La Repubblica degli Stagisti lancia quattro proposte alla Regione Lombardia per regolamentare i tirocini in maniera innovativa

Scritto il 13 Nov 2011 in Approfondimenti

Legare indissolubilmente apprendistato e tirocinio. Questa la proposta più innovativa che la Repubblica degli Stagisti ha lanciato alla Regione Lombardia in occasione del convegno «Tirocini e apprendistato in Lombardia», stageche si é tenuto venerdì al Pirellone. Invitata a intervenire insieme ai consiglieri regionali PD Stefano Tosi e Fabio Pizzul, a sindacalisti (Fulvia Colombini per la Cgil, Roberto Benaglia per la Cisl e Claudio Negro per la Uil) e rappresentanti delle imprese del territorio (Daniele Botti per Confindustria, Fabio Ramaiolo per Confapi, Giuseppe Vivace per la Cna) e alla responsabile lavoro del PD in Lombardia Laura Specchio, Eleonora Voltolina ha lanciato all'assessore regionale al lavoro Gianni Rossoni, impegnato in queste settimane nella stesura di una bozza di regolamento regionale in materia di stage, quattro proposte-chiave per risolverne i problemi principali. In maniera innovativa.

La Lombardia
ha infatti una responsabilità importante: da sola ospita un sesto degli stagisti di tutta Italia. Solo a Milano e provincia vengono attivati oltre 20mila stage ogni anno nelle imprese private; aggiungendo a questo numero gli 8-10mila stage negli enti pubblici, si arriva a oltre 30mila stage a Milano.
La prima priorità che la Repubblica degli Stagisti evidenzia è la sostenibilità economica degli stage da parte dei giovani. Il rimborso spese, inteso come premio mensile forfettario, è imprescindibile per garantire questa sostenibilità. stageLa maggior parte dei soggetti ospitanti non lo prevede, scaricando tutti i costi dello stage sulle spalle delle famiglie e impedendo di fatto che chi proviene da nuclei meno abbienti possa fare questo tipo di esperienza; e nello stesso tempo negando il valore del tempo e dell'impegno degli stagisti.

La Regione Lombardia non può limitarsi a dire che le imprese possono accordarsi per l'erogazione di un rimborso. Bisogna fare qualcosa in più: prevedere, come in Francia, che tutti i tirocini di durata superiore a due mesi, di qualsiasi tipo e in qualsiasi settore, debbano prevedere un emolumento di almeno 4-500 euro al mese
. La Toscana sta portando avanti un progetto del genere: può la Lombardia, che ospita uno stagista su sei, restare indietro su questo tema? Secondo la Repubblica degli Stagisti non può.

stageLa seconda priorità è fare in modo che lo stage non continui ad essere il concorrente sleale dell'apprendistato. Ciò avviene oggi soprattutto per le persone con alti titoli di studio: a fronte di soli 30mila contratti di apprendistato attivati ogni anno a favore dei laureati, vi sono indicativamente 250mila stagisti laureandi o laureati in Italia. La sproporzione è evidente! Quindi la Repubblica degli Stagisti lancia una proposta rivoluzionaria: legare indissolubilmente nelle imprese private  il numero degli stagisti al numero degli apprendisti. La Regione potrebbe spostare cioè per le aziende la proporzione numerica, che la normativa nazionale  vigente (il dm 142/1998) parametra sul numero dei dipendenti a tempo indeterminato, al numero dei contratti di apprendistato attivi. Questo avrebbe un doppio effetto positivo: un immediato aumento del numero di apprendistati per permettere a tutte quelle imprese che al momento non ne utilizzano e però desiderano poter continuare ad ospitare stagisti; e un aumento progressivo e costante nel medio e lungo periodo, perché le aziende si "abituerebbero" a fare più spesso contratti di apprendistato ai loro migliori tirocinanti (andando quindi ad aumentare la bassissima percentuale di assunzione dopo lo stage, oggi ferma a uno su dieci) per poter mantenere stabile una proporzione stagisti - apprendisti. Anche gli studi professionali sarebbero fortemente ricompresi in questa logica di circolo virtuoso, perché incentivati a fare contratti di alto apprendistato ai loro praticanti per poter contemporaneamente continuare ad accogliere stagisti.

La terza priorità è il controllo e il monitoraggio costante e incrociato dell'utilizzo dei tirocini. A questo proposito già in occasione delle ultime elezioni regionali la Repubblica degli Stagisti aveva lanciato la sua proposta, che oggi ripropone: un database online che contenga tutte le notizie sull'attivazione e l'esito di ognuno degli 80-90mila stage che vengono attivati ogni anno in Lombardia. Una sorta di anagrafe degli stage: un sito web che renda trasparente l'utilizzo di questo strumento. L'accesso a questo sito dovrebbe essere previsto per tutti i soggetti promotori presenti sul territorio: gli uffici stage/placement delle 12 università lombarde, alla sessantina di centri per l'impiego, alle agenzie per il lavoro. A ciascuno di questi soggetti spetterebbe il semplice compito di andare a registrare tutti i dati dell'attivazione di ogni stage: il nome del tirocinante e il suo status (studente, neolaureato, inoccupato, disabile...), il nome dell'azienda, la durata dello stage, il progetto formativo, le condizioni economiche previste. Al momento della fine dello stage, poi, sempre su questo database il soggetto promotore dovrebbe registrare l'esito: e in caso di assunzione dello stagista, riportare anche la tipologia e la durata del contratto stipulato. Salvaguardando i dati sensibili dei singoli stagisti, questa anagrafe dovrebbe essere accessibile a tutti. Ciascun cittadino potrebbe cioè trovare informazioni su ogni azienda, scoprendo quanto e come ha utilizzato e utilizza lo strumento dei tirocini.

Questa trasparenza da sola sarebbe un formidabile deterrente agli abusi
, perché ogni datore di lavoro avrebbe la chiara consapevolezza che eventuali abusi verrebbero immediatamente smascherati. In quest'ottica, le password per l'accesso alla zona riservata (quella coi nomi) dovrebbero essere date anche ai sindacati, agli enti previdenziali e alle direzioni provinciali del lavoro, per permettere loro attraverso "query" incrociate di individuare le realtà che tendono all'abuso e di orientare di conseguenza le loro indagini.

La quarta priorità è vietare gli stage che prevedono l'apprendimento di mansioni non di concetto o quantomeno ridurne drasticamente la durata massima. La Regione dovrebbe quindi vietare o porre a un mese il tempo massimo per tutti quegli stage che prevedono l'apprendimento di mansioni non di concetto: la Repubblica degli Stagisti si riferisce prevalentemente ai settori ricettivo-turistici, a quello della ristorazione, e al commercio all'ingrosso e al dettaglio. Non sono più accettabili i tirocini di tre o addirittura sei mesi per imparare a fare il barman, la commessa o il cassiere al fastfood!

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