Biagio Bove: «In piena crisi, uno stage per crescere e ripartire. E oggi alla M&G ho un contratto da 24mila euro all'anno»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 17 Ago 2010 in Storie

In occasione del primo compleanno dell'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Biagio Bove, oggi dipendente di M&G - Chemtex.

Mi chiamo Biagio Bove, sono nato a Napoli nel 1983 e ho  27 anni. Già al liceo le mie materie preferite erano matematica, chimica e fisica; così mi sono iscritto alla facoltà di Ingegneria chimica dell’università “Federico II”, dove mi sono laureato con lode nel giugno del 2007. Ho dedicato la tesi finale alla “Estrazione con solventi di composti clorurati da suolo modello e successiva idrogenazione catalitica della fase estratta”. Magari a qualcuno potrà sembrare un argomento noioso: invece per me la chimica è una vera passione!
Tre mesi dopo la laurea mi sono trasferito a Milano per iniziare una collaborazione con la Snamprogetti
del gruppo Eni come ingegnere di processo nell’ambito di una commessa internazionale per la costruzione di una raffineria in Iran, a Bandar Abbas. Avevo un contratto a progetto con uno stipendio di 24mila euro lordi all’anno. Poi ho deciso di cambiare società: si è presentata l’occasione, unica dal mio punto di vista, di partecipare alla costruzione di un impianto chimico. Il progetto era quello di riconvertire un impianto chimico per la produzione di PET (polietilentereftalato) da DMT (dimetiltereftalato) a PTA (acido tereftalico). Il luogo di lavoro era Acerra, in provincia di Napoli, e il committente la multinazionale spagnola  “La seda de Barcelona”. Il sito industriale di Acerra  (che sarebbe anche quello del famoso termovalorizzatore di Acerra) ha una lunga storia alle spalle: è stato prima dell’Eni con Enichem, poi della Montefibre e in ultimo di “La seda de Barcelona”. Ci tengo a sottolineare questi particolari perchè nell’anno in cui ho lavorato ho percepito l’importanza di quel sito e della sua storia.
L’esperienza fatta a Milano mi è servita molto perchè anche qui ho avuto a che fare con la documentazione tecnica e in più potevo anche assistere alla costruzione progressiva dell’impianto. La mia figura era quella di tecnologo e ingegnere di processo: avevo un contratto di collaborazione continua con uno stipendio di 24mila euro lordi annui più mensa aziendale. É proprio durante questa esperienza che ho conosciuto la Chemtex, che collaborava con La seda de Barcellona nella costruzione dell’impianto PET.
Alla fine del contratto avrei dovuto avere la conferma a tempo indeterminato, ma la crisi ha colpito anche l’azienda dove lavoravo che già veniva da un periodo di cassa integrazione. A questo punto ho iniziato a rinviare in giro il mio curriculum. È stata dura: il mio contratto era scaduto proprio a febbraio 2008, in piena crisi. Basti pensare che quando ero a Milano il prezzo del petrolio era a 150 dollari al barile e a febbraio 2008 era sceso a 40 dollari al barile! Ho avuto delle proposte, ma mi avrebbero allontanato dal mio campo – la chimica – e poi nulla di veramente interessante. Fino a quando, su Internet, non mi sono imbattuto nella Proplast, il centro ricerche della Chemtex. Mi sono presentato e mi hanno prospettato  un ingresso attraverso uno stage. Sinceramente non mi andava tanto l’idea: avevo nel curriculum già due anni di esperienza e uno stipendio adeguato. Ma poi ho riflettuto sul prestigio dell’azienda e ho deciso di accettare: ho vissuto i sei mesi di stage come un investimento, senza pensare allo stipendio ma solo alla formazione. Ero certo che alla M&G - Chemtex sarei cresciuto professionalmente, e infatti così è stato: durante lo stage ho svolto ricerca bibliografica, prove sperimentali, modellazione dei dati sperimentali, progettazione di una colonna di adsorbimento da laboratorio e per impianto pilota… Ricevevo un rimborso spese di 450 euro al mese più i buoni pasto. Ho rischiato, è vero – ma penso che il rischio in alcuni casi sia inevitabile. E la fortuna aiuta gli audaci: alla fine dello stage mi hanno fatto un contratto di un anno, con uno stipendio di 24mila euro lordi l’anno più mensa e premi di produzione. In questo momento sono carico per il contratto e per il nuovo progetto a cui dovrò lavorare: quello dell’etilen glicole (EG). Con la determinazione e la pazienza si può raggiungere qualunque traguardo.
Ho scoperto la Repubblica degli Stagisti quando la M&G ha aderito al Bollino OK Stage, nel marzo di quest’anno. Leggendo la presentazione dell’iniziativa sul sito, mi sono soffermato su queste parole: «Per le aziende che aderiscono c'è la possibilità di pubblicare annunci per la ricerca di stagisti in uno spazio dedicato, che diventa così un luogo “protetto” dove i giovani possono trovare vere occasioni per entrare nel mondo del lavoro, evitando gli annunci poco nitidi ed entrando in contatto con una community di aziende virtuose che offrono ai loro stagisti una serie di garanzie».  Questo è importantissimo. È una vera e propria tutela per i giovani. A volte mi è capitato di fare colloqui a mie spese per poi rendermi conto che non si trattava dell’azienda giusta o sapere dopo un po’ che l’annuncio era stato cancellato per motivi non noti. Poi per un giovane il fatto di poter leggere storie di altre persone già inserite nel mondo del lavoro è davvero importante. Insomma: condivido a pieno i principi della Carta dei diritti dello stagista!

Testo raccolto da Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- Buon compleanno alla Carta dei diritti dello stagista e al Bollino OK Stage, e avanti tutta per il futuro

E le storie degli altri "stagisti col Bollino":
- Francesco Giordano: «Da subito avevo intuito che quello in Everis sarebbe stato uno stage diverso. E così è stato»
- Chiara Chino: «Tre giorni dopo la laurea ho cominciato lo stage in Ferrero. E tre giorni dopo la fine dello stage sono stata assunta»
- Cristina Cervio: «A sei mesi dalla fine dello stage Kellogg mi ha richiamato per assumermi»
- Luca Bonecchi: ieri tirocinante in Giochi Preziosi, oggi assunto a tempo indeterminato
- Mariella Mulè, ingegnere chimico tra Sicilia e Piemonte (passando due volte per M&G)
- Sara Cestrilli: «Al Jobmeeting volevo un campioncino di Nutella, ho trovato uno stage da mille euro al mese e poi un lavoro»
- Alberto Riva: «Laurea, master e sei mesi di stage: ecco il mio percorso per arrivare al contratto in M&G»
- Laura Pagani: «Durante il primo stage lavoravo tantissimo e non prendevo un euro. Ho ritentato e sono stata più fortunata: in Nestlé mi hanno anche assunto!»

 

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