Tirocini, per la nuova legge in Sardegna spunta la sottocommissione di esperti

Anna Guida

Anna Guida

Scritto il 15 Lug 2013 in Notizie

Mancano dieci giorni esatti alla scadenza del 24 luglio entro cui tutte le Regioni italiane dovrebbero recepire con una propria normativa le indicazioni contenute nelle linee guida nazionali sui tirocini extracurriculari. A poco più di una settimana dal termine, a che punto è la Regione Sardegna? Mariano Ignazio Contu, assessore al Lavoro e alla formazione professionale dal   14 marzo 2013, non ha mai risposto alla richiesta di intervista che la Repubblica degli Stagisti ha inviato a lui e alla sua segreteria più di un mese fa. Lucia Andria, addetto stampa dell'assessorato, ha però spiegato brevemente lo stato dell'arte: «Il 17 giugno si è riunita la Commissione regionale servizi e politiche del lavoro, organo permanente di concertazione e consultazione delle parti sociali, composta dall'assessore regionale del lavoro, dagli 8 assessori provinciali del lavoro, dai rappresentanti sindacali Cgil, Cisl Uil e Ugl, dai rappresentanti delle associazioni datoriali, del mondo della scuola e delle università, e dalla consigliera di parità. Poiché la materia è complessa e molto specifica, la Commissione ha delegato una sottocommissione tecnica che ha il compito di preparare una proposta che sarà la base per la nuova normativa regionale. La sottocommissione ha iniziato i lavori, ma non siamo ancora in grado di dire nulla sul rispetto della scadenza indicata dalla linee guida». Marinora Di Biase, segretaria regionale della Cgil conferma le informazioni date dall'addetto stampa ma è decisamente meno cauta sulla possibilità che la legge sia pronta nei tempi giusti: «È davvero difficile, per non dire impossibile, che la deliberazione di giunta sui tirocini sia approvata entro il 24 luglio. La sottocommissione tecnica, composta da 8 funzionari provinciali, dall'agenzia regionale del lavoro, dai funzionari dell'assessorato del lavoro e da un rappresentante per le parti sociali e datoriali, si è riunita una sola volta finora; quando avrà preparato una proposta di testo la dovrà portare all'esame della Commissione regionale servizi e politiche del lavoro. Sono già emerse posizioni molto diverse tra le varie parti sociali, quindi credo che questo passaggio in Commissione porterà via il suo tempo per consentire un adeguato confronto. A quel punto la palla passerà alla giunta, che adotterà una Dgr che dovrà essere poi ratificata dal Consiglio. Realisticamente, non credo plausibile che tutto ciò si possa concludere entro il 24».
Sul testo che sta prendendo forma al tavolo tecnico c'è per ora il massimo riserbo da parte della Regione: «Non è ancora possibile dire nulla sulla disciplina di dettaglio, perché la sottocommissione sta ancora discutendo su come recepire le indicazioni contenute nelle linee guida», spiega Lucia Andria.  Non resta che chiedere qualche indiscrezione al sindacato. La Cgil fa sapere che è ancora presto per capire quali indirizzi prenderà la sottocommissione per stendere la bozza di testo. Sostiene anche di non saper prevedere se le indicazioni contenute nelle linee guida saranno accolte pienamente o se si preferirà inserire delle deroghe su qualche punto per venire incontro alle specifiche esigenze della realtà sarda. Per quanto riguarda l'indennità di partecipazione per gli stagisti, annuncia che è plausibile aspettarsi una cifra compresa tra 300 e 500 euro.
Ad oggi, la Sardegna non si è data alcuna normativa regionale che disciplini la materia, a differenza di altre Regioni che avevano legiferato già prima dell'arrivo della linee guida nazionali - e cioè Toscana, Abruzzo, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Piemonte. Eppure il fenomeno stage è tutt'altro che irrilevante sull'isola. In base ai dati Unioncamere-Excelsior, nel 2011 in Sardegna sono stati attivati 5.240 stage solo nelle imprese private. Secondo le stime della Repubblica degli Stagisti, a questi bisogna aggiungere circa 3mila tirocini presso gli enti pubblici e almeno mille nella associazioni non profit, per un totale di più di 9mila stage complessivi. Sempre secondo i dati Unioncamere-Excelsior, la percentuale di laureati/laureandi è del 39,2%, molto più alta della media nazionale (31,9%), e lo stage sfocia in un contratto solo nel 9,7% dei casi
Nonostante le scarse opportunità di inserimento, i giovani sardi restano molto interessati alle opportunità di tirocinio. Lo dimostra quanto accaduto il 15 gennaio, quando l’Agenzia regionale per il Lavoro è stata sommersa di richieste per i tirocini formativi con voucher 2013 e ha dovuto chiudere anticipatamente il click day sul portale Sardegnatirocini.it. Sul piatto c'erano 1.500 stage semestrali con voucher da 500 euro mensili messi a disposizione dal Por del Fondo Sociale europeo 2007-2013 della Regione Autonoma della Sardegna.
L'iniziativa era già stata promossa l'anno scorso con modalità analoghe e anche allora le richieste erano state numerosissime. Nel 2012 erano stati 3.500 i tirocini di formazione e orientamento attivati dall'Agenzia regionale per il lavoro grazie a un investimento di 10 milioni di euro. Tuttavia la Repubblica degli Stagisti aveva già segnalato inquietanti "anomalie", che si sono ripresentate anche nell'ultimo bando:
anche nel 2013, infatti, le figure più richieste sulla "vetrina domanda e offerta" risultavano essere baristi, camerieri, commessi, e persino braccianti agricoli e addetti alle pulizie. Una caffetteria, per esempio, cercava un «aiuto banconiere» per «allestire e/o sistemare il banco frigo o le vetrine; avviare i macchinari (lavastoviglie, macchina da caffè); prendere le ordinazioni; preparare e pulire il bancone; accogliere i clienti; vendere al pubblico i prodotti; esporre cibi», mentre un negozio offriva un tirocinio formativo a un «commesso/a per spostamenti, consegne, montaggio bombole gas». Leggendo gli annunci delle aziende che attraverso il portale www.sardegnatirocini.it cercano stagisti ci si accorge cioè che nella maggior parte dei casi i tirocinanti andrebbero a svolgere mansioni di basso e bassissimo profilo, che richiederebbero in realtà una fase di formazione molto rapida e potrebbero essere più correttamente formalizzati attraverso contratti di apprendistato. Si tratta di un impiego delle strumento tirocinio in netto contrasto con quanto stabilito dalle linee guida concordate in sede Conferenza Stato-Regioni, che affermano: «al fine di qualificare l'istituto e di limitarne gli abusi, si concorda sui seguenti principi: a) il tirocinio non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo; b) i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività e non possono essere utilizzati per sostituire il personale del soggetto ospitante nei periodi di malattia, maternità o ferie né per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione dello stesso». Non resta che attendere il testo della nuova normativa sarda che, se recepirà in toto le indicazioni contenute nelle linee guida, si troverebbe di fatto a rendere illegali gli stage che la Regione stessa ha promosso fino a pochi mesi fa.

Anna Guida


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