In occasione del primo compleanno dell'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Giordano, oggi dipendente di Everis.
Mi chiamo Francesco Giordano, ho appena compiuto 25 anni e sono un calabrese trapiantato a Roma. Dopo la maturità, nel 2003 mi sono iscritto a Ingegneria delle telecomunicazioni all’università della mia città, Reggio Calabria: ho concluso la triennale nel novembre 2006 e la specialistica nel luglio dell’anno scorso, con 110 e lode.
Nel settembre del 2008 mi sono trasferito a Roma per scrivere la tesi all’interno di un’azienda e cominciare così a vivere il mondo del lavoro da vicino. Era una situazione di "emergenza": il progetto per cui ero stato inizialmente destinato era stato rimandato per mancanza di fondi e a me serviva cominciare il prima possibile per non perdere tempo, visto che avevo praticamente finito le materie. Così il mio professore mi aveva indirizzato verso una piccola società di consulenza a Roma, dove però ho fatto un’esperienza nel complesso abbastanza deludente. Non solo non era previsto rimborso spese, ma il rapporto con il tutor diciamo che non è mai "esploso". Lo stage era strutturato come un mese e mezzo di corso per imparare il sistema Java, più il normale stage di sei mesi, quindi sarebbe dovuto terminare a maggio; invece poi tra una cosa e l’altra si trascinò fino a luglio, quando finalmente riuscii a laurearmi. Dopo la pausa estiva incontrai di nuovo il mio ex capo, ma ero già orientato a cambiare aria e glielo feci capire – anche perché conoscevo le offerte fatte ai miei ex colleghi, quasi tutte consistevano in contratti a progetto e non era quello che cercavo. Ma un lavoro lo dovevo trovare: a Roma condividevo l’appartamento con un amico salito con me dalla Calabria e la vita tra affitto, viaggi per vedere la mia famiglia, qualche uscita era stata abbastanza cara – spendevo più o meno 900 euro al mese, di cui oltre 400 solo per la casa.
Appena dopo la laurea, ho cominciato quindi a mandare molti cv in giro per aziende e ho fatto diversi colloqui – ma non trovavo mai quello che cercavo. L’Everis è arrivata quasi per caso, l’ho conosciuta perché ci lavorava un amico del mio ex coinquilino ed ho inviato il cv tramite lui. Mi hanno proposto uno stage sei mesi con un rimborso spese di 750 euro più un buono pasto per ogni giorno lavorativo. Ho accettato e il 15 settembre del 2009 sono entrato nel settore Utilities: in quel periodo ho potuto lavorare su diversi sistemi, e più andavo avanti più sentivo crescere intorno a me la fiducia degli altri membri del team.
All’inizio di marzo di quest’anno, più o meno due settimane prima della fine dello stage, mi hanno convocato per dirmi che erano soddisfatti del mio rendimento e che sarei stato assunto. Purtroppo qualche giorno dopo sono stato richiamato e mi è stato comunicato che a causa di problemi burocratici non sarebbero riusciti a farmi subito il contratto: la nuova proposta era un rinnovo dello stage per altri tre mesi, con rimborso spese aumentato di 300 euro lordi mensili. Mi sono fidato e ho accettato. A luglio Everis ha mantenuto la promessa: ho appena firmato un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio di 21mila euro lordi l’anno, circa 1200 netti al mese, più buoni pasto da 8 euro e mezzo e un contributo di 300 euro netti mensili per un anno - che percepiscono tutti quelli che sono alla prima esperienza lavorativa e abitano a più di 150 km dalla sede. Mentre durante lo stage ho dovuto tirare la cinghia e ho avuto bisogno dell’aiuto dei genitori, ora riesco a mantenermi completamente da solo: vivo in affitto con tre amici e sono decisamente soddisfatto del mio tenore di vita.
Ho scelto Everis perché può consentirmi di crescere come poche nel campo informatico e perché mi ha offerto un contratto a tempo indeterminato, che per molti neolaureati è un miraggio in questo periodo. Credo che questa sia un’ottima base di partenza che mi potrebbe permettere di raggiungere ruoli importanti. In generale lo stage ha pro e contro, dipende da come viene vissuto sia dall’azienda che dallo stagista. Sicuramente il problema maggiore è che vi sono aziende che sfruttano i ragazzi. Io ho avuto fortuna: fin da subito avevo intuito che quello in Everis sarebbe stato uno stage diverso. Come avevo fatto a capirlo? Sulla base delle esperienze di altri stagisti passati qui e di ragazzi che erano stati assunti proprio passando dallo stage. E poi dal modo di porsi dei miei superiori, molto attenti al miglioramento della metodologia e dell’approccio ai problemi più che alla consegna rapida del prodotto finito. Insomma, ho visto una progettazione fatta su di me a lungo termine: e ho visto bene.
Della mia Calabria mi manca qualche amico, la famiglia. Ma la vita romana mi piace, ho ricominciato praticamente da zero qui e sono soddisfatto di come vanno le cose. Quasi tutti quelli del mio corso se ne sono andati da Reggio, ed è facile capire perchè: di aziende importanti per il mio settore, di quelle che possono offrire opportunità ai giovani, lì purtroppo ce ne sono pochissime.
Testo raccolto da Eleonora Voltolina
Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- Buon compleanno alla Carta dei diritti dello stagista e al Bollino OK Stage, e avanti tutta per il futuro
E le storie degli altri "stagisti col Bollino":
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