A che punto sono le 20 Regioni italiane rispetto alla deadline del 24 luglio entro cui dovranno (o forse sarebbe più realistico dire dovrebbero?) recepire le linee guida sugli stage emanate dalla Conferenza Stato – Regioni? Sono già passati quasi tre mesi dalla firma dell'accordo sui tirocini extracurriculari, il documento che dovrebbe assicurare a tutti coloro che svolgono stage al di fuori di percorsi di studio - scuole, università, master etc - un rimborso spese di almeno 300 euro al mese.
La scadenza si avvicina: ciascuna Regione ha tempo fino al 24 luglio per emanare una propria legge che tuteli – e magari migliori - i principi espressi nelle linee guida.
La Repubblica degli Stagisti avvia da questa settimana un’indagine approfondita della situazione, per tracciare una mappa di come si stanno muovendo le Regioni, che tempistiche prevedono, quale “congrua indennità” e quali altre garanzie intendono introdurre per i tirocinanti.
Il viaggio inizia dalla Puglia, dove vengono attivati ogni anno oltre 25mila stage. Secondo i dati Unioncamere Excelsior nel 2011 sono stati 15.640 solo nelle imprese private, cui si devono aggiungere – secondo le stime della Repubblica degli Stagisti – tra i 7mila e i 10mila tirocini negli enti pubblici e almeno 3mila nella associazioni e organizzazioni non profit. La percentuale di stagisti laureati/laureandi sul totale è del 40,1%, ben superiore al dato nazionale (31,9%), mentre la percentuale di assunzioni dopo lo stage (9,7%) è di poco inferiore alla media italiana, già molto bassa (10,6%). Guidata dal 2005 da Nichi Vendola, la Puglia non ha emesso finora provvedimenti regionali in materia, come hanno fatto invece Toscana, Abruzzo e Lombardia. Pertanto oggi gli stagisti pugliesi possono fare riferimento solo all’intricatissima normativa nazionale: la legge 142/1998, l'articolo 11 del decreto legge 138/2011 poi annullato dalla sentenza della Corte Costituzionale di dicembre 2012, infine l'articolo sui tirocini della riforma Fornero.
Dopo la firma dell’accordo sulle linee guida la situazione sta per cambiare? La Repubblica degli Stagisti lo ha chiesto all’assessore al Lavoro Leo Caroli e a quello al Diritto allo Studio e Formazione Alba Sasso [nella foto], i quali hanno risposto con una prima importante notizia: la giunta ha già in mano una bozza di disegno di legge regionale sugli stage che, come ha promesso la stessa Sasso, «verà discussa nelle prossime settimane». La Repubblica degli Stagisti ha chiesto conferma a Luisa Anna Fiore, responsabile del Servizio Politiche attive per il lavoro, che ha lavorato alla stesura del testo: «La Regione ha predisposto una bozza di disegno di legge che ha costituito oggetto di concertazione con tutte le parti sociali, sia organizzazioni sindacali che datoriali, in modo da assicurare la più ampia condivisione dei contenuti. Al momento, fermo restando la scadenza del 24 luglio, non è possibile fornire indicazioni certe sui tempi di approvazione. La Regione, pur avendo scelto come strumento normativo per il recepimento delle linee guida quello della legge regionale, tuttavia ha previsto che la disciplina cosiddetta di dettaglio costituisca oggetto di un regolamento, cui si fa espresso rinvio e che la giunta adotterà entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento legislativo».
Quindi una bozza esiste già e la Regione ha intenzione di emanare la sua legge entro la fine di luglio. Ma ci sono i tempi tecnici per farlo? «Il Consiglio non ha ancora calendarizzato nulla a riguardo», risponde Felice Laudadio [nella foto], addetto stampa del Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, «perché spetta prima alla giunta predisporre il disegno di legge regionale che sarò poi presentato all'approvazione dei consiglieri. Ma è nell’interesse di tutti, senza distinzioni di colore politico, approvare velocemente una legge che rientra appieno nelle politiche attive a favore dell’occupazione giovanile. Quindi prevedo che quando il disegno di legge sarà pronto l’iter legislativo sarà piuttosto rapido. L’importante è che il testo approdi nelle aule del Consiglio entro la fine di maggio, perché ci siano i tempi tecnici per il rispetto della scadenza».
Se tutto andrà liscio, dunque, in Puglia entro pochi mesi la musica dovrebbe cambiare per tutti gli stagisti extracurriculari. Innanzitutto, avranno diritto a un’indennità obbligatoria non inferiore a 400 euro al mese, come spiega Luisa Anna Fiore: «La bozza predisposta prevede una “indennità di partecipazione” parametrata al numero di ore effettivamente svolte dal tirocinante, e comunque non inferiore all’importo mensile di 400 euro, al lordo delle ritenute di legge, rinviando al successivo regolamento la determinazione dell’importo orario». Un aspetto innovativo del documento è poi quello relativo alla durata dello stage: le linee guida indicano come durata massima dei tirocini 6 mesi per quelli formativi, 12 per quelli di inserimento lavorativo, 24 per quelli dedicati a soggetti svantaggiati. Ma la Regione Puglia ha optato per un abbassamento del limite di durata massima a 6 mesi anche per i tirocini di inserimento lavorativo, conservando l’indicazione che era stata riportata nell’art. 11 del decreto legge 138/2011 (poi divenuto legge 148/2011).
Per quanto concerne tutte le altre forme di tutela, la bozza pugliese si uniforma sostazialmente a quanto previsto dalle linee guida. Tra i punti più significativi, quello che prescrive che ciascun soggetto ospitante non possa realizzare più di un tirocinio con il medesimo stagista e quello che vieta gli stage per mansioni di basso profilo. Inoltre i tirocinanti non potranno «sostituire i lavoratori con contratto a termine nei periodi di picco delle attività» né essere utilizzati «per sostituire il personale del soggetto ospitante nei periodi di malattia, maternità o ferie né per ricoprire ruoli necessari all’organizzazione dello stesso». Ma, in una zona turistica come la Puglia, come reagirà Federalberghi, che ha già presentato ricorso al Tar giudicando troppo “severe” le linee guida nazionali? «Dovrà adeguarsi», risponde la responsabile del Servizio Politiche attive per il lavoro Fiore: «perchè non sono previste deroghe in nessun settore».
Nessuna deroga neppure per le pubbliche amministrazioni: come già indicato nelle linee guida, la bozza pugliese prevede che tutte le regole (compreso l’obbligo di erogazione dell'indennità) valgano anche per i tirocini attivati da enti pubblici. Ma come si risolverà il busillis tra l'obbligo di estendere la normativa agli stage svolti presso amministrazioni pubbliche, e il vincolo (espresso nero su bianco nella legge Fornero) che da queste nuove leggi non derivino nuovi o maggiori oneri per lo Stato? «La nostra bozza prevede che l’iniziativa del soggetto pubblico resti subordinata alla disponibilità di risorse contenute nei limiti della spesa destinata ai tirocini nel corso dell’anno antecedente alla entrata in vigore della legge e/o nei limiti della spesa consentita per finalità formative». Dunque gli enti pubblici pugliesi che non avranno (o non vorranno destinare) fondi per dare l'indennità di 400 euro al mese, da quando entrerà in vigore la legge regionale potranno ospitare solo stagisti curriculari, cioè gli studenti, rinunciando a quelli extra-curriculari.
Ma che ne sarà, appunto, dell’altra metà dell’universo degli stagisti, quelli cosiddetti “curriculari”? Le linee guida non li prendono in considerazione, partendo dal presupposto che le Regioni siano competenti solo in materia di tirocini extra-curriculari.
Ma non è giusto ignorarli, dato che rappresentano una fetta consistente - circa la metà - di tutti gli stage annualmente attivati in Italia. A febbraio la Repubblica degli Stagisti attraverso il suo Patto per lo stage aveva proposto che le Regioni concordassero con scuole, università ed enti di formazione del territorio alcune garanzie minime (a cominciare da un'indennità di almeno 250 euro al mese) anche per coloro che svolgono stage durante un percorso di studi. Forse la Puglia ha preso in considerazione questo suggerimento? «Il provvedimento regionale regolamenterà esclusivamente i tirocini extracurriculari, rinviando ad altro specifico intervento normativo la disciplina di quelli curriculari», risponde Luisa Anna Fiore. Come dire: al momento no, in futuro chissà.
di Anna Guida
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