Stagisti col bollino / La testimonianza di Alberto Riva: «Laurea, master e sei mesi di stage: ecco il mio percorso per arrivare al contratto in M&G»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 02 Giu 2010 in Storie

In occasione del primo compleanno dell'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Alberto Riva, oggi dipendente di M&G - Chemtex.

Mi chiamo Alberto Riva, ho 28 anni e sono di Arquata Scrivia in provincia di Alessandria. Ho studiato al liceo scientifico tecnologico di Novi Ligure e poi mi sono iscritto ad Ingegneria biomedica a Genova: praticamente non ho neanche preso in considerazione altri corsi di laurea, perché questo sembrava garantire buone possibilità di trovare lavoro una volta terminati gli studi. Negli anni universitari facevo il pendolare, dedicando il tempo libero agli allenamenti legati all’attività ciclistica agonistica – che pratico tuttora. Il mio corso di laurea non prevedeva periodi di stage, tranne il caso in cui la tesi venisse svolta presso qualche azienda esterna. Io l’ho fatta in laboratori dell’università sia per la triennale (voto finale 109/110), sia per la specialistica (107/110).
Nel dicembre 2007, tre mesi dopo la laurea, venni a conoscenza del master in Scienza e tecnologia dei polimeri organizzato dal consorzio Proplast ad Alessandria. Prevedeva quattro mesi di lezioni in aula condotte sia da professori che da tecnici con una lunga esperienza nel campo delle materie plastiche, seguiti da tre mesi di stage in aziende iscritte allo stesso consorzio. Non avendo ancora trovato lavoro nel campo biomedico, decisi di presentarmi alle selezioni e fui preso.
Il master, che si svolgeva nella sede del politecnico di Alessandria, era finanziato da Proplast e quindi fortunatamente gratuito per i 14 partecipanti. Per quanto riguarda il programma e la didattica penso che fosse organizzato molto bene, meno bene l’organizzazione degli stage in quanto ci ritrovammo con meno aziende ospitanti del previsto – infatti alla fine io venni mandato in stage presso un socio “storico” di Proplast che però attualmente ha come campo principale di ricerca i biocarburanti e non i polimeri: la M&G (azienda leader nella produzione di PET). Mi occupai di ricerca brevettuale sulla produzione di etilen glicole da fonti rinnovabili. Ricevevo un rimborso spese di 450 euro mensili più ticket restaurant. Al termine dei tre mesi di stage legati al master, mi furono proposti altri tre mesi di stage durante i quali iniziai ad occuparmi di argomenti legati al nuovo filone di ricerca intrapreso dall’azienda: la produzione di bioetanolo di seconda generazione come sostituto della benzina. Iniziai così ad occuparmi soprattutto degli aspetti logistico-agronomici e di life-cycle analysis del bioetanolo da biomasse lignocellulosiche.
Terminato il secondo periodo di stage nel dicembre 2008, mi furono offerti quattro contratti ponte (sempre presso M&G) di un mese ciascuno tramite agenzia interinale, in quanto c’era stato il blocco delle assunzioni per la crisi; questi mi traghettarono verso un contratto di tre anni. Da maggio 2009 sono assunto come impiegato a tempo determinato: mi occupo di logistica, life-cycle analysis, studi di fattibilità, ambiti nei quali non è strettamente necessario essere chimici o ingegneri chimici. Ci sono aspetti del mio lavoro sicuramente interessanti, essendo legati alla ricerca anche se in un ambito diverso da quello dei miei studi universitari. Non nascondo che a volte questa distanza fra esperienza di studio e lavorativa mi pesa e mi rende difficile il coinvolgimento nelle questioni più tecniche (che rappresentano quelle di maggior interesse per me). Cerco comunque di vedere il lato positivo, la possibilità di allargare le mie conoscenze e lavorare nel campo della ricerca.  Penso che i prossimi due anni saranno importanti a livello di esperienza e nel definire la mia figura all’interno dell’azienda.
Uno dei problemi maggiori dell’utilizzo dello strumento dello stage in Italia è legato al fatto che spesso lo stagista viene sfruttato dalle aziende per procurarsi dipendenti temporanei a costi irrisori, senza garantire agli stessi alcuna garanzia per il futuro. Ovvio che in questi casi anche il percorso di crescita che lo stage dovrebbe offrire passa in ultimo piano. Secondo me agli stagisti, perlomeno a quelli che già hanno terminato gli studi, dovrebbero essere riconosciuti sia un rimborso spese sia i contributi come agli altri dipendenti… Ma questo richiederebbe una grande riforma!

testo raccolto da Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento:
- Buon compleanno alla Carta dei diritti dello stagista e al Bollino OK Stage, e avanti tutta per il futuro
- Prima assunzione attraverso il sistema degli annunci "protetti" della Repubblica degli Stagisti


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