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Unione europea, Era e Cedefop offrono stage da oltre mille euro al mese: candidature aperte fino a metà agosto

Due opportunità di stage da oltre mille euro al mese arrivano da due enti dell’Unione Europea: l’Era, Agenzia ferroviaria europea, e il Cedefop, Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale. Per candidarsi c’è tempo fino a metà agosto.La sicurezza delle reti ferroviarie europee e la loro integrazione in tutti i paesi dell’Unione è uno degli obiettivi primari dell’Era, che ha la sede principale [nell'immagine a destra] a Valenciennes, nel nord della Francia, 200 chilometri a sud est di Calais. L’agenzia mette a disposizione ogni anno due periodi di stage: il 15 agosto scade il bando della seconda tornata del 2010, che prenderà il via il 1° ottobre e si concluderà alla fine di febbraio del 2011. I posti a disposizione sono sei: la domanda è rivolta ai cittadini degli stati membri dell’UE, dei paesi che hanno richiesto l’ingresso nell’Unione e di quelli dell’area economica europea. Tuttavia l’accesso può essere esteso anche ad un numero limitato di cittadini provenienti da stati che non fanno parte dell’UE, in base alle priorità stabilite dall’Era. Altri requisiti necessari per la partecipazione sono la conoscenza di almeno due lingue comunitarie (di cui una deve essere l’inglese) e di materie preferibilmente attinenti ai compiti dell’agenzia, quali ingegneria, scienze economiche, ecc. Non è necessaria la laurea: può partecipare alla selezione anche chi stia scrivendo la tesi o chi, distaccato da un ente pubblico o privato, stia studiando attività connesse con l’Era.La candidatura va inoltrata attraverso il sito internet, dove è possibile trovare la domanda di iscrizione da compilare e inoltrare, completa di una copia del documento d’identità o del passaporto, di una copia della laurea e di una lettera motivazionale, all’indirizzo traineeships [chiocciola] era.europa.eu.  I prescelti saranno contattati nel mese di settembre: ad essi sarà offerto un rimborso spese mensile di 1.047 euro, più le spese di viaggio all’inizio e alla fine dello stage. A questa cifra va aggiunta una maggiorazione pari alla metà della cifra destinata agli stagisti con disabilità, che potranno così far fronte alle spese supplementari per i trasporti e per la sistemazione in strutture idonee.C’è qualche giorno in più, fino al 20 agosto, per proporre la propria candidatura al Cedefop, con sede a Salonicco [nell'immagine a sinistra]: l’organismo che si occupa di promuovere lo sviluppo di istruzione e formazione professionale nei paesi dell’UE. Ogni anno mette a disposizione un periodo di stage di nove mesi, dal 1° ottobre al 30 giugno. Chi può candidarsi? La selezione qui è riservata a chi abbia una laurea (di primo o secondo livello) alla data di scadenza del bando. Per inoltrare la domanda non è richiesto un titolo specifico, ma i candidati ideali saranno quelli che provengono da un corso di studi connesso alle attività del Cedefop – come l’information technology, gli affari legali, le relazioni interne ed esterne, la gestione del personale, ecc.Per avanzare la richiesta di stage – i posti disponibili per questa tornata sono 7-8 – bisogna seguire la procedura (esclusivamente online) indicata nel bando: dopo aver compilato la domanda di partecipazione disponibile sul sito, bisogna allegare una copia scannerizzata della propria laurea e un curriculum vitae (redatto preferibilmente secondo il formato europeo). In mancanza del certificato di laurea può essere utilizzata anche un’attestazione rilasciata dall’università. Se la domanda sarà inoltrata correttamente, il candidato riceverà una e-mail con il numero di protocollo: importante conservarlo perché sarà necessario per tutti i successivi contatti con il Cedefop.I candidati ritenuti idonei saranno contattati dall’ufficio delle risorse umane, che comunicherà loro il periodo dello stage, nel corso del quale ogni stagista svolgerà il proprio compito sotto la guida di un supervisore. Il rimborso spese previsto è pari a 1005,05 euro al mese, a cui va aggiunta una travel allowance per il viaggio. La cifra diminuisce se lo stagista è già residente a Salonicco: in quel caso il rimborso mensile è di 753,79 euro. Anche il Cedefop mette a disposizione dei partecipanti con disabilità un supplemento del 50% sulla cifra stabilita. Enza Civale Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:-  Seicento stage da 1070 euro al mese alla Commissione europea: bando aperto fino al 1° settembre- Parlamento europeo, risoluzione contro i tirocini gratis e le aziende che sfruttano gli stagisti

Corsa agli stage, la crisi mette un freno. Primi dati del nuovo Rapporto Excelsior: 322mila tirocinanti l'anno scorso nelle imprese private italiane

La corsa forsennata degli stage rallenta il suo ritmo. Il numero dei giovani che fanno esperienze on the job nelle imprese italiane continua ad aumentare, ma con percentuali più moderate rispetto agli anni passati. Lo evidenzia il nuovo Rapporto Excelsior di Unioncamere, presentato oggi, secondo cui sono stati quasi 322mila gli stagisti ospitati nelle imprese private italiane nel corso del 2009. Un aumento di circa il 5,5% rispetto all'anno precedente (quando i tirocinanti "censiti" erano stati poco più di 305mila). Certamente in questo rallentamento ha un grande peso l'effetto della crisi economica globale: quando non c'è lavoro, gli stagisti servono di meno. Ma un raggio di speranza va nella ripresa della percentuale rilevata di assunzione dopo lo stage: 11,6%, oltre due punti in più rispetto all'anno scorso. Un timido segnale? Nello specifico, come al solito, le probabilità di essere assunti sono direttamente proporzionali alla grandezza dell'azienda ospitante: se meno di uno stagista su dieci viene assunto nelle microimprese (da uno a nove dipendenti, Excelsior rileva per la precisione 9,2 possibilità su cento di sentirsi proporre un contratto al termine dell'esperienza formativa) e poco più di uno su dieci nelle piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti, percentuale media di assunzione dopo lo stage 10,5%), le probabilità aumentano nelle medie e grandi imprese (rispettivamente 16,1% e 17,9%) per superare poi quota uno su cinque per le imprese molto grandi, con oltre 500 dipendenti: qui la percentuale di assunzione rilevata è 21,5%.Circa uno stagista su tre va nell'industria: Il 19% degli stage viene effettuato nell'industria in senso stretto (specialmente in quella metallurgica), e un altro 10% nel settore delle costruzioni. Ma ben il 70% degli stagisti finisce in imprese di servizi, in particolare quelli di alloggio/ristorazione e turistici (oltre 55mila stage in questo settore, pari al 17% del totale). Seguono a ruota il settore della sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati e quello del commercio al dettaglio (rispettivamente 24.950 e 23.930 stage, poco più del 7% del totale per ciascuno).A livello geografico, il Rapporto conferma ancora una netta preponderanza del Nord: il 60% degli stage viene effettuato nelle regioni settentrionali, il restante 40% è equamente suddiviso tra centro e sud/isole.L'indagine Excelsior viene realizzata annualmente da Unioncamere, su un campione di oltre 100mila imprese con almeno un dipendente, per fotografare i fabbisogni delle aziende. Nel 2006 aveva censito 228mila stagisti; l'anno successivo il numero era lievitato a 256mila, con un aumento di oltre il 12%. Nel 2008 il numero era schizzato a 305mila: un incremento del 19% rispetto all'anno precedente.Con il dato appena uscito, comunque, la crescita non si ferma: rapportando i 322mila stagisti del 2009 ai 228mila del 2006, si evince che negli ultimi quattro anni c'è stato un aumento di oltre il 41% nel numero delle persone che fanno questo tipo di esperienza nelle imprese private italiane.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- In tempo di crisi i tirocini aumentano o diminuiscono? - Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage- Quanti sono gli stagisti italiani? Tutti i dati regione per regione, tratti dall'indagine Excelsior 2009

Brunetta risponde all'interrogazione parlamentare di Ichino sui superstage lucani: «Comunque sia, i tirocinanti non potranno essere assunti»

La prima risposta ufficiale del governo sulla vicenda dei superstage è arrivata. Un anno e cinque mesi dopo la prima interrogazione parlamentare, presentata dal senatore PD Pietro Ichino dopo l'inchiesta-denuncia della Repubblica degli Stagisti sull'abnorme «Programma stages» avviato e finanziato dal consiglio regionale calabrese alla fine del 2008. Quattro mesi dopo la seconda interrogazione, presentata sempre da Ichino alla luce degli sviluppi della situazione calabrese, e del pericolo che altri milioni di euro venissero spesi dalla Regione Calabria per far assumere i tirocinanti agli enti locali che li avevano ospitati (e tuttora li ospitano, dato che i supestage termineranno a novembre) per la durata record di 21 mesi (+ 3 di formazione in aula). E tre mesi dopo la terza interrogazione, firmata ancora una volta da Ichino, per chiedere di far luce su un programma-fotocopia, sempre fuori standard rispetto alla normativa vigente in materia di tirocini, stavolta ad opera del consiglio regionale lucano. La risposta, datata 12 giugno, arriva dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Che innanzitutto mette una mano avanti specificando che il caso è di competenza del collega Maurizio Sacconi: «Le interrogazioni […] alle quali non risulta essere stata data ancora risposta, sono entrambe delegate al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e, al riguardo, nessuna richiesta di elementi di competenza è pervenuta al Ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione»). E che poi mette anche l'altra avanti, ricordando che la devolution ha assegnato alle Regioni competenze legislative e quindi non tutto può essere controllato e normato dal governo centrale («la materia della formazione professionale è attribuita dall’articolo 117 della Costituzione alla competenza esclusiva delle Regioni [...] pertanto, al fine di inquadrare correttamente la vicenda, è necessario tener conto anche delle eventuali leggi regionali adottate, in materia di tirocini formativi, dalla Regione Basilicata, nell’esercizio della propria autonomia legislativa»). Passaggio che lascia perplessi, perchè sarebbe bastato che il ministro Brunetta avesse incaricato il suo staff di compiere una breve ricerca per scoprire che la Regione Basilicata non ha mai sfruttato la sua «autonomia legislativa» promulgando leggi in materia di stage.Infine, la risposta vera e propria: «Le iniziative volte alla stabilizzazione di personale tirocinante costituiscono, in ogni caso, violazione dell’articolo 97 della Costituzione». Cioè quello che vincola ogni singola assunzione negli enti pubblici a una procedura concorsuale (al comma 3: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso»). La risposta di Brunetta si chiude con una velata minaccia che scendano gli ispettori a controllare che sia tutto a posto, mediante «l’attivazione delle procedure ispettive esperite dal competente Ispettorato per la funzione pubblica».Una frase che sembra dire alla Regione Calabria che ha già attivato centinaia di superstage, e alla Regione Basilicata che vorrebbe fare altrettanto: fate pure quello che volete con i tirocini, ma non sognatevi di far assumere poi gli stagisti negli enti pubblici - perché lì ci sono io a vigilare, e certo non accetterò un aumento degli organici. Il senatore Ichino registra con soddisfazione la risposta di Brunetta, ma ancora aspetta quella del principale destinatario dell'interrogazione, Maurizio Sacconi: «Davvero molto sorprendente è l’inerzia del ministro del Lavoro» dice alla Repubblica degli Stagisti «inerzia sul piano parlamentare, poiché a tutt’oggi non si è degnato di rispondere, e inerzia sul piano amministrativo, perché a tutt’oggi non mi risulta che sia stata avviata alcuna ispezione». (leggi qui l'intera intervista).Nel frattempo, alla Repubblica degli Stagisti giunge un'altra lettera aperta di un superstagista calabrese anonimo: «A fine ottobre il nostro rapporto con gli enti avrà termine, e in questo momento tutti noi stagisti siamo alla costante ricerca del politico di turno (a qualsiasi livello) per ottenere se non una stabilizzazione almeno una proroga» scrive il giovane, sotto lo pseudonimo di Tibullo Delianuova per timore di ritorsioni: «Ciò che sta accadendo in questo momento è da un lato comico e grottesco dall'altro patetico... Ma dico? Come è possibile che noi, centinaia di giovani laureati e titolati, in grado anche di cavarcela da soli, non abbiamo almeno un po' a cuore la nostra dignità e facciamo di tutto per elemosinare un posto di lavoro, peraltro 'disonesto' perchè di fatto diventeremo dei parassiti visto l'andazzo della pubblica amministrazione calabrese?». Versione confermata (almeno per quanto riguarda la prima parte - non certo per la seconda) anche da fonti opposte: il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, per esempio, un paio di settimane fa ha scritto al governatore e al presidente del Consiglio regionale della Calabria perorando la causa dell'assunzione dei superstagisti in forza presso il suo comune.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Ichino commenta la risposta di Brunetta all'interrogazione parlamentare sui superstage: «Ma aspetto sempre quella di Sacconi»- La lettera aperta del superstagista anonimo: «Noi, alla ricerca di un politico per ottenere una stabilizzazione: e se la otterremo, diventeremo dei parassiti»E anche:- In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»- I superstagisti calabresi a Pietro Ichino: «Ci aiuti a farci assumere». La risposta del senatore: «Non aspettate lo Stato-mamma, datevi da fare per attirare nella vostra terra buoni imprenditori»- Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenza- Superstage calabresi, in arrivo un emendamento-traghetto verso l'assunzione- Consiglio regionale calabrese, la lettera aperta di una superstagista al presidente Bova: non siamo altro che manovalanza per enti assetati di personale- Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e Brunetta- La Regione Basilicata sospende il bando per i mille "superstage" negli enti pubblici lucani

L'Agenzia delle Entrate dà ragione ai giovani pugliesi beneficiari delle borse di studio «Ritorno al Futuro»: non dovranno pagare migliaia di euro alla Regione

Tirano un sospiro di sollievo i circa 2mila giovani pugliesi, beneficiari tra il 2008 e il 2009 delle borse di studio della Regione Puglia «Ritorno al Futuro», che negli ultimi mesi si erano visti arrivare cud da migliaia di euro: non dovranno pagare - o perlomeno, non così tanto.Il merito va sopratutto a una combattiva ingegnere 27enne, Mariella D'Incognito [nella foto], che la Repubblica degli Stagisti aveva intervistato nelle scorse settimane. D'Incognito ha ricevuto due anni fa dalla Regione 17mila euro, con cui ha potuto pagarsi un master a Londra. Ma a fine marzo di quest'anno la doccia fredda: nel cud 2010 le viene chiesto di pagare 4mila euro. Motivo, una modifica nell'interpretazione della procedura fiscale sulle borse di studio: fatto 100 l'importo percepito da ciascun borsista, la ritenuta viene effettuata non solo sul 50% di provenienza dello Stato Italiano (come precedentemente stabilito), ma anche sul 50% di provenienza UE.La giovane borsista non ci sta, e mette su un gruppo di protesta su Facebook (intitolato senza mezzi termini «La beffa delle borse di studio "RITORNO AL FUTURO" Regione Puglia») che arriva ai giornali e in Regione. Promuovendo tra gli iscritti, quasi mille, la procedura di istanza di interpello all'Agenzia delle entrate: un documento con cui ciascuno singolarmente chiede un'interpretazione della norma fiscale sulle borse di studio.Ora l'Agenzia delle entrate, dall'ufficio Fiscalità generale del settore Servizi e consulenza della direzione regionale della Puglia, le dà ragione. Scrive infatti in un documento datato 9 luglio il direttore regionale Silvia Guarino: «In relazione alla quota finanziata dall'Unione Europea con il FSE, pari al 50% dell'ammontare stabilito, si rende applicabile quanto previsto dall'articolo 80 del Regolamento (CE) n. 1083/2006 [...] rubricato "Integrità dei pagamenti ai beneficiari", secondo cui "Gli Stati Membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l'importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità" […] In relazione al principio di integrità dei pagamenti, il più volte citato articolo 80 […] specifica ulteriormente che "Non si applica nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari"». E, dopo aver ricordato che una sentenza della Corte di Giustizia sancisce che il divieto di ogni detrazione debba «necessariamente estendersi a tutti gli oneri che sono direttamente e intrinsecamente correlati alle somme versate», conclude: «Appare evidente che l'eventuale assoggettamento ad imposizione fiscale del contributo comunitario ricevuto dai soggetti che frequentano i master, corrisponderebbe ad un prelievo specificatamente connesso al contributo stesso e come tale risulterebbe in contrasto con la previsione del principio dell'integrità dei pagamenti».Su Facebook fioccano i ringraziamenti, e Mariella D'Incognito continua a dispensare consigli e indicazioni.  «Io ho pagato le prime due rate e tra pochi giorni dovrei pagare la terza. Come mi devo muovere?» chiede una ragazza, «Chiedi al tuo commercialista di rettificare la tua dichiarazione dei redditi, sospendi i pagamenti e recati nell'Agenzia delle entrate della tua provincia per fare una richiesta di rimborso. La domanda va corredata della risposta data dall'Agenzia delle entrate, eventualmente il cud corretto e fotocopie dei versamenti» risponde D'Incognito. Dal canto suo, la Regione Puglia ha già comunicato via email agli interessati che entro il 27 luglio saranno disponibili attraverso una procedura telematica i nuovi cud con importi dimezzati.Tutto a posto? Non proprio. Innanzitutto c'è chi punta il dito contro l'amministrazione regionale, accusandola non solo di aver provato a fare cassa sulle spalle dei giovani borsisti - riprendendosi parte dei fondi europei - ma anche di aver "giocato sporco". La Regione aveva infatti inviato in data 11 giugno 2010 un'istanza di interpello firmata dalla dirigente Giulia Campaniello, ma nessuno degli interessati era stato informato di questa mossa; inoltre, la risposta dell'Agenzia delle entrate è datata 9 luglio, ma è stata resa pubblica solo una settimana dopo, il 15 luglio. Da qui, le accuse di scarsa trasparenza. In più c'è anche chi solleva dubbi sulla effettiva validità del documento. Per esempio il commercialista Giovanni Puggione interviene sul wall del gruppo scrivendo: «La risposta data dalla Direzione Regionale delle Entrate della Puglia, pur se proveniente da fonte autorevole, è solo un semplice parere e non una norma. Inoltre, per stessa ammissione della DRE Puglia, non ha nessun valore di risposta ad interpello, unico strumento per adottare comportamenti fiscali con una certa tranquillità». E aggiunge: «Ritengo che la DRE, nel formulare il suo parere, non abbia centrato bene il problema a causa anche di una non precisa formulazione del quesito da parte della stessa Regione Puglia. Alcune citazioni sono poi errate perchè relative ad altri contesti e le conclusioni sono diametralmente opposte alle indicazioni date dalla Corte di Giustizia Europea sulla tassabilità dei contributi europei». Per poi concludere: «Gli interpelli, i pareri ed anche le circolari dell'Agenzia delle Entrate spesso possono essere errati e modificati». E un altro commercialista, Domenico Gigante, afferma che solo i 500 ragazzi che hanno presentato personalmente l'interpello sono "coperti": «L'interpello vincola l'Agenzia solo verso chi inoltra l'istanza non per gli altri; come tale ognuno per avere la sicurezza deve inoltrarla direttamente. La risposta non vale per tutti». Secondo D'Incognito, invece, non serve che chi non ha ancora inviato l'istanza lo faccia adesso: «Ormai il precedente si è creato e vale la regola dell'uno per tutti: la risoluzione si applica su tutti i casi analoghi». Eleonora VoltolinaScarica il documento integrale dell'Agenzia delle Entrate sul caso "Ritorno al Futuro Regione Puglia" in formato pdfPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- "Ritorno al futuro", parla Mariella D'Incognito: «Ecco perchè non vogliamo e non possiamo ridare migliaia di euro alla Regione Puglia»- La lettera di una giovane pugliese: «La Regione ha sbagliato a calcolare le tasse sulle nostre borse di studio, e ora rivuole indietro migliaia di euro»

Seicento stage da 1070 euro al mese alla Commissione europea: bando aperto fino al 1° settembre

Dalla settimana scorsa è aperta la corsa alle candidature per uno dei 600 stage presso la Commissione europea che prenderanno avvio a marzo 2011 – march training period: sul sito del Traineeships Office sono disponibili (in inglese, francese e tedesco) tutte le informazioni e l'application form da compilare online. I prescelti, di cui una settantina saranno italiani, verranno dislocati a Bruxelles o Strasburgo e per i cinque mesi di stage riceveranno un congruo rimborso spese, circa 1070 euro al mese (un quarto del salario base di un dipendente di fascia AD 5/1), più la mensa a prezzo agevolato e una travel allowance per il viaggio di andata e ritorno. Del resto Annemarie Bruggink, responsabile del Traineeships Office, già l'anno scorso aveva criticato gli stage gratuiti: «Far lavorare la gente senza pagarla? E come dovrebbero mantenersi? Questa non è l'immagine che l'Europa dovrebbe dare» aveva dichiarato alla Repubblica degli Stagisti.Nella scorsa tornata del bando, che assegnava altri 600 posti [in totale la Commissione ospita quindi 1200  tirocinanti all'anno] per gli stage che cominceranno tra tre mesi – october training period – sono arrivate 13.368 candidature online: il dato significativo è che quasi un terzo di queste proveniva dall'Italia. Che sia l'effetto Repubblica degli Stagisti, che a dicembre aveva dedicato all'apertura del bando un cliccatissimo articolo, rimbalzato poi su Facebook e ripreso nella newletter di Jobmeeting? «E' probabile che sia così» confermano dalla Commissione: «In generale, su tutta Europa abbiamo registrato un + 20% nel numero delle candidature. Ma per gli italiani è stato un vero e proprio boom». Dei 4.208 candidati italiani, 267 sono stati preselezionati per entrare nel «blue book», che è il database consultato dalle direzioni generali e dai servizi della Commissione per pescare i profili di loro interesse. In questi giorni stanno terminando le selezioni e circa 70 di loro a ottobre cominceranno la loro esperienza di eurostagisti.Il 2010 è un anno speciale per il Traineeships Office: si festeggia il 50esimo anniversario del programma di stage della Commissione (c'è anche una pagina su Facebook dedicata all'evento: 50 Years of Traineeships at the European Commission) e già fervono i preparativi per il grande evento, in programma per mercoledì 20 ottobre, che coinvolgerà ex stagisti di tutte le età e nazionalità.Ecco un riassunto dei requisiti per partecipare alle selezioni. Bisogna essere cittadini di uno dei Paesi membri dell'Unione europea (o candidati a diventarlo, che attualmente sono tre: Croazia, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Turchia), avere almeno una laurea triennale e parlare fluentemente almeno una delle tre lingue utilizzate per i lavori della Commissione (inglese, francese e tedesco).Per candidarsi c'è tempo fino a mercoledì 1 settembre.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri- Stage in Europa finanziati dall'UE: ecco i bandi Leonardo in scadenza tra giugno e luglio

Da oggi la Repubblica degli Stagisti è anche un libro: in tutte le librerie!

Ci sono quattrocentomila stagisti ogni anno in Italia. Forse addirittura mezzo milione - il numero cresce anno dopo anno con percentuali a due cifre. Vanno in stage in multinazionali e microimprese, ditte private ed enti pubblici. Spesso a titolo gratuito, senza percepire nemmeno un rimborso spese, sperando che lo stage sia una porta d'ingresso per entrare mondo del lavoro. Speranza troppo spesso frustrata, considerando che oggi come oggi meno di un tirocinio su dieci si trasforma in un contratto.L'Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, come dice la Costituzione. Ormai è fondata sullo stage, diventato un passaggio obbligato per giovani e meno giovani in cerca di occupazione. E un modo in cui aziende senza scrupoli riescono a risparmiare sul costo del personale, arruolando tirocinanti anziché dipendenti, levandosi la seccatura di dover pagare stipendi e contributi. Per accendere una luce su questa situazione la giornalista Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti,  ha scritto un libro: «La Repubblica degli Stagisti», appunto, sottotitolo: «Come non farsi sfruttare», pubblicato dalla casa editrice Laterza e nelle librerie da oggi. Un viaggio nell'universo stage alla ricerca dei riferimenti normativi, delle storie di stage vissuto, dei trucchi per scegliere bene stando alla larga dalle truffe e dalle fregature. Crossover tra saggio, inchiesta giornalistica e guida, il libro offre una panoramica su tutto quel che c'è da sapere sullo stage, raccogliendo anche le voci di tanti stagisti ed ex stagisti che raccontano la loro storia.Si incontrano così Olimpia, emigrata in Olanda per sfuggire all'ennesimo stage; la psicologa Martina, arruolata in un'agenzia di selezione del personale e trasformata in tutor della stagista successiva; Giulio, laureando in Biotecnologie mediche che dopo un anno di stage si sente proporre (e rifiuta) una proroga di altri cinque mesi… I protagonisti di questo libro sono sparsi per l'Italia, perché lo stage si fa dappertutto e dappertutto si annidano gli abusi. E non sono solo stagisti, ma anche praticanti: perché il praticantato, al pari dello stage, è un guado che migliaia di giovani ogni anno devono attraversare per poter cominciare a svolgere alcune professioni (avvocato, commercialista, giornalista…), e spesso ne escono con le ossa ammaccate e il morale a terra.Ma ci sono anche le storie felici, i casi positivi ed esemplari, i programmi di stage seri e utili, che aumentano davvero le competenze e traghettano nel mondo del lavoro. A questa parte positiva è dedicata un'ampia parte del libro, affinché i giovani non perdano la speranza e abbiano in mano gli strumenti necessari a poter agire in prima persona per determinare il proprio futuro.Il libro è destinato in primis agli stagisti presenti e futuri ma anche dalle loro mamme, papà e zii che vogliano regalare una bussola con cui orientarsi nel mare magnum del mercato del lavoro italiano. Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage- La carica dei centomila studenti stagisti: i nuovi dati di Almalaurea sui tirocini svolti durante l'università- Quanti sono gli stagisti negli enti pubblici italiani? Nessuno lo sa. L'appello della Repubblica degli Stagisti a Brunetta: ministro, ce lo può dire?

100 giovani per 100 anni, Confindustria apre un bando per cento stage da mille euro al mese nelle sue sedi

Confindustria, organizzazione che raggruppa e rappresenta 140mila imprese italiane, sta per investire oltre un milione e mezzo di euro sui giovani attraverso un programma di tirocini formativi pensato in occasione del centenario dell'associazione che ricorre proprio nel 2010. Il progetto «100 giovani per 100 anni» [a destra un particolare della locandina] prevede l'attivazione di cento stage di un anno nelle varie sedi di Confindustria sparse per l'Italia: l'iniziativa costerà un milione e 200mila euro per i rimborsi spese – mille euro lordi onnicomprensivi al mese a ciascun tirocinante, che moltiplicati per dodici mesi fanno 12mila euro a testa – più 400mila euro per coprire la quota di partecipazione di ciascuno stagista alle attività di formazione.Il regolamento non pone limiti rispetto all'età dei futuri tirocinanti – anche se, a parità di punteggio, passeranno i più giovani – e nemmeno rispetto alla nazionalità. L'unico requisito è essersi laureati entro il 1° ottobre 2010. Ora è in corso la fase preliminare, quella delle candidature: il bando è aperto fino a sabato 24 luglio. Tra settembre e ottobre avverranno lo screening dei curricula e la fase di selezione, e al più tardi a novembre gli stage prenderanno il via. Il bando, scaricabile dal sito di Confindustria, è aperto ai laureati di tutte le facoltà, anche se come prevedibile già nel regolamento si esplicita che la preferenza verrà data a chi ha studiato materie tecnico-scientifiche ed economico-giuridiche.A gestire materialmente le domande di partecipazione – prevedibilmente migliaia – sarà Unimpiego, la società di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro del sistema confindustriale che si occupa di ricerca e selezione del personale. Dopo aver compilato la domanda online ogni aspirante stagista dovrà inviarla per raccomandata all'indirizzo della sede torinese di Unimpiego (in corso Stati Uniti 38), insieme a un certificato o autocertificazione di laurea (indicando anche il nome del relatore e il titolo della tesi, gli esami sostenuti e voti e crediti conseguiti), il proprio cv ed eventuali ulteriori attestati, come per esempio la partecipazione a qualche corso di perfezionamento. Per vagliare i cv è stata messa in piedi una commissione ad hoc composta da esperti della Luiss business school, dell'università Liuc di Castellanza e di SFC – Sistemi Formativi Confindustria, società  consortile per azioni che promuove e coordina iniziative nel campo della formazione e dei servizi alle imprese.I cento prescelti dovranno abbandonare eventuali altri lavori? Dipende. Gli stage non sono compatibili con rapporti di lavoro dipendente; se qualche stagista invece svolgesse un lavoro autonomo potrebbe avere il permesso di continuare a farlo, sempre la segreteria del corso lo valuti compatibile con l'esercizio delle attività di formazione e dia il suo ok.Ultima nota: attenzione a candidarvi se non siete davvero convinti di voler fare questa esperienza fino in fondo – dodici mesi sono un impegno che non va sottovalutato. L'articolo 5 del bando prevede che «Nel caso di rinuncia successiva all’iscrizione al percorso, Confindustria si riserva la possibilità di rivalersi sul partecipante, valutando l’eventuale restituzione della somma pari a 4.000 euro riconosciuta da Confindustria a copertura della quota di partecipazione». Ergo: astenersi volubili e perditempo.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:-  Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage-  Crisi e mercato del lavoro, Tito Boeri: è il momento che i giovani si facciano sentire e lancino delle proposte

UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri

L’UNV Internship Programme, acronimo che sta per United Nations Volunteers, è un’iniziativa annuale finanziata dal ministero degli Affari esteri italiano e organizzata in collaborazione con il dipartimento di affari economici e sociali delle Nazioni Unite che offre a giovani laureati l’opportunità di effettuare tirocini in paesi in via di sviluppo, per un periodo di 12 mesi.Il programma [nell'immagine a destra, la pagina del sito dedicato] prevede la partecipazione a progetti delle Nazioni Unite in Africa, America centro-meridionale e Asia [nell'illustrazione sotto, tratta dallo United Nations Development Programme Annual Report 2009, la mappa dei Paesi in via di sviluppo che l'Onu supporta in caso di elezioni politiche], intervenendo in specifiche aree di interesse: governance, pari opportunità, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, micro-imprese, riduzione della povertà, sviluppo sostenibile, ambiente.I tirocinanti ricevono un alloggio e un rimborso spese, proporzionato al costo della vita del paese di destinazione e variabile da mille a 3mila dollari netti (da 830 a 2500 euro) al mese, più un biglietto aereo andata e ritorno. Fino a venerdì 30 luglio è aperto il bando per gli stage UNV che partiranno a febbraio 2011. Ancora non è stato stabilito il numero preciso dei posti disponibili, ma saranno all'incirca una trentina. I requisiti previsti dal bando sono: età non superiore a 26 anni (nati dal 1 gennaio 1984), nazionalità italiana, ottima conoscenza della lingua inglese e preferibilmente di un’altra lingua ufficiale delle Nazioni Unite, laurea vecchio ordinamento, o specialistica, oppure triennale seguita da un master. È fondamentale, inoltre, possedere conoscenze di base sulle questioni della cooperazione allo sviluppo. Titolo preferenziale: un’esperienza da volontario in ONG o comunità. Il modulo di domanda, da compilare in inglese, è disponibile presso l’ufficio UN/DESA di Roma o scaricabile dal sito;  vanno allegati una lettera motivazionale in inglese (non più di 200 parole), certificati di laurea e post-laurea (anche in fotocopia) e un elenco di tutti i corsi frequentati. La documentazione deve essere spedita al dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (Corso Vittorio Emanuele 251, 00186 Roma), con la dicitura “Programma UNV Internship”. Non ci si può candidare via e-mail o fax.L’iter di selezione è gestito principalmente dalla sede tedesca delle Nazioni Unite: l’Italia finanzia i contratti e decide i progetti da realizzare; a Bonn, invece, vengono selezionati i profili da convocare per i colloqui, che si svolgeranno a novembre 2010. I candidati prescelti prenderanno parte, a gennaio dell’anno prossimo, a un briefing di due giorni nella città tedesca, prima di iniziare il tirocinio, nel mese successivo.Quella attualmente in corso è la decima edizione del programma UNV; partito nel 2000, finora ha coinvolto 292 tirocinanti, solo italiani, con circa 600 richieste ogni anno. A spiegare alla Repubblica degli stagisti le caratteristiche del candidato–tipo è Rossella Salvia [nella foto a destra], programme officer dell’ufficio risorse umane per la cooperazione internazionale delle Nazioni Unite: «La maggior parte dei candidati arriva dal nord e dal centro Italia, in particolare Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna. I neolaureati da cui riceviamo più richieste provengono soprattutto dall’università di Bologna e da quella di Perugia, dalla Bocconi e dalla Sapienza.  Solitamente più dei due terzi dei posti sono assegnati a donne. Può capitare che alcuni tirocinanti abbandonino prima della fine dei 12 mesi, ma è difficile per noi monitorare questi dati». Uno degli aspetti più interessanti è che, a fronte di un numero di richieste pressoché costante, i posti messi a bando sono aumentati di anno in anno: «Se la prima edizione prevedeva 15 tirocini» chiude la Salvia «sono stati 29 quelli assegnati per il 2009-2010. Segno dell’interesse al potenziamento di questo tipo di attività». Che sembra rappresentare un buon investimento  per i tirocinanti: anche se a Roma non sono in grado di fornire cifre precise, spiegano che in diversi casi al tirocinio è seguito un contratto a termine o un inserimento stabile nella struttura in cui si è operato.Chiara Del PriorePer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stage al Fondo monetario internazionale, le voci degli «ex»: Elva Bova, la mia esperienza dall'economia dell'Africa a quella dei Paesi arabi- Valeria Setti: «Da Rovereto a Vienna per mettere la diplomazia al servizio dei diritti umani: la mia esperienza alla Fundamental Rights Agency» - Chance ai giovani, Bangladesh - Italia uno a zero. A quando anche qui un microcredito "alla Yunus" per aiutare i ragazzi a diventare indipendenti?

La Fnsi dichiara guerra agli stagisti giornalisti. Quaranta praticanti rifiutati a pochi giorni dall'inizio degli stage: «Le testate in stato di crisi non possono utilizzarli»

Sono una quarantina i praticanti delle scuole di giornalismo che un mese fa sarebbero dovuti entrare in stage in radio, televisioni e giornali e sui quali invece il 29 aprile è piovuta una doccia fredda: i sindacati hanno posto il veto, temendo che gli stagisti sarebbero stati usati per riempire posti vacanti "a costo zero", e li hanno lasciati fuori dalle redazioni. I casi più numerosi al Gruppo l’Espresso: la Repubblica con i vari supplementi periodici, il settimanale L'espresso, quotidiani locali, un bisettimanale, radio nazionali e tv. Una degli stagisti rigettati è Chiara Santato del master dell’università di Padova [nell'immagine a destra, l'homepage del sito della scuola]: doveva partire proprio il 29 aprile per Roma, ma quel giorno è arrivata la comunicazione dei Cdr. «I documenti li avevo già firmati» racconta alla Repubblica degli Stagisti «una telefonata invece ha cambiato tutto: stato di crisi, niente Kataweb». Chiara è riuscita a trovare un altro stage ma si chiede: «Quale eredità ci vuole lasciare chi ha creato questa situazione?». Una sua compagna, Valeriana Semeraro, ricorda: «Mi dovevano assegnare alla RepubblicaTV e Radio Capital», ma a tre giorni dall’inizio dello stage «è arrivata una comunicazione via mail all’università ed è saltato tutto».Per protestare, alcuni praticanti hanno aperto su Facebook il gruppo «Gli studenti delle scuole di giornalismo che non hanno diritti», che ad oggi conta oltre 500 iscritti, e provato a farsi sentire con la Fnsi e l'Ordine dei giornalisti. Senza successo: il sindacato ha mantenuto la sua posizione e l'Ordine si è limitato a promettere che offrirà sostegno a chi volesse intraprendere azioni legali contro questa esclusione. Ma realisticamente, chi si metterebbe contro una testata giornalistica per uno stage di un paio mesi, rischiando di inimicarsi (per sempre) la direzione?Comunque non in tutte le scuole è successo l’"inferno": come spiega Paola Abbiezzi, che segue gli stagisti dell’università Cattolica di Milano, «l’organizzazione della nostra didattica prevede lo svolgimento degli stage nei mesi di settembre e ottobre». Per molti dei candidati era stata comunque confermata la destinazione, ma si è riusciti a «tamponare le ferite, non senza difficoltà». Uno degli studenti, Fabio Forlano, racconta: «Già a febbraio ci avevano avvisato dell’impossibilità di fare stage presso Ansa, La Stampa, Rcs, Il Sole 24 Ore, etc.». Anche qui, l’unico inconveniente è sorto per quegli otto che avevano scelto Repubblica. Stesso copione all'università di Torino, come conferma Sabrina Roglio, coordinatrice del master. Silvia Gazzola, tutor del master dello Iulm di Milano, tranquillizza dicendo: «Le grandi redazioni o le grandi agenzie come Ansa e Apcom hanno detto fin da subito no. Ci siamo così spostati su testate più giovani e piccole. Inoltre, i molti studenti che avevano fatto richiesta di stage presso Mediaset sono stati confermati».L’organizzazione ha retto anche in un’altra scuola milanese, la Walter Tobagi. Elisa Sgorbani, dell’ufficio organizzazione e relazioni esterne, racconta che «per i mesi di maggio e giugno sono 29 gli studenti del secondo anno che effettuano lo stage conclusivo del corso che terminerà il 30 giugno. I prossimi stage si effettueranno a settembre e ottobre per gli studenti del primo anno, ancora in corso». Sette i casi problematici  “ricollocati”.Per il centro di giornalismo radiotelevisivo di Perugia risponde alla Repubblica degli Stagisti il coordinatore didattico Nunzio Bassi: «Su 25 allievi nessuno è stato “rimbalzato” dalle redazioni. Questo perché gli studenti che quest’anno devono svolgere il periodo in stage sono quelli che concludono il biennio (sistema radiotelevisivo): il problema si è presentato l’anno scorso per gli stessi studenti che dovevano fare esperienza nelle redazioni della carta stampata».“Vittime” destinate al Gruppo l’Espresso anche in Puglia, Lazio e nelle Marche. Emilio Cattolico, studente del master dell’università di Bari, riferisce che i casi nel suo corso sono stati quattro: «Uno ero io. Dopo numerosi sforzi siamo stati tutti ricollocati in altre sedi. Io ero stato assegnato alla redazione di Repubblica Milano; dopo il loro “no” sono stato mandato alla redazione del Giornale». Lorenzo d’Albergo frequenta la scuola di giornalismo alla Luiss di Roma. «Cinque miei compagni», racconta,  «erano stati collocati a Repubblica, altri sei, me compreso all’Agi. Abbiamo trovato tutti delle valide alternative: Tgr Rai,  Leggo, Gr Rai, Adn Kronos Aki. Io sono andato al Tg1 cronaca».Giovanni Stinco della scuola di giornalismo di Bologna Ilaria Alpi racconta: «Eravamo stati selezionati in quattro per iniziare all’Ansa ma nel nostro caso grazie a un mese e mezzo di preavviso siamo riusciti senza grosse difficoltà a trovare delle alternative. Altri quattro compagni, invece, hanno ricevuto la comunicazione dell’annullamento degli accordi presi solo un paio di giorni prima dell’inizio a Repubblica». Da quel momento si sono attivati per trovare una nuova sistemazione: «Ufficio stampa del Pd di Modena, Agenda di Bologna, ufficio stampa della Regione Emilia Romagna e redazione del manifesto». Dall’università di Urbino Chiara Zappalà: sarebbe dovuta andare anche lei a Repubblica a partire dal 3 maggio, la convenzione di stage era stata firmata da qualche settimana, «ma il giovedì prima di iniziare», ricorda, «mi è stato detto che le redazioni in stato di crisi avrebbero bloccato l’ingresso agli stagisti». E commenta polemica: «Mi sembra poco onesto che un’azienda editoriale, consapevole del suo stato di crisi, richieda in un primo momento i tirocinanti a costo zero e poi, sotto pressioni sindacali, li scarichi a patti firmati». Dopo il blocco dello stage a Repubblica Palermo Chiara ha trovato posto al manifesto a Roma, nella redazione economico-sindacale.La crisi dell’editoria ha coinvolto anche l’Agi e, indirettamente, i ragazzi del master dell’università di Salerno come Giovanni Iannaccone. Il suo stage era nell’agenzia a Roma e doveva iniziare il 3 maggio. «Il 30 aprile c'è stata una riunione di redazione per discutere con i tutor dell'ultimo numero del nostro giornale e il coordinatore ci ha detto: “Purtroppo abbiamo avuto dei problemi con l'Agi che ha appena comunicato di aver bloccato gli stage”».Il caso che ha riscosso più clamore è stato quello che ha coinvolto il quotidiano fondato da Gramsci. Storie come quella di Cristiano Vella che racconta: «3 maggio, redazione dell’Unità. Siamo quattro praticanti: il sottoscritto e Santo Iannò dal master dell’università di Salerno, assegnati alla redazione sportiva e al centrale, e Giulia Torbidoni e Veronica Ulivieri dell’Ifg di Urbino, assegnate alla redazione politica». I ragazzi lavorano fin da subito (firmando alcuni pezzi) ed è proprio questo il motivo che fa scatenare il problema. «Il cdr alza la voce: “Lo stagista – ci dicono – non deve assolutamente entrare nel processo di produzione del giornale, perciò farete una ricerca”. Di manodopera tuttavia c’è bisogno, e noi siamo qui per lavorare, così si continua con le vecchie attività, coi vecchi orari non da stagisti (10-22, più o meno) e qualche altro articolo firmato compare. Di nuovo il putiferio: “Ragazzi – ci avvertono – potremmo quasi mettere fine allo stage”: non possiamo fare nulla, tranne che ricercare pezzi vecchi usciti su altri giornali, per un articolo che eventualmente sarà pubblicato quando andremo via». Il clima non è rilassato e le due ragazze “scappano” via – perché totalmente estromesse da ogni attività – prima di ricevere la comunicazione scritta dell’interruzione forzata dello stage; i due ragazzi, invece vengono mandati a casa poco dopo.Ilaria L. SilvuniPer saperne di più sull'argomento leggi anche:- Crisi dell'editoria: per i neogiornalisti il futuro è incerto - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / quarta puntata- Luca De Vito: «Alla scuola di giornalismo un praticantato stimolante, ma niente certezze per il futuro»- Il Fortino, una riflessione di Roberto Bonzio sui giornalisti di domani: «Oggi chi è dentro le redazioni è tutelato, ma fuori ci sono troppi sottopagati»   

Montepremi di 20mila euro per giovani laureati in Fisica: aperti fino al 25 giugno i bandi della Sif

Ogni anno la Sif, Società italiana di Fisica, premia i giovani che si sono distinti in questa materia. Lo fa con una serie di premi, ai quali ci si può candidare proprio in questi giorni (i bandi scadono venerdì 25 giugno): in palio ci sono complessivamente quasi 20mila euro. I premi già "rodati" sono quattro: il «Luigi Giulotto», il premio per la didattica o la storia della Fisica, il «Sergio Panizza» e l'«Ettore Pancini». A questi se ne aggiungono da quest'anno altri tre: il «Giuliano Preparata», il premio per le applicazioni industriali  e quello per l'outreach.Nel dettaglio: il piatto più ricco è quello della borsa Pancini, che attribuisce ogni anno 5mila euro a un giovane ricercatore che abbia ottenuto un risultato significativo nell'ambito  di ricerche sperimentali in Fisica nucleare o subnucleare. Il premio è intitolato al fisico e partigiano Ettore Pancini [a destra, l'unica immagine d'epoca - risalente al 1947 - ad oggi disponibile: insieme a lui Edoardo Amaldi e Gilberto Bernardini], militante comunista che trascorse gli anni della guerra alternando il lavoro di ricerca nella fisica dei raggi cosmici all'impegno attivo nella Resistenza (nel 1944 fu comandante dei Gruppi di azione partigiana di Venezia). A trent'anni Pancini partecipò alla fase finale del celebre esperimento di Conversi-Pancini-Piccioni, che portò alla scoperta della particella in seguito nota come muone segnando la nascita della fisica delle alte energie. A trentasette diventò professore di fisica all'università di Genova, per poi passare a quella di Napoli; morì a Venezia nel 1981. Dal 2008, grazie all'impegno di Roberto Mazzola che fu allievo di Pancini, è stata istituito il premio in memoria del professore. Possono tentare questa chance i laureati under 35: l'anno scorso a candidarsi sono stati in 26. Il premio Giulotto, con cadenza triennale, offre a un neolaureato in Fisica un assegno di mille euro netti: si può candidare chi si sia laureato dopo il 1° gennaio 2007 con una tesi in Struttura della materia. Attraverso questo premio la Sif ricorda Luigi Giulotto, classe 1911, mancato nel 1986, che per oltre trent'anni - e fino al 1980 - insegnò all'università di Pavia.Il premio Panizza, voluto e finanziato dalla Laser Optronic di Milano, attribuisce ogni due anni un premio di 2mila euro a un giovane ricercatore che si sia distinto nel campo della optoelettronica o della fotonica. Dall'anno scorso per candidarsi bisogna avere meno di 35 anni: nel 2009 è stato Marco Anni dell'università del Salento ad avere la meglio su altri 16 candidati [leggi la sua testimonianza]. Il riconoscimento porta il nome di Sergio Panizza [nell'immagine a sinistra], che lo ideò: inizialmente si chiamava infatti «premio Laser Optronic». Mancato improvvisamente Panizza a soli 46 anni, nel 1992 l'azienda decise di intitolare da quel momento a lui il premio.Il premio per la didattica o la storia della Fisica destina invece tremila euro a un cultore (o gruppo di cultori) di questa materia per realizzazioni didattiche (libri, articoli, esperimenti, apparati sperimentali, ecc.) o contributi in storia della Fisica. Nel 2009 il bando ha richiamato venti candidature [leggi la testimonianza di Eugenio Bertozzi, vincitore nel 2007]. Il premio Preparata attribuisce da quest'anno, decimo anniversario della morte del professor Giuliano Preparata, un premio annuale del valore di mille euro. Nato a Padova nel 1942, tra il 1967 e il 1972 Preparata aveva fatto ricerca sulla fisica teorica a Princeton, Harvard, alla Rockefeller University e alla New York University. Tornato in Italia, aveva insegnato a Bari e poi alla Statale di Milano. Nel 1994 aveva fatto scalpore un suo articolo pubblicato sul Nuovo Saggiatore: «Se Simplicio avesse avuto un Cray». Il bando del premio a lui intitolato è aperto a tutti coloro che abbiano conseguito una laurea quadriennale o specialistica/magistrale dopo il 1° gennaio 2007, discutendo una tesi su un argomento di Fisica teorica.Tra i nuovi premi, i meno orientati ai giovani sono quello per le applicazioni industriali e per l'outreach: qui gli assegni, entrambi di duemila euro, potranno essere assegnati a laureati di qualsiasi età che negli ultimi cinque anni si siano distinti nel loro campo (applicazione industriale nel primo caso, diffusione della cultura scientifica nel secondo).In più ci sono i premi «Pietro Blaserna», «Antonio Roiti», «Augusto Righi», «Angelo Battelli», «Vito Volterra», «Michele Cantone», «Antonio Garbasso», «Orso Mario Corbino», «Quirino Majorana», «Giovanni Polvani», «Gilberto Bernardini», «Carlo Castagnoli» e «Giuseppe Franco Bassani» (cioè i past-president della Sif) per giovani laureati in Fisica, ciascuno di mille euro. La Sif decide di anno in anno quanti (e quali) di questi assegnare. Tutti i premi verranno consegnati in occasione del prossimo congresso nazionale della Sif che si terrà a Bologna dal 20 al 24 settembre.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento:- Fisica che passione: la testimonianza di Marco Anni, vincitore del premio Sergio Panizza nel 2009- Eugenio Bertozzi: il fisico musicista vincitore del premio per la didattica della fisica nel 2007