Una «dote» per trovare lavoro e 400 euro al mese di reddito di inserimento: la proposta di Youth Guarantee

redazione

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Scritto il 31 Ott 2013 in Notizie

Un miliardo e duecento milioni di euro. Fondi europei che dovrebbero arrivare all'Italia nel corso dei prossimi due anni, cioè nel biennio 2014-2015, per l'attuazione del progetto di Youth Guarantee. Si tratta di una iniziativa che, nella sua accezione europea, impegna un Paese a garantire ai suoi giovani - entro quattro mesi dal termine degli studi o dalla perdita di un impiego - una buona offerta di lavoro, oppure un contratto di apprendistato, o un tirocinio di qualità, o almeno un corso di formazione professionale. In Italia è stata ribattezzata "Garanzia giovani" e la platea, a livello europeo limitata ai giovani under 25, è stata allargata -  per la peculiarità del sistema scolastico e della fase di ingresso nel mercato italiano, che porta i nostri giovani ad affacciarsi al mondo del lavoro mediamente con un paio d'anni di ritardo rispetto ai coetanei europei - agli under 30.
stage lavoroOra il grande dibattito è: come spendere questo miliardo e 200 milioni? È chiaro che bisogna fare di tutto perché questi soldi vengano messi a frutto e non sprecati: cioè che vadano a finanziare progetti efficaci. E l'efficacia qui è calcolabile in un solo modo: contando quanti giovani in più rispetto al normale riusciranno a trovare lavoro attraverso i canali speciali messi a punto, appunto, nell'ambito della "Garanzia giovani". Bisogna però sgomberare il campo da voli pindarici: questi soldi non possono essere usati a piacimento. L'Europa ce li dà solo a patto che li usiamo per i giovani beneficiari dell'intervento. Dunque i fondi non potranno andare a finanziare qualsiasi cosa: dovranno essere destinati strettamente alla fascia di età che la Youth Guarantee intende garantire.
La Repubblica degli Stagisti ha studiato a fondo la questione, e ha formulato una proposta articolata, già presentata nelle scorse settimane al ministro del Lavoro, che mira a utilizzare più o meno la metà dei soldi in iniziative ad hoc, e l'altra metà per realizzare misure a favore delle imprese con una defiscalizzazione delle assunzioni effettuate nell'ambito del programma Youth Guarantee, e a favore dei servizi pubblici all'impiego con corsi intensivi di formazione per il personale e miglioramento dei sistemi informatici in dotazione, e la creazione all'interno di ciascun cpi di una sezione dedicata specificamente ai giovani, con personale specializzato nel tema della ricerca di stage e primo impiego.
Ecco dunque la proposta sulle iniziative ad hoc: realizzare una “dote Youth Guarantee di inserimento / ricollocazione”. Questa dote sarà distribuita in tre direzioni: una parte di soldi direttamente al giovane in cerca di lavoro, un'altra parte a chi lo aiuterà a trovarlo, una terza parte all'azienda che lo assumerà.
Nello specifico cioè la Repubblica degli Stagisti suggerisce che sia istituito un "reddito di inserimento", dell'importo di 400 euro al mese (per un massimo di 4 mesi), condizionato a che il beneficiario compia correttamente il percorso di inserimento / ricollocazione. Questo anche in considerazione del fatto che l'Italia è uno dei pochi Paesi che ancora non prevede un capillare e universalistico sostegno al reddito, specialmente per le fasce più giovani. Questi 400 euro aiuteranno gli under trenta che entreranno nel circuito Youth Guarantee a sostenersi economicamente durante i mesi della ricerca intensiva di impiego. Le caratteristiche immaginate - durata del periodo di sussidio molto limitata e vincolata a un'azione in prima persona da parte del percettore - riducono al minimo il rischio che il fatto di ricevere questo sussidio dissuada i beneficiari dal cercare attivamente una occupazione.
Ma questo è solo uno degli aspetti della proposta, che nel concreto si sviluppa attraverso una presa in carico dell'aspirante lavoratore da parte di una "cellula" che lo aiuterà nella ricerca. Questa "cellula" sarà costituita da un centro per l'impiego (o, per chi si sia laureato da meno di 12 mesi, eventualmente anche dall'ufficio stage-placement della propria università) e da una agenzia per il lavoro privata che collaboreranno per offrire al giovane il miglior servizio possibile. La cellula riceverà una una tantum molto ridotta (la proposta indica 100 euro a ciascuna delle due parti) per "istruire la pratica", cioè per prendere in carico il ragazzo. Tutto il resto del beneficio economico arriverà solo a condizione di aver raggiunto l'obiettivo: cioè una assunzione con un contratto di tipologia subordinata (tempo indeterminato, tempo determinato, apprendistato) oppure con un contratto a progetto o di lavoro in somministrazione della durata di almeno 12 mesi.
L’entità del premio dovrà variare (nella proposta è indicata una forbice da 2mila a 5mila euro) in relazione al grado di “collocabilità” di ciascuna persona, secondo un criterio basato sopratutto sull'età (dove i più vicini ai 29 anni sono i più difficilmente collocabili), alla spendibilità del titolo di studio sul mercato del lavoro (basandosi sui più recenti dati Istat, Almalaurea, etc) e al tasso di disoccupazione giovanile della provincia. Al cpi (o ufficio placement universitario) e agenzia spetterebbe una percentuale del 25% ciascuna, e l'azienda che assume verrebbe premiata con il restante 50% della somma del voucher, ovviamente con la penalizzazione di dover restituire l'intera somma se interrompesse il rapporto di lavoro prima dei 12 mesi.
La Repubblica degli Stagisti nella sua proposta ha vivamente sconsigliato il ministero del Lavoro dall'utilizzare i fondi europei della Youth Guarantee per l'attivazione di stage, spiegando che essi sono già numerosissimi in Italia e non particolarmente efficaci al fine dell'effettivo successivo inserimento nel mercato. In caso però il ministero del Lavoro voglia comunque prevedere di destinare una parte dei fondi per l'attivazione di stage, ha proposto alcuni vincoli e correttivi. Tra i più importanti, per esempio, che l'eventuale programma "Stage Youth Guarantee" preveda l'attivazione esclusivamente di quei tirocini di inserimento / reinserimento lavorativo destinati a persone che hanno concluso gli studi da almeno 12 mesi; che vi sia un ferreo controllo a monte della qualità formativa degli stage proposti con esclusione categorica di stage per mansioni di basso profilo; che gli stage non possano durare più di 4 mesi e che il programma imponga la modalità del co-finanziamento dell'indennità da parte delle imprese secondo la proporzione del 50% - 50%, in modo da evitare la trappola degli "stagisti pagati dallo Stato" che deresponsabilizzano le aziende. Inoltre, la Repubblica degli Stagisti suggerisce che non vengano ammesse come soggetti ospitanti amministrazioni pubbliche (che poi non sarebbero in grado di assumere), bensì solo aziende che dichiarino esplicitamente e pubblicamente, all'atto di richiesta di partecipazione al programma, di avere intenzione di allargare l'organico effettuando assunzioni nel breve-medio periodo.
La proposta prende spunto da alcuni documenti: per esempio la mozione bipartisan presentata da numerosi giovani deputati in cui si legge l'impegno di utilizzare i fondi per «potenziare ed armonizzare il ruolo dei centri per l'impiego, e di tutti gli strumenti per le politiche attive sul lavoro, su tutto il territorio nazionale» (Atto Camera Mozione 1-00034, presentato da Monica Gregori), nonché «a promuovere con urgenza le misure necessarie in materia di adattamento dei centri per l'impiego (attraverso cui, secondo alcune stime, attualmente trovano lavoro solo il 2,7% dei giovani) per supportare al meglio le iniziative a favore dell'occupazione giovanile» (Atto Camera Mozione 1-00070, presentato da Anna Ascani). E dall'ordine del giorno presentato a metà ottobre da senatori di SC e PD riguardante il progetto del “contratto di ricollocazione”.
Il costo delle misure proposta dalla Repubblica degli Stagisti non sarebbe esorbitante. Ciascun “reddito di inserimento” costerebbe 1.600 euro: se fosse attivato a favore di 100mila giovani costerebbe 160 milioni di euro. Ciascun avvio di servizio “dote Youth Guarantee” costerebbe 200 euro, dunque se fosse attivato a favore di 100mila giovani costerebbe 20 milioni di euro, di cui 10 andrebbero direttamente ai centri per l'impiego, da condividere in piccola parte con gli uffici placement universitari. Allo stesso modo ciascun voucher “dote Youth Guarantee” costerebbe mediamente 3.500 euro: calcolando ottimisticamente una percentuale di riuscita del 50%, se la dote fosse attivata a favore di 100mila giovani e andasse a buon fine in 50mila casi, costerebbe 175 milioni di euro - di cui quasi 44 milioni andrebbero direttamente ai centri per l'impiego, da condividere in parte con gli uffici placement universitari.
Per quanto riguarda invece gli eventuali "Stage Youth Guarantee", se ne fossero attivati 100mila il contributo statale, secondo le modalità virtuose immaginate dalla Repubblica degli Stagisti, ammonterebbe a 100 milioni di euro, più altri 50 come "premio" per quelli andati a buon fine (con esito assunzione con contratto di tipologia subordinata o cocopro della durata di almeno 12 mesi), calcolando in maniera estremamente ottimistica una percentuale di riuscita del 50%. A queste cifre andrebbero aggiunti qualche centinaio di migliaia di euro per finanziare ricerche mirate sugli skill shortages sui territori e per l'ottimizzazione informatica della piattaforma e per la comunicazione dell'iniziativa.
Oggi il ministro Giovannini incontrerà le associazioni e i movimenti giovanili - dalle rappresentanze "junior" di Confagricoltura, Confcommercio e Confartigianato alle reti e ai coordinamenti universitari, dalle rappresentanze di Confcooperative e Legacoop ai giovani dell'azione cattolica al Forum nazionale dei giovani - e all'incontro sarà presente anche la Repubblica degli Stagisti: pronta a portare avanti le sue proposte, discuterle ed elaborare una strategia vincente per far fruttare al meglio questo miliardo e 200mila euro a favore dei giovani italiani in cerca di impiego.

Per saperne di più:
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