Da Torino al Ruanda: un "mal d'Africa" cominciato col Master dei Talenti

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 12 Feb 2012 in Storie

La Fondazione Cassa di risparmio di Torino, da quest'anno in collaborazione con la Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, ha appena aperto le selezioni per il bando Master dei Talenti neolaureati 2012. Si tratta di 79 tirocini all'estero, in diversi settori, con rimborsi spese dai 1.400 ai 3mila euro al mese. L'iniziativa è rivolta ai laureati delle università del Piemonte, della Valle d'Aosta e della sede di Forlì dell'Alma mater studiorum di Bologna. Ecco la testimonianza di una giovane donna che ha partecipato all'edizione 2007.

«Mi chiamo Daniela Rana, ho 30 anni e ho sempre vissuto nel Monferrato - nella provincia astigiana - in una famiglia di “terroni” emigrata Puglia in cerca di lavoro.Stagisti
Mio padre ha fatto l’operaio per 40 anni e mia madre è sempre stata casalinga, seppure spesso svolgendo lavoretti in nero per far quadrare il bilancio familiare. Ho frequentato il liceo scientifico e poi ho scelto Scienze politiche, ad Alessandria. Ad un certo punto ho iniziato a sentire il richiamo del mondo e ho fatto domanda per l’Erasmus: ho trascorso quasi tutto il 2005 in Olanda, a Rotterdam, lavorando e studiando. Con un contributo di 275 euro al mese l’università non riusciva a coprirmi nemmeno i costi dell'affitto - 320 euro per un appartamentino di trenta metri quadri. Perciò lavoravo in un call center, quattro ore al giorno ad orari flessibili, in regola e con una paga dignitosa. Nel frattempo studiavo, e alla fine sono tornata con tre esami e parte della tesi all'attivo: l’anno seguente infatti mi sono laureata.
Prima di partecipare al Master dei Talenti, ho svolto uno stage obbligatorio all’Istituto per la Storia della Resistenza di Alessandria: tre mesi, senza rimborso spese, ma almeno è stato interessante ed istruttivo. Abbiamo catalogato centinaia di libri - un'esperienza che ora, nell’ambito del mio attuale lavoro di dottoranda, mi è tornata davvero utile.
Ho conosciuto il bando Mdt dal job placement della mia università.
Sono andata ad uno degli incontri informativi della Fondazione Crt, per provare a capire se fosse già tutto preparato e tagliato su misura per alcuni candidati, come spesso succede. Invece, con sorpresa, l’impressione è stata molto positiva: il coordinatore del progetto ci ha parlato in termini molto chiari e schietti e ci ha fornito alcuni consigli fondamentali.Mi sono candidata per diverse posizioni e ho vinto quella di Unssc - United Nations System Staff College. Sono rimasta circa dieci mesi a Torino, quindi ne ho trascorsi un paio a Kigali, in Ruanda. Essendo rimasta perlopiù in Italia, la mia borsa era la più bassa: "solo" 1400 euro lordi al mese; ma per il periodo trascorso in Ruanda ho avuto la copertura totale di tutte le spese - solo il viaggio aereo ammontava a 2mila euro! Per quanto riguarda il lavoro, credo che l’Unssc non avesse capito effettivamente cosa s’intendesse per “stagista del MdT”, perciò mi sono ritrovata a fare un po’ il factotum. Questo, se da un lato mi ha permesso di esplorare diversi campi e di inserire una nota di prestigio nel curriculum, dall’altro non aderiva all’idea iniziale della Fondazione. Ho comunque avuto la possibilità di vivere per un pochino in Ruanda, per preparare un corso nell’ambito della riforma delle Nazioni unite.
Rispetto alla logica del MdT, vorrei sottolineare che si tratta di uno dei rarissimi casi italiani in cui si cerca davvero di realizzare un accesso meritocratico e completamente sganciato dalla situazione economica di partenza. Il che non mi pare davvero poco. In secondo luogo, avendo partecipato l’anno scorso al processo di selezione per i nuovi "masteristi dei talenti", mi sono resa conto di quanto fossero trasparenti e slegate da logiche di potere. E questo, in Italia, rappresenta una meritevole eccezione che, spero, faccia scuola. Infine, una prima esperienza di tale prestigio, pagata anche molto, permette di rendersi conto del proprio valore e di vedere lo stage anche come uno strumento formativo ma, non per questo, umiliante e discriminatorio. Inoltre, questo tirocinio da la possibilità di lavorare in campi di cui siamo appassionati senza dover svendere il nostro lavoro, compromettendo il mercato in quel settore e la nostra dignità di lavoratori.
Dopo MdT ho iniziato un dottorato e poi sono tornata in Africa con il servizio civile. Sono partita per Nairobi con l’ong Ipsia - Acli di Milano e ci sono rimasta per un anno, vivendo un’esperienza incredibile, meravigliosa e durissima. Una volta tornata ho ripreso il terzo anno di dottorato, finito a dicembre 2011: ora sono nei miei sei mesi di proroga, con scadenza a giugno. Vivo a Torino col mio compagno; per fortuna ho messo da parte qualche soldino e cercherò di arrivare a giugno, poi si vedrà. Non conto sull’aiuto dei miei perché ritengo che a 30 anni si debba fare tutto il possibile per conservare un’autonomia, anche economica. Ad oggi non so cosa farò da giugno in avanti: con ogni probabilità non resterò in Italia, sia che vinca un post-doc sia che lavori in cooperazione, gli unici due campi in cui ho un minimo d’esperienza. In ogni caso, spero di tornare in Africa presto!»

Testo raccolto da Riccardo Saporiti

Ecco l'articolo dedicato all'edizione 2012 del bando:

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Stage all'estero con rimborsi fino a 3mila euro: torna il Master dei Talenti

Qui, invece, le storie di altri ex borsisti:

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