Se è troppo bello non può essere vero: consigli per non cadere nella trappola degli annunci di lavoro falsi
Alzi la mano chi non ha mai ricevuto un’email o, negli ultimi tempi, ha trovato in una delle app di messaggistica istantanea sul cellulare un messaggio da un contatto sconosciuto che recita più o meno così: «Ciao! Mi dispiace disturbarla! Posso avere un po’ del tuo tempo?» a cui magari sovrappensiero si è deciso di rispondere. Da lì, specie se chi riceve il messaggio è giovane, parte la proposta per un’offerta di lavoro che offre “facili guadagni”, “sicuri”, “comodamente da casa”. La polizia postale periodicamente lancia l’allarme per aprire gli occhi a chi non è abituato a ricevere messaggi di questo tipo; ma esistono dei campanelli di allarme a cui prestare particolare attenzione per evitare di essere coinvolti in qualche truffa? La Repubblica degli Stagisti ne ha parlato con Giovanni Castiglioni, sociologo appassionato di digital recruiting e mercato del lavoro, academic career officer presso il Career service dell’università Cattolica di Milano (e protagonista di una puntata del nostro podcast!). «Per prima cosa bisogna verificare la forma in cui è scritto il messaggio che si riceve», spiega Castiglioni. «Faccio un esempio: negli ultimi giorni anch’io ho ricevuto via whatsapp tre annunci, con un incipit molto informale, un testo tipo “Ciao, siamo delle risorse umane, sei stato selezionato per un lavoro online, part time”. Ecco, per prima cosa vedere la forma», decisamente troppo amichevole. Poi non lasciarsi abbindolare da premesse «molto belle e allettanti e soprattutto guardare l’importo della retribuzione. In questo tipo di annunci spesso i salari sono molto alti anche per competenze di base. Un altro campanello di allarme, poi, è la richiesta di pagamenti, quindi spese per materiali, formazione e corsi obbligatori. Ricordarsi, poi di fare sempre attenzione al mittente, che potrebbe essere un’azienda sconosciuta, non rintracciabile. Leggere bene quando si parla solo di retribuzione e non di contratto, stare attenti se vengono richiesti dati bancari o di carte di credito prima di qualsiasi colloquio. E poi questi annunci richiedono quasi sempre una immediata disponibilità: c’è sempre un’urgenza, scrivono di “non perdere l’occasione e accettare il prima possibile”». Insomma, il cammino di chi è alla ricerca di un lavoro diventa sempre più difficile, a cosa bisogna affidarsi, quindi, solo alle piattaforme ufficiali di annunci? «Tendenzialmente direi di sì», spiega Castiglioni, «ma attenzione perché anche su queste, penso alle più conosciute come LinkedIn e Indeed, ci possono essere degli annunci scam, non veritieri. Certo, questi siti hanno un filtro, ma non bisogna fidarsi al 100 per cento nemmeno in questo caso». La truffa non viaggia però solo nella ricerca attiva, ma anche in quella passiva. Sempre più spesso, infatti, l’offerta di lavoro falsa arriva attraverso la messaggistica istantanea, come fare quindi a capire se è vera o no? «Sono messaggi che arrivano da numeri esteri, non italiani, e questo può essere il primo alert. Oppure si ricevono chiamate insistenti da uno stesso numero sconosciuto: allora si può provare a metterlo su un motore di ricerca e vedere se ha già ricevuto una segnalazione». Consiglio spassionato per tutti, cercare di condividere con meno facilità i propri dati di contatto su piattaforme e siti che poi rischiano di condividere – spesso anzi vendere – le informazioni. Altro elemento a cui si può prestare attenzione, soprattutto per chi è alla ricerca attiva di un lavoro – e quindi è abituato a compilare form su varie pagine internet, mandare email, condividere in pratica molte informazioni sensibili – è quello di «segnarsi sempre le aziende presso cui abbiamo inviato un curriculum vitae. Questo non solo ci aiuta a tenere traccia della nostra ricerca, ma anche per verificare effettivamente eventuali truffe. Se si riceve una chiamata o un messaggio e si scopre che a quell’azienda non abbiamo mai mandato un curriculum, bisogna subito chiedersi come mai ci sta chiamando». Altra questione sollevata da Castiglioni, i guadagni (troppo) facili. «In Italia per la maggior parte degli annunci la retribuzione non è indicata, o al massimo è in termini di Ral annuale. Questi annunci falsi, invece, hanno sempre dei dati per guadagni giornalieri o settimanali, cosa molto rara nella realtà. Non è indicato il lordo o il netto. Ci sono annunci con l’indicazione di uno stipendio giornaliero dai 240 ai 500 euro al giorno: questi non sono dati verosimili. Deve essere un campanello di allarme, ma posso capire che in un momento di ricerca di lavoro o di particolare fragilità una persona risponde subito senza chiedersi se possa essere possibile o no». Capitolo richieste di denaro: alcuni annunci di lavoro richiedono alcuni tipi di sottoscrizioni o esplicitamente il versamento di una somma di soldi. Sono sempre falsi? «Secondo me è una truffa al 100 per cento» dice l'esperto: «Tendenzialmente nessuna azienda ti chiede un pagamento anticipato per l’assunzione. Al massimo dopo la selezione di chiedono gli estremi dell’Iban, ma questo avviene dopo che c’è stato almeno un colloquio, anche due o tre». E ovviamente nella prospettiva inversa, cioè per pagare i neo collaboratori, non per chiedere loro soldi! «È importante verificare che l’azienda abbia una sede in Italia o almeno in Europa e che ci sia almeno un passaggio attraverso una call, se non proprio di persona, per guardare in faccia chi c’è dall’altra parte» suggerisce Castiglioni. E le famose offerte con “attività da svolgere comodamente da casa” sono sempre false? «Sempre, no. C’è la possibilità di svolgere dei lavori da remoto, spesso di supporto al customer service e di verifica di altre piattaforme. Personalmente, però, sono sempre un po’ scettico quando vedo questi annunci, quindi il mio consiglio è di fare sempre delle verifiche». E soprattutto non dimenticarsi che va firmato un contratto: «Prima di iniziare qualsiasi attività bisogna richiedere una bozza di contratto e se non si è sicuri di cosa si sta firmando, farla leggere a chi se ne intende meglio, ad esempio un legale o un consulente, in modo che possa dare tutte le informazioni di cui si ha bisogno». Certo gli annunci truffa non sono una novità: forse negli ultimi tempi se ne parla di più, ma le richieste di persone senza esperienza con l’offerta di guadagno garantito ci sono sempre state. E oggi grazie alla rete sono in parte aumentate e più visibili a tutti. Facendo qualche ricerca si trovano vari decaloghi su come leggere un annuncio di lavoro, ma Castiglioni ritorna sui punti principali per smascherare le truffe: la forma, la presenza di un contatto reale di un’azienda che attraverso una ricerca posso verificare esista realmente, e poi la selezione che va fatta in più fasi. E ricordarsi di non condividere mai dati personali relativi a carta di credito o iban prima di aver letto un contratto che si vuole firmare. Nel caso, però, si rispondesse ad annunci del genere e solo dopo si realizzasse di essere incappati in una truffa, cosa fare? Non tutto è perduto. «Bisogna contattare immediatamente la polizia postale per denunciare quanto è accaduto». Su tutto vale il consiglio dato a più riprese dalla polizia postale: non rispondere a messaggi da numeri sconosciuti o aprire link che possono compromettere il proprio dispositivo, specie se condivisi attraverso Whatsapp, TikTok, Telegram; bloccare i contatti di questo tipo; provare a chiamare o scrivere all’azienda da cui si è ricevuta la proposta attraverso i canali ufficiali, per verificare che l’offerta di lavoro sia reale; mantenere aggiornati i software di sicurezza, sia antivirus sia malware. Marianna LeporeFoto di apertura di mohamed_hassan da PxHere in modalità Creative Commons