Mille stage pagati dallo Stato, indennità mensile record: 1.700 euro al mese. Le aziende possono candidarsi

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 06 Nov 2024 in Notizie

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Poche ore ancora per le imprese italiane per rispondere alla call promossa dal ministero per lo Sport e i Giovani in collaborazione con Invitalia per ospitare fino a tre stagisti ad azienda e ricevere un rimborso di 10mila euro a stage. Intento dell’iniziativa è attivare 1.000 tirocini. Ai tirocinanti andranno 10mila euro lordi, suddiviso in sei mensilità, quindi circa 1.700 euro al mese.

Una cifra in effetti inaudita in Italia: basti pensare che è pari al doppio dell'indennità mensile obbligatoria in Lazio, che è la regione italiana che ha fissato il limite più alto per il compenso obbligatorio da erogare ai tirocinanti extracurricolari. La cifra lascia a bocca aperta anche perché superiore perfino agli stipendi mediani dei lavoratori italiani. (leggete qui, la Repubblica degli Stagisti ha da sempre una posizione contraria agli stage completamente pagati dallo Stato e "regalati" alle aziende senza un loro contributo). Ma è anche vero che a caval donato non si guarda in bocca, e che questi soldi dovrebbero interamente finire nelle tasche dei beneficiari finali – gli stagisti. E inoltre, chi andrà a fare lo stage all'estero andrà certamente ad affrontare spese più ingenti.

Il bando rientra nel Progetto Rete che vuole sviluppare «le competenze dei giovani, stimolando e accompagnando la loro vocazione imprenditoriale», e facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro. L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’Anno europeo delle competenze promosso dall’Unione europea con l’intento di promuovere la riqualificazione e l’aggiornamento delle competenze per ottenere posti di lavoro di qualità.  

Al momento è in corso la fase di selezione delle aziende: solo più avanti si passerà al reclutamento dei giovani. Possono, quindi, fare domanda le imprese italiane con almeno 30 dipendenti disposte ad ospitare per un periodo di sei mesi fino a un massimo di 3 stagisti, diplomati e laureati, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, presso le proprie sedi in Italia e negli altri paesi europei.

La dotazione finanziaria totale dell’iniziativa è di 10 milioni di euro, con una riserva del cinquanta per cento, pari quindi a 5 milioni di euro, per gli stage attivati all’estero, in un paese dell’Unione europea. Ultima data utile per le aziende per partecipare attraverso la piattaforma online sono le ore 17 dell’8 novembre, salvo eventuali proroghe. È importante ricordare chem al contrario di altri bandi simili, questo non è un click day. Quindi tutte le richieste inviate entro questa data saranno valutate.  

Obiettivo di questa manifestazione di interesse per le imprese, si legge nelle faq, è di «individuare le società interessate a offrire ai giovani di età compresa fra i 18 e i 30 anni un’esperienza di stage presso le proprie sedi»  e offrire a quanti vi parteciperanno «un’esperienza marcatamente formativa, che faciliti lo sviluppo delle loro competenze e il loro inserimento nel mercato del lavoro».  

Da sottolineare, però, che per quanto il bando voglia sulla carta aiutare i giovani a trovare un’occupazione, di fatto non prevede un ulteriore beneficio o aiuto alle aziende che decideranno, eventualmente, di trasformare lo stage in un vero e proprio contratto di lavoro al termine dei sei mesi. Le imprese potranno quindi ottenere degli stagisti  “pagati dallo Stato” per un semestre senza alcun obbligo di doverne assumere nemmeno uno.  

Il punto 6 del bando, infatti, precisa che il contributo economico «è unicamente finalizzato al conseguimento di una finalità di interesse generale, correlata allo svolgimento di un periodo di stage marcatamente formativo», quindi senza un obiettivo di inserimento in azienda e precisa anche che l’assegnazione del voucher (la somma mensile andrà comunque anticipata da ciascuna delle aziende partecipanti), è «ad esclusivo vantaggio dei giovani destinatari dell’intervento, non potendo in alcun modo rappresentare e/o generare un vantaggio economico per le attività imprenditoriali coinvolte». Questo significa che le aziende non avranno alla fine un surplus di guadagno o beneficio ulteriore. 

Invitalia pubblicherà sul sito rete.giovani2030.it l’elenco delle società che soddisfano i requisiti con le relative esperienze di stage, l’indennità prevista e la sede. Nella scelta dell’assegnazione delle risorse, si darà priorità alle aziende che offrono stage all’estero, se presenti, nella porzione del 50 per cento dell’investimento. E nello stilare la graduatoria si darà ulteriore priorità a quelle esperienze all’estero che prevedono un cofinanziamento dell’impresa, ordinate in base al maggior ammontare del cofinanziamento. Subito dopo, saranno ordinate in graduatoria le offerte di stage in Italia, ordinate sempre in base al maggior ammontare del cofinanziamento.  

Di fatto, quindi, avranno maggiori possibilità di essere selezionate le aziende che decideranno di mettere dei soldi di tasca propria oltre a quelli previsti da Invitalia. Quindi, pur non essendoci un obbligo a cofinanziare lo stage, in realtà chi non lo fa –  o lo fa con una cifra molto bassa – avrà meno chance di essere selezionato. Certo, bisognerà anche vedere quante aziende riterranno opportuno aumentare la già alta cifra del voucher; sopratutto considerando la disparità che si andrà inevitabilmente a creare con i “normali” stagisti, destinatari dei “normali” e ben più modesti compensi di stage.

Il bando è aperto a tutte le aziende con oltre 30 dipendenti che non abbiano in corso procedure esecutive e/o concorsuali con finalità liquidatoria o di cessazione dell'attività d'impresa, e siano in regola con le disposizioni sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e non abbiano fatto licenziamenti, salvi quelli per giusta causa, nei 12 mesi precedenti l'attivazione dello stage. Né che abbiano in corso procedure di cassa integrazione straordinaria o in deroga.

Se conclusa la fase della graduatoria non sarà possibile individuare un numero di voucher assegnabili pari a mille, Invitalia «si riserva la facoltà di riaprire i termini della Manifestazione imprese». Una volta conclusa questa fase, quindi anche con l’eventuale nuovo bando, sarà pubblicata la Manifestazione giovani per la raccolta delle candidature per gli stage disponibili. I giovani potranno presentare fino a due candidature, non più di una a tirocinio. Per farlo dovranno essere domiciliati in Italia, avere un’età tra i 18 e i 30 anni, una laurea triennale, magistrale o a ciclo unico, o un diploma tecnico superiore, o un diploma di istruzione secondaria superiore.

Perché un programma che vorrebbe facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro, senza però garantire un contratto di alcun tipo al termine dello stage, preveda di coinvolgere per tirocini di sei mesi “giovani” fino a 30 anni non è dato sapere. Il ministero avrebbe potuto pensare a un’età limite più bassa o all’attivazione di altri tipi di contratto, come quello di apprendistato. Perché il rischio è che si finisca per incentivare aziende a fare stage anche a brillanti candidati prossimi ai trent’anni, magari già con esperienze lavorative alle spalle, lasciandoli poi tranquillamente a casa. Peraltro il bando non vieta nemmeno la possibilità per le aziende di effettuare una eventuale proroga dello stage, anche se esplicita nelle faq che «Invitalia non è coinvolta in tale decisione» e che «il voucher erogato copre esclusivamente lo stage attivato nell’ambito dell’iniziativa e non un eventuale rinnovo dello stesso». 

Dopo la chiusura della Manifestazione giovani sarà stilata da Invitalia una graduatoria in cui per ogni posizione sarà indicata l’esperienza di stage, con il nome dell'impresa ospitante, la sede e la descrizione dell’offerta, e i nominativi dei giovani che si saranno candidati per quell'offerta – fino a un massimo di quattro – inviando anche all’impresa l’elenco. A quel punto sarà l’impresa a scegliere tra i quattro chi potrà stipulare la convenzione di stage.  Così come per le imprese, è già prevista anche per la manifestazione giovani la possibilità di riaprire i termini nel caso non siano state coperte tutte le esperienze di stage. 

Una volta selezionati gli stagisti e avviato il tirocinio, le aziende saranno obbligate ogni mese a versare la quota parte dei diecimila euro di voucher totali allo stagista, pari a circa 1.700 euro, a cui andrà aggiunta l’eventuale cifra di cofinanziamento. Solo al termine dei sei mesi potranno chiederne il rimborso a Invitalia presentando un’apposita domanda di rimborso su una piattaforma che verrà predisposta per l’occasione.

Per il momento ai giovani non resta che aspettare che si concluda questa prima fase per prendere poi parte alla selezione dei tirocinanti.

Marianna Lepore

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