Dalla (futura) istituzione del rimborso spese obbligatorio per gli stagisti «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Recita così il comma 36 dell'articolo 1 della riforma del lavoro varata dalla Camera il 27 giugno. Può bastare questo codicillo a fermare la pubblica amministrazione, che secondo una stima della Repubblica degli Stagisti accoglie ogni anno tra i 150 ed i 200mila tirocini, dal riconoscere quella «congrua indennità», preannunciata dalla stessa riforma Fornero, che dovrà essere formalizzata nei prossimi 6 mesi attraverso una serie di linee guida concordate tra ministero del Lavoro e conferenza delle Regioni?
L'Avvocatura dello Stato ha opposto qualche mese fa questo argomento al decreto liberalizzazioni, relativamente all'obbligo di erogare un rimborso spese forfettariamente concordato ai cosiddetti "praticanti", coloro che svolgono il tirocinio professionale per accedere a una professione regolamentata. E ora il ministero degli Esteri, sulla base di ragionamenti analoghi, ha sospeso il bando Mae-Crui, 555 tirocini che avrebbero dovuto prendere il via il 3 settembre. E facendo riferimento a questa apparente contraddizione la Fondazione Crui ha lanciato l'allarme sul proprio sito, quasi che la riforma Fornero rischi di bloccare tutti i tirocini nella pubblica amministrazione.
Lo scorso 6 giugno la deputata del Partito democratico Marianna Madia [nella foto a destra], anche sulla scorta di un articolo della Repubblica degli Stagisti, aveva presentato un'interrogazione in merito alle posizioni assunte dall'Avvocatura. Ma né il ministero del Lavoro, né quello della Giustizia hanno fornito a tutt'oggi una risposta. Ora che la questione si ripropone, con altri protagonisti e sulla base di altri atti normativi, la giovane parlamentare torna alla carica. Letti gli articoli pubblicati, tra gli altri, anche dalla Repubblica degli Stagisti, l'esponente del Pd ha depositato un'interrogazione parlamentare per chiedere «se il governo [...] non ritenga che - fatta salva la disposizione per cui non debbano derivare nuovi e maggiori oneri per lo Stato – debbano essere caldeggiate le appropriate rimodulazioni di bilancio, conseguenti dalla razionalizzazione della spesa pubblica in corso, affinché tutte le pubbliche amministrazioni ottemperino al pagamento del “rimborso spese forfetariamente concordato” a favore dei laureati che svolgono il tirocinio professionale per l’accesso alle professioni regolamentate, così come prescritto dall’art. 9 comma 4 del c.d. “decreto liberalizzazioni”, e che prossimamente - una volta stabilite le linee guida sui tirocini - possano anche ottemperare al pagamento della “congrua indennità” a favore degli stagisti/tirocinanti».
In attesa di conoscere la risposta del ministero all'interrogazione della Madia, che verrà pubblicata martedi, la Repubblica degli Stagisti ha chiesto un parere a Francesco Clementi [nella foto sotto], professore associato di Diritto pubblico comparato alla facoltà di Scienze politiche dell'università di Perugia e di diritto costituzionale italiano e comparato nel master dell'Istituto Alti Studi per la Difesa. Davvero la prescrizione che i rimborsi per i tirocinanti non debbano generare «nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» può fermare il bando Mae-Crui? «Non c'è nessun ostacolo giuridico. O meglio: c'è se si vuol far finta di non vedere quello politico», risponde il docente.
Perché «non derivare maggiori oneri significa non realizzare nuove spese». Però tra quelle già definite nel bilancio del ministero degli Esteri «è possibile riallocare alcune somme». Ovvero tagliare determinate spese e girare i fondi per gli stagisti Mae-Crui. Per questo l'atteggiamento della Farnesina sembra a Clementi «miope e in qualche modo poco attento alle reali intenzioni del governo». Insomma «è una questione di volontà del ministero quella di trovare o meno i soldi: se ritiene che questo bando sia fondamentale, allora deve riallocare i fondi. Se ritiene che i tirocini possano essere realizzati solo con fondi aggiuntivi, però vietati dalla legge, allora li dovrà sospendere».
Rimane il fatto che il rimborso minimo ancora non esiste. Dovrebbe essere introdotto, salvo sorprese, con l'emanazione di una serie di linee guida (ancora non si sa in che forma giuridica) che vedranno la luce in un momento indefinito dei prossimi 180 giorni, una volta che il ministero e le Regioni avranno trovato un accordo soddisfacente. Le nuove disposizioni arriveranno quindi presumibilmente quando i tirocini in questione - quelli del II° bando Mae-Crui 2012, in partenza il 3 settembre - saranno iniziati e forse anche terminati. Perché quindi sospendere già ora? «Quello delle future linee guida è un problema che esiste, ma è subordinato al principale. La Farnesina deve decidere». Secondo Clementi, se il ministero è convinto della bontà dei tirocini Mae-Crui allora deve modificare già adesso il proprio bilancio, tagliando delle spese per reperire i fondi. Sia per quelli del II° bando, in via "cautelativa", qualora le linee guida arrivassero prima della loro conclusione. Ma soprattutto per quelli del III°, che si aprirà il 10 settembre prossimo: in questo caso i tirocini infatti prenderebbero il via il 14 gennaio 2013, ricadendo quindi in pieno nell'obbligo del rimborso spese, sempre se quest'ultimo sarà davvero stato introdotto nei tempi stabiliti dalla riforma Fornero. Ma dovrebbero essere pagati con fondi attinti dal bilancio 2012. Se poi le linee guida arrivassero a gennaio, o addirittura oltre, i fondi stanziati e non spesi potrebbero essere riutilizzati per altri scopi. Ma per il costituzionalista è chiaro che non intervenire sui bilanci ora per recuperare le risorse per i due bandi Mae-Crui - l'attuale e quello prossimo venturo - significherebbe cancellarli. È probabilmente di queste modifiche contabili che si sta ragionando al ministero degli Esteri in questi giorni.
Riccardo Saporiti
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