Poche righe, ed è subito caos. L'articolo 11 della manovra di Ferragosto (il decreto legge 138/2011) ha creato uno stato di simil-anarchia tra gli enti promotori di stage. Il problema non sta tanto in quelle 138 parole sui "livelli di tutela essenziali per i tirocini", ma in ciò che resta inespresso. Come si definiscono, esattamente, i tirocini curriculari? Rientrano nella categoria anche gli stage organizzati da master o da percorsi formativi extrauniversitari? Cosa succede a chi aveva già in corso uno stage al momento dell'emanazione del decreto? E agli inoccupati e disoccupati? Tutte domande evidenziate dalla Repubblica degli Stagisti e a cui, per ora, non esiste risposta ufficiale. E così ogni ente promotore - università, agenzie per il lavoro, centri per l'impiego - si regola a modo proprio, restando nel frattempo affacciato alla finestra in attesa che arrivi qualche chiarimento dal Ministero, dalle Regioni o con la conversione in legge del decreto.
Così, ad esempio, l'ufficio placement dell'università Luiss di Roma (contattato ogni anno da oltre 200 aziende in cerca di giovani tirocinanti) considera come stage curriculari «solo quelli che danno diritto a crediti formativi; tutti gli altri sono considerati di inserimento al lavoro. Non è chiaro se si possano includere anche i tirocini dei master, almeno quelli che fanno parte integrante del percorso formativo: serve una risposta del ministero», dice alla Repubblica degli Stagisti la responsabile Lia Di Giovanni [in alto a sinistra]. L'ufficio omologo della Liuc di Castellanza, che offre stage a ciascuno dei propri 2mila studenti, invece considera «curriculari tutti gli stage organizzati dall'ateneo, anche quelli che non concedono cfu e che rientrano nei master e nei corsi post-laurea». Non solo: secondo il responsabile dell'ufficio Luigi Rondanini [foto sotto a destra] «la finestra dei 12 mesi entro la quale si possono attivare stage non curriculari riparte anche quando si consegue un diploma di master, non solo di laurea. Un'interpretazione diversa sarebbe troppo restrittiva e lesiva degli interessi dei ragazzi; non crediamo rispetterebbe la ratio della legge».
E ancora: Maria Minervini, responsabile area lavoro dell'Afol Milano Sud, ritiene curriculari «tutti gli stage inseriti in un percorso di formazione regolamentato», inclusi, quindi, master e scuole professionalizzanti.
E per i ragazzi che avevano già attivato gli stage prima dell'entrata in vigore del decreto, o che si laureano proprio durante il percorso di tirocinio? L'interpretazione più comune è che la norma non sia retroattiva, ma entrambe le università preferiscono comunque limitare gli stage a 6 mesi senza prolungarli ulteriormente, anche se iniziati prima di agosto o prima del conseguimento della laurea; per la Luiss, la proroga è ammissibile solo se già concordata prima del decreto.
Unanimità interpretativa, invece, sulla questione inoccupati e disoccupati, grandi esclusi dal mondo degli stage. Secondo il centro per l'impiego di Mestre chi rientra in questa categoria e ha conseguito il diploma o la laurea da più di 12 mesi (e non è disabile o altro soggetto svantaggiato) non può più partecipare a tirocini. «Questo comporta una riduzione drastica della nostra attività di attivazione stage», commentano dal Centro. Parere analogo da parte degli altri enti intervistati dalla Repubblica degli Stagisti, che concordano anche su un altro punto: le Regioni conservano la loro competenza a legiferare in maniera di tirocini, anche introducendo eccezioni alla legge nazionale. Anzi, la speranza degli interessati è che contribuiscano a chiarire i punti ancora oscuri nel decreto.
C'è poi chi è ancora impegnato ad interpretare gli effetti della manovra con l'ausilio di legali e di esperti universitari: è il caso della Fondazione Istud - business school, i cui programmi di master dovrebbero ripartire tra fine settembre e metà novembre, con tirocini (circa 100 l'anno presso grandi aziende e multinazionali) attivati tra dicembre e gennaio. «In questo arco di tempo contiamo di interpretare meglio il decreto e capire come muoverci», afferma il responsabile comunicazione e marketing Andrea Guarini.
Nel frattempo, l'articolo 11 della manovra ha anche una ricaduta concreta sui programmi ministeriali di tirocinio attivati attraverso le agenzie Italia Lavoro e Promuovi Italia e promossi con fondi europei, incluso il Lavoro e Sviluppo 4. «Abbiamo messo in standby il progetto già ad agosto; non abbiamo attivato tirocini dopo l'emanazione del decreto. Il riavvio era previsto a settembre, alla luce della riforma procederemo ad attivare tirocini solo per persone neolaureate e neodiplomate rispettando i limiti e i requisiti fissati dalla manovra», commentano da Italia Lavoro.
E Antonino Bussandri [foto qui a fianco], direttore operativo per l'assistenza agli interventi di politica del lavoro e per l'occupazione di Promuovi Italia, afferma: «Il decreto dispone tassativamente i requisiti per l'attivazione dei tirocini. In questi giorni stiamo dando indicazioni ai nostri collaboratori per rispettare rigorosamente queste caratteristiche nella selezione dei nuovi tirocinanti dalle nostre banche dati. Questo però ridurrà al 20% l'impatto del programma Les 4».
Una pluralità di voci, insomma, che riflette i tentativi di colmare i vuoti di una norma di fatto incompleta. L'unica speranza per uniformare le varie interpretazioni sta quindi in una nuova elaborazione dell'articolo 11 in fase di conversione di legge, anche perchè la manovra stessa è in costante cambiamento; e nessuno esclude che alla fine i nuovi "livelli di tutela" per l'attivazione di stage non vengano stralciati del tutto dalla formulazione finale.
Andrea Curiat
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