In Toscana parte un bando da 10 milioni per tirocini “con esito occupazionale”, e nasce il marchio TqT
Alla fine è arrivato il primo bando che attua la riforma toscana delle linee guida sui tirocini extracurriculari, presentata quasi un anno fa. È online, infatti, l’avviso pubblico per «l’erogazione di un contributo finanziario ai tirocini non curriculari con esito occupazionale», pubblicato a fine gennaio sul sito dell’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego (ARTI). Il bando resterà aperto fino al 31 dicembre e mette in pratica quello che già era stato annunciato: vincola il contributo regionale all’azienda ospitante (cioè i soldi che un’azienda riceve dalla Regione per lo stage) all’assunzione del tirocinante e introduce l’aumento del rimborso spese minimo mensile per gli stagisti. Per attuarlo si utilizzeranno 10 milioni di euro dal programma Gol, ovvero il programma di riforma delle politiche attive del lavoro previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’avviso, si legge nel testo, ha l’intenzione di accompagnare le persone, anche quelle in situazioni di svantaggio o fragilità, «in un percorso volto al miglioramento delle proprie competenze e all’ingresso/reinserimento nel mercato del lavoro». Il sostegno regionale, quindi, arriverà a quelle aziende che assumeranno lo stagista al termine del percorso «quale riconoscimento del valore formativo dell’esperienza effettuata». Un bando che pone la Toscana come prima Regione ad approvare in una legge un legame stringente tra tirocinio e assunzione, partendo già, come recita il comunicato, da un buon risultato, visto che «il tasso di assunzione post stage è pari al 67 per cento, il più alto in Italia», davanti anche a regioni virtuose come Veneto ed Emilia Romagna. Come la Repubblica degli Stagisti aveva però ricordato proprio un anno fa, quel dato non è riferito ai tirocini extracurricolari attivati sul territorio toscano nel corso del 2022, ma solo agli esiti dei tirocini promossi dalla Fondazione Lavoro, quindi solo uno dei soggetti promotori esistenti in Toscana (e nel resto del territorio italiano) accanto a centri per l’impiego, università, agenzie per il lavoro e altri enti accreditati. Peraltro nemmeno quello con più attivazioni, visto che dati alla mano nell’anno che era stato preso in considerazione aveva attivato solo il 4% degli stage promossi in Toscana. Un anno dopo questa imprecisione non è stata ancora corretta, e continua ad essere riproposta nella comunicazione legata a questa iniziativa. Al di là di questo aspetto, la riforma – come già annunciato un anno fa – prevede che il rimborso mensile minimo per ogni tirocinante passi da 500 a 600 euro, e il contributo regionale ai datori di lavoro a parziale copertura di questa spesa aumenti da 300 a 400 euro ma d’ora in poi subordinato alla stipula, entro trenta giorni dal termine del tirocinio, di un contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato di almeno 12 mesi o a un apprendistato.Minimo di 600 euro al mese che è obbligatorio per tutte le aziende, anche per quelle che decideranno di non richiedere il contributo pubblico. Il contributo alle aziende viene erogato nel caso in cui ad assumere sia l’impresa ospitante, ma anche se a farlo è un’altra azienda: nella prima ipotesi entro trenta giorni dal termine dello stage, nella seconda entro sei mesi. Altra differenza tra i due casi è sulla durata minima del contratto a tempo determinato attivato: se a farlo è l’azienda che ha anche ospitato lo stage, allora dovrà essere di almeno dodici mesi; se ad attivarlo, invece, è un’altra azienda allora potrà essere anche di soli sei mesi. Cresce poi il rimborso alle aziende nel caso in cui lo stagista sia un soggetto svantaggiato o con disabilità, passando da 400 a 600 euro mensili. Logicamente il contributo è erogato solo se la partecipazione allo stage è pari o superiore al 50 per cento delle ore mensili previste. «Il nostro obiettivo è quello di qualificare sempre più lo strumento del tirocinio affinché costituisca una reale e valida opportunità formativa e sia effettivamente propedeutico all’assunzione», ha dichiarato l’assessora Alessandra Nardini durante l’incontro con la stampa. In sala c’erano anche sindacati e parti sociali che hanno condiviso l’approvazione della riforma. Tanto che Cgil, Cisl e Uil sono uscite con una nota congiunta in cui si dichiarano felici che «dopo tante battaglie e tanto lavoro fatto in Commissione tripartita» arrivi un risultato «importante e non scontato: tirocini di qualità, con maggiore formazione e garanzie sulla sicurezza e con possibilità concrete di avere un’occupazione stabile e di qualità al termine del percorso». I sindacati toscani si dicono convinti che l’attuazione di questa intesa darà «nuova dignità ai tirocini e al lavoro». Un anno fa tra le novità era stato annunciato anche l’avvio, ora confermato, della sperimentazione del digital badge per registrare le competenze acquisite con il tirocinio attraverso metadati, anche se in realtà, come la Repubblica degli Stagisti aveva ricordato, questo sistema era stato istituito con un altro nome nel 2005 per poi diventare operativo nel 2015 all’interno del fascicolo elettronico del lavoratore e già nel 2017, ben otto anni fa, risultava attivo – anche se sottoutilizzato – proprio in Toscana. Tra le novità “nuove” c’è anche un protocollo di certificazione e un marchio che attesteranno il legame tra il contributo regionale erogato alle aziende e la scelta dell’impresa di garantire un effettivo valore formativo allo stage: TQT, Toscana Tirocini di Qualità. Qualcosa che ricalca l’idea, avuta nel 2009, della Repubblica degli Stagisti con il Bollino OK Stage, un riconoscimento dato a quelle aziende aderenti all’RdS network che dichiarano il rispetto della Carta dei diritti dello stagista e un tasso di assunzione almeno del 30 per cento al termine dello stage. Un marchio, il TQT, che rende «concreto un mutamento di prospettiva che consideriamo necessario per assicurare il tirocinio come strumento di effettiva formazione ed efficace canale di ingresso nel mondo del lavoro», ha spiegato durante la conferenza stampa il presidente della Regione Eugenio Giani. Al momento, però, specifica la segreteria dell'assessora all'istruzione Alessandra Nardini, «deve ancora essere definito il procedimento per assegnare il marchio, che è ancora in definizione sia per la parte grafica che per il regolamento d'uso». Regolamento che dovrà essere approvato «con atto di Regione dopo un confronto con la Commissione regionale permanente tripartita in cui sono presenti i delegati delle parti sociali più rappresentative a livello regionale». Quali saranno quindi i tempi per vederlo realizzato? «È ragionevole pensare che questo iter si concluda nei prossimi mesi e si possa iniziare ad assegnare il marchio da questa estate».Non è ancora definito il procedimento per l'assegnazione; di norma «in situazioni analoghe di marchi etici», spiega la segreteria dell'assessora Nardini, «le aziende interessate e in possesso dei requisiti, che saranno elencati nel Regolamento d'uso del marchio che sarà oggetto di approvazione con provvedimento della Regione Toscana insieme alla sua registrazione, presentano domanda via Pec o su un formulario online».Al momento quindi è possibile far domanda solo per il contributo a copertura del rimborso per i tirocinanti e le aziende possono presentarla continuativamente all’indirizzo internet predisposto entro il 31 dicembre di quest’anno e comunque fino all’esaurimento delle risorse. La riforma potrà veramente rendere la Toscana una regione virtuosa per l'inserimento occupazionale post tirocinio? Prima di un anno non sarà possibile quantificare gli effetti. C’è però da applaudire alla strada intrapresa, che vuole responsabilizzare sempre più le aziende e fare dello stage un mezzo per creare buona occupazione. Marianna Lepore