Stage in Lombardia, c'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 12 Lug 2013 in Approfondimenti

Che legge vige al momento in Lombardia rispetto ai tirocini? La normativa attualmente in vigore è intitolata «Indirizzi regionali in materia di tirocini» ed è stata adottata nel marzo del 2012 - era ancora in sella il presidente Roberto Formigoni - attraverso la deliberazione di giunta n. XI/3153.
Il documento, lungo 7 pagine, venne a suo tempo "scandagliato" proprio sulle pagine della Repubblica degli Stagisti. E l'approfondimento del testo si rende ancor più necessario oggi, alla vigilia della scadenza della deadline che le Regioni hanno concordato con il governo lo scorso gennaio, in sede di Conferenza Stato-Regioni, per recepire ciascuna attraverso un proprio atto normativo i principi espressi nelle Linee guida. Perché gli indirizzi approvati poco più di un anno fa dalla giunta Formigoni si discostano parecchio dalle linee guida. E allora delle due l'una: o la Lombardia cambierà significativamente la sua politica in tema di regolamentazione dei tirocini, oppure si porrà in contrasto con le linee guida sottoscritte sei mesi fa.
Alla Repubblica degli Stagisti Massimo Vasarotti, funzionario della Struttura Occupazione e Occupabilità della Direzione generale Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, già alcune settimane fa aveva assicurato: «Regione Lombardia sta predisponendo tutti gli atti amministrativi necessari per allineare la propria delibera contenente gli Indirizzi Regionali in materia di Tirocini alle "linee guida nazionali contenenti gli std minimi di riferimento" come approvati in conferenza stato regioni lo scorso gennaio». Però un paio di settimane fa la giunta ha bocciato una mozione dell'opposizione che verteva proprio su questo tema, chiedendo alla maggioranza di impegnarsi per recepire in tempo utile le linee guida e in particolare per assicurare ai giovani che svolgono stage extracurriculari in Lombardia una indennità di almeno 400 euro al mese [nelle linee guida tale limite minimo è fissato a 300 euro, poi innalzato a 400 attraverso un documento allegato sottoscritto dalle Regioni].
stage lavoroL'assessore Valentina Aprea ha poi commentato spiegando all'agenzia AdnKronos: «L'elemento che ha determinato la bocciatura della mozione è stata la richiesta di stabilire un compenso fisso stabilito in 400 euro per i tirocinanti: oggi, da un lato, abbiamo giovani bisognosi di esperienze e dall'altro aziende in serie difficoltà economiche che fanno fatica a concedere tirocini: queste due criticità non trarrebbero alcun vantaggio da rigidità o da costi fissi», promettendo comunque che «Regione Lombardia, entro il termine stabilito del prossimo 24 luglio 2013, sta procedendo a rivedere gli Indirizzi regionali in materia di tirocini» e anzi rilanciando una delle proposte da anni caldeggiate dalla Repubblica degli Stagisti: «la messa a punto di un sistema di monitoraggio sulle comunicazioni obbligatorie che permetta di verificare l'accesso dei tirocinanti nel mercato del lavoro, con l'analisi delle eventuali trasformazioni post tirocinio in un contratto di inserimento lavorativo; la base dati prodotta sarà di supporto per la predisposizione di un report di analisi e monitoraggio annuale sui tirocini».
Ma anagrafe degli stage e monitoraggio dei risultati a parte, dove dovrebbe agire la giunta per adeguare gli indirizzi in modo che ricalchino fedelmente le linee guida? Il problema più evidente sta nella «congrua indennità»: quei 300 euro mensili che secondo le linee guida dovrebbero essere posti come minimo obbligatorio da erogare a chiunque faccia uno stage extracurriculare, in un'azienda privata così come in un ente pubblico, verranno introdotti o no? Dalle parole dell'assessore Aprea si capisce chiaramente che la soglia non verrà innalzata, come invece ha fatto non solo la rossa Toscana, con i suoi 500 euro, ma anche il vicino Piemonte - guidato da un governatore leghista come la Lombardia - e l'Abruzzo che hanno posto l'asticella minima a 600 euro al mese per gli stage full time. Ma ancora non si può sapere a che cifra la giunta Maroni fisserà l'asticella minima di compenso per gli stagisti, né quanto fortemente vincolerà anche gli enti pubblici (altra questione spinosa) ad assoggettarvisi.
Ma a ben vedere c'è un altro problema meno visibile ma forse ancor più rilevante. E cioè la proporzione tra numero massimo di stagisti ospitabili e numero di dipendenti. Nelle linee guida si trovano infatti indicazioni su tale proporzione, da calcolare conteggiando solo quelli assunti a tempo indeterminato (come del resto era già previsto nel decreto ministeriale 142/1998 che per quasi un quindicennio è stata l'unica normativa di riferimento in materia di stage in Italia); in più viene introdotto il divieto di ospitare stagisti per aziende che abbiano «effettuato licenziamenti negli 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio» o che abbiano in corso procedure di cassa integrazione. 
Il recepimento di queste indicazioni non è affatto scontato, dato che poco più di un anno fa la Regione Lombardia è andata in direzione diametralmente opposta, prevedendo un ribaltamento totale del sistema di calcolo della proporzione tra stagisti e lavoratori. In sostanza infatti negli indirizzi regionali della primavera 2012 la Regione ha prescritto che in quest'ultimo gruppo debbano essere conteggiati non solo i dipendenti che lavorano presso la realtà ospitante con contratto a tempo indeterminato, ma anche quelli a tempo «determinato o con contratto di collaborazione non occasionale della  durata di almeno 12 mesi», e in più anche i soci lavoratori e i liberi professionisti. Inoltre la Regione ha determinato il numero massimo di stagisti «extracurriculari […] nello stesso periodo»: aprendo la strada a un'interpretazione molto pericolosa, per la quale in aggiunta a questo tetto massimo le aziende potrebbero ospitare anche un numero (a questo punto imprecisato) di stagisti «curriculari». Un aspetto su cui la Repubblica degli Stagisti ha già posto attenzione e allarme, lanciando anche un appello al ministro dell'Istruzione Carrozza per mettere al più presto in cantiere una legge statale sui tirocini curriculari che regoli anche questo problema della proporzione.
Altro aspetto controverso, la questione della vigilanza per contrastare gli abusi e in ultima analisi l'utilizzo di stage in sostituzione di veri contratti di lavoro. Negli indirizzi regionali del 2012 la Regione Lombardia aveva saltato a pié pari questo aspetto, facendo solo un vago riferimento al controllo dei soggetti promotori - nulla sul controllo degli ospitanti - riservandosi di «effettuare controlli documentali ed in loco» solo «presso il promotore»: e per tutto il resto prevendendo laconicamente la «segnalazione [al] Servizio Ispezione del lavoro per i successivi adempimenti». Nelle linee guida non c'è niente di specifico su questo aspetto, anche se si ricorda che «a far data dalla entrata in vigore delle regolamentazioni regionali, ai sensi della legge n. 92/2012», cioè la riforma Fornero, «e delle presenti Linee guida, nel corso delle verifiche a cura del ministero del lavoro e delle politiche sociali nelle sue articolazioni territoriali, se il tirocinio non risulterà conforme alla nuova disciplina e alla regolamentazione regionale di riferimento il personale ispettivo procederà, sussistendone le condizioni, a riqualificare il rapporto come di natura subordinata con relativa applicazione delle sanzioni amministrative applicabili in tali ipotesi». Il che, purtroppo, è come dire nulla - dato che gli ispettori del lavoro in Italia sono pochi, oberati di lavoro, e capita davvero raramente che vadano a controllare la congruità di un tirocinio. Proprio per questo ci sono Regioni che nelle proprie normative stanno prevedendo altre sanzioni più immediate, come il divieto di ospitare stagisti per un certo periodo se si viene scoperti a non rispettare determinati criteri di qualità: «In caso di mancato rispetto della convenzione e dell’allegato progetto formativo, accertato dall’organo di controllo, il soggetto ospitante non può attivare tirocini per il periodo di un anno dall’accertamento ed è tenuto al rimborso delle quote eventualmente corrisposte dalla Regione» si legge per esempio nella legge toscana.
stage lavoroInsomma, i circa 45mila giovani (e meno giovani) che ogni anno fanno stage extracurriculari in Lombardia stanno aspettando con il fiato sospeso i cambiamenti normativi della giunta Maroni. A questo proposito due consiglieri regionali, Umberto Ambrosoli e Lucia Castellano [nella foto], che cinque mesi fa in periodo di campagna elettorale avevano sottoscritto il "Patto per lo stage" proposto dalla Repubblica degli Stagisti, in queste ultime settimane si sono dati da fare in Consiglio regionale. Il risultato è un evento pubblico, copromosso dal gruppo consiliare Patto civico, gruppo Pd e Repubblica degli Stagisti, che avrà luogo a Palazzo Lombardia giovedì 25 luglio: esattamente all'indomani della deadline per il recepimento da parte delle singole Regioni dei principi delle Linee guida. A questo evento parteciperà anche l'assessore Aprea: «L'abbiamo incontrata proprio oggi» spiega Lucia Castellano: «L'abbiamo invitata a intervenire e lei ha accettato con entusiasmo, anticipando che per quella data il nuovo testo sui tirocini sarà già pronto». L'incontro potrebbe dunque diventare l'occasione per l'assessore di raccontare in anteprima i contenuti della nuovissima normativa lombarda in materia di tirocini extracurriculari, di fronte a una platea formata da tutti coloro che sono interessati in un modo o nell'altro a questa tematica: «È nostra intenzione chiamare a raccolta le università, sia dalla parte degli uffici stage di ateneo sia da quella dei rappresentanti degli studenti; e poi i sindacati, le associazioni datoriali, i centri per l'impiego e le agenzie per il lavoro. Faremo partire gli inviti a strettissimo giro di posta». Appuntamento dunque al 25 luglio.

Eleonora Voltolina

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