Master dei Talenti, le voci degli «ex»: Nicola Rivella, un anno alla World Bank di Washington per studiare i paesi in via di sviluppo

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 27 Feb 2010 in Storie

In occasione della pubblicazione del nuovo bando del progetto Master dei Talenti della Fondazione CRT, che quest'anno mette in palio 75 stage in giro per il mondo lautamente rimborsati dalla Fondazione e destinati ai migliori neolaureati degli atenei del Piemonte e della Valle d'Aosta, la Repubblica degli Stagisti ha raccolto le storie di alcuni ex. Ecco quella di Nicola Rivella.

Ho 27 anni e sono originario di Alba, in provincia di Cuneo, anche se ho vissuto la maggior parte della mia vita a Genova. Ho iniziato a studiare le lingue straniere e a viaggiare molto presto: da quando avevo dieci anni ho passato ogni estate qualche settimana all’estero – Marburg in Germania,
Malahide in Irlanda, Hastings, Salsbury, Londra e Oxford in Inghilterra. A quel punto sapevo abbastanza bene l’inglese e quindi gli anni seguenti sono stato in Inghilterra a fare un po’ di lavoretti estivi per mettere due soldi da parte – ai tempi la sterlina aveva un cambio molto vantaggioso nei confronti della lira…
Al momento di scegliere l’università ho deciso di puntare su economia perché mi interessava capire e studiare la globalizzazione. I primi tre anni li ho fatti presso la facoltà di Genova, partecipando anche al programma Erasmus: sei mesi in Svezia presso la Umea Business School of Economics. Sebbene il posto fosse piuttosto freddo e parecchio a nord (un’ora di volo da Stoccolma!) è stata un’esperienza fantastica che mi ha consentito di entrare in contatto con culture molto diverse dalla nostra: brasiliani, australiani, americani, spagnoli, svedesi, francesi, tedeschi…
Dopo la laurea breve ho deciso di seguire i due anni di specialistica alla facoltà di economia di Torino perché mio zio, che è commercialista lì, mi aveva proposto di provare a fare praticantato presso di lui. Sapevo già che quella del commercialista non era la mia strada, anche perché avrei dovuto rinunciare al “respiro internazionale” che mi piace tanto, però ho colto l’opportunità con entusiasmo: era un’ottima occasione per entrare in contatto con il mondo del lavoro.  Dopo i tre anni di praticantato – ora mi manca solo l’esame di stato, conto di farlo il prima possibile! – e la laurea specialistica, nel gennaio 2007 ho trovato un contratto da cocopro biennale negli uffici amministrativi della Coop. Nel mentre, però, avevo notato la pubblicità del Master dei Talenti sui tram di Torino: incuriosito, sono andato sul sito per avere più informazioni ed ho subito deciso di candidarmi. Per la verità inizialmente ero piuttosto scettico: credevo che sarebbe stata la solita cosa all’italiana, cioè che il processo di selezione non sarebbe stato meritocratico e che avrebbe favorito persone raccomandate: invece per fortuna ho dovuto ricredermi.
Avevo messo in cima alla lista delle candidature la World Bank [nell'immagine qui a fianco, l'homepage del sito], ma mi ero candidato a diverse posizioni, visto che per i laureati in economia c’erano varie opportunità. Oltre al colloquio con la World Bank ne ho fatto uno anche con ABN Ambro (ora Royal Bank of Scotland), e ne ho addirittura rifiutati due – con Novamont e SKF – perché in quel momento stavo lavorando diviso tra Lombardia e Liguria e non mi era facile chiedere del tempo per andare a Torino! Il colloquio con la World Bank, per esempio, l’ho fatto una sera di fine aprile alle 19, al telefono, dopo una giornata di lavoro. Due settimane dopo mi hanno fatto sapere via e-mail che mi avevano preso. Ci ho messo un po’ a partire per Washington perché la World Bank è parecchio burocratica, e poi c’erano le procedure per il visto...
L’impatto con gli States, nell'autunno del 2007, è stato piuttosto arduo, anche perchè gli americani – apparentemente così cordiali e gentili – sono in realtà piuttosto superficiali nelle relazioni umane. Alla World Bank comunque sono stati molto collaborativi, mi hanno anche aiutato a trovare un alloggio attraverso un italiano che lavora lì e che ha una casa che affitta. Con il passare del tempo mi sono inserito benissimo sia dal punto di vista professionale che da quello personale, anche se le persone che frequentavo fuori dal lavoro erano quasi tutte non americane.
Alla banca sono stato inserito nella divisione Sviluppo umano e protezione sociale; la mia mansione era di eseguire analisi statistico quantitative su paesi in via di sviluppo. Per la maggior parte del tempo ho analizzato la relazione statistica tra disabilità e povertà in Yemen, Bosnia-Herzegovina, Vietnam, Guatemala e Nicaragua, collaborando anche alla scrittura di un paper sui risultati della ricerca.
Lo stage è durato un anno: la borsa della Fondazione CRT, 3mila euro al mese, è stata più che sufficiente per mantenermi a Washington e anche per mettere qualcosa da parte. Condividevo la casa con un ragazzo americano e pagavo sui 700 dollari al mese. Sono tornato in Italia due volte, due settimane a fine febbraio ed una settimana verso fine aprile. Al termine dello stage la World Bank mi aveva proposto una collaborazione a progetto di un altro anno con un ottimo compenso – 40mila dollari netti all'anno [equivalenti più o meno a 2500 euro al mese, ndr], certamente superiore a qualsiasi compenso che è possibile trovare in Italia per una persona della mia età – ma per ragioni personali ho deciso di rifiutare e di rientrare in Italia. A quel punto ho avuto un periodo di transizione, perchè mentre cercavo un nuovo lavoro sono dovuto tornare a vivere a casa con i miei. Dopo quattro mesi di ricerca – un tempo molto breve, considerata la crisi – a febbraio 2009 ho trovato un impiego a Genova, nel controllo di gestione della ABB, multinazionale nel campo dell’ingegneria. I miei compiti principali sono aiutare la preparazione del budget della divisione e occuparmi del reporting relativamente ai costi sostenuti, di modo da tenere sotto controllo il consuntivo rispetto al budget. Ho un contratto di lavoro interinale e guadagno 25mila euro lordi all'anno: uno stipendio che mi permette di vivere per conto mio, in un mini appartamento in affitto, e di non dover chiedere più nulla ai miei.

Testimonianza raccolta da Eleonora Voltolina


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