'azienda». I video vengono caricati all'interno dell'area riservata del sito dell'università. L'ufficio Servizio stage e mondo del lavoro li visiona, vaglia e approva: questo perchè l'università si fa garante della qualità e veridicità delle informazioni scambiate tra aziende e candidati. Ma poi chi può visionare i videocv? Tutte le aziende che hanno inserito un'offerta di stage o di lavoro (ad oggi sono in 125 a partecipare al progetto), ma a due condizioni: che il curriculum del candidato corrisponda ai requisiti richiesti – e questa verifica la fa l'ufficio – e che il candidato abbia dato il consenso, confermando quindi il suo interesse all'offerta proposta. «Questo perchè l'università non si vuole configurare come Facebook o simili» puntualizza ancora Rota «ma vuole garantire sia le aziende sia i ragazzi sulla serietà dell'offerta e della domanda». Per ora al progetto possono partecipare solo gli studenti ed ex studenti dell'università di Padova: «Ma altre università hanno chiesto di acquistare da noi lo strumento, e noi lo metteremo a disposizione di chi ne fa richiesta».Oltre al videocv, poi, c'è anche la video interview: «Se tra i curricula da noi preselezionati l'azienda trova candidati di suo interesse» conclude la responsabile del Servizio stage e mondo del lavoro «può approfondire la conoscenza proponendo loro una "remote interview", un colloquio a distanza con il personale addetto alla selezione. L'ufficio mette a disposizione del candidato e dell'azienda tutta la strumentazione informatica e l'assistenza necessarie». E così anche il secondo passo del processo di selezione per un posto, per esempio, a Londra o New York avviene senza muoversi da Padova.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche gli articoli:- Un anno di Soul, il servizio di placement pubblico delle università del Lazio- Dalla parte dei laureati - lo stage serve per trovare lavoro?

Stagisti e figli della riforma universitaria, l'identikit di Almalaurea

Ad otto anni dalla legge Moratti, Almalaurea traccia l'identikit dei “figli della riforma” universitaria, confrontando i dati sui laureati del 2001 con quelli sui “dottori in” (di primo e secondo livello) del 2008. Dallo studio emerge che l'età media dei laureati post riforma diminuisce leggermente (da 28 si passa a 27 anni), che il voto medio di laurea si alza di mezzo punto (da 102,5 a 103/110) e che più della metà dei nuovi dottori ha svolto uno stage durante il percorso di studi – mentre prima del 2001 erano meno di venti su cento. I tirocini formativi riguardano il 57% delle studentesse e il 49% degli studenti; sono diffusi in tutto il Paese, in particolare al nord (55%) e hanno “soddisfatto” il 78% degli stagisti coinvolti. Un dato interessante è quello relativo al rapporto tirocinio formativo / lavoro nel caso dei laureati di primo livello: «L’indagine sulla condizione occupazionale dei laureati – scrive nella sua relazione allo studio Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea [nella foto] – ha accertato l’esistenza di un differenziale pari a circa sette punti percentuali fra chi ha svolto uno stage durante gli studi rispetto a chi non vanta un’esperienza analoga». Stesso vantaggio (6,5 punti percentuali) divide gli occupati che hanno svolto un tirocinio dopo la laurea (55,5%) da quelli che non possono vantare nel curriculum questo genere di esperienza (49%). Vale a dire che chi ha fatto uno stage ha 6-7 probabilità su cento in più di trovare lavoro rispetto a chi lo stage non l'ha fatto.«Sono convinto – commenta Cammelli – che lo stage si possa considerare una delle porte d'ingresso al mondo del lavoro. È senz'altro uno degli elementi che consentono il dialogo fra la formazione universitaria e il mondo produttivo, cosa che è mancata nei decenni precedenti». Spesso, però, è un dialogo veloce, visto che in oltre un quarto dei casi (26,5%) lo stage di uno studente universitario dura appena 150 ore, cioè più o meno tre settimane. Generalmente i tirocini più lunghi, quelli che arrivano fino a 400 ore (due mesi), riguardano le aree di studio tecnico-scientifiche. Prendendo in considerazione invece i gruppi disciplinari, gli studenti che più vanno in stage sono quelli di agraria (83 laureati su cento), seguiti dai colleghi di educazione fisica (81,5) e insegnamento (81). In ultima posizione i laureati del gruppo giuridico (13 studenti su cento). Ma dove si va in stage quando ancora si è universitari? Poco più di un terzo dei laureati intervistati da Almalaurea ha svolto da studente un tirocinio in aziende private, un terzo in aziende pubbliche o in un ente pubblico. La scelta solitamente dipende dal tipo di facoltà frequentata: la maggior parte dei tirocini svolti in università interessa gli studenti di medicina, odontoiatria o del gruppo geo-biologico. Vanno in stage in enti o aziende pubbliche gli iscritti a corsi che preparano a professioni nel campo sanitario o dell'insegnamento, mentre in azienda arrivano gli studenti del gruppo economico-statistico, architettura, chimico-farmaceutico o ingegneria.Giuseppe Vespo Per saperne di più su questo argomento, leggi anche gli articoli:- Dalla parte dei laureati - lo stage serve per trovare lavoro?- Stage attivati dai centri per l'impiego: ecco la radiografia annuale dell'Isfol

Prima assunzione attraverso il sistema degli annunci "protetti" della Repubblica degli Stagisti

Federica da ieri lavora in una grande società di consulenza finanziaria. Ha 24 anni, si è appena laureata in Economia aziendale, ed è la prima persona che ha trovato lavoro grazie al «Bollino OK Stage»,  l'iniziativa espressamente dedicata alle aziende che vogliono dimostrare di trattare bene i giovani, promossa dalla Repubblica degli Stagisti. È stato infatti proprio rispondendo ad un annuncio qui sul sito che pochi mesi fa ha trovato la miglior occasione che potesse sperare: PricewaterhouseCoopers – una delle prime aziende aderenti al Bollino –  ha valutato interessante il suo cv e l’ha chiamata. Federica si era candidata per uno stage, ma l’esito dei colloqui è andato addirittura oltre le sue aspettative: la società ha deciso che fosse già pronta per mettersi all’opera, e invece di uno stage le ha proposto un vero e proprio contratto – un apprendistato professionalizzante. Una circostanza non del tutto inusuale che Angela Castellano, responsabile Recruitment di PricewaterhouseCoopers, riassume così: «Il percorso di selezione per uno stage è uguale a quello per un'assunzione: valutiamo le stesse qualità personali e professionali così come le competenze e conoscenze tecniche. La prassi della società di revisione del network PwC è di assumere persone laureate o in procinto di laurearsi; questo è stato il caso di Federica, che ha finito con esito positivo l'iter selettivo poco prima della data di laurea, pertanto abbiamo deciso di proporle un'assunzione anche se lei si era candidata per uno stage». La new entry è stata inserita nel settore della revisione dei conti: «L’obiettivo del processo di revisione è fornire un’opinione indipendente circa la veridicità e correttezza di un bilancio» spiega ancora la manager  alla Repubblica degli Stagisti «I giovani neoassunti inseriti nei team di audit si recano presso i clienti dove, affiancati dai colleghi più esperti, si occupano dell’analisi del sistema di controllo interno nonché della verifica del bilancio. Tipicamente, il revisore lavora su clienti di differenti settori, cambiando frequentemente team e luogo di lavoro: è necessario quindi essere persone curiose, motivate, flessibili e aperte al cambiamento». Utilizzando il contratto di apprendistato, tra l’altro, PricewaterhouseCoopers dimostra di rispettare pienamente la Carta dei diritti dello stagista, il documento-base del progetto del Bollino che al nono punto prescrive che lo stage non debba «essere considerato l’unico strumento per realizzare una formazione» e che vada «incentivato l’utilizzo dei contratti di apprendistato». Nel ramo di PwC che si occupa di revisione e organizzazione contabile vengono attivati circa 350 contratti di questo tipo ogni anno. «Attraverso l'apprendistato le aziende possono assumere giovani da inserire nel contesto lavorativo attraverso un percorso formativo utile a far loro conseguire professionalità» spiega ancora la Castellano «Il costo aggiuntivo della formazione è mitigato dal risparmio sugli oneri contributivi. Burocraticamente non è semplice, soprattutto per le marcate differenze nelle modalità che sono state introdotte dalle varie normative regionali. In ogni modo, il giovane in questo modo inizia il suo inserimento nel mondo del lavoro, ma soprattutto, attraverso la formazione e al termine dell'apprendistato, può conseguire una qualifica professionale, nel caso di Federica quella di revisore contabile».Il contratto di apprendistato dovrebbe, in effetti, essere il vero strumento di «formazione-lavoro» per i giovani – almeno secondo Roberto Maroni che nel 2004, quando era  ministro del Lavoro, aveva emesso una circolare definendolo «l'unico contratto di lavoro a contenuto formativo presente nel nostro ordinamento» e quindi il solo «strumento idoneo a costruire un reale percorso di alternanza tra formazione e lavoro». Peccato però che, come si evince anche dai dati contenuti nell’ultimo rapporto di monitoraggio dell’Isfol «Apprendistato, un sistema plurale», dei 600mila contratti di apprendistato che ogni anno vengono attivati in Italia meno di uno su venti riguarda persone laureate. Se nel 2002 la percentuale di apprendisti laureati si fermava allo 0,2%, oggi infatti arriva appena al 4,7%. Numeri che provano che raramente l’apprendistato viene usato per la formazione on the job di chi ha un alto grado di istruzione: ed è in questo spazio grigio che lo strumento dello stage inevitabilmente si inserisce, andando a supplire e venendo utilizzato di fatto come un «apprendistato breve».Federica è stata fortunata: è entrata a far parte della striminzita percentuale di apprendisti laureati. Il suo contratto, da quasi 22mila euro lordi all’anno cioè più o meno 1200 euro netti al mese, durerà due anni e le garantirà tutto: malattia, maternità, ferie, tfr e contributi. Permettendole certamente di costruire il suo futuro con molta più serenità rispetto ai tanti suoi coetanei che si barcamenano tra stage spesso impropri e cocopro brevi e malpagati. Federica ha trovato lavoro grazie alla Repubblica degli Stagisti, e naturalmente l’auspicio è che sia la prima di una lunga serie.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche gli articoli- «La testimonianza di Federica Piatti: "Ecco come ho trovato lavoro grazie alla Repubblica degli Stagisti"»- «Il sito, la Carta, il Bollino: ecco le nuove ali della Repubblica degli Stagisti»

Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage

Sempre più stagisti nelle aziende italiane. Il nuovo rapporto Excelsior, che viene prodotto ogni anno da Unioncamere per fotografare i fabbisogni delle aziende (il campione è costituito da oltre 100mila imprese con almeno un dipendente di tutti i settori economici e di tutte le tipologie dimensionali, contattate dalle Camere di commercio con interviste dirette o telefoniche), rileva anche quanto viene usato in questo ambito lo strumento dello stage. Il dato aggiornato è che nel 2008 ci sono stati 305mila stagisti nelle aziende: un incremento del 19% rispetto all'anno precedente (nel 2007 gli stagisti "censiti" erano stati 256mila), e addirittura del 34% rispetto a due anni prima (228mila nel 2006). Il numero degli stagisti italiani insomma continua a crescere a vista d'occhio.Com'è prevedibile, cresce anche il numero delle aziende che ospitano tirocinanti: se nel precedente rapporto il dato si fermava all'11,9%, quest'anno sale quasi di un punto percentuale, arrivando al 12,8%. Sempre più stagisti, quindi, e sempre più aziende disponibili ad ospitarli.In particolare, i primi dati specifici divulgati da Unioncamere confermano che lo stage è utilizzato in maggioranza dalle grandi imprese: di quelle con oltre 500 dipendenti tre su quattro ospitano stagisti. Si scende poi a 62,9% per le imprese con un numero di dipendenti tra i 250 e i 499 e a 40,1% per le imprese cosiddette "medie" (tra 50 e 249 dipendenti). Micro e piccole imprese invece continuano ad utilizzare poco questo strumento: se nel 2007 l'8,8% delle realtà aziendali con  meno di 10 dipendenti aveva ospitato tirocinanti, quest'anno è di poco superiore (10,4%); e per quanto riguarda quelle con con 10-49 dipendenti, di cui l'anno scorso circa una su cinque ospitava stagisti, nel 2008 il dato è addirittura sceso a 14,3%.Ma le aziende fanno sempre meno contratti dopo lo stage: decresce infatti il già basso numero degli stagisti assunti dopo il periodo di formazione. Secondo il Rapporto Excelsior 2009 il calo è piuttosto drastico: se l'anno scorso la percentuale era 12,9%, quest'anno si ferma a 9,4%. Meno di uno stagista su dieci, quindi, può sperare in un contratto: in particolare, degli oltre 300mila stagisti del 2008 meno di 29mila hanno ottenuto un'assunzione, anzi una potenziale assunzione - dato che l'indagine chiede agli imprenditori di indicare non solo gli ex stagisti già messi sotto contratto, ma anche quelli a cui hanno (forse) intenzione di farlo.Chiaramente 9,4% è un dato medio. Nel dettaglio, gli stagisti che hanno (un po') più probabilità di essere assunti sono quelli che vivono in Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria: in queste regioni infatti la percentuale di assunzione dopo lo stage è dell'11%, più alta rispetto al nord est (solo 8,5% per quest'area geografica che comprende anche il ricco Veneto, detto "locomotiva d'Italia"), al centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio: qui la percentuale è pari all'8,8%), e al sud e isole (8,9%). Non conta solo la collocazione sulla cartina geografica, ma anche la grandezza delle imprese: quelle più grandi si confermano essere maggiormente orientate all'assunzione (20,3% per le imprese con oltre 500 dipendenti, 18,2% per quelle con 250-499 dipendenti - un dato comunque ben più basso rispetto a quello rilevato l'anno scorso, che si attestava intorno al 28%) rispetto alle medie imprese (13,7%). Fanno letteralmente un tonfo le micro e piccole imprese, entrambe con una percentuale rilevata di assunzione dopo lo stage inferiore al 7% (l'anno scorso era un po' più alta: 9-10%). Per chi va in aziende con meno di 50 dipendenti, quindi, la probabilità di essere assunto sprofonda a una su sedici. Solo che le imprese con oltre 249 dipendenti in Italia, secondo una rilevazione Istat del 2005, sono circa 3500; mentre quelle con meno di dieci dipendenti sono quattro milioni. Le leggi della statistica non sono clementi con gli stagisti.Eleonora VoltolinaPer saperne di più di questo argomento, leggi anche:- Trovare lavoro dopo la laurea o il master, attenzione alle percentuali di placement: a volte possono riservare sorprese- Stage attivati dai centri per l'impiego: ecco la radiografia annuale dell'Isfol- Centro per l'impiego di Frosinone: il posto "magico" dove uno stagista su due trova lavoro- Dalla parte dei laureati - lo stage serve per trovare lavoro?- Paolo Citterio: stage sì, anche di un anno. Ma mai gratis!

Stage retribuiti all'ufficio dell'Ombudsman dell'Unione europea, ancora una settimana di tempo per candidarsi

Un'occasione di stage molto interessante per i laureati in giurisprudenza è quella offerta dall'ufficio dell'Ombudsman, il "Mediatore europeo" (Office of the European Ombudsman / Bureau du Médiateur européen) dell'Unione europea, che proprio in questi giorni sta raccogliendo le ultime candidature per gli stage che prenderanno avvio a gennaio 2010.Requisito essenziale: conoscere benissimo l'inglese. La concorrenza è forte: nel 2008 a fronte di quasi 300 candidature sono stati selezionati 16 stagisti (tre di loro erano italiani); nel 2009 per 17 posti sono arrivate oltre 350 richieste (due gli italiani tra i vincitori).Il motivo sta certamente anche nell'ottimo rimborso spese che l'ufficio eroga ai suoi stagisti: 1185 euro netti al mese per chi è destinato alla sede di Bruxelles, 1369 euro per Strasburgo, più il rimborso di tutte le spese per eventuali "missioni".Per l'ufficio dell'Ombudsman [nell'immagine, l'homepage del sito nella versione italiana], che si occupa delle denunce di cattiva amministrazione contro le istituzioni e gli organi dell'Unione europea,  in questi anni - dal 1997 ad oggi - sono passati un centinaio di giovani, 94 per la precisione. Età media 26 anni e mezzo: il più giovane aveva 22 anni, il più vecchio 33 (la percentuale di stagisti over 30 è comunque molto bassa, intorno all'8%).Prendendo in considerazione solo gli ultimi anni, dal 2006 ad oggi, l'ufficio ha ospitato 37 stagisti, in maggioranza ragazze (66%). Gli stage sono organizzati in due tornate, una a gennaio (january training period) e l'altra a settembre (september training period). Il budget che l'ufficio ha a disposizione ogni anno per questo progetto (indipendente rispetto a quello dei tirocini retribuiti Schuman) è di 175mila euro. Gli stage durano quattro mesi, ma nella maggior parte dei casi vengono prorogati: negli ultimi anni infatti meno del 14% degli stagisti si è fermato dopo i primi quattro mesi, perché aveva trovato un lavoro o doveva iniziare un Phd. Tutti gli altri hanno accettato la proposta di proroga, in quasi la metà dei casi arrivando a stare un anno intero presso l'Ombudsman.A fare cosa? A seguire tutte le fasi del lavoro dell'ufficio, a cominciare dalle procedure di analisi dei casi che vengono portati all'attenzione dell'Ombudsman. Nell'eventualità che il caso esuli dalle competenze attribuite a questo ufficio, agli stagisti viene talvolta affidato il compito di rispondere ai cittadini, indicando l'ente giusto al quale rivolgersi nella propria nazione. Gli stagisti si occupano poi di tradurre documenti e di rispondere ai quesiti del pubblico, ciascuno sotto la supervisione di un tutor dell'ufficio legale.Per provare a candidarsi per la tornata di stage che cominceranno il primo gennaio 2010 c'è tempo fino a lunedì 31 agosto. E anche chi ha una laurea diversa da quella in giurisprudenza può tentare: «Negli ultimi anni abbiamo avuto uno stagista esperto di informatica» racconta alla Repubblica degli Stagisti il responsabile del personale dell'ufficio «e l'abbiamo coinvolto nella preparazione e nel lancio del nuovo sito Internet dell'ufficio dell'Ombudsman, nel 2008. Casualmente, era proprio un italiano!».  Eleonora Voltolina Per saperne di più sugli stage dell'Ue, leggi anche:- Si apre il bando per seicento stage da mille euro al mese alla Commissione europea- Tirocini retribuiti del Parlamento europeo: di nuovo aperta la corsa alle candidature- Stage all'Agenzia europea per i diritti, le voci degli «ex»: Emanuele Cidonelli, ecco la mia esperienza a Vienna- Opportunità di stage all'Agenzia europea per i diritti fondamentali con rimborso spese di mille euro al mese