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Marianna Lepore
Scritto il 18 Feb 2025 in Notizie
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C’è tempo fino al 31 marzo per far domanda per un tirocinio presso il Comitato europeo delle Regioni: 26 i posti disponibili per lo stage che comincerà il 16 settembre e durerà cinque mesi.
Il tirocinio si svolge a Bruxelles e prevede un rimborso spese mensile di poco meno di 1.500 euro al mese (1476 euro per la precisione) con un impiego full time di 40 ore la settimana. Per candidarsi è necessario essere un cittadino europeo, essere in possesso di un diploma universitario completo o aver terminato almeno il terzo anno di istruzione superiore (università o equivalente) entro il termine ultimo delle candidature, quindi entro fine marzo. Bisogna poi avere un’eccellente conoscenza di una delle lingue dell’Unione europea e una conoscenza soddisfacente della lingua francese o inglese. Per dare poi l’opportunità a quanti più cittadini europei possibili di fare un’esperienza in un’istituzione europea non sono accettate le domande da chi ha già svolto uno stage, con o senza rimborso spese, di almeno otto settimane in un’istituzione europea. Una volta chiuso il termine per le candidature inizierà la fase di preselezione che si chiude con eventuali interviste nel mese di maggio. Poi a giugno viene fatta la selezione finale.
In aggiunta al rimborso spese è previsto anche un contributo mensile per il trasporto pubblico a Bruxelles pari a 25 euro al mese, automaticamente aggiunto al rimborso spese mensile. Gli stagisti selezionati «partecipano al lavoro della loro unità sotto la supervisione di un mentore», spiega alla Repubblica degli Stagisti Matteo Miglietta, dall’ufficio stampa del Cor, che aggiunge anche che «non sono previsti buoni pasto ma uno sconto del 20 percento alla mensa» e che «non c’è possibilità di rinnovare lo stage una volta giunto a conclusione». Previsto anche un rimborso spese per il viaggio di inizio e fine tirocinio in base alla distanza dal luogo di residenza (i particolari si possono leggere in queste regole qui).
Nonostante gli stage offerti non siano molti, come spesso capita per tutte le opportunità in ambito europeo con buon rimborsi spesa – paragonati a quelli italiani – il numero di candidature che arriva dal Bel Paese è sempre altissimo. Per la sessione primaverile che ha preso il via il 16 febbraio «sono arrivate 3.572 domande totali, con l’Italia al primo posto con 1.252, seguita dalla Spagna, 272 e dalla Francia 255», spiega Miglietta. Questo significa che gli italiani sono stati almeno cinque volte in più rispetto a tutti gli altri per numero di candidature. Per la sessione precedente, quella cominciata a settembre 2024, le richieste di stage italiane sono state 1.223 su un totale di 2.706: vuol dire che addirittura quasi la metà arrivava dal nostro Paese. A seguire ancora una volta la Spagna, questa volta con 401 domande, seguita dal Portogallo, con 158.
Se si analizzano i numeri degli anni passati non cambia molto: è sempre l’Italia a battere tutti. Per esempio per le sessioni primaverile e autunnale del 2020 erano arrivate in totale 6.271 candidature e quasi il 40 per cento, per la precisione 2.281 provenivano da italiani, seguiti da spagnoli, 873, francesi 303 e greci 316. E l’Italia era stata la nazione più rappresentata anche nel 2019 con 2.213 candidature su 5.932. Sempre seguita da Spagna con 863 e Grecia con 376.
Risulta chiaro che i Paesi da cui arrivano più domande sono quelli (Grecia, Spagna e Italia) con il tasso di disoccupazione giovanile più alto in Europa. Anche se è bene ricordare che uno stage in una qualsiasi organizzazione europea non garantisce assolutamente un eventuale seguente posto di lavoro. Si tratta comunque di un’esperienza professionalizzante, economicamente sostenibile grazie ai compensi adeguati, e che permette di crearsi anche un network internazionale. E magari di restare all’estero una volta finita l’esperienza.
Per la sessione al momento in corso, dei 26 tirocinanti ben otto sono italiani, mentre gli altri paesi rappresentati sono Olanda, Francia, Portogallo, Germania, Irlanda, Belgio, Polonia, Croazia, Svezia, Spagna e Grecia. Per la sessione precedente, invece, l’Italia non figurava nella top tre: i posti erano andati sopratutto a candidati provenienti da Spagna, Grecia e Francia ognuno con cinque stagisti. Perché la selezione ovviamente viene fatta non solo in base alla nazionalità, ma anche alle competenze e ai cv.
Il Comitato è il punto d’incontro delle Regioni e delle città europee a Bruxelles, è un organo dell’Unione europea creato nel 1994 in applicazione del Trattato di Maastricht per incentivare la cooperazione tra le regioni degli stati membri dell’Ue. Quest’organo consultivo è composto da 329 membri e altrettanti supplenti, rappresentanti gli enti regionali e locali. Nel dicembre 2022 il Comitato ha avviato un processo di rinnovamento della brand identity, ovvero di nome e logo, e in questa fase gli stage fino ad allora chiamati semplicemente “tirocini con rimborso spese” o “tirocini standard” hanno cambiato nome in “Tirocini Cicero”. «Un nome scelto in onore di Cicerone, una figura simbolica che ha ispirato le giovani generazioni e sostenuto nobili cause», spiega Miglietta.
Per candidarsi è necessario compilare il form al seguente link. Si può mandare una sola candidatura che va completata in inglese o francese. Nelle istruzioni di compilazione viene suggerito di controllare di avere tutti i requisiti e avere a portata di mano tutte le informazioni necessarie al momento della registrazione. È necessario anche scrivere una lettera di presentazione e le proprie competenze: conviene farlo in anticipo in modo da dover solo poi copiare direttamente online il testo. Una volta compilato tutto si riceverà una mail di conferma con il numero di registrazione.
Ma prima della scadenza del termine di candidatura si possono eventualmente apportare modifiche alla propria domanda. Come sempre il consiglio è di non ridursi all’ultimo, perché il sito potrebbe bloccarsi, e di essere onesti, perché l’ufficio tirocini potrà chiedere prova di quanto dichiarato in fase di compilazione. In questo frangente sarà poi possibile anche scegliere tre dipartimenti a cui eventualmente essere assegnati: per farlo conviene dare un’occhiata alle aree di attività di ognuno.
Ci sono qualità che possono fare la differenza in fase di selezione? «Dipende dall’unità scelta e dalla specializzazione. In generale, comunque, sono preferiti profili internazionali con valori europei e competenze specifiche». Se selezionati si entrerà a far parte di un’istituzione multilingue e multinazionale e si avrà il vantaggio, non scontato nelle istituzioni europee, di essere in un piccolo gruppo di tirocinanti e avere più opportunità di cimentarsi in molteplici attività.
Se quindi si è interessati a far domanda conviene iniziare a raccogliere tutti i documenti e tentare questa opportunità, dando un’occhiata anche alle testimonianze di chi ha già fatto la stessa scelta.
Marianna Lepore
Foto di apertura: copyright European Union / David Martín Diaz
Foto in alto a destra: copyright European Union/ Fred Guerdin
Foto a sinistra: copyright European Union / Christophe Licoppe
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